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Celibidache interpreta un " Raro " Mozart

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view post Posted on 12/12/2010, 16:13

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Orvieto ( Umbria )

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Autore :Wolfgang Amadeus Mozart



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Interprete: Sergiu Celibidache

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Altri interpreti :

Orch. del Concertgebouw di Amsterdam Dir. Eduard Van Beinum
Orch. Academy of St. Martin in the Fields Dir. Neville Marriner
Orch. Sinfonica della Radio Bavarese Dir. Colin Davis
Orch. Sinfonica Norddeutschen Rundfunks ( Ndr ) di Amburgo Dir. Gunter Wand
Orch. The Academy af Ancient Music Dir. Christopher Hogwood
Orch Staatskapelle di Dresda Dir Nikolaus Harnoncourt
Orch. da Camera Di Praga Dir. Charles Mackerras
Orch. di Cleveland Dir. George Szell
Orch. Wiener Mozart Ensemble Dir. Willi Boskovsky
Orch. Berliner Philharmoniker Dir. Karl Bohm
Orch. Filarmonica di Vienna Dir. James Levine

( Anno di registrazione 1966 )

III Movimento ( Rondò )
IV Movimento ( Minuetto )
V Movimento ( Finale )



Commento di Angelo Procino :

Era un'usanza assai comune per gli aristocratici del diciottesimo secolo quella di impiegare un certo numero di musicisti per l'intrattenimento proprio o degli ospiti, e per dare una certa dignita` e colore ad alcune occasioni religiose o ufficiali. Spesso veniva composta della musica che fungeva da semplice sottofondo per le cene e le feste. Chiaramente, le composizioni serie o complesse non si sarebbero prestate per le riunioni di questo tipo; il compito del compositore era di dilettare gli ospiti senza andare oltre ai limiti della sua funzione e senza distrarli da preoccupazioni piu` importanti quali il mangiare, il bere e l'allegria generale. In queste circostanze nacque una quantita` enorme di musica che certamente non merita che s'interrompa una conversazione per rivolgervi l'attenzione; ma Mozart era incapace di scrivere una musica superficiale, e i suoi pezzi d'occasione sono di una qualità` completamente diversa. Per quanto scritte in fretta, e indipendentemente dalle circostanze dell'esecuzione, non v'e` una singola composizione di Mozart che non presenti in qualche modo un aspetto del suo genio. Inoltre, alcuni di questi pezzi (tra cui la Serenata K 320 detta "Posthorn") raggiungono un livello d'ispirazione e di bellezza che trascendono completamente lo scopo per il quale sono state composte. Nell'estate 1779, in concomitanza con la composizione della Sinfonia Concertante in Mi bemolle maggiore K 364 avverra` quella dell'ultima grande serenata salisburghese, anch'essa profondamente permeata di spiriti concertanti, tanto che il 23 marzo 1783, nel corso di un'accademia tenuta al Burgtheater di Vienna, Mozart potra` proporre un'esecuzione limitata al terzo e quarto movimento, presentati come una Kleine Concertant -Symphonie. Piu` agile anche se altrettanto imponente, la Serenata in re maggiore K 320 "Posthorn" presenta, rispetto alla "Haffner" K 250 la rinuncia al "solo" violinistico, sostituito da un "Concertante" e da un Rondo` affidati al pittoresco intreccio delle coppie di legni - flauti, oboi e fagotti - in evoluzioni inclini all'elegante drappeggio melodico piuttosto che al virtuosismo. Alla festa prendono parte in seguito anche un "flautino" (nel primo Trio del secondo Minuetto) e, nel secondo Trio, il famoso "corno di posta" che ha dato il nome alla Serenata e che umoristicamente arranca con i suoi pochi suoni naturali per guadagnarsi come puo` i galloni di solista. La teoria che l'impiego dello strumento fosse concepito per rallegrare gli studenti con il pensiero del ritorno a casa e` piu` plausibile di un'altra, secondo la quale lo strumento avrebbe rappresentato il desiderio di Mozart di evadere dalle frustrazioni della vita musicale di Salisburgo. L'esecuzione che proponiamo, assolutamente eccezionale, e` affidata al grande maestro Sergiu Celibidache, scomparso nel 1996, alla testa dell'orchestra "Scarlatti" di Napoli della RAI in un concerto datato 5 febbraio 1966 che comprendeva, tra l'altro, Introduzione e Allegro per flauto clarinetto arpa e archi di Ravel e la Seconda Sinfonia di Schumann. In particolare, potrete ascoltare il Rondo, il Minuetto (col corno da posta) e il Finale.

Biografia Autore :

l 27 gennaio 1756, alle otto della sera, nasce a Salisburgo Wolfgang Amadeus Mozart. Il padre Leopold, all'epoca, svolgeva funzioni di compositore di corte e insegnante di musica al servizio dell'arcivescovo Anton Firmian. Leopold era un cattolico fervente, uomo dal carattere austero, metodico e illuminista convinto. Le fonti dell'epoca lo definiscono come un personaggio schivo e sprezzante, quasi al limite della misantropia. Al contrario, la madre: Anna Maria Pertl era una donna dal carattere sereno e scherzoso, dotata di un bonario senso della comicità, contribuì ad equilibrare, in famiglia, il severo rigore paterno. Dal loro matrimonio nacquero sette figli, ne sopravvissero però soltanto due: lo stesso Amadeus e la sorella Maria Anna. Il giovane Mozart venne in contatto con la musica ancora molto giovane, infatti, all'età di tre anni, quando il padre impartiva i primi rudimenti alla sorella, il bambino si mostrava già interessato e giocava con la tastiera del clavicembalo. Come si usava a quei tempi, Leopold si serviva, per le sue lezioni, di un quadernetto sul quale aveva trascritto facili brani, organizzati a livelli crescenti di difficoltà. Dagli appunti del padre si presume che Wolfgang, all'età di quattro anni, fosse già in grado di utilizzare questa raccolta di musiche. Le prime opere di Mozart dimostrano come egli fosse capace di apprendere, con una velocità e una facilità non comuni, modelli e schemi predefiniti e di mandarli a memoria altrettanto velocemente. Molti sono gli aneddoti sulla sua infanzia, per la maggior parte sono dovuti agli abituali frequentatori della famiglia e tutti descrivono le sorprendenti capacità musicali del bambino. Il trombettista Johan Andreas Schactner, in un racconto della vita di Mozart, scritto per la sorella Nannerl, riporta, tra gli altri, un episodio sul piccolo genio avvenuto intorno all'età di quattro anni. Un giorno, mentre rincasava in compagnia del padre, lo trovarono intento ad armeggiare con carta e penna. Subito gli chiesero cosa stesse facendo e questi rispose candidamente che stava scrivendo il suo primo concerto per piano; dapprima scoppiarono a ridere osservando l'accozzaglia di note e di macchie sparse su un foglio di carta. Dopo un più attento esame, Leopold si commosse e mostrò all'amico come, nonostante il disordine della scrittura, le note fossero messe secondo tutte le regole. Intanto Leopold, col passare del tempo, si convinse di possedere in casa una piccola virtuosa della tastiera ed un enfant prodige. Questa idea, unita alla sua ambizione, gli fece maturare l'idea di far conoscere al mondo i suoi due figli. La mole di lavori lasciati da Wolfgang Amadeus, che lo vede cimentarsi in ogni genere musicale del suo tempo, ci sconcerta, in senso quantitativo, sapendo quanto breve e travagliata sia stata la sua vita. Anche questo fattore ci fornisce, oggi, la grandezza del genio mozartiano. Mozart ha dato il più grande contributo alla storia della musica per i suoi concerti per pianoforte, le sinfonie e la musica da camera. In lui troviamo le esperienze di più civiltà musicali, dovute ai suoi svariati viaggi che lo hanno visto a Londra, Parigi in svariate città italiane (a Bologna conobbe padre Martini che fu il suo maestro di contrappunto), a Praga (dove scrisse e si rappresentò il Don Giovanni), vicinissimo al rococò francese che lui sviluppò, dal gioco di forme ed eleganza, in concetti di musica strumentale assai più complessi. Mozart è un evento unico nella storia della musica, inizia un mondo nuovo per l'espressività musicale che fanno di lui uno dei simboli più alti della cultura moderna. Il 5 dicembre del 1791 (dies irae) all'una di notte si spegne all'età di soli 35 anni una delle più alte espressioni dell'arte (musicale ma non solo) di tutti i tempi. A causa delle avverse disponibilità economiche i suoi resti verranno tumulati in una fossa comune e mai più ritrovati.
Angelo Procino

Biografia Interprete :

Sergiu Celibidache (1912-1996), uno dei più grandi direttori d'orchestra della storia, è nato in Romania. Dopo aver studiato la matematica, la musica e la filosofia a Bucarest e a Berlino, nel 1945 diventa codirettore della famosa Orchestra filarmonica di Berlino con Wilhelm Furtwängler. Lascia la capitale tedesca quando Furtwängler muore nel 1954 e dirige nel mondo intero (sopratutto in Italia, nell'America Latina e in Scandinavia), ottenendo dappertutto dei trionfi, ma sottraendosi all'industria dei dischi per convinzione. Le sue due stagioni come direttore dell'Orchestra Nazionale della Francia (1973-1975) sono rimaste nella memoria di tutti e hanno dato luogo ad alcune registrazioni televisive. Verso quell'epoca riprende un'attività regolare con l'Orchestra della Radio di Stoccarda, lasciando tracce profonde. La sua cooperazione eccezionalmente lunga e fertile con l'Orchestra Filarmonica di Monaco di Baviera dal 1979 in poi farà di lui un mito vivente. La sua attuale riconoscenza massmediatica postuma si basa sulla diffusione di registrazioni di quel periodo, intrapresa dalla società editrice EMI, con l'accordo dei suoi eredi. La Deutsche Grammophon si è impegnata a continuare questo lavoro editoriale, specialmente rispetto alle registrazioni conservate a Stoccarda. Questo ha finalmente messo a disposizione del pubblico degli appassionati testimonianze fonografiche valide dell'opera di un musicista dei più grandi del secolo passato. Ora, astenendoci dal fare commenti sulle motivazioni della scelta di rendere pubbliche queste esecuzioni nonostante la nota avversità di Celibidache per le riprese sonore, che già troppi ne sono stati fatti, proviamo a addentrarci un po' nel mondo di questo direttore. Innanzi tutto il fatale confronto con Karajan. Questi due direttori sono stati contrapposti per decenni. Sono accomunati non soltanto dal fatto di essere ritenuti i piu` grandi della nostra epoca, ma anche da alcuni particolari tecnici. Ad esempio, il suono. E` vero che la pasta del suono orchestrale cara a Karajan e` piu` spessa di quella piu` lieve e trasparente di Celibidache. Tuttavia sia nell'uno che nell'altro caso possiamo notare un particolare caro ad entrambi: la trasparenza del suono, cioe` la preoccupazione di fare percepire le linee interne, le nervature del discorso musicale. L'altra cosa che li accomuna e` il fatto che si tratta di due interpreti straordinariamente analitici nel momento in cui analizzano e sviscerano la partitura musicale. Eppure tutto cio` non ostacola, anzi accentua, la continuita` e la fluidita` del discorso musicale, e questo e` straordinario. Celibidache fu grandissimo interprete del sinfonismo romantico, post-romantico ed impressionista. Oggi esistono sue registrazioni di assoluto valore delle sinfonie di Brahms, Bruckner e di Ciaikovsky, nel passato mi fa piacere ricordare un "Ma mere l'Oye" di Ravel e un"Italiana" di Mendelssohn assolutamente eccezionali carpiti dal vivo nella seconda meta` degli anni 60 a Napoli. Ma si può parlare di riuscite maiuscole più o meno in tutte le sue interpretazioni che sono come una specie di tappeto volante: si mette il disco, si spegne la luce, ci si siede in poltrona e ci si lascia trasportare dalla sua straordinaria capacità di suscitare nuove emozioni ad ogni ascolto.
Angelo Procino
 
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