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LEGGERE LA BIBBIA/LE PUNTATE DELLA DOMENICA 2012, tutte le puntate del 2012

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view post Posted on 6/1/2012, 19:25

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LEGGERE LA BIBBIA





01) Terzo Isaia. Una casa di preghiera per tutti i popoli con Paolo Ricca 1 gennaio 2012
Con il Trito (o Terzo) Isaia ci si avvicina cronologicamente all’ultimo atto della Bibbia ebraica, che si chiude con l’Editto di Ciro del 538 (a. e. v.), con cui il re di Persia pone fine all’esilio di Babilonia, favorisce il ritorno in Gerusalemme dei deportati, e sostiene la ricostruzione del tempio. Ma spiritualmente ci si avvicina al clima in cui nacque poi il Nuovo Testamento. Nei capitoli dal 56 al 66 si accentua l’elemento universalistico che abbiamo già incontrato, e si precisa il problema in cui si trovano immersi i reduci, che avevano preservato il senso e la fedeltà alla Torà, mentre i rimasti in patria si erano in parte contaminati con gli stranieri presenti sul suolo ebraico. La soluzione però è di grande apertura. Ancora una volta, conta la conversione del cuore.
Di questi capitoli parliamo con Paolo Ricca, teologo valdese.
Libri:
B.S.Childs, Isaia, Queriniana 2005
In quel mondo antico era necessario abbandonare la vecchia Gerusalemme e mettersi all'opera per la nuova Gerusalemme. Allo stesso modo oggi è necessario abbandonare e mettersi all'opera. La buona notizia di Isaia è che c'è un "dopo" per la città caduta.

Walter Brueggeman


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02) Terzo Isaia. Nuovi cieli e nuova terra con Paolo Ricca 8 gennaio 2012
La visione di una nuova Gerusalemme, di nuovi cieli e di una nuova terra chiude gli ultimi capitoli del libro del profeta Isaia. Molti gli echi che saranno ripresi nel Nuovo Testamento, dai racconti dei Vangeli al Libro dell’Apocalisse. Ma, soprattutto, il libro di Isaia ci permette di precisare con maggiore esattezza i tratti del Dio biblico, un Dio di giustizia e di misericordia, e di comprendere perché la Bibbia è un libro che può essere letto guardando anche ai problemi che affliggono il mondo di oggi. Il teologo Paolo Ricca ci aiuta a scavare dentro gli enigmi del testo.
Libri:
Paolo Ricca, Le dieci parole di Dio, Morcelliana 1998
Paolo Ricca, Il pane e il regno. Commento al Padre nostro, Morcelliana 2001
Walter Brueggemann, Viaggio verso il bene comune, Claudiana 2011

Che cosa succede quando i sogni di fanciullezza, che fino a quel momento ci avevano serenamente pacificati col mondo, cadono in frantumi? Che cosa succede quando la sigillata normalità della vita subisce uno strappo? Che cosa succede quando la fede non può (più) riposare su una fiducia incontaminata? Che accade quando, con questi ricordi storico-vitali, non si va dallo psicologo, ma - in chiesa? E se lì non si vuole nemmeno lasciarsi distogliere da tali ricordi, se non si vuole lasciarli sfogare, ma - insieme a quelli - si desidera aver fede? Comincia allora la storia di un autoinganno che dura tutta la vita, oppure comincia una storia di fede? In ogni caso, su questa storia di fede si posa un velo di irreconciliatezza: per essa le preghiere sono soprattutto preghiere della mancanza, della mancanza di Dio. Ed è consolante per essa che anche il Nuovo Testamento si concluda con un grido. Fino ad oggi le mie preghiere sono state pervase da questo grido senza voce. E il mio lavoro teologico viene forgiato - in modo tanto più insistente quanto più invecchio - da una peculiare sensibilità per la cosiddetta questione della teodicea, per la questione di Dio di fronte all’insondabile storia di sofferenza del mondo, che nondimeno deve essere il «suo» mondo. Questa sensibilità per la teodicea si è in definitiva rafforzata e approfondita grazie ad un'esperienza che appartiene già alla mia biografia teologica: quando, cioè, mi è divenuto sempre più chiaro che la situazione nella quale pratico la teologia è la situazione posteriore alla storia di catastrofi del XX secolo, soprattutto la situazione «dopo Auschwitz». Da allora vi sono per me interpellanze a Dio, al Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, al Dio di Gesù; interpellanze per le quali ho certamente un linguaggio, ma non risposte.»


Johann Baptist Metz, Memoria passionis. Un ricordo provocatorio nella società pluralista, trad. di S.Miniati, 2a ed. rivista, Queriniana, Brescia 2008,

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03) Aggeo e Zaccaria con Piero Stefani 15 gennaio 2012
Con Aggeo e Zaccaria siamo nel pieno della ricostruzione del tempio – che avverrà in due fasi: una prima iniziata nel 520 e una seconda nel 515 – ma anche nel pieno della crisi degli esuli ritornati a Gerusalemme. Difficoltà interne alla comunità e interne agli occupanti persiani rendono inquieto il clima non solo degli abitanti, ma anche della loro fede. Aggeo e Zaccaria si adoperano per rinvigorire l’unità religiosa del popolo, con richiami alle parole che sono risuonate in tutta la Bibbia: la giustizia e la libertà, la fedeltà e l’obbedienza. Ma compaiono anche (soprattutto nel secondo Zaccaria, che è un profeta posteriore al primo) accenti di un mondo nuovo, e molti simboli ispireranno la narrazione evangelica. Ne parliamo con il biblista Piero Stefani.
Libri:
Giovanni Boggio, Gioele, Baruc, Abdia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. Gli ultimi profeti, Queriniana 1991

Circa tre secoli prima di Newton si alzò una voce veggente che, consapevole della precarietà di tutte le cose, trovò non nel dominio ma nell’amore la ragione della loro non estinzione: «E mi mostrò una piccola cosa, grossa quanto una nocciola, che stava nel palmo della mia mano, così mi sembrava ed era rotonda come una palla. La guardai con l’occhio della mia intelligenza e pensai: “Cosa mai può essere?”. E mi fu risposto così: “È tutto ciò che è creato”. Mi chiedevo con meraviglia come potesse durare, perché mi sembrava che si sarebbe in fretta ridotta al nulla, tanto era piccola. E alla mia mente fu risposto;: “dura e durerà per sempre, perché Dio l’ama; e così tutte le cose ricevono il loro essere dall’amore di Dio»


(Giuliana di Norwitch, Libro delle rivelazioni).


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04) Profeti Abdia e Giona con Elena Lea Bartolini De Angeli 22 gennaio 2012
Abdia e Giona: due profeti dell’epoca post-esilica, accostati per il diverso atteggiamento dei due libri nei confronti dello straniero. Mentre in Abdia si condannano con durezza estrema le malefatte di Edom (Esaù) e dei suoi discendenti nei confronti di Israele, nel libro di Giona si mostra che anche gli abitanti di Ninive sono capaci di conversione, e si prende un po’ in giro il profeta Giona, troppo severo nei suoi giudizi. In ogni caso il problema dell’atteggiamento verso lo straniero percorre tutta la Bibbia e arriva a entrare nel cuore dei problemi del nostro tempo. Elena Lea Bartolini De Angeli ci darà una lettura “ebraica” di questi testi, collocandoli anche nelle rispettive liturgie.
Secondo la Bibbia diventare intelligenti significa capire che il nostro agire ha delle conseguenze, e che – se non vogliamo tali conseguenze – non dobbiamo volere neanche un determinato modo di agire.

Helmut Gollwitzer


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05) Profeti Gioele e Malachia con Sabino Chialà 29 gennaio 2012
Con oggi raggiungiamo una tappa importante nella nostra lettura del testo biblico. Chiudiamo il capitolo dei libri profetici – profeti anteriori e profeti posteriori –, seconda parte della Bibbia ebraica. Nell’ambito dei cosiddetti “profeti scrittori” abbiamo operato una suddivisione tra quelli pre-esilici, esilici, post-esilici. Ma il senso della nostra lettura è stato anche quello di verificare l’urgenza di uno “spirito di profezia” nel nostro tempo. Nella puntata di oggi, con Sabino Chialà, monaco di Bose, affronteremo gli ultimi due: Gioele e Malachia. Gioele, il profeta che auspica uno spirito di profezia diffuso in tutto il popolo. E Malachia, che sembra prefigurare l’avvento di un messia che salverà il mondo.
Libri:
Gianfranco Ravasi, I Profeti, ed. Ancora 2007
Alfred Tyrel, Le profezie di Malachia. Le previsioni di un profeta che non ha mai sbagliato, MEB ed. 1995

È perché i monoteisti hanno fatto intendere al mondo la parola del Dio Uno che l'universalismo greco può operare nell'umanità e condurla lentamente all'unione. Questa umanità omogenea che si costruisce a poco a poco sotto i nostri occhi, nel timore e nell'angoscia, ma che con la collaborazione economica è già solidale, siamo noi monoteisti che l'abbiamo suscitata! Non è il gioco delle forze economiche che, unendo in tutto il pianeta razze e stati, ha creato la solidarietà di fatto, ma è l'inverso: il potere monoteista di rendere l'altro uomo sopportabile all'uomo e di condurre l'altro a rispondere ha reso possibile tutta questa economia di solidarietà.
Noi ebrei, musulmani e cristiani - noi altri monoteisti - siamo qui per rompere l'incantesimo, per pronunciare parole che si sottraggono al contesto che le deforma, per dire parole che cominciano con chi le dice, per ritrovare la parola che spezza, la parola che scioglie: la parola profetica.


Emmanuel Lévinas


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06) Capire per interpretare con Silvano Facioni 5 febbraio 2012
Prima di affrontare gli “altri Scritti” (detti anche libri sapienziali”), una riflessione sulla lingua ebraica: sulle sue complessità, sulle sue peculiarità, sulle difficoltà di traduzione che essa comporta, ma soprattutto sulla storia della costruzione di questa lingua e dell’interpretazione del testo biblico. Si vedrà come la struttura stessa della lingua implichi diversi livelli di interpretazione, e come le diverse letture di uno stesso versetto abbiano compiuto lunghe e differenti strade. Ma, appunto, il “conflitto delle interpretazioni" (Paul Ricoeur) arricchisce la portata del testo biblico,e la dovrebbe allontanare da ogni tentazione di fondamentalismo. Sappiamo che, nella storia, non sempre è andata così. Ma appunto per questo è interessante conoscere ciò che “viene detto” e ciò che il testo “intende dire”.È con noi Silvano Facioni, studioso di ebraismo contemporaneo, docente di Storia del pensiero filosofico ebraico all'Università della Calabria
Libri:
Bibbia ebraica interlineare. Ebraico, Greco, Latino, Italiano, a cura di Pierluigi Beretta, San Paolo 2007
Giovanni Deiana, Ambrogio Spreafico, Guida allo studio dell’ebraico biblico, Presentazione di Jan Alberto Soggin, Società biblica britannica e forestiera, 2005
Jacob Weingreen, Grammatica di ebraico biblico, Glossa 2011
Paolo De Benedetti, Alfabeto ebraico, “Uomini e Profeti”, Morcelliana 2011
Catherine Chalier, Lettere della creazione, la Giuntina 2011
Eliezer Tirkel, L’ebraico è facile, la Giuntina 1999

Ogni traduzione è un atto messianico che avvicina la redenzione


Franz Rosenzweig


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07) "Ascolta, rispondimi” Libro dei Salmi con Silvia Giacomoni, Maria Cristina Bartolomei 12 febbraio 2012
Come annunciato, nuovo capitolo nella lettura della Bibbia. Dopo Torà e Nevi’im (la Legge e i Profeti), eccoci ai Ketuvim (i cosiddetti “altri scritti”) tra cui il Libro dei Salmi. Poiché molti di questi libri li abbiamo già letti piuttosto analiticamente negli anni passati, ci soffermeremo per ciascuno di essi soltanto nel corso di una puntata, rinviando all’ascolto del Podcast una lettura più completa. Per esempio, per quanto riguarda i Salmi, potrete riascoltare in podcast le cinque puntate realizzate con Enzo Bianchi.E dunque, i Salmi. Libro anomalo, in un certo senso, perché in esso più che la Parola del Signore sono raccolte le parole degli oranti. Ma in ogni caso un libro che conferma la dimensione dialogica e relazionale della Bibbia. A raccontarci le sue personali trascrizioni dei Salmi, Silvia Giacomoni. Mentre Maria Cristina Bartolomei ricorderà il valore dei Salmi per Davide Maria Turoldo.
Libri:
Silvia Giacomoni, La Nuova Bibbia Salani - L'Antico Testamento, Salani 2004
Il libro dei Salmi, Versione e commento di Guido Ceronetti, Adelphi 2006
David Maria Turoldo, Salmi e Cantici, Servitium 2011
Finnegans - Percorsi culturali - Rivista quadrimestrale n.19 4/2011 Direttore Stefano Strazzabosco

Via via l’intensità di vita contenuta nell’inebriante libro [dei Salmi], tanto celebre quanto tra i meno compresi al mondo, per colpa della Rete della Religione che l’avvolge, macellato dall’abuso liturgico come un Agnus Dei sottoposto all’imbalsamazione in vita, mi si rivelava.


Guido Ceronetti

Sotto una crosta di ripetizioni, entro uno schema ritmico di ricchezza uguagliatrice, il salterio brulica di facce della vita da riaccendere, da disoccultare, di vita col suo doppio, di sogno e di psiche furente, di vita che emette tra i denti anneriti un soffio irreale di astri notturni vangoghiani. È uno stupore incontrare qua dentro tante anime sconosciute che si liberano dal silenzio, … da ogni morte


Guido Ceronetti


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08) “Giobbe. Il giorno della tenebra” con Gianantonio Borgonovo 19 febbraio 2012
Su nessun libro della Bibbia, credo, ci si è tanto interrogati e si è scritto tanto come sul libro di Giobbe. Scriveva Sergio Quinzio: “Nel terrore assoluto di Giobbe (Iob, ‘devoto’, ‘giusto’, ‘pio’) crollano le regole sacre che cercano di giustificare il dolore con sottili e tragici equilibri di responsabilità, di espiazioni, di perdoni. La delusione per il fallimento di tutti i millenari sforzi sacri rende ancora più intollerabile, infinitamente di più, l’orrore della sofferenza. Abbattute le difese, il dolore invade e distrugge tutto, le case degli uomini, gerusalemme, la Torà”. Parole pesanti, difficili. Ma con Giobbe ne va del senso della vita umana, delle ragioni del giusto, e dell’immagine stessa di Dio: come credere in un Dio che permette che il giusto sia sopraffatto? Gianantonio Borgonovo, studioso di esegesi biblica, propone una lettura del Libro di Giobbe che sposta l’asse consueto della riflessione: Giobbe è condotto e ci conduce a una fede “adulta”.
Libri:
Gianantonio Borgonovo, La notte e il suo sole. Luce e tenebre nel Libro di Giobbe, Editrice Pontificio Istituto biblico, 1995.
Sergio Quinzio, Un commento alla Bibbia, Adelphi, 1991
Guido Ceronetti, Versione e commento del Libro di Giobbe, Adelphi 1972

Io voglio bruciare di più che una semplice casa e di più che un semplice uomo. Vi meraviglierete se vi dico che cosa realmente avevo intenzione di bruciare. Vi meraviglierete e direte: anche Mendel è pazzo, come sua figlia. Ma io vi assicuro: non sono pazzo. Per più di sessant’anni sono stato pazzo, oggi non lo sono… Dio voglio bruciare…


Joseph Roth


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09) “Cantico dei cantici: il libro che brucia le mani ” con Gianantonio Borgonovo 26 febbraio 2012
Eccoci al Cantico dei cantici. Un libro che “rende impure le mani”, come dicevano i commentatori antichi parlando dei libri sacri, nel senso che andavano tenuti separati dai libri non sacri. Del Cantico dei Cantici disse Rabbi Aqivà: “Il mondo intero non vale quanto il giorno in cui Dio diede il Cantico a Israele”. Tuttavia sia nella tradizione rabbinica che in quella cristiana l’esplicito erotismo del Cantico ha richiesto, per essere “domato”, una serie di interpretazioni allegoriche, per fare di quell’amore tra un uomo e una ragazza l’immagine dell’amore tra Dio e Israele o tra Cristo e la sua chiesa. Oggi l’esegesi rivaluta la “lettera” di una passione totalmente umana, ma la difficoltà del testo (non è chiaro chi siano tutti i personaggi, chi stia parlando di volta in volta) richiede una accurata esegesi. Il biblista Gianantonio Borgonovo ci propone una originale interpretazione.
.Libri:
Gianfranco Ravasi, Il Cantico dei Cantici, EDB 1992
Gianantonio Borgonovo, דּוֹדִי לִי וַאֲנִי לוֹ. Monogamia e monoteismo: alla radice del simbolo dell’amore sponsale nella tradizione dello jahvismo, in Maschio e femmina li creò, Introduzione di G. Angelini (Disputatio 20), Glossa, Milano 2008, 151-232
Rashi di Troyes, Commento al Cantico dei Cantici, ed. Qiqajon 1997
Gianni Barbiero, Cantico dei Cantici, Nuova versione, introduzione e commento (I Libri Biblici. Primo Testamento 24), Paoline Editoriale Libri 2004

Ho sentito dire da alcune persone che evitano di ascoltare le parole contenute nel CDC. Oh, Dio mio, quanto è grande la nostra miseria! Ci accade come a quegli animali velenosi che trasformano in veleno tutto ciò che mangiano. da così grandi grazie come sono quelle che qui il Signore ci concede nel farci conoscere quel che prova un’anima che lo ama, … non sappiamo trarre altro che paure e dare alle sue parole significati che riflettono la debolezza del nostro amore per Lui!


Santa Teresa d’Avila


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10) “Qohelet. L’essere umano non domina il vento ” con Amos Luzzatto e Salvatore Natoli 4 marzo 2012
Qual è la visione della vita in Qohelet, l’altro libro “scandaloso” della Bibbia, dopo il Cantico dei cantici? Ha scritto André Néher che in Qohelet “si affrontano due etiche contraddittorie. Una che si potrebbe definire come saggezza razionale, e l’altra come perplessa irragionevolezza”. È proprio in questo, forse, che consiste la modernità di Qohelet e la sua forza di attrazione per il lettore di oggi. Del testo proponiamo una nuova traduzione, di Amos Luzzatto, che ridefinisce le “parole chiave” di Qohelet come “vanità delle vanità” o la “teoria dei momenti” (“c’è un tempo per…”), ma anche, assieme a Salvatore Natoli, ne ridefinisce le dinamiche del conoscere e la portata etica.
Libri:
Amos Luzzatto, Chi era Qohelet? Prefazione di Salvatore Natoli, Morcelliana 2011
André Néher, Qohelet, Con una nota di Paolo De Benedetti, Gribaudi 2006
Paolo De Benedetti, Qohelet - Un commento, a cura di Gabriella Caramore ed. Morcelliana 2004 - Collana Uomini e Profeti

Il pensiero di Qohèlet sembrerebbe più ampio di quello di Giobbe. L'ingiustizia infatti non è solo sociale o morale, ma è biologica. Il problema non si pone solo in rapporto all'uomo, ma in relazione all'universo, in cui l'umanità condivide con gli altri elementi naturali il triste privilegio di essere inestricabilmente consegnato alla gratuità della vita...


André Néher

In Qohèlet il destino è essenzialmente umano. Non è al di fuori dell'uomo come un demone terrificante o come un'idea lancinante. Il destino non è Dio ; l'uomo lo porta all'interno del suo stesso essere. E' inerente alla sua natura e alla sua condizione


André Néher


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11) Ester. Il libro della diaspora” con Benedetto Carucci Viterbi 11 marzo 2012
Il libro di Ester, dal cui racconto deriva la festa di purim, è uno degli ultimi della Bibbia ebraica. “Se anche tutte le feste dovessero essere cancellate dal nostro ricordo, la festa di purim sarà sempre ricordata”. Questo dice la tradizione. Perché è data questa importanza a un libro ambientato nella Persia di Serse I, tra ebrei assimilati, dove la fede è in secondo piano rispetto al colorito racconto di intrighi di palazzo? Perché l’eroina, Ester, rischia non solo il proprio prestigio, ma la propria vita per difendere il suo popolo nel momento in cui viene ingiustamente perseguitato. E perché è un libro che mostra una strada di coraggio e di speranza là dove tutto sembra perduto. A svelarci segreti del libro di Ester rav Benedetto Carucci Viterbi.
Libri:
Benedetto Carucci Viterbi, Le luci di Shabbat, Collana Uomini e Profeti, ed. Morcelliana 2009
Benedetto Carucci Viterbi, Storia di Rabbi Aqiva, Collana Uomini e Profeti, ed.Morcelliana 2009
Carol Bechtel, Ester, Caludiana ed. 2006

La vera natura di un uomo si riconosce in tre occasioni: attraverso il suo bicchiere, attraverso la sua tasca, attraverso la sua collera.


Pirqé Avot


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12) Daniele. Una teologia della debolezza con Marco Settembrini 18 marzo 2012
Siamo all’ultima “lettura” dei libri della Bibbia ebraica. Per la verità al libro di Daniele seguono i due libri di Cronache – che però riprendono sostanzialmente i racconti che abbiamo già trovato nei libri di Samuele e dei Re – poi i libri di Esdra e Neemia (che riprenderemo con il prof. Paolo Sacchi nelle prossime due puntate, di carattere storico). Poi seguono i libri “deuterocanonici”, cioè non accolti nel canone ebraico, la cui lettura rinviamo a un altro tempo. Dunque, il libro di Daniele. Un libro strano, come era strano il libro di Ester, in cui si avverte un sapore orientale, pieno di sogni, di divinazioni, di miracoli, ma anche un libro che ci traghetta in molte tematiche che saranno proprie del Nuovo Testamento: la vittima che ingiustamente patisce, un Dio che salva rendendo giusto chi era ingiusto, la una resurrezione dei morti, la vita eterna.
Libri:
Marco Settembrini, Sapienza e storia in Daniele 7-12, Pontificio Istituto Biblico 2007

Nei giovani ci sarà sempre uno spirito di scienza e di intelligenza


Daniele 13,62b


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13) Storia del secondo tempio con Paolo Sacchi 25 marzo 2012
Il canone della Bibbia ebraica si chiude con i libri di Esdra e Neemia e i due libri di Cronache. Ma la storia del popolo ebraico continua, dopo il ritorno in patria e la ricostruzione del tempio, nel 515 a. e. v. circa: alla dominazione persiana segue quella ellenistica prima e poi quella romana, e in patria divampa la guerra civile tra quelli che erano rimasti, e si sono più o meno assimilati alla dominazione straniera, e quelli che erano tornati dall’esilio, custodi della loro fede e della loro tradizione. Ma non solo sul piano sociale e politico la situazione è molto di manica, ma anche sul piano spirituale e dottrinale: Paolo Sacchi, studioso del Medio Giudaismo e grande conoscitore della storia ebraica di quel periodo, ci guida tra le controversie teologiche dei seguaci di Sadoq e dei seguaci di Enoch, tra i fautori della Legge e del Tempio e quelli di un’anima disincarnata destinata all’eterno.
Libri:
Paolo Sacchi, Storia del secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C. e I secolo d. C., ed. SEI 1994
Paolo Sacchi, Sacro/profano impuro/puro nella Bibbia e dintorni, Morcelliana ed. 2007
Paolo Sacchi, Indice concettuale del medio giudaismo. 3.Messianismo, Qiqajon ed.2009
Paolo Sacchi, Introduzione agli apocrifi dell'Antico Testamento, Morcelliana ed. 2011
Sabino Chialà, Libro delle Parabole di Enoc, Paideia ed. 2007
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14) Qumran e il dominio della luce con Paolo Sacchi 1 aprile 2012
Paolo Sacchi, studioso di fama internazionale, ci ha guidato nel vasto e variegato panorama storico, sociale, religioso e culturale dei secoli che intercorrono tra i due Testamenti: un periodo ricco di tensioni, ma anche di dibattiti intellettuali, di cui oggi possediamo traccia anche nei rotoli trovati da alcuni beduini, nel 1947, in alcune grotte intorno alla zona di Qumran. In questi rotoli sono conservati documenti preziosissimi: quasi tutti i libri della Bibbia ebraica, alcuni importanti Libri catalogati come apocrifi, ma che ci danno documentazione di molti gruppi religiosi, tra cui la cd. comunità di Qumran: una teologia molto sofisticata, in cui dominano i temi della predestinazione e della libertà, una comunità rigidamente monastica, con una sua Regola, di cui ascolteremo alcuni passaggi. Tutto questo fervore spirituale ci conduce a una migliore comprensione del clima religioso nel quale fiorirà, fra i tanti profeti, anche un profeta di nome Gesù.
Libri:
Paolo Sacchi, Regola della comunità, Paideia ed. 2006
Testi di Qumran, a cura di Garcia Martinez, edizione italiana a cura di Corrado Martone, Paideia1996
Rotolo del tempio, a cura di Angelo Vivian, Paideia 1990
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15) Speciale Pasqua - Gesù di Nazareth: la storia di un uomo.con Maria Cristina Bartolomei, Giorgio Jossa, Salvatore Natoli, Romano Penna, Paolo Ricca.8 aprile 2012
Da domenica 22 aprile, terminata la lettura del Primo Testamento, inizieremo a leggere il Secondo, cominciando dal Vangelo di Marco. Ma oggi, giorno della Pasqua cristiana, e secondo giorno della Pasqua ebraica, ci chiediamo: chi era Gesù di Nazareth? Che cosa sappiamo realmente di lui? Quanto, di quello che ci è stato narrato, corrisponde a verità storica? E se è vero che la fede cristiana nasce dalla resurrezione di Cristo, quale credito dare a una fede che si fonda su un evento così evanescente, così improbabile come la presenza di un risorto? Ne parliamo con Maria Cristina Bartolomei, Giorgio Jossa, Salvatore Natoli, Romano Penna, Paolo Ricca, chiedendoci, infine, da chi è stato tradito Gesù? Forse non solo da Giuda, ma anche dalle dottrine e dalla storia.
Libri:
Romano Penna, La formazione del Nuovo testamento, San Paolo ed. 2011
Romano Penna, I ritratti originali di Gesù il Cristo (I vol. Gli inizi;II vol. Gli sviluppi), San Paolo ed. 2011
Paolo Ricca, La fede cristiana evangelica. Un commento al catechismo di Heidelberg, Claudiana 2011
Giorgio Jossa, Gesù, storia di un uomo, Carocci 2010
Giorgio Jossa, Il cristianesimo ha tradito Gesù? Carocci 2008
Maria Cristina Bartolomei, La dimensione simbolica, Edizioni Scientifiche Italiane 2009
Salvatore Natoli, Il cristianesimo di un non credente, Qiqaion ed. 2002

La resurrezione è la tangente di Dio che sfiora il nostro mondo


Karl Barth


I Parte www.mediafire.com/?5bbuaezlzlzhu26
II Parte www.mediafire.com/?6zg7d2j39s23c4u


16) Speciale Cervia 2012 Atelier dell’errore: la Cervia adriatica con Luca Santiago Mora, Ermanno Cavazzoni e i ragazzi dell’Atelier dell’errore: Matilde Ronzoni, Giulia Zini, Marco Scolari, Jacopo Mariconda, Marino Lisai, Federico Chiofalo, Laura Aurelio.15 aprile 2012.
“Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore" dice il signor Keuner in un aforisma di Bertold Brecht. L’idea che l’errore – la mancanza, l’inadempienza, l’errare – sia parte imprescindibile della natura umana ha guidato Luca Santiago Mora, nel lavoro di docente di attività espressive per la Neuropsichiatria Infantile della Ausl di Reggio Emilia, inducendo così ormai qualche generazione di ragazzini con problemi di adattamento a elaborare disegni fortemente espressivi: ne è nato un immenso “bestiario” (tutti gli animali che non sono entrati nell’arca di Noè), terreno sul quale i ragazzi e le ragazze si sono incontrati con la Guida agli animali fantastici di Ermanno Cavazzoni. A Cervia, dove sarà allestita una mostra dei disegni realizzati, protagonista sarà la “Cervia adriatica”, assieme alla “Remora” e alla “Catoblepa”, al “Pirauste” e al “Pirotoco”. Ma anche il discorrere su salute e guarigione, normalità e devianza, attrazione terrestre e celeste.
Libri:
Luca Santiago Mora, Bestiario dell'Atelier dell'errore (a cura di), Campanotto ediotre 2007
Luca Santiago Mora, Energia della bellezza - Catalogo delle opere realizzate dai giovani artisti -settembre 2010
Ermanno Cavazzoni, Guida agli animali fantastici, Guanda 2011
www.mediafire.com/?i6bk5xdb79v0u6r


17) Le sfide del tempo con Enzo Bianchi Ricordo di Ernesto Balducci 22 aprile 2011
La Bibbia ebraica – la Legge, i Profeti e gli Scritti – finisce con quello che viene definito il Primo Testamento. Ma la Bibbia dei cristiani comprende una serie di piccoli libri che vanno sotto il nome di Primo o Nuovo Testamento. Dalla prossima settimana ne inizieremo la lettura, ma oggi ci chiediamo con Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, a quali sfide si trova di fronte oggi il credente. Siamo investiti oggi di un pensiero “planetario” che deve forzatamente allargare il proprio sguardo oltre le storie individuali: come mettersi in relazione alle fedi degli altri? E come confrontare la propria fede con il pensiero scientifico? Le visioni vertiginose del cosmo ci proiettano in un universo multiforme e sterminato: dove collocare il posto di Dio? Di fronte allo “sgomento degli spazi infiniti” (Pascal) come pensiamo Dio? Come un principio inaccessibile che “attraversa” il cosmo, o come un’idea di bene che si fa vicina alla creatura?Ricorderemo anche, in questa puntata, Ernesto Balducci, profeta della cristianità dei nostri tempi, che si pose tempestivamente tutte queste questioni.Da oggi introduciamo anche una piccola novità. Non più le “Musiche della Bibbia”, che potete trovare tutte sul nostro sito, ma la “letteratura” che in maniera più o meno diretta si è ispirata alle tematiche evangeliche e bibliche. Oggi iniziamo con una pagina da Albert Camus, L’uomo in rivolta.
Libri:
Ernesto Balducci, La terra del tramonto, Saggio sulla transizione, ECP 1992
Sul crinale della storia - A confronto con Ernesto Balducci 20 anni dopo - numero monografico speciale della rivista "Testimonianze" a cura di Lodovico Grassi
e Severino Saccardi
Albert Camus, L’uomo in rivolta, traduzione italiana L. Magrini, Bompiani 1957, pp. 47-50
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18) Il racconto dei Vangeli con Enzo Bianchi 29 aprile 2012
Cominciamo ad aprire il Nuovo Testamento. Che cosa contiene? Che cosa ci ha voluto raccontare? Come si è formato? Quali sono le fonti? Quale credito dobbiamo dare a quei quattro libretti, a quella manciata di lettere e poco altro? Quali sono, prima di tutto, le differenze tra i quattro evangeli, e quale teologia sta alla base di ognuno di loro? Ce ne è qualcuno più credibile di un altro? Ce lo chiediamo con Enzo Bianchi, priore del Monastero di Bose, per capire la storia di quelle parole, se, eventualmente, è possibile o ha un senso ri-predicare il Vangelo, e come risuonano quelle parole per l’uomo e la donna di oggi.
Libri:
Romano Penna, La formazione del Nuovo testamento nelle sue tre dimensioni, San Paolo 2011
T. S. Eliot, Quattro quartetti, trad. it. Filippo Donini, Garzanti 1959 pp. 63-67
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19) Inizio dell’Evangelo di Gesù, Messia, Figlio di Dio - [Marco 1,1-13 ] con Enzo Bianchi.6 maggio 2012
Iniziamo con oggi la lettura del Vangelo secondo Marco, che sarà il filo conduttore della nostra lettura anche degli altri evangeli: quello di Marco è il più antico, quello che ha fatto da fonte, assieme ad altre raccolte di “detti” di Gesù, alla stesura di Matteo e di Luca. (Per Giovanni faremo un discorso a parte). È il vangelo più asciutto nella narrazione, più incisivo nelle intenzioni narrative e teologiche. È quello che inaugura il “genere letterario” vangelo. Se si fa attenzione alla struttura del testo, ai rimandi espliciti e impliciti all’Antico Testamento, ai ricorsi di uno stesso termine in momenti chiave della narrazione, ci si accorgerà che il testo ha una sua coerenza fortissima, che culminerà nell’evento della croce, e nell’annuncio – sobrio, misurato – che non tutto ciò che muore finisce per sempre.Con Enzo Bianchi iniziamo oggi a leggere il primo capitolo, dove vengono narrati la figura di Giovanni, “colui che immerge” nelle acque i peccatori per la remissione dei peccati, l’immersione di Gesù nelle acque del Giordano e le tentazioni subite nel deserto, dove “stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo seguivano.
Libri:
Enzo Bianchi, Perché avete paura? Una lettura del Vangelo di Marco, Mondadori 2011
Franz Kafka, “Il messaggio dell’imperatore”, da Tutti i racconti, a cura di Ervino Pocar, I vol. p. 235-236
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20) Convertitevi, e credete nell’evangelo [Marco 1,14-45 ] con Enzo Bianchi 13 maggio 2012
Nella seconda parte del capitolo primo del Vangelo di Marco, dopo il battesimo e le tentazioni nel deserto, inizia l’attività pubblica di Gesù: con la predicazione in Galilea, con la chiamata dei primi quattro discepoli, e con alcune guarigioni a Cafarnao, in sinagoga e in giorno di sabato. Ne Vangelo di Marco sono molto numerose le guarigioni di Gesù, a indicare la potenza dei suoi gesti, ma anche la potenza di resurrezione della Parola di Dio predicata alle genti. A Cafarnao, dove Gesù ha casa, guarisce un indemoniato abitato da uno spirito immondo, la suocera di Pietro afflitta da febbre, e più tardi un lebbroso, l’ultimo degli intoccabili. Ma nel frattempo accade che la folla, smaniosa di eventi straordinari e desiderosa di guarigione, lo assedia dentro casa. Mentre Gesù ha bisogno anche di preghiera, e di dedicarsi alla predicazione non solo nel suo villaggio, ma, per il momento, in tutta la Galilea. Qui si verifica la prima incomprensione da parte dei discepoli, che, sedotti dall’entusiasmo delle folle, vorrebbe che Gesù acconsentisse a continuare i prodigi… Enzo Bianchi legge per noi questi versetti, sottolineando il bisogno insaziabile delle folle di eventi e fatti straordinari.Per “Letteratura” proponiamo oggi un racconto di Jorge Luis Borges, in cui si narra, in maniera paradossale, come il racconto della croce possa scatenare l’ottusa violenza dei carnefici.
Libri:
Benoit Standaert, Marco. Vangelo di una notte, vangelo per la vita. Commentario, 3 volumi, EDB 2011
Jorge Luis Borges, “Il vangelo secondo Marco” in Il manoscritto di Brodie , a cura di Antonio Melis, Adelphi, 1999, pp..88-95
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21) Il sabato è stato fatto per l'uomo con Giacomo Perego 20 maggio 2012
Nel secondo capitolo del Vangelo di Marco, ecco che Gesù, muovendosi tra Cafarnao e la Galilea, muovendosi tra la casa, le strade, la sinagoga e indugiando sulle rive del lago di Tiberiade, continua a compiere gesti prodigiosi, ma anche gesti provocatori: come quello compiere gesti di convivialità con la gente che maneggia denaro e con i peccatori, e come quello di strappare con i suoi discepoli delle spighe in giorno di sabato. Manifesta così, poco a poco, la “novità” di cui ritiene di essere portatore, convincendo molti e irritando i ligi tutori della Legge. Quattro sono i gesti di guarigione compiuti. Quattro le domande, insidiose, che gli rivolgono le autorità religiose.Qualcosa sta cambiando, nella fede di Israele, o è venuto qualcuno che semplicemente vuole ricordare le priorità stabilite nella Legge stessa? In ogni caso, la tensione cresce. Ma inizia anche a prender forma la predicazione di Gesù. Attraverso parabole, richiamando le antiche Scritture, e introducendo immagini nuove. Ne parliamo con Giacomo Perego, autore di un commento al Vangelo di Marco che si inserisce in una stupenda collana di versioni della Bibbia “dai testi antichi”.Per “Letteratura” vi proponiamo alcune “Parabole” di Antonio Machado.
Libri:
Marco. Introduzione, traduzione e commento, a cura di Giacomo Perego, Nuova versione della Bibbia dai testi antichi, San Paolo 2011
Mario Cucca, Giacomo Perego, Nuovo Atlante Biblico Interdisciplinare (Scrittura, storia, geografia, archeologia e teologia a confronto) San Paolo 2011
Antonio Machado, Poesie scelte, a cura di Oreste Macrì, Oscar Mondadori 1987
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22) Chi è mia madre e chi son i fratelli? [Marco 3,7-35] con Maria Pia Veladiano 27 maggio 2012
Sarà con noi Maria Pia Veladiano, scrittrice e studiosa di teologia, che nel suo romanzo, La vita accanto, narra la storia di una bambina, irrimediabilmente brutta, che riesce a sfuggire all’infelicità grazie a una sorta di “nuova famiglia” che trova e costruisce attorno a sé. “Niente nell’uomo è natura…” diceva, nelle sue lucide analisi, Ernesto Balducci. Seguace, anche in questo, di Gesù di Nazareth, che nel capitolo che leggeremo oggi del Vangelo di Marco (e nei passi paralleli di Matteo e Luca) non chiarisce ai discepoli, spesso confusi, quali siano le priorità della vita: non i vincoli di sangue, ma fare ciò che è giusto agli di Dio e degli uomini. La famiglia invece – la madre di Gesù e i suoi fratelli – non comprende i suoi comportamenti, un po’ se ne vergogna, un po’ ha timore della sua eccentricità che lo espone al giudizio delle autorità e della folla, e lo cordiera “fuori di sé”. Ma in questo capitolo troviamo anche altri passi importanti. L’istituzione dei dodici apostoli (la “nuova famiglia”, in un certo senso), mandati a proclamare la buona notizia, e la questione del perdono dei peccati.
Libri:
Elian Cuvillier, Evangelo secondo Marco, Qiqaion 2011
Maria Pia Veladiano, La vita accanto, Einaudi 2011
Emily Dickinson, Tutte le poesie, a cura di Margherita Bulgheroni, Mondadori (Meridiani) 1997
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23) Il seme in terra fertile [Marco 4] con Marida Nicolaci 3 giugno 2012
Un’immagine arcaica: quella del seminatore che, con gesto lento, lancia le sementi sulla terra arata. Un’immagine ripresa più volte nei vangeli, che oggi proviamo a reinterpretare con l’aiuto di Marida Nicolaci, che insegna esegesi del Nuovo Testamento alla Facoltà teologica della Sicilia. Il seminatore lancia le sementi nel campo, senza curarsi di dove i semi vano a finire: se sulla strada, dove non attecchiscono e si fanno divorare dagli uccelli; o sul suolo pietroso, dove germogliano presto, ma senza mettere radici; o tra le spine, che finiscono per soffocarli; o in terra buona, dove danno frutto, e germogliano e si moltiplicano. Ma l’immagine della parola, che, come un seme, può germogliare o può seccarsi, è quanto mai attuale nel mondo della iper-comunicazione.Per questo nella rubrica “letteratura” riprendiamo alcuni versi di una poetessa sudafricana, Ingrid De Kok, che si chiede se ancora ci sono “verbi che muovono montagne”.
Libri:
Marida Nicolaci, Egli diceva loro il Padre. I discorsi con giudei a Gerusalemme in Giovanni 5-12, Città Nuova 2007
Lamar Williamson jr., Marco, Claudiana 2004
“Letteratura” ingrid De Kok, “Parti del discorso”, in Isole galleggianti, Poesia femminile sudafricana, (a cura di Paola Splendore e Jane Wilkinson), Le Lettere 2011
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24) L’urlo e la parola: l’indemoniato di Gerasa [Marco 5] con Yann Redalié 10 giugno 2012
E' di una tale forza narrativa la scena dell’indemoniato di Gerasa, che urla, spezzando ceppi e catene, tra le tombe e sui monti, che anche Jean Starobinski ne ha scritto nei suoi Tre furori, cercando di comprendere come gli interpreti possano porsi di fronte a situazioni estreme della vita. Ospite della puntata di oggi è Yann Redalié, docente di Nuovo Testamento alla Facoltà Valdese di Teologia, che illumina questo passo alla luce del racconto che tutti i protagonisti che, ciascuno per la sua parte, ne danno testimonianza. Ma il passo in questione è anche occasione per riflettere ancora una volta sul rapporto tra la Parola e il lettore. Quale postura deve assumere chi si pone di fronte al testo? Dire che è “Parola ispirata da Dio” non sembra più dar conto di tutta complessità della ricerca. Ma d’altronde un eccesso di esegesi ne può spegnere il potere di verità. Redalié suggerisce di porsi nello spazio di un dialogo aperto.Il capitolo comunque non si esaurisce con la guarigione e la missione dell’indemoniato. Gesù opera altri due segni potenti: guarisce la donna ch’egli tocca la veste e fa ridestare da morte la figlia di Giairo. Altri due episodi legati all’impurità, miracoli da interpretare.
Libri:
Yann Redalié, I Vangeli. Variazioni lungo il racconto. Unità e diversità nel Nuovo Testamento, Claudiana 2011
Jean Starobinski, Tre furori. Tre testi esemplari della follia nella letteratura, nell’arte, nella religione, Garzanti 1978
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25) Cose antiche e cose nuove Vangelo secondo Matteo. Introduzione con Jean-Louis Ska 17 giugno 2012
Nella storia cristiana si è spesso cercato di vedere nelle Scritture antiche una prefigurazione dell’evento Gesù; in realtà andrebbe fatto il processo inverso, e cioè cercare di capire come i Vangeli abbiano interpretato le Scritture, in vista di un “accredito” di Gesù come il messia atteso da Israele.Per questo oggi spezziamo, provvisoriamente, la lettura del Vangelo di Marco, per una incursione in quello di Matteo. Scritto in un periodo più tardo, quando Gerusalemme era stata conquistata e il tempio distrutto, Matteo vuole raccontare la vicenda di Gesù per far percepire che non tutto è perduto per Israele, che Gesù è veramente il Messia annunciato nelle antiche Scritture, che non la “terra” conta, ma il regno dei cieli, cioè un regno in cui venga rispettata la giustizia e si pratichi l’amore verso il prossimo. È qui che vi sarà la spaccatura tra ebrei e cristiani, ed è qui che invece Matteo, privilegiando uno dei filoni della spiritualità ebraica, vede gli episodi della vita di Gesù come una reinterpretazione degli episodi chiave della vita di Israele. Il battesimo, le tentazioni nel deserto, la conversione al nuovo regno, quello dei cieli, dove la giustizia trionfa, sono, per Matteo, reinterpretazioni dell’esodo dall’Egitto, della traversata del deserto, della conquista della terra. Gesù come Giosuè dunque? In un certo senso sì, come ci spiega Jean Louis Ska, il teologo belga che ci aiuta a capire i nessi tra Antico e Nuovo Testamento.
Libri:
Martin Buber, Storie e leggende chassidiche, ed. Mondadori 2008 (a cura di Andreina Lavagetto):
“Coloro che pregano e il Messia”
“Le lacrime di Esaù”
Jean Louis Ska, Cose nuove e cose antiche. Pagine scelte del Vangelo di Matteo, EDB 2004
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26) Il discorso sulla montagna. Beati i poveri? (Matteo 5) con Paolo Ricca 24 giugno 2012
La povertà, quando non sia condizione scelta, voluta, è spesso accompagnata da povertà morale, da rancore sociale. Che cosa intende Gesù quando indica i “poveri” (Luca 6,20) o i “poveri in spirito” (Matteo 5,3) nel suo lungo discorso tenuto in cima a un monte? Le Beatitudini iniziano con una provocazione, ma tutto il discorso di Gesù, costellato di parabole, di esempi, di narrazioni, è in realtà provocatorio e innovatore e invita a un capovolgimento del modo di pensare corrente. Nel capitolo 5 del Vangelo di Matteo si precisa anche il rapporto di Gesù alla Legge: un invito a reinterpretare i comandamenti, non per abolirli, ma per comprenderne il volto esigente e radicale. Il problema è capire che cosa ne è stato, nella storia della cristianità, di questa radicalità dell’annuncio e come sia possibile risolvere apparenti antinomie, come quella di “amare i propri nemici”.Lo chiediamo al teologo valdese Paolo Ricca, che da molti anni accompagna il lavoro di Uomini e Profeti.
Libri:
Paolo Ricca, Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell’amore, “Uomini e Profeti”, Morcelliana 1998
Dietrich Bonhoeffer, Sequela, Queriniana ed. 2004
Il buon messaggio seguendo Matteo, a cura di Enzo Manduzzato - Edizioni Biblioteca dell' Immagine 1989
Franco Cardini, Luisa Muraro, Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli,Lindau ed. 2012
Pierangelo Sequeri, Duccio Demetrio, Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, Lindau ed. 2012
Gianfranco Ravasi, Adriano Sofri, Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli, Lindau ed. 2012
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27) Il discorso sulla montagna. La casa sulla roccia (Matteo 5-7) con Paolo Ricca 1 luglio 2012
Alcune delle pagine più belle di tutti i Vangeli – forse di tutta la Bibbia – sono contenute in questi capitoli del Vangelo di Matteo in cui Gesù, salito su una piccola altura, cerca di insegnare alle folle e ai discepoli il senso di una vita spesa per gli altri, e la via – stretta e faticosa – per accedere alla felicità. Nelle sue parole – come accade sovente, contraddittorie e paradossali – Gesù insegna che occorre mostrare, da un lato, la fedeltà ai comandi del Signore; ma dall’altro occorre vivere nell’intimità, silenziosamente, le proprie scelte interiori e la propria preghiera. Solo così sarà possibile e avrà senso una obbedienza alla Legge che non sia vuota formalità ma prova di se stessi, della possibilità di vivere una vita orientata a fare il bene anche nei confronti del nemico. Prova troppo ardua per degli esseri umani? Prova impossibile? Ne ragioniamo con Paolo Ricca, teologo valdese.
Libri:
Paolo Ricca, Il pane e il regno .Commento al Padre nostro, Morcelliana 2001
Le beatitudini, a cura di Roberto Righetto, Lindau 2012
Jorge Luis Borges, Frammenti di un vangelo apocrifo, in Tutte le opere, Mondadori (I Meridiani) vol. 2 1986
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28) Speciale Concilio Vaticano II Parte seconda: le donne nel popolo di Dio con Marinella Perroni,Adriana Valerio,Vittorio Bellavite 16 settembre 2012
Ieri abbiamo esplorato i grandi nodi storici e teologici che portarono al Concilio Vaticano II, le grandi questioni affrontate, quelle irrisolte. Tra queste, la questione femminile. Le donne sembrano essere state il grande tabù nella storia del cattolicesimo, e a poco sembra essere servita, nel fatti, la riscoperta negli studi biblici del ruolo fondamentale delle donne nei testi evangelici. Tuttavia il Concilio introdusse una grande novità: la presenza di ventitre donne come “uditrici” nelle sedute del Vaticano II. Quale era la loro funzione? E oggi a che punto è la presenza delle donne nella chiesa cattolica? Ne parliamo con Marinella Perroni e Adriana Valerio. Ma la questione femminile è sempre stata affiancata da altri nodi non risolti all’interno del cattolicesimo: quello della collegialità nella chiesa, del rapporto con la modernità, del rapporto con il mondo laico e le altre religioni. È possibile pensare un nuovo futuro? Con noi anche Vittorio Bellavite, del movimento “Noi siamo chiesa”.
Libri:
Alberto Melloni, Marinella Perroni, Serena Noceti,Tantum Aurora Est, Donne e Concilio Vatricano II,Lit Verlag ed.
Giuseppe Ruggieri,Ritrovare il Concilio, Einaudi 2012
Adriana Valerio,Madri del Concilio. Ventitrè donne al Vaticano II,Carocci ed. 2012
Karl Barth e il Concilio Vaticano II,a cura di F.Ferrario M.Vergottini, Claudiana 2012
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29) Visioni: da Bruegel a Dreyer con Marco Vallora, Simonetta Salvestroni, Gianfranco Draghi 23 settembre 2012
Visioni: un termine ambiguo, polivalente, che può significare il sistema visivo, ma anche l’allucinazione, il sogno di cui son piene le grandi narrazioni religiose e simboliche, ma anche la comprensione di un mondo o di un fenomeno, o la rappresentazione di un artista. Oggi diamo conto di alcune “visioni”. A partire da un film del regista polacco Lech Majewski che “racconta” la Salita al calvario di Peter Bruegel il Vecchio, dove l’evento centrale è
“visto” con lo sguardo distratto del mondo; per passare poi al cinema di Dreyer, in cui invece gli eventi della storia sono filtrati attraverso le parole della fede. Ne parliamo rispettivamente con Marco Vallora e Simonetta Salvestroni. Infine con Gianfranco Draghi cercheremo di penetrare nei segreti della visione: che cosa vediamo quando lo sguardo si offusca? Come riesce il ricordo a interagire con la visione?
Libri:
Marco Vallora, L'incanto di Lotto,ed. Abscondita 2011
Simonetta Salvestroni, Il cinema di Dreyer e la spiritualità del Nord Europa, Marsilio ed. 2011
Simonetta Salvestroni, Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa, ed. Qiqajon 2006
Simonetta Salvestroni, Dovstoeskij e la Bibbia, ed. Qiqajon 2000
Gianfranco Draghi, Secondo la propria degnità. Leon Battista Alberti e Simone Weil, Raccolto ed. 2011
Gianfranco Draghi,L'allocco e altre cose famigliari,Il Ponte del Sale 2009
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30) Speciale Torino Spiritualità In diretta dal Teatro Carignano di Torino Tutto il male perpetrato sotto il sole con Gabriella Caramore: Gustavo Zagrebelsky 30 settembre 2012
Al nostro secondo appuntamento a Torino Spiritualità 2012, affrontiamo quello che è il filo conduttore “biblico” del festival di quest’anno, il Libro del Qohélet, con Gustavo Zagrebelsky, uomo di diritto, che alla passione civile unisce una passione per i testi che hanno edificato la nostra civiltà, compresa, ovviamente, la Bibbia.
Che cosa dice Qohélet della giustizia? Io mi sono messo a considerare tutte le violenze perpetrate sotto il sole:ecco le lacrime delle vittime da nessuno consolate; da nessuno consolate contro il forte potere dei violenti. Io allora ho proclamato i morti ormai trapassati più beati dei vivi ancora in vita e più beato di entrambi chi non esiste ancora e non ha ancora visto tutto il male perpetrato sotto il sole (4,1-3). È una tonalità amara quella che esprime Qohélet, una tonalità che possiamo assumere solo in determinati momenti della nostra vita. Ma nello stesso tempo il suo è uno sguardo che è anche necessario, perché ci spoglia di ogni illusione, e, forse, ci induce a operare con rettitudine. Ma tanta amarezza potrebbe anche indurre alla passività, alla rassegnazione. Con Gustavo Zagrebelsky discuteremo di come sia possibile operare con giustizia mentre vediamo che l’ingiustizia regna.

Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c'è l'iniquità e al posto della giustizia c'è l'empietà. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere.Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte.Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?


Qohélet 3, 16 - 22


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31) Il profeta disprezzato in patria [Marco 6,1-29] con Adriana Destro e Mauro Pesce 7 ottobre 2012
Riprende, a partire da questa domenica, la lettura della Bibbia di "Uomini e Profeti" : il cammino intrapreso all'incirca due anni fa, e che terminerà alla fine di questa annata. RIproporremo la consueta alternanza di voci, di interpreti, di commentatori, nella convinzione che il testo biblico è un "libro" nel quale ciascuno può cimentare la propria capacità di lettura, a qualunque tradizione appartenga; un libro nel quale possiamo rinvenire l'idea di giustizia e di libertà, di misericordia e di solidarietà che ancora sotterraneamente lavorano dentro la nostra cultura.Ricominciamo, con gli studiosi Adriana Destro e Mauro Pesce, dalla lettura del Vangelo di Marco, all'inizio del capitolo 6 in cui Gesù allarga gli orizzonti della missione dei dodici, non prima di aver subito uno scacco proprio nella sua città, a Nazaret, dove tutti ricordano la sua umile origine, e faticano a riconoscergli la sapienza con cui si esprime. Ci interrogheremo su chi sia stato l'uomo Gesù e quale pratica di vita lo abbia portato a incidere così fortemente nelle coscienze e nella storia.
Libri:
Christian Bobin, L'uomo che cammina, ed. Qiqajon 1998
Adriana Destro, Mauro Pesce, L'uomo Gesù, Mondadori 2008
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32) Cinque pani e due pesci [Marco 6,30-56] con Paolo Ricca 14 ottobre 2012
A Paolo Ricca, teologo della chiesa valdese, chiediamo di ripercorrere qualche versetto del Vangelo di Marco, cercando però di andare oltre le consuete interpretazioni. La scena è quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci, un “miracolo” che, proprio in quanto non è descritto nei particolari, lascia intuire un movimento che Gesù sembra chiedere ai discepoli: farsi carico dei bisogni delle persone, dividere quello che c’è, distribuire a tutti. Basterebbe assumere questa modalità, forse, per sfamare il mondo. Alla compassione, alla generosità, all’intuizione di Gesù sembrano contrapporsi la pesantezza dei discepoli, il loro sterile raziocinare, la loro pigrizia… Le comunità cristiane di oggi sono chiamate a interrogarsi sui loro comportamenti.
Libri:
Paolo Ricca, Il pane e il regno, a cura di Gabriella Caramore, ed. Morcelliana 2001
Paolo Ricca, Come in cielo così in terra. Itinerari biblici,Claudiana ed. 2009
Predrag Matvejevic, Pane nostro, Garzanti 2010
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33) Che cosa rende impuro l’uomo? [Marco 7,1-23] con Stefano Levi Della Torre 21 ottobre 2012
Siamo a un punto cruciale non solo dell’Evangelo di Marco ma della stessa figura di Gesù. Nel capitolo 7 Gesù si contrappone frontalmente ai farisei e agli scribi con i quali ingaggia una disputa sul lavaggio rituale delle mani prima dei pasti, sulla possibilità di rinunciare all’offerta rituale per sostenere invece i genitori, su ciò che rende l’uomo puro e impuro. In definitiva, è la ripresa della controversia sul sabato (Marco 2,23-28). La questione è di fondamentale importanza, perché proprio su queste dispute è cresciuta la convinzione – durate all’incirca duemila anni – che Gesù fosse il fondatore di una “nuova religione”, separata e contrapposta all’ebraismo. Oggi sia da parte cristiana che da parte ebraica, con diverse accentuazioni e sfumature, si rivendica l’appartenenza di Gesù al popolo ebraico ma anche al suo sistema di valori. Ne parliamo con lo studioso di ebraismo Stefano Levi Della Torre.
Libri:
Daniel Boyarin, Il Vangelo ebraico. Le vere origini del cristianesimo, Prefazione di Jack Miles, Castelvecchi 2012
David Flusser, Jesus, prefazione di Martin Cunz, Morcelliana 1997
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34) La donna, i figli, i cagnolini [ Marco 7,24-37 ] con Marinella Perroni 28 ottobre 2012

Una donna siro-fenicia, una non ebrea, la cui figlia era “posseduta da uno spirito impuro”, sposta la posizione di Gesù nei confronti nei confronti dei destinatari della salvezza, forse gli fa comprendere, questo sembra indicare il racconto, che la promessa di salvezza va intesa in un senso più largo di quello applicato fino a quel momento. La donna straniera tratteggiata in questo Vangelo (e quella parallela nel Vangelo di Matteo) svolge un ruolo simbolo per tutto il mondo pagano. Questo ci porterà anche a considerare quale valore abbiano le donne nei quattro Evangeli, con quali differenze gli autori le descrivono, e quale significato sta assumendo, in questi anni, la lettura femminista delle Scritture. Ne parliamo con Marinella Perroni, presidente del Coordinamento delle Teologhe Italiane.
Libri:
I Vangeli. Narrazione e storia, a cura di Mercedes Navarro Puerto e Marinella Perroni, ed. il pozzo di Giacobbe, 2012
George Steiner, Il libro dei libri. Un’introduzione alla Bibbia ebraica. Prefazione di Gianfranco Ravasi, Vita e Pensiero, 2012
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35) Chi è il mio prossimo? [ Luca 10,25-42 ] con Alberto Maggi 4 novembre 2012
Chi è il mio prossimo? Che cosa significa “farsi prossimo” di chi è nella necessità, nel dolore? Nel Vangelo di Luca, che oggi apriamo per la prima volta da quando abbiamo iniziato a leggere la Bibbia, sono molte le indicazioni che le parole di Gesù suggeriscono per declinare l’amore per l’altro, fino al paradosso di “amare il nemico”. Il Vangelo di Luca è un testo molto alla preghiera interiore, alla spiritualità di Gesù, ma anche molto sensibile al tema sociale, alle donne ai diseredati, ai poveri. Ma non è solo un Vangelo di suggestiva scrittura. È anche un Vangelo che pone molti problemi: primo fra tutti quello del rapporto fra la comunità ebraica e il mondo pagano, ma propone anche una prospettiva più ravvicinata dell’attesa del regno di Dio. Inoltre nel Vangelo di Luca vengono narrati molti episodi che non si trovano altrove, come quelli che affronteremo oggi, con Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei servi di Maria, direttore del Centro Studi biblici “G. Vannucci” a Montefano.
Libri:
Alberto Maggi, Versetti pericolosi, Campo dei Fiori, Fazi editore 2011
Alberto Mello, L’ebraicità di Gesù e dei Vangeli, EDB 2011
Elizabeth Strout, Resta con me, Fazi editore 2010
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36) Ritrovare e far festa [ Luca 15,1-32 ] con Sabino Chialà 11 novembre 2012
Il tema della “conversione” è quello che domina le celebri parabole del Vangelo di Luca sulla pecorella smarrita, sulla moneta ritrovata, sul figliol “prodigo” che fa ritorno alla casa paterna. Ma quali altri significati sottendono queste parabole? E come mai questi racconti sono presenti solo in Luca e non negli altri Vangeli? Quale “credibilità” dobbiamo dare a questi racconti? A chi si rivolgeva Luca? Chi voleva convertire? Ne parliamo con Sabino Chialà, monaco di Bose e studioso di cristianesimo antico.
Per la rubrica “Letteratura”, questa volta un brano di Voltaire, che commenta, tra le varie pagine del Vangelo, anche quella relativa al “figliol prodigo”.
Libri:
Sabino Chialà, L’uomo contemporaneo, Morcelliana 2012
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37) Sulla barca le parole del regno [Matteo 13] con Carlo Enzo e Romano Madera 18 novembre 2012
Nulla è senza significato nelle parole delle Scritture: che Gesù predichi alla folla seduto “su una barca”, ha un significato che rimanda alle antiche Scritture; così come le narrazioni del “regno”, semplici parabole tratte dalla vita quotidiana (i semi della terra, le erbacce, gli alberi, la farina). A metterlo in rilievo un singolare interprete delle Sacre Scritture, Carlo Enzo, che ricostruisce il testo di Matteo come se fosse stato scritto in ebraico, facendone interessanti scoperte. Assieme a lui, Romano Madera, che invita a una nuova ricerca di senso nel solco delle tradizioni antiche.
Libri:
Carlo Enzo, La generazione di Gesù il Cristo, 4 voll., Mimesis 2011
Romano Madera, La carta del senso, psicologia del profondo e vita filosofica, R. Cortina 2012
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38) Lo scriba discepolo del regno dei cieli [Matteo 13; 16]con Silvia Giacomoni 25 novembre 2012
Ancora il Vangelo di Matteo, il più “ebraico” dei quattro evangeli, tanto che qualcuno afferma che sia egli stesso lo “scriba divenuto discepolo del regno dei cieli simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. Ancora uno sguardo diverso sul Vangelo di Matteo: quello di Silvia Giacomoni, che è autrice di una “riscrittura” di Matteo, in cui, di tanto in tanto, si lascia andare a immaginare che cosa Matteo “avrebbe potuto aggiungere”.In questa puntata ancora riflessioni sul “regno” e su una domanda fondamentale di Gesù ai suoi discepoli: “Ma voi, chi dite che io sia?”.
Libri:
Silvia Giacomoni, Dice Matteo. Il rabbi che amava, seguiva, interpretava Gesù, Longanesi 2007
Alberto Mello, Evangelo secondo Matteo, Qiqaion 1995
Baruch Spinoza, Trattato teologico politico, Piccola Biblioteca Einaudi 2007
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39) Secondo voi, chi sono io? [Marco 8,27- 9,1] con Enzo Bianchi 1 dicembre 2012
Riprendiamo la lettura del Vangelo di Marco, soffermandoci, con il priore di Bose Enzo Bianchi, sulla figura di Pietro, che, nella sua devozione al suo Maestro, non comprende pienamente il senso delle sue parole e della sua missione. Ma in questo modo si rivela anche nella debolezza della sua umanità. Come mai in questo passo del Vangelo di Marco non è nominata la “ekklesìa” di cui parla invece nel passo analogo Matteo? Che valore dare a quel mandato affidato a Pietro? Al sorgere delle prime comunità i cristiani venivano chiamati “quelli della strada”. Come si è passati dal senso di un cammino a una stanzialità così centralizzata?
Libri:
Enzo Bianchi, Evangelo secondo Marco. commento esegetico spirituale, Qiqaion 1984
Elsa Morante, La storia, Einaudi 1974, pp. 590-591
Uno dei personaggi, Davide Segre, tratteggia la figura del Cristo come quella di un qualunque sconfitto della storia.
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40) Una luce [ Marco 9,1-13 ] con Enzo Bianchi 9 dicembre 2012
Una esplosione di luce è quella che i tre discepoli vedono, sul Monte Tabor, dove hanno accompagnato il loro maestro Gesù. Ne restano confusi, cercano di dare una interpretazione secondo le Scritture, e si sorprendono quando lui per la seconda volta parla di quel destino tragico che lo attende, di ingiusta condanna a una morte riservata ai malfattori. Riprendiamo con Enzo Bianchi, anche questa domenica, e anche la prossima, la lettura del Vangelo di Marco. Là dove Gesù comincia poco per volta a rivelare la sua identità, nella incomprensione generale del mondo intorno a lui.
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41) Aiuta la mia incredulità [Marco 9,14-50] con Enzo Bianchi 16 dicembre 2012
La lettura di oggi del Vangelo di Marco ci porta al cuore di uno dei temi del Nuovo Testamento che hanno forse un riverbero maggiore nella modernità: il rapporto tra fede e incredulità. Un padre disperato per la malattia del figlio chiede di essere aiutato, nonostante la sua “incredulità”: è il grido umanissimo di ciascuno di noi quando si trova in estrema difficoltà... Sa di avere poca fede, e tuttavia prega. Questa scena ci dà l’occasione di ragionare con Enzo Bianchi su che cosa sia fede e su quanto sia importante non presumere di essere migliori degli altri in virtù di una fede presupposta. Il discorso poi si snoda sul valore da dare a ciò che è piccolo.
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42) Un bambino è nato per noi [Luca 2; Matteo 1] con Lidia Maggi 23 dicembre 2012
Con un continuo rimando alle parole delle Scritture antiche, Luca e Matteo vogliono indicare che il bambino nato a Betlemme è davvero il figlio di Davide che il popolo di Israele attendeva. Ma la piccolezza, la povertà, l’umiltà fanno di questo bambino il re che nessuno si attendeva. Con la pastora battista Lidia Maggi, esploriamo il Vangelo di Matteo, che inizia con una genealogia che risale da Giuseppe ad Abramo, prosegue con una serie di annunci che avvengono in sogno a Giuseppe, e con la nascita del bambino. Una volta nato il bambino, Luca dispiega invece la grande scena del presepe, con angeli e pastori, lontani tutti dai potenti.
Libri:
Lidia Maggi, Angelo Reginato, Dire fare baciare… Il lettore e la Bibbia, Claudiana 2012, Collana spiritualità, Premessa di Paolo Ricca
Bertold Brecht, La notte buona , in Poesie 1918-1933 - Einaudi 1968
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Edited by Firefly58 - 1/1/2014, 00:08
 
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HOLALA tutti attivi ciao.......gif
 
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