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FUTURE LIBRARY

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view post Posted on 17/6/2015, 05:47
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Leggeremo tra cento anni l'ultimo libro di Margaret Atwood donato alla Future Library

Margaret Atwood è la prima scrittrice ad aver detto sì al progetto Future Library: una foresta nata per diventare, nel 2114, un'antologia di libri inediti.

Dipende dal punto di vista, ma questo è il sogno (o l’incubo) di ogni scrittore: Margaret Atwood non saprà mai cosa ne penseranno i lettori del libro a cui sta lavorando attualmente, perché verrà pubblicato soltanto tra 100 anni.

Sì, perché la scrittrice canadese è la prima ad aver aderito al progetto Future Library: una foresta norvegese che tra un secolo diventerà un’antologia di libri. L’avveniristica impresa è nata grazie all’artista scozzese Katie Paterson.
Quest’estate, appena fuori Oslo – a Nordmarka – sono stati piantati mille alberi che serviranno a produrre 100 testi. Fino ad allora un autore all’anno contribuirà a far crescere questa collezione scrivendo un’opera che rimarrà inedita fino al 2114.
I manoscritti saranno conservati in un’apposita stanza della New Public Deichmanske Library di Oslo. Quest’area, disegnata dalla stessa artista, sarà rivestita con il legno proveniente dalla foresta. I nomi degli autori e i titoli dei loro lavori appariranno su un display, ma nessuno di questi sarà disponibile per esser letto, se non prima di un secolo pieno. La cerimonia di inaugurazione di questa sala, si terrà nel 2015 e segnerà il passaggio dell’opera della Atwood all’interno della futura biblioteca.
“Sono veramente onorata e felice di prendere parte a questa impresa. Almeno il progetto ha fiducia che tra cento anni ci saranno ancora umani in circolazione!”, ha affermato la scrittrice. “È quel genere di cosa a cui non puoi che rispondere immediatamente sì o no. Ripenso alla nostra infanzia quando usavamo seppellire qualcosa che ci apparteneva nel giardino di casa, nella speranza che un giorno qualcuno lo avrebbe scoperto e avrebbe detto con tono meravigliato ‘Guarda un po’ che bel sacchetto di biglie che c’è qui. Chissà di chi era’”.
“Quando scrivi un qualsiasi libro, ha continuato la Atwood, “non sai quando verrà letto, né sai chi lo leggerà. I libri, quindi, sono davvero come il messaggio in una bottiglia”.

Conservare un’opera per tutto questo tempo trova anche una sua concettuale contraddizione: quella di concepire e produrre un lavoro nella speranza di trovare un pubblico di lettori che tuttora neanche esistono. Magari occorreranno persino degli antropologi che dovranno tradurre i testi il cui linguaggio apparirà desueto e ostico da interpretare.
Quello della Paterson, comunque, è un progetto lungimirante, sia dal punto di vista letterario che ambientale, e intanto conta della collaborazione della città di Oslo che nel frattempo assicurerà la protezione della foresta fino al 2114. Inoltre è un’opportunità che veicola “un incredibile senso di libertà”, ha dichiarato l’artista scozzese. “Perché gli autori potranno scrivere su qualsiasi argomento, sia sotto forma di racconto che di romanzo, e in qualsiasi lingua. Noi stiamo solo chiedendo che si tratti di un componimento di pura immaginazione e che sia ambientato nel nostro tempo, così quando i futuri lettori apriranno il libro, avranno un qualche riflesso di come si viveva 100 anni fa”.

Insomma, chi vivrà vedrà. O meglio, leggerà.

Fonte: www.wuz.it/articolo-libri/8383/Future-Library.html
 
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