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GANGE: I MILLE NOMI DELL'ANIMA, RSI Rete Due - di Gigi Donelli e Clara Caverzasio

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view post Posted on 6/4/2014, 23:47
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Gange, i mille nomi dell'anima


Il grande fiume sacro, anima dell’induismo, si declina nei miti al femminile, come fiume celeste, cosmico, che ai tempi scorreva dove sciama la via Lattea. Fu il re Bagirath, praticando un’ascesi estrema (in piedi su una gamba per diversi secoli) a ottenere la discesa sulla terra della Dea Ganga per purificare le ceneri di sessantamila figli del suo antenato Sagar (oceano) carbonizzati dallo sguardo iroso di un ‘altro asceta. La Ganga, maestosa, scende dalla volta celeste, ma per evitare che il suo impeto distrugga la terra, la sua caduta verrà frenata dalla folta chioma di Shiva, la grande divinità, totalmente paradossale, la più celebrata, quella che racchiude nei suoi contrasti molti dei misteri della cultura e dell’immaginario indiani: legata alla distruzione e alla morte, ma anche alla danza, alla sessualità e all’ascesi . Le rive del Gange sono disseminate, nei suoi 2500 chilometri di lunghezza, di innumerevoli misteri e di tante città sacre hindu. Ma in realtà, tutte le acque che scorrono in India portano la loro parte di sacralità, poiché considerate rivoli della Ganga celeste.


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Himalayan Tsunami, rabbia alle sorgenti del Gange


Il viaggio lungo il grande fiume sacro dell’India inizia con la ricerca delle sue sorgenti, tra le montagne himalayane del distretto di Uttarkashi, regione del Uttarakhand, ai piedi del grande ghiacciaio di Gangotri. Secondo la tradizione la dea madre Ganga scaturisce per intercessione divina direttamente dalla Via Lattea, e solo l’intercessione fisica del dio Shiva impedisce che la sua forza poderosa possa devastare la terra. Quest’anno però, su migliaia di pellegrini impegnati nel sacro circuito del Char Dam (i 4 templi), la furia del fiume si è scatenata con una violenza senza precedenti. L’effetto combinato di un monsone arrivato con largo anticipo, e delle correnti a getto che ne hanno accresciuto l’energia distruttiva, ha prodotto quello che i media indiani hanno ribattezzato “l’Himalayan Tsunami”.


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Il vecchio della montagna la battaglia infinita di Sunderlal


Sunderlal Bahuguna è un signore di 87 anni, un vero e proprio simbolo della battaglia ambientalista che da decenni la popolazione del distretto montano del Theri Garhwal combatte contro lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Dopo aver cercato per trent’anni di impedire la costruzione della grande diga di Theri, completata sull’alto corso del Gange nel 2006, oggi l’anziano signore vive proprio di fronte al manufatto che ha tanto combattuto. Con la mente lucida e la battuta sempre pronta, Sunderlal ci spiega che la sola economia giusta è quella sostenibile, soprattutto – dice – “per la gente delle sue montagne, che oggi più che mai si trova esposta ai rischi combinati della deforestazione e dell’erosione del suolo”.


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Haridwar e la confraternita della sacra sponda

Har Ki Pairi, il celebre ghat di Haridwar, è uno dei luoghi più sacri del firmamento induista. Ogni sera al tramonto una grande folla arriva da ogni parte dell’India per assistere alla cerimonia sacra dell’aarti, la cerimonia del fuoco. L’intera città, che sorge nel punto esatto in cui il Gange lascia le montagne ed entra nella grande pianura è una meta di grandi pellegrinaggi e grazie alla sua posizione strategica si avvantaggia di un vivace turismo religioso che ogni giorno anima il grande mercato di Moti. Haridwar è anche il punto in cui ha inizio l’Upper Gange Canal, un sistema di canali realizzato dagli inglesi nella seconda metà dell’800 che ha permesso alla pianura del Doab di diventare una delle regioni più fertili dell’intera nazione.


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Lucknow e Kanpur, quando l’India corre al ritmo del Gange

Lucknow, capitale dello stato indiano dell’Uttar Pradesh, una capitale moderna di uno stato di oltre 200 milioni di persone. Una città che con la vicina Kanpur - conosciuta come la Manchester dell’India per il suo ruolo di centro di produzione manifatturiera - costituisce uno dei maggiori poli industriali del paese, ed è anche tra le maggiori fonti del gravissimo inquinamento che affligge il sacro fiume. In questa puntata tocchiamo con mano le contraddizioni dello sviluppo della nazione indiana, in una terra che nell’800 ha visto affermarsi i primi movimenti politici anti inglesi, e dove oggi domina la business-India che sogna una crescita economica impetuosa da modello cinese.


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Allahabad, terra del Khumb Mela e della dinastia Gandhi

Ad Allahabad siamo a metà del viaggio del Gange tra le montagne e l’Oceano indiano. La città – quasi 2 milioni di abitanti - è conosciuta anche come Prayag, confluenza, poiché qui Il Gange accoglie le acque della Yamuna (e del mitico Saraswati) e riprende con più forza il suo viaggio verso il mare. Considerata la seconda più antica città dell’India, Allahabad gioca un ruolo di grande importanza nelle sacre scritture dell’induismo ed è il teatro naturale del Khumb Mela, il più grande raduno sacro del mondo. Molto meno numerosa ma comunque importante è invece la folla che ogni anno si riunisce in città per la Indira Marathon, la corsa che celebra la memoria di Indira Gandhi e della famiglia Nehru-Gandhi, i Kennedy d’India che tra grandi affermazioni e tragedie hanno segnato tutti i momenti della la storia dell’India indipendente.


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Varanasi, la città di Shiva e della morte

Si chiamava Benares, ora il suo nome ufficiale è Varanasi. La città santa per antonomasia dell’India. Sul Gange con i suoi ghat le scalinate che degradano sul fiume, Varanasi promana un mistero senza pari. È la città dove molti Hindu si recano per il loro ultimo viaggio, quello verso la cremazione sulle pire, in riva al Gange, tra passanti, curiosi, commercianti, mucche, cani. È la città dove si possono incontrare centinaia di sadhu gli asceti seguaci del Dio Shiva, il più venerato, il Dio della distruzione, della morte. Ma la morte nell’ottica induista è anche rinascita, tappa nel ciclo della vita e della morte che porta al moksha, la liberazione finale dalle sofferenze terrene.


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Bihar, terra di Buddha e del delfino del Gange

Il nostro viaggio attraversa per 550 km una delle zone più povere e arretrate del paese, lo stato del Bihar. Con i reportage di Gigi Donelli scopriremo anche cosa resta del buddismo e del suo retaggio, la grande religione che nella sua terra natia, l’India, conta oramai pochi seguaci. La tappa attraversa dunque la terra dell’illuminato, ma tocca anche la dura realtà del sottosviluppo, dove persino il combustibile per cucinare diventa un bene inaccessibile. A Patna, antica capitale del grande re Ashoka, incontriamo l’uomo che da trent’anni studia il misterioso delfino cieco del Gange, un cetaceo che grazie al lavoro del prof. Sinha è ormai diventato il simbolo della battaglia per la tutela dell’ecosistema fluviale.


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Kolkata: le donne, gli slum e la nuova India

Kolkata (Calcutta), capitale del Bengala Occidentale trae il suo nome da una delle più note e temibili divinità induiste: la Dea Kali. Calcutta è una città che vive sui miti, sulla religione, ma è anche terra di cultura, di incontro di popoli diversi, dall’occidente ex-coloniale alle diverse etnie e entità linguistiche che vivono nel paese .Nella tappa si parlerà della povertà persistente (Calcutta conta circa 6000 slums, le baraccopoli) con un reportage di Roberto Antonini tra i diseredati, della questione femminile, in un paese in cui le donne continuano ad essere pesantemente discriminate. E delle nuove forme artistiche in un paese molto legato alla tradizione e alla conservazione.


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Sundarbands il mondo nuovo: il Gange nel delta del mondo

Kolkata significa verosimilmente “la terra di Kali”. La Dea grondante di sangue, con una collana di teschi al collo, è venerata qui come in nessun altro posto in India. Come spiegare questo culto popolarissimo con le sue feste e i suoi pellegrinaggi?
L’ultima tappa del nostro viaggio lungo il fiume sacro dell’India, ci conduce poi naturalmente nel Golfo del Bengala, a 3 ore di macchina e traghetto da Calcutta, dove le acque limacciose della “Ganga” si mescolano all’acque salata dell’Oceano. E dove ogni anno si celebra una delle maggiori feste religiose del paese, il Gangasar. Perché, racconta la leggenda, fu grazie a un’invocazione avvenuta qui che la dea Ganga si decise a scendere dalla via lattea e a confluire, attraverso i capelli di Shiva, nelle valli dell’Himalaya per poi attraversare il nord del paese.

Fonte

Link alle 27 puntate:

https://mega.co.nz/#F!CYhRVS7a!Upa...iL-FGPe_zJIsxrQ


Edited by papero62 - 7/4/2014, 08:03
 
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view post Posted on 8/4/2014, 11:23

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E' una bellissima serie, imperdibile per chi ama l'India...
 
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1 replies since 6/4/2014, 23:47   217 views
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