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BERTOLT BRECHT, Il teatro di Bertolt Brecht con la regia di Giorgio Strehler

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view post Posted on 26/4/2008, 06:06
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A dieci anni dalla scorparsa di Giorgio Strehler
proponiamo una serie di opere brechtiane messe in scena, in gran parte,
dal Piccolo Teatro di Milano con la regia appunto di Strehler

Giorgio Strehler (Barcola, 14 agosto 1921 - Lugano, 25 dicembre 1997) è stato un regista teatrale italiano.
Figura fondamentale nella storia del teatro, fondò, insieme a Nina Vinchi e Paolo Grassi, il Piccolo Teatro di Milano, inaugurato il 14 maggio 1947 con lo spettacolo "L’albergo dei poveri" di Maksim Gorkij.
Nella sua lunga attività, Strehler si collega alla tradizione italiana ed europea, e alle più recenti teorie novecentesche dell'arte drammatica, con riferimento all'insegnamento, tra gli altri, di Bertolt Brecht, Antonin Artaud e Louis Jouvet. Attenzione viene data all’uso dello spazio scenico, dei ritmi spettacolari e all’illuminazione.
Nei suoi spettacoli egli cerca di restituire dignità al passato, eseguendo un’interpretazione storica e persino poetica. Nel centro dell’interesse del regista sono sempre l’uomo e le sue azioni.
Nel 1990 fonda, assieme a Jack Lang, l'Unione dei Teatri d'Europa, un'associazione a scopo culturale, con la volontà di fondere esperienze teatrali comunitarie sotto il segno degli scambi culturali. Nello stesso anno gli viene assegnato il Premio Europa per il Teatro.
Ha ricoperto la carica di senatore della Repubblica Italiana e di parlamentare europeo del Partito Socialista Italiano, subentrato nel settembre 1983 a Bettino Craxi.
E' stato insignito della Legion d'onore (la massima onorificenza attribuita dalla Repubblica Francese) dall'allora presidente François Mitterrand.
Morì a Lugano la notte di Natale del 1997. I funerali con grande partecipazione di cittadini e di autorità si svolsero due giorni dopo a Milano partendo dalla sede di via Rovello del Piccolo Teatro. Le ceneri sono conservate nel cimitero di Trieste, sua città natale.




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BERTOLT BRECHT

Brecht è il principale drammaturgo tedesco del Novecento. Nato nel 1898 ad Augsburg (Augusta - Baviera) scoprì presto il suo amore per il teatro. Il suo esordio in teatro era fortemente influenzato dall'Espressionismo, ma presto aderì allo schieramento marxista e sviluppò la teoria del "teatro epico" secondo cui lo spettatore non doveva immedesimarsi, ma era invitato a tenere una distanza critica per riflettere su quello che si vedeva in scena. Canzoni, elementi parodistici e una sceneggiatura molto ben studiata dovevano creare un effetto di straniamento, un distacco critico. Lo spettatore doveva imparare qualcosa. Il teatro di Brecht offre una grande varietà di storie e casi umani, oppure rivisitazioni di drammi storici che ancora oggi sanno incantare il pubblico per la loro arguzia, modernità e impostazione scenica.
Nel 1933 dovette emigrare in America, raggiunta via Danimarca e Mosca (dove si guardò bene a restare). Quando tornò in Germania, nel 1949, fondò a Berlino Est un proprio teatro, il "Berliner Ensemble", dove cercò di realizzare le sue idee, facendo diventare questo teatro uno dei più affermati in Germania. Nonostante le sue convinzioni marxiste era spesso in contrasto con le autorità della Germania dell'est. Morì nel 1956 a Berlino.



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Vita di Galileo



Galileo scopre che la terra non è al centro dell'universo, ma solo un pianeta tra molti altri che girano intorno al sole. Non è il primo a dirlo ma, con l'aiuto del telescopio, è il primo a poterlo provare. Con questo si mette però contro la chiesa che non vuole tollerare le nuove idee. La Bibbia dice che il sole gira intorno alla terra e la Bibbia non può avere torto. Davanti alla scelta, o ritrattare o subire le torture e il rogo della Santa Inquisizione, ritratta. Ma con il suo libro che scrive di segreto e con i suoi allievi che vanno all'estero sopravvivono le sue idee. Nel momento in cui Galileo smentisce le proprie idee per paura delle torture, un suo allievo deluso esclama: "Disgraziato il paese che non ha eroi!", mentre Galileo risponde: "Felice il paese, che non ha bisogno di eroi!".
Brecht non ama l'eroismo, preferisce la furbizia. Galileo è consapevole del fatto di avere una sola vita e vuole godersela, ma allo stesso tempo non vuole, a nessun costo, rinunciare alla verità. "Meglio avere le mani sporche che non le mani vuote" fa dire in un altro memento a uno dei protagonisti dell'opera. É un opera coinvolgente e convincente, un'opera sulla responsabilità e sul destino della scienza che anche oggi non ha perso niente in attualità.
"Il drammaturgo tedesco rielaborò, in tre distinte riprese, fino a pochi mesi dalla morte, questo dramma, che egli considerava centrale nella sua produzione. Ed ancor oggi l'opera è considerata il 'testamento spirituale' di Brecht, sia sul piano drammaturgico che su quello morale, per il ritratto fortemente chiaroscurato e volutamente contraddittorio del grande scienziato pisano, la cui indefessa ricerca della verità si trasforma a poco a poco in una sorta di vizio, di personale, quasi narcisistica 'incontinenza' intellettuale."


Vita di Galileo 1 di 3 - http://www.mediafire.com/?z2mvpxrptmz
Vita di Galileo 2 di 3 - http://www.mediafire.com/?ys7u2db0vez
Vita di Galileo 3 di 3 - http://www.mediafire.com/?evnzwiejdem





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L'ECCEZIONE E LA REGOLA
di Bertolt Brecht



E' attraverso Giorgio Strehler e l'attivita' del Piccolo Teatro di Milano che in Italia si e' potuto conoscere il magistero di Bertolt Brecth. Per molti anni, infatti, l'attivita' del primo teatro stabile italiano, nato per volere di Paolo Grassi e Giorgio Strehler, si e' intrecciata ai capolavori drammaturgici dello scrittore tedesco, alle sue istanze politiche, culturali ed etiche. La prima messa in scena di Strehler de L'eccezione e la regola risale alla stagione 1961/62. Seguirono l'edizione radiofonica del 1968, e una ripresa nella stagione 1996/97, poco prima della scomparsa del grande regista.
Per introdurre all'ascolto, le testimonianze di Carla Carpi, moglie di Fiorenzo Carpi, che con Strehler ha firmato, musicalmente, tanti allestimenti brechtiani; e di Giovanni Soresi, collaboratore storico del Piccolo Teatro di Milano, ed uno dei realizzatori dell'ampio archivio multimediale del Piccolo, strumento prezioso di tanta parte della storia del nostro teatro.
"L'Eccezione e la regola" è il più conosciuto dei "drammi didattici" scritti da Brecht intorno al 1930. Già in queste opere l'autore teorizzava una tecnica drammatica conosciuta come "teatro epico".Ai meccanismi del dramma tradizionale che segue un dettato logico di tempo, luogo e azione, Brecht oppone una forma narrativa libera da regole, volta a produrre nello spettatore una reazione definita "effetto di straniamento", Grazie a tale effetto, Brecht si propone di impedire allo spettatore l'identificazione solo emotiva con i personaggi, a vantaggio di una maggiore attenzione alla realtà descritta sulla scena.
Nel mondo che abbiamo costruito essere "umani" è un'eccezione.
Perciò chi si dimostra umano ne paga lo "scotto" dice il testo di una canzone. E questo é anche il messaggio molto diretto, e sempre attuale, che quest'opera ci presenta: quando le "regole" le dettano i più forti in funzione dei loro scopi, occorre sapere riconoscere gli abusi che esse coprono. Altrimenti vengono considerati normali, perché appunto nella "regola", anche i comportamenti che ci rendono disumani.

regia: Giorgio Strehler
musiche e direzione musicale: Fiorenzo Carpi
collaborazione: Studio di Fonologia di Milano della RAI
personaggi e interpreti:
Il mercante Vincenzo De Toma
La guida Ottavio Fanfani
Il portatore Gianfranco Mauri
I poliziotto Bruno Slaviero
II poliziotto Mario Mattia Giorgetti
L'albergatore Mario Mariani
Il giudice Giorgio Strehler
La moglie del portatore Marisa Fabbri
Il guidatore della II carovana Corrado Nardi
Il I giudice aggiunto Gianni Bortolotto
Il II giudice aggiunto Gianpaolo Rossi

Registrata negli studi di Milano nel 1968

http://www.mediafire.com/?eaolrhvo1zy






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IO, BERTOLT BRECHT
Poesie e canzoni interpretate da Giorgio Strehler e Milva


Lo spettacolo offre attraverso l'interpretazione di Milva e, nell'eccezionale veste di attore, dello stesso Strehler, una vasta selezione di brani tratti dalle raccolte di poesie, di ballate, di scritti, di opere teatrali del grande poeta e drammaturgo di Augusta.
Un recital raffinato, quasi una sintesi biografica che, riassumendo i molteplici aspetti delle manifestazioni artistiche brechtiane, intreccia i testi letterari con le più note canzoni e ballate nate dalla collaborazione di Brecht con alcuni tra i più grandi musicisti del Novecento, quali Kurt Weill, Paul Dessau e Hans Eisler.
In una ribalta nuda e severa, in una luce ora violenta, ora opaca, tagliata da quel sipario di tela bianca tipico di molti spettacoli brechtiani, su un palcoscenico arredato di un leggio e di un pianoforte, Strehler e Milva toccano con limpida incisività i momenti essenziali della vicenda biografica e professionale del grande drammaturgo tedesco. Dalle prime poesie, violentemente espressionistiche, alle liriche dell'esilio, in un'immedesimazione autobiografica col poeta che più gli è caro, Giorgio Strehler traccia il ritratto dell'uomo Brecht.

http://www.mediafire.com/?syyuumzjutw






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MADRE CORAGGIO E I SUOI FIGLI



Madre Coraggio e i suoi figli (sottotitolo: Cronaca della guerra dei Trent'anni), sovente tradotto in Madre Courage e i suoi figli è uno dei capolavori di Bertolt Brecht che scrisse questo testo destinato al teatro fra il 1938 ed il 1939.
L'opera è ambientata in Polonia, Svezia e Germania tra il 1624 e il 1636. Racconta le disavventure di una vivandiera, Anna Fierling, che cerca di guadagnare qualcosa dalla guerra rifornendo gli accampamenti militari durante la guerra; l'unica cosa che otterrà, però, sarà la perdita dei suoi tre figli.
Scritto proprio alla vigilia della seconda guerra mondiale, il testo risulta essere una denuncia di tutte le guerre e degli orrori che esse provocano. Sull'intento politico-ideologico prevale qui l'intento realistico di Brecht, che rappresenta la mentalità degli oppressi e le sue terribili contraddizioni.

Regia: Luigi Squarzina
Traduzione: Enrico Filippini
Registrazione: del 1970 Compagnia Teatro Stabile di Genova

http://www.mediafire.com/?csjzyttzgio
http://www.mediafire.com/?ygnbyjjza94





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PROCESSO DI GIOVANNA D'ARCO A ROUEN - 1431


Autori: Bertolt Brecht, Anna Seghers
traduzione: Klaus Michael Grüber, Giorgio Strehler
regia: Klaus Michael Grüber
musiche: Fiorenzo Carpi
Realizzazione radiofonica: Lorenzo Ferrero e Klaus Michael Gruber
interpreti principali: Valentina Cortese, Ottavio Fanfani, Roberto Herlitzka, Paolo Modugno, Anna Nogara, Enzo Tarascio, Umberto Verdoni

http://www.mediafire.com/?dzzi44l2ymy







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SANTA GIOVANNA DEI MACELLI


Santa Giovanna dei Macelli è un’opera che si svolge nel 1929, l’anno della grande crisi economica.
Molte delle scene sono ambientate nella Borsa del Bestiame di Chicago.
Pierpont Mauler, ricco proprietario di fabbriche per l’inscatolamento della carne che ha alle spalle i grandi finanzieri di Wall Street, conduce il gioco dei prezzi. Poi la borsa crolla, e il crollo sembra travolgere anche lui. Ma è solo una minaccia: Mauler rinasce più forte e più potente, e riesce a riprendere la gestione dei mercati anche approfittando della totale disfatta dei suoi avversari.
Ma se Mauler è un primo protagonista, la seconda pedina di questo gioco è rappresentata dal suo opposto, gli operai, i poveri di Chicago. È in corso lo sciopero delle fabbriche di carne, e Brecht, raccontando dei lavoratori, dei bassi salari, della politica industriale, svela i meccanismi di formazione della ricchezza.
Terzo e fondamentale cardine dell’opera è Giovanna Dark, una sorta di Giovanna D’Arco che s’immagina a capo della rivoluzione pacifica che dovrebbe condurre - secondo le sue speranze e i suoi desideri - col buonsenso sia a risolvere le difficoltà dei padroni che a risollevare le sorti dei “poveri”. Un buonsenso che si schianta contro la logica del profitto, e che ha la sua prima vittima proprio in Giovanna.

Titolo: Santa Giovanna dei macelli
Autore: Bertolt Brecht
Interpreti: Galatea Ranzi e Roberto Herlitzka
Adattamento radiofonico: Mara Chiaretti e Federico Tiezzi
Regia: Federico Tiezzi

http://www.mediafire.com/?xrcwl1y1toy





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TAMBURI NELLA NOTTE


E' il secondo lavoro teatrale di Brecht, presentato ai Munchner Kammerspiele dal regista Falckenberg nel 1921, all'epoca dei moti spartachisti di cui nella commedia si parla. Già prima Brecht aveva avuto un grande successo con Baal: anche questo secondo lavoro riesce a sfondare subito e a rendere notissimo il suo autore. L'azione si svolge in una notte di novembre, dalla sera all'alba, per le vie e nelle bettole cittadine. Un reduce, Andree Kragler, è da tutti considerato morto e sepolto perchè per quattro anni non ha dato più sue notizie. La fidanzata Anna però non riesce a toglierselo dalla mente, malgrado abbia nel frattempo ceduto a un altro, di cui è incinta. I suoi genitori, i coniugi Balicke, la spronano a sposare Friedrich Murk, un tale che non ha fatto la guerra ed è rimasto comodamente a ingrassare a casa propria. La commedia è in cinque atti. Nel primo, sulle pressioni dei genitori, Anna finisce per acconsentire a fidanzarsi con Murk; ma mentre, nel secondo atto, si festeggia il fidanzamento al Piccadillybar, spunta Andree Kragler, il reduce, miseramente vestito e con le illusioni di una volta. Crede che Anna lo abbia aspettato; ma a poco a poco tutti fanno a gara per persuaderlo che la fidanzata è ormai perduta per lui, e comunque che non è più illibata. Kragler fugge e si mescola alle prostitute, ai rivoltosi e agli ubriaconi che per le vie inneggiano ai moti rivoluzionari, cui Kragler nella sua delusione vorrebbe unirsi. Ma Anna lo rincorre e gli confessa la verità. Le odiose e brutali parole di cui tutti lo fanno oggetto trasformano lentamente l'illuso Kragler in un amaro e disincantato individuo, il quale si rende conto che ormai in patria non è rimasto che sudiciume e disonestà. Allora, presa Anna sottobraccio, la invita a cercare insieme un buon letto dove poter moltiplicare la specie. Questi primi exploits teatrali di Brecht sono intrisi del più crudo e spietato realismo e rappresentano i primi passi sulla via di quel "rigore morale e formale" (Mittner) che lo caratterizzerà sempre più e gli conferirà un'inconfondibile fisionomia nella letteratura fra le due guerre.

Titolo: Tamburi nella notte
Autore: Bertolt Brecht
Traduzione di: Emilio Castellani
Interpreti: Virginio Gazzolo, Leda Negroni, Massimo Castri, Gianna Giachetti, Ugo Maria Morosi, Carlo Ratti, Andrea Matteuzzi, Dante Biagione, Giampiero Beccarelli, Gianni Musi, Alberto Archetti, Grazia Radicchi, Daniela Nobili, Gianni Esposito, Vivaldo Matteoni, Piero Vivaldi
Regia: Roberto Guicciardini
Compagnia di prosa di Firenze della Radio Televisione Italiana

http://www.mediafire.com/?m4mmmddzbin

Edited by eos1948 - 26/5/2008, 14:33
 
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Vera Pavlovna
view post Posted on 27/4/2016, 00:50




Che meraviglia! Grazie
 
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1 replies since 26/4/2008, 06:06   985 views
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