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LEGGERE LA BIBBIA/LE PUNTATE DELLA DOMENICA 2013, tutte le puntate del 2013

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view post Posted on 6/1/2013, 20:49

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LEGGERE LA BIBBIA



Uomini e Profeti è una trasmissione che si muove sulla linea di confine tra le fedi religiose e la complessità del mondo in trasformazione. Nata nel 1982, con l’obiettivo di interrogare i grandi temi, i testi, le esperienze e le storie delle tradizioni spirituali di tutti i tempi, dal 1993 si è data una doppia articolazione: da un lato le questioni più pressanti e talvolta più drammatiche che si intersecano con gli orizzonti del religioso (il sabato con “Fedi e Mondo”); dall’altro una riflessione analitica e critica sulle Scritture fondative delle diverse tradizioni, da quest’anno dedicata in particolare alla conoscenza del testo biblico (domenica con “Leggere la Bibbia”). Uomini e profeti - che dal 1993 è ideato e condotto da Gabriella Caramore - vuole essere un luogo di libertà e di confronto, un esercizio della parola, dell’ascolto, dell’incontro.
Credits
un programma di Gabriella Caramore
a cura di Paola Tagliolini
in redazione e in regia Antonella Borghi
consulenza musicale di Cristiana Munzi


01) Alcuni Magi vennero da Oriente [ Matteo 2; Luca 2,22-39 ] con Siluan Span Vescovo della Diocesi Ortodossa di Romania in Italia 6 gennaio 2013
Oggi, giorno dell’Epifania, leggeremo il capitolo 2 di Matteo in cui si racconta della venuta dei Magi dall’Oriente, ma soprattutto getteremo uno sguardo nella religiosità del mondo orientale, con il vescovo metropolita della Diocesi Ortodossa di Romani in Italia, Span Siluan. Una gran parte degli ortodossi festeggia il Natale il 7 gennaio, per fedeltà al calendario giuliano, ed è in realtà la festa del Battesimo di Cristo, del suo ingresso nella vita pubblica. La chiesa romena mantiene invece la data del 25 dicembre per il Natale, ma il 6 gennaio celebra la” teofania” del figlio di Dio. Con il vescovo Siluan sarà una occasione per discorrere di tradizioni, Scritture, emigrazione e integrazione.
Libri:
Wolfgang Borchert, I Tre Re Magi, in Opere (trad. Roberto Rizzo), ed. Guanda 1968
www.mediafire.com/?ar65f9s2v5q4o3a


02) I primi e gli ultimi [Marco 10,1-31] con Paolo Ricca 13 gennaio 2013

Dalla Galilea alla Giudea, verso Gerusalemme. Anche lungo questo tragitto incontreremo Gesù in dialettica con i discepoli, le folle, i farisei, e persone bisognose di aiuto. Gesù dialoga con i Farisei sul divorzio: possibile che Egli diventi d’un tratto così rigorista? Nel Vangelo di Matteo però ( 19, 10) si prevede il divorzio. La familiarità di Gesù con i bambini - lasciate che vengano a me - e gli interrogativi sulla ricchezza, argomento ripreso anche nei versetti 23,27 . Analizziamo questo capitolo insieme a Paolo Ricca, biblista e pastore della Chiesa Valdese.
Libri:
Gerd Theissen, L’ombra del galileo, Claudiana 1990, pp. 174-175
www.mediafire.com/?g37dsdfkp5ldfi2


03) Servire: un gesto regale [Marco 10,32-52] con Paolo Ricca 20 gennaio 2013
Continuiamo a leggere con Paolo Ricca pastore della Chiesa Valdese, questo straordinario capitolo di Marco. Abbiamo lasciato, nella puntata precedente, Gesù che rovescia l’ordine “naturalistico” delle cose (primi - ultimi) e ora ecco il terzo annuncio della passione, in cui per prima cosa si cita Gerusalemme. La strana richiesta di Giacomo e Giovanni, la mania di grandezza che stenta a morire, la competizione dentro la vita di chiesa, dentro le comunità . Gesù qui è estremamente paziente e fa la sua proposta di comunità, di progetto umano.
Libri:
Eugène Jonesco, La ricerca di Dio, Casagrande 1990, pp. 25-30
www.mediafire.com/?zu7778fuiffyblv


04) Cavalcando un puledro, figlio d’asina [Marco 11] con Piero Stefani 27 gennaio 2013
Gerusalemme, la tragica e inquieta città, è lo scenario che contiene questi nuovi capitoli della vita di Gesù nel racconto di Marco. Prima di entrare nella grande città Gesù mette in scena la profezia contenuta nelle antiche Scritture (da Genesi a Zaccaria) secondo cui l’annuncio di speranza viene portato da colui che sale su un giovane asino, e manda i suoi a trovarne uno, sul quel siede prima di entrare in città. Uno strano ingresso, accompagnato da segni di giubilo e di omaggio del popolo, ma rivolti a un uomo seduto sul più umile degli animali. Tutto è strano in questo capitolo: dalla maledizione di un fico che non dà frutti (a ricordare che ciascuno è su questa terra per “portare frutto”), alla indignazione verso i mercanti e venditori di colombe, che erano abituali frequentatori del tempio. Ma tutto si può spiegare, come ci dirà il biblista Piero Stefani, interrogando puntualmente le Scritture.
Libri:
Piero Stefani, Gesù. Un nome che ci accompagna da duemila anni. Il Mulino ed. 2012
Piero Stefani, Gabriele Beccaccini, Dallo stesso grembo.Le origini del cristianesimo e del giudaismo rabbinico. Prefazione del card. Carlo Maria Martini - EDB 2012
Antonio Machado, A un olmo secco, da "Poesie scelte", Mondadori 1996
Bertold Brecht, IL susino, da "Brecht e il teatro sociologico" ed. Cremonese 1974
www.mediafire.com/?wqcqu748ir3v4ue


05) Non dare a Cesare quel che è di Dio [Marco 12] con Jean Louis Ska 3 febbraio 2013
Leggere la Bibbia significa anche tentare di comprendere dove, in quali passi delle Scritture e delle vite dei popoli, hanno avuto luogo quelle frizioni che hanno portato frazioni, disprezzo, violenze. A volte sarebbe sufficiente una analisi corretta dei testi per chiarire equivoci sedimentati, altre volte sarebbe necessario consegnare alcune espressioni al tempo storico che le ha generate. La parabola dei “vignaioli omicidi” è tra le più incriminate nella storia della tensione tra ebrei e cristiani. Così come la parola di Gesù “a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” non ha smesso di cercare soluzioni al rapporto tra stati e chiesa. Ne parliamo con Jean Louis Ska, studioso di Antico e Nuovo Testamento.
Libri:
ean Louis Ska, I nostri padri ci hanno raccontato - Introduzione all'analisi dei racconti dell'Antico Testamento,EDB 2012
Jean Louis Ska, Cose nuove e cose antiche (Mt 13, 52) - Pagine scelete del Vangelo di Matteo, EDB 2011
A. J. Cronin, Le chiavi del regno, Bompiani 1997
www.mediafire.com/?iaboetn2d9zrvxn


06) Non resterà pietra su pietra [Marco 13] con Marinella Perroni 10 febbraio 2013
La cultura moderna e contemporanea, abituata a valutare l’operato dei soggetti presi singolarmente, ci ha reso distante l’idea di un “giudizio universale”, che avverrà alla fine dei tempi, in cui una catastrofe generale travolgerà i malvagi per salvare i pochi eletti. E per la verità la storia ha visto tali e tante catastrofi che è difficile immaginare che ce ne sia una davvero definitiva. Eppure le parole di Gesù sulla fine dei tempi, sul giudizio ultimo, riportate nel Vangelo di Marco, e più ampiamente in Matteo, e più succintamente in Luca, ci richiamano ancora a una responsabilità storica sul nostro presente.Marinella Perroni affronta con noi questo passo difficile, in cui, di nuovo, il potere religioso viene decisamente attaccato, assieme a quello politico.
Libri:
I Vangeli. Narrazione e Storia a cura di Mercedes Navarro e Marinella Perroni, Il Pozzo di Giacobbe 2012
Wojciech Tochman, Come se mangiassi pietre, Keller editore 2010
www.mediafire.com/?suolk245tidju9t


07) In memoria di lei [Marco 13,31-37; 14,1-9] con Daniele Garota e Angelo Casati 17 febbraio 2013
Dopo il grande apocalittico di Gesù, l’annuncio della fine dei tempi e di un giudizio che verrà espresso su ciascuno e sui popoli, Gesù rivolge un invito a “vigilare”, a “stare desti”, un invito che sarà disatteso di lì a poco nell’orto degli Ulivi dagli stessi discepoli. Che cosa significa “essere pronti”? A che cosa? Esiste un “troppo tardi” nella vita delle persone? Subito dopo, nel nuovo capitolo, inizia il precipitare degli eventi verso la croce. Il primo segno è compiuto da una donna, rimasta senza nome, ma di cui si dice che “in memoria di lei” ovunque sarà annunciato il vangelo si narrerà anche del suo gesto: la donna spande un profumo intenso e costoso sul capo del suo maestro, dando luogo a una serie di rimproveri e considerazioni da parte dei presenti. A parlarci di questi passaggi Daniele Garota, studioso di Nuovo Testamento, che fu allievo di Sergio Quinzio, e con una sua lettura originale della Bibbia, e don Angelo Casati, mite e combattivo sacerdote della diocesi di Milano, che fu molto vicino al cardinal Martini.
Libri:
Daniele Garota, Tra conoscenza e grido. Le dinamiche della fede, Paoline 2013
Angelo Casati, Il racconto e la strada, Centro Ambrosiano 2011
Angelo Casati, Le paure che ci abitano, Romena editrice 2011
Angelo Casati, Ospiti alla tua cena, Centro Ambrosiano 2012
Louis Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, Corbaccio 2011
www.mediafire.com/?adq6h44246jf3u1


08) Il pane, il vino, e l’orto [Marco 14,10-42] con Yann Redalié 24 febbraio 2013
La solitudine dell’uomo Gesù è forse ciò che maggiormente caratterizza la sua preghiera nell’orto di Getsemani, quando nessuno dei suoi veglia con lui, e il Padre sembra non rispondere alla sua domanda. Per questo abbiamo accostato a questa narrazione il brano di un racconto di Cechov, in cui un padre non trova nessuno a cui raccontare lo strazio della morte di un figlio. Ma nella puntata di oggi chiediamo anche a Yann Redalié, docente della Facoltà Valdese di Teologia, di entrare con noi nelle difficoltà della scena dell’ultima cena: quella in cui Gesù spezza il pane e condivide il calice. Come mai questo gesto è appena accennato nel Vangelo di Giovanni? Qual è il rilievo della “lavanda dei piedi”?
Libri:
Yann Redalié, Introduzione al Nuovo testamento, Claudiana 2004
Francois Nault, La lavanda dei piedi, Qiqaion 2013
Anton Cechov, “La malinconia”, in Racconti vol I, pp. 66 - 70 Garzanti 2008
www.mediafire.com/?77682u0b6vtvsv7


09) Giuda: consegnare e tradire Marco [14,43-52] con Carlo Enzo e Ludwig Monti 3 marzo 2013
Sulla figura di Giuda tutta la letteratura mondiale, da Agostino a Thomas Mann, a Borges, si è sempre interrogata. Non solo perché il fantasma del tradimento abita in ognuno di noi, ma perché se era necessario che Gesù venisse “consegnato” – questo il significato primo del verbo “tradire” in greco – allora, in un certo senso, Giuda non aveva scelta. Ha “dovuto” consegnare Gesù perché si compisse il disegno della salvezza. E la sua colpa viene così ridimensionata. Inoltre negli ultimi anni il ritrovamento del Vangelo di Giuda, un testo gnostico del II secolo, ha aperto, qualche altra pista interpretativa. Ne parliamo con lo studioso Carlo Enzo, autore di una rilettura originale del Vangelo di Matteo, e con Ludwig Monti, monaco di Bose, che ha studiato le parole “difficili di Gesù”.
Libri:
Carlo Enzo, La generazione di Gesù Cristo nel Vangelo secondo Matteo, Mimesis, 4 voll.
Herbert Krosney, Il Vangelo perduto, National Geographic, 2006
Gustavo Zagrebelsky, Giuda. Il tradimento fedele, Einaudi 2011
Ludwig Monti, Le parole dure di Gesù, Qiqaion 2012
Helmut Gollwitzer, “Quando ti ho chiamato per essere….”, da W.Klassen, Giuda. Traditore o amico di Gesù ,Bompiani 1999
www.mediafire.com/?ypobtwo4fu9wuwf


10) Davanti al Sinedrio [Marco 14,53-72 ] con Gaetano Lettieri e rav Riccardo Di Segni 10 marzo 2013
Dopo l’arresto di Gesù dovuto a una serie di circostanze (la preoccupazione delle autorità religiose, il “tradimento-consegna” di Giuda, i sospetti delle autorità politiche), Gesù, secondo i racconti evangelici, viene accompagnato in primo luogo davanti al Sinedrio. Lì, secondo i vangeli, viene formulata la condanna di Gesù, che poi sarà messo a morte dai romani. E lì nasce l’accusa al popolo ebraico, tutto intero, e nei secoli, di essere “deicida”. Ma, oltre alla assurdità di condannare un popolo intero per azioni commesse da singoli in un determinato periodo storico, altre cose non tornano. Che il sinedrio si riunisse di notte, ad esempio, e che in un giorno festivo venisse emessa una condanna…
Ne parliamo con Gaetano Lettieri, storico del cristianesimo, e con rav Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma.
Libri:
Johann Baptist Metz, Jurgen Moltmann, Storia della passione, Queriniana 1974
Amos Oz, Gesù visto da un ebreo
www.mediafire.com/?snbml5fq2m5c40o


11) Crocifiggilo! [Marco 15,1-15] con Enzo Bianchi 17 marzo 2013
Ci stiamo avvicinando a Pasqua, quando concluderemo la lettura dei Vangeli, leggendo i quattro racconti della resurrezione. Con oggi e domenica prossima siamo all’epilogo del dramma che sta per compiersi, la messa in croce, la messa a morte di un innocente nel quale i testi e la tradizione hanno voluto vedere il “volto” del Dio vivente. Siamo all’ultimo capitolo prima della tragica conclusione della vita di un giusto: dopo la condanna di Gesù da parte delle autorità ebraiche, per questioni di potere religioso, oggi le accuse del potere politico: Pilato, il governatore della Giudea, pur con qualche esitazione, lascia che Gesù venga condannato. E la folla, facilmente manipolabile, come sempre, è preda degli orientamenti di chi comanda. A leggere per noi queste pagine drammatiche del Vangelo di Marco, Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose.
Libri:
Enzo Bianchi, Il Vangelo di Marco. Commento esegetico spirituale, Qiqaion.
Gustavo Zagrebelsky, Il crucifige e la democrazia, ed. Einaudi 1995
Durrenmatt, “Pilato” in Racconti, ed. Feltrinelli 1996 (trad. Umberto Gandini)
www.mediafire.com/?f47x2da776op3ex


12) Buio su tutta la terra [Marco 15,16-47] con Enzo Bianchi. 24 marzo 2013
Con la puntata di oggi arriviamo al momento tragicamente culminante della vicenda terrena di Gesù di Nazaret, quello della sua morte in croce: deriso, oltraggiato, ingiustamente accusato, non può che ricordare il “servo sofferente” dei capitoli 52 e 53 del profeta Isaia: “Maltrattato si lasciò umiliare, e non aprì la sua bocca: era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori” (53,7). Con la sua morte, accompagnata da un grande grido di dolore e abbandono, Gesù lascia una comunità incredula e sfiduciata, che non comprende come il Messia non abbia portato la salvezza sperata. Eppure è dalla croce che nasce la fede cristiana, come testimonia il grido del centurione.Forse però occorrerebbe più cautela quando si parla della morte di Gesù. Non solo perché la croce è stata simbolo di oppressione e di morte per molti; ma anche perché è facile farsi scudo di quel simbolo di debolezza, di sconfitta per occultare la propria potenza, o la propria ignavia, o il proprio vantaggio. Di tutto questo parliamo con Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose.
Libri:
Sergio Quinzio, La croce e il nulla, Adelphi 2006
Paul Celan, Tenebrae
www.mediafire.com/?o1jkfcfnszyfszu


13) Speciale Pasqua: Al mattino, quando era ancora buio, le donne al sepolcro con Marida Nicolaci, Marinella Perroni, Cristina Simonelli e con Roberta Dapunt 31 marzo 2013
Con la puntata speciale di oggi, dedicata alla Pasqua, Uomini e Profeti termina la lettura dei Vangeli. Tutta la vicenda cristiana nasce dai racconti delle apparizioni del Risorto. Ma i quattro Vangeli ne danno narrazioni discordanti. Come interpretarle? Come vivono oggi uomini e donne la promessa della resurrezione? Come un evento mitologico o una prospettiva di verità? E come interpretare il fatto che tutti i Vangeli attribuiscono alle donne il primo annuncio della resurrezione? A parlarne oggi con noi tre interpreti del testo: Marinella Perroni, Marida Nicolaci, Cristina Simonelli; e una poetessa Roberta Dapunt, dalla forte e problematica ispirazione religiosa.
Libri:
Roberta Dapunt, La terra più del paradiso, Einaudi ed. 2008
Daniel Marguerat, Risurrezione, Claudiana 2003
Rowan Williams, Resurrezione. Interpretare l'evangelo pasquale, Qiqajon 2004
Poesie
Mario Luzi, Luce s'illuminò da luce da "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini", Garzanti 1994
Endre Ady, Tristezza della resurrezione, da "Poesie",a cura di Umberto Albini, Guanda 1978
https://mega.co.nz/#!INwCDDDZ!GfHo...TBGMQviysoaOBPg


14) La Parola si fece carne Introduzione al IV Evangelo (I) con Sabino Chialà 7 aprile 2013
Due puntate, questa domenica e la prossima, per una introduzione al Vangelo di Giovanni, il IV Evangelo, che per molti tratti si discosta dai Vangeli Sinottici: è come se fosse un commento, una interpretazione, un racconto di quello che gli altri Vangeli narrano. Non soltanto perché vi sono contenuti episodi non raccontati precedentemente, ma perché il linguaggio stesso – con accenti gnostici, filosofici assolutamente inediti – è molto diverso. A partire dal Prologo (Gv 1,1-14), che commenteremo assieme a Sabino Chialà, monaco di Bose, studioso di Nuovo Testamento. Con lui ci chiederemo anche in che modo leggere oggi un Vangelo come questo, in un mondo attraversato da molteplici crisi: nel tessuto relazionale, nell’identità culturale, nei fondamenti del sapere. Può ancora, uno sguardo cristiano, apportare qualcosa di sostanziale nella lettura del mondo?
Libri:
Paolo Ricca, Evangelo di Giovanni, Morcelliana 2005
Sabino Chialà, L’uomo contemporaneo. Uno sguardo cristiano, Morcelliana 2012
Jorge Luis Borges, Giovanni 1,1-14, da Elogio dell’ombra , Einaudi 1998
www.mediafire.com/?2b45pa2xc8jza7b


15) Pienezza di vita e sacrificio Introduzione al IV Evangelo (II) con Letizia Tomassone 14 aprile 2013
Nella seconda puntata introduttiva al Vangelo di Giovanni, affronteremo un tema controverso e decisivo per tutta la storia della cristianità: la questione della morte di Gesù come “sacrifico”. Qualche cenno disseminato nei testi del Nuovo Testamento è stato enfatizzato e assolutizzato, e si è voluto vedere nella morte del Cristo una dimensione sacrificale. Ma un sacrificio voluto da chi? Dalla malvagità del mondo? Da un Dio spietato e crudele? Dalla libera scelta di Gesù stesso? Ma tutti i Vangeli non parlano invece di una “pienezza di vita” che Gesù sarebbe venuto a donare? E qual è l’interpretazione di Giovanni? Ne parliamo con Letizia Tomassone, pastora valdese e teologa femminista, che vede lo strumento del “sacrificio” anche come modalità di oppressione dell’universo femminile.
Libri:
Francois Vouga – Letizia Tomassone, Per amore del mondo. La teologia della croce e la violenza ingiustificabile, Claudiana 2013
Pär Lagerkvist, Il Boia, Iperborea 1997
www.mediafire.com/?630sul1k39sh8xi


16) I libri di Gesù I Vangeli nella modernità con Giancarlo Gaeta e Claudio Gianotto 21 aprile 2013
“La moderna ricerca storica ci ha reso consapevoli che la “buona novella” predicata dagli apostoli, elaborata dalla tradizione evangelica e più tardi concettualizzata in complesse cristologie, non coincide con l’annuncio di Gesù….”. Così scrive Giancarlo Gaeta, che ritiene che la questione sul Gesù “storico” e sul Gesù “della fede” è stata malposta fin dall’inizio. E forse occorrerebbe ricominciare daccapo, tenendo maggiormente conto del fatto che è difficilissimo districare l’autentica figura di Gesù dall’amalgama delle rappresentazioni fornite dai Vangeli. Che cosa allora ci dovremmo chiedere e che cosa sarà possibile conoscere? Se gli eventi narrati nei Vangeli non sono separabili dal significato religioso che viene loro attribuito, come è stato possibile costruire una “fede” intorno a Gesù? E che cosa un “credente” può arrivare a credere, senza cancellare e neppure indebolire lo spirito critico che il nostro tempo esige? Ne parliamo, oltre che con Gaeta, con Claudio Gianotto, che ha dedicato studi di estremo interesse ai diversi testi, canonici e apocrifi, che circolavano sulla vita di Gesù.
Libri:
I Vangeli, a cura di Giancarlo Gaeta, Einaudi 2009 (v. I Millenni)
Giancarlo Gaeta, Il Gesù moderno, Einaudi 2009
Simone Weil, Quaderni IV volume , a cura di Giancarlo Gaeta, Adelphi 1993
Claudio Gianotto, I vangeli apocrifi. Un’altra immagine di Gesù, Il Mulino 2009
Claudio Gianotto, Ebrei credenti in Gesù. Le testimonianze degli autori antichi, Paoline 2012
Claudio Gianotto, Giacomo,fratello di Gesù, Il Mulino 2013 (in uscita)
Giancarlo Gaeta, L’enigma di Gesù, a cura di Emanuela Prinzivalli, con Enrico Norelli e Mauro Pesce,Carocci 2008
C.Baudelaire, Il Cigno, da "I Fiori del Male" Einaudi 2006
www.mediafire.com/?czchq4s0wyh84fq


17) Tutti i credenti stavano insieme Atti degli Apostoli I con Adriana Destro e Mauro Pesce 28 aprile 2013
Atti degli Apostoli: il libro che prosegue il Vangelo di Luca, ma anche il libro che narra il nascere delle prime comunità che si vanno formando dopo la morte di Gesù, tra lo sconcerto per la morte del loro maestro, i dubbi che insorgono sulle modalità da assumere nella loro vita, la grande questione se anche i pagani – oltre agli ebrei – possano accedere alla salvezza promessa dal Signore. Emerge il dissidio insorto tra i discepoli su questa grande questione, ma anche il fervore della discussione, la libertà di assumere posizioni diverse, la vita comunitaria, che prevedeva la divisione dei beni, un culto che si svolgeva nelle case, la condivisione del pane tra i primi credenti.Il testo – che inizia con la grandiosa visione delle lingue di fuoco che scendono dal cielo e la stupefacente moltiplicazione delle lingue tra i discepoli – è diviso sostanzialmente in due parti: la prima, dal capitolo 1 al capitolo 12, che vede Pietro come protagonista; e la seconda, dal capitolo 13 al capitolo 28, che pone in primo piano soprattutto Paolo e la sua opera missionaria.Ne parliamo con Mauro Pesce e Adriana Destro, storici del cristianesimo delle origini.
Libri:
Mauro Pesce, Da Gesù al cristianesimo, Morcelliana 2011
Adriana Destro, Mauro Pesce, L’uomo Gesù, Mondadori 2008
Rafael Aguirre Monasterio, Antonio Rodriguez Carmona, Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli, Paideia1995
www.mediafire.com/?h1ckpc6bhzdaj9o


18) Dio non fa differenze tra gli uomini Atti degli Apostoli II con Adriana Destro e Mauro Pesce 05 maggio 2013
Nella copertina di questa settimana abbiamo voluto il disegno di un bambino di cinque anni per sottolineare la lunga strada dell’interpretazione della identità e storia di Gesù di Nazaret, che inizia quando Gesù è vivo e si muove in Palestina; che prosegue dopo la sua morte, come testimoniano i Vangeli; e che diventa fondamentale nelle prime comunità – le prime chiese – che si vanno creando qua e là, soprattutto in seguito ai viaggi dell’apostolo Paolo, ponendo questioni non solo di identità della persona Gesù; ma anche di identità dei discepoli: come si dovevano comportare? come dovevano vivere? come segnare l’elemento di novità rispetto al giudaismo? e chi poteva avere accesso a queste nuove comunità? I nuovi adepti si dovevano circoncidere anche se non erano ebrei oppure no? Potevano i pagani nutrire la stessa fede dei giudei nel messia crocifisso? Ne parliamo con Adriana Destro e Mauro Pesce, in questa seconda puntata dedicata agli Atti degli Apostoli.
Libri:
Claudio Gianotto, Enrico Norelli, Mauro Pesce, L'enigma Gesù a cura di Emanuela Prinzivalli, Carocci 2008
Ernst Bloch, Ateismo nel Cristianesimo. Per la religione dell'Esodo e del Regno, Feltrinelli 2005
www.mediafire.com/?4g9vi6gpfjsc49a


19) Paolo apostolo di Tarso Lettera ai Filippesi con Romano Penna,Daniel Marguerat 12 maggio 2013
In questo mese leggeremo alcune delle lettere di Paolo di Tarso, l’apostolo che sulla “via di Damasco” ebbe una rivelazione sul modo di intendere l’evangelo, la “buona notizia”, di Gesù di Nazaret: qualcosa che andava al di là della Legge, e che offriva una nuova prospettiva di salvezza non soltanto ai giudei, ma anche ai pagani: a tutti gli esseri umani senza differenza di appartenenza, di sesso, di condizione sociale. Paolo di Tarso è stato da molti definito il vero “fondatore” del cristianesimo. Ma in realtà forse ne è stato il primo vero grande interprete, anche perché una religione non si “fonda” come un impero, e anche perché al tempo in cui vive Paolo non si può ancora parlare di “cristianesimo”, ma di alcune comunità in seno al’ebraismo.Ne parliamo con Romano Penna, uno dei maggiori studiosi di Paolo in Italia, e con Daniel Marguerat, che insegna teologia del Nuovo Testamento all’Università di Losanna.
Libri:
Romano Penna, Paolo di Tarso, un cristianesimo possibile, San Paolo ed. 2009
Romano Penna, I ritratti originali di Gesù Cristo.Inizi e sviluppi della cristologia neotestamentaria,San Paolo ed. 2011
Daniel Marguerat, Paolo di Tarso un uomo alle prese con Dio, Claudiana 2004
www.mediafire.com/?t5twpfdwez25snp


20) Paolo apostolo di Tarso Prima Lettera ai Corinzi con Romano Penna, Fulvio Ferrario. 19 maggio 2013
Oggi, proseguendo nella lettura dei testi dell’apostolo Paolo, la Prima Lettera ai Corinzi: una delle più importanti tematicamente e delle più belle, se non altro perché contiene quell’ “inno” all’amore (1 Cor 13,1-13) che è uno dei più straordinari manifesti della vita cristiana: “Ora dunque, queste tre cose rimangono: la fede, la speranza e l’amore. Ma tra tutte la più grande è l’amore”. Ma nella prima lettera agli abitanti di Corinto vi sono anche, ampiamente trattate, una teologia della croce come fondamento della fede in Cristo Gesù, e l’evento della resurrezione come banco di prova del “nuovo” credo: “Se Cristo non è risorto, vuota è la nostra predicazione, e vuota anche la nostra fede!”. In che rapporto stanno la croce, la resurrezione e quell’amore che “rimane”? E nella congerie di volti attribuiti alla figura del Cristo, fin dalle prime comunità, come si può muovere il credente, con libertà ma senza scadere nell’arbitrio? Ne parliamo con Romano Penna, il maggiore studioso italiano dell’apostolo Paolo, e con il teologo protestante Fulvio Ferrario, che ci chiarisce anche l’importanza di Paolo nel protestantesimo.
Libri:
Romano Penna, Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile, San Paolo ed. 2011
Romano Penna, La fede cristiana alle sue origini, San Paolo ed. 2013
Gunther Bornkamm, Paolo apostolo di Gesù Cristo: vita e pensiero alla luce della critica storica, Claudiana 1982
www.mediafire.com/?t7w6es0ys4awz7i


21) Paolo apostolo di Tarso Lettera ai Galati con Romano Penna e Lidia Maggi. 26 maggio 2013
Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal,3:28). Questo strepitoso annuncio di Paolo nella lettera ai Galati, stabilisce il principio di uguaglianza che non ha più bisogno d'essere sociale, è sufficiente che sia religiosa. La lettera di Paolo ai Galati è uno scritto ufficiale dell’apostolo, nel quale prosegue da lontano il suo lavoro apostolico. A quale comunità si rivolge Paolo e quali i punti salienti affrontati nella lettera? Tra i tanti, il tema delle donne nei confronti delle quali l'apostolo di Tarso fu accusato a lungo di misoginia. Ne parliamo con lo studioso Romano Penna e con la teologa e pastora battista Lidia Maggi.
Libri:
Romano Penna, Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile, San Paolo ed. 2011
Romano Penna, La fede cristiana alle sue origini, San Paolo ed. 2013
Lidia Maggi, L'evangelo delle donne. Figure femminili nel Nuovo Testamento , Claudiana 2010
www.mediafire.com/download/asbbro3cvogxagc


22) Paolo apostolo di Tarso “Giustificati per la fede, indipendentemente dalle opere” Lettera ai Romani con Romano Penna, rav Giuseppe Laras. 02 giugno 2013
Nella Lettera ai Romani, forse la più compressa e quella più articolata dal punto di vista della dottrina, l’apostolo Paolo esprime alcuni dei pensieri più basilari del suo pensiero, e tra quelli che più hanno fatto discutere sia per quanto riguarda il rapporto tra ebrei e cristiani, sia per quanto riguarda il rapporto tra la “fede” e le “opere”. Da un lato infatti Paolo sostiene che non l’appartenenza a Israele, e cioè l’adesione alla Legge che “giustifica”, cioè rende giusto e salva, l’uomo e la donna di fronte a Dio, ma soltanto la fede: come accadde per Abramo, in cui vennero benedette “tutte le genti della terra”, prima che fosse circonciso. Dall’altra, rendendo gli uomini “liberi dalla Legge”, non è per merito che Dio salva, ma per la sua infinita misericordia. e dunque, però, che peso dare alle azioni degli esseri umani? Di questi difficili passaggi parliamo oggi con Romano Penna, per il quale Paolo ci invita, in fondo, a riconoscere un Dio che “stabilisce l’uguaglianza universale”.
Libri:
Romano Penna, Le prime comunità cristiane, Carocci editore 2011
Giuseppe Barbaglio, Il pensare dell’apostolo Paolo, EDB 2004
Karl Barth, L'epistola ai Romani, Feltrinelli 2002
www.mediafire.com/download/tea8a1xajam8f0a


23) Lettera di Giacomo “La fede senza le opere è inefficace” con Marida Nicolaci 09 giugno 2013
“A che giova, fratelli miei, se uno dice di avere fede, senza però avere opere concrete? Forse che la fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella si trovassero nudi e privi del cibo quotidiano e uno di voi dicesse loro: Andate in pace, possiate essere riscaldati e saziati – e poi non date loro i mezzi necessari a sopravvivere, a che giova? Così anche la fede: se non si traduce in opere concrete, è morta”!. Questo è il pensiero di Giacomo, autore di una lettera importante tra quelle contenute nel Nuovo Testamento, e che per molto tempo è stata contrapposta alla teologia di Lutero della “salvezza per grazia mediante la fede”. A un esame più attento si vedrà che non è proprio così, come ci spiega anche Marida Nicolaci, ma soprattutto la lettera di Giacomo è decisiva per la storia successiva delle comunità e delle chiese, del loro agire nel mondo. E però, prima di tutto, un quesito: chi era Giacomo? Il fratello di Gesù, come molti sostengono? O qualcun altro?
Libri:
Marida Nicolaci, Lettera di Giacomo, San Paolo 2012
Fulvio Ferrario, La lettera di Giacomo, Claudiana 2003
Claudio Gianotto, Giacomo,fratello di Gesù, Il Mulino 2013
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24) Apocalisse cap. 1-5 “Eternità e tempo” con Salvatore Natoli. 16 giugno 2013
Iniziamo oggi, con Salvatore Natoli, la lettura dell’ultimo libro della Bibbia, il libro dell’Apocalisse. Un libro visionario, denso di simboli per noi oggi forse ormai indecifrabili: i sigilli, le trombe, le coppe, i cavalieri, le bestie, i numeri, i colori. Ma un libro che, se letto con attenzione, può essere anche per noi una occasione di “disvelamento” (questo il significato della parola “apocalisse”). Anche noi possiamo, dietro quei simboli, leggere il disvelamento dei mali che attraversano il nostro tempo (l’idolatria del potere, la sottomissione dei popoli, la sopraffazione dei singoli). E possiamo anche leggervi, se non il dispiegamento di una prospettiva di salvezza, la possibilità di vivere in pienezza il nostro “tempo breve” e di scegliere da che parte stare nei conflitti che attraversano il mondo.In primo luogo, però cercheremo di collocare questo testo nel suo tempo, di collegarlo ad altri testi apocalittici dentro e fuori la Bibbia, e di capire quali interpretazioni ne sono state date nella storia.
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25) Apocalisse, cap. 6-14 “Le bestie del male” con Salvatore Natoli 23 giugno 2013
La lotta tra il male e il bene come potenze contrapposte: è ancora una lettura possibile quando ci siamo addestrati a spiare il male nella banalità delle sue configurazioni e diffidare di ciò che si presenta nelle vesti del bene? Questo è uno dei dilemmi nei quali ci precipita la lettura dell’Apocalisse, un libro ricco di simboli a noi lontani, ma che ci riporta all’ eterna fatica degli umani sulla terra. Non a caso è stato un libro molto amato da grandi visionari della storia, come vedremo nella prossima puntata, ma anche da persone non religiose e non credenti, che tuttavia hanno continuato a sperare in un giudizio finale e nel ristabilimento di una giustizia, almeno alla fine dei tempi.A guidarci in questa lettura esegetica e filologica, anche oggi il filosofo Salvatore Natoli.
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26) Apocalisse Cap. 15-22 “La nuova Gerusalemme” con Salvatore Natoli 23 giugno 2013
Con la visione di una città futura, in cui ogni lacrima sarà consolata, e “non vi sarà più maledizione”, e “non vi sarà più notte”, si chiude il libro dell’Apocalisse, e si chiude anche tutta la Bibbia cristiana (formata dalla Bibbia ebraica e dal Nuovo Testamento). Ma con questa visione termina anche la nostra lettura della Bibbia, iniziata nel gennaio 2010, anche se continueremo, sia nel corso dell’estate che nel corso del prossimo anno a fare delle incursioni in questo libro, come in altri testi fondativi delle culture e delle civiltà di tutti i popoli. Oggi con Salvatore Natoli ci chiederemo in particolare in che modo sia possibile leggere oggi queste visioni e questo senso di un tempo che ha una fine (e dunque anche un fine), anche in un confronto postumo con Sergio Quinzio, che ha dedicato particolare passione e studio a questo libro.
Libri:
Salvatore Natoli, Il crollo del mondo. Apocalisse ed escatologia, Morcelliana 2009
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia Adelphi 1995
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Dal 22 settembre "Uomini e Profeti" torna in diretta la domenica con Questioni



Dal 1993 Uomini e Profeti, sulla linea di confine tra le fedi religiose e la complessità del mondo in trasformazione, ha avuto una doppia articolazione, che l’edizione di quest’anno vedrà ancora più marcata: Storie, nella puntata del sabato, raccoglierà racconti delle diverse esperienze di fede; mentre Questioni, nella puntata della domenica, sarà un'esplorazione ravvicinata dei punti di maggior tensione del religioso contemporaneo.



27) Guerra: l’insensata passione con Marco Deriu, Enrico Maria Massucci 22 settembre 2013
Come una “insensata passione”: così descrive la dimensione della guerra J. Glenn Gray, che partecipò alla campagna d’Italia, all’invasione della Francia meridionale fino alla campagna nell’Europa centrale, nelle fila dell’esercito americano. La sua formazione filosofica, la sua sensibilità personale, gli permettono uno sguardo dolente e interrogativo sulla realtà insondabile e atroce della guerra, sull’incantamento prodotto dalla violenza e dall’orrore, sul rapporto con la morte e l’amore, sul senso di una colpa inestinguibile e di un oblio irraggiungibile. Unico antidoto, forse, “l’arduo sentiero cristiano”. Di Gray esce ora un libro curato da Enrico Maria Massucci, che ci guiderà nella conoscenza di questa figura, arrivando a sfiorare anche le nuove tematiche delle guerre nel mondo contemporaneo. Di questo parleremo con Marco Deriu, delle nuove modalità belliche che si nascondono nella “banalità del quotidiano”, del ruolo delle religioni nei conflitti a noi contemporanei.
Parole
Le guerre si scatenano sulle parole. Il loro terreno è semantico
Arthur Koestler
Essi gridano: Pace! Ma dichiarano santa la guerra.
Michea 3,10
Ancora mi accompagna la paura più profonda di quegli anni di guerra: che quegli eventi non avessero realmente uno scopo.
J. Glenn Gray
Libri
Glenn J.Gray, Guerrieri. Considerazioni sull’uomo in battaglia, Fondazione Museo storico del Trentino, a cura di Enrico Maria Massucci
Marco Deriu, Dizionario critico delle nuove guerre, Emi 2005
Max Hastingr, Inferno. Il mondo in guerra 1939 - 1945, Neri Pozza 2012
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28) Torino Spiritualità 2013 Scelta: una questione di vita con Massimo Recalcati 29 settembre 2013
Si potrebbe dire che, nella sua storia di millenni, l’essere umano sempre si è trovato di fronte a un bivio: prendo una strada o ne prendo un’altra? Sarà giusto quello che mi accingo a fare o dovrei procedere in un’altra direzione? Ma sono io davvero io in grado di scegliere, di decidere? O piuttosto è il corso degli eventi che decide per me, soprattutto nel mondo contemporaneo, in cui la pluralità delle possibilità mi confonde? Quello della scelta è però anche un tema specificamente “religioso”, perché una fede – soprattutto quelle che meglio conosciamo, quelle dei monoteismi, ma la questione è presente in maniera decisiva anche nel mondo greco – sempre l’essere umano si è chiesto in che misura fosse artefice del proprio destino, o se c’è qualcosa (“qualcuno”) che lo guida e lo sovrasta. Con Massimo Recalcati, psicoanalista che indaga con sapienza le strutture profonde dell’animo umano, ci interroghiamo sul rapporto tra scelta e liberà, tra desiderio e responsabilità.
Parole
Se un uomo potesse mantenersi sempre sul culmine dell'attimo della scelta, se potesse cessare di essere uomo... sarebbe una stoltezza dire che per un uomo può essere troppo tardi per scegliere, perché nel senso più profondo non si potrebbe parlare di una scelta. La scelta stessa è decisiva per il contenuto della personalità; con la scelta essa sprofonda nella cosa scelta; e quando non sceglie, appassisce in consunzione ... Quando si crede che per qualche istante si possa mantenere la propria personalità tersa e nuda, o che, nel senso più stretto, si possa fermare o interrompere la vita personale, si è in errore. La personalità, già prima di scegliere, è interessata alla scelta, e quando la scelta si rimanda, la personalità sceglie inconsciamente, e decidono in essa le oscure potenze.

Søren Kierkegaard, Aut-aut


Il Signore disse ad Abramo: Vattene dalla tua terra, dalla tua patria, dalla casa di tuo padre, verso
la terra che io ti indicherò… Allora Abramo partì, come gli aveva indicato il Signore

Genesi 12,1-4
Il mio problema è in fondo proprio quello di sapere come dal “destino” nasca veramente la “guida”. Non è possibile definire in linea di principio i confini tra “resistenza” e “resa”, ma è certo che devono essere presenti ambedue
Dietrich Bonhoeffer Resistenza e resa
Link www.torinospiritualita.org/torino-spiritualita-2013/
Libri
Søren Kierkegaard, Aut-aut , Adelphi 1977
Massimo Recalcati, Che cos'è la psicoanalisi? Una lezione su Lacan, Giunti ed.2012
Massimo Recalcati, IL complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre, Feltrinelli 2013
www.mediafire.com/download/1dbhj218g07x880


29) “Forse” è un nome di Dio con Marc-Alain Ouaknin 06 ottobre 2013
Non è così essenziale “credere” in Dio. Essenziale è “fare la sua volontà”. Questo è uno dei principali insegnamenti – certamente paradossali – che emergono dalla tradizione ebraica, in cui l’interpretazione conta quanto il testo: nel senso che la parola scritta nella Torà deve essere ascoltata, capita, decifrata, confrontata, prima di diventare pratica nella vita degli esseri umani. Marc-Alain Ouaknin, rabbino a Parigi, spazia tra gli studi talmudici e la filosofia, la tradizione rabbinica e la letteratura, convinto che il sapere di ciascuno è sempre limitato, e occorre vivere “accettando e possibilmente conoscendo tutte le saggezze della terra”. Lo abbiamo incontrato a Milano, nell’ambito del Festival della cultura ebraica Jewish and the city,
ch quest’anno era dedicato al tema dello “Shabbat”. Marc-Alain Ouaknin vi ha tenuto una lezione sul rapporto tra silenzio e parola nell’ebraismo.
Parole
La verità del testo non è questa o quella interpretazione, e neppure la conoscenza del significato delle parole e delle frasi. La verità del testo è che si può leggerlo in modo diverso, all’infinito, di generazione in generazione.

Marc-Alain Ouaknin


Dio è un nome per dire tutti i nomi, un nome per dire qualcuno che è dappertutto, meno che nelle chiese, nei municipi e nelle scuole, e in tutto ciò che somiglia, poco o tanto, a un edificio chiuso.
Christian Bobin
Link
www.jewishandthecity.it/ www.franceculture.fr/emission-talmudiques
Libri
Marc-Alain Ouaknin, La Torà spiegata ai bambini, Archinto 2011
Marc-Alain Ouaknin, Invito al Talmud, Bollati, 2009
Marc-Alain Ouaknin, I misteri dell’Alfabeto e l’origine della scrittura, Atlante 2005
Marc-Alain Ouaknin, Le dieci parole, Paoline 2001
www.mediafire.com/download/zxa4yei0s569hy9


30) La profezia delle donne con Elena Loewenthal 13 ottobre 2013
“L’altro come te stesso” dovrebbe essere il sentiero luminoso che guida i passi di uomini e donne di fede, come si diceva la volta scorsa con Marc-Alain Ouaknin. E come, in fondo, i profeti non hanno mai smesso di proclamare, con le loro visioni di sventura, inevitabile conseguenza della malvagità degli esseri umani, e con la speranza che vi sia conversione, per avere consolazione. Con Elena Loewenthal riprendiamo in mano i libri dei profeti, in chiave contemporanea: ha un senso la profezia oggi? Quale lingua parla oggi la profezia? Quale verità è in grado di proclamare? E come mai nei testi antichi le “profetesse” – che pure sono esistite – non hanno avuto la dignità di un libro? E’ vero che, come suggerisce Chiara Volpato, il mantenimento delle disparità di genere contribuisce all’arretratezza delle nostre società? Ma con Elena Loewenthal riapriamo anche un'altra annosa “questione”, a partire dal suo ultimo romanzo: come continuare a raccontare la Shoà? Come fare i conti con “qualcosa che non passa”? Dimenticare non si può. Ricordare continuamente nemmeno … Forse c’è un’eco di profezia nel raccontare quello che è stato, perché sia monito alle generazioni?
Parole
Odio, mi ripugnano i vostri sacrifici festivi. Disprezzo le vostre offerte. Presentatemi pure olocausti e doni. Non li voglio. Toglietemi di torno i vostri canti esuberanti, la melodia delle vostre corde non voglio ascoltare. Sgorghi piuttosto la giustizia come acqua e il diritto come un torrente impetuoso.
Amos, capitolo 5
E quella neve grigia, lenta e pesante coprì ben presto anche le fosse comuni, cancellò ogni traccia di terra smossa, seppellì le chiazze di campi e boschi, snudate dalle vanghe e rivestite di cadaveri. Palate di vite sparite nel nulla. Nulla rimase, nulla si tramandò.

Elena Loewenthal


Libri
Elena Loewenthal, I dodici profeti, Einaudi 2013
Elena Loewenthal, La lenta nevicata dei giorni, Einaudi 2013
Chiara Volpato, Psicologia del maschilismo, Editori Laterza 2013
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31) Questo mondo: meraviglioso e deforme con Vito Mancuso 20 ottobre 2013
Esiste una relazione tra la nostra vita di tutti i giorni e il movimento degli astri e dell’universo, tra l’energia che spendiamo nelle nostre esistenze e quella che tiene insieme i mondi? Nel suo nuovo libro, Il principio passione, Vito Mancuso si muove lungo due assi principali: da un lato quello del rapporto tra la logica del cosmo e quella della vita umana sulla terra; dall’altro si chiede quali possono essere le ragioni del negativo e del male se il mondo è una forma retta da una armonia sostanziale. Lungo queste due assi Mancuso intreccia le ipotesi degli scienziati, tra cosmologia e biologia, le espressioni delle grandi tradizioni di pensiero, le riflessioni sul cristianesimo, il dolore patito dalla creazione, le teorie dell’evoluzione, e la storia della chiesa. Proponendo alcune soluzioni ardite ai problemi che da sempre interrogano l’umanità.
Parole
Per me è sufficiente aprire la porta della mente al teatro del mondo per vedere che i conti non tornano, che il cerchio chiuso della mente è scardinato dall’ondata delle lacrime di uomini, piante, animali, di tutto ciò che vive e che vivendo soffre
Vito Mancuso
Per giungere a sostenere legittimamente, al cospetto del dramma del mondo, che Dio è amore, la condizione indispensabile è l’abbandono del paradigma cosmologico tradizionale della dottrina cattolica

Vito Mancuso


Libri
Vito Mancuso, Il principio passione, Garzanti 2013
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32) Nuove guerre, vecchia pace con Tonio Dell’Olio e Adel Jabbar 27 ottobre 2013
Sempre le stesse le cause delle guerre nel mondo? Sì, ma con in più interessi e commerci e criminalità che le fomentano e sostengono in ogni parte del modo. Sempre le stesse le loro devastazioni? Sì, ma con riverberi e ripercussioni dall’onda molto lunga, che arriva fino alle morti in mare per i fuggiaschi. E con una più subdola definizione del nemico, in molti casi difficilmente identificabile. E le religioni? Tutte predicano la pace. Ma tutte accendono guerre. Perché? Tonio dell’Olio, responsabile di molti organismi internazionali che combattono guerre e criminalità e promuovono gesti di pace, ci aiuta a interpretare i disastri delle nuove guerre. Mentre Adel Jabbar prova a chiarire le difficoltà del mondo arabo – islamico. Ma vogliamo anche dedicare queste riflessioni a padre Paolo Dall’Oglio, ancora prigioniero in Siria, e al suo amore per la civiltà dell’islam.
Parole
Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace
Tacito
Paolo ha dimostrato sul campo che e` assurdo parlare di dialogo fra cristiani e musulmani, perche` il dialogo vero che deve avvenire e` fra esseri umani. Abuna, ovunque tu sia, speriamo che tu sia forte come sei sempre stato, e che tu creda ancora che la rivoluzione, il cambiamento – non soltanto di un regime ma un cambiamento interiore in direzione dell`umanita`- sia tuttora possibile.
Dalla rivista "Mediaoriente"
Io non ho sentito di parrocchie senza sonno, a vegliare per implorare la pace in Siria. O semplicemente di comunità che durante la celebrazione dell’Eucarestia pregano, insieme, come “corpo”, consapevolmente, per la Siria e per la pace. Non ho ascoltato di omelie a suscitare pietà dei morti e dei vivi di questa guerra assurda. Leggiamo fiumi di articoli sulle parole e l’operato di Papa Francesco. Sappiamo tutto, cosa porta nella sua borsa personale quando viaggia, sappiamo dove va, cosa fa, cosa mangia, cosa dice, cosa pensa e a chi telefona e perchè. Ci stupiamo della sua “normalità”, ne facciamo notizia, abituati come siamo a pensare che “religioso” voglia dire diverso, speciale, altro. Tutto il contrario di Gesù che è uguale, umano, vicino. E l’ignoranza del popolo di Dio riguardo alla sorte di milioni di persone in Siria, come in Egitto, come in Somalia o come nelle periferie delle nostre città è una ignoranza sempre meno sopportabile. La scissione tra liturgia e vita e destino del mondo attorno a noi è una ferita che rischia di farci morire dissanguati, tutti. Giulia Lo Porto
Link
www.ildialogo.org/ShowIndex.php?sez=cristianoislamico
www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
www.cittadelladiassisi.it/convegni/
http://eufemiaframmenti.wordpress.com/
Libri
Paolo Dell'Oglio, La sete di Ismaele, Il segno dei Gabrielli 2012
Paolo Dell'Oglio, Siria, collera e luce, EMI 2013
Tonio Dell’Olio, Pace, EMI 2009
Tonio Dell'Olio, Quale sicurezza nella città degli uomini, Cittadella 2010
Ferretti Marco,Adel Jabbar,Lonardi Nora, Orientamenti per l'educazione interculturale. Riferimenti, concetti, parole chiave, Editore Junior 2004
Stéphane Mosès, Al di là della guerra. Tre saggi su Levinas, il Melangolo 2007
www.mediafire.com/download/0o44ogmioli8mve


33) Dove vanno i morti? con Paolo Ricca 03 novembre 2013
Dove vanno i morti? In un altro mondo, un aldilà, secondo quanto affermavano le tradizioni antiche, o in nessun luogo? O in un’altra dimensione dello spazio e del tempo? Ci attende qualcosa, dopo la morte, o il nulla, e soltanto la conservazione nella memoria dei viventi? Ci disperderemo, come polvere, o rimarrà qualcosa? Nessuna risposta certa a questi interrogativi. Solo congetture, speranze, tentativi, cui ogni civiltà ha provato a dare una risposta. E tuttavia, della morte noi abbiamo esperienza. Abbiamo l’esperienza straziante della morte altrui. E l’esperienza della nostra nei dolori e nelle perdite che ci accade di subire. In ogni caso, ragionare della morte resta esperienza difficile. Lo faremo con il teologo valdese Paolo Ricca, a partire da un testo in cui Lutero ragionava sulle indulgenze con cui la Chiesa di Roma pretendeva di salvare anche le anime del Purgatorio.
Parole
Tutta questa materia delle anime nel purgatorio è estremamente oscura
Martin Lutero
Tranne la morte tutto, può essere aggiustato -
dinastie ristabilite -
sistemi - alloggiati nelle loro sedi -
roccaforti - dissolte -
deserti di vite - riseminati con colori
da primavere successive -
La morte di per sé - eccezione -
è esente da mutazione

Emily Dickinson
Verso sera i morti siedono sui fili della luce come gocce di pioggia che è già caduta
Livia Candiani
Libri
Martin Lutero, Le Resolutiones. Commento alle 95 Tesi , a cura di Paolo Ricca, Claudiana 2013
Paolo Ricca, Lutero mendicante di Dio, Morcelliana 2010
Paolo Ricca, Il cristiano davanti alla morte, Claudiana 2005
Livia Candiani, Bevendo il tè con i morti, Viennepierre Edizioni 2007
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34) Nasdiki: più vicini all’India con Marilia Albanese 10 novembre 2013
Tentiamo una sorta di “nasdiki”, avvicinamento, al continente India, sapendo che è talmente vasto da non poterlo percorre tutto. Tradizioni diverse – induismo, jainismo, buddhismo, sikhismo, parsi, islam, grecità – si sono nei secoli intrecciate, e non sempre armoniosamente, su quel territorio, dando luogo a una complessa e talvolta inestricabile realtà. Una mostra a Treviso, curata da Marilia Albanese e da Renzo Freschi, ci dà l’opportunità di seguire un filo in quei tortuosi percorsi, e di porci qualche domanda: come mai, ad esempio, il fatto di avere alle spalle una pluralità di tradizioni non è stato sufficiente a creare una pacifica accettazione del pluralismo? Oltre alle ovvie ragioni geopolitiche, vi è qualche tensione irrisolta anche nel pensiero hindu più antico? E come mai la forte presenza del femminile nella religiosità non si è poi tradotta in un sostanziale rispetto e considerazione per la donna in India? Marilia Albanese è in studio con noi a parlare di questo.
Parole
Nel samsara insostanziale,
tremulo nei suoi sviluppi,
due sono le vie dei saggi:
si trascorra un certo tempo
in meditazione dilettosa, immersa
nell'acqua ambrosia della conoscenza del Vero;
o se no, in quei luoghi eminenti
che sono turgide intime parti
di fanciulle graziose,
che godono in pienezza
di seni e fianchi sodi,
trepidamente intese
al tocco nascosto delle mani.

Versi tratti da Bhartrhari Adelphi ed. 1989
Link
www.marilia-albanese.it/ www.asiateatro.it/
Libri
Magie dell'India - Dal tempio alla corte, capolavori dell'arte indiana
Mircea Eliade, Erotismo mistico indiano, Castelvecchi
Ghatage Shree, Sete, Neri Pozza ed. 2013
www.mediafire.com/download/st0gg1dklo4yjha


35) Parole nuove per preghiere antiche con José Tolentino Mendonça 17 novembre 2013
“Sono necessarie parole nuove per le nostre preghiere”, afferma il teologo portoghese José Tolentino Mendonça, ospite di oggi a Uomini e Profeti. Il cristianesimo è stato troppo “cristallizzato” in formule e stereotipi, e necessita di un nuovo linguaggio, ma anche di una nuova comprensione dei testi, più radicale da un lato, più vicina, dall’altro, alla terrestrità dell’umano. La terra, si chiede Tolentino Mendonça, questa terra quotidianamente impastata di spasmo e desiderio, è ciò che ci separa, o ciò che ci avvicina a Dio? Tolentino Mendonça, nelle sue esplorazioni del testo biblico, attraversa molti linguaggi, in particolare quello poetico, letterario e filosofico, che lo aiutano a sondare in profondità i passi oscuri delle Scritture, ma anche i tratti inesprimibili dell’esperienza semplicemente umana: dalla preghiera, all’amicizia, al pane di cui abbiamo tutti i giorni bisogno.
Parole
A volte sono necessarie parole nuove nella nostra preghiera. Abbiamo, in effetti, bisogno di queste parole, finanche per dare senso alle preghiere straordianarie che abbiamo ereditato dal tesoro della tradizione. Abbiamo bisogno di ridire l'esperienza di Dio con il linguaggio dei giorni. José Tolentino Mendonça
Il più grande equivoco della vita sprituale è vivere delle cose di Dio e non vivere Dio. Vivere solo di ciò che ci consola. José Tolentino Mendonça

Talvolta sono il dio che porto in me
e allora sono e il dio e il fedele e la preghiera
e l'immagine d'avorio
dove quel dio si scorda.

Talvolta non sono più di un miscredente
di quel mio dio che sono da esaltato.
Vedo dentro di me un cielo vasto
ed è soltanto un verticale cielo vuoto

Fernando Pessoa
Libri
José Tolentino Mendonça, Padre nostro che sei in terra, Prefazione di Enzo Bianchi Qiqajon ed. 2013
José Tolentino Mendonça, Nessun cammino sarà lungo - Per una teologia dell'amicizia, Paoline 2013
Paolo Ricca, Il pane e il regno. Commento al Padre nostro - A cura di Gabriella Caramore, Morcelliana 2001
Collana "Uomini e Profeti"
Poesie di Fernando Pessoa, a cura di Antonio Tabucchi, Maria José de Lancastre, Adelphi 2013
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36) Religioni e democrazia: una convivenza possibile? con Gustavo Zagrebelsky 24 novembre 2013
E’ possibile che oggi, nelle complicata compagine delle nostre democrazie, le religioni non solo possano convivere pacificamente, ma offrano anche un contributo positivo alla convivenza civile? Le religioni nella storia sono state portatrici più spesso di guerre che di pace, di violenze che di intese. Nel nostro tempo, poi, spesso intervengono a complicare la convivenza democratica, proprio in quanto hanno una pretesa di “verità” difficilmente conciliabile con la complessità del mondo contemporaneo. E tuttavia posseggono anche un patrimonio di potenzialità e di ricchezze ancora tutto da sondare. Ne parliamo con Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte Costituzionale, con un vivo interesse per le problematiche religiose, il quale propone il modello di “interazione” tra le varie culture come unico capace di sopportare gli inevitabili conflitti che le democrazie oggi debbono affrontare. Ma non basta il diritto a produrre convivenza. Forse occorre anche qualcosa che somigli alla speranza e alla fratellanza.
Parole
L'idea di fratellanza contiene innanzitutto un'idea di uguaglianza. Ma non è tutto perchè bisognerebbe chiedersi fratelli rispetto a che cosa, fratelli in che cosa... Gustavo Zagrebelsky
Coloro che distinguonoo l'intolleranza civile dall'intolleranza teologica a mio avvisio s'ingannano.Questi due tipi di intolleranza sono inseparabili. Jean-Jacques Rousseau
L'ateismo è immorale e aristocratico. L'idea dell'essere supremo e dell'immortalità dell'anima è un richiamo continuo alla giustizia. Essa è dunque sociale e repubblicana. Robespierre
Libri
Gustavo Zagrebelsky, Il "Crucifige" e la democrazia, Einaudi 2007
Gustavo Zagrebelsky, La leggenda del grande inquisitore, Morcelliana 2009 - Collana "Uomini e Profeti"
Gustavo Zagrebelsky, Giuda. Il tradimento fedele, Einaudi 2011
Jean - Jacques Roussseau, Il Contratto sociale, Feltrinelli 2009
Diritto e religione in Europa. Rapporto sulla giurisprudenza della Corte suprema dei diritti dell’uomo in materia di libertà religiosa, a cura di Roberto Mazzola, Il Mulino 2012
Alessandro Ferrari, La libertà religiosa in Italia. Un percorso incompiuto, Carocci editore 2013
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37) Avvento: il silenzio e la festa con Enzo Bianchi 01 dicembre 2013
Oggi, con la prima domenica di Avvento, inizia, per i cristiani, l’anno liturgico. E se è vero che le feste, in genere, sono esplosioni gioiose, che implicano rumori, colori, piaceri, gioia, tuttavia in ogni festività vi è anche, nascosto, uno spazio di silenzio. In particolare nella festa di Avvento, che non solo prelude alla memoria di una nascita, ma interroga il credente sulla profondità della sua fede. Di qui, con Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, ci addentreremo nei territori del silenzio: quello che accompagna l’Avvento e quello che dimora in altre festività, quello che conduce la vita degli esseri umani e quello ospitato nella vita monastica. Fino a quello che, secondo André Neher, costituisce il “paesaggio” della Bibbia. Ma di quale silenzio ha bisogno ciascuno di noi? Non del silenzio muto della malattia, e neppure del silenzio dettato dall’ostilità. Ma di un silenzio che sia quiete, profondità, ascolto e relazione.
Parole
Il silenzio costituisce il “paesaggio” della Bibbia … Il silenzio è la forma metafisica del cosmo. André Neher
Il primo dovere dell’amore è quello di ascoltare. Paul Tillich
Due sono, in verità, i diversi aspetti del Brahma su cui si deve editare: quello con suono e quello senza suono. Proprio tramite quello con suono viene rivelato quello senza suono Upanishad
Libri
Enzo Bianchi, Dare senso al tempo. Le feste cristiane, Qiqaion 2003
Karl Barth, L’Avvento. Il Natale, Morcelliana
André Neher, L’esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz, Medusa ed. 2010
Francesc Torralba Rosellò, Volti del silenzio, Qiqaion 2012
David Steindl-Rast, Sharon Lebell, La musica del silenzio. Un viaggio attraverso le ore del giorno, Internòs 2010
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38) Un uomo che genera Dio: Baruch Spinoza con Davide Assael. 08 dicembre 2013
In un breve componimento poetico dedicato a Baruch Spinoza, Jorge Luis Borges lo descrive come qualcuno che “costruisce Dio nella penombra. Un uomo genera Dio”. In realtà, più che “costruire Dio”, Baruch Spinoza, nella Amsterdam del Seicento, “decostruisce” un’immagine idolatrica e infantile di Dio, edificato dagli esseri umani a loro immagine e somiglianza, e gli restituisce l’immensità e l’impenetrabilità che gli compete, dandogli il nome di “Natura”: ossia tutto ciò che ha sostanza, nella grandezza incommensurabile dell’infinito. Di qui deriva l’introduzione del metodo storico critico nella lettura delle Scritture, e la rivendicazione della libertà del soggetto di fronte a se stesso: posizioni inaccettabili per le comunità religiose del suo tempo, che gli valsero la messa ai margini da ogni contesto religioso e politico. Che ne è oggi del pensiero di Spinoza? Fino a che punto è stata colta la sua modernità? Forse da alcuni è ancora “temuto”, da altri acriticamente osannato. Proviamo a tracciarne un profilo con Davide Assael, studioso di filosofia e di ebraismo.
Parole
Qualcuno costrusce Dio nella penombra,
Un uomo genera Dio. E’ un ebreo
Di tristi occhi e di pelle olivastra. Il tempo lo trasporta come trascina il fiume
Una foglia nel’acqua che discende…
Jorge Luis Borges
Vedo che voi, più che filosofando, state, se così è lecito dire, teologizzando, con le vostre meditazioni intorno agli angeli , alle profezie e ai miracoli.
Da una Lettera di Henry Oldenburg a Baruch Spinoza, settembre 1665
Credo nel Dio di Spinoza, che si rivela nell’ordinata armonia di ciò che esiste; non in un Dio che si preoccupa delle azioni e del destino degli esseri umani. Albert Einstein
Libri
Spinoza, Opere, Mondadori Meridiani 2007 a cura e introduzione di Filippo Mignini
Spinoza, Etica, introduzione di Salvatore Natoli, Bollati Boringhieri 2006
Baruch Spinoza,La religione universale - Testi scelti, a cura di Marco Cassuto Morselli, Collana di Studi Ebraici XV 2012
Steven Nadler, Un libro forgiato all'inferno - Lo scandaloso Trattato di Spinoza e la nascita della secolarizzazione - Einaudi 2013 in uscita
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39) Religioni per la terra con Duccio Demetrio, Salvatore Natoli.15 dicembre 2013
La puntata di oggi inizia con un pensiero rivolto a Nelson Mandela, che è stato per il mondo un esempio di fedeltà alla giustizia, all’uguaglianza, alla fraternità, alla libertà, un segno di come sia possibile mutare il corso della storia.Proseguiamo poi con una riflessione sulla responsabilità nei confronti della terra: troppo spesso le religioni hanno posto l’uomo al centro dell’universo, dimenticando la sua responsabilità nei confronti del creato. Eppure anche nei testi sacri è fortemente presente il senso della piccolezza dell’essere umano nell’universo e della cura dovuta a ogni altra creatura vivente. Ne parliamo con Salvatore Natoli, che si interroga su quale possa essere, nella complessità del nostro tempo, il “buon uso del mondo”; e con Duccio Demetrio, per il quale occorrerebbe elaborare un undicesimo comandamento: “non profanare la terra invano”.
Parole
La nostra dimora è la lotta, la nostra dimora è colma di grida.
Anche noi lottiamo, qui abbiamo la nostra parte,
nelle tenebre come nella breve vittoria della luce.
La nostra oscura e bassa dimora è tutto quanto noi possediamo

Par Lagerkvist
Simile a un albero signore della foresta è, sicuramente,
l'uomo:
I suoi peli sono le foglie, la sua pelle scorza esterna.
Dalla pelle il sangue trasuda, e così la linfa della scorza;
quando è ferito (il sangue) sprizza fuori, come la linfa dell'albero colpito.

Upanisad
La Terra è il mio amore. Amo e venero la Terra; e i suoi figli più modesti e discreti mi sollevano nel cuore onde di emozione che un tempo, forse, appartenevano alla sfera del sentimento filiale, infantile.
Amo e venero la Terra! E' il mio Dio.
Anna Maria Ortese
Link
Mandela, Rocalli e Rhoner nuovi Giusti al Giardino di Milano: www.gariwo.net/
Libri
Salvatore Natoli, Il buon uso del mondo. Agire nell'età del rischio, Mondadori 2010
Duccio Demetrio, La religiosità degli increduli, EMP 2011
Tito Caro Lucrezio, La natura delle cose, Rizzoli I ed. 1994
Anna Maria Ortese, Corpo celeste, Adelphi 1997
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40) Nascita e povertà con Angelo Cupini e Frédéric Dévé 22 dicembre 2013
Il Natale, i racconti della nascita di Gesù contenuti nei Vangeli di Matteo e di Luca, narrano, semplicemente, di una “nascita”, ma anche di una “povertà”. Ogni essere umano, quando viene al mondo, non ha nulla. Ma non ogni essere umano nasce misero. Non ogni essere umano nasce con la prospettiva – che è quella di un bambino su quattro, nel mondo – di non avere abbastanza da mangiare, di contrarre malattie dovute alla malnutrizione, di non avere prospettive di studio, possibilità di sviluppo. Occorre perciò, in una prospettiva di fede, ma anche e soprattutto umana e civile, combattere questa miseria. Che forse è direttamente proporzionale alla quantità di produzione e di spreco del mondo contemporaneo. Non sarà allora il caso di scoprire una povertà intesa come essenzialità come prospettiva etica per tutti? Ne parliamo con don Angelo Cupini, responsabile dell’accoglienza della Casa del Pozzo, di Lecco, e con Frédéric Dévé, consulente indipendente per la Fao.
Parole
Da un improvviso bagliore d'azzurro
lascio accecare quaggiù
i miei occhi disperati
e nel palmo della mano si rifugia l'orecchio
pieno di grilli e di campane...
Christine Lavant

...La povertà, o forse potremmo usare un'altra parola più trasparente: la sobrietà. Questo bambino che assomiglia a tanti, troppi bambini, che ci inquietano fin nel più profondo del cuore dagli schermi televisivi, questo bambino mette più di un sospetto su tanti nostri sonfinamenti dalla sobrietà. Angelo Casati

L'essere umano può dirsi senza Dio, può sentirsi ateo, ma Dio non può dirsi senza l'essere umano, perché Dio non è più senza di lui, e rimane così abbracciato, così coinvolto con l'umanità da appartenere ad essa.
Karl Barth
Libri
Angelo Casati, Sulla terra le sue orme. Commento al Vangelo di Luca, Il Margine 2013
Majid Rahnema, Quando la miseria diventa povertà, Einaudi 2005
Martin Cunz, Fino ai confini della terra, Garamond
Christine Lavant, Poesie scelte, Braitan 1993
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41) Un testimone oculare dell’Apocalisse? con Agostino De Rosa 29 dicembre 2013
Nell’augurare un sereno anno nuovo alle ascoltatrici e agli ascoltatori di Uomini e Profeti, vi proponiamo in primo luogo un brano del teologo Romano Guardini sul tempo della fine e dell’inizio: “In ogni cosa che finisce vi è una conclusione che porta il destino ad assumere il suo senso”. Ma poi ci sposteremo, ancora, nel Seicento, per conoscere un aspetto forse poco sottolineato della vita religiosa del tempo: la convinzione che un codice segreto divino, nascosto all’interno della natura, fosse decifrabile non soltanto attraverso l’analisi dei testi sacri, ma attraverso le leggi dell’ottica e della matematica. Jean François Niceron vissuto tra la Francia e l’Italia, dove sono rintracciabili numerose sue opere, fu un interprete originalissimo di questa convinzione, gettando le basi per quel dialogo tra scienza e fede che, nei secoli, non ha ancora raggiunto un suo equilibrio. Ce ne parla Agostino De Rosa, studioso di architettura e di teoria e storia dei metodi di rappresentazione.
Parole
...Per la nostra coscienza questa notte di San Silvestro per lo più si collega con allegria, con ogni genere di cose eccitanti, con voci alte e fuochi artificiali - quindi con un atteggiamento che fa tutt'altro che presentare alla coscienza quanto avviene: il finire dell'anno vecchio e l'inizio del nuovo. Si arriva quasi a pensare che lo si dovrebbe impedire - o no? Romano Guardini

Sotto una piccola stella

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
perdonatemi deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
e tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile, con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
chiedo scusa all’albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
verità, non prestarmi troppa attenzione.
serietà, sii magnanima con me.
sopporta, mistero dell’esistenza, se tiro via fili dal tuo strascico.
non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
chiedo scusa a tutti se non posso essere ognuno e ognuna.
so che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.


Wislawa Szymborska


Link http://iuav.academia.edu/AgostinoDeRosa http://catalogo.museogalileo.it/oggetto/GiocoOttico.html
Libri
Romano Guardini, Natale e Capodanno, Morceliana edizioni 1993
Agostino De Rosa, Jean Francois Niceron - Prospettiva, catottrica e magia artificiale, Aracne ed. 2013
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Edited by Firefly58 - 1/1/2014, 00:10
 
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view post Posted on 17/4/2022, 21:38

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Puntate sul Nuovo Testamento (Leggere la Bibbia) ritrovate grazie a voi. Grazie per la vostra passione, siete importanti.
 
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