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GIOVEDI'SCIENZA 24, Anno 2009-2010

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view post Posted on 2/12/2018, 01:46
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Le registrazioni video sono disponibili a:
www.giovediscienza.it/old/modules/s...iovediscienza24

I file MP3 convertiti dal video sono disponibili a:
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01 Enzo Boschi - Un pianeta unico 2009-11-12
La Terra è un pianeta molto particolare. Non solo perché si trova alla giusta distanza dal Sole per poter avere una temperatura adatta allo sviluppo della vita ma anche per le sue caratteristiche geologiche. È un pianeta roccioso, come Mercurio, Venere e Marte. Ma mentre questi pianeti non hanno attualmente una attività geologica evidente, la Terra è geologicamente molto vivace. Il suo strato più superficiale, la litosfera, si suddivide in una dozzina di placche principali in lento moto l’una rispetto all’altra, e la loro dinamica è all’origine delle montagne, dei vulcani, dei terremoti, delle dorsali oceaniche e altri fenomeni. Inoltre la Terra ha un’atmosfera non troppo densa, come quella di Venere, né troppo rarefatta, come quella di Marte. E abbonda di acqua liquida e sotto forma di ghiaccio o vapore. Per evitare tragedie ricorrenti, l’uomo deve però rispettare l’ambiente e conoscere e sorvegliare i meccanismi fisici che regolano l’atmosfera, gli oceani, il clima, l’attività sismica e vulcanica. Satelliti artificiali dedicati e una rete di sensori e di comunicazioni in tempo reale possono garantire un buon controllo dell’ambiente. Ma occorre uno sforzo internazionale e concorde: una sfida per il futuro.


02 Danilo Mainardi - Incontri con animali intelligenti 2009-11-19
Tutti gli animali sono intelligenti: sanno fare perfettamente ogni cosa che a loro serve per stare al mondo. In questo incontro però Dànilo Mainardi descriverà una serie di casi particolarmente significativi, illustrandoli con i suoi famosi disegni estemporanei, che con pochi tratti di pennarello colgono personalità e sfumature del comportamento animale. Sarà un viaggio alla scoperta di quel tesoro di intelligenza, ma potremmo dire anche di saggezza, che si nasconde nella natura che la nostra mente imbottita di pregiudizi, non coglie. Eppure non sono intelligenti solo gli animali intellettualmente più evoluti, come le grandi scimmie, gli elefanti e i delfini, per non parlare del cane e del gatto. Una saggezza sorprendente si manifesta anche nelle specie più primitive. Esiste infatti anche la sapienza degli istinti, diffusa in tutta la vita animale e capace di produrre comportamenti incredibilmente raffinati. Un’intelligenza sommersa, collaudata dalla selezione naturale, che assicura alle diverse specie una vita equilibrata. Salvo, purtroppo, quando interviene l’uomo, animale culturale per eccellenza, che avendo perduto quasi del tutto l’antica saggezza degli istinti, le istruzioni di base per stare al mondo, può produrre disastri a non finire. Strano animale l’uomo, e sarà appunto il confronto con le altre specie a raccontarci, e spiegarci, il perché delle sue tante peculiarità.


03 Piergiorgio Strata - I segreti di una scelta morale 2009-11-26
Nel cervello abbiamo zone dove hanno sede le emozioni e zone alla base della razionalità. Con tecniche non invasive possiamo vedere quando ciascuna di queste aree entra in funzione di fronte a decisioni che implicano scelte nel campo dell’etica. Secondo David Hume le emozioni guidano il nostro giudizio morale mentre secondo Immanuel Kant la ragione dovrebbe essere la forza trainante. Ancora oggi è diffusa l’idea che per prendere decisioni corrette sia necessario usare la sola razionalità e abbandonare le emozioni. Diversi esperimenti eseguiti sull’uomo dimostrano che senza emozioni diventiamo individui asociali. Sia le emozioni negative sia quelle positive collaborano con la razionalità nelle nostre scelte etiche. Spesso la componente emotiva domina su quella razionale portando a comportamenti che privilegiano la giustizia, l’altruismo e la cooperazione fra individui. Questi schemi mentali conferiscono all’uomo una libertà che non è incondizionata. Si tratta infatti di schemi emersi durante l’evoluzione della nostra specie di pari passo con l’aumento della complessità della struttura cerebrale e sono determinanti per la sopravvivenza.


04 Giorgio Israel, Ana Millán Gasca - John von Neumann. Conquiste e catastrofi del '900 2009-12-03
«Conoscendo Von Neumann mi sono reso conto di quale sia la differenza tra un matematico di primo livello e uno come me». Così scriveva il premio Nobel per la fisica Eugene Wigner del suo compagno di scuola a Budapest. Von Neumann non è stato soltanto una delle più brillanti menti matematiche del Novecento. Alla sua opera sono legate scoperte scientifiche e invenzioni tecnologiche che hanno mutato radicalmente il volto della nostra società e la nostra vita quotidiana, come il computer, la bomba atomica, i modelli matematici applicati in ogni campo, dalla meteorologia alle previsioni economiche all’organizzazione industriale. L’ambizione intellettuale di Von Neumann fu pari alla sua lucidità di fronte al dramma della distruzione della cultura europea che gli toccò vivere, e che rese ancora più solida la sua convinzione che la razionalità matematica dello scienziato fosse la chiave del progresso e del buon governo delle società moderne. Il ruolo di primo piano in campo politico-militare che ebbe negli anni della guerra fredda fece di lui anche un personaggio molto controverso. Per questo Von Neumann rappresenta tutti gli aspetti caratteristici della scienza del Novecento: le sue grandezze e le sue debolezze, i trionfi che hanno cambiato il volto del mondo e i problemi irrisolti.


05 Massimo Clementi - Influenza A: dobbiamo averne paura? 2009-12-10
All’inizio si è parlato di “febbre suina” perché il suo virus, di origine aviaria, ha compiuto il salto di specie verso l’uomo passando per il maiale, che per molti microrganismi è un animale-ponte nella marcia verso Homo sapiens. Oggi si parla piuttosto di Influenza A e si indica il suo virus con la sigla N1-H1. L’allarme è grande in tutto il mondo. Da quando è stato disponibile, milioni di persone considerate a rischio hanno assunto il vaccino contro l’influenza A. Si tratta di una patologia tutto sommato leggera ma molto contagiosa che, per i pazienti debilitati o con malattie croniche gravi, può produrre polmoniti, gravi difficoltà respiratorie, e anche la morte. Le popolazioni più a rischio sono quelle esposte a un frequente contatto con il pubblico (medici, infermieri, insegnanti) e le persone più giovani. Gli anziani, cioè coloro che hanno almeno 65 anni, non dovrebbero essere bersaglio del contagio in quanto già immunizzati rispetto a questo virus, che aveva già colpito negli Anni 50 del secolo scorso. Mentre la “febbre suina” sta raggiungendo in Italia la sua maggior diffusione, facciamo il punto sulla questione con l’aiuto di un illustre microbiologo.


06 Chiara Tonelli - Il giardino delle piante "biofortificate" 2009-12-17
In passato la ricerca per ottenere un miglioramento nutrizionale delle piante è stata limitata per la scarsa conoscenza dei complessi sistemi metabolici delle piante. Oggi le conoscenze che derivano dalla lettura del DNA, hanno permesso lo studio simultaneo dell’espressione di migliaia di geni, incrementando la comprensione del metabolismo delle piante, aprendo la possibilità di migliorare il contenuto nutrizionale dei principali alimenti. Nelle aree povere del pianeta, le popolazioni soffrono di malnutrizione dovuta alla carenza di micronutrienti essenziali. La “biofortificazione” è una strategia che grazie alla genetica, aumenta il contenuto di micronutrienti come ferro, zinco, vitamine e aminoacidi essenziali nelle piante. Nei paesi ricchi assistiamo invece a una crescente diffusione di malattie croniche legate all’eccesso di alimentazione: obesità, ipertensione e diabete. Recenti studi suggeriscono che un regolare consumo di cibi ricchi di antiossidanti come flavonoidi e antociani abbassa i rischi di malattie croniche degenerative. Ora si può aumentare il livello di queste sostanze in molti alimenti. Abbiamo ottenuto un mais blu e un pomodoro viola che sono particolarmente ricchi di antociani: si tratta di esempi di alimenti funzionali, con effetti di prevenzione importanti per promuovere la salute, visto anche gli alti costi della medicina curativa.


07 Elena Cattaneo - Cellule staminali, battaglia su due fronti 2010-01-14
Le cellule staminali proliferano nel nostro organismo, provvedendo, per esempio, a rinnovare le cellule del sangue o della pelle. Oltre a queste staminali, che definiamo adulte, esistono le cellule staminali embrionali (ES), che possono essere estratte e moltiplicate in laboratorio. La ricerca è interessata a capire i segreti della loro capacità di dare origine agli oltre 200 tipi di cellule specializzate che compongono l'organismo. Una ES umana può trasformarsi in neuroni o cellule del cuore come nessun’altra staminale sa fare. Con esse si spera di scoprire come si formano i nostri tessuti e come si ammalano, o come un gene mutato può restare silente per molti anni e poi sfociare in una malattia neurodegenerativa, come la Còrea di Huntington. Dieci anni di ricerca sulle cellule ES umane hanno prodotto una terza staminale dai tratti sorprendenti, che prende il nome di cellula iPS (da cellula staminale pluripotente indotta). Dobbiamo ancora capire se le cellule iPS sono davvero uguali alle cellule ES: si aprono comunque prospettive inimmaginabili fino a pochi anni fa. Questo è il fronte della ricerca. Ma c’è anche un altro fronte. Esistono posizioni contrarie alle ricerche sulle cellule ES umane che nascono da considerazioni morali, filosofiche e religiose diverse sull'embrione e che considerano diversamente l’impegno e l'obbligo morale di lavorare per conoscere e per ridurre le sofferenze umane. Il secondo fronte della battaglia sulle cellule staminali coinvolge politica, religione, le diverse posizioni morali. Ma può pure trasformarsi in un terreno sul quale la ricerca fiorisce: non dovrebbe essere impossibile, se esiste un Dio che cresce anche nella tensione etica di coloro che si adoperano per sapere e per aumentare la speranza. “E io – dice Elena Cattaneo – faccio fatica a immaginare un Dio diverso”.


08 Paolo Legrenzi - Creativi si nasce o si diventa 2010-01-21
Si può imparare ad essere creativi o si può almeno migliorare la capacità di avere idee nuove ed originali? Per rispondere a questa domanda bisogna chiarirsi le idee su che cosa è la creatività e se sia possibile apprenderla. Dai primi studi negli anni Venti del secolo scorso dello psicologo gestaltista Kohler, la creatività, nella vita quotidiana e nel lavoro di singoli scienziati, appare come qualcosa d’improvviso, uno sprazzo repentino di cui non è nota l’origine. Il leggendario ”Eureka!” (“Ho trovato!”) di Archimede testimonia questo stato di cose mentale. Studi successivi hanno mostrato che la creatività può venire educata, anche se non è possibile insegnare la capacità di per sé ad essere creativi; piuttosto è possibile insegnare la capacità di essere creativi in uno specifico dominio di problemi. Se si passa dalla nozione della creatività individuale a quella dell’innovazione, che in genere è l’esito di un’opera collettiva, le cose cambiano. Alcune organizzazioni, di cui conosciamo le caratteristiche, sono più innovative di altre. Possiamo quindi studiare come realizzare le stesse caratteristiche in organizzazioni che non le hanno ancora acquisite.


09 Paolo Jarre - I drogati del gioco d'azzardo 2010-01-28
Ogni giorno, ad ogni ora, milioni di italiani si sottopongono volontariamente (e spesso allegramente) ad una tassa del tutto particolare; investono piccole o grandi somme di denaro in uno dei numerosi giochi d’azzardo che lo Stato – attraverso un esercito di concessionarie – propone. È tutto un grattare, muover leve, sceglier pacchi, dare i numeri… La somma totale è impressionante e in costante crescita; nel 2009 in Italia si sono spesi oltre 50 miliardi di € (100.000 miliardi delle vecchie lire) ufficiali (oltre a quelli, di ammontare ignoto, nei giochi illegali) e solo poco più di un terzo è stato restituito a una ristrettissima platea sotto forma di vincita. La spiegazione di questo incredibile successo non sta nella probabilità di diventare ricchi; per uno che lo diventa (e non è detto che sia una fortuna) c’è almeno un milione di persone che diventano più povere. Moltissime perdono un po’, parecchie abbastanza e alcune perdono moltissimo o tutto. E queste ultime sono sicuramente più numerose di quelle che vincono. La spiegazione sta nel fatto che il gioco d’azzardo nel nostro cervello funziona esattamente come una droga, come l’alcol o la nicotina; “sequestra” i circuiti cerebrali preposti al piacere e determina una fortissima dipendenza psicologica. Purtroppo c’è ancora scarsa consapevolezza dell’impatto sociale e sanitario del fenomeno. Anche chi ci governa si preoccupa solo di incassare e di sottrarre all’illegalità quote crescenti di mercato; ciò è giusto, ma assolutamente non esercitando la pressione al gioco cui siamo tutti sottoposti in ogni momento, in ogni luogo, compresi quelli virtuali.


10 Elsa Fornero - Invecchiamento demografico, risparmio e crescita economica 2010-02-04
È difficile, in tempi di crisi, spostare lo sguardo dalle questioni contingenti a quelle di più lungo periodo. Eppure è soltanto nella prospettiva di lungo periodo che si recuperano le ragioni della crescita. Ovunque nel mondo, lo scenario di lungo termine è dominato dall’invecchiamento della popolazione, un indiscutibile segno di progresso ma anche un mutamento fonte di preoccupazione, al quale sono legate ineludibili questioni sociali. Come può la società affrontare collettivamente il tema del trasferimento di risorse a favore di una quota crescente di popolazione anziana (che tendenzialmente consuma) senza danneggiare quella giovane e precluderne l’investimento in capitale umano? Si possono disegnare scenari “virtuosi”, oppure ci si deve rassegnare a quelli perversi nei quali l’invecchiamento riduce innovazione, produttività e risparmio e, per conseguenza, condanna la società a un più modesto sviluppo? Che ruolo hanno le politiche atte a favorire il risparmio in una società che invecchia? Come cambiano i rapporti tra le generazioni, e in particolare come evolve il sistema previdenziale, uno degli strumenti principale per lo scambio intergenerazionale?


11 Alessandro Barbero - Le crisi del trecento e del duemila 2010-02-11
C’è un singolare parallelismo tra il Trecento, un secolo del tardo Medioevo, e il nuovo secolo supertecnologico appena iniziato. Entrambi sono caratterizzati da laceranti crisi economiche (allora carestie, oggi tracolli finanziari), conflitti militari (già allora talvolta dovuti allo scontro tra cristianità e islamismo) ed epidemie (si pensi alla peste del 1348 che offrì al Boccaccio lo spunto per scrivere il Decamerone e agli allarmi per la malattia di “mucca pazza”, l’Aids, l’influenza aviaria, la febbre suina). Uno storico medievalista con grandi capacità divulgative ci guiderà alla scoperta di analogie e differenze tra due epoche separate da un abisso di sette secoli.


12 Luca Mercalli - Dalla piccola era glaciale al riscaldamento globale 2010-02-18
Dalla fine del Seicento all’inizio dell’Ottocento la temperatura globale della Terra si abbassò di circa un grado. Poco, in apparenza, ma quanto basta perché il Tamigi gelasse regolarmente e si potessero svolgere sulla sua superficie ghiacciata le Fiere del Gelo”. Quel periodo è chiamato “Piccola Era Glaciale”. Nell’ultimo secolo, invece, la temperatura del nostro pianeta ha mostrato una tendenza al rialzo, specialmente nell’ultimo ventennio, durante il quale si collocano molti degli anni più caldi mai registrati dalla Piccola Era Glaciale in poi. La connessione tra questo cambiamento del clima e l’effetto serra aggiunto dalle attività umane a quello naturale è ormai ammessa dalla maggioranza degli scienziati. Con Luca Mercalli, che ha ricostruito il clima di Torino negli ultimi tre secoli, vedremo come il fenomeno planetario sia rilevabile anche dal nostro osservatorio locale.


13 Fabio Neri - Un futuro molto brillante 2010-02-25
Le fibre ottiche sono un ingrediente fondamentale delle moderne reti di telecomunicazioni e in particolare di Internet: per questo al loro “padre” Charles Kao, nato a Shanghai nel 1933, è stato assegnato il premio Nobel per la fisica 2009. Ma come fa un tubicino di vetro dello spessore di un capello a trasportare a centinaia di chilometri di distanza miliardi di bit al secondo? E perché dovremmo voler far stare in una fibra ottica tutte le telefonate che vengono generate da una grande città? Nel rispondere a queste domande vedremo come e perché le fibre ottiche e le tecnologie fotoniche hanno trovato applicazione nelle reti di telecomunicazioni. Partiremo da che cosa è una fibra ottica, quali sono le sue proprietà, come la propagazione della luce in una fibra può essere utilizzata per trasportare grandi volumi di informazione a grandi distanze, confrontando le fibre ottiche con mezzi più antichi, come i cavi telefonici o i canali radio. Poi si entrerà più in dettaglio sui sistemi di trasmissione in fibra ottica, illustrando il funzionamento dei più diffusi componenti ottici, e descrivendo alcuni esempi di reti basate sulle fibre ottiche: dai cavi sottomarini, alla nuova dorsale di rete regionale piemontese, alle grandi reti intercontinentali utilizzate per esperimenti scientifici su scala planetaria, ma anche per la produzione assistita dal calcolatore di filmati in alta definizione. Scopriremo infine le potenzialità della fotonica oltre la trasmissione, e in particolare nel mondo della commutazione, auspicando per le reti di telecomunicazioni un futuro più ecosostenibile e più “luminoso”.


Le registrazioni video sono disponibili a:
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I file MP3 convertiti dal video sono disponibili a:
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Edited by Elrond_55 - 2/12/2018, 12:35
 
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