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LA CURA, Conversazioni intorno alla pandemia

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view post Posted on 15/2/2021, 13:25
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Il sabato alle ore 18.00

Una serie trasmessa nell'estate 2020 e nuova serie invernale di conversazioni intorno alla pandemia, con Marino Sinibaldi. “La cura” è un progetto che nasce, innanzitutto, dal tentativo di elaborare quello che ci è successo e ci sta ancora accadendo, come esseri umani e come italiani. Questi mesi di pandemia - un'epidemia che ha colpito tutto il mondo, ma che in Italia ha avuto una ferocia particolare e che, in alcune zone, ha avuto una letalità altissima e una incidenza profondissima - ci hanno fatto riflettere sulla salute, non solo quella fisica, di questo paese e delle generazioni che lo stanno abitando.

A cura di Elisabetta Parisi
Scelte musicali a cura di Giovanna Natalini


11-07-2020-- Sebastiano Maffettone
«In momenti drammatici possiamo provare a mettere ordine nei nostri pensieri e nei nostri desideri nella misura flebile in cui siamo capaci di farlo».
«Si è diffusa la consapevolezza che dobbiamo cambiare, essere meno egoisti, meno rapaci, meno aggressivi con la natura».
«L’idea della vulnerabilità dell’essere umano è distruttiva ma può farci recuperare l’dea di essere umano, di specie».
18-07-2020-- Giorgia Serughetti
«La politica ha dovuto preoccuparsi dei nostri corpi, riportando al centro qualcosa che ci è caro e di cui vogliamo avere cura».
«La crisi Covid è una crisi della “cura”, una estremizzazione delle difficoltà della comunità di generare e far crescere figli, di curare anziani e disabili».
«Le nostre protezioni sociali sono fragili se intere categorie di lavoratori rischiano di cadere in povertà»
«Il Covid ha funzionato come un pettine che porta i nodi all’evidenza».
25-07-2020-- Marco Guzzi
«La pandemia ha evidenziato le tendenze apocalittiche degli ultimi decenni come l’urgenza climatica e le disuguaglianze».
«È giusto ascoltare gli scienziati ma non possiamo delegare alla scienza competenze che non ha».
«La pandemia rafforza il rischio di una psicopolitica sanitaria, ma rende più evidente l’insostenibilità del nostro modello di sviluppo».
01-08-2020-- Ilaria Capua
«Bisogna concepire un’idea di salute più ampia. Che comprende anche la salute degli animali e delle piante».
«La pandemia ha una tale potenza, che lascia uno strascico che ci proietta in un dopo inevitabilmente diverso».
«Bisogna capire i messaggi che ci urla la pandemia: le città devono essere organizzate in un modo diverso»
«Se gli italiani fossero stati più preparati dal punto di vista scientifico avrebbero avuto meno paura».
08-08-2020-- Vittorio Lingiardi
«È stato un incontro collettivo imprevisto e soverchiante con la morte, la perdita, la nostra vulnerabilità».
«Durante la pandemia in molti sogni compariva l’immagine dell’onda anomala, dello tsunami».
«Siamo tutti divisti tra una parte claustrofobica e una parte claustrofilica. L’unica cura è integrare le parti in conflitto dentro di noi».
15-08-2020-- Bruna Peyrot
«Il silenzio è una terapia perché obbliga a guardarsi dentro, a ridare un senso più autentico alle parole».
«Da questi eventi traumatici bisogna ripescare gesti di ricostruzione, di riconciliazione».
«Tutte le culture hanno un filone di resistenza. Possiamo trovare la nostra forza attraverso esempi e fatti accaduti alle comunità alle quali apparteniamo».
22-08-2020-- Stefano Boeri
«Abbiamo capito che c’è un legame tra la pandemia, la crisi climatica e l’impoverimento della biodiversità».
«Ripopolare i borghi sarebbe possibile anche senza abbandonare le città ma solo delocalizzando alcune porzioni della vita quotidiana».
«I confini sono irrilevanti, non esiste la possibilità di chiudersi, occorre piuttosto rispettare protocolli di distanziamento».
29-08-2020-- Chandra Livia Candiani
«Questo tempo difficile è una svolta per noi: le guerre, le inondazioni, le epidemie sono sempre altrove».
«Tutto questo sta accadendo anche perché vogliamo sempre aumentare, crescere, invadere tutto».
«Ciò che sta accadendo oggi può insegnare la tolleranza del non capire».
05-09-2020-- Mauro Magatti
«Nel 21° secolo dovremmo uscire dal paradigma della produzione e entrare nelnparadigma della generazione, del prenderci cura per far fiorire la vita intorno a noi».
«La pandemia ci sollecita a guardarci intorno, a essere attenti a ciò che capita intorno a noi, ci risveglia da questa incuria».
«Non basta più stimolare i consumi per avere crescita, bisogna tornare a creare valore , cioè sviluppare la qualità della nostra vita insieme».
12-09-2020-- Luisella Battaglia
«Spesso l'idea di cura nasce dalla paura, dovrebbe invece essere legata alla speranza».
«La cura è una vocazione dell' uomo che lo spinge ad interessarsi del mondo intorno a lui senza dimenticare se stesso»
«L'idea di una salute globale, circolare, ci ricorda che noi apparteniamo a una intera comunità di vita e dobbiamo farcene carico»
12-12-2020-- Paolo Vineis
«La pandemia di Covid 19 evidenzia che abbiamo a che fare con la complessità e non ci sono soluzioni semplici per la complessità.»
«Nel fronteggiare la pandemia esistono esigenze oggettivamente contrastanti come salute ed economia, giovani e anziani, istruzione e salute. Il compito della politica è trovare la migliore mediazione.»
«Stabilire le priorità è oggetto della democrazia deliberativa. La politica non può trincerarsi dietro la scienza quando prende decisioni che comportano una condivisione con la società intera.»
19-12-2020-- Lidia Maggi
«La pandemia ci ha costretto a ripensare il luogo dove abitiamo. Nella casa noi impariamo la grammatica delle relazioni e della cura».
«Nel momento in cui usciamo da una immagine di autosufficienza per riconoscere che siamo creature in bisogno dell' altro, la cura acquista un ruolo centrale».
«A causa dell' emergenza stiamo sperimentando che abbiamo bisogno di interessarci a una realtà che va molto oltre noi stessi».
26-12-2020-- Matteo Zuppi
«Il mondo è malato non solo per il covid ma per altre pandemie, per esempio l' ingiustizia e la disuguaglianza».
«É importante la consapevolezza di essere tutti vulnerabili ma non è scontato che abbiamo davvero raggiunto questa consapevolezza».
«La pandemia ha riaperto per tutti un confronto con la morte che è fondamentale perché non si capisce la vita senza guardare in faccia la morte».
02-01-2021-- Marina Sozzi
«La cura che stiamo sperimentando in questi mesi è un nuovo traguardo dell' umano. Stiamo sperimentando che proteggendo gli altri proteggiamo noi stessi».
«Abbiamo bisogno di sentirci un po' impotenti e un po' in balia della natura in modo di ricostruire un rapporto di maggior rispetto nei confronti della natura e degli altri».
«La speranza è che ciò che è accaduto insegni la solidarietà e la percezione della vulnerabilità ma c' è un desiderio di oblio molto diffuso».
«Il covid arriva in un epoca nella quale ci siamo distaccati da una dimensione religiosa, e siamo in una sorta di guado dal punto di vista rituale. Non abbiamo un rito collettivo per ricordare le vittime del covid».
09-01-2021-- Franco Berardi
«Frugalità vuol dire conoscenza dei propri bisogni e disponibilità di ciò che veramente ci occorre. La questione da mettere al centro non è economica ma è ecologica e psichica».
«Il bacio è fra tutti i comportamenti il più umano. Invece noi stiamo sviluppando una sensibilizzazione fobica alle labbra e al corpo dell' altro».
«In questi mesi ci siamo resi conto che questo trasferimento della nostra affettività su un piano che esclude la presenza e il contatto fisico potrebbe avere sul lungo periodo effetti catastrofici».
16-01-2021-- Giovanna Badalassi
«La pandemia non è una guerra. E' una crisi di cura. Richiede pazienza, solidarietà, empatia, condivisione dei problemi delle persone.».
«Le donne vengono educate a sviluppare capacità di cura. Alcune leader donne hanno mostrato qualità particolarmente adatte per affrontare la pandemia.».
23-01-2021-- Romano Madera
«Il protrarsi della pandemia crea un effetto recidiva. La recidiva spalanca l'abbisso, la prospettiva del "può non finire". È difficile reggere la frustrazione».
«La pandemia ci ha dato una lezione tragica ma anche splendida. Come io tratto me stesso così ho una influenza nei confronti degli altri. La regola d'oro del fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.».
30-01-2021-- Elena Pulcini
«Abbiamo segregato la cura in una dimensione di marginalità, di innocua e relativa importanza. Dovremmo sottrarla alla piccola prigione del privato e farla diventare una forma di vita.».
«L'etica della cura è concreta, contingente, contestuale. Perche è una pratica che si cala di volta in volta in un contesto. Perché ha radici emotive. Non è un'etica del dovere».
«La cura è una forma di vita che può diventare potente e può combattere le forme di vita che si sono imposte negli ultimi secoli e hanno prodotto tutto quello che stiamo vedendo.».

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