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CENERI, di Samuel Beckett

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gutturnio
view post Posted on 9/1/2010, 18:16




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CENERI
Testo integralmente tratto dal sito samuelbeckett.it.

Il protagonista di Ceneri è Henry, un vecchio che trascorre quasi tutto il suo tempo in riva al mare parlando da solo ad alta voce, in continuazione, per coprire il rumore delle onde (il titolo originale dell'opera doveva essere ebb, marea). E' una figura paradossale: odia il rumore del mare eppure trascorre il suo tempo di fronte ad esso, quasi cercando un supplizio che nessuno gli ha inflitto. Qui, sulla riva, tenta invano di evocare i suoi vecchi fantasmi (come il protagonista di Di' Joe e altri derelitti beckettiani). Il primo spettro è quello del padre, che però non si presenta mai. Il secondo, ben più presente (Beckett lavorò affinché l'ambiguità giungesse al punto che gli ascoltatori si chiedessero se fosse solo un fantasma o una presenza in carne ed ossa), è quello della moglie Ada.
La coppia intrattiene un dialogo piuttosto fitto e vivace (in questo senso Henry e Ada sono più simili a Nagg e Nell di Finale di partita che a Willie e Winnie di Giorni felici), pieno di recriminazioni, accuse, ma anche di complicità. I due hanno avuto una figlia, Addie, che Henry chiaramente non voleva e che non sopporta. Vengono ricordate le lezioni di musica e di equitazione (le voci dei maestri intervengono come "comparse") e i pessimi risultati conseguiti dalla figlia in entrambe le discipline.
La condizione di Henry è quella di un vecchio che ha molti conti in sospeso con i suoi fantasmi, un vecchio ossessionato dalla solitudine, che racconta a se stesso storie per farsi compagnia (quasi una costante in Beckett: lo stesso può dirsi di Hamm in Finale di partita, di Pozzo in Godot, del signor Rooney in Tutti quelli che cadono). Ceneri è forse il testo radiofonico di Beckett più ricercato dal punto di vista stilistico, con dialoghi che presentano immagini suggestive, lontane dalla freddezza astratta delle opere successive ("Un mammuth di dieci tonnellate tornato dalla terra dei morti, ferratelo con l'acciaio e fategli calpestare il mondo!", oppure Ada riferendosi al mare: "è solo la superficie, sai. Sotto è tutto immobile come una tomba. Non un rumore. Tutto il giorno e tutta la notte, non un rumore").
I diversi rumori che accompagnano il testo (onde, zoccoli di cavalli, etc.) sono tutti riprodotti in modo esplicitamente artificiale (così come era già accaduto per Tutti quelli che cadono), quasi a voler sottolineare che il mondo che noi ascoltiamo nell'opera non è il mondo reale, bensì quello evocato dal protagonista.


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