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I MAGNIFICI 22, I libri che hanno cambiato la cultura occidentale

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view post Posted on 7/8/2012, 12:03

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I MAGNIFICI 22


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Rete Due presenta la scelta, in buona parte soggettiva, di ventidue testi che hanno rivoluzionato il nostro modo di vedere il mondo. Dalla Bibbia a “La banalità del male” di Hannah Arendt, i giornalisti dell’approfondimento culturale, coordinati da Roberto Antonini, propongono una serie di analisi affidate a studiosi di primo piano che racconteranno i contenuti e la rilevanza dei libri che hanno cambiato la nostra vita. I testi, in ordine di presentazione, sono:

L’Antico Testamento, di Brigitte Schwarz
Il Nuovo Testamento, di Brigitte Schwarz
Iliade e Odissea, di Brigitte Schwarz
Simposio di Platone o Sull’Amore, di Antonio Ria
La Divina Commedia, di Brigitte Schwarz
Il Principe di Niccolò Macchiavelli, di Claudio Visentin (con Maurizio Viroli)
I Saggi di Michel de Montaigne, di Mattia Mantovani
La rivoluzione permanente di Amleto, di Sabrina Faller
Don Chisciotte, di Brigitte Schwarz
Galileo, Dialogo sopra i massimi sistemi, di Franco Brevini
Rousseau, il contratto speciale, di Antonio Ria
Il Faust di Johann Wolfgang Goethe, di Mattia Mantovani
Marx, Engelis e il manifesta del partito comunista, di Romano Giuffrida
Madame Bovary, Gustave Flaubert, di Raffaella Barazzoni
Darwin: la rivoluzione della specie, di Franco Brevini
Una stagione all’inferno, di Pierre Lepori con Claude Jeancolas
I fratelli Karamazov, di Michela Daghini
Freud e l’interpretazione dei sogni, di Romano Giuffrida
Il processo di Franz Kafka, di Mattia Mantovani
Secondo sesso, di Sandra Sain
On The Road, di Francesca Cocchi
La Banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, di Anna Pianezzola


L'antico Testamento
La Bibbia, il libro per eccellenza, tra i grandi testi sacri dell’umanità che racchiude le tracce di innumerevoli civiltà e culture, ha impregnato di sé la storia dell’Occidente, ispirandone le arti, la musica, la letteratura, da Dante a Dostoevskij. Nel canone cristiano i libri della Bibbia ebraica, posti non di rado in una successione parzialmente differente, assumono il nome di Antico Testamento. Esso raccoglie la prima delle due parti che compongono la Bibbia cristiana: contiene tutti i libri che precedono la vita di Gesù (a differenza del Nuovo Testamento che raccoglie gli scritti a lui posteriori). I vari modi in cui i libri sono stati inseriti e messi in successione hanno dato origine ai diversi canoni, vale a dire alle forme ufficiali della Bibbia cui si riferiscono le religioni e le confessioni che la riconoscono come fonte della rivelazione divina. Il processo redazionale che portò alla composizione della Bibbia cristiana copre circa un millennio (l’intero millennio che precede la vita di Gesù di Nazareth). Tenendo conto dei dati forniti dalla critica più recente, dalla prima redazione delle parti del Pentateuco, tradizionalmente attribuiti a Mosè (verso il 1200 a. C.), e la redazione dell’ultimo scritto del Nuovo Testamento (L’ Apocalisse risalente al 95 d.C. circa), corrono non meno di 14 secoli che hanno visto il trascorrere di una lunghissima vicenda storica che si può dire vada dall’esodo degli ebrei sino alla morte dell’ultimo apostolo di Gesù.
La complessa vicenda del “libro dei libri” alle origini della cultura occidentale è raccontata dal biblista Piero Stefani, docente di Filosofia della religione all’Università di Ferrara e di Ebraismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, di cui si ricordano almeno i volumi Dies Irae. Immagini della fine, Il Mulino, Bologna 2001; La radice biblica. La Bibbia nella cultura occidentale, Bruno Mondadori, Milano 2003; Le radici bibliche della cultura occidentale, Bruno Mondadori, Milano 2004; La Bibbia, Il Mulino, Bologna 2004; L’Apocalisse, Il Mulino, Bologna 2008.
www.mediafire.com/?c8ptitcjboyo7qc

Il Nuovo Testamento
La Bibbia, che racchiude le tracce di innumerevoli civiltà e culture, è uno dei grandi testi sacri dell’umanità. Ha segnato profondamente la storia dell’Occidente, la cui cultura trae da quel libro, per assimilazione o contrapposizione, le categorie interpretative fondamentali. Nel suo insieme la Bibbia cristiana descrive uno svolgimento cronologico: inizia con la creazione del mondo che apre l’Antico Testamento e si conclude con la fine dei tempi, mettendo al centro di questo percorso storico l’avvento di Gesù Cristo con il quale comincia una nuova epoca del mondo. La Bibbia cristiana aggiunge all’Antico il Nuovo Testamento costituito dai quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), che parlano della vita, della morte e della resurrezione di Gesù; dagli Atti degli Apostoli, dal corpus delle lettere di Paolo e dalle lettere cattoliche, da cui si evincono la nascita e i primi sviluppi delle comunità cristiane sparse in vari luoghi, ed infine dall’ Apocalisse, il libro che contiene l’annuncio della fine dei tempi. La formazione dei diversi libri che costituiscono la Bibbia cristiana è l’esito di un lungo processo, durato diversi secoli, ripercorso, ai microfoni di Brigitte Schwarz, dal biblista Piero Stefani, tra i principali animatori del dialogo ebraico cristiano, docente di Filosofia della religione all’Università di Ferrara e Ebraismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, di cui si ricordano, tra gli altri, i volumi Dies Irae. Immagini della fine, Il Mulino, Bologna 2001; La radice biblica. La Bibbia nella cultura occidentale, Bruno Mondadori, Milano 2003; Le radici bibliche della cultura occidentale, Bruno Mondadori, Milano 2004; La Bibbia, Il Mulino, Bologna 2004; L’Apocalisse, Il Mulino, Bologna 2008.
www.mediafire.com/?tytxnx5t9nww85k

Iliade e Odissea
I due poemi epici, l’Iliade e l’Odissea, attribuiti a Omero, sono un caposaldo della letteratura greca e occidentale. Accolgono la produzione poetica di almeno mezzo millennio e hanno una storia complessa, derivata dalla confluenza di fonti molto diverse. Secondo un’antica definizione l’Iliade sarebbe il poema dell’ardimento giovanile e l’Odissea quello della riflessione matura, del tramonto dell’età eroica. In realtà entrambi i poemi chiudono il cosiddetto Medioevo ellenico racchiuso tra l’esaurirsi della civiltà micenaica e il sorgere di quella greca. Le due opere narrano le vicende relative alla guerra di Troia. L’Iliade, si articola in 24 libri e racconta un episodio della guerra in cui si scontrarono i troiani e gli achei e gli dei dell’Olimpo, schierati ora con gli uno ora con gli altri. L’evento bellico fa da sfondo al tema centrale: l’ira del guerriero acheo Achille offeso dal sommo comandante del suo esercito Agamennone. A differenza dell’Iliade, l’Odissea, in parte una continuazione dell’Iliade, pure divisa in 24 libri, non ha più un episodio con molti personaggi ma un personaggio Ulisse, che passa attraverso molte avventure vissute durante il suo lungo viaggio di ritorno verso la sua patria Itaca. Ospite di Brigitte Schwarz è oggi il filologo e critico letterario Piero Boitani, studioso del mito e delle letterature moderne, professore ordinario di Letteratura comparata alla Sapienza di Roma e all’Università della Svizzera italiana. Nei suoi libri L’Ombra di Ulisse. Figure di un mito, pubblicato nel ’92 da Il Mulino, e Sulle Orme di Ulisse, accolto e salutato come un “classico della critica personale” ha dedicato una profonda riflessione all’Iliade e all’Odissea e alla figura di Ulisse.
www.mediafire.com/?whqd7u670pwsyiq

“Simposio” di Platone: o “Sull’Amore”
«Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro. Non si può certo credere che solo per il commercio dei piaceri carnali essi provano una passione così ardente a essere insieme. È allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio». È un brano dal “Simposio o Sull’Amore” di Platone che il filosofo italiano Umberto Galimberti ha introdotto nell’edizione Feltrinelli, curata da Fabio Zanatta, con testo greco a fronte. Quest’opera del IV secolo avanti Cristo è la grande “lezione d’amore” del pensiero occidentale, una vera e propria “summa enciclopedica” del sapere erotico dell’antichità e uno dei testi rivoluzionari della storia. Eros per Platone non è solo e soprattutto godimenti dei corpi. «Eros – afferma Galimberti nel Laser, curato da Antonio Ria – è molto di più… Eros si fa interprete tra la ragione che l’uomo ha costruito e la follia che ancora lo abita». Quindi amore tra ragione e follia? Risponde Galimberti: «La distanza tra l’umano e il divino è abolita… Lo spettacolo che si apre è quello della follia e non dello “scambio dei messaggi” tra la ragione e la follia». Emerge una concezione quasi “demonica” dell’erotismo. «Il rapporto che Eros instaura non è “tra uomini”, come vuole la concezione comune dell’erotismo, ma – conclude Galimberti – tra “la parte razionale dell’uomo e la sua parte folle o divina”». Platone dunque offre una visione dell’amore che libera la forza demonica dell’eros al di là dei vincoli del corpo e degli individui. Il “Simposio” ha perciò rivoluzionato il modo di vedere, di esprimersi, di comunicare e di pensare: di pensare non solo l’amore e l’eros, ma il mondo, la concezione del mondo.
www.mediafire.com/?from91r2zthqlr1

La Divina Commedia
La Commedia, capolavoro della letteratura mondiale è tra le più importanti testimonianze della civiltà medievale, alla quale nel Cinquecento è stato aggiunto l’aggettivo Divina, fu composta da Dante durante il suo esilio tra il 1304 e il 1321. Il poema che si dispone in cento canti è il racconto fantastico del viaggio attraverso i tre regni dell’Oltretomba compiuto da Dante: condotto da Virgilio (il poeta che simboleggia la ragione umana) a visitare l’inferno e il purgatorio, e da Beatrice (simbolo della scienza divina) alla visione dei beati e di Dio nel Paradiso. Nella sua grande costruzione teologica e cosmologica, frutto di un’epoca segnata dalle tendenze particolaristiche che accompagnavano la nascita della borghesia, delle signorie e degli stati nazionali, Dante affronta in termini nuovi il dibattito sul rapporto tra potere politico e potere religioso con la tesi della reciproca autonomia dei due poteri, i due soli, Impero e Papato, che traggono entrambi autorità da Dio. Il capolavoro che ha segnato la cultura occidentale è commentato nella trasmissione di oggi dal filologo e critico letterario Piero Boitani, studioso di Dante e della Letteratura medievale, professore ordinario di Letterature comparate alla Sapienza di Roma e all’Università della Svizzera italiana, di cui si ricordano almeno i volumi Il tragico e il sublime nella letteratura medievale e Letteratura europea e Medioevo volgare, entrambi pubblicati da Il Mulino.
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“Il Principe” di Niccolò Macchiavelli
Se c’è un testo rivoluzionario, che ha cambiato il nostro modo di pensare il mondo, o almeno quella parte cruciale che ha a che fare con la politica, la morale, la religione, questo è senza dubbio “Il Principe” di Niccolò Machiavelli, scritto nel 1513: un piccolo libro – solo 26 capitoli – che ha avuto però effetti grandissimi.
Machiavelli vuole insegnare a un futuro principe come conquistare e mantenere il potere, e lo fa con tale spregiudicatezza, opportunismo e cinismo (almeno in apparenza), da scandalizzare i contemporanei e i posteri. E in effetti lungo tutti i secoli che si sono succeduti dalla sua composizione, e ancora all’inizio del terzo millennio, nessun altro libro ha suscitato a tal punto entusiasmo e adesione, odio e avversione.
Il prof. Maurizio Viroli, che ha studiato a lungo Machiavelli, passerà in rassegna per noi dapprima le interpretazioni più consuete, per poi proporre un punto di vista decisamente originale su questo libro geniale e sovversivo.
www.mediafire.com/?hsw2qi42ujo4f2b

I Saggi - Michel de Montaigne
Il Laser di oggi, a cura di Mattia Mantovani, è dedicato a uno dei grandi testi della cultura occidentale, i Saggi di Michel de Montaigne, che hanno influenzato intere generazioni di scrittori, filosofi e uomini di cultura. I Saggi di Montaigne sono un testo rivoluzionario anche per la loro collocazione cronologica. Pubblicati tra il 1580 e il 1588, i Saggi segnano infatti un decisivo punto di svolta nella storia del pensiero e della cultura, perché costituiscono un grande riassunto della saggezza degli antichi e nello stesso tempo aprono dimensioni e prefigurano motivi e suggestioni che saranno poi al centro dell’epoca moderna (il relativismo, la soggettività, il dubbio). Opera rivoluzionaria e attualissima, i Saggi, anche perché il loro filo conduttore è rappresentato dalla difesa della libertà dell’io, una libertà che in ogni epoca, anche se in forme diverse, è sempre messa a dura prova. Al microfono di Mattia Mantovani, lo scrittore e docente di filosofia Sergio Nelli si soffermerà sui momenti salenti e sui temi di fondo di questo testo rivoluzionario.
www.mediafire.com/?v112dytjuqfy8ky

Amleto di William Shakespeare
Amleto è il testo fondante del teatro moderno in Occidente. Ed è anche il testo che apre un secolo nuovo, il Seicento, essendo stato scritto assai probabilmente tra il 1600 e il 1602. Con lui William Shakespeare porta in scena un soggetto nuovo, mai contemplato prima: il dubbio. E quello stesso soggetto ottiene diritto di cittadinanza anche fuori scena, radicandosi nel pensiero dell’uomo. E’ dunque diventato, quello di Amleto, un ‘modo’ di pensare, un atteggiamento della mente, che connota l’uomo moderno e contemporaneo. Non a caso si parla di ‘dubbio amletico’ e si cita frequentemente il suo ‘essere o non essere’: in quel monologo sta, per noi contemporanei, il quid sull’esistenza umana, la domanda delle domande, la consapevolezza che l’uomo stesso è una domanda. Da cui altre domande discendono, sempre vive, sui confini tra ragione e follia, sulle leggi che governano i rapporti umani. Amleto è l’uomo del dopo Rinascimento che vive con angoscia la perdita della centralità umana, così come il mondo copernicano a lui coevo vive con travaglio la novità della perdita della centralità terrestre nell’universo. Amleto è tutto questo e molto di più. Ne parliamo con Nadia Fusini, esperta del grande Bardo e di letteratura inglese, di cui ricordiamo la pubblicazione più recente a riguardo: si intitola “Di vita si muore. Lo spettacolo delle passioni nel teatro di Shakespeare”, Mondadori 2010.
www.mediafire.com/?hich6695ulzo48i

Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes
Il Don Chisciotte, celebre romanzo di Miguel De Cervantes, pubblicato in due parti tra il 1605 e il 1616, è considerato dalla critica il primo romanzo moderno nato dalla crisi dei valori rinascimentali e dalla necessità di indagare le zone d’ombra della coscienza. Il protagonista Alonso Chisciano è un eroe problematico alla continua ricerca della propria identità. Emulando gli eroi dei romanzi cavallereschi protagonisti di una realtà ormai tramontata, Don Chisciotte aspira a restaurare la giustizia nel mondo. La principale opera letteraria del Siglo de Oro, romanzo tra i più più celebrati della letteratura spagnola, ci viene raccontato nella trasmissione di oggi da Corrado Bologna, ordinario di Filologia romanza all’Università di Roma e all’Università della Svizzera italiana, autore della prefazione alla recente riedizione dell’opera di Miguel de Unamuno, dedicata appunto al mitico hidalgo.
www.mediafire.com/?e0janfoxm48nogd

Dialogo sopra i due massimi sistemi di Galileo Galilei
Il Dialogo sopra i massimi sistemi è un’opera assolutamente decisiva della maturità di Galileo. Su di essa Franco Brevini discuterà in questa puntata di Laser con Enrico Giannetto, che insegna storia della scienza all’università di Bergamo e dirige il Cerco, uno dei centri di eccellenza italiani, che studiano le moderne dinamiche della complessità.
Il Dialogo è un’appassionata difesa della teoria copernicana, in contrapposizione con l’astronomia tolemaica e con la fisica aristotelica. Venne accolto con grande favore nelle cerchie di studiosi impegnati nel Seicento a far nascere e a diffondere i principi della nuova scienza sperimentale. È oggi ritenuto un lavoro fondamentale per il successo delle concezioni astronomiche, che ponevano, non la terra, ma il sole al centro dell’universo.
L’opera tuttavia attirò subito i sospetti delle autorità religiose. Galileo ci provò ad attenuare la durezza di molte affermazioni attraverso una serie di accorgimenti, ma non bastò e fino dal 1632 il Dialogo venne ufficialmente proibito. Nel 1633 si celebrò il drammatico processo, oggi ricordato come una tappa fondamentale del cammino di emancipazione della scienza dai vincoli religiosi, nel corso del quale Galileo pronunciò davanti al Santo Uffizio la sua abiura.
www.mediafire.com/?u408rddsultt0xl

Il contratto sociale di Jean-Jacques Rousseau
Libro discusso fino dal suo apparire nel 1762, il Contratto sociale di Rousseau è un testo fondamentale per la politica moderna, in quanto si propone di definire i principi del diritto politico. Quando una società è giusta? Quando un’autorità politica può considerarsi legittima? Il filosofo svizzero non si occupa delle società del presente o del passato. È invece interessato a rintracciare una forma di associazione politica, che offra al cittadino una duplice garanzia: tutelare la propria persona e i propri beni, ma nel contempo assicurargli la libertà di cui beneficiava allo stato originario. Di questi temi in questa puntata di Laser Franco Brevini discute con Giuseppe Bertagna,
Il contratto sociale ha esercitato un’influenza profonda sulla filosofia successiva: è stato fondamentale fra gli altri per autori decisivi come Kant e Hegel. Ma il liberalesimo non ha risparmiato le sue critiche, accusando Rousseau di avere fornito strumenti di legittimazione nientemeno che alla tirannia. Tanto che non è mancato chi ha visto in lui il progenitore prima della rivoluzione francese, poi di quella comunista, infine dei totalitarismo novecenteschi.
In realtà il trattato di Rousseau tiene a battesimo lo stato democratico. Non a caso fecondò la costituzione degli Stati Uniti d’America e ispirò molti dei principi della Rivoluzione francese, da cui è nata la Modernità.
www.mediafire.com/?pb38z7bya00l4i8

Il Faust di Johann Wolfgang Von Goethe
Il laser di oggi, a cura di Mattia Mantovani, è dedicato a uno dei massimi prodotti dell’ingegno umano, il Faust di Johann Wolfgang Goethe, un’opera che lo stesso Goethe, il quale vi lavorò per più di cinquant’anni, definì giustamente «incommensurabile», perché il Faust esprime e racchiude in sé la totalità della vita umana: le sue grandezze e le sue miserie, i suoi entusiasmi e i suoi tormenti, il tutto e il nulla. Opera dunque incommensurabile, il Faust, ma anche testo rivoluzionario, perché quasi due secoli dopo il capolavoro di Goethe continua a parlare alla nostra sensibilità e pone questioni e interrogativi che sono più che mai al centro delle nostre coscienze. Il cosiddetto Streben di Faust, la «tensione» al trascendimento e al superamento dei limiti dell’umano, rimane infatti uno dei dati di fondo della vita. Il laser presenta un incontro con la germanista Paola Quadrelli, studiosa dell’opera di Goethe, che illustrerà la genesi, il retaggio storico-culturale del Faust e si soffermerà su alcuni passi particolarmente significativi dell’opera.
www.mediafire.com/?qx3sy52cmi3s256

Il manifesto del partito comunista di Marx, Engels
Nessuno, nel 1848, avrebbe potuto prevedere che il Manifesto del partito comunista, un piccolo libro di circa cinquanta pagine pubblicato da Karl Marx (filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista), e Friedrich Engels (economista, filosofo e politico), sarebbe diventato uno dei testi politici basilari della seconda metà dell’Ottocento e dell’intero Novecento.
L’opuscolo programmatico fu richiesto ai due intellettuali tedeschi dalla Lega dei comunisti, un’associazione segreta internazionale di lavoratori, al fine di illustrare in maniera semplice il programma della stessa associazione e poterlo così utilizzare per scopi propagandistici. In realtà, il Manifesto del partito comunista non solo divenne “il punto di partenza del più profondo rivolgimento del pensiero e del più grande movimento sociale che la storia abbia conosciuto” ma rappresentò, nella storia del pensiero, il passaggio dal “socialismo utopico” -sviluppatosi tra il Diciottesimo e il Diciannovesimo secolo- al “socialismo scientifico”, ovverosia a un socialismo che, al di là degli idealismi, analizzava con molta più precisione le realtà storiche, economiche e sociali nelle quali l’uomo viveva. Punti centrali della riflessione politico-filosofica dei due Autori, sono, da un lato, l’interpretazione della storia come storia della lotta tra le classi, dall’altro, il ruolo rivoluzionario del proletariato come classe antagonista della borghesia. Del Manifesto del partito comunista, Romano Giuffrida ne ha parlato con Marco Revelli, storico e sociologo, docente all’Università del Piemonte orientale
www.mediafire.com/?twrhrtfgaidhgwt

Madame Bovary di Gustave Flaubert
Il romanzo di Gustave Flaubert fu pubblicato nel 1857 e immediatamente ebbe feroci detrattori ed entusiasti ammiratori. Madame Bovary narra la storia di Emma che imprigionata in un matrimonio ed in uno stato sociale molto al di sotto delle sue ambizioni, infrange regole e convenzioni, scandalizzando quel mondo borghese tanto detestato dallo stesso Flaubert. Per Benedetto Croce Madame Bovary “ è probabilmente il capolavoro del romanzo contemporaneo, e il suo realismo non è mai una servile e piatta copia della realtà in superficie”.
Ambientato nelle campagne della Normandia, il romanzo trae spunto da un banale fatto di cronaca: un’insignificante storia di un tradimento coniugale per denunciare l’ipocrisia di un’epoca, per lanciare una sfida nei confronti di un’intera classe borghese e della cultura che incarna. Per farlo Flaubert si avvale di tutti gli strumenti del linguaggio realista, creando una figura intensa, rappresentativa, simbolo universale e tragico del rifiuto di una vita mediocre.
Ad accompagnarci nella (ri)lettura di questo capolavoro sarà Maria Teresa Giaveri, docente di letteratura comparata all’università di Torino, ha insegnato anche all’Orientale di Napoli ed è professore invitato presso l’Institut des Textes et Manuscrits di Parigi.
www.mediafire.com/?l6g2jdrke4oycs6

L’origine della specie di Charles Darwin
«Io mi trovavo a bordo del vascello di S. M. Britannica The Beagle nella qualità di naturalista, allorchè fui vivamente colpito da certi fatti nella distribuzione degli esseri organizzati che popolano l’America meridionale». Queste parole, annotate da Charles Darwin, avrebbero cambiato la nostra percezione della vita sulla Terra. Dal viaggio del celebre naturalista inglese intorno al mondo sarebbe nata una delle più sconvolgenti rivoluzioni culturali della storia dell’umanità. La nostra attuale visione dell’evoluzione delle specie nasce su quel libro fondamentale, intitolato appunto L’origine della specie, che dimostra la nostra discendenza biologica, come amava dire scherzosamente Darwin, dal «nonno babbuino».
Come ci racconterà Giulio Giorello discutendo insieme a Franco Brevini nel corso di questa puntata di Laser, alla sua pubblicazione, a metà del XIX secolo, questo libro suscitò un enorme clamore, perché sovvertiva le idee sull’uomo tramandate dalla tradizione religiosa. Ma la visione di Darwin sarebbe stata confermata dalla biologia e dalla genetica e, benché ancora oggi esista chi lo mette in dubbio, l’evoluzionismo avrebbe conquistato il mondo. Anzi avrebbe saputo fecondare anche altre discipline, la filosofia, l’antropologia, la psicologia, la sociologia, imponendosi come uno dei grandi paradigmi della modernità.
www.mediafire.com/?1gxsordfn62or4g

Una stagione all’inferno di Arthur Rimbaud
Trasposizione autobiografica di una sfrenata passione amorosa – culminata in un colpo di pistola – tra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud? O piuttosto tentativo di andare fino ai limiti estremi della percezione, di scrivere il “Vangelo dei Tempi Nuovi”? Claude Jeancolas – che ha lavorato per anni sull’opera del poeta veggente, pubblicando il facsimile dei suoi manoscritti e una biografia monumentale – ci invita a sondare la complessità modernissima di questo capolavoro della letteratura universale, momento di rottura con tutti i canoni e gli orpelli della poesia di fine Ottocento, tentativo prometeico di aprire le porte della percezione, messo in atto da un genio di diciassette anni. “Una stagione all’inferno”, l’unica opera pubblicata in vita da Rimbaud (ma le cui copie rimasero in giacenza presso lo stampatore) è il racconto di un fallimento al contempo oscuro e luminoso, pieno di doppi sensi e di bagliori biblici, ma la sua fama sarà in gran parte postuma.
www.mediafire.com/?1k37jy1w8se6zs8

I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
"Arrivo a dire che se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità."
Lettera scritta da Dostoevskij a Natalija Dmitrievna Fonvizina, 1854.
È uno dei più grandi romanzi dell’Ottocento, l'ultimo scritto da Fëdor Dostoevskij che riuscì a completare l'ultimo capitolo solo pochi mesi prima di morire. Considerato il vertice della sua produzione letteraria fu pubblicato a puntate su "il Messaggero russo" a partire dal gennaio 1879. La trama si sviluppa attorno alle vicende dei membri della famiglia Karamàzov, al contesto in cui matura l'assassinio di Fëdor, il capofamiglia e al conseguente processo nei confronti di Dmitrij, il figlio primogenito accusato di parricidio. È il testo certamente più filosofico dell’autore questo, che indaga il dramma spirituale e il conflitto morale tra fede e ragione, con i grandi interrogativi sul problema del Male, la libertà, l’ateismo, e il libero arbitrio. Ne parliamo con Armando Torno, editorialista del “Corriere della Sera”, e curatore anche dell’edizione con testo russo a fronte e i taccuini delle varie opere di Dostoevskij pubblicate nella prestigiosa collana “Il pensiero occidentale” della Bompiani.
www.mediafire.com/?zv221dz7jn8bx16

L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud
“L’interpretazione dei sogni è la via regina per la conoscenza dell’inconscio, il fondamento più sicuro della psicanalisi”: aveva commentato così, Sigmund Freud, l’esito e il valore degli studi che lo avevano portato alla pubblicazione di “L’interpretazione dei sogni”, una delle sue opere capitali.
La Traumdeutung, questo il titolo originale, uscì nel novembre del 1899 ma, a tutti gli effetti, fu un’opera che inaugurò il nuovo secolo.
La scoperta del sogno come “linguaggio dell’inconscio”, l’intuizione che portò Freud a considerare il sogno l’espressione di un desiderio, la dichiarazione della dimensione sessuale di quel desiderio, furono, infatti, elementi dirompenti per la cultura dell’epoca e tracciarono una linea di demarcazione netta tra l’Ottocento e il Novecento. Non a caso, infatti, la critica scientifica e accademica ufficiali accolsero con ostilità lo studio dello psicanalista viennese: troppo “avanti” per una cultura a difesa del “noto” e della tradizione. Freud però non si fece mai intimorire dalle critiche, anzi: “L’interpretazione dei sogni” Freud l’ha sempre considerata l’opera nella quale convergevano le sue intuizioni più importanti; tanto che, salvo per l’apparato di note, il volume ha conosciuto ben otto ristampe con l’autore in vita (l’ultima nel 1930), senza mai subire modifiche –e ciò, nonostante l’evoluzione dei suoi studi che avrebbero potuto modificare in parte alcuni aspetti dell’opera. La psicanalista di formazione freudiana, allieva di Jaques Lacan, Marisa Fiumanò (direttrice della scuola di specializzazione per terapeuti “Laboratorio freudiano” di Milano), al microfono di Romano Giuffrida, esamina alcuni aspetti di questo fondamentale testo.
www.mediafire.com/?83de7csm7n3w3b5

Il processo di Franz Kafka
Il laser di oggi, a cura di Mattia Mantovani, è dedicato al Processo di Franz Kafka, una delle opere letterarie che hanno maggiormente influenzato la coscienza moderna. Il Processo, infatti, è una di quelle opere assolute che cambiano radicalmente la vita di chi le legge, perché mutano le coordinate in base alle quali si è soliti percepire e quindi ordinare la realtà. La vicenda che vede come protagonista Josef K. comunica infatti nel lettore una vaga, indistinta ma proprio per questo insopportabile sensazione di colpevolezza. Colpevolezza di cosa? È la grande domanda che Kafka ci ha lasciato in eredità con tutta la sua opera e in particolare proprio col Processo. È una domanda alla quale è praticamente impossibile rispondere, ma che merita comunque di essere affrontata. Al microfono di Mattia Mantovani, la germanista e traduttrice Anna Ruchat analizzerà il testo di Kafka, soprattutto in relazione al retaggio ebraico, e si confronterà con questa domanda suscitata da questo testo rivoluzionario qui presentato nella stupenda e congeniale traduzione di Primo Levi.
www.mediafire.com/?ho2dxjudbz8u8w6

Il secondo sesso di Simone de Beauvoir
Com’era la nostra vita 60 anni fa?
La seconda guerra mondiale da poco terminata, l’Europa in ricostruzione, una crisi demografica alla quale fare fronte, le colonie che premono per diventare ex… Ma se a porsi questa domanda fosse una donna l’elenco potrebbe comprendere: il diritto di voto non ancora acquisito in molti paesi, bassa scolarizzazione, scarse possibilità professionali, pregiudizi che la vogliono naturalmente domestica e addomesticata… Come sempre nella storia è difficile rintracciare il momento in cui si è accesa la prima scintilla del cambiamento. Di certo però quando, nel 1949, Simone de Beauvoir da alle stampe “Il secondo sesso” sono in molti a rimanerne sconvolti. E da lì in poi molte donne troveranno in questo ponderoso saggio di circa 900 pagine lo strumento per analizzare e comprendere la propria situazione di sottomissione mascherata nonché le ipotesi di cambiamento elaborate da una filosofa e scrittrice che aveva fatto di tutto per costruire la propria esistenza attorno al pilastro della libertà.
Claudine Monteil, scrittrice e saggista, è stata una delle prime e più giovani militanti del Movimento per la Liberazione delle donne negli anni ’70, a fianco proprio di Simone de Beauvoir e alla quale è stata legata da lunga amicizia. Ha da poco pubblicato il saggio: ‘’Simone de Beauvoir et les femmes aujourd’hui’’ (éditions Odile Jacob). Con lei ripercorriamo la storia di questo testo rivoluzionario, dalla sua genesi all’eco che ancora oggi propaga attorno a sé.
www.mediafire.com/?7j7c6a5jkmjt9vd

On The Road di Jack Kerouac
Dobbiamo andare e non fermarci mai finche non arriviamo
- Per andare dove amico?
- Non lo so ma dobbiamo andare!
Questo è uno degli scambi di battute più famosi del libro “On the road” di Jack Kerouac.
“Sulla strada” rappresenta uno dei miti più affascinanti dell’America contemporanea dove l’autore simbolo della beat generation mette nero su bianco l’epopea vissuta da due amici lungo le strade bianche e polverose degli Stati Uniti d’America: in 300 pagine scritte di getto emergono la voglia di libertà, la musica ascoltata a tutto volume e il desiderio dei giovani protagonisti di fuggire alla realtà quotidiana.
Con le loro vite vissute all’avventura, con la messa in discussione del militarismo, del capitalismo e del denaro, “On the road” e le altre opere degli autori beat, hanno portato alla ribalta i temi centrali della ribellione giovanile che si svilupperà nel secondo Novecento.
Con Emanuele Bevilacqua, vissuto a New York e San Francisco, tra i maggiori esperti di questa generazione americana, e autore di Beat & Be bop (Einaudi 1999) e Guida alla beat generation (Cooper 2007), ripercorriamo le ragioni del successo di On the Road e capiremo insieme perché il libro di Jack Kerouac può essere considerato a tutti gli effetti “rivoluzionario”.
Rivoluzionario per i temi trattati, per l’originale modo di raccontarli e per il particolare contesto in cui è stato pensato, redatto e poi pubblicato. Sono passati cinquant’anni da quando è stato pubblicato per la prima volta, ma On the road è ancora cosi attuale che quest’anno uscirà l’omonimo film.
Un modo per ricordare un viaggio leggendario.
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La Banalità del male di Hannah Arendt
“La Banalità del male. Eichmann a Gerusalemme", il saggio scritto nel 1963 da Hannah Arendt, è entrato nella storia della filosofia perché supera le comuni definizioni di bene e di male. In questo senso, lo si può considerare un “testo rivoluzionario”. Hannah Arendt, filosofa ebrea tedesca, seguì in qualità di giornalista il processo che si tenne a Gerusalemme contro Heichmann, il criminale nazista condannato per essere stato il principale responsabile della cosiddetta "soluzione finale". Durante il processo, Heichmann mostrò al mondo la sua vera personalità che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non aveva nulla di demoniaco; in altre parole il male, secondo Hannah Arendt, non era originato da un’innata malvagità ma dall’assenza totale di pensiero. In questo senso Hanna Arendt definì Heichmann una persona "banale", il cui carattere palesava anche tratti burleschi e istrionici. Anna Pianezzola ha parlato di questo libro “rivoluzionario” con la filosofa Laura Boella, professoressa alla Statale di Milano, da anni dedita allo studio del pensiero femminile del ‘900 e considerata una delle maggiori conoscitrici di Hanna Arendt.
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Edited by eos1948 - 3/6/2020, 11:16
 
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view post Posted on 14/8/2012, 07:24

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papero, dopo cancella pure senza remore questo messaggio... volevo solo richiamare l'attenzione degli utenti su questa serie interessantissima della RSI ... ottima... l'avevo già adocchiata anch'io ed ero certa che non te la saresti fatta sfuggire.... gif gif gif gif
 
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view post Posted on 14/8/2012, 10:28

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Per la miseria :D Grazieeee e questo mi era
sfuggito ...
Inizio piano piano a saccheggiare , e rimpinguare i miei possedimenti Usb ;)
 
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view post Posted on 14/8/2012, 11:15
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.
Anche da parte mia, grazie.

Questa è biblioteca da non farsi mancare.
 
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view post Posted on 18/8/2012, 11:31

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Continuo a ringraziare , ed ovviamente a scaricare ;)
 
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view post Posted on 23/8/2012, 18:55

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Grazie .... i760003_beer
 
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view post Posted on 14/9/2012, 15:45

papero

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tutti i collegamenti ripristinati
 
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view post Posted on 24/9/2012, 11:52

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Grazie papero , tutti messi nei miei magazzini USB .. ;)
 
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winnis
view post Posted on 8/11/2013, 16:23




Molte grazie ^_^
 
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view post Posted on 8/11/2013, 19:00

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per l'ennesima volta un grande grazie a papero 62; in questo caso già mi sento una godoria nelle orecchie e nella testa. Ciao Sergio
 
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view post Posted on 5/10/2014, 14:16

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grazie mille !
 
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view post Posted on 8/3/2017, 23:04
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Grazie...
 
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view post Posted on 30/6/2019, 18:41

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bellissima serie, peccato che manchi la puntata su On The road :( comunque grazie a chi l'ha condivisa
 
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view post Posted on 5/3/2020, 11:16

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grazie. la serie è estremamente interessante. confermo che la puntata su On the Road / Kerouac non è caricabile. c'è modo di ritrovarla ?
 
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view post Posted on 3/6/2020, 10:17
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CITAZIONE (Big Andalu @ 5/3/2020, 12:16) 
grazie. la serie è estremamente interessante. confermo che la puntata su On the Road / Kerouac non è caricabile. c'è modo di ritrovarla ?

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