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LA GRANDE GUERRA, con Alessandra Tarquini

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view post Posted on 21/6/2014, 13:56
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Un viaggio attraverso gli anni, i luoghi e i protagonisti del conflitto per raccontare come la grande guerra, cento anni fa, ha cambiato il mondo e la mentalità dei popoli. Alessandra Tarquini dialogherà con ospiti italiani e stranieri di politica estera, della cultura e del ruolo degli intellettuali, di economia, di psicologia, dei nuovi assetti geopolitici mondiali e della straordinaria accelerazione dei mutamenti sociali, nei cuori e nella mentalità degli uomini e donne del Novecento. Un ruolo di primo piano avrà il racconto e la memoria dell’esperienza bellica italiana, cominciata nel 1915 e fortemente legata al territorio trentino. In ogni puntata, il dibattito sarà arricchito da diverse fonti sonore: brani tratti da romanzi, diari, epistolari, reportage e taccuini, voci e testimonianze edite ed inedite, film e canzoni d’epoca.

Un programma di Federica Barozzi, Lorenzo Pavolini e Alessandra Tarquini.

Dal 30 giugno al 25 luglio dal lunedì al venerdì dalle 13.00 alle 13.45


A Sarajevo il 28 giugno – 1^ e 2^ parte
Rovereto, Campana della pace. Pagine dal libro omonimo di Alberto Forti introdotte da Paolo Rumiz e lette da: Antonio Salines, Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos, Fulvio Falzarano. Musiche di Johann Strauss figlio e Franz Schubert, eseguite dal Quartetto d’archi della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Stefano Furini, violino. Michela Bergamasco, violino. David Briatore, viola. Simona Slokar, violoncello. Regia di Franco Però. Presenta Marino Sinibaldi

Concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai – 1^ e 2^ parte
28 giugno alle ore 20.30- 22.30 dal Teatro Sociale di Trento Concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Gaetano D'Espinosa, direttore Dietrich Henschel, baritono ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI Nicola Piovani (1946) Sarajevo (2014) Prima esecuzione assoluta. Commissione OSN Rai. Brano su commissione dell'OSN Gustav Mahler (1860-1911) Revelge Lied des Verfolgten im Turm Der Schildwache Nachtlied Wo die schoene Trompeten blasen Ich bin der Welt abhanden gekommen Maurice Ravel (1875-1937). Le Tombeau de Couperin Franz Schubert (1797-1828). Sinfonia n. 8 "Incompiuta" Presenta Nicola Pedone

26 e 27 luglio 2014Speciale Farhenheit da Trento

30/06/2014Casus belli
Il 28 giugno 1914, l’attentato di Sarajevo è il primo atto dell’escalation diplomatico militare che precipitò l’Europa e il mondo nella grande guerra. Con Emilio Gentile ricostruiremo lo scenario e le diverse tappe che portarono alla fine del mondo di ieri, tra entusiasmi e dubbi della prima ora. Marina Lalovic ci racconterà come la Sarajevo di oggi sta vivendo queste celebrazioni e quanto ancora la memoria della guerra divida le sue diverse anime. Marina Lalovic Giornalista serba nata a Belgrado, dal 2000 in Italia. Attualmente è redattrice TV del Babzine, il Magazine settimanale di Babel TV, canale 141 di Sky, dedicato ai nuovi Italiani. Era la corrispondente da Roma per il quotidiano di Belgrado Politika come anche per la radio-televisione Serba, B92 e PINK Tv. Ha collaborato per Associated Press Television News bureau a Roma e nel 2011 era una delle reporter della TV Iraniana, Press Tv. Ha lavorato nel reparto New media di ENEL e ha coordinato la sesta edizione di International Youth Media Summit di Belgrado. Nel 2009 è stata corrispondente per la web tv della rivista americana SPIN e per la rivista europea, Cafebabel. E' stata inoltre l'autrice e la conduttrice del programma TV "Jazz bar" dedicato ai grandi autori del jazz. Ha realizzato il documentario Belgrade Contradictions sul decennale del bombardamento di Belgrado lavorando per diversi anni anche come producer pubblicitario a Roma. Emilio Gentile Storico di fama internazionale, è professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma. Ha insegnato anche in Australia, Francia e Stati Uniti. Collabora con numerosi giornali e riviste, si occupa in particolare di storiografia del fascismo e tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Fascismo. Storia e interpretazione (Laterza, 2001 e 2005); Fascismo di pietra (Laterza, 2007); "La nostra sfida alle stelle". Futuristi in politica (Laterza, 2009); Né stato né nazione. Italiani senza meta (Laterza, 2010); Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell'epoca dei fascismi (Laterza, 2010); Italiani senza padri. Intervista sul Risorgimento (Laterza, 2011); Dieci colpi di pistola, dieci milioni di morti, la fine di un mondo. Storia illustrata della Grande guerra (Laterza, 2014).

01-07-2014La guerra delle idee
La prima guerra mondiale nelle parole degli intellettuali e degli artisti. Da Marinetti a Prezzolini, da Soffici a Jahier, l’atteggiamento di un’intera generazione nei confronti dell’esperienza bellica. Con Mario Isnenghi parleremo dei diversi volti del mito della grande guerra e con Antonio Scurati delle narrazioni belliche e di come la letteratura di tutti i tempi ha raccontato le grandi battaglie. Mario Isnenghi E’uno dei più autorevoli storici italiani, è professore emerito dell’Università di Venezia, e presidente dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea. Studioso dei conflitti fra le memorie nella storia dell’Italia otto-novecentesca, ha pubblicato fra l’altro: Il mito della Grande guerra (il Mulino, 2007); L’Italia in piazza (il Mulino, 2004); I luoghi della memoria. Simboli e miti dell’Italia unita. (Laterza, 2013). Antonio Scurati E’ uno scrittore e docente e ricercatore all'Università Statale di Bergamo,dove insegna Teorie e tecniche del linguaggio televisivo e coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Nel 2008 si trasferisce alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano, dove svolge l'attività di ricercatore e docente titolare nell'ambito del Laboratorio di Scrittura Creativa e del Laboratorio di Oralità e Retorica. Ha pubblicato il saggio Guerra. Narrazioni e culture nella tradizione occidentale (2003). E i romanzi: Il sopravvissuto (Bompiani, 2005 Premio Campiello), Il rumore sordo della battaglia (Bompiani 2002 e 2006) Una storia romantica (Bompiani, 2007), Il bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani, 2009) Gli anni che non stiamo vivendo. Il tempo della cronaca (Bompiani, 2010), La seconda mezzanotte (Bompiani 2011). Il suo ultimo romanzo è Il padre infedele (Bompiani 2013) che è candidato al premio Strega 2014. Collabora con il settimanale Internazionale e con il quotidiano La Stampa.

02-07-2014Trincea
La trincea è il simbolo della prima guerra mondiale: della degradazione morale e fisica in cui si trovarono milioni di uomini dagli ultimi mesi del 1914 alla fine del 1918. Nella testimonianze di chi ha combattuto e nell’immaginario letterario di chi ha raccontato l’esperienza della guerra, la trincea è questo e molto di più. Ne parleremo oggi con lo storico Luciano Zani , con l’architetto Andreas Kipar e con Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera. Luciano Zani È professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della Sapienza Università di Roma. Si è occupato di fascismo, antifascismo e guerre mondiali. Tra le sue pubblicazioni: Italia Libera, il primo movimento antifascista clandestino, 1923-25, Roma-Bari, Laterza, 1975. Fascismo, autarchia, commercio estero. Felice Guarneri, un tecnocrate al servizio dello "Stato nuovo", Bologna, Il Mulino, 1988. Felice Guarneri. Esperienza di guerra e di prigionia (1916-1919), Milano, Mursia, 1995. (in collaborazione con A. Staderini) Fra due totalitarismi. Umberto Nobile e l’Unione Sovietica (1931-1936), Roma, Aracne, 2005. Resistenza a oltranza. Storia e diario di Federico Ferrari, internato militare italiano in Germania, Milano, Mondadori, 2009. Antonio Carioti Giornalista, lavora al Corriere della Sera, scrive di storia. Ha pubblicato: Gli orfani di Salò (Mursia,2008 ), Con il Diavolo in corpo, Intervista sul potere con L. Canfora (Mursia,2011) e I ragazzi della fiamma. I giovani neofascisti e il progetto della grande destra 1952-1958 ( Mursia, 2011). Andreas Kipar Nato a Gelsenkirchen (Germania) nel 1960, ha conseguito la laurea in Architettura del paesaggio all'Università di Essen nel 1984 e la laurea con lode in architettura al Politecnico di Milano nel 1994. Ha insegnato alla Scuola di Specializzazione in Architettura del Paesaggio dell’ Università di Genova e dal 2009 insegna Public Space Design al Politecnico di Milano. Ha tenuto numerosi seminari e lezioni sull’architettura del paesaggio nelle più prestigiose sedi accademiche in Europa e negli Stati Uniti. Dal 1985 esercita la libera professione in Italia e in Germania dove ha fondato lo studio KLA_kiparlandschaftsarchitekten con sede a Milano e Duisburg. Nel 1990 fonda a Milano con Giovanni Sala la società di progettazione Land (Landscape Architecture Nature Development). Numerosi i riconoscimenti importanti tra cui: Premio europeo per l’architettura del paesaggio dell’Elca-European Landscape Contractors Association (2002), Premio di Architettura del Paesaggio del Land Nord Renania Westfalia (2006), Premio speciale del paesaggio della Regione Sardegna (2008 e 2009).

03-07-2014Le parole sono armi
Una guerra totale mobilita tutti i livelli delle società, arruola soldati, donne e bambini cercando il consenso di tutti. Propaganda, guerra delle parole e delle immagini, corrispondenti di guerra, scuole e parrocchie ma soprattutto i giornali divulgarono le ragioni del conflitto ed educarono i lettori alla guerra. Ne parleremo con lo storico e giornalista Pierluigi Allotti, con il Direttore del Museo della guerra di Rovereto Camillo Zadra e con Marco Pizzo, direttore del Museo del Risorgimento di Roma e curatore della Mostra La prima guerra mondiale 1914-1918 Materiali e fonti (nel Complesso del Vittoriano a Roma fino al 31 luglio 2014). Pierluigi Allotti Giornalista, si occupa di storia dei media e svolge attività didattica presso la facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione dell’Università di Roma “La Sapienza”. Nel 2012 ha pubblicato il volume “Giornalisti di regime. La stampa italiana tra fascismo e antifascismo (1922-1948)” (Carocci editore). Camillo Zadra Ha insegnato per vent’anni. È direttore del Museo Storico Italiano della Guerra dal 1996. E’ stato redattore della rivista di studi storici “Materiali di lavoro”. Ha scritto La città di legno. Profughi trentini in Austria 1915-1918, oltre ad articoli dedicati alla scrittura autobiografica durante la Prima guerra mondiale e alle problematiche dei musei storici. Marco Pizzo Dirige il Museo Centrale del Risorgimento di Roma (Complesso del Vittoriano) e coordina il progetto di inventariazione dei fondi archivistici dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Si è occupato del recupero delle fonti documentarie per la storia dell’Italia tra ‘800 e ‘900 e degli archivi religiosi (in particolare del Sant’Uffizio). Ha curato numerose mostre tematiche sulla storia e sull’arte in Italia e all’estero e la pubblicazione dei volumi dei Repertori del Museo Centrale del Risorgimento (fondi fotografici, fonti iconografiche, fondi archivistici, collezione d’arte). Ha curato la mostra La prima guerra mondiale 1914-1918. Materiali e fonti allestita nel Complesso del Vittoriano (2 giugno-30 luglio 2014) e uno dei collaboratori della mostra Castel Sant’Angelo e La grande Guerra (maggio- novembre 2014). Tra le sue pubblicazioni: Lo stivale di Garibaldi. L’Italia del Risorgimento (Mondadori, 2011) sulla fotografia dell’800 italiano; L’occhio del nemico. Fotografie austro-ungariche della Grande Guerra (Gangemi 2008); L’Album dei Mille di Alessandro Pavia, Repertori del Museo Centrale del Risorgimento 2, (Gangemi,2004); Un museo per la Morte, Il Cimitero di Piacenza, (Biblioteca Storica Piacentina,2004)

04-07-2014Grandi battaglie
Parleremo con lo storico e politologo Gian Enrico Rusconi dell’andamento della guerra attraverso le sue battaglie più famose e significative, quelle che sono rimaste nella memoria dei popoli, quelle che hanno cambiato la guerra perché se il loro esito fosse stato diverso, il conflitto non sarebbe terminato nel modo che conosciamo. Racconteremo le strategie militari, le scelte degli uomini, le responsabilità e i morti sul campo. Con i giornalisti Lawrence Pollard della BBC e Tommaso Pedicini di Radio Colonia racconteremo come le radio europee stanno raccontando la WW1 Gian Enrico Rusconi Ha insegnato Scienza politica nell’Università di Torino. Fra i suoi numerosi libri: Rischio 1914. Come si decide una guerra ( Il Mulino, 1987), L’azzardo del 1915. Come l’Italia decide la sua guerra (Il Mulino, 2005), Cosa resta dell’occidente (Laterza, 2012), 1914: Attacco a occidente (Il Mulino, 2014). Lawrence Pollard Giornalista inglese e conduttore della BBC Tommaso Pedicini Giornalista, capo redattore della redazione italiana di Radio Colonia (Funkhause Europa)

07/07/2014Tempi moderni
La vita quotidiana nelle città, il mondo del lavoro, l’economia, ma anche i diritti delle persone, i problemi reali di chi per esempio si trovò a vivere in un paese nemico, le innovazioni della tecnologia… oggi racconteremo come si trasformarono le abitudini di vita degli uomini e delle donne che fra il 1914 e il 1918 dovettero affrontare l'esperienza terribile della grande guerra. Ne parleremo conVittorio Marchis, Giovanna Procacci e Gia Caglioti. Giovanna Procacci ha insegnato Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Modena e Reggio. E' autrice di numerosi studi di storia sulla classe operaia e di storia della mentalità. Si occupa da tempo della Prima guerra mondiale sulla quale ha pubblicato vari saggi e volumi: Stato e classe operaia durante la prima guerra mondiale (1983); Soldati e prigionieri italiani nella Grande guerra (1993); Dalla rassegnazione alla rivolta. Mentalità e comportamenti popolari nella Grande guerra, Roma, (1999) Vittorio Marchis è uno storico dell'Ingegneria e professore ordinario di Storia della Scienza e delle Tecniche presso il Politecnico di Torino, cui di dirige inoltre il Centro Museo e Documentazione Storica. Ha scritto centinaia di articoli scientifici e numerosi libri, e da qualche anno propone le sue Autopsie di macchine (lavatrici, biciclette, macchine da scrivere, aspirapolvere, telescopi ecc.), spettacoli che raccontano con un taglio originale il rapporto tra l’uomo e la tecnica. Tiene inoltre numerosi blog, cui si può accedere dal sito [URL=http://www.vittoriomarchis.it]www.vittoriomarchis.it
. Gia Caglioti è professore ordinario di storia contemporanea nell'Università di Napoli Federico II. Sta lavorando ad una storia transnazionale del trattamento dei cittadini di nazionalità nemica nella Grande Guerra. Si è occupata di migrazioni d'élite nell'Europa dell'Ottocento, di networks e minoranze imprenditoriali tra la Restaurazione e la prima guerra mondiale; della storia delle piccole borghesie produttive nella Napoli del XIX secolo; di associazionismo volontario e dei cambiamenti intervenuti nelle forme di sociabilità nel XIX secolo.

08-07-2014La guerra delle donne
Crocerossine, pacifiste, prostitute, regine, reginelle, sorelle, amiche e madri di famiglia. Le donne combatterono una guerra lunga e dura. Al fronte, nelle fabbriche, dove presero il posto degli uomini, nelle famiglie dove attesero figli, mariti e fratelli. La Grande guerra fu anche la loro guerra. Ne parlereno con Stefania Bartoloni e Bruna Bianchi Bruna Bianchi insegna Storia delle donne e Storia del pensiero politico e sociale contemporaneo all'Università Ca' Foscari di Venezia. Studiosa della Grande guerra, ed in particolare dell'esperienza bellica di soldati e ufficiali, si è occupata del pensiero pacifista e della deportazione della popolazione civile nel corso delle due guerre mondiali. Dirige la rivista telematica "DEP. Deportate, esuli, profughe” (www.unive.it/dep). Tra le sue pubblicazioni si ricorda: La follia e la fuga (Bulzoni 2001); Deportazione e memorie femminili 1899-1953 (Unicopli 2002). Stefania Bartoloni insegna Storia del Partiti politici presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi Roma Tre. Socia fondatrice della Società italiana delle storiche. I suoi interessi di studio e di ricerca vertono sui temi della formazione delle identità e delle relazioni di genere tra Otto e Novecento. Si è anche occupata della genesi e allo sviluppo della professione infermieristica. Tra le sue pubblicazioni: Donne al fronte. Le Infermiere Volontarie nella Grande Guerra, Roma, Jouvence, 1998; Italiane alla guerra. L’assistenza ai feriti 1915-1918, Venezia, Marsilio, 2003; Da una guerra all’altra. Le infermiere della Croce rossa fra il 1911 e il 1945, in Guerra e pace nell’Italia del Novecento, Politica estera, cultura politica e correnti dell’opinione pubblica, a cura di Luigi Goglia, Renato Moro, Leopoldo Nuti, Bologna, il Mulino, 2006, pp.149-174.

09-07-2014L'Italia in guerra
Che cosa sono le giornate di maggio? Perché l’Italia entrò in guerra un anno dopo? Chi era a favore e chi contro, e perché vinsero le ragioni degli interventisti? Parliamo con Giovanni Sabbatucci e Fortunato Minniti del ruolo specifico dell’Italia nel conflitto mondiale, della guerra in montagna e le battaglie combattute sul fronte italo austriaco, ma anche di come cambiò una società posta per la prima volta di fronte alla nazionalizzazione delle masse. Giovanni Sabbatucciha insegnato Storia contemporanea alla facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma. Ha studiato la storia dell’Italia unita e dei suoi movimenti politici. Tra i suoi libri: Il riformismo impossibile (Laterza 1991), Le riforme elettorali nella storia d’Italia (Unicopli 1995). Insieme ad Andrea Giardina e Vittorio Vidotto ha scritto un Manuale di storia per le scuole superiori (Laterza) e, sempre con Vidotto, una Storia d’Italia in sei volumi (sempre Laterza). Ha collaborato per molti anni con L’espresso e il Corriere della Sera. Fortunato Minnitiinsegna Storia contemporanea nell'Università di Roma Tre. Tra i suoi libri: "Esercito e politica da Porta Pia alla Triplice Alleanza" (Bonacci, 1984) e "Fino alla guerra. Strategia e conflitto nella politica di potenza di Mussolini. 1923-1940" (Esi, 2000), “Il Piave” (il Mulino, 2002).

10/07/2014Eserciti e lanciafiamme
Le nuove armi e le vecchie: i gas, i lanciafiamme e gli aerei, gli eserciti e gli uomini che li compongono, i legami che si costruirono tra loro. Parleremo con Giorgio Rochat e Marco Mondini dell'impiego delle tecnologie in battaglia, ma anche del cameratismo che segnò per sempre le generazioni di uomini che presero parte alla Grande guerra. In italia e all’estero l’inizio di una nuova violenza. Giorgio Rochat E’ stato professore di Storia contemporanea nelle Università di Milano dal 1969, Ferrara dal 1976 e Torino dal 1980, qui anche professore di Storia delle istituzioni militari e docente presso la Scuola di applicazione dell'esercito, fino alla pensione 2005. Ha studiato la storia politica, coloniale e militare italiana dall'Unità alla Seconda guerra mondiale. Presidente dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione 1996-2000, presidente della Società di studi valdesi 1990-1999. Dei suoi molti volumi ricordiamo soltanto le opere di grande sintesi: La Grande Guerra 1914-1918, con Mario Isnenghi, 2000, poi Mulino editore 2008 e 2014; e Le guerre italiane 1935-1943, Einaudi 2005. Marco Mondini Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha lavorato all’Università di Padova, all’Ecole Normale Superieure di Parigi, all’Università di Lille 3 “Charles De Gaulle” e a quella di Parigi 7- Diderot. Attualmente è ricercatore all’Istituto Storico Italo Germanico – FBK di Trento, dove è coordinatore scientifico del progetto “1914-1918”, e insegna storia contemporanea all’Università di Padova. E’ membro dell’Historial de la Grande Guerre di Peronne e section editor per l’Italia del progetto internazionale “14-18 online. International Encyclopedia of the First World War”. Dal 2013 è consulente scientifico della Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio per il centenario della Grande Guerra. Tra i suoi libri: “La politica delle armi. Il ruolo dell’esercito nell’avvento del fascismo” (Laterza 2006), “Alpini. Parole e immagini di un mito guerriero” (Laterza 2008). Il suo volume sulla Grande Guerra in Italia (“La guerra italiana. Partire, raccontare, tornare”" 1914-18”) uscirà nei prossimi giorni per l’editore Il Mulino.

11/07/2014La crisi degli Imperi
Quattro imperi cancellati dalla cartina geopolitica dell’Europa. Nuove nazioni, nuovi domini economici e coloniali, uno scenario internazionale inedito. Come cambiarono l’Europa e il mondo del vicino Oriente durante e dopo il conflitto? Con Pinella di Gregorio e Oliver Janz parleremo della crisi dell’Impero ottomano, del nazionalismo arabo, dell’Impero britannico, di come la guerra stimolò la nascita di un nuovo colonialismo e cercheremo di capire l'origine di questioni che ancora oggi sono sotto i nostri occhi. Pinella di Gregorio E' professore associato di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Catania, dove tiene due corsi di Storia Contemporanea presso il Cdl in Scienze Sociologiche e il Cdl in Comunicazione e Relazioni Pubbliche (sede decentrata di Caltanissetta). Dall’aprile 2004 fa parte della redazione della rivista «Meridiana». Tra le sue pubblicazioni: Oro Nero d’Oriente. Arabi, petrolio e imperi tra le due guerre mondiali, Donzelli Editore, Roma 2006; Frontiere. L’impero britannico e la costruzione del Medio Oriente contemporaneo, Carocci, 2013. Oliver Janz Insegna storia moderna e contemporanea alla Freie Università di Berlino. Con Lutz Klinkhammer ha curato La morte per la Patria (Donzelli, 2008).

14/07/2014Guerra e rivoluzione
La rivoluzione bolscevica scoppia nel pieno della Grande guerra e porta al crollo l’impero zarista. Lo storico inglese Eric Hobsbawm definiva il Novecento un "secolo breve" iniziato nel 1914 con la prima guerra mondiale e terminato nel 1991 con il crollo del comunismo. Con Andrea Graziosi e Marcello Flores parleremo della più grande rivoluzione del Novecento: della violenza che sprigionò e dei miti che creò in Occidente. Parleremo del consenso degli anni Venti ma anche del terrore del decennio successivo, dei sogni di speranze e di rinnovamento che arrivarono in tutto il mondo e di come la rivoluzione fu anche un prodotto della Grande guerra. Andrea Graziosi E’ professore di storia contemporanea in aspettativa all'Università di Napoli Federico II, e membro del Consiglio Direttivo dell'Agenzia nazionale di valutazione dell'Università e della ricerca. Studioso di storia russa, ucraina e sovietica, nonché della storia politica comparata delle lingue e della questione nazionale, ha insegnato a Harvard, Yale e all'Ecole des Hautes Etudes.E' autore dell'Urss di Lenin e Stalin, 1914-1945 e dell'Urss dal trionfo al declino, 1945-1991 (Il Mulino), oltre che di libri e saggi usciti in vari paesi. Dal 1993 al 2013 ha co-diretto a Mosca la collana archivistica Dokumenty sovetskoi istorii, che ha pubblicato 17 volumi. Dal 2007 al 2011 è stato presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia contemporanea (SISSCo). Marcello Flores insegna Storia contemporanea e Storia comparata alla facoltà di Lettere dell'Università di Siena, dove dirige anche il Master in Human Rights and Humanitarian Action. È stato direttore della rivista "I viaggi di Erodoto" e collabora con la rivista "il Mulino". Fa parte del comitato scientifico per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani sull'Armenia. Ha pubblicato: L'immagine dell'Urss. L'occidente e la Russiadi Stalin (il Saggiatore 1990), L'età del sospetto. I processi politici della guerra fredda (il Mulino 1995), 1956 (il Mulino 1996), In terra non c'è il paradiso. Il racconto del comunismo (Baldini&Castoldi 1998), Storia, verità, giustizia. I crimini del xx secolo (a cura di, Bruno Mondadori 2001), Il secolo-mondo. Identità e globalismo nel XX secolo (il Mulino 2002), 1917 (Einaudi, 2007), Il genocidio degli Armeni (Il Mulino, 2007), Storia dei diritti umani (Il Mulino, 2007), La fine del comunismo (Bruno Mondadori, 2011).

15/07/2014La bellezza e l'orrore
Uno degli aspetti più noti e più importanti della mobilitazione determinata dalla Grande guerra fu la partecipazione degli intellettuali e degli artisti. Ne parleremo con Andrea Cortellessa e Michele Dantini del contributo dell’arte europea e italiana. Ascolteremo la voce di Filippo Tommaso Marinetii e quella di Giuseppe Ungaretti che legge “I miei fiumi”. Proveremo a descrivere le particolarità della poesia italiana davanti alla guerra mondiale e a chiederci se esiste un elemento comune ai poeti che parlano di guerra che va oltre le singole esperienze.

Andrea Cortellessa
Insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma Tre. Fra i suoi libri Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia di poeti italiani nella prima guerra mondiale (Bruno Mondadori 1998), Ungaretti (Einaudi 2000), La fisica del senso. Saggi e interventi su poeti italiani dal 1940 a oggi (Fazi 2006), Libri segreti. Autori-critici nel Novecento italiano (Le Lettere 2008),Scuole segrete. Il Novecento italiano e Tommaso Landolfi (Aragno 2009) e, con Marco Belpoliti, Da una tregua all’altra. Auschwitz-Torino sessant’anni dopo (Chiarelettere 2010). Con Luca Archibugi, nel 2010 ha realizzato per RaiCinema il documentario Senza scrittori (01 distribution 2011). Per Bompiani, Adelphi, Garzanti e Feltrinelli ha curato testi di Giorgio de Chirico, Giorgio Manganelli, Elio Pagliarani, Giovanni Raboni e Luigi Di Ruscio (insieme ad Angelo Ferracuti i Romanzi nel 2014). Per L’orma editore di Roma dirige la collana di testi italiani contemporanei fuoriformato (che dal 2006 al 2012 è stata edita da Le Lettere per trentuno titoli complessivi). Nella nuova serie ha curato nel 2013 un’edizione Col senno di poi del Romanzo sperimentale del Gruppo 63 (originariamente a cura di Nanni Balestrini) e nel 2014 Una profonda invidia per la musica di Giorgio Manganelli («Invenzioni a due voci con Paolo Terni») e La terra della prosa. Narratori italiani degli anni Zero (1999-2014). Collabora a «doppiozero», «Tuttolibri» e ad altre testate. È nella redazione delle riviste «alfabeta2» e «il verri» e collabora ai programmi culturali di RAI-Radio Tre.

Michele Dantini
Storico e critico d’arte, Michele Dantini insegna storia dell’arte contemporanea all’università del Piemonte orientale, collabora con i maggiori musei italiani di arte contemporanea ed è visiting professor presso università nazionali e internazionali. Laureatosi in storia della filosofia e perfezionatosi (Ph.D.) in storia dell'arte contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, The Courtauld Institute, Londra, Eberhard Karls Universität, Tubinga, tra 2011 e 2013 ha diretto il Master in Educational Management al Castello di Rivoli Museo di arte contemporanea. La redazione di Artribune l’ha nominato miglior critico dell’anno per il 2013.E' interessato alle geopolitiche culturali, al rapporto tra immagine e parola e alla definizione del ruolo della memoria storico-artistica nell'arte contemporanea. Tra le sue pubblicazioni recenti Macchina e stella. Tre studi su arte, storia dell'arte e "clandestinità": Duchamp, Johns, Boetti (Milano 2014); Geopolitiche dell'arte italiana. Arte e critica d'arte nel contesto internazionale (Milano 2012); Arte contemporanea, ecologia e sfera pubblica (Roma 2012); Humanities e innovazione sociale (Milano 2012). E’ nella redazione di ROARS. Return on Academic Research e nel comitato editoriale di Doppiozero. Collabora al Mulino, Il Giornale dell’arte e Left. Attualmente lavora a un libro sui temi della cittadinanza culturale che uscirà in ottobre. La sua domanda è: in che modo il pensiero critico contribuisce al benessere della società? Il suo blog @L’Huffington è qui.


16/07/2014I ragazzi del ‘99
Molti dei volontari che andarono in guerra, vissero il conflitto anche come si vive un conflitto generazionale.Chi erano i ragazzi che passarono direttamente dalle aule scolastiche alla trincea? Che formazione avevano e a quale estrazione sociale appartenevano? Con Elena Papadia, Walter Fochesato e Paolo Conti parleremo dei giovani che presero parte al conflitto e dunque dei protagonisti della Prima guerra mondiale. Parleremo anche di come la letteratura per i ragazzi ha accolto il tema della guerra e di come si può trasmettere oggi agli studenti la memoria e la conoscenza storica di quegli eventi.

Elena Papadia
Ricercatrice di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza - Università di Roma. Ha tra l'altro pubblicato "Di padre in figlio. La generazione del 1915" (Il Mulino, 2013).

Walter Fochesato
Esperto di storia dell’Illustrazione e coordinatore redazionale della rivista Andersen, è docente di Storia dell’Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Ha tra l'altro pubblicato "Raccontare la guerra nei libri per bambini e ragazzi", Interlinea edizioni, 2011.


17/07/2014Traumi di guerra
Complessivamente, si stimano a 26 milioni i caduti della Grande Guerra e almeno a 20 milioni le persone menomate, disabili o traumatizzate in modo irreversibile. Oggi parleremo di loro. Di come i traumatizzati fisici e psicologici vennero usati nella propaganda. Di come venivano curati gli "scemi di guerra". Con Barbara Bracco parleremo della figura di feriti e mutilati di guerra e di come vennero accolti nella società italiana che trasformò il ferito in un eroe. Con Dario De Santis, invece, affronteremo il tema del trauma psichico. Attraverso la testimonianza di padre Agostino Gemelli parleremo di come la scienza medica dell’epoca si occupò delle nevrosi scatenate dal conflitto, dei tanti militari ospitati negli ospedali psichiatrici, dei primi psichiatri e del loro lavoro.

Barbara Bracco
Docente di storia contemporanea presso il Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca. Studiosa di storia culturale e politica dell’Italia contemporanea, ha dedicato alla Grande guerra molte pubblicazioni. Tra le ultime il volume "La patria ferita. I corpi dei soldati italiani e la Grande guerra", Giunti editore, 2012.

Dario De Santis
E’ assegnista di ricerca presso il Dipartimento di psicologia dell'Università degli studi di Milano-Bicocca e collabora con il Centro interdipartimentale di ricerca ASPI - Archivio storico della psicologia italiana della stessa università. Si occupa di storia della scienza e in particolare di storia delle scienze della mente con un progetto relativo all'esperienza scientifica e personale degli psicologi italiani sul fronte della Grande Guerra. Autore di diversi articoli su riviste e volumi collettanei, ha recentemente pubblicato I fabbricanti di uomini. Storia delle prime fecondazioni artificiali sul genere umano (Pendragon, 2012).


18/07/2014Eroi di guerra
Oggi vogliamo raccontarvi le biografie di alcuni eroi di guerra. Perché mai come nella prima guerra mondiale il culto degli eroi assunse uno spazio e un ruolo decisivo nelle società europee. E in effetti se ci pensiamo non è strano. Mai nel corso della sua storia l’umanità aveva vissuto una così vasta esperienza di morte collettiva, del lutto per la perdita in guerra di un marito, di un padre, di un fratello, di uno o più figli. E così, il dolore che si perpetuò nella memoria personale e collettiva di tutti i paesi coinvolti nel conflitto cercò un conforto. Cercò di lenire la sofferenza attraverso il culto dei caduti che fu comune a tutte le popolazioni che avevano preso parte alla guerra. E il culto dei caduti celebrò i suoi eroi. Ne parleremo con il biografo di Cesare Battisti, Stefano Biguzzi, con Paolo Brogi che ha recentemente pubblicato il libro "Eroi e poveri diavoli della grande guerra" e con il maggior esperto del milite ignoto Bruno Tobia.

Stefano Biguzzi
Presidente dell'Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Biografo di Cesare Battisti (Utet, 2008).

Paolo Brogi
Giornalista, ha lavorato a "Reporter", "L'Europeo" e al "Corriere della Sera". Ha pubblicato, per Aliberti editore, La lunga notte dei Mille.


Bruno Tobia
Si è a lungo occupato di Storia contemporanea, come professore ordinario all’Università Sapienza di Roma. Ha studiato il movimento operaio tra le due guerre mondiali e i processi del Nation Building in Italia durante l’epoca liberale e quella fascista, con particolare riguardo ai temi dell’estetica della politica. Tra le sue pubblicazioni: Una patria per gli Italiani. Spazi, itinerari, monumenti nell'Italia unita, 1870-1900 (1991) e L'Altare della Patria (1998). Da alcuni anni si dedica alla fotografia, prediligendo la ricerca attorno a spazi e paesaggi urbani, come indagine sul segno e sulla traccia dell’uomo depositati dal tempo. Con una selezione del suo lavoro “Disiecta membra” è stato artista segnalato nel Secondo Progetto Portfolio 2013 a cura della Galleria Gallerati di Roma. Ha pubblicato nel 2013 il volume La città nascosta, con un testo di Fabio Stassi, edito da Camera21.

21/07/2014Addio alle armi
Gli Stati Uniti d’America entrarono in guerra nell’aprile del 1917 determinando le sorti del conflitto. La storia che vogliamo raccontarvi oggi è fatta di grandi avvenimenti e di piccoli eventi, di ragioni politiche e drammi personali, di noti scrittori e di persone comuni, ma soprattutto è la storia di chi pensò già all’inizio del secolo che fosse possibile esportare la democrazia nel mondo. Il viaggio di oggi inizia su un transatlantico che si chiamava Lusitania, era un transatlantico britannico, anzi era l’orgoglio della marina civile inglese, lasciò il molo di New York con 1900 passeggere il 1 maggio del 1915. Il 7 alle 2 del pomeriggio venne affondato da un sommergibile tedesco U20. La nave colò a picco in 18 minuti. morirono 1200 di cui 145 americani.

Arnaldo Testi
Professore ordinario di Storia degli Stati Uniti all’Università di Pisa. Ha studiato all’Università di Pisa, all’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, all’Università del Wisconsin a Madison. Ho fatto ricerche sui movimenti sociali e i partiti politici degli Stati Uniti fra Ottocento e Novecento, sul declino della partecipazione elettorale nel Novecento, sulla storia di genere, sul significato dei simboli nazionali nella storia americana. Sto ora lavorando sulla violenza e l’uso delle armi nella cultura sociale e politica degli Stati Uniti – dalla Rivoluzione ai giorni nostri. Commento sulla storia e la politica americana nel mio blog, Short Cuts America (shortcutsamerica.wordpress.com). Di recente ha pubblicato: “Capture the Flag: The Stars and Stripes in American History” (New York University Press, 2010); una storia degli Stati Uniti in due volumi per Il Mulino (“La formazione degli Stati Uniti”, 2003 e 2013; “Il secolo degli Stati Uniti”, 2008 e, in preparazione, 2014); e “Stelle e strisce” (Bollati Boringhieri, 2003). Ha inoltre curato l’edizione italiana di “Plunkitt di Tammany Hall” (1905; ETS 2010). In precedenza ha pubblicato “Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti” (Otto online, 2000), “La politica dell’esclusione” (Il Mulino, 1994), “L’età progressista negli Stati Uniti” (Il Mulino, 1984), e “Il Socialismo americano nell’età progressista” (Marsilio, 1980).

Giorgio Mariani
E’ Professore di Letteratura Americana presso “Sapienza”, dove coordina il Curriculum del Dottorato di Letterature di Lingua Inglese. E' attualmente Presidente della International American Studies Association (I.A.S.A.) e condirettore della rivista internazionale di studi nord-americani, Ácoma . La sua attività di ricerca si è focalizzata sugli scrittori americani dell'Ottocento (Emerson, Melville, Stephen Crane, and others); sulla letteratura contemporanea degli indiani d'America; sulla teroria della letteratuara; sulle rappresentazioni letterarie e cinematografiche della guerra. Ha pubblicato, curato e co-curato numerosi volumi, tra cui Spectacular Narratives. Representations of Class and War in the American 1890s (1992), Post-tribal Epics. The Native American Novel between Tradition and Modernity (1996) e Le parole e le armi, una raccolta di saggi sui discorsi della guerra e della violenza negli Stati Uniti, dalla colonizzazione puritana sino alla Guerra del Golfo. Il suo ultimo libro, One Step Beyond The Hero: Waging War on War in American Literature, verrà pubblicato nel 2015 dalla University of Illinois Press.


Luca Briasco
È americanista e editor presso Einaudi Stile libero. Con Mattia Carratello ha curato "La letteratura americana dal 1900 a oggi".

22/07/2014La Vittoria Mutilata
L’Italia era entrata in guerra nel 1915, dopo un anno di scontri e di dibattiti fra interventisti e neutralisti, con un Parlamento in maggioranza neutralista e un’opinione pubblica interventista. Aveva mobilitato 5 milioni di persone, alla fine di ottobre del 1917 aveva subito la disfatta di Caporetto, la dodicesima battaglia sull’Isonzo. Un anno dopo gli italiani batterono gli austriaci a Vittorio Veneto. Il 3 novembre del 1918 a Villa Giusti venne firmato l’armistizio con l’Austria Ungheria. Siamo nel 1919. Nel gennaio di quell’anno a Parigi iniziarono le trattative che porteranno al trattato di pace di Versailles. L’Italia aveva vinto la guerra, eppure in diverse sedi i suoi governanti avevano espresso un sentimento di delusione e di amarezza che si diffuse nella società intera. Ne parleremo con Giuseppe Parlato. E racconteremo la nascita dell'avventura di Fiume e la partecipazione degli artisti con Claudia Salaris ed Enrico Serventi Longhi.

Giuseppe Parlato
Storico. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati sul Risorgimento, sul fascismo e, più recentemente, sulle origini e lo sviluppo del neofascismo. Attualmente è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Interpretariato e Traduzione della Università Internazionale di Roma (Unint), Ateneo di cui è stato preside e rettore. È presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Roma, un ente culturale e di ricerca scientifica che mira alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale dell'Italia unita con particolare attenzione al Novecento. È inoltre componente del Comitato scientifico della rivista «Nuova Storia Contemporanea» e di «Nuova Rivista Storica» e del Comitato scientifico dell'Archivio Centrale dello Stato. Trai suoi libri La sinistra fascista: storia di un progetto mancato, Il Mulino, Bologna 2000. Benito Mussolini: una biografia per immagini, Gribaudo, Cavallermaggiore 2001. Fascisti senza Mussolini: le origini del neofascismo in italia (1943-1948), Il Mulino, Bologna 2006. Mezzo secolo di Fiume: economia e società a Fiume nella prima metà del Novecento, Cantagalli, Siena 2009. Gli italiani che hanno fatto l'Italia. 151 personaggi per la storia dell'Italia unita 1861-2011, Rai Eri, Roma 2011.

Claudia Salaris
E' una storica dell'arte italiana e studiosa di storia delle avanguardie e del futurismo. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Marinetti: arte e vita futurista, Roma, Editori Riuniti, 1997; Luciano Folgore e le avanguardie con lettere e inediti futuristi, Scandicci (FI), La Nuova Italia, 1997; Il movimento del Settantasette: linguaggi e scritture dell'ala creativa, Bertiolo (UD), A A A, 1997; La Roma delle avanguardie : dal futurismo all'underground, Roma, Editori Riuniti, 1999; Pablo Echaurren - Claudia Salaris, Controcultura in Italia, 1966-1977: viaggio nell'underground, Torino, Bollati Boringhieri, 1999; Cibo futurista : dalla cucina nell'arte all'arte in cucina, Roma Nuovi, Equilibri, 2000; Alla festa della rivoluzione: artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume, Bologna, Il Mulino, 2002; La Quadriennale: storia della rassegna d'arte italiana dagli anni Trenta a oggi - History of the exhibition of Italian art from the Thirties to today, Venezia, Marsilio, 2004; Futurismo: l'avanguardia delle avanguardie, Firenze, Giunti, 2009; Futurismo: la prima avanguardia, Firenze, Giunti, 2009; Riviste futuriste: collezione Echaurren, Pistoia–Roma, Fondazione Echaurren Salaris/Gli Ori, 2012.


Enrico Serventi Longhi
E' attualmente assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione alla Sapienza di Roma. Studia e ha studiato, privilegiando il taglio biografico, la cultura rivoluzionaria italiana nella transizione tra Stato liberale e Stato fascista, con particolare attenzione al movimento sindacale e libertario. Alla sua prima monografia, ha già pubblicato saggi, articoli e recensioni per Mondo Contemporaneo e per altre riviste. Ha pubblicato Alceste De Ambris. L'utopia concreta di un rivoluzionario sindacalista.

23-07-2014I luoghi della memoria
La puntata di oggi è dedicata ai luoghi fisici dove la guerra è stata combattuta ma anche ai luoghi costruiti appositamente dopo la guerra per ricordare questa esperienza terribile che fu il conflitto mondiale. Il viaggio nella memoria assomiglia a ciò che accade sui tapis roulant dell’aeroporto. Come le valigie e le borse, le memorie dei popoli vengono caricate dagli addetti, poi spariscono per tunnel misteriosi, ricompaiono, dopo aver compiuto tratti diritti. Se non le afferriamo al volo tornano a sparire in un tunnel che non possiamo vedere. Insomma la memoria viaggia. Noi oggi vogliamo togliere qualche valigia dal tapis roulant e guardare cosa c’è dentro con Mario Isnenghi, Paolo Rumiz e Pietro Spirito. Con Mario Isnenghi, Paolo Rumiz e Pietro Spirito.

24-07-2014Il futuro fra lutti e speranze
Una puntata dedicata a coloro che hanno vissuto la guerra e testimoniano negli anni succcessivi la tragedia e la violenza di questa esperienza. Quale è stato il peso dei reduci nelle società occidentali del dopoguerra e che ruolo hanno avuto nella nascita dei totalitarismi. Come sono stati strumentalizzate le loro speranze e delusioni, come è complessa la trasmissione di un esperienza vissuta con diverse prospettive da diverse parti di una comunità. Ne parleremo con lo storico Emilio Gentile e con Giorgio Falco (autore del romanzo "La gemella H", Einaudi).

25-07-2014Cent'anni dopo



Edited by eos1948 - 5/8/2021, 12:15
 
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florence
view post Posted on 21/6/2014, 15:51




che testimonianze preziose! spero tanto che marzellina possa scaricare le puntate e regalarcele. grazie davvero. buona domenica a tutti
 
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view post Posted on 8/8/2014, 09:47
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Ciclo concluso con la puntata del 25 luglio 2014
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florence
view post Posted on 8/8/2014, 14:16




ho scaricato tutte le puntate che ascolterò a settembre. grazie a marzellina che ce le ha regalate.

Edited by papero62 - 8/8/2014, 21:00
 
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3 replies since 21/6/2014, 13:56   557 views
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