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QUESTIONI/LE PUNTATE DELLA DOMENICA 2014, tutte le puntate del 2014

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view post Posted on 5/1/2014, 11:30

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QUESTIONI




Nata nel 1982 con l’obiettivo di interrogare i grandi temi, i testi, le figure delle diverse tradizioni spirituali, nel 2013 Uomini e Profeti ha superato i suoi trent'anni di vita. Fra le sue maggiori realizzazioni va ricordato, almeno, il lungo itinerario di lettura integrale e commento della Bibbia, in dialogo con interpreti di diversa provenienza. Dal 1993 Uomini e Profeti, sulla linea di confine tra le fedi religiose e la complessità del mondo in trasformazione, ha avuto una doppia articolazione, che l’edizione di quest’anno vedrà ancora più marcata: Storie, nella puntata del sabato, raccoglierà racconti delle diverse esperienze di fede; mentre Questioni, nella puntata della domenica, sarà un'esplorazione ravvicinata dei punti di maggior tensione del religioso contemporaneo.
Credits
Un programma di Gabriella Caramore
a cura di Paola Tagliolini
regia di Ornella Bellucci
consulenza musicale di Cristiana Munzi
in conduzione Benedetta Caldarulo, Irene Santori (Storie)
Gabriella Caramore (Questioni)
Via Asiago n. 10 - 00195 Roma

01) Con noi in Paradiso? con Paolo De Benedetti, Maurizio Scordino, Ilario Bertoletti 05 gennaio 2014
Un buon inizio d’anno richiede anche la presenza di un ospite speciale: Paolo De Benedetti torna a Uomini e Profeti, parlandoci della sua storia, della sua doppia identità di ebreo e cristiano, riproponendoci alcune delle sue “formule” teologiche, con le quali esprime la gioia del conoscere, il rovello dell’interrogare, il senso dell’umorismo, e la tenerezza per le creature, soprattutto le più deboli e fragili. Il che lo porta a riconsiderare radicalmente la questione del rapporto degli esseri umani con gli animali. Ma oltre a ciò De Benedetti ci ricorda le quattro “vie” insegnate dall’ebraismo: la prima è che vi è sempre una “altra interpretazione” possibile del testo sacro; la seconda: aggiungere sempre, alle proprie affermazioni un “se così si può dire”, per attenuarne il valore; la terza: mettere un tempo di “sospensione” tra la domanda e la risposta. La quarta: insegna alla tua lingua a dire “non so”, per non essere preso per mentitore. Queste regole valgono per l’ebraismo, ma anche per il cristianesimo e per tutti.In studio anche Maurizio Scordino e Ilario Bertoletti, autori di due volumi di presentazione della teologia di Paolo De Benedetti.
Parole
Non tocca a te compiere l’opera, ma non sei libero di sottrartene Pirqé Avot
Noi dobbiamo sapere che qui, e non sulle nubi, sarà costruito il nostro paradiso. E “qui” vuol dire con le cose di quaggiù, il sole, la luce, la terra, le creature, i corpi. Paolo De Benedetti
Suggerimenti di lettura
Paolo De Benedetti, Maurizio Scordino, In Paradiso ad attenderci. Il pensiero, l’impegno e i ricordi del teologo che ama gli animali, Edizioni Sonda 2013
Ilario Bertoletti, Paolo De Benedetti. Teologia del debito di Dio, Morcelliana
Paolo De Benedetti, Maurizio Abbà, Anche Dio ha i suoi guai. Dialogo sulla Genesi, Il Margine
Paolo D Benedetti, Massimo Giuliani, Farsi perdonare. Il valore della teshuvà, Morcelliana
Elisabetta Rasy, Un gatto per Natale, Nottetempo
Martin Cunz, Fino ai confini della terra, a cura di Raffaello Zini, Garamond
www.mediafire.com/download/d33im3c9io40e4f


02) Nel deserto, padri e madri con Sabino Chialà, Guido Dotti 12 gennaio 2014
L’area del mondo che oggi è più pericolosa per i cristiani di diverse tradizioni, quella mediorientale tra Siria, Egitto, Turchia, Iraq, è quella dove si formò il primo monachesimo dei cristiani d’Oriente, i “padri del deserto”, che diedero al mondo spirituale – non solo cristiano – un impulso verso l’umiltà e la carità, la rinuncia al possesso e la sopportazione del male, non senza una vena di ironia e di leggerezza. Come vivevano? Quale rapporto tra la “cella” e il “mondo”? E quali vite avevano le “madri” del deserto? I loro “detti”, raccolti nei secoli, rivelano personalità di grande ascesi e di profonda intelligenza spirituale. Come fare in modo che la loro eredità non venga dispersa? Ne parliamo con Sabino Chialà, monaco della Comunità di Bose a Ostuni, e con Guido Dotti, che dirige la casa editrice della Comunità, Qiqaion, che ha appena compiuto i suoi trent’anni.
Parole
Quando andai da Abba Coranis, che è sul monte Panahon, questi mi disse: Figlio, mio, in qualsiasi luogo tu vada e tu abiti, bada di non stabilirvi il tuo cuore, così da insellarti là per sempre, ma restavi come uno straniero Detti dei padri del deserto
Un anziano disse: I profeti hanno scritto i libri. Poi sono venuti i nostri padri e li hanno messi in pratica. Quelli dopo di loro, li hanno imparati a memoria. Infine è venuta questa generazione: che li ha copiati, e li ha riposti inutilizzati sulle mensole Detti dei padri del deserto
Suggerimenti di lettura
Jesus, mensile di cultura e attualità religiosa, Gennaio 2014, n°1
I Padri del deserto. Detti, a cura di Luigi D’Ayala Valva, Qiqaion 2013
Donne di comunione, a cura di Lisa Cremaschi, Qiqaion 2013
Detti editi e inediti dei padri del deserto, a cura di Lisa Cremaschi e Sabino Chialà, Qiqaion 2002
Maurizio Pallante, Monasteri del terzo millennio, Lindau 2013
Manuel Nin, Il soffio dell'Oriente siriaco, LEV 2013
Anna Rapetti, Storia del monachesimo medievale, Il Mulino 2013
www.mediafire.com/download/2nhyuo44wmmz23w


03) Insegnare l’islam. In Italia, come? con Izzedin Elzir, Roberto Mazzola 19 gennaio 2014
Ci sono molti versetti del Corano che tutti, in astratto, si sentirebbero di sottoscrivere. Ma poi, di fronte alle tensioni nei paesi di area islamica, di fronte ai comportamenti di alcuni musulmani nel nostro paese, di fronte alle aggressioni ai cristiani in Medio Oriente ce li dimentichiamo e andiamo a cercare - ce ne sono, certamente - altri versetti di segno opposto. Così come molti musulmani li dimenticano, li mettono tra parentesi, ne prediligono altri –più aggressivi, più violenti – senza tenere il minimo conto del contesto che li ha generati. Allora, ci chiediamo: che cosa sappiamo noi dell’islam? Ma anche che cosa sanno i musulmani del loro libro sacro? Come lo leggono? Chi glielo insegna, non solo nei paesi d’origine, ma qui in Occidente, dato che non c’è una scuola di formazione degli imam, che dovrebbero essere le guide spirituali della fede musulmana? E visto che, nella gran parte dei paesi a cultura musulmana, la dimensione spirituale fa tutt’uno con quella giuridica e politica, che cosa possono veicolare questi insegnamenti? Questo il tema che affrontiamo oggi, con Izzedin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Ucoi , e con Roberto Mazzola, che insegna diritto canonico ed ecclesiastico all' Università degli Studi del Piemonte Orientale ,direttore Forum Internazionale Democrazia e Religioni.
Parole
A ognuno di voi abbiamo insegnato un rito e una via. Ma se Dio avesse voluto avrebbe fatto di voi un’unica comunità. E se non lo ha fatto è per mettervi alla prova in quel che vi ha donato. Fate a gara nelle cose buone, tutti farete ritorno a Dio Corano 5 ,48
Non manderò perduta una sola azione compiuta da voi, maschi e femmine che siate, voi derivate gli uni dagli altri Corano 3,195
Link www.fidr.it/ www.statoechiese.it/
Suggerimenti di lettura
Diritto e religone in Europa – Rapporto sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di libertà religiosa - a cura di Roberto Mazzola, Il Mulino 2012
Le religioni nell’Italia che cambia – Mappe e bussole, a cura di Enzo Pace, Carocci editore 2013
www.mediafire.com/download/26pq0t4zc87pnq0


04) Se questo è un bambino Giornata della memoria con Sara Valentina Di Palma e Marco Cavallarin 26 gennaio 2014
Domani, 27 gennaio, è la giornata della memoria. Uomini e Profeti la dedica alla memoria dei bambini nella Shoà: dei quasi due milioni di bambini (ebrei, zingari, slavi) uccisi nell’Europa nazista (il 90% dei bambini ebrei morì nella Shoà), e di tutti quelli che sopravvissero, nascosti in famiglie, in conventi, nei boschi di Europa, ma con ferite difficilmente rimarginabili: incapaci di assimilare ciò che era accaduto, segnati per sempre da quel “laboratorio della violenza” che era il lager, dalla privazione degli affetti, dal furto di infanzia che dovettero subire, dalla difficoltà di raccontare in un mondo che voleva dimenticare.Ne parliamo con Sara Valentina Di Palma, che ha dedicato una ricerca a come i bambini sopravvissuti hanno elaborato i loro vissuti, e con Marco Cavallarin, autore di una petizione perché venga ricordato un bell’episodio del dopoguerra: ottocento bambini ebrei di tutta Europa, rimasti orfani, furono accolti in un istituto di Sciesopoli di Selvino (Bergamo) dove ricevettero cure, istruzione, futuro.
Parole
Non c’è stata civiltà che non abbia riconosciuto ed esaltato l’amore per l’infanzia, ad eccezione della “civiltà” instaurata dal nazionalsocialismo nel cuore d’Europa …I bambini sono nutrimento vitale per chi si proponga di vegliare sulla coscienza e sull’avvenire del mondo Primo Levi

Quelli sono figli di ebrei sterminati. Sono qui da anni, cresciuti così in mezzo alla morte e alla follia. La prima cosa che hanno appreso, a cinque anni, è stata la necessità di difendersi dalla fame. E non hanno visto che violenza e cadaveri Piero Caleffi

Io sono nata lì, al Kanada, lì ho aperto gli occhi si un mondo di dolore, di offesa, di crudeltà. Al Kanada è finita la mia infanzia, è finita anche quella di Stellina. Lì abbiamo imparato a odiare, abbiamo imparato a non perdonare Aldo Pavia, Antonella Tiburzi
Link Appello per Sciesopoli: https://it-it.facebook.com/ViaggiMemoriaIs...590862540991708
Video Le bambine dai capelli bianchi. La storia di Andra e Tatiana Bucci prodotto nel 2010 dal Liceo Classico e Linguistico "Aristofane" di Roma: www.culturaroma.it/12?evento=497
www.radio3.rai.it/dl/radio3/program...9e56c9c3c7.html
Suggerimenti di lettura
Sara Valentina Di Palma, Se questo è un bambino. Infanzia e Shoah, Giuntina 2014
Lidia Beccaria Rolfi, Bruno Maida, Il futuro spezzato. I nazisti contro i bambini , Giuntina 1997
libro Einaudi non acora arrivato
Ascoltare la luce Vita e pedagogia di Janusz Korczak, Atì ed. 2009
Francesco Selmin, Nessun giusto per Eva: LA Shoah a Padova e nel padovano, Cierre Edizioni
Elena Loewenthal, Contro il giorno della Memoria, add editore 2014
Chi verrebbe a cercarci qui, in questo posto isolato? Izieu, una Colonia per bambini ebrei rifugiati 1943-1944
a cura di Stéphanie Boissard, Giulia Ricci , Anniversary Books 2014
www.mediafire.com/download/d3me300c5ap379k


05) Ṛgveda. La sapienza dell’India. I parte con Giuliano Boccali e Saverio Sani 02 febbraio 2014
Apriamo oggi una finestra sull’India antica, guardando, come sempre, al patrimonio culturale e simbolico di un paese per meglio comprendere il suo presente. Affronteremo un testo antichissimo, i Ṛgveda, le cui narrazioni orali risalgono a un millennio e mezzo prima della nostra era, ma che ci sono arrivati della forma di raccolte di inni, formule rituali, dialoghi, poemi, in epoca molto più tarda. Ne parliamo con Giuliano Boccali, che insegna indologia a Milano, ed un conoscitore soprattutto della tradizione poetica dell’India antica e moderna; e con Saverio Sani, uno dei pochissimi in Italia a conoscere la lingua dei Veda, l’antico “indo-ario”. Ma i Veda si possono considerare un’opera religiosa? O filosofica? O altro? Se la distinzione in caste risale a un inno antico, come è stato possibile che si sia perpetuata nel tempo una distinzione che ha origini così remote? Quale “mito degli inizi” si può evincere raccogliendo i racconti di alcuni inni? Quale valore dà il pensiero contemporaneo a queste elaborazioni? Queste alcune delle questioni che ci porremo.
Parole
Gli dei non hanno stabilito solo la fame come modo per far morire gli uomini: varie forme di morte raggiungono anche chi è sazio! E inoltre: la ricchezza di colui che dà non si esaurisce; mentre non trova misericordia di lui colui che non dà. Rgveda - da Lode della generosità (x, 117)

Amici, quando arriva la prrimavera
al vostro giardino aprite la finestra.
Cogliete nel verde risveglio della natura
che adorna l'anima e il cuore di speranza
il ritorno dello straniero in umile postura.
Lui porta una corona di biancospini,
la sua corece è di rami fioriti.
Ogni foglia è un messaggio d'amore
verbo salvifico del divino giardiniere.
Ali Farhad Zalghadr
Suggerimenti di letturaVeda
Rgveda - Le strofe della sapienza ,a cura di Saverio Sani, Marsilio 2000
Ramon Panikkar, I Veda, Rizzoli BUR 2012
Ramon Panikkar, Gli inni cosmici dei Veda, Rizzoli BUR 2011
www.mediafire.com/download/hj9ldhwvde4av4p


06) Ṛgveda. La sapienza dell’India.II parte con Giuliano Boccali e Carlo Sini 09 febbraio 2014
Oggi, il nostro secondo incontro con i Ṛgveda, la grande raccolta di inni sapienziali che fonda il pensiero indiano: quello mitologico, quello filosofico, e quello scientifico. Mentre nell’Occidente questi saperi hanno presto trovato vie diverse di espressione, in quello indiano sono rimaste identiche: soprattutto è immobile nel temo l’autorità di questi inni, a cui si riconosce un carattere fondativo di tutta la società indiana. Leggendo alcuni di questi testi, rimaniamo colti dalla forza delle interrogazioni che pongono, quasi in una dimensione interrogativa che appartiene alla modernità. E rimaniamo colpiti anche dal rinnovarsi di alcuni simboli in culture diverse: la Parola creatrice, il contrasto tra la luce e le tenebre, il rapporto tra colpa e espiazione. Ci sono, invece, altri tratti assolutamente originali, che tratteremo con Giuliano Boccali, studioso di induismo, e con Carlo Sini, filosofo, cui sta a cuore il confronto tra culture.
Parole
In principio vi era solo tenebra nascosta nella tenebra. Acqua indistinta, era tutto questo universo.
Il germe dell'esistenza, che era avvolto dal nulla, garzie al potere del suo ardore interiore, nacque come l'Uno
Il caos primordiale (x,129) da Rgveda - Le strofe della sapienza a cura di Saverio Sani
Io sono la regina che raduna le ricchezze, colei che comprende, la prima tra coloro che sono degni di sacrificio.Gli dèi mi hanno distribuito in molti luoghi: io sono colei che ha molte sedi e che assume molte forme. Autoelogio della parola (x,125) da Rgveda - Le strofe della sapienza a cura di Saverio Sani
Suggerimenti di lettura
Rgveda - Le strofe della sapienza ,a cura di Saverio Sani, Marsilio 2000
Ramon Panikkar, I Veda, Rizzoli BUR 2012
Ramon Panikkar, Gli inni cosmici dei Veda, Rizzoli BUR 2011
Jeanine Miller, I Veda, armonia, meditazione e realizzazione, Ubaldini, Roma 1976
www.mediafire.com/download/v4vects6efnlc3y


07) Ṛgveda. La sapienza dell’India. III parte con Giuliano Boccali e Carlo Sini 16 febbraio 2014
Siamo al terzo incontro sulla lettura dei Ṛgveda, con Giuliano Boccali e Carlo Sini.Le grandi questioni che inquietano anche il sapere contemporaneo – il mondo dell’origine, i limiti della conoscenza, il fluire del tempo, l’esistenza della verità, l’enigma dell’uomo sulla terra – continuano a inseguirsi nelle strofe di questi inni, che continuano ad avere un peso anche nell’India contemporanea. Perché poi da essere deriva anche una modalità del quotidiano diversa da come l’ha pensata l’Occidente, ma tuttavia una interrogazione su bene e male, su vita e morte, che deve orientare anche l’esistenza degli esseri umani sulla terra.Oggi leggeremo alcuni inni dedicati alla generosità, ai desideri e ai bisogni, alla morte, ma sfioreremo anche il libro di Roberto Calasso dedicato ai Veda, e la grande lettura della sapienza indiana di Raimon Pannikar.
Parole
Chi ha generato il fanciullo? Chi ha fatto muovere il suo carro? Chi potrebbe dirci oggi quale era il suo equipaggiamento? Per un fanciullo morto (x,135) da Rgveda-Le strofe della sapienza - a cura di Saverio Sani
E mentre raggiungeva quelli che l'hanno preceduto, andando per quell'orribile cammino, l'ho guardato con dispiacere. Mi è venuto allora il desiderio di vederlo ancora
Per un fanciullo morto (x, 135) da Rgveda-Le strofe della sapienza - a cura di Saverio Sani
Suggerimenti di lettura
Rgveda - Le strofe della sapienza ,a cura di Saverio Sani, Marsilio 2000
Ramon Panikkar, I Veda, Rizzoli BUR 2012
Ramon Panikkar, Gli inni cosmici dei Veda, Rizzoli BUR 2011
Roberto Calasso, Ka, Adelphi 1996
www.mediafire.com/download/aekescee2l2ghtt


08) Infanzie e valigie con Haim Baharier 23 febbraio 2014
Nella Parigi del dopoguerra, ebrei da tutta Europa cercano un senso alla loro sopravvivenza, in parte mimetizzandosi, in parte cercando di ritrovare la loro storia. Tra essi compare uno strano personaggio, chiamato Chouchani, con l’aspetto di un clochard, ma con la sapienza di un antico maestro. Il suo passaggio parigino si incrocia con l’esistenza di quello che sarà un maestro dell’ebraismo contemporaneo, Haim Baharier, nostro ospite oggi, che a Parigi è nato e ha trascorso appunto la sua infanzia. Che cosa ha nutrito l’infanzia di Baharier? Quali insegnamenti ha ricavato dal singolare sapiente, che si trascinava dietro una valigia semivuota? Forse solo la fragilità di ogni essere umano – la “claudicanza”, come dice Baharier – e forse l’eterno interrogativo sulla risposta da dare alla violenza dei malvagi: rispondere con altra violenza o accettare sapendo di soccombere?
Parole
Abramo, e noi con lui superammo per sempre la tentazione nella quale ogni vittima scivola: trasformarsi in carnefice assoluto, addirittura della propria carne. E la superammo passando dalla compassione, il luogo della virtù ma anche dell' insidia: non è un amore sconfinato verso un popolo, verso una religione, che ti spinge subdolamente al martirio dei figli? Haim Baharier
E così questa storia finirà su una tomba che un giorno andremo memori a visitare. Perchè il fumo che sale dai forni crematori obbedisce come ogni altro fumo alle leggi fisiche: le particelle s'accumulano e si disperdono al vento che le sospinge. L'unico pellegrinaggio possibile sarebbe, stimato lettore, contemplare di tanto in tanto con malinconia un cielo di temporale. André Schwarz - Bart
Suggerimenti di lettura
Haim Baharier, La valigia quasi vuota, Garzanti 2014
Friedrich Torberg, Mia è la vendetta, Zandonai 2010
André Schwarz - Bart, L'ultimo dei Giusti, Feltrinelli 2002
www.mediafire.com/download/7gkmb22548uvvni


09) Ucraina: il futuro alle spalle con Giovanna Brogi, Emiliano Ranocchi 02 marzo 2014
Ancora Ucraina, dove la situazione muta drammaticamente di ora in ora, e dove, al momento, non è dato capire quale potrà esser l’esito di questo “incendio” ai confini d’Europa. Ma per comprendere almeno qualcosa della situazione presente forse è necessario conoscere un po’ di storia di questo paese, al quale si deve – avvolta nella leggenda – la “cristianizzazione” della Russia, risalente all’anno 988; una storia di annessioni e separazioni, fra Polonia, impero asburgico, impero sovietico e Russia; e che soprattutto la Russia ha sempre voluto considerare come sua proprietà, non solo per la ricchezza agricola della regione, ma anche per la ricchezza culturale e di impronta europea che l’ha sempre caratterizzata. La vocazione “europeista” dell’Ucraina occidentale non nasce in questi anni, ma ha una radice antica. Che si è espressa in una ricca letteratura, in una pluralità di espressioni religiose, in una ricchezza di etnie e culture diverse, e che neppure le grandi tragedie del Novecento sono riuscite a distruggere del tutto. Con Giovanna Brogi e Emiliano Ranocchi cerchiamo di conoscere almeno un poco la ricchezza e la potenzialità di questo popolo, trepidando per il suo futuro.
Parole
Amavo quei paraggi perchè non ne conoscevo altri. M'incuriosiva quanto vi accadeva perchè non avevo sperimentato altro. Ero nato che la guerra era finita da un mese. Non sapevo nulla.
Adam Zagajewski Tradimento.
Tutto quello che deve succedere, è già successo. L'orizzonte diventerà rosso sangue, si splancheranno le altezze algide. Gli aerei cadranno a vita come foglie, e le torri vacilleranno e crolleranno. Da qualche parte dell'Oriente, dai dintorni della città, sorgerà il sole bianco del Giudizio Universale. Soffierà con alito freddo di tempesta e spazzerà via i detriti delle rovine. E né la Madre di Dio, né San Giorgio s'alzeranno a difesa della vita umana.
Yevhen Malaniuk Tutto quello che deve succedere è già successo
Link www.aisu.it/ http://ahamot.org/revolution-and-religion-...rom-euromaidan/
Con Sant'Egidio una preghiera per l'Ucraina: www.santegidio.org/
Suggerimenti di lettura
Oxana Pachlovska, Civiltà letteraria ucraina, Carocci 1998
Adam Zagajewski, Tradimento, Adelphi 2007
www.mediafire.com/download/5gc772vas0d1299


10) Questioni - Fedi e Mondo replica del 20 marzo 2010 Poesia come preghiera: Christine Lavant con Luigi Reitani 09 marzo 2014
In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, che per iniziativa dell'Unesco dal 1999 si celebra ogni anno il primo giorno di primavera, dedichiamo questa puntata a una poetessa austriaca poco conosciuta in Italia, Christine Lavant (1915 Grobedling -1973 Wolfsberg), una delle figure più affascinanti del secondo Novecento austriaco, la cui biografia - segnata dalla malattia, dalla povertà e dalla vita in provincia - grazie a una formazione letteraria da autodidatta, sfocerà in un itinerario lirico segnato da tre raccolte di poesie (edite tra il 1956 e il 1962) caratterizzate da una grande raffinatezza linguistica e tematica. Gabriella Caramore ne parla con il germanista Luigi Reitani.
Parole
Provvedi. o Padre al pane quotidiano
anche per la follia del mio cuore,
dagliene quanto ne basta ad un passero,
e spegni alla fine, la sera, di nuovo
le lampade dei miei occhi.
Non nutrire nulla con il pane dell’abitudine,
s’indurisce sulle lingue diventate amare
e non si lascia inghiottire.
Il mio passero è di lingua biforcuta e due volte amaro.
Ma nel sonno, nel sonno santo , O Signore,
abbandona questa sua doppiezza
e si impadronisce - con mille lingue-
delle tue forze divine.
Vola sino alle anime del purgatorio
e da tuuti quelli che muioono nella disperazione
con il conforto del pane.
Con lui non va persa neanche un abriciola di terra-;
o sopportalo, dagli da mangiare ogni giorno
e fai spegnere le lampade severe,
quando il venir meno dell'amore spira
verso il folle cuore.
Christine Lavant Poesie scelte
Suggerimenti di lettura
Christine Lavant, Poesie scelte, a cura di Hans Kitzmuller, Braitan 1993
(vedi la nostra piccola biblioteca)
Christine Lavant, La bambina, Casa Editrice Gallio
Christine Lavant, Nell, Zandonai
Christine Lavant, Appunti da un manicomio, Forum
www.mediafire.com/download/2wimgss7m0p67r0


11) Fedi per la dignità con Roberta Dapunt, Adriana Valerio 16 marzo 2014
La dignità degli esseri umani – la dignità di ogni creatura – questo il tema al centro della puntata di oggi. Dignità del debole, dignità del povero, dignità dello straniero, dignità di chi è marginale nella società in cui si trova a vivere. Ogni tradizione religiosa, al suo centro, pone la dignità delle creature. Ma non sempre in maniera evidente, non sempre in modo da poter superare le contraddizioni del tessuto patriarcale in cui ha avuto origine, e soprattutto non sempre le persone che aderiscono alle diverse tradizioni compiono lo sforzo per riconoscere il “principio” dignità custodito delle proprie Scritture. Ne parliamo con Roberta Dapunt, che nelle sue ultime poesie eleva la malattia alla dignità di “beatitudine” e con Adriana Valerio, che da biblista e studiosa di cristianesimo rinviene nelle Scritture bibliche un filo rosso di dignità riservata al femminile. Ma allora come mai la tradizione religiosa ha conservato nei secoli la forte impronta patriarcale delle origini? E se ci si discostasse, talvolta, dalla lettera del testo, non sarebbe un guadagno per tutti?
Parole
Paolo non sapeva . S'egli dal cielo volendo Iddio potrà conoscere, o avrà conosciuto, gli errori da lui insegnati sul conto del sesso umano femminile, dovrà esclamare: "Sorelle, io non sapevo che voi siete le coadiutrici di Dio, le madri delle anime, le apostole nate per condurre al Cielo" Elisa Salerno da "Le ribelli di Dio"
Che mi sia consentito dire: le beatitudini della malattia,
poichè nella mente hai raggiunto la condizione perfetta
dei ricordi che non hanno più occhi e non si guardano
indietro.
Davanti a me ci sei tu, il tavolo di sempre e la sedia.
E il giorno che guardi fuori dalla finestra.
E' configurazione proporzionata la vostra,
di una distanza ormai sicura.
Roberta Dapunt - "Le beatitudini della malattia"
Suggerimenti di lettura
Roberta Dapunt, La terra più del paradiso, Einaudi ed. 2008
Roberta Dapunt, Le beatitudini della malattia, Einaudi 2013
Adriana Valerio, Le ribelli di Dio - Donne e Bibbia tra mito e storia, Feltrinelli 2014
La Bibbia e le donne: collana di esegesi, cultura e storia. Edizione italiana a cura di Adriana Valerio, Il pozzo di Giacobbe Editore 2009
www.mediafire.com/download/dqt15unb8hdjvu8


12) Norouz. L’anno che inizia a primavera con Alberto Negri, Parisa Nazari 23 marzo 2014
Vi sono civiltà, nel mondo, che danno inizio all’anno civile non nel solstizio d’inverno, quando la luce, sopraffatta dalla notte, comincia appena a liberarsene, ma nell’equinozio di primavera, quando la luce, comincia ad avere il sopravvento sul buio. Tra queste, quella iraniana e di molti paesi dell’Asia centrale, dove in questi giorni si festeggia l’inizio del nuovo anno. Con l’aiuto di Alberto Negri , conoscitore e appassionato di queste civiltà, ripercorreremo l’origine di questa festa, che si perde nelle leggente e nei miti zoroastriani dell’antica Persia , ma che sopravvive fino ai giorni nostri, e che anche i regimi islamici hanno dovuto accettare come festività irrinunciabile per molti popoli. Parisa Nazari ci racconterà i suoi ricordi del Norouz persiano, e come viene celebrato oggi nella comunità romana.
Parole
Noi ti riconosciamo, o Ahura Mazda, per la forma più bella tra le forme: questo cielo luminoso (Yasna 36.6).
Corre il vento di primavera
Per viali spogli.
Vi sono strane cose
Nel suo soffiare.
Si è cullato
Dove c’era pianto,
E insinuato carezzevole
Tra chiome scomposte …
Hugo von Hofmannsthal
Suggerimenti di lettura
Alberto Negri, Il turbante e la corona. Iran, trent'anni dopo, Marco Tropea 2009
Ferdousi, Il libro dei Re (Shah – Nameh) , Versione in lingua italiana moderna e in endecasillabi sciolti, Semar 2003
Hafez, Ottanta canzoni, Einaudi 2008
Hugo von Hofmannsthal, Canto di vita e altre poesie, Einaudi 1975
Adriana Zarri, Con quella luna negli occhi, Einaudi 2014
www.mediafire.com/download/gf9ehagkj7xybvi


13) La storia del sangue salvato con Anna Bravo, Ercole Ongaro 30 marzo 2014
Oggi due pagine di storia a Uomini e Profeti. La prima riguarda la resistenza italiana, tra il 1943 e il 1945: ma non la più nota resistenza armata contro il nazifascismo, ma quella più nascosta, silenziosa, disarmata che si è svolta in ogni luogo del Centro Nord – caserme, scuole, fabbriche, campagne, nelle case, nei conventi, per le strade, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di prigionia, in cui è stato possibile dire “no” all’oppressione e alla vergogna, salvare una vita e salvare la propria coscienza. La seconda si allarga allo scenario mondiale nel secolo scorso, dalla Grande Guerra al Tibet, raccontando storie di sangue risparmiato, e non solo versato.Perché ne parliamo, con Anna Bravo e Ercole Ongaro, nella nostra trasmissione? Per almeno due motivi. Il primo è che la prospettiva della salvezza – di un piccolo resto che si può salvare, di una umanità sottratta alla distruzione, e di una umanità sottratta alla vergogna di sé – è per eccellenza un tema delle fedi. E il secondo è che tante volte ci siamo chiesti: ma come può reagire di fronte alla violenza chi ha la convinzione di dover amare i propri nemici, di non dover uccidere, di non dover calpestare il nemico? forse le rispose non sono così lontane.
Parole
Valorizzare le forme di Resistenza nonvioenta è alimentare la memoria fertile della Resistenza, quella che può ispirare ancora l'agire nel presente, oggi: la Resistenza infatti è nata dalla scelta delle persone di ascoltare la propria coscienza, di restare umani in un tempo di imbarbarimento.... Ercole Ongaro

C'era questo bisogno di rimanere se stessi, cioè io pensavo: mi hanno già tolto la famiglia, mi possono proprio togliere tutto, però non mi possono togliere il mio essere umano. Allora per mantenere questa umanità, lo si cercava di fare attraverso i ricordi... Ercole Ongaro Resistenza nonviolenta

Non c'è bisogno di sapere tutto sulla nonviolenza per praticarla, il concetto ha una carica di immediatezza che nasce dalla semplicità del suo primo fondamento, realizzare un obiettivo senza spargere sangue. Molte e molti che non si sarebbero definiti nonviolenti lo sono stati di fatto. Anna Bravo
Suggerimenti di lettura
Ercole Ongaro, Resistenza nonviolenta 1943-45, I libri di Emil 2013
Roger Absalom, L’alleanza inattesa. Mondo contadino e prigionieri alleati in fuga in Italia 1943-1945 , Pendagron 1991
Anna Bravo, Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne 1940-45, Editori Laterza 2000
Anna Bravo, La conta dei salvati. Storie di sangue risparmiato: dalla Grande Guerra al Tibet, Editori Laterza 2013
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14) Tentativo di colmare l’abisso. Ceronetti e Quinzio con Guido Ceronetti, Roberto Calasso, Sergio Givone 06 aprile 2014
Tra Sergio Quinzio e Guido Ceronetti vi fu una lunga, sincera, polemica amicizia, svoltasi nell’arco di quasi trent’anni, in cui il teologo sine glossa dalla fede esigente e dalla passione unilaterale per il testo biblico, e lo scrittore e letterato che guarda con la stessa finezza d’osservazione a tutte le tradizioni, non si risparmiano stoccate e affondi. Nessuno dei due vuole convincere l’altro. Sa che non è possibile: non è possibile “colmare l’abisso”. Vogliono soltanto ribadire la loro differenza e mantenerla. Il carteggio tra i due, che esce in questi giorni, si dipana così, come un “duello”, in cui i due amici finiscono però per trovarsi vicini nella attenzione all’umano e nella pietà per la sua fragilità, fino alla morte di Quinzio, sopraggiunta nel 1996. Oggi abbiamo con noi in studio Guido Ceronetti, per raccontarci quella amicizia, ma anche per tratteggiare gli umori e i pensieri che attraversarono tutta un’epoca, alla fine del secolo scorso. Con lui il filosofo Sergio Givone e lo scrittore e editore Roberto Calasso, che con Quinzio e Ceronetti hanno condiviso l’amicizia e il travaglio del pensiero.
Parole
Sono in lotta con il tempo, ne è rimasto poco nel quale è ancora possibile che si compia il miracolo. Pochissimo. Temo, forse so, di dover morire nella disperazione che anche questo tempo è finito: una disperazione senza più amore, senza più rimpianto, senza più nulla, solo disperazione secca come le ossa. Ma, se il Signore vuole, anche in questo punto griderò che le ossa resuscitino. Sergio Quinzio L'esilio e la gloria
La teologia della resurrezione dei morti mi fa ritrarre come da un patibolo. Resurrezione materiale di corpi dissolti, non certo di eretici o di rinati per samsara, al termine bramato del tempo lineare.Ma i morti, i poveri morti, interrogati, che cosa risponderebbero?Come conciliare quel minaccioso resurrecturi con l'invocata da Dio requiem aeternam, che ancora sparge sulle nostre troppe ferite qualche goccia d'unguento? Sergio Quinzio
Suggerimenti di lettura
Guido Ceronetti, Sergio Quinzio, Un tentativo di colmare l'abisso - Lettere 1968 - 1996, Adelphi ed. 2014
Sergio Quinzio, Cristianesimo dell'inizio e della fine, Adelphi ed. 2014
Sergio Quinzio, Commento alla Bibbia, Adelphi ed. 1991
Sergio Quinzio, Mi ostino a credere, Morcelliana 2006
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, Adelphi ed. 1979
Guido Ceronetti, Difesa della luna e altri argomenti di miseria terrestre, Rusconi ed. 1971
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15) Credere, non credere, appartenere con Marco Ventura, Marco Bouchard 13 aprile 2014
Tante volte ci siamo detti insoddisfatti della distinzione, che tuttavia continua ad essere in uso, tra “credenti” e “non credenti”: preferiamo, abbiamo detto, parlare di “credenti” – cioè fiduciosi in un Dio o nell’umanità –, e “idolatri” – cioè cultori di piccoli idoli, di se stessi, del proprio interesse, di dio stesso … Oggi ci troviamo di fronte alla proposta di un’altra distinzione: “credenti” e “creduli”. Ma la vedremo in relazione alla storia del nostro paese. Vedremo come la fede o la credulità possono incidere sulla storia. E la storia incidere sulla fede. Prendendo in considerazione due tappe importanti del rapporto tra Chiesa e Stato in Italia: il Concordato del 1929 e il Nuovo Concordato del 1984. Quali conquiste hanno rappresentato? Quali ambiguità si sono trascinati appresso? E oggi, esistono le premesse per una nuova revisione di questi rapporti? Ne parliamo con lo storico Marco Ventura e con un giurista, Marco Bouchard, che ha riflettuto sul nesso credere e appartenere.
Parole
La vera sfida non è tra individui e tra comunità: è dentro ciascuno, dentro ogni comunità. E' la sfida tra il credulo e il credente che mi abitano e ci abitano. E' la sfida di cosa facciamo col nostro credo, di come lo verifichiamo, di come lo cambiamo.Di cosa crediamo a parole e di cosa crediamo nei fatti. Marco Ventura

Nel '29 scontavo tre anni di confino, nel '30 fui arrestato per uno sciopero della fame, fui mandato in carcere, raccolsi in fretta due libri nella mia piccola biblioteca di confinato, che dovevano confortare la solitudine imposta dalle mura carcerarie. Uno di quei libri era la Bibbia. Arrivai al carcere, e il cappellano mi sequestrò immediatamente la Bibbia perchè era un'edizione protestante, e mi disse " col Trattato lateranense, art. I , la religione cattolica apostolica romana è la religione ufficiale dello Stato, e non può consentirsi ad un carcerato, per di più antifascista, di leggere la BIbbia protestante" Lelio Basso
Suggerimenti di lettura
Luciano Manicardi, Il Vangelo della fiducia, Qiqaion 2014
Marco Ventura, Creduli e credenti. Il declino di stato e chiesa come questione di fede, Einaudi 2014
Marco Bouchard, Credere e appartenere. Monaci, eretici, mercenari, Edizioni Gruppo Abele 2014
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16) La Cena del Signore: che cosa c’è dentro il pane e il vino? con Paolo Ricca 20 aprile 2014

Buona Pasqua


La Pasqua cristiana non è solo l’enigma della “resurrezione” di Gesù dalla morte a cui lo condannò il potere politico e religioso del suo tempo. E’ memoria anche di un altro enigma, custodito nel pane e nel vino con cui Gesù, nel celebrare con i suoi discepoli e amici la tradizionale festa di Pesach, istituì per la prima volta il “sacramento” dell’eucaristia, che significa “ringraziamento”. Ma che cosa intese dire con le parole “questo è il mio corpo” … “questo è il mio sangue”? Che realmente – materialmente – il pane e il vino si trasformarono, quasi per magia, nel suo corpo e nel suo sangue? Oppure Gesù si riferiva a un gesto simbolico, come se ne trovano altri in tutta la Bibbia? O anche semplicemente a un “fare memoria” della sua presenza sulla terra? Il pastore e teologo valdese Paolo Ricca ci racconta oggi di come un gesto che era di condivisione e di inclusione si sia trasformato, nella storia delle chiese, in uno strumento di divisione e lacerazione. Le diverse interpretazioni dei teologi, e gli egoismi delle singole chiese, non hanno permesso di praticare insieme un gesto nato per unire invece che per dividere. E’ possibile oggi una via d’uscita? Forse sì. E forse fin da subito.
Parole
Non è bene parlare quando la bocca di Dio è chiusa Giovanni Calvino

Le parole di Gesù uniscono, le nostre spiegazioni dividono. Sarà possibile celebrare insieme la Cena tra cristiani delle diverse chiese quando ci si accorderà nel riconoscere che solo le parole di Gesù sono vincolanti per la fede, non le nostre spiegazioni e interpretazioni di qualunque tipo. Paolo Ricca
Suggerimenti di lettura
Paolo Ricca, L’Ultima Cena, anzi la Prima. La volontà tradita di Gesù, Claudiana 2013
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17) “Maschi o femmine che siano”: disuguaglianza e parità di genere nel mondo islamico con Shahrzad Houshmand 27 aprile 2014
Oggi, 27 aprile, la cattolicità è impegnata nella canonizzazione di due papi, molto diversi tra loro: Giovanni XXIII, che aprì la chiesa al mondo, e Giovanni Paolo II, che aprì il mondo alla chiesa, ma lasciando al suo interno una chiusura molto profonda. Ma poiché, come ripete sovente papa Bergoglio, ciò che conta nella fede è seguire la Parola di Dio perseguendo la giustizia, difendendo la dignità di ogni creatura, avendo a cuore la misericordia, ci rivolgiamo ancora una volta alla dignità offesa delle donne, che sembra essere una costante di tutte le culture. Che accade oggi nel mondo a cultura islamica? Forse è bene ricordare che anche nel mondo musulmano esiste una vasta gamma di posizioni delle donne nella società, e che, il più delle volte, non è il Corano a imporre la sudditanza delle donne, ma usi e costumi più forti del Corano. Come accade anche da noi. È vero che nel Corano il nome di Dio è femminile? È vero che le donne che accompagnano Muhammad hanno un ruolo di responsabilità nella sua vita? Che cosa dice il Corano del divorzio, dell’aborto, dell’omosessualità? Ne parliamo con Shahrzad Houshmand, teologa musulmana che insegna alla Gregoriana e in varie università italiane.
Parole
A chi raccontiamo ciò che è accaduto sulla terra,
per chi sistemiamo ovunque specchi enormi,
nella speranza che riflettano qualcosa, e non svanisca?
Czesław Miłosz

Dio non può essere visto come separato dalla materia. In quella umana Egli sarà visibile in modo più perfetto che in qualsiasi altra, e in nella donna in modo ancora più perfetto che nell’uomo Ibn Arabi
Suggerimenti di lettura
Le mille e una notte, Classici Rizzoli, 1989, Introduzione di Giorgio Manganelli
Il Corano, Traduzione di Ida Zillio Grandi, a cura di Alberto Ventura, Mondadori 2010
Azar Nafizi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi 2004
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18) Dono, perdono, compassione: solo utopie o strade per l’umanità? con Enzo Bianchi 04 maggio 2014
Dono, perdono, compassione: tre parole che possono apparire svuotare, se non addirittura false, prive di spessore e di incidenza sulla vita reale delle persone se non vengono rianimate, ricontestualizzandole nel solco delle tradizioni in cui nascono, e ponendole in tensione con il contesto del mondo contemporaneo. Questo il lavoro compiuto da Enzo Bianchi, in un suo lavoro recente, e che ripropone oggi a Uomini e Profeti, partendo dalle “perversioni” che ciascuna di queste parole può contribuire a mascherare, e cercando invece di riscoprirne l’autentico vigore. Si scoprirà allora che il “dono” implica una dinamica di libertà e di desiderio che può innescare comportamenti positivi anche nel tessuto sociale. Che il “perdono” non significa dimenticare il male subito, ma avviarlo a guarigione. Che la “compassione” non è un sentimento pietoso, ma un modo di condividere la comune debolezza degli esseri umani. Da strumenti della relazione individuale possono così diventare vie percorribili anche nel tessuto malato della nostra società.
Parole
Il dono non è sufficiente se non è presente anche il donatore Martin Lutero
Occorre comprendere che sono il perdono e la misericordia a causare la conversione, e non la conversione a meritarli Enzo Bianchi
Esiste una autorità che viene riconosciuta in tutte le culture e in tutte le religioni: l’autorità di coloro che soffrono. È questa autorità riconosciuta che fa muovere a compassione Johann Baptist Metz
Link www.salonelibro.it/it/programma/details/4558.html
Suggerimenti di lettura
Enzo Bianchi, Dono e perdono, Einaudi 2014
Antonio Prete, Compassione. Storia di un sentimento, Bollati Boringhieri 2013
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19) Dao De Jing. Ciò che può essere detto con Augusto Shantena Sabbadini 11 maggio 2014
Tre sono i testi fondamentali del Taoismo, la grande sapienza della Cina antica: il Dao De Jing di Lao Tzu, lo Chuang Tzu, e il Lieh Tzu. Testi e autori si confondono e smarriscono nella profondità dei tempi, ma il loro modo di porsi in relazione alla realtà sembra avere molti punti in contatto con la problematicità del pensiero contemporaneo e soprattutto con l’elaborazione della fisica quantistica: la realtà è indicibile, non esiste un fondamento ultimo per l’epistemologia e per l’etica. Ma come elaborare, allora, una modalità per il vivente? Occorre rinunciare a ogni guida, a ogni distinzione tra giusto e sbagliato, vero e falso? Ne parliamo con Augusto Shantena Sabbadini, studioso e traduttore dei maggiori testi della sapienza orientale, interprete della rilevanza del pensiero taoista per il mondo occidentale e contemporaneo. In questa e nella prossima puntata leggeremo i testi del primo e fondamentale autore, Lao Tzu.
Parole
Lo spirito della valle non muore:
è la femmina del profondo.
La porta della femmina del profondo
è l'origine di cielo e terra.
Sottile, sottile, come appena presente:
eppure il suo uso è inesauribile
Dal Tao Te Ching
Suggerimenti di lettura
Tao Te Ching: Una guida all’interpretazione del libro fondamentale del taoismo
Traduzione e cura di Shantena Augusto Sabbadini - Feltrinelli Urra, 2009
Yves Raguin, Il Tao della mistica, Fazi editore 2013
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20) Dao De Jing. Un piccolo paese con pochi abitanti con Augusto Shantena Sabbadini 18 maggio 2014
Lao Tzu è una delle figure più rilevanti del panorama filosofico cinese. Difficilmente collocabile, visse probabilmente, ma la sua vita si perde nella leggenda, nel IV secolo a. e. v. , nel periodo cosiddetto delle “cento scuole di pensiero”, dove tradizionalisti e innovatori disputavano sulla possibilità di dire l’indicibile, di conoscere vero e falso, giusto e ingiusto. Il Tao (il libro della via e della virtù) mette in crisi ogni norma e ogni dottrina: meglio astenersi dall’interferire nel corso naturale delle cose, meglio adottare un’arte fluida e minimale dello stare al mondo. Ma può essere questo sufficiente ad affrontare la vita? Ne parliamo anche oggi con Augusto Shantena Sabbadini, consulente per il Centro Eranos, un centro di studi mettono a confronto Oriente e Occidente.
Parole
Un piccolo paese, con pochi abitanti.
Puoi far sì che, pur avendo
decine e centinaia di strumenti non li usino.
Puoi far sì che la gente
prenda sul serio la morte e non vada lontano.
Benchè abbiano barche e carri,
non hanno alcun posto in cui andare.
Benchè abbiano corazze e armi,
non hanno alcuna ragione per servirsene.
Puoi far sì che la gente
ritorni a usare le cordicelle annodate.
Squisito il loro cibo,
belli i loro abiti,
paceifiche le loro case,
piacevoli le loro usanze.
I paesi vicini si vedono in lontananza
e odono il canto dei loro galli e l'abbaiare dei loro cani.
Tuttavia la gente invecchia e muore
senza aver intrapreso il viaggio per farsi visita.
Dal Tao Te Ching
Sugerimenti di lettura
Matteo Nicolini-Zani, Monaci cristiani in terra cinese , ed. Qiqajon 2014
Maurizio Paolillo, Il daoismo – Storia, dottrina, pratiche, Carocci ed. 2014
www.mediafire.com/download/g1k1bqo79t0elad


21) Perseverare: diabolico o semplicemente umano? con Salvatore Natoli Ricordo di Antonio Cassese 25 maggio 2014
Che cosa fa sì che l’essere umano, singolarmente o collettivamente, perseveri nel male? E che cosa fa sì che, talvolta contro ogni logica, perseveri nel bene? Una tenacia nel lottare contro l’ingiustizia, contro la sopraffazione, contro l’umiliazione è ciò che ha sempre caratterizzato Antonio Cassese, giurista e rappresentante del governo italiano in vari organi dell’Onu e per i diritti umani, che prima di morire ha lasciato testimonianza dei suoi dubbi e delle sue speranze in una serie di scritti su Franz Kafka, lo scrittore che lo ha accompagnato “tutta la vita”. Ma della perseveranza come virtù che “non cede alle difficoltà e regge nel tempo” parliamo con Salvatore Natoli, il quale si chiede come mai a questo nostro tempo sembri sfuggire la perseveranza, nonostante le migliaia di eroi nascosti e silenziosi che si ostinano nel bene. Ma il vero problema è come saldare la virtù individuale con il bene collettivo.
Parole
Come bene diceva Brecht :"beati i popoli che non hanno bisogno di eroi".
Se tutti, perseveranti, praticassimo l'eroismo che la vita ogni giorno richiede non avremmo bisogno di vite eroiche.
Salvatore Natoli

Ho riflettuto a lungo sulla questione di come aiutare gli altri. Ne ho parlato con conoscenti e qualche raro amico. In questi ultimi anni era diventata un'ossessione. Forse, invece di chiedermi cosa fare, avrei dovuto rimboccarmi le maniche e aiutare qualcuna delle tante persone che costituiscono il mio "prossimo". Ormai è troppo tardi, purtroppo Antonio Cassese
Suggerimenti di lettura
Salvatore Natoli, Perseveranza, Il Mulino 2014
Antonio Cassesse, Kafka è stato con me tutta la vita, Il Mulino 2014
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22) Bibbia e altri racconti con Cristina Simonelli e Piero Stefani 01 giugno 2014
Torniamo a prendere in mano la Bibbia, nella puntata di oggi, ma per metterla a confronto con una forma particolare di “esegesi”: quella fatta, talvolta inconsapevolmente talaltra intenzionalmente, dalle varie forme di letteratura che, nei secoli, si sono ispirate al testo biblico, o per commentarlo, o per dissacrarlo, o in ogni caso per un confronto con quelle parole e storie che hanno nutrito generazioni di uomini e donne. Tutta la letteratura classica è ricchissima di scritture ispirate alla Bibbia. Ma nella modernità? Si è allentato quel legame? O ha preso una forma diversa? Può esistere una “cattiva” esegesi, in tal senso, o quella letteraria è una libertà indiscussa? E come evolve il legame con la tradizione nella letteratura ebraica contemporanea? E in quella cristiana? Ne parliamo con Piero Stefani, biblista che ama il confronto con linguaggi diversi, e con Cristina Simonelli, del Coordinamento delle teologhe italiane.
Parole
Mia nonna. Aggressiva praticante, era completamente priva di sentimenti di misericordia. La sua pietà era un atto di guerra contro i parenti protestanti. […] La grazia che invocava era lo sterminio del protestantesimo. La sua mente era ossessionata dalla conversione: la conquista di un’anima a Dio era il diversivo preferito della sua fantasia: un protestante di meno al mondo! Mary McCarthy
Link
www.radio.rai.it/radio3/uomini_prof...?Q_EV_ID=201208 www.teologhe.org/
Suggerrimenti di lettura
Karin Schöpflin, La Bibbia nella letteratura mondiale, Queriniana 2013
Sabrina Bonati e Silvia Fontana, Bibbia e letteratura, Claudiana 2014
Piero Stefani ( a cura di) , Qohelet, Garzanti 2014
Mary McCarthy, Ricordi di un'educazione cattolica, Minimum Fax 2013
Josè Saramago, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Feltrinelli 2010
Shemuel Yosef Agnon, Appena ieri, Einaudi 2010
Eliana Bouchard, La mia unica amica, Bollati Boringhieri 2013
Maria Girardet Soggin, Una bambina vestita di Bianco, Claudiana 2013
Grace McCleen, Il posto dei miracoli, Einaudi 2013
Charles Lewinsky, Un regalo del Führer, Einaudi 2014
www.mediafire.com/download/i7161d6cks7lxu4


23) Nel tempo della vecchiaia con Enzo Bianchi 08 giugno 2014
Oggi la “questione” di Uomini e Profeti è dedicata a una stagione della vita: l’ultima, la più difficile, la più accidentata, e, di solito, la meno amata. A differenza dell’infanzia, non tutti sperimentiamo la vecchiaia. Vi è chi si arresta prima nel proprio corso vitale. Ma chi si inoltra nella vecchiaia si inoltra nella parte più enigmatica dell’esistenza: quella che si affaccia al limite estremo, quella che sperimenta la debolezza estrema, senza la sollecitudine che circonda la debolezza infantile. Come affrontarla oggi, a fronte di una sempre maggiore durata della vita, cui però non sempre – anzi, quasi mai – corrisponde una capacità di sostenerla, sia dal punto di vista fisico e materiale che spirituale? E, ancora una volte, le Scritture delle antiche tradizioni sono in grado di fornire delle “tracce” per sostenere e dare senso a questa fase estrema dell’esistenza? Ne parliamo con Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, che alla vecchiaia sta dedicando molte riflessioni, sia esistenziali che spirituali.
Parole
Vi è un dato che può accomunare tutti gli anziani: il nostro tempo può essere segnato maggiormente dalla gratuità,dall’esercitarsi alla capacità di stupore attraverso ore di contemplazione Enzo Bianchi

Tutta la vita un sogno;
nell’aria celestina
un fiore di cotogno che dura una mattina.
Sembra niente una mattina!
Porta l’ape al fiore,
fa cantare d’more in cielo la calandrina …
Quanta vita in quel sogno,
solo fumo d’incenso;
quanti nidi nel lodogno
nel suo fogliame denso.
Biagio Marin
Suggerrimenti di lettura
Enzo Bianchi, Ogni cosa alla sua stagione, Einaudi 2010
Biagio Marin, Nel silenzio più teso, Rizzoli 1980
Aude Zeller, Alla prova della vecchiaia, Servitium 2005
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24) RadioEuropa - La Festa di Radio3 a Perugia.Il mondo e i suoi enigmi:sapienze a confronto con Carlo Rovelli 15 giugno 2014
La fisica suggerisce oggi una immagine del mondo quanto mai mobile e dinamica, piena di forza e di debolezza, di limiti e di possibilità. Ma non è questo anche il campo di forze nel quale hanno preso forma le grandi sapienze di tutti i tempi? Come elaborarle nella contemporaneità? Con noi Carlo Rovelli, creatore di una delle principali linee di ricerca in gravità quantistica, attento anche alle implicazioni filosofiche dell’indagine scientifica.
Parole
La natura del pensiero scientifico è critica, ribelle, insofferente a ogni concezione a priori, a ogni riverenza, a ogni verità intoccabile.La ricerca della conoscenza non si nutre di certezza: si nutre di una radicale mancanza di certezze.Ciò significa non dare credito a chi dice di avere la verità in tasca. Per questo scienza e religione si trovano sovente in rotta di collisione. Non perchè la scienza pretenda di conoscere risposte ultime, ma, esattamente al contrario, perchè allo spirito scientifico fanno sorridere coloro che dicono di conoscere risposte ultime, di avere un accesso privilegiato alla Verità. Carlo Rovelli

La verità è nel profondo Democrito

La scienza nasce da questo atto di umiltà: non fidarsi ciecamente delle proprie intuizioni. Non fidarsi di quello che dicono tutti. Non fidarsi della conoscenza accumulata dei nostri padri e dei nostri nonni. Non impariamo nulla, se pensiamo di sapere già l'essenziale, se pensiamo che l'essenziale sia già scritto in un libro o custodito dagli anziani della tribù . Carlo Rovelli
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25) I miti dell’Amazzonia con Antonino Colajanni e Sergio Botta 22 giugno 2014
Che cosa rappresentano, per noi, gli antichi miti? Favole dimenticate o sperdute nella congestione della modernità, o racconti di modalità del pensiero, di ricerche di come stare al mondo, non così dissimili da quelle che ci costruiamo oggi? E come recuperare i miti di antiche civiltà che si stanno dissolvendo sotto l’urto della trasformazione globale del mondo? Ne parliamo con due studiosi, Antonino Colajanni e Sergio Botta, a proposito di una ricerca, compiuta nella seconda metà del secolo corso, da un antropologo di fama mondiale (anche se inquinata da una mai chiarita adesione al nazismo): Gerardo Reichel-Dolmatoff. La ricerca, svoltasi grazie alla sapiente partecipazione di Antonio Guzmàn, un nativo della tribù dei Desana, che riuscì a ricostruire e a svelare la complessa architettura del cosmo amazzonico: ricco di demoni e dei, di piante e animali, di simboli e sciamani, che per lunghi secoli regolarono la vita della comunità. E ora? Tutto perduto? O qualcosa è possibile salvare?
Suggerimenti di lettura
Gerardo Reichel-Dolmatoff, Il cosmo amazzonico, a cura di Antonino Colajanni, Adelphi 2014
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26) Pavel Evdokimov: il mondo luogo dello spirito con Flaminia Morandi e Adalberto Mainardi 29 giugno 2014
Più che mai oggi le fedi, aggrappate alle diverse identità nazionali ed etniche, sembrano dividere invece che unire, indossando le maschere della violenza e della sopraffazione. Eppure anche nei momenti più bui della storia ci sono stati uomini e donne di fede che hanno messo in evidenza la possibilità di un incontro tra diversi, di un servizio dato al prossimo, chiunque egli sia, di un vero e proprio “sacramento” del fratello. Nella Parigi che accoglieva gli intellettuali – atei o credenti – in esilio dalla Russia Sovietica, un clima di fervore attivo, di spiritualità fattiva, di intelligenza, di pensiero teologico desideroso di incontrare la modernità metteva in scacco la prepotenza ottusa dei regimi. Pavel Evdokimov, nato agli albori del secolo scorso, è stato una delle figure che più ha contribuito all’incontro tra cristiani d’Oriente e d’Occidente, tra religiosi e laici, tra credenti e atei. Flaminia Morandi, con Adalberto Mainardi, ne ricostruisce il profilo di uomo, di teologo, di cercatore della bellezza.
Parole
La dottrina divide, la pratica unisce Pavel Evdokimov

Il pane per me è un problema materiale, ma il pane del mio prossimo è un problema spirituale Nikolaj Berdjaev

In teologia il passato è morto, ma la tradizione è viva e va comunicata in modo che entri viva nel tessuto vivo della realtà Pavel Evdokimov
Link : www.monasterodibose.it/content/blog...8/1969/lang,fr/
Suggerimenti di lettura
Pavel Evdokimov, Le età della vita spirituale, EDB 2009
Pavel Evdokimov,Teologia della bellezza. L'arte dell'icona, ed. San Paolo 2002
Flaminia Morandi, Pavel Evdokimov. Un percorso spirituale tra Oriente e Occidente, Paoline 2013
Vladimir Zelinskij, Il regno e il tormento della fede. Russia, ortodossia, riconciliazione, Effatà Editrice 2014
www.mediafire.com/download/5ed3w9cn3zm9uxx


27) Protestantesimo: Sola Scriptura? con Daniele Garrone, Lidia Maggi, Angelo Reginato 06 luglio 2014
Se nella puntata precedente abbiamo dato uno sguardo al mondo dell’ortodossia, oggi guardiamo invece al variegatissimo universo del protestantesimo che, più o meno in tutto il mondo, si riconosce in una bipartizione di massima tra le chiese “storiche”, che hanno promosso e incorporato lo spirito critico della modernità, e quelle “evangelicali”, più conservatrici, ma più capaci di attrarre fedeli e talvolta più autenticamente spirituali. Quale può essere la direzione più giusta da prendere? Valgono ancora i “fondamentali” del protestantesimo: Sola Scriptura, sola fide, solus Christus ...? Per fermarci alla Scrittura: quale può essere un modo di leggere oggi la Bibbia che non sia né fondamentalista, né aridamente scientifico, né astrattamente formulato, né esclusivamente soggettivistico? E quale scambio vi può essere con il pensiero laico?Ne parliamo con il teologo valdese Daniele Garrone e con Lidia Maggi e Angelo Reginato, autori di un libro su tre concetti chiave della modernità – libertà, uguaglianza, fraternità – che però sono già il fulcro delle pagine e dei versetti della Bibbia.
Parole
Occorre strappare la tradizione al conformismo che è in procinto di trasformarla
Walter Benjamin
Un giorno lessi un libro e tutta la mia vita cambiò. Fin dalle prime pagine ne percepii a tal punto la forza che mi parve quasi che il mio corpo si staccasse dalla sedia e dal tavolo a cui sedevo per allontanarsene ... Era una luce che faceva brillare la mia mente e insieme la accecava Orhan Pamuk

Sì, noi intuiamo di nuovo che il senso della cosiddetta religione sta nel suo apporto con la vita concreta, con la vita della società, e non nella sua separazione da essa. Un santuario separato non è un santuario.
Karl Barth
Link: www.esodo.net/
Suggerimenti di lettura
Lidia Maggi, Angelo Reginato, Liberté égalité fraternité. Il lettore, la storia la Bibbia, Premessa di Paolo Ricca, Claudiana 2014
Esodo Quaderni trimestrali dell'Associazione Esodo n.2 aprile-giugno 2014
www.mediafire.com/download/f4bf7cmzzrv2xgc


28) Oriente estremo: tentazioni estreme con Massimo Raveri 13 luglio 2014
Ultima puntata dal vivo di Uomini e Profeti, prima delle riproposte estive che dureranno fino al venti settembre, quando riprenderemo la programmazione regolare. In questa puntata vogliamo visitare la spiritualità dell’Oriente estremo, il Giappone in particolare, che sta vivendo una crisi di identità anche nel suo rapporto con la natura, e dove le nuove forme di spiritualità sembrano non aver soppiantato ancora del tutto antichi e per noi incomprensibili riti, come quello della mummificazione in vita”: asceti che vogliono eterizzare il loro corpo, con un sorprendente disprezzo per il sacrificio e per il dolore. Che cosa vogliono ottenere? Quali idea della vita e della morte sottende queste pratiche? Perché è necessario passare attraverso il dolore? Si tratta di un rifiuto della vita o rifiuto della morte? Ne parliamo con lo studioso Massimo Raveri, che ha conosciuto da vicino le pratiche devozionali di questi “santi”.
Parole
Per i monaci cinesi dell'epoca, come per taluni asceti di oggi, l'atto di ferirsi e di uccidersi sono uniti dalla stessa logica sacrale, che è quella di donarsi al Buddha per il bene degli altri. Massimo Raveri

Chi incarna l'autorità e gestisce il potere politico tende invece a negare valore a quest' esperienza, a condannarla senza mezzi termini: i miira sono dei suicidi e la loro ascesi è una serie di "magie" per ingannare e sobillare la gente semplice. Massimo Raveri
Suggerimenti di lettura
Massimo Raveri, Il corpo e il paradiso - Le tentazioni estreme dell'ascesi - Marsilio ed. 1992
www.mediafire.com/download/42lhskgiki6fh6y


29) Guerre nel mondo: che fare? con Enzo Bianchi 21 settembre 2014
“Questioni” – lo spazio di Uomini e Profeti dedicato agli approfondimenti delle tematiche religiose – riapre quest’anno inevitabilmente sui temi delle guerre che stanno deturpando il volto della terra. Ci chiederemo in primo luogo quale nuova mappa politica e religiosa si sta disegnando sul suolo dell’islam; in che cosa l’Europa ha fallito se ha allevato figli terroristi; in quale misura le religioni possono ancora essere potenti detonatori dei conflitti etnici e sociali; come si deve interpretare l’odio anticristiano che sta uccidendo migliaia di perone in varie parti del pianeta. Ma in primo luogo oggi, con Enzo Bianchi, ci interroghiamo sul rapporto tra i nostri vissuti individuali e la complessità del mondo, se le fedi possono indicare ancora vie d’uscita alle violenze e alle guerre, se questi conflitti atroci possono riaprire una nuova responsabilità dei soggetti. Nel XXII Convegno internazionale di spiritualità ortodossa, tenutosi recentemente al Monastero di Bose, si è percepito un linguaggio nuovo anche nel mondo ortodosso.In questa puntata ricordiamo anche la figura di Gianfranco Draghi, morto a novant’anni nel giorni scorsi, riascoltando alcuni suoi pensieri sul buio da cui era avvolto negli ultimi anni e sulla luce che respira comunque, in ogni cosa.
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30) Islam, questo sconosciuto con Paolo Branca e Gianluca Parolin 28 settembre 2014
Conoscere l’islam, provare a leggere la nuova geografia politica e religiosa che si sta delineando nei territori musulmani dei paesi che si affacciano al Mediterraneo è l’unico modo che abbiamo per analizzare questa crisi, che a noi osservatori si rivela molto confusa, con schieramenti che si sfaldano e si ricompongono, con alleanze che si formano e si disfano, con nuovi soggetti che si affermano sulla scena: i curdi che stanno assumendo un ruolo chiave, i peshmerga con le loro donne combattenti, sunniti e sciiti che disegnano un nuovo scacchiere. Con l'islamista Paolo Branca iniziamo dal considerare il fatto che tradizioni antropologiche molto arcaiche continuano a sopravvivere anche negli stati nazione che si sono formati dopo lo sfaldamento dell’impero ottomano; mentre Gianluca Parolin, che insegna alla American University of Cairo, ed è in particolare uno studioso di califfato storico e contemporaneo, ci aiuterà a capire anche storicamente il sogno di un nuovo califfato che sta attraversando il Medio Oriente, che somiglia a tanti sogni pericolosi e perversi di rinascite degli imperi e dei grandi domini.
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31) Islam d’Europa con Roberto Mazzola, Brigitte Marechal, Felice Dassetto 05 ottobre 2014
Torniamo a parlare di islam, ma questa volta guardando a i musulmani, o provenienti dai paesi musulmani, che vivono nei paesi europei. Dovremmo forse tener conto che non solo ci troviamo di fronte a un’Europa minacciata dal fondamentalismo, ma anche a una o più generazioni che vivono un dramma: quello di essere strette fra le tradizioni dei paesi di origine e quello di una “modernità” che non li ha saputi accogliere. È facile capire che il sogno di riscatto di un grande califfato può aver facile presa. Quali soluzioni sono possibili? Quali diversi modelli sta proponendo l’Europa? È possibile che un’idea forte di libertà, di fede religiosa vissuta nella laicità possa ancora contrastare i sogni di morte e di vendetta dello Stato islamico?Ne parliamo con Roberto Mazzola, Brigitte Marechal e Felice Dassetto.
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32) La questione “Israele”con Stefano Levi Della Torre, Davide Assael La “Compagnia di Gesù” con Michela Catto 12 ottobre 2014
Alla fine di una estate davvero drammatica anche per quanto riguarda il conflitto – che appare insolubile – tra Israele e Palestina, torniamo a guardare alla complessità che si addensa intorno al nome stesso di “Israele”: un nome che indica uno stato, uno stato in conflitto pesante con le popolazioni palestinesi con cui si trova a convivere, ma nello stesso tempo una tradizione che invita alla giustizia, e anche una tradizione di diaspora, persecuzione e sterminio che sembra talvolta autorizzare ogni mezzo per la propria autodifesa. Alla fonte, un testo “sacro” che propone racconti sul possesso della terra, sulla difficile e necessaria fratellanza tra i popoli, sulla vocazione alla giustizia, ma, appunto, “propone” storie che sono problematiche da interpretare, e che possono dare esiti molto diversi. Proviamo a districare questa imbrogliata matassa con Stefano Levi Della Torre e con Davide Assael, due ebrei italiani che hanno a cuore il “senso” della libertà e della giustizia.Nella seconda parte, una storia della Compagnia di Gesù, alla quale come si sa appartiene papa Francesco, sinodo che si è aperto domenica scorsa e chiuderà domenica prossima, ma che in realtà durerà un anno intero. Con noi Michela Catto.
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33) Eros e famiglia: linguaggio nuovo della chiesa? con Andrea Grillo e Vito Mancuso 19 ottobre 2014
Che cosa tiene insieme l’eros e l’etica? E davvero l’amore si può esprimere dentro il nucleo familiare, dove sovente covano rancori e odi? Non si rischia, volendo far tornare i conti a tutti i costi, di spegnere l’eros, di far diventare l’etica una sorta di moralismo, di considerare la famiglia l’unica possibile modalità sociale in cui vivere le nostre passioni? È disposto il mondo delle fedi – quello cattolico in particolare – a riconsiderare tutto questo? Ne parliamo con i nostri ospiti, il filosofo Vito Mancuso, che ai temi di eros ha dedicato un saggio intelligente e pieno di domande, e il liturgista Andrea Grillo, che ha seguito i lavori del Sinodo,in relazione al Sinodo dei vescovi sulla famiglia, che oggi chiude, provvisoriamente, i suoi lavori. Papa Francesco ha inaugurato un linguaggio nuovo, più spostato sull’evangelo che sulla dottrina. Servirà a inaugurare un linguaggio nuovo anche tra i fedeli e i suoi pastori?
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34) Scritture e interpretazione: come l’antichità ha affrontato il problema con Sabino Chialà 26 ottobre 2014
La questione dell’interpretazione delle Scritture – se siano da intendere in senso letterale o in senso simbolico, o se siano da leggere storicamente e criticamente, o invece in senso figurativo – non è qualcosa che appartiene solo alla modernità, né, tanto meno, al dibattito attuale in ambito cattolico. Anzi, non solo la Scrittura stessa è già interpretazione, ma fin dai primi secoli dell’era cristiana si è posto il problema della legittima pluralità dell’interpretazione dei testi sacri. Ne parliamo con Sabino Chialà, monaco della Comunità di Bose a Ostuni, che ci racconta come le scuole teologiche siriache ci abbiano lasciato in eredità una ricca e plurale testimonianza di creatività ermeneutica. E anche il senso – oggi tragicamente compromesso – di una possibilità di intesa e di dialogo fra tradizioni molto diverse.
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35) Francesco d’Assisi: povertà, minorità, fraternità con Brunetto Salvarani 02 novembre 2014
Francesco d’Assisi: il “santo” forse più celebrato dalla cristianità, ma anche quello più conteso, più travisato, più contraffatto: l’uomo di cui si è fatta leggenda, ma anche uno dei più fedeli interpreti del Vangelo di Gesù. Come fare a ricostruire intorno a lui un po’ di verità? In primo luogo ricorrendo ai suoi scritti autentici: che non sono i Fioretti, ma alcune lettere, omelie, il Cantico di frate Sole, le due Regole (quella senza approvazione papale, e poi quella con approvazione papale), e soprattutto il Testamento, in cui oltre a raccontare la sua storia invita i fratelli a tenere quelle parole scritte di suo pugno assieme e alla pari con la Regola approvata dal papa, in cui era stato costretto ad alcuni compromessi. Ne pariamo con Brunetto Salvarani, teologo, particolarmente attento al dialogo interreligioso, che ha recentemente curato gli scritti editi di Francesco. Da cui emergono con chiarezza, le “parole chiave” del povero di Assisi: povertà, minorità, fraternità, obbedienza. Un bel modo per intendere oggi la vita cristiana, e forse per intendere la vita.
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36) Rosa Bianca: come resistere nei tempi della barbarie con Paolo Ghezzi e Lorenzo Tibaldo 09 novembre 2014
La questione che ci poniamo oggi è relativa a come resistere nei tempi della barbarie. È una questione che si è posta nelle grandi tragedie della storia, è una questione che va posta ora, alle giovani generazioni, che sembrano apatiche, incapaci di scuotersi,ma poi ci sorprendono, con slanci di improvvisa generosità, rischio, fantasia. Talvolta, non sempre, con una motivazione anche di fede, ma sempre con una fiducia nell’umano che non sembra venire dalla rappresentazione che il mondo adulto dà di se stesso. Oggi ne parliamo in relazione alla Rosa Bianca, il gruppo di giovani studenti dell’Università di Monaco di Baviera, che si ribellarono intimamente alla violenza del nazionalsocialismo, e decisero di dare visibilità pubblica a questa loro ribellione distribuendo alcuni volantini che invitavano alla resistenza in nome della libertà, della giustizia, della fratellanza. I principali esponenti del gruppo furono catturati e ghigliottinati, ma la loro vicenda continua a interrogarci – ribellarsi o tacere e sopportare? – anche perché erano un gruppo di ragazzi belli, dalla fortissima idealità, colti, amanti della vita e della bellezza.A parlarne due ospiti, entrambi autori di due lavori sulla Rosa Bianca usciti di recente: Paolo Ghezzi e Lorenzo Tibaldo.
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37) D come donna con Giacoma Limentani 16 novembre 2014
Donne e religioni: un nodo che continuerà ad essere occasione di studio e di ricerca fino a che le religioni non prenderanno atto, concretamente, della parità di dignità tra uomini e donne, e fino a che nelle nostre società, ancora contrassegnate dalla violenza sulle donne e da una improba fatica per il genere femminile ad acquisire parità di diritti. Ma naturalmente ogni storia ha una sua declinazione particolare, e può accadere che una storia cominciata nell’umiliazione e nella paura trovi la propria strada di riscatto e di coraggio. È un po’ la vicenda di Giacoma Limentani, ebrea di Roma, traduttrice e saggista, che per anni ha animato gruppi di studio imperniati sulla Torà e sul Midrash, e ha dato originalissime lettura di figure come Giona, Ester, Mosè e Giobbe. Ma la sua vita di bambina è stata segnata da un episodio orrendo di cui ha portato le cicatrici per tutta la vita. Oggi la incontriamo a "Uomini e Profeti", per discutere con lei di ebraismo ma soprattutto di umanità.
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38) Giappone 1 Ogni cosa è illuminata con Massimo Raveri 23 novembre 2014
Si può parlare delle religioni nel Giappone antico non solo per conoscere la complessità e la varietà di un mondo ricchissimo di intuizioni spirituali, di elaborazioni del pensiero, di invenzioni nell’ambito del divino e dell’umano, ma anche per comprendere quanto il mondo delle religioni, in generale, sia portatore di una tensione alla ricerca, alla conoscenza, al significato che sarà poi la stessa assunta nella modernità dal sapere scientifico e dall’interrogazione sulla condotta umana.In particolare, entrando nel periodo “classico” del pensiero giapponese, incontreremo dèi e semidei, monaci e eremiti, santi e pensatori, ma soprattutto una raffinatissima speculazione filosofica che, al convergere di correnti come gli antichi culti shinto, le scuole confuciane, la via del Dao, gli insegnamenti del buddhismo, rivela l’anelito a comprendere che cosa regoli le armonie dei mondi e i comportamenti degli umani. A guidarci Massimo Raveri, che insegna religioni e filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Venezia.
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39) Giappone 2 L'arcipelago dei fiori di loto con Massimo Raveri 30 novembre 2014
Torniamo con Massimo Raveri a ragionare delle varie correnti di spiritualità che nel Giappone dal 700 al 1500 circa sono penetrate per vie soprattutto commerciali, e che lì si sono insediate, fuse, contrastate, vivificate reciprocamente, fino a darci un “pensiero” complesso, articolato, ricco, e in perenne movimento.Troveremo così un buddhismo del distacco e uno dello sguardo compassionevole verso i dolori del mondo; la proposta di una via di perfezione e di una che si mescola alla materia umana incandescente; l’aspirazione al vuoto del nirvana e quella a una gioia del paradiso. Troveremo anche un buddhismo in sono accolti i peccatori che si salvano solo per fede ...E poi scintoismo, taoismo, confucianesimo, e infine zen: la bellezza e le arti. In che forme è rimasto questo ricco patrimonio spirituale nel Giappone contemporaneo?
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40) Tradire per amore In margine al romanzo"Giuda"di Amos Oz con Moni Ovadia e Gabriele Nissim 07 dicembre 2014
Riprendiamo un tema che ci sta a cuore, quello del rapporto tra il moderno stato di Israele e l’antica tradizione ebraica, per cercare di comprendere in che cosa si radicano alcune ideologie “distruttive” dell’Israele contemporaneo, e se sia possibile invece una revisione in senso più costruttivo delle antiche parole. Sembrerebbe di sì, a partire da alcuni interpreti contemporanei del pensiero ebraico, da David Hartman a Yehuda Bauer, ma il problema è come far penetrare nuove modalità concettuali in una società esasperata e nella classe politica spesso irresponsabile. Ne parliamo con Moni Ovadia, appassionato dell’ebraismo ma radicalmente critico nei confronti del moderno Israele, e con Gabriele Nissim, promotore della Giornata europea dei giusti.
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41) Tornare alle Dieci Parole? con Paolo Ricca 14 dicembre 2014
Vent’anni fa, con Paolo Ricca, teologo e pastore della chiesa valdese, avevamo realizzato a Uomini e Profeti una lunga serie sui dieci comandamenti. L’avevamo intitolata Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell’amore. Oggi, anche in occasione della ristampa del libro ricavato da quelle conversazioni, torniamo a riflettere sul tema, in parte per ribadirne il senso che vi avevamo trovato allora: non una “legge” punitiva e coercitiva, ma un “insegnamento” per una vita più rispettosa della libertà e della dignità dell’altro sulla terra. Ma in parte anche per scoprire nuove angolature, nuovi risvolti in quelle scarne “dieci parole”, che tuttavia costituiscono ancora una “strada maestra” per una convivenza civile su questa difficile terra. Oggi che conosciamo meglio altre culture, possiamo ancora dare a queste parole un valore così assoluto? Oggi che sappiamo misurare con più accortezza la nostra scarsa conoscenza di verità, come consideriamo una Parola che si presuppone veritiera? Di tutto questo parleremo con Paolo Ricca.
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42) Vigilia 21 dicembre 2014
Oggi è la quarta domenica di avvento, secondo il calendario liturgico – ci si avvicina a quella che per tradizione viene celebrata e ricordata come la “vigilia” di Natale. Ma dentro la parola “vigilia” vi sono tanti significati: vi è il “prima” di qualcosa, vi è il senso dell’attesa, e nell’attesa vi è l’essere desti, tesi, pronti, vi è la “veglia”, e la necessità di essere tesi, vigili, nella nostra vita. Ne parliamo con Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, anche perché la vigilanza, la veglia, l’attesa hanno da sempre fatto parte della pratica monastica. Ma ci chiediamo: come è stata vissuta la “vigilia” nella vita religiosa? Come la possiamo declinare in questo tempo? che cosa possiamo attendere, se siamo consapevoli di vivere in un’epoca in gran parte cinica, spietata? Dove trovare la forza per un vigilare amorevole e fiducioso? La dimensione religiosa sembra non bastare. Dove attingere allora?
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43) Gilgamesh 1 Colui che vide le profondità della terra con Lorenzo Verderame, Jean - Louis Ska, Americo Sbardella 28 dicembre 2014
A cavallo tra il 2014 e il 2015, abbiamo pensato di dedicare questo tempo sospeso della festa da un lato guardando (in “Storie”) al travaglio del mondo, dall’altro andando a rileggere (in “Questioni”) uno dei grandi testi dell’antichità, forse il più antico poema epico di tutti i tempi: l’epopea di Gilgamesh. Dalla storia mitica del re di Uruk, antica città dei Sumeri e successivamente dei Babilonesi, scaturisce una scrittura (anzi, più riscritture) di un poema in cui, si concentrano le grandi tematiche dell’affacciarsi della stirpe umana sulla terra: chi è l’uomo? in che cosa si differenzia dalle bestie? quale funzione ha il rapporto tra maschile e femminile? e che cosa differenzia la creatura umana dagli dèi? L’occasione ci è data dalla riscrittura in forma teatrale dell’epopea di Gilgamesh da parte di un uomo di spettacolo, Americo Sbardella, in studio con noi assieme al biblista Jean-Louis Ska e all’assiriologo Lorenzo Verderame.
Suggerimenti di lettura:
La saga di Gilgamesh, a cura di Giovanni Pettinato, Oscar Mondadori 2008
L'Epopea di Gilgames, a cura di N.K.Sandars, Adelphi 1986
Americo Sbardella, Gilgamesh - Colui che tutto conobbe - Versione teatrale dell'Epopea - Lalli editore 2014
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Edited by Firefly58 - 16/5/2015, 11:31
 
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