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ANNA CHRISTIE, di Eugene O'Neill

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gutturnio
view post Posted on 17/6/2008, 11:49






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EUGENE O’NEILL


Eugene Gladstone O'Neill (New York, 16 ottobre 1888 - Boston, 27 novembre 1953) è stato un drammaturgo statunitense, premio Nobel per la letteratura nel 1936 e figura fondamentale del teatro nordamericano.
Prima di lui, infatti, il teatro, forse anche per l'ostracismo puritano contro gli spettacoli, praticamente non esisteva. Così, in mancanza di una tradizione nazionale, O'Neill attinse strumenti, tecniche, idee da tutto il teatro europeo.
Usò e ricreò il coro e le maschere del teatro greco, le tecniche del melodramma e, soprattutto, quelle del realismo ibseniano, fuse con quelle dell'espressionismo di Johan August Strindberg.
Il suo fu il primo tentativo criticamente gli elementi di corruzione, disgregazione, alienazione della civiltà americana.
Figlio di un attore irlandese, O'Neill ebbe dimestichezza con la scena sin da bambino: correndo sotto un telone blu, faceva l'onda del Conte di Montecristo.
Iscrittori all'Università di Princeton, ne fu espulso dopo un anno; da allora fu un susseguirsi di avventure, di contatti con gli uomini più diversi: cercatore d'oro in Honduras, marinaio sui mari del Sud, disoccupato sul fronte del porto di Buenos Aires, direttore di scena nella compagnia del padre, giornalista.
Questa girandola di esperienze finì quando, malato di tubercolosi, dovette entrare in sanatorio. Qui scoprì la sua vocazione di scrittore e, dimesso, iniziò la produzione teatrale.
Nei Drammi marini fece rivivere gli uomini e le scene incontrati negli anni precedenti: marinai, prostitute, fuorilegge, vecchi vapori, bettole.
In viaggio per Cardiff (1916) fu un successo, Oltre l'orizzonte conquistò il premio Pulitzer nel 1920.
In questi e negli altri drammi più riusciti (come Imperatore Jones del 1920) O'Neill trascese la sua forte ispirazione sociale proponendo la drammatica parabola della stessa condizione umana: l'uomo è al mondo per lottare e per essere sconfitto.
In Desiderio sotto gli olmi (1924), con sinistra ironia, O'Neill fece a pezzi la filosofia americana del successo e la sua mitica incarnazione: il pioniere fisicamente gagliardo e moralmente sano.
Nelle opere successive, che durano a volte sei ore (Strano interludio del 1928, Il lutto si addice ad Elettra del 1931), subentrarono preoccupazioni metafisiche e religiose.
Ma negli ultimi anni O'Neill riprese la vena realistica, seppure in chiave di approfondimento psicologico dei personaggi: tale è Lungo viaggio verso la notte, dettato nel 1940, rappresentato postumo, tutto imperniato su pochi personaggi ispirati alla propria famiglia (madre morfinomane, padre alcolizzato, il figlio, O'Neill stesso, tubercolotico).
La sua fama, già rinsaldata dal premio Nobel per la letteratura nel 1936, ricevette in America, dopo la sua morte, una consacrazione sospetta ma definitiva: due suoi lavori furono adattati ad operetta.


Anna Christie

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C.Christopherson, un americano di origine svedese, comandante di una chiatta da carbone, sta aspettando in una taverna del porto di New York sua figlia Anna. Non l'ha più vista da quando, dopo la morte della moglie, la mandò, bambina di cinque anni, presso una famiglia di parenti in una fattoria nel Minnesota. Anna, a sedici anni, viene sedotta dal cugino e fuggita a San Paolo, dopo alcuni tentativi di fare onestamente la governante, si dà alla più antica professione del mondo. Avvilita e disgustata nonchè ammalata, viene a chiedere ospitalità al padre, il quale, ignorando la sua vita passata, l'accoglie.
Bastano pochi giorni di vita all'aria aperta per trasformare Anna che adora il cielo il mare e anche la nebbia. Ma dalla nebbia escono una notte grida di soccorso: tre marinai naufraghi in balìa delle onde da cinque giorni vengono raccolti sfiniti sulla chiatta. Fra loro c'è Mat Burke che rimane ammaliato da Anna. Sorge un antagonismo tra il padre che non vuole vedere portarsi via la figlia per la quale ora ha un'adorazione e Mat che la vuole sposare. La vera tragedia però sta nell'animo di Anna che ama Mat ma sente di non poterlo ingannare per il suo passato e quindi, lacerata da un'angoscia gli grida tutta la verità. Mat se ne va dopo averla brutalmente insultata, ma nel momento in cui Anna decide di ripartire per continuare la vita di un tempo, ritorna sentendo di non poter vivere senza di lei.
Il padre e Mat, riconciliati, si imbarcano insieme su una nuova nave e Anna resta ad attenderli dichiarando "..brindiamo al mare e vada come deve andare.."

Titolo: Anna Christie
Autore: Eugene O'Neill
Interpreti: Renato Carpentieri, Laura Betti, Fabrizio Gifuni, Alvia Reale, Ennio Fantastichini
Adattamento teatrale e Regia: Gianni Amelio
Musiche originali: Franco Piersanti

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Edited by eos1948 - 20/2/2009, 06:23
 
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