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DELIRIO A DUE, di Eugène Ionesco

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view post Posted on 23/10/2011, 15:52

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Delirio a due Eugene Ionesco por teatrodanzapetruska




Sul quesito “La tartaruga e la lumaca sono la stessa bestia?”, tra quattro mura marito e moglie si dilaniano con cattiverie e insulti, mentre fuori, inascoltati, rumori di guerra fanno da sottofondo. Con «Delirio a due» Eugène Ionesco porta in scena la stupidità comica, disperante e avvilente degli esseri umani, prigionieri di noiose e banali abitudini, degradati dalla ripetitività maniacale e isterica di una quotidianità senza costrutto. I coniugi protagonisti sono talmente chiusi nei loro miseri egoismi, nella loro meschina autosufficienza, nel loro gretto conformismo da non riuscire neppure a capire ciò che accade intorno a loro.

Eugène Ionesco nasce a Slatina in Romania il 13 novembre 1909 ( altre fonti riportano il 1912) e muore a Parigi il 28 marzo del 1994. Dopo aver vissuto e studiato alternativamente in Francia e in Romania, solo nel ‘46 si stabilisce definitivamente nella capitale francese e dopo aver tentato la strada della saggistica e del romanzo, si avvicina al teatro quasi per caso. Considera l’arte drammatica “artificiosa e convenzionale” e decide “di mettere in fila, una dopo l’altra, le frasi più banali, le parole più prive di senso, le formule più logore che potevo trovare nel mio vocabolario, in quello dei miei amici o nei manuali di conversazione.” Convinto di aver scritto “la tragedia del linguaggio, ovvero un’anticommedia ” crea invece uno dei più grandi successi del ‘900, inaugurando la poetica “dell’assurdo”, ”La cantatrice calva”(1950), in scena dal ’57 ininterrottamente ancora oggi nel microscopico teatro parigino della Huchette. Seguono altri titoli (La lezione- Le sedie - Amedeo o come sbarazzarsene- Il rinoceronte- Delirio a due - Il re muore , testo del ‘62) . Negli anni ’60 e’ accusato da vari intellettuali francesi, tra cui Roland Barthes, di aderire a un “teatro terapeutico” lontano dalle problematiche socio-politiche. Nel “Diario in frantumi” così risponde “La commedia umana non mi assorbe abbastanza. Non appartengo interamente a questo mondo”. Divenuto Accademico di Francia dagli anni ’70 e’ sconvolto spettatore della Primavera di Praga, della guerra nel Vietnam, dell’eccidio alle Olimpiadi di Monaco e ripiega su una scrittura intimista e ancora più sganciata dalla realtà.

Il file audio è estrapolato da un lavoro del 1967 con un grandissimo Renato Rascel e una brava Fulvia Mammì, tratto da una commedia di Eugène Ionesco, diretto da Vittorio Cottafavi.
Era il periodo dei grandi sceneggiati dove Cottafavi era tra i registi migliori sia come regia che come costruzione,e infatti realizza un prodotto molto interessante, e fa vedere quelle persone che se ne infischiavano della guerra nonostante i bombardamenti, parlando dei fatti loro e della cosa che non si sopportano.
Interessanti la scenografie e le scene di disastro dentro la casa, che sono molto efficaci.
Comunque non bisogna dimenticarsi di un grande attore che ha dato tanto allo spettacolo come Renato Rascel, che aveva di suo una comicità innovativa e molto avanti per l'epoca.


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