1º Festival del Comico
Forme del pensiero che ride
Sei giornate di riflessione sul comico e sui suoi artisti
20 - 25 maggio 2010
Probabilmente il comico provoca i risultati più diversi a seconda delle condizioni del corpo sociale che lo consuma... non è come il fumo o l'LSD. è come il sonno: ritempra o rincretinisce a seconda della dose, dell'ora, della stagione
Umberto Eco
Dai Greci e dai Latini fino a Dario Fo, venticinque secoli di tradizione occidentale hanno, tra le loro linee di continuità, la declinazione delle tante forme del comico.
Satira che affonda nel tragico in Aristofane, scatenato divertimento in Plauto, accezioni e teatralità diverse tra cristianità e medioevo, i mille volti del riso, infine, in età moderna e contemporanea, sono tutti volti del vivere intelligente, che impediscono di diventare idoli di sé, e non ignorano la cognizione del dolore.
Questi volti sono spesso dissonanti, collocabili a distanze anche siderali tra di loro. Le sei giornate di Palazzo Ducale intendono gettare luce su qualcuno di questi volti, rilevandone genesi, sostanza, unicità.
Tra i grandi temi proposti in queste giornate, quello da cui parte il Convegno di Studi è il dilemma ricorrente sulla natura del comico. Quale esito, quale portata sociale può avere il riso? è conservatore o rivoluzionario? Di destra o di sinistra? Critici geniali e spietati dell'esistente, a cominciare da Aristofane, vennero spesso definiti dei conservatori.
Dietro la violenza dell'attacco e la rivoluzionarietà delle proposte sta secondo molti una reazionaria nostalgia del buon tempo passato. Secondo altri, invece, il comico demistifica, assume su di sé compiti di critica sociale, sa farsi giustiziere.
Margherita Rubino
Ideazione e cura: Margherita Rubino e Luca Borzani Coordinamento: Maria De Barbieri, Giorgio Gallione, Oliviero Ponte di Pino, Carlo Repetti, Savina Scerni.
al momento ho recuperato solo l'intervento di Moni Ovadia
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