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| La voce: un potente strumento per raccontare il mondo. Ma proprio la voce in sé, come materia sonora, non i significati delle parole a cui la voce rimanda. Troppo spesso l’idea di voce è limitata al campo dell’oralità come contrapposto a quello della scrittura, o al rivestimento fonico di un concetto, o alla forma di un contenuto. Dove quello che importa alla fine è il contenuto. Invece, prima di ogni senso c’è un suono: anzi, il suono ha già, in se stesso, un senso. Carlo Serra, filosofo della musica, ha esplorato in un recente saggio (La voce e lo spazio, Edizioni Il Saggiatore) i vari modi in cui ogni cultura, attraverso la voce, immagina il mondo. In questa puntata di Geronimo Filosofia Carlo Serra ci parla di cosa può fare la voce. Evocare una soggettività, invocare una relazione, esprimere la propria storia, raccontare la natura. O anche, come sentiremo direttamente da alcuni documenti sonori, accompagnare la caccia dei pigmei dal qui del villaggio al là ignoto e oscuro della foresta, oppure diventare un paesaggio sonoro di acque attraverso un canto mongolo. Ma prima ancora di emettere un suono la voce è semplicemente respiro: ascoltando il respiro rituale di un sciamano ci renderemo conto di quante valenze simboliche può assumere anche un semplice “prendere fiato”. di Letizia Bolzanifonte https://mega.co.nz/#!KAtWRJKC!Dl-z...Lvgkc9Op8wj-GdU Edited by eos1948 - 14/8/2021, 04:31
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