PODCAST HALL

PASSIONI, anno 1° - 2010

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 16/3/2010, 08:14

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


"Passioni" è un programma articolato in cicli monografici della durata variabile dalle 2 alle 10 puntate.
Ogni ciclo propone una narrazione ed una esplorazione condotta in prima persona dal protagonista o dai protagonisti intorno a quella "passione" che è al centro del tema scelto e si avvale di interviste, archivio sonoro, musiche.
"Passioni" non vuole offrire un approccio giornalistico o didascalico ma piuttosto l'esperienza viva dei protagonisti, la loro storia, le loro emozioni.


Trasmissione di Radio Rai 3
a cura di Elisabetta Parisi
In regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
Con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:50
 
Top
view post Posted on 16/3/2010, 10:39

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


01) La felicità è dietro l'angolo, gennaio 2010



Leonardo Martinelli, corrispondente del Sole 24 ore da Parigi. La prima puntata ci racconta la storia di tre grandi diverse passioni vissute da tre donne dalle vite molto emozionanti vissute soprattutto a Parigi.

ciclo di due puntate: 24 e 25 gennaio 2010


www.mediafire.com/?ynk1jmzzykm

Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:03
 
Top
view post Posted on 16/3/2010, 11:06

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


02) La lente di Sherlok Holmes, gennaio 2010




Francesca Paci, corrispondente da Londra del quotidiano "La Stampa" mette a fuoco alcuni tratti del tessuto sociale londinese e della Gran Bretagna a partire dal dettaglio di alcune vite, alcune storie osservate come attraverso la lente di Sherlok Holmes, per rivelare una realtà spesso diversa da quella che siamo abituati a leggere sui giornale e a vedere in tv. la prima passione che incontriamo e quella di Francesca Paci di "esplorare" poi ci sono le passioni dei protagonisti delle sue storie, non sempre felici.

ciclo di due puntate: 30 e 31 gennaio 2010

www.mediafire.com/?bjmymxwi2ti

Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:51
 
Top
view post Posted on 16/3/2010, 11:24

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


03) Adriano Oilvetti, febbraio 2010


1a puntata: Lavoro. Realizzazione individuale e collettiva
A cinquant'anni dalla morte di Adriano Olivetti, il suo pensiero e la sua azione paiono ritrovare oggi una nuova attualita'. Industriale e imprenditore, ma anche uomo politico e intellettuale, Olivetti e' stato un vero innovatore, capace di annullare le distanze che solitamente dividono societa' e lavoro, cultura e produzione, politica e partecipazione.Quella che la trasmissione propone non e' una biografia celebrativa quanto il tentativo di trovare nelle fertili anomalie del suo pensiero alcune chiavi di lettura di una modernita' solo in parte compresa.
In questa prima puntata intervengono il sociologo Luciano Gallino che e' stato direttore del SRSSO dell'Olivetti (Servizio di Ricerche Sociologiche e di Studi sull’organizzazione ) fino al 1971 e Renato Rozzi che ha lavorato come psicologo per il Centro di Psicologia Olivetti negli anni '60.

2a puntata: Strumenti. Il valore del sapere
La fabbrica per Adriano Olivetti non e' solo un luogo di produzione di oggetti, di reddito e di profitto, ma luogo dove si esprime una cultura etica ed estetica, di riscatto, di emancipazione per gli operai e di aggregazione civile.
La Olivetti e' la prima azienda in Italia che costruisce una biblioteca per i propri dipendenti ed e' anche la prima azienda ad essere luogo di produzione di cultura, in cui si svolgono corsi tenuti da pittori e scrittori famosi, tanto che negli anni 50 Ivrea viene chiamata "la piccola Atene d'Italia"
La selezione dei collaboratori alla Olivetti avveniva con modalita' probabilmente uniche al mondo con colloqui che lo stesso Adriano conduceva con metodi originali che gli consentivano di vedere in profondita' la persona che aveva di fronte. Ne intuiva potenzialita', qualita' e capacita'.
Intervengono Umberto Chapperon che per lungo tempo e' stato responsabile dell'Ufficio Relazioni Sindacali della Olivetti e Tullio De Mauro, uno dei piu' grandi linguisti italiani che racconta il suo ricordo di Olivetti quando nella seconda meta' degli anni 50 lavorava all'Istituto Nazionale di Urbanistica fondato da Adriano Olivetti

3a puntata: Progettare per vivvere
Nel 1936, quando in Italia nessuno parlava ancora di urbanistica, Olivetti presenta un piano urbanistico per la Valle
d'Aosta. Il coraggio di Olivetti imprenditore, il cui valore si misura non sulla capacità di fare profitti ma sul rischio personale dell'investimento, e' evidente proprio in quell'impegno finanziario per la Valle d'Aosta.
Ma Olivetti ha anche una sua idea politica molto chiara, che riesce ad articolare sia sul piano teorico, (necessita' di
conciliare istanze ideali e istanze materiali) che su quello concreto (critica al sistema dei partiti) che lo porta a fondare nel 1947 il Movimento Comunita' .
Nel 1956 e' eletto sindaco a Ivrea e poi deputato al parlamento italiano del Movimento Comunità.
Vincere con la forza delle idee e non esibendo personaggi famosi e' la risposta che Adriano Olivetti diede a Giancarlo Lunati da lui inviato a Napoli per occuparsi della campagna elettorale del '58, quando questi propose la candidatura di Eduardo De Filippo.
Intervengono Giancarlo Lunati, ex manager con 25 anni trascorsi alla Olivetti
Emilio Renzi, che ha lavorato per venticinque anni alla Direzione Relazioni culturali della Olivetti.

4a puntata: Bellezza. l'incontro con il bene
Quarto Itinerario attraverso la vita e il pensiero di Adriano Olivetti percorso sulle tracce dell'idea olivettiana della bellezza. Per Olivetti la bellezza si coniugava con l'idea del bene. Una chiara esemplificazione di questa sua idea e' l'esperienza della fabbrica di Pozzuoli. Luigi Cosenza, architetto modernista napoletano, venne chiamato da Olivetti per costruire quella fabbrica del Sud e il principio che doveva informare questo progetto era il dialogo con la natura e l'applicazione dei principi di bellezza, trasparenza, luminosita' , vivibilita' ( i giardini vennero realizzati dal grande paesaggista Pietro Porcinai); venne costruito anche il villaggio operaio e venne chiamato Henri Cartier Bresson per realizzare un reportage sulla vita operaia di quel Sud. Un romanzo- reportage di Ottieri Ottieri , Donnarumma all'assalto, racconta esattamente quella esperienza di incontro tra il Nord industriale e il Sud, da quel punto di vista arretrato.
Intervengono: Marisa Bulgheroni che ha lavorato per le edizioni di Comunita' e negli anni '50 nelle imprese culturali di Adriano Olivetti, rievoca ambiente e personaggi di quel periodo: Giorgio Soavi, Renzo Zorzi, Egidio Bonfante, Elio Vittorini, Ottiero Ottieri; Maurizio Ferraris, filosofo e ordinario di Filosofia teoretica all'Universita di Torino che riflette sull'oggetto da un punto di vista etico-estetico

5a puntata: Città. la scena del mondo
Ivrea, "piccola patria", cosi la definirono gli stessi Olivetti già negli anni in cui Camillo vi si trasferiva da Milano. L'idea olivettiana (di Adriano) di urbanizzazione di un centro come Ivrea nasce da riflessioni, tradotte poi in impegno e fatti, sul rapporto tra il territorio e gli abitanti, quei cittadini cui si pensava di dover assicurare una vivibilità fatta di armonia e di efficienza, nel tentativo di mantenere anche un equilibrio tra dimensione rurale e dimensione urbana. Furono chiamati grandi architetti per costruire la seconda Ivrea, (l'Ivrea storica non verrà mai spazzata via dall'Ivrea olivettiana , ma coesisteranno l'una al di qua, l'altra al di la della Dora). Luigi Figini e Gino Pollini costruirono gli asili, Annibale Fiocchi le centrali termiche e le colonie di Marina di Massa.
Oggi Ivrea è candidata all'UNESCO, come sito protetto, quindi come patrimonio dell'umanità, una candidatura promossa dalla Fondazione Adriano Olivetti.
Intervengono Patrizia Bonifazio, l'architetto che sta lavorando sul dossier della candidatura di Ivrea come patrimonio dell'umanità all'UNESCO; Fiorenzo Grijuela, ex sindaco di Ivrea che ha visssuto l'Ivrea degli anni '60, la centralità della fabbrica, la vivacità culturale della città e i rapporti tra il sindacalismo e l'olivettismo.
Chiara Mazzoleni, docente di Urbanistica alla facolta' di Pianificazione di Venezia, sull'idea di urbanistica di Adriano Olivetti tra architettura, economia e comunità come utopia concreta.

6a puntata: Mondo. L'azione globale
Il rapporto tra il canavese e il mondo, tra Ivrea e le altre realtà industriali, allora poco frequentate, quelle americane.
Il respiro globale e multinazionale della Olivetti. Questi i temi della puntata di oggi.
Già Camillo Olivetti, il padre di Adriano, aveva viaggiato, era andato in America ad accompagnare Galileo Ferraris in occasione della grande Esposizione di Chicago nel 1893. Camillo da questo e dai viaggi successivi riporta non tanto l'immagine del "the largest in the world," della vastità, ma è affascinato dall'imprenditorialità individuale, dalle piccole comunità, scopre la forza della pubblicità e della comunicazione e ne trasmette l'importanza al figlio. Quando Adriano Olivetti, nel 1925, fa lo stesso viaggio del padre, compie un salto interpretativo della potenza industriale statunitense, rilevando non tanto il sistema delle macchine e il progresso tecnologico, quanto l'organizzazione scientifica del lavoro, muovendosi gia' allora sui due fronti della cultura della fabbrica e della fabbrica della cultura.
Intervengono Franco Ferrarotti, padre della sociologia in Italia. Collaboratore di Adriano Olivetti dal 1948 per dieci anni, ando' negli Stati Uniti con Adriano Olivetti nel 1951. Ferrarotti rievoca non solo episodi privati di quel viaggio ma riporta lo sguardo di Olivetti sul mito organizzitivistico della fabbrica americana e le sue intuizioni profetiche sui limiti del taylorismo.
Giuseppe Berta, storico dell'industria e Professore associato di Storia contemporanea all'Universita' Bocconi si sofferma sulle qualità di Olivetti come imprenditore globale che definisce "il primo osservatore originale del fordismo" e anticipatore dell'idea del mercato glocal.

7a puntata: L'uomo. Obbiettivo ultimo
Lo "stile Olivetti" non si comprende a fondo se non si considera l'insieme delle attivita' che contribuivano a creare l'oggetto prodotto da "quella" fabbrica. E il marchio Olivetti prevedeva, una volta fissato l'uomo come vero centro di interesse, una cura fino ad allora inedita del design, un'attenzione all'immagine della fabbrica e un impegno nella comunicazione.
La portabilita della celebre lettera 22 sintetizza perfettamente l'idea olivettiana che esige un rapporto ( estetico, culturale, sociale, artistico, consapevole) tra la persona e la macchina.
Dopo la MP1 del '32, la Studio 42 del '35 e la Lexikon 80 del '48, nel 1950 la Lettera 22, la portatile, fa uscire la macchina per scrivere dagli uffici sempre pronta a viaggiare insieme all'uomo.
Marcello Nizzoli, primo e grande designer con cui Olivetti lavoro', rivoluziono' l'estetica delle macchine Olivetti al punto che le sue creazioni diventano vere opere d'arte che entrano nella collezione permanente del Moma di New York.
La Valentine del '69, rosso fuoco, e' di Ettore Sottsass e nello studio di Sottass si forma e lavora Clino Trini Castelli che
abbandonata la Fiat di Torino si tuffa nell mondo di Olivetti dove lancia un nuovo approccio al design , quello che lui stesso definisce "componente emozionale del design" .
Intervengono Goffredo Fofi, intellettuale, critico letterario e cinematografico, che si sofferma su Adriano Olivetti come imprenditore sociale e rievoca l'opera di Angela Zucconi, alla direzione del Cepas, (Centro educazione assistenti sociali )
fondato nel 46 a Roma e che fu un'esperienza di comunita' democratica finanziato proprio da Adriano Olivetti. Clino Trini Castelli, designer e teorico del design, ricorda l'atmosfera nell' industria Olivetti degli anni 70.

8a puntata: Futuro. L'orizzonte dell'azione
Quando, nel passaggio dalla meccanica all'elettronica si pone il problema della riqualificazione del personale Adriano Olivetti recupera interamente il personale impiegato senza licenziare un solo operaio e questo è un primo importante aspetto del lascito di Adriano Olivetti che in quegli anni allargava l'orizzonte dei suoi interessi occupandosi, come teorico, di formazione della classe dirigente e della classe politica.
Nel 1959 viene presentato sul mercato l'Elea 9003, primo calcolatore al mondo, progettato interamente a transistor,
realizzato negli stabilimenti Olivetti dall'ingegnere italo-cinese Mario Chou, con il design di Ettore Sottsass. Con il lancio dell'elettronica si intensifica la presenza e il contributo degli intellettuali nella Olivetti. Subito dopo, per una serie di circostanze mai del tutto chiarite, la Olivetti si trova costretta a cedere l'elettronica alla Generall Electric, cosi la fase discendente della parabola arriva immediatamente dopo il trionfo dell'Elea 9003.
Intervengono Laura Olivetti, figlia di Adriano, attualmente presidente della Fondazione Adriano Olivetti, che racconta i suoi ricordi d'infanzia e spiega lo spirito profondo con cui la Fondazione e' nata nel 1962 che vede nella custodia dell'archivio non una conservazione della memoria ma un "uso della memoria per costruire il futuro".
Sergio Ristuccia si sofferma sull'Olivetti outsider e sulla centralita' nel pensiero di Adriano Olivetti del tema della formazione della classe politica e della classe dirigente.

ciclo di 8 puntate: dal 06 al 28 febbraio 2010
con Enrico Morteo e Alberto Saibene
una serie di 8 puntate a cura di Loredana Rotundo
in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti


www.mediafire.com/?dhlkm2m0xhn

Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:03
 
Top
view post Posted on 3/4/2010, 09:47

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


04) La buona terra, marzo 2010


La buona terra è una serie di sei puntate affidate alla conduzione di Elisabetta Tola. E' la passione per la terra e i suoi frutti al centro di ogni puntata attraverso i racconti tutti al femminile di donne che dedicano la loro vita ad aziende create e portate avanti in modo moderno, creativo, ecologico. Un ritorno alla terra arricchito da esperienze molto diverse ma tutte orientate ad integrare tradizione e innovazione.

1a puntata: Un ritorno alla terra, la passione di sempre, i luoghi e i ritmi di quando erano bambine. Dall'agriturismo alla fattoria per avvicinare bambini e adulti al mondo delle erbe selvatiche
Intervistate:
Paola Lenzi, dell'Agriturismo Ca' di Paola, Monte San Pietro, Bologna
Laura Dell'Aquila, de Il Giardino di Pimpinella, Luminasio di Marzabotto, Bologna

2a puntata: giovani imprenditrici agricole con molte nuove idee in testa: dalla fattoria multifunzionale all'allevamento biologico e la produzione di formaggi
Intervistate:
Francesca Faggioli, Fattorie Faggioli, Borgo Basino, Via San Giovanni n.41 47012 Civitella di Romagna loc Cusercoli (FC)
Roberta Tedeschi. Azienda agricola La Torre, Via S. Giuseppe, 13 – Loiano (BO)

3a puntata: Continuiamo il viaggio alla scoperta della relazione tra donne e terra. Nella III puntata de La buona terra incontriamo due donne che hanno deciso di portare un po' di campagna in città: Elena Borlasco, che ha fondato un gruppo di acquisto solidale nel cuore di Roma e Isabella Guerrini dell'associazione Terrarossa Terraverde in Via Rialto a Bologna.

4a puntata: Nella IV puntata rimaniamo negli spazi verdi in città con Mirca Bartolini che vende i suoi prodotti, carne e salumi, al mercato XM24 a Bologna e Erica Marzucchi, che ha appena ottenuto un orto urbano nella periferia di Bologna

5a puntata: conoscere donne che hanno deciso di dedicarsi alla viticoltura e all'enologia, tra storia e innovazione.
Carla Cavara, tenuta Folesano, Panico di Marzabotto, Bologna
Marisa Fontana, laureata in scienze agrarie e in viticoltura e enologia, consulente per la biodiversità per la Regione Emilia-Romagna

6a puntata: chiudiamo il viaggio andiamo a trovare chi passa il suo tempo tra erbe dimenticate, frutti minori e piante esotiche e selvatiche
Antonella Minardi, Casola Valsenio, Bologna
Gabriella Buccioli, i Giardini del Casoncello, Loiano, Bologna

puntate 01-05 www.mediafire.com/?jrghxjmw1mj
puntata 06 www.mediafire.com/?kzizjmamzwy


A cura di Elisabetta Parisi
ciclo di 6 puntate: dal 06 al 21 marzo 2010
In regia si alternano Loredana Rotundo ed
Elisabetta Parisi
Con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:03
 
Top
view post Posted on 7/4/2010, 10:23

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:



05) C'era due volte Gianni Rodari marzo/aprile 2010


A 90 anni dalla nascita (23 ottobre 1920) e a 30 anni dalla morte (14 aprile 1980) Gianni Rodari s'impone alla memoria come un pilastro della cultura novecentesca: la spinta all'innovazione continua, la vocazione a coniugare l'immaginario fantastico con l'impegno politico, l'inclinazione a smontare la fantasia per svelarne il funzionamento, la passione per i giochi linguistici ne fanno il principale scrittore di letteratura per l'infanzia, nonche' l'anima di un movimento pedagogico incentrato sul pensiero divergente. Spirito eclettico, ha sviscerato diversi linguaggi mantenendo sempre fede al potere liberatorio della parola e alla capacita' della fantasia di incidere sulla realta', prospettando un mondo alternativo. La trasmissione si snoda attraverso la testimonianza di amici, parenti, colleghi, collaboratori, materiale d'archivio, opere e articoli di Rodari e una riflessione di volta in volta incentrata su temi diversi.

1a puntata: Utopia 27-03-210
Interviene Marcello Argilli, giornalista, scrittore e curatore dell'opera di Rodari.


2a puntata: Poetica educativa 28-03-2010

Le poche righe della "Lettera ai bambini” scritta da Rodari nel ’79, sintetizzano tutta la sua poetica educativa:

E’ difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi,
che si credono liberi.


Alla base del pensiero educativo di Rodari c'è l'idea della trasmissione e la difesa di valori fondamentali quali libertà , creatività e felicità . “Mi basta che essa – la scuola - possa insegnare al bambino a guardare e a criticare il mondo senza pregiudizi e senza paure”: era quanto sottolineava Rodari nell’articolo “Educazione e passione” del ’66.
Durante le riunioni dell'MCE (Movimento di Coperazione Educativa), avvenne l'incontro tra Rodari , Mario Lodi e Maria Luisa Bigiaretti che rievoca, in questa puntata, l'emozione del giorno in cui Rodari apparve sulla soglia della sua classe nella scuola del Trullo, quartiere periferico di Roma, dove nacque la celebre storia " La torta in cielo" che fu scritta da Rodari insieme agli alunni della Bigiaretti.
Mario Lodi grande pedagogista e fondatore della Casa delle Arti e del Gioco rievoca i suoi incontri con Rodari nella Roma degli anni '70

3a puntata: La Grammatica della Fantasia 03-04-2010
Nella prolifica carriera di Rodari un filo rosso ha mosso la sua ricerca: la volonta' di indagare i meccanismi sottesi all'invenzione di storie. Fin dalle prime esperienze in qualita' di maestro, infatti, annotava in un Quaderno di fantastica le scintille da cui scaturivano i suoi racconti. La sfida lanciata da Novalis nel 1905 con la famosa frase: Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare fu accolta a piene mani da Rodari, che ne La grammatica della fantasia condenso' la summa della sua arte, mai avulsa dalla realta'.
Esploriamo il complesso orizzonte di Rodari generatore di nuove storie e di idee in compagnia del grande linguista, suo amico e collega Tullio De Mauro che e' anche Presidente del Centro Studi Gianni Rodari di Orvieto

4a puntata: L'uomo il cui nome e' detto rimane in vita 04-04-2010
Ovunque il passaggio o la conoscenza di Rodari ha contribuito a far lievitare la creativita', suggerendo grandi acrobazie della mente. Quando negli anni '60 Rodari ha iniziato a pubblicare con Einaudi, dalle scuole sono fioccate richieste di incontri che hanno scandito i suoi continui spostamenti. Rodari ha sempre cercato il confronto diretto coi bambini, riconoscendo in loro la capacit di rispondere alle provocazioni con prontezza e lungimiranza. Sosteneva infatti che la fantasia servisse per stare un passo pi avanti di loro, per poterli sfidare a raggiungerci.
La sperimentazione di Rodari delle tecniche della Fantastica ce la racconta Francesco Tonucci, pedagogista e ideatore de La citta' dei bambini che ci riporta in quella Reggio Emilia laboratorio creativo-educativo del 1972 che permise di riportare, quindi di fissare nel tempo, quell'esperienza ne La Grammatica della fantasia.
Ma l'effetto Rodari coinvolge anche altri punti di vista, quello del nipote Francesco che ci racconta i momenti di gioco vissuti nell'intimita' familiare degli anni 70. Interessante anche il commento del "saggio" dodicenne Giovanni, figlio di Francesco e pronipote di Rodari che si ritrova a dover gestire il peso, anzi i pesi, dell'eredita' dello zio Gianni.

la cartella con le quattro puntate

ciclo di quattro puntate: dal 27 marzo al 04 aprile 2010
con Alessandra Henke
a cura di Loredana Rotundo


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:05
 
Top
view post Posted on 14/4/2010, 11:34

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


06) Quattro declinazioni dell'amore, aprile 2010


Il ciclo intende illustrare 4 diverse “passioni morali”, che costituiscono altrettante declinazioni dell’amore, partendo da altrettanti passi della Divina Commedia. Nell’ordine: la Reciprocità, la Mitezza, la Pietas per il caduco, l’Attenzione. Con lieve forzatura si parla di “passioni morali” e non di virtù morali - quali sono più propriamente - perché si vuole conservare un elemento non riducibile al senso del dovere o ad una libera scelta: si tratta invece di uno slancio intimo, dell’ irrompere di un sentimento nei confronti degli altri. La “morale” - termine logoro, quasi sospetto – ha qui a che fare con una forma di “passione”: passione del bene e della realtà. Nei suo Quaderni Simone Weil ha scritto, con una semplificazione folgorante, che “E’ bene ciò che dà maggiore realtà agli esseri e alle cose, male ciò che gliela toglie”. Una definizione che è la bussola di orientamento in questa veloce esplorazione filosofico-letteraria.

1a puntata Reciprocità 10 aprile 2010

“A me pareva, andando, fare oltraggio,
veggendo altrui, non essendo veduto:
per ch’io mi volsi al mio consiglio saggio.”
Purgatorio XIII, vv. 73-75


Gli invidiosi hanno le palpebre cucite con fil di ferro.Dante non accetta la posizione di superiorità che quella situazione gli conferisce Sente in quel modo di “oltraggiare” le anime espianti. Prova un senso di vergogna nel vedere qualcuno che non può vedere lui. Pensa di offenderlo proprio a causa del suo osservatorio privilegiato, violando in ciò la fondamentale uguaglianza creaturale. Si tratta di un modo non moralistico di fondare la morale. Questa non obbedisce a imperativi categorici ma nasce dal sentimento e coincide con la nostra scelta personale - del tutto “ingiustificata” - di far esistere gli altri. Così anche Albert Camus in America Latina, alla fine degli anni Quaranta, e Kenzaburo Oe a Hiroshima negli anni ’60.

- A.Camus, Viaggio in America del Sud, Città aperta 2005
- K.Oe, Note su Hiroshima, Alet 2008
www.mediafire.com/?j4yjmmgmnjr

2a puntata Mitezza 11 aprile 2010

Per entro sé l'etterna margarita
ne ricevette, com' acqua recepe
raggio di luce permanendo unita.
Paradiso, II vv.34-36


Dante e Beatrice penetrano – miracolosamente - nel primo cielo(della luna) così come il raggio di luce si immerge nell’acqua senza scompaginarne la struttura. Un modello pedagogico oltre qualsiasi pedagogia autoritaria: educare ma senza violare l’altro, senza devastarne la struttura. Vedi Tolstoj.La definizione della mitezza da parte di Norberto Bobbio: “Lasciar essere l’altro ciò che è”. E così per Nicola Chiaromonte è indispensabile rispettare il “ritmo” dell’altro: “solo ciò che nasce, cresce e si forma secondo il suo proprio ritmo e la legge inscrutabile che opera in ogni cosa è vero e vale, mentre i mutamenti sono tanto più illusori quanto più repentini, violenti e totalitari”. Per Carlo Levi il valore primo è l’ “autonomia” della persona, mentre per Ivan Illich gli esperti devono farsi da parte proprio allo scopo di consentirci di essere quello che siamo.
- N. Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali, Net 2006
- L.Tolstoj, Padrone e servo, San Paolo Edizioni 1996
- I.Illich, Pervertimento del cristianesimo, Quodlibet, 2008
www.mediafire.com/?zt2mguuzjk2



3a puntata Pietas verso il caduco 17 aprile 2010

“Così la neve al sol si dissigilla;
così al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla”
Paradiso XXXIII, vv.64-66


La terzina dantesca dell’ultimo canto del Paradiso riletta da Nicola Chiaromonte sulla neve che “si dissigilla”al sole. Perfino un metafisico come Dante – e il Paradiso non è che contemplazione di cose immobili ed eterne! - ha struggente nostalgia per le cose terrene che dovrà un giorno lasciare…Ed è proprio Chiaromonte che sottolinea come il senso della fugacità universale sopraggiunge in una visione come quella di Dante fondata sulla incrollabile stabilità dell’ordine voluto da Dio. Lo sesso tema nella Recherche proustiana
- Ph. Forest, Sarinagara, Alet 2006
- M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Einaudi
www.mediafire.com/?bmmyqukzyty



4a puntata Attenzione 18 aprile 2010

“Ed egli a me: La mia scrittura è piana,
e la speranza di costor non falla
se ben si guarda con la mente sana”
Purgatorio, VI, vv.37-51


Guardare bene le cose è un’attitudine che l’intera modernità tende a negare. Dante invece è convinto che la realtà si possa guardare “con la mente sana” e solo in questo modo rivela la propria verità. Chi ha ragione, Dante oppure Freud, che riteneva invece che sempre la mente è governata da impulsi e forze sotterranee di cui non siamo consapevoli( e dunque non è mai “sana”)? Ma , perfino dopo la rivoluzionaria scoperta dell’inconscio, è ancora possibile distinguere tra mente sana e mente malata?
Un excursus su Andrea Pazienza, autore maledetto e di straordinaria purezzaInoltre: ricognizione sui 7 peccati capitali con l’aiuto di psicanalisti e antropologi

per le edizioni del Mulino i primi volumi dei Sette vizi capitali(2008):
- S.Benvenuto, L’accidia
- L. Bazzicalupo, La superbia
- F. Rigotti, La gola
www.mediafire.com/?wtbnh4zycmd



ciclo di quattro puntate: dal 10 al 18 aprile 2010
A cura di Elisabetta Parisi
In regia si alternano Loredana Rotundo ed
Elisabetta Parisi
Con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:06
 
Top
view post Posted on 26/4/2010, 22:10

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


07) Iran. La danza della diaspora, aprile 2010


1a puntata: Ranga Bhumi, "il luogo della danza"
Gli studiosi tendono concordemente ad identificare l’origine della Danza Classica Persiana nella raqs-e tehrani (danza di Tehran) cioè nell’improvvisazione solista dei contesti privati (majlesi) contraddistinta da un ruolo preminente della gestualità aggraziata e della mimica espressiva, mentre la parte inferiore del corpo svolge un ruolo teatrale di secondo piano e di mero supporto. Questo “improvised solo” è d’altronde la versione iraniana dell’esibizione femminile solista che troviamo quale aspetto comune tra le popolazioni armene, turco-anatoliche, uzbeke, tagiche ed uighur, sino a giungere al Mediterraneo Orientale ed ai Balcani.
(Marialuisa Sales)

Marialuisa Sales è danzatrice ricercatrice e membro del Consiglio Internazionale della Danza dell'UNESCO. In due lezioni-trasmissioni entreremo nel mondo delle danze di corte dell’Iran, da non confondere, e chiariamolo una volta per tutte, con la “danza mediorientale” o “del ventre”. E’ una danza detta “della diaspora” perché viene praticata fuori dai confini dell’Iran, coltivata negli Stati Uniti dove è presente una folta comunità iraniana ma anche in Europa.
Allieva di Medea Mahdavi, e Robyn Friend due grandi danzatrici depositarie dei segreti di questa danza, (Medea Mahdavi entrò in contatto negli anni ’80 con le ultime danzatrici di corte), Marialuisa Sales con una minuziosa descrizione dei passi, delle posture, degli oggetti, degli strumenti musicali ( fondamentali nell’impianto coreografico), delle acconciature, degli abiti e dei contesti , rende vive le coreografie da lei praticate che con generosità ci restituisce in forma di narrazione quasi danzata.
Libri:
- Marialuisa Sales, Danza araba medioevale e danza interpretativa della poesia araba (Collana “I Quaderni di Danza” – Ediz. Akkuaria
- Willem Floor, The History of theater in Iran ed. Mage Publishers Washinton DC, 2005

Musiche:
- Reng-e Mahour, di Gholam Hossein Darvish pubblicato in “A Hundred Reng in Persian Music”, eseguito al Tar da Arshad Tahmasabi e al Tombak da Darioush Zargari
- Reng-e Dashti di Ali Akbar Shahnazi pubblicato in “A Hundred Reng in Persian Music”, eseguito al Tar da Arshad Tahmasabi e al Tombak da Darioush Zargari
- Reng-e Dashti di Mousa Maroufi pubblicato in “A Hundred Reng in Persian Music”, eseguito al Tar da Arshad Tahmasabi e al Tombak da Darioush Zargari
- reng-e Dashtidi di Ostad Ali Akbrar Shahnazi pubblicato in “Pishdaramad and rengs”, eseguito dallo stesso autore
- reng-e Isfahan, di Morteza Naydavud pubblicato in “Six songs from the qajar period” eseguita da Amir Hossein Pourjavady al setar, Saeed Kamjoo al kamanche, Mehrdad Arabifard al tombak .

2a puntata: Il giardino simbolico
La danza di corte persiana, veniva eseguita in una precisa sezione del concerto classico iraniano detto radif. Strumenti classici dell’esecuzione sono le percussione chiamate Tonbak, Daire o Daff, il flauto Ney, il violino Kamanche, gli strumenti a corda Tar e Setar e il Santur, assimilabile ad un salterio. Immancabile è poi il canto, i cui testi attingono al vastissimo patrimonio poetico e simbolico della letteratura classica persiana.
Nell’ambito del concerto classico, la danza di corte veniva eseguita su un’esecuzione musicale esclusivamente strumentale chiamata reng, che prende il nome dall’Hindi “Ranga Bhumi”, il “luogo della danza”, ed è generalmente eseguito in ritmo di 6/8.
Importante in questa forma coreutica e’ naturalmente tutto il patrimonio iconografico, simbolico e letterario che permette di avere un’idea precisa dei movimenti delle danze e delle storie narrate in poemi come Kosrov y Shirin e Leily-o Majnun.
Musiche:
- reng-e Chahargah di Morteza Naydavud pubblicato in “Six songs from the qajar period”
eseguita da Amir Hossein Pourjavady al setar, Saeed Kamjoo al kamanche, Mehrdad Arabifard, al tombak .
- Reng-e Dashti di Houssein Omuoni Shahnazi, eseguito dallo stesso autore e inserito nella raccolta “Classical Persian Music”.
- Leyly o –Majnun, composizione originale di Robyn Friend e Neil Siegel, eseguiti dagli stessi autori, in raccolta "Robyn Friend e Neil Siegel - mostly live"

le due puntate mp3


ciclo di due puntate: 24 e 25 aprile 2010
A cura di Loredana Rotundo
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:06
 
Top
view post Posted on 12/5/2010, 12:14

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


08) Undicesimo: non sprecare maggio 2010


Antonio Galdo conduce 6 puntate intorno alla passione di non sprecare. Si può rompere un tabù del nostro vivere quotidiano da società opulenta, lo spreco, coltivando la passione per il suo contrario, non sprecare, come chiave per affrontare il cambiamento, per immaginare nuove politiche, più sostenibili, e nuovi stili di vita, più sobri e più responsabili? Di questo si parla in questo ciclo di Passioni dal titolo Undicesimo, non sprecare di Antonio Galdo, giornalista e scrittore, autore del libro Non sprecare (edizioni Einaudi) e del sito www.nonsprecare.it/

1a puntata: 01 maggio 2010
Interviene in questa prima puntata Enrico Giovannini, presidente dell’Istat
mp3 originale da podcast

2a puntata: 03 maggio 2010
Ospite di questa puntata è Duccio Demetrio, professore di filosofia all'Università Bicocca di Milano.
mp3 originale da podcast

3a puntata: 08 maggio 2010
Non sprecare, non si riferisce solamente a cose materiali, ma puo' anche significare non sprecare il proprio tempo. I ragazzi adolescenti sembrano oggi drogati di internet, passano ore davanti a computer e telefonini interagendo con il mondo esterno quasi esclusivamente attraverso la rete.
Cosa si può fare per limitare i danni causati da quella che viene definita dipendenza dalla rete, come si può recuperare il tempo passato in internet?
Se ne parla in questa puntata con Federico Tonioni psichiatra, che da novembre ha aperto un centro di "recupero" per i ragazzi intossicati dal computer al Policlinico Gemelli di Roma.
mp3 originale da podcast

4a puntata: 09 maggio 2010
In questa puntata ci si occupa del riciclo. Una donna imprenditrice di Lecce Luciana Delle Donne, ha costruito una rete che permette alle carcerate di Lecce di non sprecare il loro tempo e di utilizzare tessuti pregiati che vengono scartati dalle sartorie per ricucire le proprie vite attraverso un lavoro finalizzato. Vengono prodotte borse e sacche con materiali che altrimenti verrebbero buttati, poi vendute all'esterno del carcere: Made in carcere.
mp3 originale da podcast

5a puntata: 15 maggio 2010
www.mediafire.com/?gzdjzo3nmmz

6a puntata: 16 maggio 2010
www.mediafire.com/?eln0mmnzt3y

finalmente hanno reso disponibili i podcast, ma sono solo quattro puntate
la cartella con i file originali mp3

ciclo di sei puntate: dal 01 al 16 maggio 2010
conduce: Antonio Galdo
a cura di Elisabetta Parisi e Loredana Rotundo
in regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:07
 
Top
view post Posted on 25/5/2010, 08:59

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


09) Saltare i muri. Il viaggio di Alex Langer maggio 2010



1a puntata: Violare i confini 22 maggio 2010
Per tutta la sua vita Alexander Langer non ha fatto altro che saltare muri, attraversare confini culturali, nazionali, etnici, religiosi. Nato nel 1946 a Sterzing-Vipiteno (in provincia di Bolzano) Langer si è impegnato fin da ragazzo a favore della convivenza inter-etnica nella sua terra, l'Alto Adige/Sudtirolo.È stato giornalista, insegnate, militante di base, consigliere regionale, parlamentare europeo. Negli anni ottanta è stato tra i promotori del movimento dei Verdi in Italia; negli anni novanta la sua attività politica è stata assorbita dal conflitto in Jugoslavia, e dalla ricerca di soluzioni concrete di pace, inter-etniche e dal basso, sulla base di quelle che aveva elaborato molti anni prima nel suo Sudtirolo.
Viaggiatore instancabile, intellettuale pluriligue, Langer si è tolto la vita nel 1995. A quindici anni dalla sua scomparsa il suo cammino umano e intellettuale ancora ci interroga.
Intervengono Edi Rabini della Fondazione Alexander Langer e tra i più stretti collaboratori di Langer,
Gad Lerner, amico di Alexander Langer fin dagli anni del quotidiano “Lotta continua”
www.mediafire.com/?evkcb3refc8pokc

2a puntata: Radicalita' 23 maggio 2010
Politico “impolitico”, Alexander Langer ha sempre sostenuto l'importanza degli incontri e delle relazioni umane, di costruire ponti, di rivedere i costantemente i propri pregiudizi. Negli anni sessanta conosce don Milani, di cui tradurrà in tedesco “Lettera a una professoressa”. Figura “atipica” del '68 italiano e della nuova sinistra, insegnante prima in un liceo di Bolzano poi nella periferia romana, Langer capisce prima di altri l'importanza di rinnovare le forme della politica e di combattere i virus del razzismo e del nazionalismo, all'interno delle “piccole” come nelle “grandi” patrie: in Italia, nei Balcani, nel bacino euromediterraneo, nel resto del mondo.
Intervengono in questa puntata altri due amici di Alex: Goffredo Fofi (critico cinematografico e letterario, direttore della rivista “Lo straniero”) e Gianfranco Bettin (scrittore e sociologo, tra i promotori dei Verdi italiani insieme a Langer).
www.mediafire.com/?m1wcjc3mnnw

3a puntata: Lentius, profundius, suavius 29 maggio 2010
In Minima personalia, il suo testo più autobiografico apparso nel 1986 sulla rivista “Belfagor”, Alexander Langer scrive: “La mia formazione (dalle fiabe ai libri di avventura, dai classici ai contemporanei) è avvenuta praticamente tutta in lingua tedesca. I miei studi, i miei incontri, le mie frequentazioni invece hanno un segno più italiano.” Disertore dei confini linguistici, fine traduttore, Alex è stato anche un profondo conoscitore della cultura tedesca, della letteratura popolare e “periferica” offerta dalle molte Germanie: “Sul mio ponte si transita in entrambe le direzioni”, scriverà ancora, “e sono contento di poter contribuire a far circolare idee persone.” Sul rapporto di Langer con la Germania, i suoi scrittori e i suoi drammi, interviene in questa puntata il sociologo Peter Kammerer, mentre la storica Anna Bravo analizza (a partire proprio da un intervento radiofonico di Langer) il nesso tra femminismo, nonviolenza, critica dell'onnipotenza e conversione ecologica.
www.mediafire.com/?tmyggomjzti

4a puntata: Vivere come 6 miliardi di persone 30 maggio 2010
Alex Langer è stato tra i principali animatori del movimento verde europeo, tra i primi e più influenti teorici dell'ecologia politica. A quasi quindici anni dalla scomparsa, la sua eredità politica e intellettuale interroga fortemente i partiti politici verdi del continente. Sull'importanza di coniugare la conversione ecologica con un convinto europeismo che superi gli steccati posti dagli stati nazionali interviene Daniel Cohn-Bendit (leader dei verdi europei e animatore, in Francia, del movimento Europe Ecologie). Eppure – sosteneva Langer – non potrà esserci alcuna conversione ecologica, se non nascerà dal basso e non sarà autonomamente condivisa da un largo numero di donne uomini. Per questo tutto il suo pensiero è stato attraversato da una fortissima tensione pedagogica e da una forte rigore morale, come ricorda Franco Lorenzoni, coordinatore della Casa Laboratorio di Cenci, centro di ricerca e sperimentazione educativa ed artistica.
www.mediafire.com/?zcnoz1ydd2m



ciclo di quattro puntate: dal 22 al 30 maggio 2010
con: Alessandro Leogrande
a cura di Loredana Rotundo
in regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:56
 
Top
view post Posted on 8/6/2010, 21:48

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


10) Il viaggiatore incantato giugno 2010



1a puntata: Partenza 05 maggio 2010
La partenza, il viaggio preparato e sognato nelle stanze di casa, nelle strade del quartiere, nel mercato di Testaccio, nel cimitero degli inglesi davanti alle tombe di Shelleey, Keats, Gramsci, Gregory Corso.
Come nasce il desiderio di partire. Una mappa, un libro, un film, un quadro, una fotografia
Si parte già prima, molto prima di prendere il treno e l’aereo.
Un dolly sulla nostra vita quotidiana. Ci vediamo da fuori, cominciamo a staccarci…
E attenzione perche' un viaggio, appena nato, e' gia' grande, capace di pensare con la sua testa, di andarsene con le sue gambre. Ad un certo punto, si alzera' in piedi e partira'. E a noi... a noi non restera' che seguirlo
(Giuseppe Cederna)

Le letture di Giuseppe Cederna sono tratte da:
-Xavier De Maistre, Viaggio intorno alla mia camera
-H. Melville, Moby Dick
-N. Bouvier, La polvere del mondo
-L. Ferlinghetti, Canto di vagabondo
www.mediafire.com/?zjlm4ymqyot


2a puntata: India 06 maggio 2010
L'arrivo in India e' il primo colpo ai nostri sensi. L'odore dell'India. Caldo. I suoni sono piu' forti, amplificati.....
Quando sono arrivato in India la prima volta non sapevo quasi nulla. Avevo letto Kim di Kipling e poco altro. Volevo vedere le montagne, ero aperto e disposto a...a cosa? Non lo sapevo. Il primo impatto fu di fascinazione e terrore, un'emozione continua e fortissima. Come si guarda la poverta'. L'ingiustizia dlela vita sui marciapiedi, della lotta per la sopravvivenza quotidiana, i sensi di colpa, gli storpi ai semafori, la puzza dei vicoli della vecchia Delhi, le meraviglia della vecchia Delhi, l'immernso mercato dei mercati, Chandny Chowk, un altro fiume di vita e di miseria e poi lo specchio del nostro privilegio nei ristoranti per turisti, oi grandi alberghi coloniali....e perche' nonostante tutto ero attirato misteriosamente da tutto...Attarversavo la citta' e riuscivo talvolta a sentirmi a casa, tranquillo, seduto in un avecchia moschea, riuscivo a scendere dentro me stesso, a meditare, tranquillo, quando tutti i miei sensi erano attaccati e scossi uno dopo l'altyro e tutti insieme...una sensazione assurda...eppure.Volevo fuggire e nello stesso tempo qualcosa mi diceva che sarei tornato e che ogni volta sarebbe stato diverso. Ogni volta sarebbe caduto un velo, e ogni volta avrei visto e sentito un pezzetto di me stesso. Com'e' possibile? (Giuseppe Cederna)

Giuseppe Cederna dopo essersi interrogato sulle motivazioni del viaggio e dopo aver osservato le reazioni iniziali vissute durante quel viaggio, racconta oltre che i luoghi i suoi incontri e i cambiamenti che alcuni incontri hanno provocato in lui, sempre accompagnato dai suoi immancabili libri: Kipling, Terzani, Ginsberg, Le Saux, ma mai separando le parole di "carta" dalle parole di "carne".
www.mediafire.com/?mjyd5ykmijz


3a puntata: Da Leh a Padum 12 giugno 2010
....Ancora in India. Da Leh a Padum il viaggio in Ladakh va fatto con lentezza. Bisogna acclimatarsi, fermarsi a respirare ad ogni tappa e le tappe sono Manali, la confluenza tra il Bhaga e il Chandra river, Keylong, Kargil e decine di monasteri, la turbolenta acqua dell'Indo, oasi verdissime e campi di grano verdi e dorati, villaggi, ghiacciai, valli e montagne fino al ritorno nella valle di Leh.

Immaginate di scendere dai cinquemila duecento metri dell'ultimo passo, lentamente verso l'aria dei tremila...verso le oasi verdi dei villaggi...un venticello tiepido della grande valle che ci aspetta e poi l'Indo. Via il mal di testa, via quella sensazione di svagatezza e leggerezza estrema. Senza peso. E' il ritorno sulla terra. Un altro mondo. Siamo in Ladakh.

Libri:
- G. Tucci, Tibet, paese delle nevi
- Joseph Rudyard Kipling , Kim
www.mediafire.com/?4zmzzzgjjko


4a puntata: Ticino, le voci del fiume 13 giugno 2010
Il Ticino, el Tesin, come dicono in dialetto dalle parti di Abbiategrasso. E' li che andremo oggi. Sara' un viaggio lento, scandito dalla voce dell'acqua che mi ha fatto incontrare personaggi straordinari, viventi naratori dagli occhi liquidi, poeti, cercatori d'oro e di styorie. Una voce che mi ha parlato di me, della mia vita, dei miei sogni e delle mie paure. Di mio padre e delle sue appassionate, furios ebattaglie per l'ambiente, le citta', il territorio, la cosa pubblica che ci appartiene. Mio padre Antonio era seduto ad aspettarmi ad ogni ansa, ad ogni riv del fiume. E anche lui mi ha parlato.

Libri:
- Heinrich Zimmer, Filosofie e religioni dell'India, Mondadori, 2001
- Giuseppe Cederna, Ticino. Le voci del fiume, storie d'acqua e di terra, Excelsior 1881, 2009
- Sherwood Anderson, Le voci del torrente, Il Nuovo Melangolo, 2010
- Antonio Cederna, Brandelli d'Italia. Come distruggere il bel paese: sventramento di centri storici, lottizzazioni di foreste, cementificazione , Roma, Newton Compton, 1991
www.mediafire.com/?ntymmgwg5ug


5a puntata: Africa 19 giugno 2010
Oggi vi racconto due viaggi molto diversi, quasi opposti.
Il viaggio della conoscenza: Il viaggio verso le pitture rupestri del Tassili si trasformo' nel viaggio per imparare a vedere l'acqua. Imparai a riconoscere delle strane formazioni di terra e di pietre. Dei monticoli, simiili a termitai che dall'oasi si perdevano nel deserto. Erano le prese d'aria della gallerie drenanti, tunnel sotterranei paralleli al deserto, lunghi anche centinaia di chilometri che drenano le piu' piccole quantita' d'acqua, acqua di piogge, di montagne lontane, acqua dell'umidita' di condensazione ....acqua visibile ma acqua vera.Sono sceso in queste gallerie, ho messo i piedi a mollo nell'acqua tiepida. Le oasi sono il risultato di un progetto e del lavoro durissimo delle genti del deserto.
...e il viaggio del dolore degli altri: Venni invitato da Amref ad andare in Kenia, Somalia e in Sud Sudan, per testimoniare in un piccolo documentario il dolore degli altri. Qui non si trattava della meraviglia del mondo ma del suo opposto, l'ombra del mondo, l'ingiustizia. E testimoniare il dolore degli altri non e' facile. E' disturbante, doloroso, talvolta osceno. Come si fa? Qui chiudiamo gli occhi, Laggiu' dovevo tenerli ben aperti. Ero li per questo.
(Giuseppe Cederna)

Libri:
- Giampiero Comolli, Alle porte del vuoto, Theoria, 1988
- Paul Bowles Wallace Shawn, La febbre, E/O, 1992
www.mediafire.com/?neeym5enmkt


6a puntata: Marocco 20 giugno 2010
Una full immersion nel Marocco dai mille volti.
Citta' , villaggi, colline, montagne, deserti e predeserti, coste sconfinate, fortezze. Mille viaggi sono possibili qui. Non corretelo, tornateci piuttosto, ma non corretelo (Giuseppe Cederna)
Il seguito piu vasto nella grande piazza, ce l'hanno i cantastorie. Intorno ad essi si formano i gruppi piu densi, piu assidui, le loro esibizioni durano a lungo. Gli spettatori che stanno accovacciati per terra formano un primo cerchio e non si rialzano tanto in fretta, altri, in piedi, formano un secondo cerchio, anch'essi si muovono pochissimo e pendono affascinati dalle labbra e dai gesti del cantastorie. A me pareva che egli disponesse le sue parole sempre secondo un ritmo assai personale. Ogni volta che si interrompeva, cio che diceva poi risultava piu incisivo, piu elevato. Rimasi in piedi ad ascoltarli molto a lungo anche quando fui attratto da altri suoni, in quel luogo ricchissimo di suoni, eppure nessuno badava a me. Il cantastorie naturalmente mi aveva notato ma dentro il suo cerchio magico io rimanevo per lui uno straniero giacche non lo capivo. Spesso avrei dato non so che cosa per riuscire a capirlo ma nello stesso tempo ero felice di non capirli, essi rimasero per me un' enclave di vita antica di vita intatta, la loro lingua era importante per loro come la mia per me. Le parole erano il loro nutrimento e da nessuno si lasciavano indurre a barattarle con un nutrimento migliore. Mi apparvero come fratelli, fratelli maggiori e migliori di me...(E. Canetti, Le voci di Marrakech)
Quando si arriva in un paese straniero la prima cosa che ci si fa incontro e' la sua aria, ancora non abbiamo visto nulla ma quest'aria e' gia il preludio, l'anticipazione degli eventi futuri cui fara da culla e da scenario. L'aria insomma e' il respiro del paese o meglio ancora la sua anima. Com'e dunque l'aria del Marocco? Nelle citta e' leggermente acre, sa come di pepe e polvere bagnaticcia e calda, protettiva, magica. Un odore di chiuso, di stoffe, spezie, sudori, bauli assume per le vie ombrose una consistenza frizzante, da libro di fiabe. In campagna e' secca ma come irrorata di fine rugiada, e' tenera, appena appena profumata, un po inconsistente e languida, soffusa e chiara la sua luce. Nel deserto non e nemmero piu aria ma vento fermo e puro, aria distillata senza odori, senza densita, come luce che si fa aria o silenzio invece e di quest'aria e' padre e figlio. Ma tutte queste arie cosi diverse discendono da un'unica primigenia aria ancora piu sottile, respiro remoto e lieve, solo di tanto in tanto questa delicata aria madre si diffonde nel paese carazzandolo col suo manto e tutto allora si tinge ogni volta per sempre di tiepido splendore...(Giampiero Comolli, Alle porte del vuoto)
Mogador l'abbiamo raggiunta al crepuscolo dopo una lunga e tortuosa discesa, che ci dava la sensazione di stare precipitando giu fra i marosi, ma infine ce la siamo ritrovata davanti in una conflagrazione di fiamme e rame e oro e bronzo sulla costa rocciosa. Sulla riva del mare un paio di torrette squadrate ornate agli angoli di guglie aguzze una lunga distesa di brune mura merlate qualche boschetto di palme, una piccola citta bianca che vibra e riluce come le ali di una farfalla tra le ultime scintille di un fuoco morente e poi se si procede lungo la spiaggia oltre le capanne dei pescatori dove ci si accorge gradualmente che ogni cosa e bianca o azzurra bianchi i muri azzurri le persiane e le porte nessun altro colore visibile eccetto gli abiti della gente. Si passa attraverso le alte porte squadrate delle mura della citta per giungere svoltate un angolo nelle stradine del mercato tra negozietti pieni di fratutta pane verdure varrozze cavalli mercanti ebrei in caftani neri, donne velate bianco vestite poliziotti....... (Michael Mc Liammoir)

Libri:
- E. Canetti. Le voci di Marrakech. Note di un viaggio, Adelphi, 2004
- G. Comolli. Alle porte del vuoto, Theoria, 1988
- E. Warthon, In Marocco. Harem, moschee e cerimonie, Editori Riuniti, 2002
www.mediafire.com/?humgummliyz


7a puntata: Kastellorizo 26 giugno 2010
Giuseppe Cederna racconta il ritorno in Grecia a 20 anni dal film e da allora la Grecia e' diventata una voce, un richiamo costante. Qui , piu' che altrove si impongono prepotentemente le parole antiche e nuove di narratori e poeti che intorno al Mediterraneo hanno scritto prose e versi trascinandoci in luoghi reali ed emozionali insieme, luoghi mitici e dell'anima... senza soluzione di continuita'.

Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumuloati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio
Senza di lei mai ti saresti messo
in mare: cos'altro aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra' deluso.
Fatto ormai saggio, con tutta la tua esperienza
avrai gia' capito quello che Itaca vuole significare

(Konstantinos Kavafis, Itaca)


Libri:
- Predrag Matvejević , Mediterraneo, Garzanti, 1991
- Patrick Leigh Fermor, Mani. Viaggi nel Peloponneso, Adelphi, 2004
- Cesare Brandi, Viaggi e Scritti Letterari, Bompiani, 2009
- Konstantinos Kavafis, Poesie d'amore e della memoria, Newton Compton, 2006
www.mediafire.com/?kz2q5tunlzm



8a puntata: Ritorno 27 giugno 2010
Forse il viaggio ci ha regalato qualcosa, forse un po' ci ha trasformato, ci ha fatto pensare a noi stessi con delicatezza e rigore. E la nostra vita, quello che siamo adesso appena tornati, ha bisogno di ritrovarsi, di travasarsi dal viaggio alla normalita', senza troppi traumi, rotture, tradimenti.
(Giuseppe Cederna)

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balía del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea

(Konstantinos Kavafis)



Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi , tempo , stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola , con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo , una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare.
(Tiziano Terzani)

Libri:
- Nazim Hikmet, Altre poesie d'amore, Arnoldo Mondadori Editore, 1997
- Wiesława Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009): Adelphi, 2009
- José Saramago, Viaggio in Portogallo, Einaudi, 1999
- Daren Simkin, Daniel Simkin, Il viaggiatore, Fazi, 2009
www.mediafire.com/?wheddoaewye



la cartella con le otto puntate




ciclo di otto puntate: dal 05 al 27 giugno 2010
di Loredana Rotundo
con Giuseppe Cederna
in regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:57
 
Top
view post Posted on 28/9/2010, 08:22

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


11) il paese dell'olio e il paese del burro settembre 2010


Roberta Corradin conduce quattro puntate intorno a due grandi passioni culinarie, l'olio e il burro, che, come accade a molte passioni, diventano anche protagoniste di gustose pagne letterarie.


1a puntata dedicata all'olio 18 settembre 2010
Il primo ospite è Tullio Gregory, filosofo, docente di filosofia medievale all’Università La Sapienza di Roma, e appassionato gastronomo, presidente del premio di letteratura enogastronomica Costa d’Amalfi, commenta il rilievo dell’olio nella cultura greca e romana
Un secondo ospite è Luigi Caricato, oleologo, nonché inventore della parola che designa il suo lavoro (registrata dalla Treccani e dall’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo), autore di decine di volumi sull’olio di oliva, e direttore del settimanale Teatro Naturale.
Roberta Corradin scrive di cucina e ristorazione per diverse testate italiane e straniere. Il suo ultimo libro Le cuoche che volevo diventare (Einaudi) ha vinto il primo premio al Concorso di letteratura enogastronomica costa d'Amalfi e il Premio Libri da gustare per la categoria letteratura e cucina. Il suo libro umoristico misogino Un attimo, sono nuda, con la prefazione di Luciana Littizzetto, è stato selezionato al Salon du Livre 2001 a Parigi fra le 34 opere rappresentative delle tendenze della letteratura italiana.
Per radio 3 ha già condotto un ciclo di "Percorsi" a giugno 2009 dal titolo "Prometeo in cucina".


2a puntata dedicata all'olio 19 settembre 2010
Ospiti: Niko Romito, chef del ristorante Reale di Rivisondoli, due stelle Michelin, enfant prodige dell’alta ristorazione italiana, ci racconta il suo olio di rosmarino.
Mattia Pariani, agronomo con la passione di estrarre olio di qualità dalle nocciole, dai pinoli, dai pistacchi, dalle mandorle, spiega le peculiarità dei suoi olii e l’utilizzo in cucina e in pasticceria.
Corrado Assenza, pasticciere del caffè Sicilia a Noto e autorità ormai internazionale nel suo ambito, usa l’olio di oliva in pasticceria, e utilizza anche gli olii di pistacchi e mandorle per evocare nei suoi dolci il paesaggio e i profumi della Sicilia sudorientale. Lettura da: “Ibleide” di Lorenzo Piccione e Davide Dutto, Edizioni Cibele
Roberta Corradin scrive di cucina e ristorazione per diverse testate italiane e straniere. Il suo ultimo libro Le cuoche che volevo diventare (Einaudi) ha vinto il primo premio al Concorso di letteratura enogastronomica costa d'Amalfi e il Premio Libri da gustare per la categoria letteratura e cucina. Il suo libro umoristico misogino Un attimo, sono nuda, con la prefazione di Luciana Littizzetto, è stato selezionato al Salon du Livre 2001 a Parigi fra le 34 opere rappresentative delle tendenze della letteratura italiana.


3a puntata dedicata al burro 25 settembre 2010
Gli ospiti di questa puntata sono Dario Bressanini, ricercatore all’università dell’Insubria, autore del blog Scienza in cucina e appassionato del buon burro, spiega i metodi di produzione del burro, fra tecnica e poesia.Allan Bay, autore di Cuochi si diventa, ricorda i grandi classici della cucina francese che celebrano il burro, in primi la béchamel, di cui ripercorre la storia.
Battistino Perbellini: l’erede di una grande famiglia di pasticcieri spiega come distinguere un croissant ben fatto in base al burro.
La conduttrice Roberta Corradin scrive di cucina e ristorazione per diverse testate italiane e straniere. Il suo ultimo libro Le cuoche che volevo diventare (Einaudi) ha vinto il primo premio al Concorso di letteratura enogastronomica costa d'Amalfi e il Premio Libri da gustare per la categoria letteratura e cucina.


4a puntata dedicata al burro 26 settembre 2010
È un viaggio gastronomico letterario tra Francia e Austria oltre che Italia.
Ospite Battistino Perbellini: l’erede di una grande famiglia di pasticcieri spiega come distinguere un croissant ben fatto in base al burro.


le quattro puntate mp3


trasmissione di RadioRai 3
ciclo di quattro puntate: dal 18 al 26 settembre 2010
a cura di Elisabetta Parisi e Loredana Rotundo
in regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:58
 
Top
view post Posted on 21/10/2010, 19:54

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


12) Potlach: Il Teatro del dono ottobre 2010



Pino Di Buduo nel 1976 fonda il Teatro Potlach che ha sede a Fara Sabina, piccolo centro in provincia di Rieti.
Il Potlach è una grande festa che alcune tribù nordamericane del nord-ovest organizzano in inverno in diverse occasioni, caratterizzate da canti danze mascherate, banchetti, con l’unico vincolo dello scambio di doni.
In due incontri Pino Di Buduo racconta la nascita e l’attività di questo teatro di ricerca e sperimentazione fatto di rigoroso lavoro quotidiano, di training fisico e interiore. Questo lavoro condotto metodicamente serve a ideare spettacoli da “scambiare ”, da “offrire”, “donare” altrove.


1a puntata Città invisibili 09 ottobre 2010
uno dei progetti più interessanti del Teatro Potlach, trae spunto dall’omonimo romanzo di Italo Calvino e mette al centro della sua ricerca la riscoperta delle città contro ogni percezione fiaccata dall’abitudine e dall’assuefazione al quotidiano.
Alcuni luoghi "riscoperti" dalle Città invisibili sono Palermo, Gallipoli, Londrina, Klagenfurt, New York, Cluny
Insieme a Pino Di Buduo lavora un gruppo di storici attori del Potlach: Nathalie Mentha, Daniela Regnoli, Maurizio Stammati.
Frammenti sonori tratti dagli spettacoli del Teatro Potlach realizzati a Klagenfurt


2a puntata da Newark a Cluny 10 ottobre 2010
Pino Di Buduo racconta l’entusiasmante esperienza vissuta nel 1998 alla Rutgers University, l’Università statale del New Jersey. Trovatosi davanti a decine di studenti provenienti da altrettante decine di luoghi diversi ma totalmente omologati, decide di realizzare un laboratorio che faccia emergere le loro differenze, le loro identità, la memoria delle loro origini, proprio secondo lo spirito del progetto Città invisibili.
Allo stesso modo pochi mesi fa il Teatro Potlach ha partecipato ai festeggiamenti per i 1100 anni dalla nascita dell’abbazia di Cluny dove ha realizzato uno spettacolo itinerante che trasforma lo spettatore da stanziale in viaggiatore, lo obbliga cioè, in qualche maniera, a creare un percorso proprio, assistendo a “pezzi” di spettacolo disseminati in ogni angolo della città.

le due puntate mp3


trasmissione di RadioRai 3
ciclo di due puntate: 09 e 10 ottobre 2010
a cura di Elisabetta Parisi e Loredana Rotundo
in regia si alternano Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 18:58
 
Top
view post Posted on 14/11/2010, 21:59

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


13) Proteggere il bello ottobre 2010



Proteggere il bello è una narrazione delle vicende che da due millenni hanno al centro le sorti del patrimonio culturale e della passione che molti, in ogni epoca, hanno dedicato alla salvezza di oggetti d'arte affinchè questi potessero essere tramandati alle future generazioni. Un breve viaggio nella storia della tutela e della legislazione dei beni culturali, che partendo da epoche antiche giunge fino ai nostri giorni. Gli effetti del buon governo di Ambrogio Lorenzetti (1338-1340) Affresco, Siena - Palazzo Pubblico.

1a puntata 16 ottobre 2010
Il nostro racconto parte da una conversazione in compagnia dell'urbanista Vezio de Lucia con il quale ragioniamo sui motivi che ci inducono a conservare gli oggetti del passato e di come è mutato nel corso degli ultimi secoli il nostro rapporto con il patrimonio culturale.

2a puntata 17 ottobre 2010
Nella puntata di oggi, insieme a Maria Emanuela Vesci, notaia esperta di legislazione dei beni culturali, rifletteremo della dialettica tra diritto della collettività a conservare e fruire del patrimonio culturale e diritto del privato a disporre liberamente dei beni che gli appartengono

3a puntata 23 ottobre 2010
In questa puntata incontreremo Piero Giovanni Guzzo, già soprintendente archeologico di Pompei: con lui parleremo della passione per l'antico e delle leggi che nel corso della storia hanno contribuito alla tutela del nostro patrimonio d'arte e di antichità.

4a puntata 24 ottobre 2010
La puntata di oggi sarà in compagnia di Stefano De Caro, Direttore Generale per l'archeologia del Ministero per i beni e le attività culturali ed esperto delle questioni relative al recupero dei beni culturali illecitamente esportati all'estero.



le quattro puntate mp3


trasmissione di RadioRai 3
ciclo di quattro puntate: 16-17 e 23-24 ottobre 2010
acura di Cettina Flaccavento
In regia si alternano
Loredana Rotundo ed Elisabetta Parisi
Con la collaborazione di Mariangela Spitella


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:00
 
Top
view post Posted on 4/12/2010, 11:26

papero

Group:
Member
Posts:
5,684

Status:


14) Storie da non dimenticare novembre 2010



Il 1980 è un anno chiave nella storia del nostro paese, e nella storia degli intrecci tra mafia e politica. Storie da non dimenticare vuole ricordare quattro uomini uccisi dalla criminalità organizzata trent'anni fa: Mimmo Beneventano, Marcello Torre, Giuseppe Valarioti, Giovanni Losardo. I primi due sono stati uccisi dalla camorra in Campania, gli altri in Calabria dalla 'ndrangheta. Tutti e quattro erano politici impegnati nella loro comunità. E i loro omicidi sono innanzitutto omicidi politici, non fatti da derubricare nelle pagine di cronaca nera, come purtroppo spesso accade, e come anche allora in buona parte accadde.


1a puntata Mimmo Beneventano 13 novembre 2010
Mimmo Beneventano viene ammazzato il 7 novembre del 1980 a Ottaviano, il paese in cui vive in provincia di Napoli, sotto casa. Ha solo 32 anni. Mimmo è un medico, lavora come chirurgo all'ospedale San Gennaro di Napoli e come medico di base nella sua Ottaviano. Ma è anche un politico attivo. È stato eletto consigliere comunale di Ottaviano nel 1975, nelle liste del Pci, ed è stato rieletto nel giugno del 1980. Mimmo è uno che non ha paura: in consiglio comunale è sempre pronto a denunciare ogni accordo sottobanco tra politica e malavita. Ma la malavita che cinge in assedio Napoli e la sua provincia in quell'arco di anni è una malavita nuova, mutata. E Ottaviano è il paese di Raffale Cutolo, il boss della Nuova Camorra Organizzata.
Ne parliamo con la sorella Rosalba Beneventano e lo studioso Isaia Sales.

Le poesie Lucania e Io urlo di Mimmo Beneventano sono lette da Danilo De Girolamo

Libri:
- Mimmo Beneventano, Rabbia e destino, Rce, 1998
- Isaia Sales, Le strade della violenza, L'ancora del Mediterraneo, 2006
- Bruno Arpaia, Il passato davanti a noi, Guanda, 2009

Link utili
www.mimmobeneventano.it


2a puntata Marcello Torre 14 novembre 2010
Marcello Torre venne ucciso l'11 dicembre 1980 a Pagani, in provincia di Salerno, dalla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, lo stesso gruppo criminale che ha ammazzato Mimmo Beneventano e, prima di lui, Pasquale Cappuccio a Ottaviano. Marcello Torre era stato eletto sindaco di Pagani il 7 agosto del 1980 per la Dc. Il 23 novembre, il terribile terremoto dell'Irpinia sconvolge l'intero Sud. Nella sua Pagani, Torre propone una gestione dell'emergenza non clientelare e non succube della camorra. Morirà poco più di due settimane dopo.
Ne parliamo con la figlia Anna Maria Torre e il giornalista Raffaele Sardo.

Contributi sonori:
- Breve frammento tratta da un intervento di Marcello Torre registrato in una tv privata qualche giorno dopo il terremoto
- intervista del GR2 a Marcello Torre del 9/12/1980 sulle sue dimissioni

Libri:
- Raffaele Sardo, Al di là della notte. Storie di vittime innocenti della criminalità, Tullio Pironti, 2010
- Giovanni Russo e Corrado Stajano, Terremoto, Garzanti 1981

Link utili
www.associazionemarcellotorre.it/


3a puntata Giuseppe Valarioti 20 novembre 2010
Giuseppe Valarioti viene ucciso la notte tra il 10 e l'11 giugno del 1980, a soli 30 anni. Valarioti è un insegnante, un uomo di cultura, un intellettuale, ma è anche un politico. È segretario della sezione del Pci di Rosarno, in Calabria, e consigliere comunale. È tra i primi a intuire la trasformazione della 'ndrangheta nel suo paese, il controllo sul territorio, gli intrecci tra mafia e politica contro cui – ripeteva sempre – occorre essere intransigenti.
Viene ammazzato subito dopo le elezioni amministrative del 1980. Con il suo omicidio la 'ndrangheta intese dare un messaggio preciso.
Ne parliamo con Danilo Chirico e Alessio Magro, autori di Il caso Valarioti, e il sociologo Tonino Perna.

Libri:
- Danilo Chirico, Alessio Magro, Il caso Valarioti. Rosarno 1980: così la n'drangheta uccise un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria, Round Robin, 2010.
- Danilo Chirico, Alessio Magro, Dimenticati. Vittime della 'ndrangheta. La storia e le storie delle donne e degli uomini assassinati in Calabria dall'organizzazione criminale più segreta..., Castelvecchi, 2010.
- Tonino Perna, Aspromonte, Bollati Boringhieri, 2002.
- Corrado Stajano, Africo, Einaudi, 1979.

Link utili:
www.dasud.it/
www.stopndrangheta.it


4a puntata Giovanni Losardo 21 novembree 2010
Giovanni Losardo cade vittima di un agguato mafioso la notte del 21 giugno del 1980. Muore in ospedale il giorno dopo, appena undici giorni dopo l'uccisione di Giuseppe Valarioti a Rosarno.

Losardo ha 54 anni. È consigliere comunale e assessore per il comune di Cetraro, paese della provincia di Cosenza che si affaccia sul Tirreno. In passato è stato sindaco e assessore ai lavori pubblici. Quando viene ucciso, è assessore alla pubblica istruzione. Ma Losardo ricopre anche un'altra carica molto importante: è Segretario Generale della Procura di Paola. E da questa doppia prospettiva (dentro la procura e dentro l'amministrazione comunale) comprende meglio di altri l'estendersi del controllo mafioso su tutta la costa tirrenica.
Ne parliamo con il figlio Raffaele Losardo e con Filippo Veltri, responsabile della sede calabrese dell'Ansa.

Libri:
- Gaetanno Bencivinni e Francesca Villani (a cura di), Quel giugno dell'80, Edizione Laboratorio Sperimentale Giovanni Losardo.
- Gaetanno Bencivinni, Fernando Caldiero e Francesca Villani (a cura di), Non vivere in silenzio, Edizione Laboratorio Sperimentale Giovanni Losardo.

Link utili:
www.laboratoriolosardo.it/
www.libera.it/


le quattro puntate mp3


trasmissione di RadioRai 3
ciclo di quattro puntate: 13-14 e 20-21 novembre 2010
con Alessandro Leogrande
cura e regia di Loredana Rotundo


Edited by eos1948 - 2/8/2021, 19:00
 
Top
23 replies since 16/3/2010, 08:14   1894 views
  Share