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FESTIVAL DELLA MENTE DI SARZANA 2015, CARTELLA VUOTA

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view post Posted on 7/8/2021, 03:08
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01 Luciano Canfora - Augusto: la morale politica di un monarca repubblicano 04-09-2015
Quale rapporto esiste, o dovrebbe esistere, fra responsabilità politica ed esercizio del potere? Chi o che cosa dovrebbe dettarne i limiti? Come si concilia la forza del potere con le necessità e il consenso dei cittadini? Fino a che punto le ambizioni assolutistiche di chi governa collimano con uno stato di diritto? Quella di Augusto è la tipica parabola del potere scaturito da una rivoluzione e approdato a una forma originale di restaurazione. Gaio Ottavio, poi Gaio Giulio Cesare Ottaviano dopo che Cesare lo adottò come figlio (44 a.C.), poi Augusto, poi “divo Augusto” post mortem, era nato nell’anno del consolato di Cicerone (63 a.C.) e morì nel 14 d.C., a settantasette anni, dopo essere stato ininterrottamente al potere in varie forme, dal 43 a.C. fino alla morte, per 57 anni. È difficile trovare nella storia una carriera più lunga. Era un precoce e fu, tra i reggitori dell’Impero, il più longevo. Ci sono grandi capi politici la cui “grandezza” risulta, nell’immagine recepita dalla tradizione e in fondo anche dalla storiografia, menomata dalla grandezza del predecessore. Pensiamo ad Augusto alle prese con il gigantesco suo padre adottivo Giulio Cesare, pensiamo ad Adriano rispetto a Traiano, a Costantino VII rispetto a Basilio I, a Filippo II rispetto a Carlo V, a Stalin rispetto a Lenin e cosi via. Lo studio della “fenomenologia del capo” meriterebbe una trattazione a parte: il ”caso Augusto” è, da questo punto di vista, emblematico. Eppure la sua carriera come capoparte spregiudicato, triumviro spietato, abile artefice di una apparente “restaurazione della Repubblica” che di fatto consisteva nella creazione di una nuova forma di potere personale definibile come principato (né monarchia né libera repubblica), non deve offuscare l’opera sua di costruzione imperiale e di consolidamento e ampliamento dell’Impero sul piano diplomatico e militare.

02 Jim Al-Khalili- L'ingrediente segreto della vita 04-09-2015
Come spesso avviene nella scienza, le novità arrivano da un campo inaspettato. Da qualche tempo è la fisica quantistica a rappresentare l’elemento di rottura in biologia. Stiamo infatti cominciando a capire cosa succede nel profondo delle cellule viventi e a spiegare fenomeni che per secoli erano parsi inspiegabili. L’incredibile forza della fotosintesi, ad esempio, sembra risiedere nel fatto che le particelle coinvolte si trovano contemporaneamente in due luoghi distinti per via dei fenomeni quantistici. Siamo forse a un passo dal comprendere l’ingrediente segreto della vita? Lo strano mondo dei quanti e la complessità sfuggente della vita trovano ora la prima sintesi in un nuovo campo di studi, quello della “biologia quantistica”, di cui si parlerà a lungo in futuro.

03 Anna Bonaiuto legge Elena Ferrante 04-09-2015
In esclusiva per il Festival della Mente, Anna Bonaiuto legge per la prima volta in pubblico L’amica geniale, primo titolo della tetralogia di Elena Ferrante, dando finalmente “voce” alla scrittrice che tutti amano ma nessuno conosce. L’intensità espressiva di una lettura d’autore ci conduce nella magia del mondo della Ferrante, dalla Napoli degli anni ’50 fino a oggi, in un racconto di storie di donne, plasmate dalla realtà che le circonda, più spesso ancora dagli uomini, ma sempre vitali e piene di passioni. Tra irrisolta rivalità e profondo affiatamento le due protagoniste del romanzo, Lila ed Elena, che attraversano gli anni dell’adolescenza, prenderanno nuova vita tramite le parole di una delle più intense attrici italiane.

04 Francesca Ajmar, Tito Mangialajo Rantzer, Alessandro Sanna - Una storia lenta 04-09-2015
Tre artisti si incontrano, traggono ispirazione l’uno dall’altro, e danno vita a una performance musicale e artistica di grande impatto ed emozione. Le immagini fluttuanti disegnate dal vivo da Alessandro Sanna in un’action painting magicamente espressiva prendono forma e si fondono naturalmente con la voce intensa e calda di Francesca Ajmar e la musica cadenzata di Tito Mangialajo Rantzer, impegnati in un repertorio che si muove liberamente tra il jazz e la musica popolare brasiliana. Immagini, colori, suoni che formano un racconto originale e di grande bellezza, e portano gli spettatori alla radice della più pura creatività.

05 Alessandro Barbero - La responsabilità dello storico. Gaetano Salvemini: dall'interventismo socialista all'antifascismo 04-09-2015
Gaetano Salvemini (1873-1957) è uno dei maggiori storici italiani dell’inizio del Novecento. Capofila della scuola economico-giuridica, che svecchia la storiografia italiana aprendola alle lezioni delle più avanzate storiografie europee, accompagna all’insegnamento universitario un costante impegno nella lotta politica. Socialista e meridionalista, denuncia la corruzione del governo Giolitti nel libro Il ministro della malavita (1910). Sostenitore dell’intervento nella Prima guerra mondiale, si schiera fin dall’inizio contro il fascismo, e nel 1925 emigra a Parigi dove insieme ai fratelli Rosselli fonda il movimento Giustizia e Libertà. Invitato negli Stati Uniti, dal 1933 insegna a Harvard; tornato in Italia nel 1949, continua fino alla fine della vita la sua battaglia per una scuola pubblica, laica e gratuita.

06 Andrea Moro - Oltre i confini di Babele 05-09-2015
Come oggetto fisico, il linguaggio umano è fatto di onde: fuori di noi sono onde d’aria (il suono), dentro di noi sono onde elettriche (l’attività dei neuroni). Sappiamo che la Babele del linguaggio ha dei confini di tipo biologico, ma quale relazione c’è tra queste due famiglie di onde? Esiste un modo per esplorare il codice di trasmissione delle informazioni dei neuroni? Utilizzando sofisticate tecniche di neurofisiologia si vedrà che i due mondi sono molto più simili di quanto si potesse immaginare e che per la prima volta si aprono possibilità di indagare il contenuto del linguaggio direttamente dalla misurazione delle attività del cervello.

07 Marco Rossi-Doria, Giulia Tosoni - I ragazzi e la scuola: cosa, come e dove si impara 05-09-2015
Come si apprende oggi? Cos’è cambiato nel rapporto tra le generazioni e nell’educare? È davvero possibile fare scuola in modo nuovo, accogliente e rigoroso, in un’epoca complessa e difficile come la nostra? Come si può affrontare il dramma di migliaia di ragazzi esclusi da scuola e lavoro? Come si innova la scuola? Si possono costruire nuove forme di partecipazione, studio, apprendimento, lavoro e miglioramento della vita anche nei luoghi dell’esclusione sociale? Marco Rossi-Doria, con l’aiuto di Giulia Tosoni, tenta di rispondere a queste e altre domande sulla scuola di oggi, partendo dalla propria ricca esperienza di “maestro di strada”.

08 Massimo Ammaniti - Come nasce il senso del Noi: dal We-go all'Ego 05-09-2015
Come Freud ha messo in luce, l’Ego è il baricentro della vita psichica, ma allo stesso tempo l’esperienza sociale e la ricerca dimostrano l’importanza del senso del noi (We-go) che si sviluppa precocemente fin dalla nascita nelle interazioni con gli altri. Nel corso dello sviluppo e nell’adolescenza si impara a condividere le emozioni e a comprendere il punto di vista degli altri, ossia a entrare in una prospettiva intersoggettiva. Probabilmente questa particolare capacità sociale dell’uomo ha permesso alla specie umana non solo di sopravvivere, ma addirittura di conquistare la terra e costruire società complesse. Non si tratta solo di una capacità mentale, è anche radicata nel cervello, come ha messo in luce la ricerca neurobiologica. Dopo decenni di individualismo sfrenato, la riscoperta del senso del noi può aiutarci a ritrovare quella capacità di cooperazione che è la grande risorsa della specie umana.

09 Paolo Ferri - Generazione 2.0 05-09-2015
I videogiochi sono il peggiore intrattenimento per i nostri figli? No, basta scegliere quelli giusti. Vietare Internet ai bambini? È una battaglia senza senso, meglio educare i più piccoli a sfruttarne le potenzialità e a evitarne i rischi. La tecnologia è un danno per l’apprendimento? Al contrario, se usata correttamente può diventare una grande risorsa. Oggi pregiudizi e paure circondano il mondo digitale — da ≪i videogame rendono stupidi≫ a ≪per colpa del web i giovani non hanno più relazioni vere≫. È invece necessario comprendere cosa significhi nascere e crescere in una realtà permeata dalla tecnologia: dai videogiochi a Internet, dai social network agli smartphone. L’obiettivo è quello di fornire una guida che permetta a genitori e insegnanti di risolvere i più comuni dubbi digitali e offrire consigli e indicazioni pratiche per muoversi insieme ai figli tra rischi e potenzialità dell’universo tecnologico, senza ansie e preoccupazioni.

10 Guido Barbujani - Gli africani siamo noi 05-09-2015
Prima in Europa c’erano solo loro, gli uomini di Neandertal: un’umanità diversa da noi nell’aspetto fisico e nella cultura, ma che, come noi, cacciava in gruppo, cucinava il cibo, si decorava il corpo, non rifuggiva dalla violenza, ma sapeva anche prendersi cura dei disabili. Oggi ci siamo solo noi. Come sia potuto avvenire, come mai sessantamila anni fa un gruppo umano sia uscito dall’Africa portando presto all’estinzione di tutte le altre forme umane preesistenti, non sappiamo dirlo con esattezza. Studiando il nostro genoma, però, qualche risposta si può trovare. E magari si può arrivare a comprendere che siamo sì tutti differenti, ma che nella nostra specie, così mobile, così propensa alla migrazione e allo scambio, non si sono mai formati i gruppi biologicamente omogenei e diversi fra loro che in altre specie si chiamano razze.

11 Frank Westerman - A nome mio 05-09-2015
Perché scrivere in prima persona? In un mondo sempre più popolato dalle serie tv e dalla fiction, in un mondo dove sempre più si è indotti a nascondersi nell’anonimato protettivo della rete, cosa significa prendere la parola senza i filtri convenzionali della rappresentazione letteraria? E ancora, chi dice “io” è sempre e soltanto l’autore? Due scrittori — l’olandese Frank Westerman e l’italiano Mauro Covacich — indagano e si confrontano sulla responsabilità di dire “io” nella letteratura contemporanea, declinando il tema nel reportage e nella narrative non fiction di Westerman e nel genere dell’autobiografia che ha a lungo esplorato Covacich. Tra precisione documentaria, realtà, finzione e passione per i raccontare, un viaggio alla scoperta del mondo della scrittura e della capacità di mettersi sempre in gioco.

12 Adolfo Ceretti, Simonetta Agnello Hornby, Alfredo Verde - Violenza di genere. Autori, vittime e modelli di intervento 05-09-2015
Negli ultimi anni l’opinione pubblica è stata sollecitata da fenomeni quali lo stalking, gli atti persecutori, le violenze domestiche, gli omicidi, soprattutto se colpiscono il mondo femminile. Ma chi sono i molestatori assillanti? Sono davvero persone incapaci di amare e che soffrono di una dipendenza relazionale? L’espressione “femminicidio” ha costituito un tentativo di raccogliere le sensibilità verso queste forme di violenza di genere. Occorre, dunque, interrogarsi sulla genealogia di questo termine, su quali fenomeni vuole descrivere e sulla loro reale portata. E anche sulle istanze punitive che sembrano infiammare gli animi e trasformare il maschile in un’entità perturbante. È possibile prevenire la violenza che si sviluppa tra i generi? Come si curano le vittime e gli autori di questi reati? Come si strutturano gli interventi che si pongono questi obiettivi?

13 Mario Brunello, Manolo - La montagna e il silenzio 05-09-2015
Sono due le passioni condivise da uno dei violoncellisti più apprezzati al mondo e uno dei pionieri italiani dell’arrampicata libera: la montagna e il “silenzio”. Se Mario Brunello ha portato la musica classica sulle più alte vette alpine per liberarla dai cliché e dai rituali del concerto, e per immergerla nel silenzio più puro, Maurizio Zanolla, in arte Manolo, ha vissuto la sua dedizione verso l’arrampicata su placca verticale, spesso in free solo, testando i propri limiti, sfidando il pericolo a mani nude, al di fuori delle regole, in mezzo al silenzio delle pareti di roccia. In un dialogo ad alto grado di emozioni, Brunello e Manolo tentano di raccontare l’immensità della natura, l’importanza del silenzio e la ricerca infinita della libertà.

14 Edoardo Albinati - Elogio del primo della classe 05-09-2015
Dell’attuale sistema scolastico, chi sono le vittime predestinate? Naturalmente gli studenti più scarsi e con maggiori difficoltà psicologiche o economiche o familiari; ma, diciamo la verità, anche quelli più bravi, i più dotati. Talvolta persino più fragili dei primi. A costoro la scuola non pensa quasi mai: i professori ne vanno orgogliosi, però si sentono frustrati per l’impossibilità di trarre il meglio dalle loro potenzialità, che se non vengono coltivate in quegli anni decisivi, presto andranno smarrite. Per il singolo individuo, sia esso il primo sia l’ultimo della classe, la scuola di oggi sembra poter e voler fare ben poco. E intanto, nella pervasiva società di controllo reciproco dei social network, chiunque dia l’impressione di diversificarsi rischia di essere sottoposto a un giudizio implacabile dai suoi coetanei. Mentre si continua a parlare di eccellenze e di meritocrazia, è proprio il “primo della classe” (la ragazza studiosa e solitaria, il nerd della tradizione cinematografica…) l’esemplare che in Italia rischia l’estinzione.

15 Massimo Recalcati - Madri 05-09-2015
Esistono volti diversi della madre che nessun bestiario (bocca di coccodrillo, vampiro, chioccia) potrà mai riassumere degnamente. Qual è la lezione più profonda della maternità — la sua radicale responsabilità — nel tempo in cui la rappresentazione patriarcale della madre esala finalmente i suoi ultimi e disperati sospiri? La madre non può pretendere di cancellare la donna, come l’ideologia patriarcale pretendeva, e viceversa, la donna non può cancellare la madre, come le rappresentazioni narcisistiche della donna ipermoderna sembrano indicare. Non bisognerebbe invece mai dimenticare la centralità nel processo di umanizzazione della vita delle cure materne. Esse non sono cure tra le altre perché sanno essere particolareggiate, sanno offrirsi non alla vita in generale ma a quella del figlio e del suo nome proprio. In questo, ma non solo in questo, sono un punto di resistenza all’incuria assoluta che domina il nostro tempo.

16 Italo Rota, Aldo Colonetti - Lo spazio in cui viviamo non è altro che l'estensione della nostra mente 05-09-2015
È possibile progettare insieme alla natura e non contro di essa? È possibile continuare a utilizzare energia al minor costo possibile, sfruttando fonti rinnovabili e salvaguardando l’ambiente in cui viviamo e noi stessi? Italo Rota e Aldo Colonetti cercano di rispondere a queste importanti domande partendo dal fatto che ogni progetto legato all’energia pone il tema del futuro collettivo e individuale in maniera forte e ossessiva. I progetti sono un componimento a più voci tra ricerca, scienza, industria, arte e umanesimo, mediato e reso possibile dalla partecipazione personale e dall’intervento del singolo. Come sostiene Marc Auge, ≪tutto comincia e tutto finisce con l’individuo più modesto, e le imprese più grandi sono vane se non lo riguardano almeno un po’≫.

17 Carlo Toffalori - Matematica, algoritmi e libertà 05-09-2015
La matematica? ≪Inaridisce il cuore≫. Cosi Flaubert nel suo Dizionario dei luoghi comuni. C’è dunque da preoccuparsi assistendo, in tempi recenti, all’impiego sempre più massiccio di procedure precostituite e meccanizzate — algoritmi — volte a presiedere e indirizzare ogni atto della nostra vita. Gli stessi principi della responsabilità e della morale sembrano ormai accuratamente programmati, grazie al prolificare di codici etici sempre più pignoli. Sorge anzi il timore che questo approccio matematico alla realtà, inclusa l’intrusione nella sfera intima della coscienza, finisca per spegnere ogni umano sussulto ed emozione. Ma è davvero cosi? O forse, al contrario, la matematica correttamente intesa suscita e ispira, oltre al giusto rigore, anche libertà, creatività e fantasia?

18 Matteo Nucci - Gli occhi di Edipo e il complesso di Platone 5-09-2015
Abbandonato e solo, privo degli occhi luminosi con cui ha creduto di poter conoscere se stesso e il mondo, Edipo appare, al termine di una delle tragedie più celebri (l’Edipo Re di Sofocle), come il più infelice tra gli uomini. Ma quali sono le sue colpe? Quali le sue responsabilità? È il destino che ha orchestrato per lui le peggiori nefandezze. Per lui che ha sempre inseguito onestà e correttezza al punto da essere considerato ≪il migliore dei mortali≫. Assistendo a una simile catastrofe della conoscenza umana dagli spalti del teatro di Atene, un ragazzo di buona famiglia soprannominato Platone piangeva disperato. Di lì a poco, diventato uomo, avrebbe tentato di sovvertire la maledizione, dimostrando che la conoscenza del bene può portare solo felicità. Il suo lavoro titanico però non ebbe completo successo. Che cosa impedì al più grande filosofo dell’antichità di realizzare il suo sogno?

19 Arturo Pérez-Reverte, Bruno Arpaia - I libri possono cambiare il mondo? 05-09-2015
Lo studio della storia, delle nostre radici, fa spesso emergere domande sulla nostra epoca. Pérez-Reverte, in un dialogo con Arpaia, ci condurrà in un viaggio nel tempo, alla fine del XVIII secolo, per raccontare l’impatto rivoluzionario che ebbe la diffusione in Europa dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert. Grazie all’attento esame di un ampio numero di fonti, Pérez-Reverte pone a confronto la cattolicissima Spagna con la Francia già protesa verso l’epoca moderna e la laicità, e rievoca i differenti fermenti culturali e il timore che il pensiero illuminista dilagasse oltre i Pirenei. Un affresco storico inedito, che dà voce a personaggi poco conosciuti ma protagonisti di un vivace e potente dibattito culturale, foriero di intrighi e trame affascinanti. Un autorevole punto di vista che restituisce lo spazio dovuto a uomini che vollero cambiare il mondo con i libri.

20 Alessandro Barbero - La responsabilità della storico. Marc Bloch: dalla Sorbona alle carceri della Gestapo 05-09-2015
Marc Bloch (1886-1944) è uno dei più grandi storici del Novecento. Insieme a Lucien Febvre, fonda nel 1929 la rivista Annales d’histoire économique et sociale e con essa la scuola delle Annales, che rivoluziona la storiografia mondiale. L’histoire-bataille, la vecchia storiografia che si occupava soltanto di politica e di guerra, lascia il posto alla storiografia che è ancora la nostra, attenta alla mentalità e all’economia, alla storia della vita quotidiana, delle donne e della gente comune. Ma Bloch non è soltanto uno studioso: è un cittadino francese in un’epoca che impone scelte difficili. Ufficiale decorato nella Prima guerra mondiale e poi di nuovo nella Seconda, patriota francese ed ebreo, Bloch partecipa alla Resistenza, fino a quando non sarà catturato, torturato e fucilato dai nazisti.

21 Marco Martella - Tornare al giardino 06-09-2015
Secondo i Romani, ogni luogo era abitato da una divinità minore, un genius loci garante della sua singolarità. Il pericolo maggiore, per tutti i popoli dell’antichità e per quelli detti “primitivi”, era abitare in un mondo sprovvisto di sacro e quindi di senso. Oggi quei luoghi si fanno sempre più rari. Banalizzati e convertiti in spazi funzionali, privi d’affetto, non consentono alcuno scambio tra noi e la scenografia che ci circonda. Il giardino, antico o contemporaneo, principesco o operaio, pieno di frutti o luogo di piacere, è da sempre un laboratorio. Gli uomini vi sperimentano modi diversi di abitare il mondo, tra natura e cultura. Se un tempo condensava sogni di bellezza assoluta o cosmogonie, oggi è diventato luogo di resistenza. Perché, non essendo un prodotto consumabile, sfugge alle regole del mercato e ci mette ogni volta in presenza delle energie vive della natura.

22 Marco Belpoliti, Gianfranco Marrone, Anna Stefi - Pigrizia, stanchezza e il nostro continuo correre 06-09-2015
Sembriamo ormai capaci soltanto di quella pigrizia che Roland Barthes definisce «imbronciata», carica cioè di tutto il senso di colpa di cui è permeato il nostro vivere. Vogliamo essere competitivi e al passo con il correre del mondo. Ma dov’è che stiamo andando? Siamo ancora capaci di sostare senza percepirlo come una resa? Cosa abbiamo perso dopo aver abbandonato il piacere della dissipazione, del tempo e forse non soltanto di quello? Partendo da Roland Barthes, che ci descrive la delizia della pigrizia, e attraverso le parole di Peter Handke e le riflessioni che il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han dedica al tema della stanchezza, proviamo a ragionare su questi temi nella società contemporanea: il tempo e la pigrizia, l’indugio e la stanchezza, l’ozio, lo spreco, e il senso di un tempo, senza finalità alcuna.

23 Eugenio Borgna, Simonetta Fiori - Conoscere se stessi e conoscere gli altri: un diverso modo di essere responsabili 06-09-2015
Noi non siamo, o non dovremmo mai essere, monadi dalle porte e dalle finestre chiuse, ma monadi aperte all’ascolto di se stessi e degli altri, in una circolarità di esperienze che ci rendono consapevoli della nostra responsabilità nel determinare i modi di essere e di comportarsi degli altri. La nostra capacità, o la nostra incapacità, nel riconoscere le emozioni, che sono in noi e negli altri, condiziona le nostre quotidiane relazioni di vita, e le influenza profondamente. Non è una responsabilità giuridica, e nemmeno formale, ma una responsabilità etica che ci consente di conoscere meglio, e talora di condividere, il dolore e la gioia, la tristezza e la colpa, e di evitare dolorose ferite dell’anima. Nessuno si conosce fino a quando è soltanto se stesso, e non allo stesso tempo anche un altro; e di questo, delle sue conseguenze sul nostro modo di vivere con gli altri, siamo senza fine responsabili, e non solo in psichiatria.

24 Tito Baldini - Ragazzi "al limite" e mondo adulto: l'incontro 06-09-2015
Essere ragazzi “al limite” è come vivere stabilmente in una terra di frontiera. Una zona di confine dove non si sente dolore e dove il tempo, lo spazio e i legami non hanno significato. Statisticamente i ragazzi “al limite” hanno un destino a rischio e una vita breve: che fare per loro? La soppressione dell’esperienza del dolore, la mancanza del confronto generazionale, la perdita di autorità delle istituzioni sociali (Stato, scuola, politica) e degli stessi padri creano generazioni di ragazzi non più inclini al pensiero e alla tolleranza della frustrazione, e un indebolimento complessivo della civiltà. Non bisogna però lasciare spazio al pessimismo: esistono cure e rimedi efficaci in grado di rimettere in sicurezza il percorso degli esseri umani.

25 Luca Mastrantonio - Cruciverba volant (slacciate le cinture) 06-09-2015
Quanto è impazzito il nostro italiano? Tanto, perché vogliamo essere linguisticamente alla moda. Qual è il problema? Usiamo troppi anglicismi, una lingua informatica che è un “digitaliano”, il sinistrese è diventato di destra, la new economy impera e la lingua italiana è porno-emotiva… Possiamo guarire? Sì, giocando seriamente con queste parole, quindi con noi, diventando consapevoli, cioè responsabili, dei pensieri che esprimiamo “a nostra insaputa”. Per allenare la mente, e la coscienza, Luca Mastrantonio inventa un quiz-cruciverba “pazzesco” con l’aiuto dei partecipanti al Festival della Mente: da “addicted” e “adoro” a “tanta roba” e “zombi”, passando per “piuttosto che” e “sapevatelo”, sono tanti i termini fuori di senno e di senso da analizzare e mettere nelle caselle del gioco per poi farli risolvere al pubblico. Una terapia di gruppo tra italianisti anonimi.

26 Mimmo Jodice, Roberto Koch - Magie della visione 06-09-2015
Un lungo e affascinante viaggio fotografico in Italia attraverso lo sguardo privilegiato di Mimmo Jodice. Roberto Koch guiderà uno tra i più geniali e importanti fotografi italiani a ripercorrere le tappe della sua carriera caratterizzata da un continuo esercizio del guardare, da una inesausta sperimentazione ispirata anche all’opera di pittori (come Carrà, de Chirico e Magritte), e dalla costante attenzione per il mondo classico. Libero di perdersi nell’orizzonte ma anche nei meandri della memoria, Jodice non ha mai smesso di scoprire, meravigliarsi di possibili bellezze e armonie inattese, di improvvisi squilibri e di magie della visione. I suoi viaggi visivi costruiscono il ritratto multiforme di un’Italia che grazie anche al suo sguardo è diventata un simbolo della bellezza universale.

27 Lina Bolzoni - Teatri della memoria tra incanto e utopia 06-09-2015
Proprio oggi, nell’età di Internet e del trionfo delle immagini, siamo in grado di capire meglio la tradizione secolare dell’arte della memoria, che raggiunge nel Rinascimento le sue espressioni più spettacolari. Come succede ad esempio nel teatro della memoria di Giulio Camillo, un personaggio eccentrico, disprezzato come ciarlatano e esaltato come uomo divino. Poeta e maestro di retorica, mago e alchimista, mistico e libertino, amico di Tiziano e di Lorenzo Lotto, Camillo insegue per tutta la vita il suo sogno: un teatro della memoria capace di contenere tutto il sapere e insieme i segreti della bellezza, una mente artificiale che lega memoria e invenzione. A secoli di distanza, nel Novecento, un sogno analogo rinasce fra emigrati negli Stati Uniti, come nel Palazzo enciclopedico di Marino Auriti, o nelle fantastiche cattedrali e città utopiche di Achilles Rizzoli, che rappresentano l’interiorità delle persone amate.

28 Giorgio Fontana, Marco Missiroli - La nostra carriera di lettori 06-09-2015
Giorgio Fontana e Marco Missiroli, tra i più talentuosi scrittori italiani della loro generazione – e grandi amici fra loro -, hanno avuto finora due carriere quasi parallele: entrambi nati nel 1981 e milanesi d’adozione, hanno esordito a metà degli anni Duemila e sono stati premiati dal Campiello (Opera prima nel 2006 per Missiroli e premio principale a Fontana nel 2014). Per la prima volta si confrontano sulle rispettive “carriere di lettori”, in un incontro nato dalla collaborazione con La Grande Invasione, festival della lettura di Ivrea. Quali sono stati i libri che hanno influenzato di più il loro percorso di scrittura? Quali gli autori che ne hanno forgiato l’immaginario? Un dialogo serrato e scoppiettante che racconta la loro formazione di uomini e di narratori.

29 Daria Galateria, Emanuele Trevi, Tiziana Lo Porto - La favola dell'aviatore 06-09-2015
Fu in un ristorante di New York, nel 1942, che Antoine de Saint-Exupéry si mise a disegnare con tratti semplici, quasi infantili, sulla tovaglia bianca, un bambino biondo. «Cos’è?», aveva chiesto Curtis Hitchcock, suo editore americano insieme a Eugene Reynal. «Un bambino che porto nel cuore», rispose Antoine. Dalle insistenze dei due editori a trasformare quell’abbozzo di disegno in una favola per bambini nacque Il Piccolo Principe, uno dei tre libri più letti al mondo: ha venduto oltre 140 milioni di copie ed è stato tradotto in più di 250 lingue, oltre ai dialetti e al Braille. In occasione della scadenza dei diritti (1 gennaio 2015) e della pubblicazione di nuove edizioni e traduzioni, Daria Galateria e Emanuele Trevi ripercorrono la storia della “più bella favola del Novecento” e del suo autore, e cercano di svelare il mistero che racchiude.

30 Chiara Montanari - Nelle terre estreme 06-09-2015
Come si declina il ruolo del capo in condizioni estreme? Come si organizza la vita quotidiana di un team di scienziati a -50°C? Partendo dalla propria esperienza di leader di una missione scientifica in Antartide, Chiara Montanari racconta come in un ambiente difficile le emergenze logistiche e quelle sanitarie siano solo alcune delle variabili che un capo deve saper gestire. Ci sono anche la lontananza da casa e dagli affetti, la disperata ricerca di un angolo di privacy, le differenze individuali e le dinamiche di una piccola comunità confinata in un deserto di ghiaccio. In un luogo in cui le risorse sono limitate e la sopravvivenza dipende dal gruppo, spetta al capo la responsabilità di gettare ponti tra le diversità e di insegnare a gestire l’incertezza, prestare la massima attenzione al cambiamento, saper cogliere le opportunità e avere fiducia reciproca.

31 James R. Flynn, Armando Massarenti - Senza alibi: un viaggio tra le grandi domande della vita 06-09-2015
Da sempre attento ai temi più accesi e controversi del dibattito pubblico, James R. Flynn, il più autorevole psicologo dell’intelligenza vivente, insieme al filosofo ed epistemologo Armando Massarenti, si interroga sulle grandi domande della vita, partendo dal dibattito sul riscaldamento globale della terra. Siamo arrivati al punto di non ritorno? Le popolazioni umane riusciranno a sopravvivere in un clima ostile? Sollecitando il pubblico a imparare a mettere in dubbio le convinzioni immobili e improduttive che ostacolano il nostro ragionare, Flynn mette in discussione l’esistenza del libero arbitrio, la possibilità di costruire una società giusta, la reale natura degli ideali umani, e lascia ciascuno libero di immaginare le proprie risposte, perché «la più importante forma di libertà di cui si possa godere è quella del pensiero».

32 Stefano Moriggi, Marco Pesatori - Il cielo stellato sopra di noi 06-09-2015
Non capita tutti giorni che un astrologo e un filosofo della scienza decidano di confrontarsi. Guardano al mondo con occhi diversi e ciascuno lo interroga con i propri strumenti. Ma quando si incontrano sotto la volta stellata, scoprono di essere entrambi alle prese con le grandi questioni che da sempre agitano l’animo umano. A partire dalle celebri quattro domande di Kant: cosa posso sapere? Cosa devo fare? Cosa mi è lecito sperare? Che cos’è l’uomo? Da Marsilio Ficino a John Cage, da Eraclito a Tzara, il più irriverente tra gli astrologi spiegherà, in un incontro- spettacolo, perché il suo mestiere è quello di “sbagliare le previsioni”. E l’intransigente epistemologo – passando da Giordano Bruno a Leopardi, da Nietzsche a Beckett – teorizzerà che senza stelle la morale si riduce a una predica.

33 Alessandro Barbero - La responsabilità dello storico. Ernst Kantorowicz: dai Freikorps al maccartismo 06-09-2015
Ernst Kantorowicz (1895-1963) è uno dei maggiori studiosi del potere nel Medioevo. Influenzato da Nietzsche, nella sua biografia dell’imperatore Federico II celebra il superuomo che trascende la sua epoca e cambia la storia del mondo. Nazionalista tedesco, volontario nella Prima guerra mondiale, nel dopoguerra si arruola nei Freikorps che soffocano nel sangue la rivoluzione bolscevica in Germania. Ma Kantorowicz è ebreo, e coll’avvento del nazismo emigra in America, dove gli viene offerta una cattedra a Berkeley. Nel 1949, ai tempi del maccartismo, l’università obbliga tutti i docenti a prestare un giuramento anticomunista: Kantorowicz è uno dei pochi a rifiutare. Il suo gesto gli costa il licenziamento e scatena una polemica che avrà vasta risonanza, aprendo la strada al ripensamento che di lì a poco metterà fine agli eccessi della caccia alle streghe.


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Edited by eos1948 - 7/8/2021, 16:08
 
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