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ALDINO MI CALI UN FILINO?, di Aldo Palazzeschi

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view post Posted on 28/3/2009, 18:36
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aldino


ALDINO MI CALI UN FILINO?
testi di Aldo Palazzeschi



Da Poli, dedicato, ad un "grande" della sua terra: Aldo Palazzeschi,
uno degli autori a lui più cari, dalla cui opera trae un florilegio di novelle
e poesie infarcito di erudite citazioni letterarie, canzonacce e balletti d'epoca


trasmissione di radio3 Suite del 5 gennaio 2001 dal teatro Eliseo di Roma.
Durante il secondo tempo si è verificata un'interruzione di qualche minuto.
Nell'intervallo Paolo Poli ha inscenato un vero show per gli ascoltatori di radio3.




Applaudito debutto al Teatro Eliseo di Roma dello spettacolo dedicato al geniale scrittore e poeta toscano d' inizio secolo Paolo Poli fa rivivere il grande Palazzeschi: infantile, perfido, perfino osceno Il sottotitolo di «Aldino mi cali un filino?», il nuovo spettacolo di Paolo Poli in scena all' Eliseo di Roma, è «Florilegio di novelle e poesie di Aldo Palazzeschi in due tempi con canzonacce d' epoca». Ma per chi non conoscesse bene, o più che bene, l' opera dello scrittore toscano, c' è il rischio di scambiare le poesie per novelle e, perfino, le canzonacce per poesie. Poi, è vero, di canzonacce, o canzoni, ce n' è in abbondanza: si è quindi in permanenza insidiati dal dubbio. Ma la grandezza di Palazzeschi è tutta qui: prima la sovversione dei generi, poi la derisione degli usi e dei costumi, infine la sua celeste malizia. Non avrei dubbi a riconoscere in Paolo Poli il più legittimo dei suoi interpreti, o dei suoi eredi: fino al punto da fargli correre qualche rischio. Ciò che è legittimo non si addice a Poli come non si addice a Palazzeschi. In un' intervista lo stesso Poli ha raccontato, con devozione, d' essere stato di casa in via dei Redentoristi, dove Palazzeschi abitava (a Roma): il che implica che da parte di Poli non vi possa essere la consueta libertà nello sfottimento di tutte le cose che non gli piacciono, le patriottiche, le altisonanti, le rotonde; il che cioè implica una parte di omaggio, quasi che i due registri, l' irrisorio e tradizionale, e l' affettuoso e nuovo, debbano contaminarsi. Alla prova dei fatti così non è. L' identificazione tra Poli e Palazzeschi è tale che di omaggi e affettuosità non c' è alcun bisogno. La libertà di Poli è assoluta, come è assoluta la sua assunzione del verbo palazzeschiano: fino, lo ripeto, accettare lo spettatore in confusione. Quelle straordinarie poesie, chi le aveva riconosciute? Non dico «Rio Bo»; ma «Comare comare Coletta» o «Visita alla Contessa Pizzardini Ba»: non potevano essere novelle? E, al contrario, novelle come «Il ladro» o «Il gobbo» (comprese nel Palio dei Buffi del 1936, laddove le poesie sono di due decenni prima!), quelle novelle non avevano l' andatura saltellante e birichina delle poesie: di quelle poesie scritte da un ragazzo dedito allo sberleffo? Inutile descrivere come Poli in tutto ciò sia di casa (come quella di via dei Redentoristi, anche casa natale di G.G. Belli), come addirittura ci sguazzi: e con lui i suoi compagni di ventura Armando Benetti, Paolo Calci, Fabrizio Casagrande, Alfonso De Filippis, Franco Povia, Rosario Spadola e Jacqueline Perrotin, cui si debbono le musiche, e Emanuele Luzzati, cui si debbono le scene, che fedelmente citano la pittura d' epoca, dal Doganiere Rousseau a Rosai o Sironi. D' altra parte, se tutto nuovo è per noi è l' ascolto dei testi palazzeschiani (ignoravamo che Palazzeschi fosse così infantile e perfido, così ammiccante e deliziosamente osceno, come nella poesia «I fiori»: che mi sembra sia arrivata a scandalizzare gli spettatori dell' Eliseo: un risultato impressionante per una poesia vecchia di quasi un secolo), se Palazzeschi, dicevo, è per noi nuovo, non lo è Poli. Ciò che in Poli colpisce oltre misura è la sua fedeltà a se stesso. I suoi miti sono gli stessi di tanti anni fa: e gli stessi sono i riti di allontanamento, gli esorcismi. Se ne ricava un effetto di fissità, come se luci e colori, moltiplicati, non fossero che belletti il cui fine è mascherare la ripetitiva sostanza. Ma se ne ricava anche un altro effetto, toccante, commovente fino alle lacrime: di poesia della resistenza. Il mondo cambia, dice Poli, ma io no. Abbiate pazienza; e pazienza se non l' avete. Franco Cordelli

Da: Archivio Corriere della Sera del 28 dicembre 2000



regia di: Paolo Poli
scene: Emanuele Luzzati
costumi: Santuzza Calì
musiche: Jacqueline Perrotin
con: Paolo Poli



www.mediafire.com/?74pqbvz04wi6ihq

Edited by eos1948 - 3/11/2012, 11:16
 
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philipmarlowe
view post Posted on 3/8/2012, 14:33




salve, volevo segnalare che il file 2 non funziona; sto scaricando il file 1, forse non funziona perchè la trasmissione è stata raggruppata interamente nel link n. 1? grazie per la risposta cordiali saluti
 
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view post Posted on 3/8/2012, 19:17

papero

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CITAZIONE (philipmarlowe @ 3/8/2012, 15:33) 
salve, volevo segnalare che il file 2 non funziona; sto scaricando il file 1, forse non funziona perchè la trasmissione è stata raggruppata interamente nel link n. 1? grazie per la risposta cordiali saluti

ciao, grazie per la segnalazione,
il 2° collegamento non funziona perché non più presente in MediaFire (Invalid or Deleted File) ,
appena possibile lo sostituiamo

saluti
 
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view post Posted on 3/11/2012, 11:16
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CITAZIONE (philipmarlowe @ 3/8/2012, 14:33) 
salve, volevo segnalare che il file 2 non funziona; sto scaricando il file 1, forse non funziona perchè la trasmissione è stata raggruppata interamente nel link n. 1? grazie per la risposta cordiali saluti

Link sostituito
 
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3 replies since 28/3/2009, 18:36   265 views
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