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L'UOMO CHE FERMÒ HITLER, di Elisa Savi

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gutturnio
view post Posted on 17/5/2008, 18:40




L_uomo_che_ferm_Hitler_red


L'UOMO CHE FERMÒ HITLER




storia di Dimitar Peshev che salvò gli ebrei da una nazione intera
sceneggiatura di Elisa Savi
con Arnoldo Foà e Moni Ovadia
regia di Claudio Laiso

Storia di "uno Schindler bulgaro": il caso di Peshev l'uomo che fermò i treni per Auschwitz, e che ebbe il coraggio di dire un fiero "no!" a Hitler.

Grazie all'intervento del vicepresidente del parlamento bulgaro Dimitar Peshev, 48mila ebrei furono infatti salvati dalla camera a gas. Questo sceneggiato realizzato nel 1999 ricostruisce per la prima volta la straordinaria vicenda dell'uomo che riuscì a sottrarre allo sterminio tutti gli ebrei della sua nazione; e rende onore all'eroica figura che dopo la caduta del nazismo, nel dopoguerra, fu perseguitato dal regime comunista. Accusato di antisemitismo venne processato e condannato. Infine, dimenticato da tutti, cadde nell'oblio della storia. Lo sceneggiato si avvale di numerose testimonianze, di documenti storici e di interpreti quali Moni Ovadia e Arnoldo Foà. La regia è di Claudio Laiso. Produzione Rsi.
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Edited by Elrond_55 - 18/12/2014, 12:44
 
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Ruitor2
view post Posted on 29/6/2009, 17:50




Sceneggiato veramente bello che dà il rilievo che si merita ad un personaggio dimenticato dalla storia o descritto in maniera sbagliata

Sul sito:
http://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/00283.asp
ho trovato una testimonianza significativa su questa vicenda che riporto sotto.

Devo la mia nascita - non la mia vita, ma la mia nascita -, come molti altri, a un uomo che l'ha resa possibile. Quest'uomo si chiama Dimitar Peshev.

A lui, i miei genitori e mio fratello devono invece la vita. Dobbiamo tutti noi, comunque, la nostra esistenza a Peshev e al piccolo, laborioso popolo bulgaro presso il quale abbiamo avuto il privilegio di essere venuti al mondo.

La vicenda storica di Peshev, il lettore avrà modo di leggerla in questa stessa rivista. A me interessa solo proporre alcune riflessioni di carattere etico e umano sulla sua figura. Pagare un debito grande e rendere onore e merito a lui e al suo popolo.

Peshev non era il tipo del santo, era un conservatore che aveva accettato la ventata reazionaria e liberticida che si era abbattuta sull'Europa come un male necessario da tributare all'ordine e al "buon governo". Come molti politici - sembra, presso questa categoria di uomini, essere vizio persistente - aveva preso un gigantesco abbaglio, pensava che Hitler fosse l'uomo della provvidenza e l'aveva dichiarato in un discorso ufficiale: "Il Führer è il più grande statista del secolo".

La Germania nazista, peraltro, prometteva ai bulgari la restituzione della Tracia e della Bessarabia in cambio di un'alleanza strategica, e questo evento era vissuto entusiasticamente come risarcimento della coscienza nazionale ferita e umiliata.

Il "Grande dittatore" evidentemente non si accontentava di una lealtà un patto militare, lui stava svolgendo un compito epocale: l'eradicazione di alcune categorie umane perniciose o "sporche" dalla sacra terra d'Europa e fra questi, primi nelle preferenze, gli ebrei.

La Bulgaria aveva accettato, non prendendole molto sul serio, le leggi razziali, ma la deportazione era un'altra questione. Eppure anche nelle migliori famiglie quei pochi superzelanti si trovano: i vigliacchi poi, loro manutengoli, i quali in seguito dichiareranno di non aver saputo, sono sempre a portata di mano. Approfittando della deportazione degli ebrei di Tracia, ancora sotto diretto controllo tedesco, misero nel numero, con un colpo di mano, anche un contingente di ebrei bulgari.

Peshev ne fu informato da alcuni amici di Kijustendil, sua città natale. Si risvegliò di colpo dal quel sogno di uomo d'ordine e si mobilitò per impedire l'infamia. Peshev pagò con la morte civile il prezzo del suo ardire, lo pagò fino in fondo, senza avere mai a rammaricarsene. Morì emarginato, con il marchio infamante del reazionario, senza che nessuno riconoscesse il suo operato e lo risarcisse delle ingiustizie subite.

Parti importanti della società bulgara si mobilitarono insieme a lui, fra gli altri il metropolita capo della Chiesa cristiano-ortodossa che, sul sagrato della cattedrale in piazza Alexander Nevskji, pronunciò un discorso durissimo ed esplicito contro i nazisti che culminava con il monito: "Non ci provate! Giù le mani dai nostri cittadini!".

Chi era Peshev? Chi erano coloro che si mobilitarono con lui? Come il fascista Giorgio Perlasca, come l'affarista e puttaniere Oskar Schindler, come migliaia di altri i cui nomi vorremmo sapere scolpiti nei nostri cuori, erano uomini.

Un uomo degno di questo nome è un uomo che rifiuta di prosternarsi agli idoli-ideologie fino al punto di perdere se stesso e di diventare un "Untermensch", un "sotto-uomo" come milioni di europei di "superiore razza bianca" accettarono di divenire. I Peshev sanno che la vita di innocenti non si mercifica per opportunismi personali, né si sacrifica alla realpolitik. I Peshev si collocano agli antipodi di quei "decent men" che vorrebbero rivedere la Storia, usando i milioni di morti come merce di scambio per fare trionfare la logica del "chi ha dato ha dato ha dato..." o peggio.

Il suo meraviglioso e talentuoso popolo - accetterò per convenzione la logica dell'odioso stereotipo, una volta tanto per una giusta causa - non merita di essere considerato ricettacolo di oscure, brutali spie: l'aggettivo "bulgaro" deve essere bandito in quell'accezione dalla mediocre prassi del linguaggio sensazionalistico.

Le classifiche dei popoli sono uno stupidario da gioco di società, ma se proprio se ne deve far uso, si collochi il popolo bulgaro nella classifica dei giusti.

Autore: Moni Ovadia
Fonte: Panorama

Edited by Ruitor2 - 29/6/2009, 21:24
 
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a.sterix
view post Posted on 15/12/2013, 19:04




Grazie mille...
 
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view post Posted on 26/4/2014, 16:20
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GRAZIE 1000
 
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comparello
view post Posted on 26/4/2014, 18:15




Grazie 2000
 
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view post Posted on 24/6/2020, 10:55

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molto bello. grazie
 
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5 replies since 17/5/2008, 18:40   1153 views
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