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FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA 2018

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view post Posted on 7/8/2021, 14:26

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Biella

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01 Andrea Riccardi - Comunità o l’eclissi del noi 31-08-2018
Comunità è una parola antica e nuovamente provocatoria e attuale. Nel tempo del virtuale, dell’io prima di tutto, della «morte del prossimo» — secondo la felice definizione di Luigi Zoja — si sono indebolite le reti di prossimità sociali, politiche e religiose. Il tessuto della società, ai nostri giorni, sembra subire gli effetti di quel «crollo del noi» che rende tutti più soli e costituisce addirittura un rischio per la sopravvivenza dei più deboli (come il pericoloso isolamento degli anziani nelle grandi città). Comunità è una risposta concreta all’origine di reti e di solidarietà? È ricordo nostalgico del passato o visione del futuro? Cosa significa oggi comunità, quando le popolazioni si spostano e nascono inedite convivenze tra persone di storia, etnia, religione diversa?

02 Jan Brokken, Massimo Cirri - Jungle Rudy, il solitario e la comunità 31-08-2018
Tutti dentro di sé hanno il desiderio di andare incontro all’ignoto, di esplorare l’inesplorato, di non farsi corrompere dalla parte più sociale dell’esistenza, di spezzare i vincoli che ci legano alla famiglia, alle origini, a una comunità. Ma è realmente possibile? Partendo dal racconto della vita del leggendario avventuriero ed esploratore olandese Rudy Truffino — un uomo che lasciò tutto per dedicarsi alla scoperta e alla mappatura della foresta pluviale dell’Orinoco, nel sud-est del Venezuela, una volta giustamente definita «il mondo perduto» da Sir Arthur Conan Doyle — Jan Brokken e Massimo Cirri discutono di solitudine e comunità, della possibilità di rimanere se stessi in un mondo che obbliga alle relazioni, di avventura, viaggio, individualismo
e condivisione sociale.

03 Carlo Alberto Redi, Manuela Monti - Comunità e DNA 31-08-2018
L’accettazione e inclusione degli “altri” non si connota solo per doverosi aspetti morali e sociali ma opera a livello biologico assicurando vantaggi ai membri della comunità. L’evoluzione di Homo sapiens è infatti caratterizzata dallo sviluppo di strategie di reciprocità che ne hanno assicurato il successo nella competizione con altre specie. Al contrario, le diseguaglianze e l’esclusione sono in grado di marcare il genoma e di aumentare l’incidenza di gravi malattie. In questo caso lo svantaggio biologico si trasmette di generazione in generazione: il sociale si fa biologico, determinando gravi conflitti nella società e alti costi sanitari. L’educazione alla cultura del dono e all’altruismo è invece in grado di assicurare un armonioso sviluppo di una nuova
forma di democrazia: una democrazia cognitiva.

05 Diego De Silva, Stefano Giuliano, Aldo Vigorito - Trio Malinconico unplugged 31-08-2018
Il Trio Malinconico, in attività da diversi anni, nasce dal desiderio di uno scrittore e due musicisti jazz di unire musica e letteratura in una forma di spettacolo che permetta a entrambe le forme espressive di parlarsi in una lingua comune. Fra brani letti, recitati ed esecuzioni di pezzi per lo più improvvisati, risate e spunti di riflessione, il Trio Malinconico — in una formazione essenziale, unplugged, di voce, contrabbasso e sassofono — divertirà e stupirà il pubblico in uno spettacolo ritmico che restituisce il senso della scrittura.

06 Serena Dandini, Michela Murgia - La comunità delle valorose 31-08-2018
Cosa hanno in comune l’ambientalista Wangari Maathai, l’artista Vanessa Bell e la nostra somma scrittrice Grazia Deledda? Sicuramente il fatto di essere tre donne valorose, ma non solo. Si tratta di pioniere che — come tante altre troppo spesso dimenticate dalla Storia ufficiale — sono state in grado di giocare la propria vita dentro le rispettive comunità, ma anche fuori da esse. La creazione di comunità altre, diverse, politiche o artistiche che fossero, è passata per queste donne dalla comprensione del fatto che i percorsi che avevano trovato prestabiliti per loro erano da abbandonare o, ancora meglio — come diceva Virginia Woolf —, da trattare con l’atteggiamento «complesso e importante dell’indifferenza». Essere indifferenti ai rigidi percorsi della tradizione permette di aprirsi alla libertà e alla ricerca profonda, se necessario irriverente, dei propri talenti?

07 Roberto Casati - La conoscenza nel vento 01-09-2018
Come si organizza una comunità di ricerca che si ritrova per alcuni giorni su un’imbarcazione? Roberto Casati ha navigato per una settimana a bordo del cutter Kleronia tra Roma, le isole Pontine e Gaeta, con condizioni meteo diverse, insieme ai membri dell’Associazione Taqwim (Fabrizia de Gasparre, Fabio Rosciglione, abio Sebastiani e Maria Sebregondi), alla disegnatrice Simo Capecchi e al videomaker Rocco Soldini. A bordo, anche quattro progetti pilota: Cognition in the wind, sulle strategie di navigazione in ambienti non adattativi; Disorientation Remediation, sulla definizione di scenari in cui si perde l’orientamento; la scrittura di haiku e il disegno in condizioni difficili. Una barca è infatti un microcosmo sociale esigente e intenso, ogni azione ha un significato e un nome, ogni progetto è sempre e comunque il progetto di una comunità.

08 Ian Goldin - Il nostro nuovo Rinascimento 01-09-2018
Da sempre periodi di grande creatività e progresso sono accompagnati da crescente estremismo e instabilità nella comunità sociale. I cambiamenti avvenuti durante il Rinascimento — con la diffusione della stampa e una creatività senza precedenti — sono paragonabili a quelli che stiamo sperimentando con l’avvento di Internet e della digitalizzazione, con gli avanzamenti nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica, con il progresso globale, l’aumento dell’aspettativa di vita. Ma la crescita, densa di opportunità, porta con sé anche nuove forme di rischi sistemici: dalla trasformazione nel mondo del lavoro all’allargamento del divario dell’ineguaglianza, oltre a pandemie, cyber-attacchi, cambiamento climatico e contagio finanziario. In questo contesto, quale insegnamento possiamo trarre dal Rinascimento di 500 anni fa?

09 Federico Condello - Scuola, comunità, giustizia 01-09-2018
La scuola fa la comunità. In particolare, la scuola superiore laica e pubblica nasce in Italia — ancor prima che nasca l’Italia — come progetto generatore di identità nazionale e come strumento di promozione sociale. Lo strumento ha funzionato, fra alterne vicende, per numerose generazioni, garantendo al nostro Paese uno fra i migliori sistemi d’istruzione ell’Occidente; ma da qualche decennio non funziona più: moltiplicazione degli indirizzi di studio, retorica della professionalizzazione, canalizzazione sempre più precoce dei talenti individuali hanno finito — come prevedeva Gramsci nel ’32 — per «cristallizzare le disuguaglianze», dietro l’apparenza di una scuola più democratica.

10 Cristiano Galbiati - Gli Argonauti alla ricerca della materia oscura 01-09-2018
Due entità misteriose dominano l’Universo: l’energia oscura, una forza completamente ignota che permea gli spazi interstellari, e la materia, costituita quasi al 90% da materia oscura, mai rilevata da strumenti. Un’intera comunità di fisici — i fisici delle astroparticelle — sta costruendo strumenti di precisione per “catturarne” i segnali. Per evitare interferenze dalle particelle cariche prodotte dal Sole, questi esperimenti devono essere però condotti in laboratori scavati a grandi profondità. Nei laboratori sotto il Gran Sasso nascerà DarkSide, uno dei programmi più avanzati al mondo per la ricerca della materia oscura, che fa uso di argon estratto da giacimenti sotterranei e che coinvolgerà oltre 350 ricercatori provenienti da istituti italiani e internazionali.

11 Maryam Madjidi, Vanna Vannuccini - Le radici ritrovate 01-09-2018
Iran, fine degli anni Settanta. I genitori di Maryam sono giovani, comunisti e innamorati del loro Paese. Ma l’Iran sta sprofondando verso uno dei regimi più oscurantisti dell’epoca moderna, e la famiglia è costretta a fuggire. Quando, a sei anni, Maryam raggiunge la Francia, ad accoglierla è prima di tutto una nuova lingua che lei dapprima rifiuta, per poi sceglierla come unico approdo possibile, respingendo ogni richiamo alle origini: «Io non sono un albero, non ho radici». Solo anni dopo, quando ai genitori ormai stanchi le parole iniziano a mancare, Maryam trova la forza di volgersi indietro, recuperando la lingua come unico strumento per ritrovare la memoria. Perché le radici possono essere un fardello, un’arma di seduzione, un incubo, un’inesauribile risorsa.

12 Giuseppe Festa - In viaggio coi lupi 01-09-2018
Perché il lupo ci spaventa e allo stesso tempo ci affascina? La comunità dei lupi e quella umana si somigliano? È possibile una convivenza pacifica fra noi e loro? Fino a pochi decenni fa, in Italia, questi fieri predatori erano quasi estinti, cacciati dall’uomo, perseguitati da favole e pregiudizi. Negli ultimi anni, grazie a una nuova coscienza ecologica e alle leggi che li proteggono, i lupi hanno riconquistato gli antichi territori, ricolonizzando gli Appennini e parte delle Alpi. Un viaggio alla scoperta della complessa società dei lupi, attraverso aneddoti, video inediti, brevi letture e brani musicali, per conoscere meglio questi affascinanti animali e scoprire se davvero, guardando negli occhi un lupo, guardiamo noi stessi.

13 Armando Punzo - La comunità segreta 01-09-2018
Il carcere viene generalmente inteso come una comunità reclusa in contrapposizione a quella libera. Il teatro crea una terza via, dando vita a una comunità libera in carcere. Una comunità che nel rispondere alle regole di un linguaggio artistico indipendente si pone al di là della dialettica stessa tra chiusura e apertura. Nel migliore dei casi il teatro in carcere viene letto nella sua accezione fortemente limitante di strumento rieducativo. Ma c’è molto di più. Dopo trent’anni di teatro nel carcere di Volterra con la Compagnia della Fortezza, Armando Punzo racconta la pratica quotidiana attraverso cui, dal suo avamposto segreto, nel luogo di massima chiusura, ha creato buchi nella realtà, ridando al teatro il potere di trasformare gli spazi e le persone,
proprio là dove non era previsto.

14 Bernard Guetta - L’uso pericoloso della parola comunità 01-09-2018
In Europa, contrariamente a quanto sentiamo ripetere, non esistono comunità cristiane, ebraiche o musulmane. Esistono cristiani credenti e non credenti, praticanti e non praticanti, liberali e integralisti, di sinistra e di destra, etero e omosessuali. Esistono musulmani atei e di ogni spettro politico; tra loro ci sono imprenditori, medici, avvocati, operai, professori. Sono pochissimi gli sbandati che s’inventano nel jihadismo la ragione di esistere che non hanno saputo trovare altrove. L’uso della parola “comunità” ci porta dunque a credere che gli ebrei o i musulmani costituiscano blocchi estranei al resto della varietà nazionale. È falso e pericoloso perché in questo modo le minoranze diventano diverse agli occhi della maggioranza. Per questo
bisogna sostituire alla parola “comunità” il termine “cittadini”, gli unici riconosciuti dallo Stato.

15 Massimiliano Valerii - Quali sono i miti d’oggi 01-09-2018
Nell’Italia del dopoguerra alle prese con la ricostruzione, e poi durante il miracolo economico, la forza evocativa delle immagini si traduceva in mobilitanti passioni comuni. L’immaginario collettivo, cioè quell’insieme di valori, simboli e miti in grado tanto di plasmare le aspirazioni individuali, quanto di definire l’agenda condivisa di una comunità, era dotato di grande forza propulsiva. Al contrario, le passioni tristi di questi anni esprimono la crisi di quell’immaginario e i giovani appaiono una “generazione perduta”, senza epiche fughe in avanti. Eppure l’immaginario domanda di essere realizzato perché mette in circolazione sogni e desideri, accende le fantasie, tracciando sempre più in là le frontiere del possibile. Quali sono i nuovi miti d’oggi? E come rinnovare una fenomenologia della speranza, oltre il rancore e la nostalgia?

16 Stefano Allievi - Immigrazione cambiare tutto 01-09-2018
Da decenni l’immigrazione è un fenomeno strutturale, ma è sempre stato affrontato in termini di emergenza. Tuttavia le sue caratteristiche sono tali da esigere una soluzione complessiva che non sottovaluti il malessere diffuso nell’opinione pubblica: collegando le cause delle migrazioni nei paesi d’origine con gli effetti nei paesi di destinazione. È necessaria una riflessione critica su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose (dal traffico irregolare alla crescente xenofobia, passando per il controllo dei confini, le modalità dell’accoglienza, la questione dei respingimenti), al di là delle contrapposizioni ideologiche, con il coraggio di proposte radicali e soluzioni praticabili. Perché le migrazioni ci sono,
sono sempre di più, e saranno ancora di più in futuro.

17 Mario Cucinella - L’architettura come azione politica e strumento 01-09-2018
Il futuro è una conseguenza del presente, delle nostre tradizioni e del DNA del nostro paese. Una buona architettura risponde alle esigenze del territorio e della sua memoria, quindi bisogna indagare, conoscere e dialogare con chi abita e ricorda. Scrive Mario Cucinella: «Abbiamo attraversato la penisola nella sua parte più intima alla scoperta di nuovi luoghi. Abbiamo onosciuto e dialogato con persone che non vogliono abbandonare realtà che sono il cuore di un’Italia che vuole essere viva. Soltanto così il lavoro degli architetti può tornare a un ruolo politico di responsabilità sociale».

18 Esther Perel - Tradire un legame le ragioni dell’infedeltà 01-09-2018
Perché il tradimento è universalmente proibito, e al contempo universalmente praticato? Perché anche nei matrimoni felici le persone tradiscono? Un matrimonio a prova di tradimento è effettivamente possibile? L’infedeltà è considerata uno degli eventi relazionali più dolorosi, eppure quest’esperienza fin troppo comune resta poco conosciuta. Basandosi su esempi di vita reale tratti dalla sua attività di terapeuta, Esther Perel sostiene che i tradimenti possano insegnarci molto sul matrimonio e sulla società. Offrono uno sguardo sulle nostre attitudini personali e culturali, e il modo in cui attualmente approcciamo l’infedeltà è un riflesso dei complessi cambiamenti in corso nelle comunità di tutto il mondo.

19 Antonio Forcellino - La bottega rinascimentale, cuore della comunità artistica 01-09-2018
La bottega rinascimentale nell’Italia centrale del XV secolo rappresenta un luogo di produzione del sapere scientifico e di formazione del gusto artistico. Lì confluiscono le conoscenze pratiche accumulate nei secoli precedenti, insieme alle nuove teorie ottiche e matematiche. La condivisione del sapere e l’uniformità del gusto producono miracoli: uno di questi è l’impresa collettiva della decorazione della Cappella Sistina nel 1482 dove lavorano insieme botteghe di artisti differenti; il risultato è un prodotto omogeneo, frutto della stretta affinità culturale nata
da decenni di ricerca condivisa in un’area geografica compatta per organizzazione sociale e finalità produttive.

20 Kamila Shamsie - In nome dell’amore 01-09-2018
Perché abbiamo bisogno di continuare a raccontare le storie antiche? Che cosa ci insegna l’Antigone ai tempi dell’Isis? Può aiutarci ad affrontare le sfide etiche e politiche del XXI secolo? Con la potenza del narratore contemporaneo, Kamila Shamsie si interroga su identità, fede, famiglia e società. E si pone una domanda che riguarda tutti noi: quali sacrifici siamo disposti a fare in nome dell’amore? E davanti a che cosa ci fermeremmo per aiutare le persone che amiamo di più?

21 Renato Sarti, Marta Marangoni, Rossana Mola - Nome di battaglia Lia 01-09-2018
Molte volte, quando si pensa alla Resistenza, ci si dimentica che esiste un mondo composto di episodi apparentemente periferici, di piccoli gesti eroici, di solidarietà, di storie d’amore e di amicizia. Come il racconto degli eroismi anonimi delle donne del quartiere milanese di Niguarda, che attraverso le parole della partigiana Lia e delle sue compagne di lotta riportano all’atmosfera che si respirava nelle sue strade. Una storia di libertà che parla della forza della vita: «Eravamo giovani, ci sentivamo belle, allegre. È giusto che venga fuori anche questa nostra normalità. Non eravamo incoscienti, sapevamo di correre dei rischi. Ma volevamo un’Italia diversa, libera, e non c’era altra scelta oltre a quella di resistere e combattere».

23 Alessandro Barbero - La Prima guerra mondiale Il 24 maggio l’Italia entra in guerra 01-09-2018
Quella che i nostri vecchi chiamavano la guerra del ’15-18 era cominciata per il resto del mondo un anno prima, nel 1914. L’Italia allora era rimasta neutrale, perché il governo era onsapevole della sua debolezza. Ma nacque subito un partito della guerra, che agitava come pretesto la necessità di completare la comunità nazionale, con la liberazione di Trento e Trieste. In realtà, secondo gli interventisti il Paese non poteva permettersi di restare fuori dalla guerra: i vincitori avrebbero ridisegnato il mondo e l’Italia, se voleva essere una grande potenza, doveva sedere al loro tavolo. Così, il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria.

24 Beniamino de’ Liguori Carino, Giuseppe Lupo, Alberto Saibene - Adriano Olivetti costruire la comunità 02-09-2018
Nei mesi di esilio in Svizzera, durante la Seconda guerra mondiale, Adriano Olivetti scrive un libro, L’ordine politico delle comunità, in cui immagina una nuova organizzazione, federalista e autonomista, della società. Cos’è la comunità per Olivetti? Quella parte di territorio che si può attraversare a piedi in un giorno, dove attorno a un centro si irradiano partecipazione politica, servizi, cultura, benessere individuale e collettivo. È quello che realizza, tra indifferenza e ostilità, attorno alla fabbrica di Ivrea, dal dopoguerra al 1960, anno in cui muore. Oggi, dopo la crisi del socialismo e del capitalismo, quel modello è tornato attuale. Da studiare e da raccontare. Nel corso dell’incontro verrà proiettato il documentario Città dell’uomo di Andrea De Sica.

25 Angélique Del Rey - Contro la competizione 02-09-2018
Essere responsabili, essere visibili, misurabili e soprattutto competitivi è diventata l’ingiunzione permanente, stressante e poco interrogata. Essere valutati sembra essere evidente, persino desiderabile: “Sono stimato, quindi, sono”. Ma queste valutazioni sono alquanto paradossali: in nome del merito, creano un clima di deleteria competizione e si salvi chi può. Nel nome di una maggiore efficienza, creano una forma di inefficienza senza precedenti; in nome dell’oggettività, schiacciano le differenze, standardizzano, normalizzano. Da qui l’importanza di riflettere sui limiti della pratica della valutazione e la possibilità di renderla compatibile con la convivenza.

26 Alessandro Barbero - La Prima guerra mondiale. Caporetto 02-09-2018
Nella Prima guerra mondiale l’Italia ha affrontato sul piano organizzativo, industriale e umano una prova sbalorditiva per un paese così debole. Gli sforzi compiuti in cinquant’anni dopo l’Unità per fare davvero del Paese una comunità nazionale avevano avuto successo. Nel mondo, però, della guerra italiana tutti ricordano un unico episodio, il cui nome ha un suono umiliante: Caporetto. È un peccato, ma non possiamo incolparne gli altri, perché a Caporetto è emersa l’altra faccia di quella nazione sospesa fra modernità e arretratezza: l’inefficienza, la retorica, l’irresponsabilità della classe dirigente. Un peso da cui l’Italia non è mai riuscita a liberarsi.

27 Giuseppe Antonelli, Francesca Biasetton - L’italiano a mano a mano 02-09-2018
La costruzione di una comunità passa per la conquista di una lingua comune. Nella nostra storia, soprattutto una lingua scritta. Le mani che hanno fatto l’italiano sono quelle dei grandi scrittori. Ma anche di tante persone qualunque che, spinte dal bisogno di comunicare, si sono sforzate di scrivere come potevano. Nel corso del tempo sono cambiati gli strumenti utilizzati per scrivere e di conseguenza la forma delle lettere. E oggi che tutti parliamo e scriviamo in italiano a essersi persa è proprio l’individualità della grafia. Nell’era digitale, riusciamo ancora a lasciare un’impronta?

28 Roberto Esposito - Roberto Esposito 02-09-2018
Che fine ha fatto, oggi, la comunità? E, prima ancora, cosa significa questa antica parola? Se partiamo dall’etimologia latina, il termine communitas rimanda a una legge della cura reciproca. Ma questa concezione, aperta e donativa, della comunità è stata nel tempo sostituita – immunizzata, per usare il termine contrario – da un’altra concezione, chiusa ed escludente nei confronti di coloro che non ne fanno parte. È possibile, oggi, in piena globalizzazione, ipotizzare un ritorno della comunità? E a quali condizioni?

29 Daniele Zovi - Il bosco come comunità 02-09-2018
«Se si sta dentro un bosco, prima o poi si intuisce la presenza di un flusso di energia che circola tra i rami, le foglie, le radici. È come se le piante parlassero tra loro». Camminatore infaticabile e sensibile osservatore della natura, Daniele Zovi questi suoni ha imparato ad ascoltarli. In quarant’anni di lavoro nei boschi ha potuto osservare da vicino migliaia di alberi. Il bosco, dice Zovi, è il risultato di azioni e reazioni, alleanze e competizioni tra le diverse piante: gli alberi comunicano, sono solidali, fanno sesso, sono dotati di vista, tatto e olfatto. Le piante ci somigliano più di quanto non crediamo ma abbiamo molto da imparare per relazionarci con loro e rispettarle davvero.

30 Philippe Léveillé, Marco Bolasco - La cucina è convivialità 02-09-2018
La cucina come comunità è luogo di incontro di sapori, di ingredienti e di storie, di identità e di origini che si mescolano fra loro contaminandosi, perché pentola e fornelli sono luogo di materia ma spesso anche di cultura. In cucina troviamo squadre di lavoro sempre più internazionali e interetniche, un po’ come lo sono le orchestre. E quando si suona si interpreta lo spartito, come diceva Gualtiero Marchesi. Le comunità del cibo possono essere comunità di produttori ma anche di cuochi. Generalmente i primi dipendono dai secondi, ma ultimamente può accadere anche il contrario. Infine la cucina, per definizione, produce un altro luogo di incontro, quello intorno al piatto e alla tavola. Qui la comunità prende forma dalla convivialità e permette condivisioni impossibili altrove.

31 Giulia Alonzo, Marco Belpoliti, Adriana Polveroni, Oliviero Ponte di Pino - Critica 2.0. Comunicare cultura ai tempi del web 02-09-2018
Oggi il web offre a tutti la possibilità di comunicare a tutti, ci inonda con un flusso ininterrotto di informazioni e dà accesso a un archivio praticamente infinito. Ospita comunità riflessive, che discutono e creano e diffondono contenuti. Sono nati nuovi canali (dai blog ai social) e nuove forme, ma si diffondono anche l’omofilia, la “fine dell’esperto”, la dittatura dei Big Data. Partendo da esperienze in campi diversi (arti visive, spettacolo, libri e editoria) e tenendo conto delle specificità dei diversi settori, si rifletterà sul ruolo dell’informazione nel campo della cultura e delle arti, a partire dalla necessità culturale e politica di stimolare
il pensiero critico.

32 Dino Pedreschi - Comunità virtuali la società riflessa nei Big Data 02-09-2018
La società moderna è una grande rete complessa, per molti aspetti simile alla rete neuronale del cervello. Le connessioni, i link, sono i responsabili della rapida crescita del web e di Internet, della velocità della comunicazione globale, del diffondersi di notizie, informazioni, epidemie e crisi finanziarie. Tutti i fenomeni della complessità sociale riguardano le reti e il comportamento collettivo delle comunità. La scienza delle reti e i Big Data ci offrono nuove prospettive di osservazione per misurare e prevedere l’emergere della disuguaglianza e degli hub, la superconnessione di tutti con tutti, la diversità e l’intelligenza delle comunità, la diffusione delle innovazioni, la polarizzazione delle opinioni e la perdita di intelligenza collettiva. Spazzando via pregiudizi e alibi.

33 Anna Foa - Dalla comunità alla cittadinanza 02-09-2018
La struttura assunta dalla presenza ebraica in Europa, la comunità, pur nelle differenze dovute ai tempi e ai luoghi, è fondamentalmente simile. Molto differenziate sono invece le forme assunte dal suo declino nel XIX secolo; se in Occidente esso è strettamente legato all’emancipazione degli ebrei, al loro diventare cittadini, nell’Europa orientale tale declino avviene comunque, anche in assenza di emancipazione, o forse proprio grazie a questa mancanza. A determinare la crisi è infatti l’incontro con la modernità, un incontro che all’est, in assenza
di integrazione, assume forme molto più radicali che in Occidente: la rivoluzione, l’emigrazione, il sionismo.

34 Matteo Nucci, Davide Livornese - La comunità del teatro 02-09-2018
La tragedia greca nacque — stando alla celebre intuizione di Nietzsche — «dallo spirito della musica». I cittadini ateniesi che oltre 2.500 anni fa cominciarono a riempire gli spalti del teatro di Dioniso, immedesimandosi nelle vicende dolorose raccontate sul palco e abbandonandosi alla musica ebbra e orgiastica del coro, finirono per dar forma a uno dei più straordinari luoghi comunitari di cui il nostro mondo occidentale abbia mai fatto esperienza. Accompagnati dalle parole di Matteo Nucci e dai brani dionisiaci suonati da un gruppo di musicisti greci guidati da Davide Livornese, si proverà il brivido di quella dimensione perduta. In un incontro-spettacolo i grandi temi della polis prenderanno la ribalta e si scoprirà che è ancora possibile vivere un’esperienza estetica capace di spingerci alla discussione, al confronto e alla critica: fondamenta decisive di qualsiasi comunità.

35 Gabriele Lolli, Marco LiCalzi - Storie dalla torre di Babele 02-09-2018
Il Signore confuse le lingue e disperse il popolo di Babele in tutto il mondo, ma la torre non è mai rimasta deserta. Ci vive una comunità dove si parlano molti dialetti, ma ciascuno è in grado di capirli tutti. Agli occhi degli altri, questo popolo possiede una lingua universale e accumula conoscenze che restano vere per sempre. La comunità è aperta a chiunque ma non esiste una via regia per entrare a farne parte. I suoi componenti abitano in tutto il mondo, padroneggiano gli stessi simboli e si confrontano con gli stessi problemi. Ogni quattro anni si ritrovano a migliaia in una città diversa. Nell’antica Grecia, li chiamavano «coloro che sono inclini ad apprendere» e noi li conosciamo come “matematici”.

36 Mimmo Cuticchio - A singolar tenzone 02-09-2018
Nelle parole di Mimmo Cuticchio, le storie di Orlando, Rinaldo e Angelica e le gesta dei paladini di Francia rivivono attraverso una grande varietà di registri che vanno dall’epico al comico, dal drammatico all’onirico e al sentimentale, in un succedersi vertiginoso di duelli, imboscate, incantesimi, voltafaccia, innamoramenti, battaglie e colpi di scena. Con un ritmo che mai si allenta e sempre avvince, una delle voci più autorevoli del teatro italiano dà vita a un cunto del ciclo carolingio, introducendo e animando i personaggi e allo stesso tempo commentandone le incredibili avventure.

38 Maddalena Crippa - L’allegra vedova. Café chantant 02-09-2018
In uno spazio essenziale, accompagnata da un prezioso ensemble strumentale — un quartetto composto da chitarra, fisarmonica, flauto traverso e contrabbasso — Maddalena Crippa, nella doppia veste di narratrice e cantante, racconta la storia di amori e corteggiamenti e interpreta le canzoni della Vedova allegra, evocando con leggerezza e divertimento le atmosfere dei cabaret berlinesi e dei cafè chantant parigini. Alternando le parti recitate, frammenti di dialoghi e monologhi tradotti dal libretto originale di Leo Stein e Victor Léon, alle parti cantate, arie e duetti, l’attrice si sdoppia e dà voce e carattere straordinari sia ad Anna Glavari che al principe Danilo.

39 Alessandro Barbero - La Prima guerra mondiale. Dal Piave a Vittorio Veneto 02-09-2018
Diceva Prezzolini che «Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l’Italia, perché ci si fa grandi resistendo a una sventura ed espiando le proprie colpe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere». A cent’anni dalla battaglia del Piave e da quella di Vittorio Veneto, diventano significativi quei pochi mesi in cui un paese sconfitto e invaso — dove il senso di appartenenza alla comunità nazionale si era improvvisamente rafforzato per effetto dell’umiliazione — è diventato un paese vittorioso e invasore, sprezzante dei diritti altrui.

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