2008
Energie dai rifiuti? Energie dai rifiuti? Martedì 18 Novembre 2008 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Stefano Consonni e Giovanna Finzi; coordina Giancarlo Sturloni L'aumento dei consumi e il diffondersi dell' "usa e getta" hanno prodotto un incremento progressivo dei materiali di scarto, che necessitano di essere in qualche modo trattati. In Italia, la produzione annua di rifiuti urbani è di circa 32 milioni e mezzo di tonnellate. In altre parole, ogni cittadino italiano produce mediamente oltre 1 chilo e mezzo di rifiuti al giorno, corrispondenti a circa 550 chili l'anno (dati APAT). A questi si aggiungono poi i residui industriali e quelli agricoli. Sebbene le migliori strategie di gestione siano, nell'ordine, la limitazione, il riutilizzo e il riciclo degli scarti, la soluzione più adottata per affrontare l'accumulo di rifiuti rimane il conferimento in discarica o in impianti di incenerimento. Attualmente molti inceneritori sono dotati di sistemi per il recupero di buona parte dell'energia sviluppata sotto forma di calore, che viene impiegata per produrre vapore. Devono essere tuttavia considerati i rischi associati ai residui della combustione, con i relativi problemi di gestione e di collocazione degli impianti.
Data di registrazione: 2008-11-18
http://www.mediafire.com/?vqdipvrd2vst79fCome la scienza descrive i fenomeni Come la scienza descrive i fenomeni GIOVEDÌ 16 OTTOBRE 2008 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Giuseppe O. Longo e Alessandro Marani; coordina Luca Sciortino La scienza e la tecnologia ormai fanno parte della nostra realtà quotidiana, al punto che l'aggettivo "scientifico" viene spesso usato impropriamente e che quasi nessuno si chiede più in che cosa il sapere scientifico differisca da altri tipi di conoscenza. La scienza indaga sui fenomeni, eventi complessi che riguardano sempre e comunque la realtà materiale. La descrizione dei fenomeni è in sostanza descrizione di relazioni tra oggetti e variabili diverse, per cui può essere efficacemente realizzata in termini matematici. Mentre fenomeni semplici possono essere compiutamente descritti da equazioni semplici, fenomeni molto complessi, nei quali l'effetto di molte variabili è ancora poco conosciuto o del tutto ignoto, non possono essere descritti compiutamente nello stesso modo. Allora, in base alle conoscenze disponibili su un dato fenomeno, si costruiscono diversi modelli matematici e si verifica quale modello si adatti meglio ai dati disponibili, ottenuti dalle osservazioni o dalle sperimentazioni. Un buon modello, così ottenuto, consente una rappresentazione provvisoria del fenomeno. Nuovi dati, ottenuti da ulteriori osservazioni o sperimentazioni, portano a modificazioni del modello e talora alla sua sostituzione con altri più idonei. Grazie ai modelli matematici ed all'uso di potenti strumenti di calcolo, oggi gli scienziati esplorano settori un tempo ritenuti preclusi alla conoscenza umana.
Data di registrazione: 2008-10-16
http://www.mediafire.com/?xws3gfbaiyazcmrCocaina Cocaina MERCOLEDÌ 9 APRILE 2008 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Vittorino Andreoli e Giovanni Berlucchi; coordina Rossella Panarese La cocaina, che si ottiene dalle foglie di Erythroxylum coca, è probabilmente la droga più diffusa nella nostra società (nel Veneto quotidianamente passano dagli spacciatori ai consumatori oltre 5.000 dosi), ma non ha finora suscitato forte allarme sociale perché è opinione corrente che non sia dannosa per la salute. Al contrario, molti sono i rischi dovuti agli effetti collaterali (trombosi, infarto e danni cardio-vascolari permanenti) oltre ad effetti a lungo termine, quali danni al sistema immunitario, impotenza e depressione, fino a vere e proprie psicosi. La crescente diffusione dell'abuso di cocaina sta creando una nuova figura di tossicodipendente difficile da gestire, sia perché i farmaci per la disintossicazione degli eroinomani sono inefficaci con i cocainomani, sia perché questi non ritengono di essere tossicodipendenti.
Data di registrazione: 2008-04-09
http://www.mediafire.com/?nhf9nc9j41727bhLe basi biologiche del linguaggio Le basi biologiche del linguaggio MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO 2008 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Alfonso Caramazza e Leonardo Fogassi; coordina Elisabetta Tola Il linguaggio parlato non è una singola facoltà, ma è il risultato dell'integrazione ed interazione di numerose capacità, che ci consentono di parlare e di comprendere ciò che dicono gli altri. Dagli studi sull'apprendimento del linguaggio nei bambini e dagli studi comparativi effettuati sui primati non umani si è arrivati ad ipotizzare che circa 200.000-300.000 anni fa, in coincidenza con l'aumento di dimensioni del lobo temporale, sia comparso un sistema semantico-lessicale, che fu presente in diversi ominidi. Molto più tardi, forse 50.000 anni fa, sarebbe comparso un sistema grammaticale, che potrebbe essere stato esclusivo di Homo sapiens. Le forme grammaticali permettono di rappresentare azioni; esse dipendono dalla cosiddetta Area di Broca e dai circuiti cerebrali ad essa collegati, ma sono anche in relazione con la capacità di compiere rapidamente la serie di movimenti oro-facciali necessari per articolare le parole. La ricerca attuale cerca di chiarire questa intricatissima serie di relazioni utilizzando metodologie molto diverse, dalla genetica molecolare alla neurofisiologia, allo studio delle diverse patologie del linguaggio.
Data di registrazione: 2008-02-20
http://www.mediafire.com/?5vwppn5jwd8m0j22009
Natura e geodinamica del Mediterraneo Natura e geodinamica del Mediterraneo mercoledì 9 dicembre 2009 Venezia Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti ore 17:30 Intervengono Giorgio Vittorio Dal Piaz e Giuliano F. Panza; coordina Giancarlo Sturloni Osservare le forme, analizzare la composizione e registrare i movimenti della litosfera terrestre consentono, con l'ausilio delle moderne tecnologie, una conoscenza approfondita del territorio e la formulazione di ipotesi sulla sua evoluzione geologica. Il Mediterraneo ha una storia di oltre 200 milioni di anni: è il residuo dell'oceano mesozoico della Tetide, progressivamente ristrettosi fino alla collisione tra il continente africano e quello europeo, causando la genesi delle catene perimediterranee, e poi in parte riaperto. Continui mutamenti sono ancora in atto, in parte graduali e in parte improvvisi, a volte con effetti catastrofici. Terremoti, maremoti, eruzioni, frane e smottamenti non si possono evitare, né ad oggi è possibile prevederli con precisione. L'irregolarità spaziale e temporale con cui tali eventi si succedono contribuiscono alla riduzione della consapevolezza del rischio e, di conseguenza, all'esiguità delle risorse dedicate alla sua mitigazione, anche se disponiamo di sufficienti informazioni per formulare scenari attendibili e di strumenti adeguati per poter fronteggiare le calamità ambientali.
Data di registrazione: 2009-12-09
http://www.mediafire.com/?xdyvyafshwhco6bH1N1 2009: una nuova pandemia H1N1 2009: una nuova pandemia MERCOLEDÌ 11 NOVEMBRE 2009 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Donato Greco e Maria Cristina Parolin; coordina Marco Cattaneo A partire dal marzo 2009 il Messico è stato colpito da numerosi casi di sindrome influenzale, causati da un nuovo sottotipo virale A/H1N1. Di lì a poco il contagio interessava anche gli Stati Uniti e dopo un mese si registravano episodi isolati anche oltre oceano. Da metà aprile 2009 l'OMS, i ministeri della salute e le autorità sanitarie di diversi Paesi stanno affrontando un'epidemia influenzale la cui diffusione è andata progredendo così rapidamente che a fine settembre già si contano centinaia di migliaia di casi sparsi in tutto il mondo. Come ha avuto origine questo virus e perché si è propagato tanto velocemente da far scattare l'allarme pandemia?
Data di registrazione: 2009-11-11
http://www.mediafire.com/?827dgpwlpe7mgsgPrime popolazioni umane dell'Europa Prime popolazioni umane dell'Europa GIOVEDÌ 7 MAGGIO 2009 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Guido Barbujani e Giorgio Manzi; coordina Giovanni Carrada La paleoantropologia ci indica che il genere Homo comparve in Africa prima di 2 milioni di anni fa e si diffuse successivamente in Eurasia, benché dotato di uno sviluppo celebrale e di abilità manuali ancora limitati. I più antichi fossili extra-africani finora rinvenuti sembrano testimoniare che la diffusione si sia diretta prima verso Oriente, raggiungendo il Caucaso e il Sud Est asiatico, mentre solo in un secondo momento un flusso migratorio si sarebbe diretto in Europa. Recentemente in Spagna è stata rinvenuta una mandibola con caratteristiche piuttosto arcaiche e una datazione che solo pochi anni fa sarebbe risultata sorprendente: 1,2 milioni di anni. E' stata assegnata alla specie, denominata Homo antecessor (uomo esploratore), che potrebbe rappresentare l'ultimo antenato comune prima della divergenza fra Homo neanderthalensis e Homo sapiens. L'uomo anatomicamente moderno compare in Africa molto tempo dopo, circa 200 mila anni fa, per poi migrare e colonizzare nell'arco di poche decine di migliaia di anni l'intero pianeta. Nel corso della loro diffusione, i primi Homo sapiens trovarono l'Europa popolata dai Neanderthal, che nel frattempo si erano evoluti proprio sul territorio europeo, e si sostituirono progressivamente ad essi, fino alla loro completa estinzione: sembra dunque che le due specie, benché abbiano convissuto per diverse migliaia di anni, non si mescolarono mai sul piano genetico. Lo studio del genoma dimostra che la diversità umana, cioè l'insieme delle differenze nel DNA della nostra specie, è molto inferiore che nei nostri parenti più prossimi, le grandi scimmie, come ci si aspetterebbe appunto da una specie giovane e mobile come la nostra. Come individui siamo tutti differenti, ma oltre metà delle varianti del nostro DNA sono cosmopolite, cioè presenti in tutti i continenti, e ogni popolazione umana contiene, in media, l'85% della variabilità globale della specie. Gli studi recenti del genoma hanno demolito l'idea, che a lungo ha dominato l'antropologia, secondo cui a continenti diversi corrisponderebbero gruppi umani biologicamente differenziati.
Data di registrazione: 2009-05-07
http://www.mediafire.com/?4qwj97w7ys9urr0Nuove forme di vita? Nuove forme di vita? MARTEDÌ 17 FEBBRAIO 2009 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Gian Antonio Danieli e Giuseppe Galletta; coordina Elisabetta Tola Benché non esista ancora una soddisfacente definizione scientifica del concetto di vita, negli ultimi decenni enormi sono stati i progressi delle conoscenze in ambito biologico, in particolare sui costituenti materiali degli organismi conosciuti e sul loro ruolo a livello biochimico e genetico. Si sono così riproposti all'attenzione degli scienziati i problemi della possibile origine a-biologica della vita sulla Terra, della possibile esistenza di forme di vita al di fuori del nostro pianeta e, da ultimo, della possibile costruzione artificiale di microrganismi a partire da costituenti biochimici prodotti per sintesi. I sistemi viventi sono robusti, flessibili, capaci - entro certi limiti - di affrontare variazioni delle caratteristiche chimiche, fisiche o biologiche del loro ambiente, mediante riorganizzazione della loro struttura morfo-funzionale. Come possiamo imparare a costruire sistemi che abbiano caratteristiche simili a quelli viventi? L'idea è di provare a riprodurre in vitro (e perciò artificialmente) i meccanismi fondamentali delle cellule. Diversi laboratori, sparsi in tutto il mondo, sono impegnati in questo tipo di ricerche. Molte sono le applicazioni che fin da ora appaiono interessanti: colonie di cellule artificiali potrebbero funzionare come minuscoli e versatili "processori", in grado di elaborare informazioni provenienti dal loro ambiente e produrre risposte chimiche mirate al raggiungimento di obiettivi predeterminati. Nano-dispositivi potrebbero essere incapsulati in cellule artificiali e servire sia come "fabbriche di molecole" sia come "veicoli" per il trasporto e il rilascio mirato di sostanze, ad esempio farmaci. L'Astrobiologia (o Esobiologia, intendendo questi termini lo studio delle possibili forme di vita esistenti o esistite al di fuori del pianeta Terra), oltre a cercare di accertare la presenza di acqua e di molecole organiche pre-biotiche nello spazio extraterrestre, tenta da un lato a riprodurre in laboratorio le transizioni che portano alla formazione di molecole organiche complesse (precursori di stati di auto-organizzazione, che precedono a loro volta il raggiungimento di funzioni come il sostentamento e la riproduzione), dall'alto a studiare il comportamento di campioni di suolo, sostanze chimiche e colture batteriche, in condizioni sperimentali che simulano sistemi ambientali extraterrestri, ad esempio quello di Marte.
Data di registrazione: 2009-02-17
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L'acquaL'acqua Mercoledì 24 Novembre 2010 - Venezia - Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Intervengono Lorenzo Altissimo e Marco Marani; coordina Marco Motta Quando parliamo di acqua spesso non percepiamo la complessità del ciclo idrologico né siamo consapevoli dei problemi di disponibilità relativi all'utilizzo da parte dell'uomo. D'altro canto, quella che definiamo "acqua potabile" deve presentare una serie di caratteristiche chimiche e biologiche, di cui poco sappiamo, atte a garantirne la salubrità ai fini del consumo alimentare. Quali sono queste caratteristiche? Quali sono i processi naturali e artificiali da cui si genera acqua potabile? A quanto ammontano le attuali riserve e qual è la loro distribuzione sul territorio? E' una risorsa che possiamo considerare realmente rinnovabile in ragione del consumo che ne facciamo?
Data di registrazione: 2010-11-24
http://www.mediafire.com/?8x9ccuwv96ccq7oEffetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversitàEffetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità GIOVEDÌ 21 OTTOBRE 2010 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Renato Gerdol e Patrizia Torricelli; coordina Gian Antonio Danieli Da sempre il clima condiziona la vita sulla Terra e viceversa, talvolta con grandi sconvolgimenti. Ma negli ultimi tempi sta accadendo qualcosa di completamente nuovo: una specie che si definisce «intelligente» sta consapevolmente alterando l'ambiente e le condizioni di vita sul pianeta, e in modo così incisivo da mettere a rischio la sua stessa esistenza. I cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, dallo scioglimento dei ghiacci, alla desertificazione, all'incremento di tempeste e alluvioni, sono accelerati dalle attività umane (deforestazione, cementificazione, sfruttamento intensivo delle risorse, inquinamento,...) che già gravano sugli ecosistemi, rendendoli particolarmente vulnerabili. La biodiversità risponde ai cambiamenti del clima con variazioni nella stagionalità dei fenomeni (ad esempio di fioriture e migrazioni), nella distribuzione delle specie e nella composizione delle comunità. Questo produce perdite di sincronismo, riduzioni nelle varietà di specie, alterazioni nella composizione e nelle funzioni degli ecosistemi. Ma che cos'è esattamente la biodiversità e che importanza riveste? La sua salvaguardia è un problema puramente etico o ha riscontri pratici? Incide in qualche modo sulla sopravvivenza del genere umano? E ancora: possiamo fare qualcosa per tutelarla? Iniziativa organizzata in collaborazione con il Comune di Venezia - Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio, per celebrare l'Anno Internazionale della Biodiversità, proclamato dalle Nazioni Unite.
Data di registrazione: 2010-10-21
http://www.mediafire.com/?6qujud30qkdk63qDiete e integratori alimentari Diete e integratori alimentari MARTEDÌ 27 APRILE 2010 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Carlo Cannella e Paolo Spinella; coordina Marco Motta Alimentazione e nutrizione non sono sinonimi: il primo termine indica infatti l'assunzione di cibo ed acqua, mentre il secondo indica l'assimilazione dei nutrienti (proteine, vitamine, carboidrati, sali minerali ed acqua) necessari all'organismo per mantenersi in salute nello svolgimento delle funzioni quotidiane. Il concetto di dieta indica invece un particolare regime alimentare il quale, per garantire un corretto apporto nutritivo, dovrà conformarsi alle specificità dell'individuo (ad esempio dovrà tenere conto delle caratteristiche del soggetto - sesso, età, corporatura... - e del suo stile di vita), oltre che di eventuali malattie o disfunzioni metaboliche. Poiché i cibi differiscono per le loro proprietà, non è la quantità ma sono piuttosto la qualità e la varietà degli alimenti che consentono di procurare tutte le sostanze necessarie all'organismo. Laddove, per diverse ragioni, gli alimenti che si assumono non siano in grado di soddisfare il fabbisogno nutrizionale, è opportuno ricorrere ad integratori alimentari. Cosa si intende allora per "dieta equilibrata"? E quali sono le regole fondamentali per nutrirsi in modo salutare?
Data di registrazione: 2010-04-27
http://www.mediafire.com/?7pyelefklw6xsc5LHC: fasi e obiettivi della sperimentazione LHC: fasi e obiettivi della sperimentazione Giovedì 4 Marzo 2010 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti Intervengono Umberto Dosselli e Gian Francesco Giudice; coordina Nico Pitrelli Il Large Hadron Collider è il più grande e potente acceleratore di particelle al mondo finora costruito. È collocato all'interno di un tunnel sotterraneo a forma di anello, che percorre un circuito di 27 chilometri a circa 100 metri di profondità, in un territorio compreso tra Francia e Svizzera. Un assemblato di dispositivi ad alta tecnologia, in grado di riprodurre condizioni limite, consente di generare fasci di particelle ad alta velocità, che vengono proiettate all'interno dell'anello in direzioni opposte, e di regolarne le traiettorie al fine di farle collidere. Riparati i danni subiti poco dopo l'avvio e risolti gli inconvenienti verificatisi a seguito della ripresa, la sperimentazione sembra ora procedere in modo spedito. Quali sono gli obiettivi che si prefigge? Oltre a importanti riscontri sul piano della fisica teorica, quali risvolti pratici potranno seguire dai dati raccolti?
Data di registrazione: 2010-03-04
http://www.mediafire.com/?dlt4o8id4b3wc212011
La strana storia del neutrinoMartedì 22 novembre 2011 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Antonio Ereditato e Gian Francesco Giudice; coordina Marco Cattaneo L'esistenza di una particella neutra di massa infinitesimale fu ipotizzata da Pauli nel 1930, a seguito delle sperimentazioni sul decadimento radioattivo di tipo beta: tale assunzione si rendeva necessaria affinché venisse rispettato il bilancio di energia. Si devono poi a Fermi l'elaborazione di questa ipotesi e l'attribuzione del nome "neutrino". La prima osservazione risale invece al 1956, quando Cowan e Reines riuscirono a catturare alcuni antineutrini prodotti da un reattore nucleare. Oggi si individuano tre tipi (o "famiglie") di neutrino, detti elettronico, muonico e tau, i quali sembrano poter liberamente "oscillare" dall'uno all'altro. Ed è per studiare questo fenomeno e per determinare le masse dei tre stati che è stato concepito l'esperimento OPERA nel fascio di neutrini del CNGS (Cern Neutrinos to Gran Sasso), i cui esiti sono recentemente venuti alle cronache per una intrigante anomalia riportata sulla velocità di propagazione, apparentemente superiore a quella della luce. La storia del neutrino, da sempre articolata e complessa, rimane ancora in attesa di un epilogo.
Data di registrazione: 2011-11-22
http://www.mediafire.com/?el4e315mf51ffaxIncidenti nucleari Incidenti nucleari Mercoledì 20 Aprile 2011 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Sandro Sandri e Massimo Zucchetti; coordina Silvia Bencivelli Le centrali nucleari sono fonti di approvvigionamento energetico per diversi Paesi, sebbene la scelta della loro istallazione sia sempre piuttosto controversa. In caso di incidenti, infatti, i danni che possono seguirne sono estremamente rilevanti. D'altra parte, non solo il combustibile utilizzato è pericoloso, ma anche gli scarti che ne derivano. E il problema dello smaltimento delle scorie radioattive rimane a tutt'oggi ampiamente irrisolto. La gran parte della popolazione non conosce i meccanismi di funzionamento dei reattori, il grado di sicurezza degli impianti, la reale disponibilità di uranio, le strategie di gestione degli scarti. Scarsa è anche la familiarità con la radioattività, gli elementi da cui si produce e i tipi di particelle emesse, i tempi di decadimento, i danni che provoca agli esseri viventi e le eventuali misure di contenimento. Le incombenze quotidiane distolgo l'attenzione da temi così complessi, ma di fronte alle notizie di incidenti la preoccupazione cresce e la domanda di informazioni si fa più urgente. Cosa è successo e perché? Quali i rischi per la salute umana e la salubrità dell'ambiente? Gli impianti in attività sono davvero sicuri? E il problema delle scorie, come viene affrontato? Oggi l'attenzione è focalizzata su Fukushima, ma gli incidenti di Chernobyl (1986) e di Three Mile Island (1979) possono considerasi "risolti"?
Data di registrazione: 2011-04-20
http://www.mediafire.com/?tw60gjkdk5pkbdwL'antimateria
L'antimateria Mercoledì 9 Marzo 2011 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Roberto Battiston e Gian Francesco Giudice; coordina Stefano Sandrelli Recentemente le sperimentazioni in corso al CERN di Ginevra hanno permesso di isolare, per una frazione di secondo, 38 atomi di anti-idrogeno. Di cosa si tratta? Cos'è l'antimateria e perché viene studiata? Nel 1928 il fisico Paul Dirac formulò una teoria per il moto degli elettroni che conteneva un'implicazione logica imprescindibile: l'esistenza di una particella speculare all'elettrone, avente stessa massa ma carica elettrica di segno opposto. La previsione di Dirac trovò conferma sperimentale nel 1932 con la scoperta del "positrone" (antielettrone). La sua relazione di antitesi con l'elettrone introdusse una nuova regola di simmetria in base alla quale ad ogni particella doveva corrispondere un'antiparticella, con caratteristiche opposte, e portò a sviluppare il concetto di antimateria. Oggi siamo in grado di rilevare le antiparticelle presenti nei raggi cosmici e quelle prodotte artificialmente nei laboratori di alte energie, restano tuttavia aperti importanti interrogativi: che ruolo riveste l'antimateria nel nostro universo? Se, come sembra logico presumere, l'antimateria è stata generata dal Big Bang in proporzione uguale alla materia, come mai quest'ultima ha prevalso? E che fine ha fatto l'antimateria originaria? Un universo costituito da antimateria sarebbe evoluto come il nostro?
Data di registrazione: 2011-03-09
http://www.mediafire.com/?srfzw171w9bys9s2012
Nuovi dati sulle origini dell'uomoMercoledì 14 novembre 2012 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Giorgio Manzi e Claudio Tuniz; coordina Elisabetta Tola Come e quando si è evoluto il genere umano? E ancora: come e quando è avvenuto il popolamento dei vari continenti? La Paleoantropologia è la scienza che cerca di rispondere a queste domande, trovando sul suo percorso un susseguirsi di rebus, spesso molto complessi. Lo studio della preistoria è complicato non solo dalla mancanza di fonti scritte, ma anche dalla carenza di reperti, sempre più difficili da rinvenire man mano che si procede a ritroso nel tempo. Tuttavia il progresso tecnologico fornisce oggi strumenti di ricerca sofisticati: non solo l'analisi genetica, ma anche tecniche di indagine del territorio e metodologie sempre più accurate per la datazione e caratterizzazione non invasiva dei reperti. Dai risultati dei sequenziamenti del DNA di Neanderthal e di Denisova, alle analisi dei fossili ritrovati recentemente in Sudafrica, Etiopia, Kenya, Cina, numerose sono state le scoperte che negli ultimi anni hanno aggiunto nuovi tasselli al complesso puzzle dell'evoluzione umana, in parte chiarendolo, in parte complicandolo ulteriormente. Quali nuove prospettive hanno aperto? Come si indaga nella preistoria e quali sono i criteri per elaborare una teoria consistente? Esistono oggi prove inconfutabili, o rimane possibile solo la formulazione di ipotesi, ancorché sempre più verosimili?
Data di registrazione: 2012-11-14
http://www.mediafire.com/?jyo7ztfvyayaz1lTempeste magneticheTempeste magnetiche Martedì 17 aprile 2012 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30 Intervengono Mauro Messerotti e Fabrizio Tamburini; coordina Marco Motta Gli influssi dei corpi celesti sul nostro pianeta, in primis del Sole, che ci fornisce luce e calore, e della Luna, che regola le maree, fanno parte della nostra esperienza quotidiana. Tuttavia spesso non siamo consapevoli della natura dei fenomeni indotti; inoltre l'atmosfera e il campo magnetico terrestre fungono da filtri rispetto a molte conseguenze di eventi che si originano nello spazio extra terrestre. Nei giorni scorsi c'è stata allerta per le telecomunicazioni a causa di un'intensa attività solare. Tempeste, macchie ed eruzioni solari, meteorologia spaziale, vento solare, tempeste geomagnetiche, aurore boreali e australi sono termini più o meno ricorrenti, ma di cosa si tratta? Sono fenomeni tra loro correlati o non hanno a che vedere l'uno con l'altro? E quali effetti producono sulla vita di tutti i giorni? Le conoscenze scientifiche e le tecnologie consentono oggi di dare molte risposte a questi interrogativi.
Data di registrazione: 2012-04-17
http://www.mediafire.com/?ao6ukb445hy9cnfDemografia: luoghi comuni e dati realiDemografia: luoghi comuni e dati reali MARTEDÌ 28 FEBBRAIO 2012 - VENEZIA, ISTITUTO VENETO DI SCIENZE, LETTERE ED ARTI - ORE 17:30 Intervengono Gianpiero Dalla Zuanna e Antonio Golini; coordina Giovanni Spataro La «popolazione mondiale» è una somma di realtà estremamente differenti e rappresentarla con indicatori globali comporta l'occultamento delle dinamiche specifiche che le caratterizzano. Differenti i tassi di natalità e mortalità, differenti i modelli di popolamento e le densità abitative, differenti anche le ragioni che nei vari paesi hanno regolato e regolano questi fenomeni, ai quali si aggiungono le transizioni demografiche (migrazioni temporanee e permanenti). Se l'elemento caratterizzante il XX secolo è stato l'esplosione demografica (da 1,6 miliardi di persone nel 1900 a 6,1 nel 2000), il XXI sarà caratterizzato dall'invecchiamento della popolazione e dal "paradosso" della concentrazione metropolitana. Quali conseguenze avranno, nel prossimo futuro, la riduzione del tasso di natalità, l'incremento della longevità e la crescente urbanizzazione? La questione più controversa rimane comunque la stessa: esiste il rischio di sovrappopolamento del pianeta?
Data di registrazione: 2012-02-28
http://www.mediafire.com/?szf9dgr888ral96