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1861-2011: 150 ANNI DI UNITÀ NAZIONALE

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view post Posted on 13/3/2011, 16:55

papero

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Breve Storia dell'Unità d'Italia:
dalla Spedizione dei Mille alla presa di Roma



Dopo diversi sanginosi moti rivoluzionari e durante le guerre di Indipendenza, l'Unità d'Italia era ancora lontana. La svolta avvenne a metà del 1860 grazie a Giuseppe Garibaldi, il Libertador che aveva combattuto in favore di diversi popoli latino-americani ma che aveva avuto non pochi motivi di amarezza nella sua terra. La notizia delle rivolte in Sicilia e in altre zone del Meridione dopo che, alla morte di Re Ferdinando II, era salito al trono del Regno delle Due Sicilie il figlio Francesco II, spinse Garibaldi ad agire.

Partono i Mille
Da tempo l'eroe nazionale si stava preparando, con i suoi pochi uomini e il sostegno economico di alcuni borghesi liberali, a una spedizione in Sicilia. Il 5 maggio 1860 ritenne che fosse giunto il momento di tentare quella che a molti sembrava un'operazione militare destinata alla sconfitta. Gli furono messi a disposizione due battelli a vapore per portare un migliaio di uomini, armi e viveri verso la Sicilia partendo da Quarto, ad ovest di Genova, nei pressi di una grande casa patrizia. L'operazione fu protetta dalla Gran Bretagna, le cui navi "nascosero" la navigazione dei battelli.
Iniziò così l'avventura delle mille camicie rosse, che sbarcarono a Marsala, sulla costa ovest della Sicilia, l'11 maggio, ben accolti e aiutati dalla popolazione locale. Il primo scontro decisivo con le truppe borboniche avvenne, quattro giorni dopo, il 15 maggio, a Calatafimi, dove i Mille riportarono una vittoria che aprì loro la strada di Palermo. Qui, però, la resistenza borbonica fu più accanita e la battaglia durò tre giorni. Alla fine le forze garibaldine, il 27 maggio 1860, conquistarono la città seconda capitale del Regno, dopo Napoli. La notizia della caduta di Palermo fece il giro dell'isola incoraggiando la popolazione di molti centri a insorgere, mentre andava aumentando il numero dei volontari che seguivano Giuseppe Garibaldi. Quasi due mesi dopo avvenne lo scontro decisivo contro la resistenza delle truppe borboniche, che si erano concentrate a Milazzo per impedire ai garibaldini la traversata dello Stretto di Messina. Un mese di preparazione e poi, il 20 agosto, le camicie rosse sbarcarono in Calabria. È in questa fase della spedizione che in segno di ringraziamento verso la Gran Bretagna per l'aiuto prestato, Giuseppe Garibaldi donò la bandiera, che era stata issata sulla nave "Il Lombardo" ed era divenuta il simbolo della spedizione, al console britannico che per alcune miglia accompagnò l'avanzata portando il tricolore. Gli uomini di Garibaldi avanzarono speditamente, incontrando una scarsa resistenza, debellata anche con la collaborazione degli insorti locali, lungo la strada che portava a Napoli, capitale del Regno.
Il 7 settembre Giuseppe Garibaldi, insieme con le sue truppe, entrò a Napoli per poi affrontare in modo decisivo, sul fiume Volturno, quello che rimaneva dell'esercito borbonico. La vittoria, il 1 ottobre, apriva a Giuseppe Garibaldi la strada per Roma. Ma quella che oggi definiremmo la "realpolitik" del governo piemontese fermò i garibaldini per timore di una reazione internazionale a difesa dello Stato del Papa e del potenziale pericolo della nascita di una Repubblica del sud.

Marcia forzata verso il sud
L'esercito piemontese procedette velocemente alla conquista delle Marche e dell'Umbria sconfiggendo, il 18 settembre 1860, le truppe Papa a Castelfidardo, e, in poco più di un mese, arrivò a ricongiungersi alle truppe garibaldine, evitando così, sul nascere, ogni possibile "rischio" di nascita di una repubblica meridionale. Il 26 ottobre avvenne, nei pressi di Teano lo "storico" incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, che consegnò simbolicamente nelle mani del Re l'Italia meridionale.
Ma, formalmente, soltanto nel febbraio del 1861 avvenne la proclamazione del nuovo Regno d'Italia, con capitale Torino, costituito da Regno di Sardegna, Lombardia, Toscana, Emilia, Umbria, Marche e tutta l'Italia meridionale liberata dalla spedizione dei Mille. Nel 1865 la Capitale fu spostata più a sud, cioè a Firenze, dove rimase fino al 1871. Nel frattempo, lo Statuto Albertino divenne legge di tutti gli italiani.

Le regioni del Nord-est e Roma
All'Unità italiana mancavano ancora alcune regioni dell'est, occupate dagli Austriaci, e Roma, fermamente difesa dall'esercito del Papa e dai suoi alleati francesi. Ci volle una terza guerra d'Indipendenza per ottenere, con la Pace di Vienna del 13 ottobre 1866, la Venezia Euganea, anche se il Trentino e la Venezia-Giulia continueranno ancora per molti anni a far parte del Regno d'Austria, e soltanto a prezzo di molto sangue e di una guerra mondiale ritorneranno all'Italia.
L'altra questione aperta era quella "romana": essa tormentava assai Giuseppe Garibaldi, che aiutò un primo movimento insurrezionale, votato al fallimento per la preponderanza delle truppe francesi, contro le quali si scontrò egli stesso. Il 26 ottobre 1867, infatti, i suoi uomini riuscirono a sconfiggere a Monterotondo, a nord-est di Roma, i Francesi, i quali si presero però la rivincita una settimana dopo sconfiggendo le camicie rosse e costringendole al ritiro. Soltanto tre anni dopo, la sconfitta di Napoleone per mano dell'esercito prussiano e il conseguente ritiro da Roma delle truppe francesi spinsero il governo italiano a completare l'unificazione interrotta. Dopo alcuni tentativi, falliti, di pervenire a un accordo pacifico con Pio IX, cinquantamila uomini delle truppe reali, sotto il comando del generale Cadorna, furono inviati alla conquista di Roma. L'assedio fu molto breve e, praticamente, quasi senza colpo ferire; dopo aver aperto con i cannoni una breccia nelle mura di Porta Pia, il 20 settembre 1870, le truppe italiane entrarono nella città eterna accolti dall'entusiasmo della popolazione. Pio IX rifiutò la situazione e si chiuse nell'isolamento del Vaticano: soltanto molti anni dopo il Concordato tra la Chiesa e lo Stato italiano portò ad una conciliazione dei rapporti tra il potere temporale e quello spirituale.
Con la presa di Roma, anche il Lazio, plebiscitariamente, decise la propria annessione al Regno d'Italia, e il Parlamento italiano votò, il 21 gennaio 1971, il trasferimento della capitale a Roma.

I problemi dell'Unità nazionale
L'unità italiana in realtà mise insieme situazioni molto diverse dal punto di vista economico, sociale, culturale. Lo Stato unitario, con le sue leggi non sempre attente a queste diversità, provocò nuovi conflitti, alimentò il fenomeno di una nuova forma di brigantaggio e tentativi autonomistici ai quali l'esercito reale, ancora in gran parte piemontese, rispose con una durezza senza precedenti. Basti ricordare un solo episodio: la rivolta di Bronte in Sicilia, schiacciata nel sangue.
La povertà, la mancanza di materie prime, un'agricoltura di sussistenza, i mancati investimenti nelle zone meridionali, la distruzione delle prime forme di industrializzazione che avevano visto Napoli all'avanguardia negli anni pre-unitari, portarono all'emigrazione di milioni di italiani: in Europa, nel Bacino del Mediterraneo, in Nord Africa, ma soprattutto verso le Americhe. Un fenomeno che ha visto scomparire intere generazioni, interi paesi e che è proseguito, per quasi un secolo, con alterne vicende, anche alla luce delle altre disavventure volute o subite dal fragile Stato unitario.


1a puntata: Paolo Verri, presidente del comitato Italia 150, illustra il programma delle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità italiana. Successivamente il professor Francesco Gui, docente di Storia d'Europa all'Università la Sapienza di Roma illustra il significato del processo di unificazione italiana nel contesto della storia europea.

2a puntata: Dal Congresso di Vienna alle vendite carbonare.

3a puntata: I moti del 1820-21 in Italia ed in Europa

4a puntata / 12a puntata: La cultura in Italia tra Leopardi e Foscolo

13a puntata: Prosegue il racconto delle vicende del 1848, dalla sconfitta di Custoza alla nascita della Repubblica romana

14a puntata: La ripresa della guerra all'Austria e della sconfitta di Novara. Si racconta poi dell'attacco alla Repubblica Romana e della morte di Goffredo Mameli

15a puntata: La fuga da Roma di Garibaldi e dei suoi volontari fino alla morte della moglie Anita nelle valli di Comacchio.

16a puntata: La reazione contro i patrioti nell’Italia del 1849 e lo sviluppo in senso liberale del Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II.

17a puntata: Continua il racconto degli sviluppi politici nel regno di Sardegna fino all'ascesa a primo ministro del conte di Cavour.

18a puntata: Le riforme di Cavour e della partecipazione da lui voluta alla guerra di Crimea.

19a puntata: Il congresso di Parigi, in cui Cavour pose la questione italiana all'attenzione delle potenze vincitrici della guerra di Crimea e della nascita della Società Nazionale

20a puntata: I tentativi insurrezionali mazziniani e della fallita impresa di Carlo Pisacane.

21a puntata: Il tema del rapporto tra musica e risorgimento e del ruolo importante che ebbe Giuseppe Verdi nelle vicende che portarono all’Unità Nazionale.

22a puntata: Continua il racconto della complessa trama diplomatica che portò all'alleanza con la Francia di Napoleone III

23a puntata: L'organizzazione piemontese della guerra all'Austria e dell'alleanza tra Cavour e Garibaldi.

24a puntata: Scoppio della II guerra d'indipendenza e primi scontri. I successi di Garibaldi nel nord della Lombardia.

25a puntata: La decisiva battaglia di Solferino e San Martino, le insurrezioni nell’Italia centro settentrionale e il voltafaccia di Napoleone III che impose la fine della guerra.

26a puntata: Si parla dell'operato di Cavour, che condusse in porto l'annessione delle province insorte dell'Italia centro meridionale.

27a puntata: Si racconta della rottura tra Garibaldi e Cavour, a causa della cessione di Nizza alla Francia e delle condizioni in cui versava il Regno delle due Sicilie.

28a puntata: Partendo dall'insurrezione in Sicilia si affronta il tema del rapporto di fiducia che nacque tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II.

29a puntata: Si racconta della spedizione dei Mille dalla partenza a Quarto alla battaglia di Calatafimi.

30a puntata: Prosegue il racconto della spedizione dei volontari garibaldini in Sicilia fino alla conquista di Palermo.

31a puntata: Si racconta dei falliti tentativi cavouriani di ottenere una guida moderata in Sicilia e dell'ingresso di Garibaldi a Napoli.

32a puntata: Racconto della battaglia del Volturno e della presa di Gaeta dopo l'incontro di Teano.

33a puntata: Si racconta dei lavori del primo Parlamento del Regno d'Italia e della morte di Cavour.

fonte


puntate 01-11 = www.mediafire.com/?1csrmsdao6zu5bz
puntate 12-22 = www.mediafire.com/?37jq49fayd8un62
puntate 23-33 = www.mediafire.com/?uls4rujm777wa5w


Edited by eos1948 - 5/8/2021, 14:48
 
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view post Posted on 14/9/2012, 20:12

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collegamenti ristabiliti
 
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Corvus25
view post Posted on 14/9/2012, 21:25




Ciao a tutti!

Sinceramente, non so come ho fatto a non vedere questa sezione fino ad ora... Devo interpretarlo come un gesto di difesa inconscio, immagino...
Non so se la ricostruzione storica è stata elaborata da te, Papero62, ma ti posso assicurare che anche se io non conoscessi la storia, avrei molta difficoltà ad accettare come logica questa sorta di favoletta dei buoni sentimenti.. Assolutamente niente di personale contro di te, ti assicuro! So benissimo che questa è la versione "addomesticata" che ci inculcano fin da piccoli a scuola e che il tuo era solo un tentativo di informare velocemente sul tema coloro i quali non sono stati molto attenti in classe... ;-) Chi vuole conoscere la storia dell'unità per come si è davvero svolta, potrà trovare materiale a bizzeffe su internet, sempre che sia abbastanza interessato... Ma su questo mi faccio pochissime illusioni... E' molto più appagante per molti fare la voce grossa sui forum che si occupano (per finta...) di questo tema piuttosto che fare una vera ricerca storica... Ci sarebbero troppe cose da dire, ma questo non è il posto giusto, me ne rendo conto e non voglio provocare "crisi d'identità" a nessuno, anche se ce ne sarebbe bisogno...
A parte questa grande delusione, continuo a trovare questo forum di grandissimo interesse ed utilità... Continuate cosi! Ma lasciate perdere la storia "ufficiale" dell'unità... ;-)
Ciao!
 
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view post Posted on 2/10/2012, 21:19

papero

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CITAZIONE (Corvus25 @ 14/9/2012, 22:25) 
Ciao a tutti!

Sinceramente, non so come ho fatto a non vedere questa sezione fino ad ora... Devo interpretarlo come un gesto di difesa inconscio, immagino...
Non so se la ricostruzione storica è stata elaborata da te, Papero62, ma ti posso assicurare che anche se io non conoscessi la storia, avrei molta difficoltà ad accettare come logica questa sorta di favoletta dei buoni sentimenti.. Assolutamente niente di personale contro di te, ti assicuro! So benissimo che questa è la versione "addomesticata" che ci inculcano fin da piccoli a scuola e che il tuo era solo un tentativo di informare velocemente sul tema coloro i quali non sono stati molto attenti in classe... ;-) Chi vuole conoscere la storia dell'unità per come si è davvero svolta, potrà trovare materiale a bizzeffe su internet, sempre che sia abbastanza interessato... Ma su questo mi faccio pochissime illusioni... E' molto più appagante per molti fare la voce grossa sui forum che si occupano (per finta...) di questo tema piuttosto che fare una vera ricerca storica... Ci sarebbero troppe cose da dire, ma questo non è il posto giusto, me ne rendo conto e non voglio provocare "crisi d'identità" a nessuno, anche se ce ne sarebbe bisogno...
A parte questa grande delusione, continuo a trovare questo forum di grandissimo interesse ed utilità... Continuate cosi! Ma lasciate perdere la storia "ufficiale" dell'unità... ;-)
Ciao!

ciao Corvus,
leggo solo ora il tuo messaggio quindi mi scuso per il ritardo della risposta,
fuor di polemica: la parola "fonte" in forma di collegamento, a fine sinopsi, non ti suggerisce qualcosa????

se trovi di interesse il forum, dovresti conoscerlo, quindi dovresti esserti accorto che contiene alcunché di personale (a parte i commenti degli utenti), siamo un gruppo di appassionati che vogliono raccogliere e conservare i podcast emessi da radio (di Stato e non) et alter.
Qui la voce grossa la fa nessuno (nemmeno gli utenti), crisi d'identità non me ne puoi provocare con un semplice ammonimento a non condividere correnti e/o posizioni che non condividi... sarà che non mi sono cullato sulle storielle raccontate a scuola ... ché a scuola non ci sono stato ....c'era un direttore che discriminava i paperi .....

Anch'io rimango deluso quando incontro, in questo forum, persone che vorrebbero mettere a tacere le voci che non condividono, invece di dare avvio ad un dibattito costruttivo.

ciao

Edited by papero62 - 4/10/2012, 12:45
 
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3 replies since 13/3/2011, 16:55   336 views
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