Georges Feydeau, dopo Molière, è considerato il più brillante autore francese.
In questa commedia si trovano concentrati, oltre a tutti gli elementi fondamentali del vaudeville: solidità e rigore dell’intreccio delle varie storie, dialoghi con battute folgoranti e continui giochi di parole, situazioni sempre più complicate con esiti esilaranti, anche, per la prima e unica volta in Feydeau, l’uso e la rielaborazione di uno dei più efficaci archetipi del teatro comico: il tema del doppio.
L’idea era venuta all’autore dopo aver visto in un teatro parigino uno spettacolo del grande Fregoli.
Nasce così “La Pulce nell’orecchio” col suo travolgente meccanismo comico che scatta dal momento in cui una moglie è colta dal sospetto di essere tradita dal consorte: una pulce nell’orecchio, appunto.
Di lì scattano incidenti, equivoci, contrattempi e un’ irresistibile girandola di ingressi e uscite a sorpresa dei vari personaggi, il tutto complicato dalla perfetta rassomiglianza del marito (innocente) con il facchino dell’albergo a ore dove dovrebbero consumarsi gli esecrati adultèri.
Alla fine, dopo tanta frenesia, tutto rientra nella sicura, anche se un pò squallida, atmosfera borghese dell’inizio. Il ritmo è travolgente, il divertimento è assicurato. Si ride molto, ma in fondo si ride dell’umana follia.
Lo spettacolo montato come un congegno di precisione dal regista Marco Bernardi si avvale dell’interpretazione di un’ottima compagnia con Paolo Bonacelli (nel doppio ruolo del marito e del facchino), Patrizia Milani e Carlo Simoni.
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