UN MARINAIO PERDUTO DIECI ANNI FA
Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice. (J.C. Izzo, da 'Chourmo. Il cuore di Marsiglia')
Sono ormai dieci anni che è prematuramente scomparso, a 54 anni, Jean Claude Izzo, scrittore, sceneggiatore, poeta e giornalista francese, nato (nel 1945) e morto a Marsiglia (2000).
In Italia non è così conosciuto, ma ha estimatori, non pochi, appassionati ai suoi itinerari noir, ai racconti e romanzi ambientati quasi tutti a Marsiglia. Famosi sono soprattutto, i tre romanzi di quella che è chiamata la trilogia marsigliese: Casino totale, Chourmo - Il cuore di Marsiglia e Solea.
I suoi sono racconti ambientati appunto intorno al 'cuore' di Marsiglia, il porto: storie di marinai e scaricatori, contrabbandieri, poliziotti, donne sempre in attesa. Storie di amicizie perdute, ritrovate e poi smarrite di nuovo, storie che si intrecciano nei locali sul mare e negli appartamenti periferici di una Marsiglia per lo più notturna, complessa, piena di misteri. Scriveva infatti e giustamente Jean Claude Izzo che Marsiglia non è una città per turisti. Non c'è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c'è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma antico dove l'eroe è la morte
Vi lascio all'ascolto di alcuni materiali sonori sulla scrittura di Jean Claude Izzo, che ho trovato nel nostro archivio, concludendo questa pagina, con la chiusura dell'ultimo dei suoi folgoranti racconti della raccolta 'Vivere Stanca' ( 1998). In questi 'schizzi' di scrittura, condensata, Izzo ha inserito, sintetizzati, tutti i temi dei suoi romanzi:
Marsiglia con il porto, la città rifugio di esiliati, la crudeltà della vita, l'incapacità degli uomini di amare e capire, la violenza e il razzismo così 'recita' la terza di copertina di Vivere stanca, considerato da molti come il suo testamento 'amaro e straziante'.
Vuotai il bicchiere d'un fiato e mi alzai. Avevo voglia di perdermi in giro per Marsiglia. Nei suoi odori. Negli occhi delle sue donne. La mia città. Sapevo che mi avrebbe sempre dato un appuntamento con la felicità fugace di chi è in esilio.
L'unica felicità che mi andava bene. Un bel regalo di consolazione
(J.C. Izzo, da 'Inverno a Marsiglia')
A cura di Francesca Vitale
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