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FRANA ALLO SCALO NORD, di Ugo Betti

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gutturnio
view post Posted on 1/1/2009, 23:25




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UGO BETTI


Nacque il 4 febbraio 1892 a Camerino. Il padre, medico condotto, nel 1901 fu nominato direttore dell'ospedale municipale di Parma e Ugo Betti, che aveva allora 9 anni, si trasferi' a Parma con i genitori e li' ricevette l'istruzione secondaria.
Il fratello Emilio, di due anni piu' anziano e che sarebbe diventato un insigne giurista, fu lasciato a Camerino presso i nonni cosicche' l'educazione di Ugo fu quella di solito riservata ad un figlio unico.
Prima di lasciare il Liceo per studiare legge all'Universita' di Parma, l'interesse di Betti per la letteratura trovo' una concreta espressione in una libera traduzione in
versi dell'Epithalamium di Teti e di Peleo di Catullo che fu pubblicata a Camerino nel 1910.
Prima di lasciare il Liceo per studiare legge all'Universita' di Parma, l'interesse di Betti per la letteratura trovo' una concreta espressione in una libera traduzione in versi dell'Epithalamium di Teti e di Peleo di Catullo che fu pubblicata a Camerino nel 1910.
Poco prima di arrivare alla laurea, l'Italia, nel maggio del 1915, entro' in guerra.
Betti si arruolo' immediatamente nell'esercito come "volontario ciclista" e quando, pochi mesi dopo l'esercito territoriale fu sciolto, fece domanda di ammissione all'Accademia Militare di Torino da cui usci' nel febbraio 1916 come ufficiale di artiglieria.
Dopo la guerra, reduce anche da una prigionia in Germania, Betti decise di riprendere gli studi legali e negli anni venti presto' servizio come pretore nella cittadina di Bedonia vicino a Parma ed in altri centri rurali della regione e poi divenne magistrato nella stessa Parma.
A quel periodo risalgono la pubblicazione del suo primo libro di versi, Il re pensieroso (1922) costituito da poesie scritte nel periodo di prigionia, il primo volume di racconti, Caino (1928) e la composizione dei primi tre drammi: La padrona (1926), La casa sull'acqua (1928) e L'isola meravigliosa (1929).
Betti ufficiale 1917-18
Nel 1930, dopo il matrimonio, si trasferi' a Roma per ricoprire il ruolo di giudice della Corte d'Appello. Nel 1932 pubblica per Mondadori il suo secondo volume di liriche, Canzonette-la morte e nel 1937, presso lo stesso editore, la terza ed ultima raccolta di poesie, Uomo-donna.
Numerosi sono i suoi lavori drammatici di questo periodo, tra i quali ricordiamo Corruzione al palazzo di giustizia (1944) e Delitto all'isola delle capre (1950), che verranno rappresentati nei teatri di tutto il mondo con enorme successo.
Gli ultimi anni di Betti trascorsero senza avvenimenti di rilievo. Lavoro' per breve tempo come archivista nel Palazzo di Giustizia e poi come consulente legale per la SIAE. La maggior parte delle sue energie mentali, pero', erano dedicate alla composizione di drammi teatrali e di articoli di terza pagina per i giornali italiani.
Ugo Betti e' morto a Roma il 6 giugno 1953, per un tumore, all'eta' di 61 anni.


Frana allo scalo nord

Dramma in tre atti scritto nel 1933.
Come la frana che ha inghiottito tre operai, così l'istruttoria che ne segue inizia lentamente, allarga le sue dimensioni, incalza con ritmo sempre più implacabile (e in questa progressione è una delle maggiori attrattive del dramma). Il giudice Parsc, assistito dall'Accusatore, ha in mano la pratica e procede con le formalità che il meccanismo della regola burocratica richiede.
Ma il dramma a un dato punto avanza incontenibile, sempre più convulsamente, nell'intricato campo ove sorgono i problemi della coscienza umana. Chi ha la colpa della tremenda?
L'imprenditore dei lavori, il maggiore indiziato, rigetta l'imputazione, ma accusato dai suoi operai, inaspettatamente, in quanto credeva d'esserne benvoluto, è come smarrito e tenta di togliersi la vita. Trattenuto in tempo, si denuncia, confessa.
E così gli altri. Man mano tutti si sentono responsabili, sentono come un bisogno di confessarsi pubblicamente. Intorno anche l'atmosfera, assume un senso di incubo collettivo, d'inquietante, tragica vibrazione. Si presentano le stesse vittime della catastrofe; all'imprenditore, al motorista, al manovale che continuano ad accusare se stessi, le ombre manifestano il loro dissenso.
Di chi la colpa allora? L'interrogativo supera ormai l'ambito della ricerca del colpevole; la responsabilità si allarga investendo l'umanità tutta: lo stesso giudice si leva la toga e rifiuta di emettere la sentenza. Ma dietro le insistenze dell'Accusatore eccola, la sentenza: essa non può essere che un grido: pietà, pietà, pietà per tutti.

Titolo: Frana allo scalo nord
Autore: Ugo Betti
Interpreti: R. Cucciolla, G. Esposito, O.M.Guerrini, C.Ratti, V. Damiani
Adattamento e regia: Guglielmo Morandi
Produzione: RAI - Registrazione radiofonica del 1981



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Edited by papero62 - 9/9/2011, 20:13
 
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view post Posted on 9/9/2011, 19:13

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CITAZIONE (crocefissa @ 9/9/2011, 18:12) 
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