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TRE SOLDI, anno 1° - 2010

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view post Posted on 5/2/2010, 10:18

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Tre soldi



Uno spazio nella notte di Radio3 dedicato all’audio documentario.
Tracciamo percorsi sonori raccontando la realtà di oggi e di ieri con il linguaggio della testimonianza diretta.

01) Non si recita a soggetto


Il teatro sociale in Italia prende corpo negli anni '70, spinto dalla forza propulsiva del teatro teorizzato e messo in pratica da Jerzy Grotowski.
Si diffuse la precisa volontà, da parte di autori e registi, di calarsi direttamente nelle realtà cosiddette "difficili", non limitandosi a raccontarle dall'esterno. Queste realtà stesse, tramite gli individui che le abitavano, sarebbero andate ben presto in scena. Nel corso degli anni sono nate tante compagnie, costituite in gran parte - o esclusivamente - da persone con vari disagi (di tipo sociale, fisico o mentale), che successivamente sono diventate attori. Ottenendo spesso risultati sorprendenti e numerosi riconoscimenti.
Quando fu chiesto a Pippo Delbono perché avesse deciso di lavorare con «persone al limite, diverse in qualche modo», lui rispose così: «Perché ho scoperto che avevano delle capacità [...], qualità da arlecchini [...]. Noi della compagnia non siamo diventati dei buoni, che facciamo del bene agli altri, no. Loro fanno delle cose che nessuno nella compagnia è in grado di fare. Queste persone ci danno molto, in cambio tu gli dai delle altre cose, ma non è mai: "Quanto bene faccio per te". Non potrei mai dire a Bobò: "Quanto bene ti ho fatto che ti ho portato fuori da un manicomio", no. Quanto bene ha fatto Bobò al mio teatro. Questo è un valore forte».
Non si recita a soggetto riporta l'esperienza diretta di dieci compagnie che, in modi diversi, rientrano nell'ambito del teatro sociale. È un percorso che va da Catania a Torino, passando per Napoli, Roma e Bologna. Contesti diversi in cui scorgiamo dispiegarsi singole individualità, sempre in rapporto all'esperienza teatrale.
Gli attori portano con sé la propria esperienza diretta, poi rielaborata artisticamente dagli autori e dai registi che li seguono, e che da loro pretendono impegno e fatica costante. Senza limitarsi a sterili autobiografismi e senza l'ombra neppure lontana del dilettantismo.
Si ringrazia Fabio Russo per la presa diretta.
Si ringraziano inoltre i registi e i coordinatori delle singole compagnie.

01.01) Torre di Babele - nuovi confini. Agorà - nuova socialità - educazione al benessere 01 febbraio 2010
Nei laboratori teatrali - coordinati e realizzati dalla regista Marilisa Calò - sono chiamati a recitare bambini, persone diversamente abili, migranti e anziani. Lo spettacolo vuole promuovere il passaggio da una società multiculturale ad una interculturale, che riconosca la dignità di ciascun essere umano valorizzando tutte le "Culture della Diversità".

01.02) Arte e salute. Bologna 02 febbrio 2010
Le prime iniziative del progetto "Arte e Salute" risalgono al 1998, quando il Dipartimento di Salute Mentale di Bologna si pose l'obiettivo di produrre spettacoli teatrali professionali con gruppi di pazienti per offrire un punto di riferimento stabile a certe forme di creatività. Alcuni pazienti psichiatrici, i cui talenti erano resi indecifrabili dalla patologia, stanno facendo oggi i mestieri di attore o burattinaio, sotto la direzione di Nanni Garella.

01.03) Almateatro. Torino 03 febbrio 2010
Almateatro nasce nel 1993 da un gruppo di donne provenienti da diversi paesi (Marocco, Montenegro, Kenia, Argentina, Somalia, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Cile, Perù, Colombia, Filippine, Russia, Italia). È uno spazio-laboratorio al femminile dove, attraverso il mezzo teatrale, si mettono in comunicazione realtà culturali diverse e in continua trasformazione. Direzione artistica di Gabriella Bordin.

01.04) Tribalico. Associazione Au. Di. Do. - Compagnia Urzene. Alpignano (Torino) 04 febbrio 2010
L'Officina Teatrale Tribalico nasce nel 1998 nell'ambito dell'associazione AU.DI.DO. (Autogestione Diversamente Dotati).Il laboratorio di teatro mette in scena spettacoli interpretati da ragazzi diversamente abili e da attori professionisti. I testi sono di Salvatore Smedile, la regia è di Alberto Valente.

01.05) Teatro del Pratello. Bologna 05 febbrio 2010
Pratello prende il suo nome dalla via del Pratello, storica strada bolognese che da sempre ospita il carcere minorile della città. Realizzando progetti teatrali rivolti all'adolescenza, si rivolge in particolare a minori detenuti o seguiti dai servizi della giustizia minorile. Sempre in scena con attori "esterni". Il gruppo è coordinato e diretto da Paolo Billi.

01.06) Livres como o vento. Torino 08 febbraio 2010
Si tratta di laboratori, percorsi educativo-formativi, stage che possono essere fruiti da operatori esterni, da studenti e da persone in situazioni di disagio sociale. Si organizzano spettacoli legati sia al Teatro dell'Oppresso che ad altre forme teatrali ed espressive, con contenuti preminentemente sociali o con finalità più genericamente estetiche. Coordinatore e regista Paolo Senor.

01.07) Manovalanza Teatro. Napoli 09 febbraio 2010
Ri-belle è spettacolo di non-attori, di persone in azione su un non-detto da far sentire. La pièce, diretta da Adriana Follieri, è andata in scena il 16 e il 17 gennaio nella suggestiva location della Casa della Pace e della Nonviolenza di Castellammare di Stabia, in via Santa Caterina 11. È l'ex dimora di Lady Cocaina, confiscato alla Camorra dal Comune di Castellammare di Stabia. Otto attori napoletani non professionisti, di età, estrazione e formazione differenti escono dal laboratorio di teatro sociale ManoValanza curato dalla stessa regista per reinterpretare il mito del Minotauro, riscoprendolo tremendamente attuale.

01.08) Associazione culturale Neon. Catania 10 febbraio 2010
L'idea di dar vita a un teatro delle diversità appartiene ai registi Piero Ristagno e Monica Felloni, per i quali lavorare con persone affette da sindrome di Down è stato il naturale sviluppo di un'idea di teatro artigianale e poetico.
Portano avanti diverse compagnie con la collaborazione dell'attore professionista Giuseppe Calcagno.

01.09) Voci di Babele. Cir - Vi.To. Roma 11 febbraio 2010
Il 26 giugno è la Giornata Internazionale a sostegno delle vittime di tortura. Ogni anno, in questa data, il CIR - Consiglio Italiano per i Rifugiati - mette in scena uno spettacolo teatrale. Lo scorso anno al Teatro India è andato in scena "Voci di Babele", realizzato da chi ha preso parte al laboratorio psicosociale gestito dai registi Nube Sandoval e Bernardo Rey.

01.10) Arrevuoto 12 febbraio 2010
Il progetto Arrevuoto dello Stabile napoletano, curato da Roberta Carlotto e Maurizio Braucci, ha ampliato il numero dei partecipanti e dei quartieri coinvolti. I gruppi di ragazzi che hanno partecipato ai laboratori - napoletani, rom ed immigrati - sono oggi circa duecentocinquanta. Ognuno dei cinque spettacoli è il frutto del lavoro di due diversi gruppi di ragazzi e ragazze provenienti da due differenti aree della città. Si incontrano adolescenti di Scampia e adolescenti di Ponticelli, di Barra - S. Giovanni, dei quartieri Vomero, Montesanto e Foria.

https://mega.nz/folder/5xk2EarZ#ssUAY3PaNta7ZNLpt1tlew

Trasmissione di RadioRrai3
a cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


Edited by eos1948 - 28/7/2021, 09:40
 
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02) Via delle Acacie



Il 22 maggio 2009 nel quartiere Centocelle a Roma 47 famiglie occupano lo stabile di una scuola elementare abbandonata. Sono circa centocinquanta persone tra italiani e stranieri, giovani, vecchi e bambini e sono tutti senza una casa. Le aule diventano piccoli appartamenti che racchiudono decine di storie diverse.
Storie di sfratti, sgomberi, affitti alti, perdite e abbandoni.
Nasce un'occupazione originale, del tutto diversa dalla solita idea di occupazione: un'autogestione che trasforma l'ex scuola in qualcosa a metà tra la comune e il condominio. Organizzazione equa delle abitazioni, regole severe di gestione degli spazi comuni ma anche momenti di socialità e integrazione o laboratori per i circa cinquanta bambini presenti.
La disoccupazione e la precarietà rendono difficile pagare un mutuo o un affitto che spesso arrivano a essere pari o superiori al reddito mensile. Fasce sempre più ampie della popolazione restano escluse dalla possibilità di comprare casa o, semplicemente, affittarla
In contesti sociali così drammatici spesso l'occupazione risulta essere l'ultima possibilità per avere un tetto.
Via delle Acacie racconta un'esperienza abitativa diversa, una possibile convivenza tra tutti, ma è anche lo specchio di una drammatica realtà sociale fatta di disoccupati, anziani, migranti, studenti costretti a intraprendere la strada non facile dell'occupazione per poter vivere dignitosamente. Via delle Acacie è la storia di più storie, non un punto di arrivo ma un punto di partenza per avere riconosciuto l'inalienabile diritto alla casa.
Un audio documentario a cura della redazione di Tre Soldi.
Voce narrante di Anita Caprioli.

02.01) Via delle Acacie 15 febbraio 2010

02.02) Via delle Acacie 16 febbraio 2010

02.03) Via delle Acacie 17 febbraio 2010

02.04) Via delle Acacie 18 febbraio 2010

02.05) Via delle Acacie 19 febbraio 2010

https://mega.nz/folder/gtkwSA4a#sexTXh_Rev0_IljYFGWCsg

Trasmissione di RadioRrai3
a cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


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03) Passioni private


A tu per tu con i collezionisti d'arte. Di Costantino D'Orazio
Cinque storie personali, cinque relazioni con l'arte moderna e contemporanea: Passioni private entra nelle case di cinque collezionisti, che raccontano il loro particolare rapporto con le opere d'arte e con il desiderio di possederle. Ogni collezione è il ritratto di chi l'ha realizzata. Ogni scelta corrisponde ad un'idea, ad un frammento di storia personale, è la risposta ad un avvenimento o ad una intuizione.
Per questo incontrare un collezionista equivale ad aprire una finestra particolare sull'arte, per tracciare percorsi inediti correndo il rischio di essere anche un po' sentimentalisti e aneddotici.
I collezionisti di arte contemporanea sono dei veri protagonisti del mondo dell'arte. Spesso le loro scelte determinano il successo di un artista o definiscono una tendenza. Il caso più eclatante è stato quello di Charles Saatchi, che negli anni Novanta ha indicato una nuova generazione di artisti inglesi, che avrebbe poi dominato l'intera scena a livello internazionale. La sua storia è forse l'emblema di come un collezionista possa diventare anche un forte operatore culturale.

03.01) Graziella Lonardi Buontempo, una vita a fianco degli artisti 22 febbraio 2010

03.02) Elena Cerasi e Alessandra Barillari, Una questione di famiglia 23 febbraio 2010

03.03) Gemma De Angelis Testa, tra privato e pubblico 24 febbraio 2010

03.04) Giovanni e Anna Rosa Cotroneo, una casa per l’arte 25 febbraio 2010

03.05) Patrizia Sandretto Re Rebaudengo da Collezione a Fondazione 26 febbraio 2010

https://mega.nz/folder/V0dT0aqb#8Wd9peENXKzpzwiFR0XxTw

Trasmissione di RadioRrai3
a cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


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04) Stati interessanti



Negli anni Settanta le donne si battevano per affermare il diritto ad evitare al proprio corpo gravidanze indesiderate, maternità plurime e spesso non volute. Oggi le loro figlie, che hanno tra i trenta e i quarant'anni, sognano un test di gravidanza che si colori di rosa. Nell'intimità di rapporti di coppia spesso fragili, nella precarietà di lavori che non rispondono alle proprie aspettative, nelle stanze di ospedali che aiutano a combattere l'infertilità diffusa, crescono le aspiranti mamme. Per queste donne partorire significa mettere al mondo ma anche rimettersi nel mondo. Il momento del parto non rappresenta solo la nascita del proprio bambino ma anche la propria rinascita, l'acquisizione di una nuova identità sociale. A volte però, l'arrivo di uno o più figli porta delle difficoltà non previste. Molte donne si ritrovano schiacciate da un inaspettato senso di inadeguatezza, solitudine e mancanza di tempo per loro stesse. In assenza di modelli di riferimento tradizionali, il web diventa uno spazio di confronto e di conforto contro dubbi, ansie, paure. Ma spesso non basta. C'è bisogno dell'incontro con mamme in carne ed ossa: nei consultori, nei parchi pubblici, nei corsi pre-parto e di allattamento le mamme si cercano, si riconoscono nelle storie delle altre. In alcuni casi danno vita ad associazioni e comitati che le aiutano mentre le famiglie tradizionali crollano e si affermano nuovi modelli di paternità.
Stati interessanti racconta tutto questo in 5 puntate soffermandosi sulla meraviglia e la difficoltà della nascita, la forza del mettersi in rete, le gioie e i dolori della fecondazione assistita, l'emergere di nuove figure di padri, i vissuti di madri separate che sognano forme di co-housing al femminile.

Grazie a Giulia, Claudia, Ilaria, Fulvia, Karl, Mauro, Francesco, Annarita, Federica, Francesca, Gina, Sara e le altre mamme di Piazza Immacolata.



04.01) Stati interessanti 01-03-2001

04.02) Stati interessanti 02-03-2001

04.03) Stati interessanti 03-03-2001

04.04) Stati interessanti 04-03-2001

04.05) Stati interessanti 05-03-2001


https://mega.nz/folder/c40GnShI#Wu_t8JHDRsbf8IK9Z5gQlA

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05) Ragazze, la vita trema


Un adattamento radiofonico del film di Paola Sangiovanni



La regista cinematografica Paola Sangiovanni propone un adattamento radiofonico del suo film documentario "Ragazze, la vita trema". Alessandra, Maria Paola, Marina e Liliana hanno provenienze diverse, geografiche, culturali e sociali e le loro vite si sono incrociate o sfiorate a Roma tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta. I loro racconti di oggi in prima persona sono integrati da registrazioni di repertorio, provenienti da archivi audiovisivi in parte privati e inediti, vivide e presenti. È un raccontare in soggettiva. Il partire da sé formulato spontaneamente durante la stagione del Femminismo e che si voleva alla base di un modo nuovo di fare politica, diventa oggi narrazione storica. Il racconto dell'idea di un mondo nuovo, germogliata simultaneamente in tutto il Paese in seno alla gran parte di una intera generazione, un mondo in cui "non ci fossero le violenze, le prevaricazioni degli uni sugli altri", una narrazione svolta seguendo il binario parallelo della storia delle donne. La presa di coscienza di sé in quanto donne, l'autocoscienza, gli amori, la violenza sulle donne, il divorzio, la contraccezione e l'aborto, il lavoro, il teatro e le radio libere, le occupazioni, il travaso delle esperienze personali in quelle collettive per un mondo più umano, di donne e uomini, ragazze e ragazzi.

cinque puntate dal 08 al 12 marzo 2010

https://mega.nz/folder/FklE2SBZ#VUhndUAFyCqyUnpGqJw36w

Edited by eos1948 - 27/7/2021, 21:38
 
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06) Chitichitossa


mestieri e mestieranti di una Sicilia che fu



La mamma di Chitichitossa aveva peli, carne e ossa; la figlia di Chitichitossa non aveva ne peli ne carne ne ossa.
Questo scioglilingua siciliano ha accompagnato le giornate di molti bambini del passato, quando l’età per giocare era ridotta ai primi anni di vita. Poi si iniziava a fare sul serio.
In questo programma quei bambini, oggi divenuti anziani, ci raccontano degli antichi mestieri, di quei tempi nei quali a nove-dieci anni, finite le elementari (per i più fortunati), si iniziava a lavorare. Mestieri scomparsi, mestieri che servivano per guadagnare un pezzo di pane e cipolla.
Carbonai, nivaroli, pupari, maniscalchi, ciabattini … di una Sicilia che fu. Di un’Italia che fu.
Con la tipica ironia di questo popolo ripercorriamo la Storia dei nostri nonni tra una risata, una riflessione e tanta tanta poesia e saggezza nelle voci che ascolterete.
Alla faccia del consumismo.

quattro puntatre dal 15 al 19 marzo 2010


le quattro puntate mp3

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https://mega.nz/folder/lptQ1YSD#YsQhxvlKpYQMcQH6rXL2xg

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07) Marconisti


Le storie dei radiotelegrafisti di bordo



Un viaggio radiofonico in cinque puntate che racconta l’epopea dei marconisti di bordo, gli operatori radio a bordo dei transatlantici o delle navi cargo, che garantivano con il loro lavoro le comunicazioni radio con la terra e con le altre unità in navigazione.
I marconisti hanno rappresentato per decine di anni una figura lavorativa unica: attraverso la telegrafia e il codice morse potevano comunicare in tutto il mondo collegando paesi e navi distanti migliaia di chilometri e anticipando con il loro lavoro la grande “ragnatela” comunicativa che oggi chiamiamo Internet.
Il programma racconta la vita quotidiana di un “marconi” italiano a bordo di navi passeggeri o navi militari, dalla navigazione a casi più noti come il sequestro dell’Achille Lauro descritto da chi aveva la responsabilità di comunicare tra la nave e il mondo esterno.
Il marconista è un lavoro che non esiste più, sostituito da computer e satelliti, ma il suo agire è ancora vivo nel mondo dei radioamatori che in tutto il pianeta ancora utilizzano la telegrafia per comunicare e fanno rivivere un epopea iniziata con l’invenzione di Guglielmo Marconi.

cinque puntate dal 22 al 27 marzo 2010


le cinque puntate mp3


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https://mega.nz/folder/Yl9wBSoD#Pxist0q2SjEuzH9eW4sxOg

Edited by eos1948 - 28/7/2021, 01:16
 
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08) Terremoto 3.32

a cura della redazione di Tre Soldi



Sono le 3.32 del 6 aprile 2009.

Un boato sveglia di soprassalto L’Aquila e i paesi della provincia. La città è scossa da un terremoto nel quale moriranno 308 persone, e che distruggerà completamente il centro dell’Aquila e molti paesi dell’Abruzzo.
Ad un anno di distanza la gente continua a portare addosso le ferite di una tragedia che alcuni dicono annunciata. Il centro della città è ancora invaso dalle macerie, le case sono deserte, alcune finestre, ancora spalancate ad un anno di distanza, mostrano l’interno degli appartamenti distrutti dal sisma.
Da quel 6 aprile tutto è rimasto immobile, anche il cuore delle persone che ci hanno raccontato la loro storia si è fermato a quella mattina. C’è chi in 28 secondi ha perso i suoi cari e tutto quello che aveva, c’è chi si è salvato per miracolo e lo può raccontare, chi, pur non avendo più nulla, non ha voluto lasciare la città ferita.
Le testimonianze raccontano di una città che non esiste più, e che per ora non verrà ricostruita; gli occhi degi abruzzesi cercano in qualche modo di guardare oltre quel 6 aprile 2009.
Attraverso i loro racconti esprimono il desiderio di andare avanti, ma portano addosso i segni indelebili di una tragedia gigantesca.
Storie comuni di donne e uomini, che sono stati sradicati dalla loro vita, hanno passato mesi di angoscia in tende, alberghi sulla costa, camper, prefabbricati. Alcuni anziani si sono lasciati morire, altri vivono in una stanza di pochi metri quadrati avendo perso tutto. C’è chi ha dovuto lasciare la propria attività lavorativa, chi ha visto morire i genitori, chi un nipote, chi l‘amico, senza poter fare nulla: alcune case quella notte sono venute giù come fossero di carta pesta, portando con se tutti i sacrifici di una vita.
Ad un anno di distanza Terremoto 3.32 per non dimenticare gli abruzzesi che ancora oggi vivono nella completa precarietà e hanno una ferita aperta nel cuore.
Voce narrante Anita Caprioli


nove puntata: dal 29 marzo al 9 aprile 2010


https://mega.nz/folder/Qs8S3CgZ#_69bklbXg33N09RWpupq5g

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09) Orientarsi con le stelle



La questione del mancato ricambio generazionale italiano sembra avere negli ultimi tempi assunto rilevanza nel dibattito culturale nazionale, ma tra le molte voci che si alternano nel trovare le cause e nel proporre soluzioni all’invecchiamento del paese, come al solito manca quella dei diretti interessati, i cosiddetti “Trentenni”. Partendo da questa semplice constatazione “Orientarsi con le stelle” è andato ad ascoltare questi ragazzi e queste ragazze dando voce alle loro riflessioni sulla propria condizione sociale, sulle loro aspettative tradite e sui sogni ancora realizzabili. Le loro voci si alterneranno nel corso di cinque puntate per raccontarci dei loro prestigiosi quanto interminabili e spesso inutili percorsi di formazione, delle perplessità che li assalgono quando devono andarsene di casa per provare a creare nuove famiglie; delle difficoltà che trovano ad orientarsi con le bussole dei loro padri in una società in perenne cambiamento e della voglia di provare a cambiare prospettiva per trovare una loro via nel mondo; del desiderio di andarsene all’estero e di quello di restare, per provare a cambiare le cose ma soprattutto il loro modo di pensarsi e di raccontarsi.


cinque puntate: dal 12 al 16 aprile 2010


https://mega.nz/folder/ZgEUUJyI#TtWgWIe0qoM-OxT7c0gDQQ

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10) Le mani sulla città



Questo audio documentario prende il titolo dal film Le mani sulla città che Francesco Rosi realizzò nel 1963 negli anni in cui “…la speculazione edilizia stava cominciando a distruggere ciò che restava della bellezza delle nostre città e del nostro paese…”
Iniziando il racconto proprio da Napoli, a partire dagli anni del boom, in una narrazione non lineare in cui presente passato e futuro si fondono, mostriamo l’espansione di città come Palermo, Roma, Milano, Bari.
Realtà stratificate e storicamente simili, nella gestione dei piani regolatori, nella nascita dei quartieri periferici, negli svuotamenti e ripopolamenti dei centri storici, nella ascesa economica e sociale di personaggi nazionali responsabili delle speculazioni che cambieranno per sempre il volto dell’Italia. Il nuovo nella sua veste peggiore, di distruttore delle bellezze storiche, abbatte per costruire palazzine e grattacieli, realizza architetture terrificanti, annienta giardini e agrumeti, mette le mani sui terreni agricoli per lucrare.
Il nuovo, l’imbonitore, mostrava la costruzione e la ricostruzione, anche dopo eventi catastrofici, attraverso forme di potenza la cui caratteristica accattivante si appoggiava sul concetto di proprietà, senza mai risolvere veramente il problema sociale del bisogno di casa.
Quello, che ci veniva mostrato come nuovo, segnava per sempre la direzione del possibile sviluppo sociale, attraverso la gestione dei piani, delle varianti, delle deroghe e dei condoni, creando generazioni di politici, burocrati, uomini d’affari senza scrupoli, dall’aria gentile generosi di promesse mai mantenute. Tutto questo lo abbiamo potuto osservare e lo osserviamo ancora oggi. Se era molto grave in un periodo delicato come quello del dopoguerra, sarà altrettanto grave negli anni ’60, ‘70, ‘80, ‘90, e fino ad oggi.
Oggi questa azione trasformista è sempre in atto, le mani sulle città e sull’Italia si continuano a mettere, e nei banchetti ricchi dell’edilizia e dei nuovi progetti di riqualificazione del territorio, vediamo come principali protagonisti comitati d’affari, non meglio identificabili, che però riescono sempre a riorganizzare le loro attività. Questa situazione, è ovunque, ed è assimilata a livello capillare da tutti, si è normalizzata, diventando quasi invisibile.
Ma spesso ciò che è invisibile è più reale del visibile.


dieci puntate: dal 19 al 30 aprile 2010


https://mega.nz/folder/E0cyET5b#jF-jkHAxWjkF2nt8cWbD5Q


A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


Edited by eos1948 - 28/7/2021, 02:06
 
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11) Mezzogiorno di fuoco



“…Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli…”
Questo raccontava Carlo Levi nel 1943 descrivendo con la dolente lucidità dello scrittore la sua storia di confino in Basilicata, la regione che confina con la Calabria, con la Puglia e con la Campania e che trova però nei suoi confini interni, politici e culturali, la maggiore resistenza. “Mezzogiorno di fuoco”, è il viaggio alla scoperta di generazioni al lavoro e fuori dal lavoro. Operai di fabbrica, lavoratori socialmente utili, ex operai, donne e uomini che raccontano di una terra nera di petrolio e trasparente d’acqua minerale, di una natura di straordinaria bellezza e ricchezza, di una storia lenta e di una burocrazia soffocante, oltre che di un mercato del lavoro che stringe i suoi figli in una morsa di ricatti, attese, promesse non mantenute.
La regione ha due nomi: Basilicata e Lucania che significa “terra di luce”.
In cinque puntate le voci di Aldo e Carmela, Massenzio e Annina, Antonietta e Francesco si snodano lungo la Basentana, la strada che attraversa l’intera regione, e ci raccontano di fabbriche vissute come “case” eppure a loro estranee, di cassa integrazioni traumatiche, di contratti a progetto brevi come il tragitto che separa un paese dall’altro e freddi come il capoluogo, Potenza, quando si ricopre di neve e di silenzio.


cinque puntate: dal 03 al 07 maggio 2010

i cinque file mp3


Link alternativo mega

https://mega.nz/folder/Ux0ECawZ#ykt9Vl_HDGfDRG1jLZ79rQ


di Lidia Rivello
A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


Edited by eos1948 - 28/7/2021, 02:10
 
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12) Terre emerse



Terre emerse, tra Puglia e Basilicata, e da qui, verso la Calabria. E milioni di braccianti che le lavorano, da generazioni. Sono in prevalenza donne, dai 14 ai 60 anni. Raccontano un lavoro sfruttato e abusato. Dai proprietari terrieri e, per loro conto, dai caporali. Col sole, col gelo, ogni giorno i braccianti contribuiscono a far lievitare il Pil del Paese. In quel pezzo d’Italia, il lavoro certo, “retribuito”, è ancora nei campi. Da lì muove il racconto che in queste puntate ci porterà alla base del lavoro agricolo. Sotto quegli alberi, in quelle distese di ortaggi, in quelle vigne in cui si fa la produzione. Tra gli ultimi anelli della catena, le lavoratrici e i lavoratori che non si spezzano. Le storie che ci accompagnano si ripetono da tempo, ma qui, oggi, forse si vestono di nuovo.

cinque puntate: dal 10 al 14 maggio 2010

i cinque file mp3

link alternativo mega
https://mega.nz/folder/phVEWD7C#G1MbCFVSUWCzbipBNpchUw


di Ornella Bellucci
A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


Edited by eos1948 - 28/7/2021, 02:12
 
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13) A pieni polmoni



A pieni polmoni è la corsa, sia essa per divertimento o per fuga, ma è anche la lotta quotidiana per riconquistare il diritto ad esistere. Siamo in Libano, nei campi profughi nati dalla diaspora che, nel 1948, portò il popolo palestinese a disgregarsi e rifugiarsi nei paesi limitrofi. Da allora la vita di centinaia di migliaia di donne, uomini, bambini e anziani è scandita da un unico desiderio, quello di ritornare un giorno alla propria terra. Nel Paese dei cedri, più che altrove, questa sofferenza si somma ad una ferita quotidiana, l’assenza pressoché totale del diritto ad esistere. E’ a partire da qui che Cooperazione italiana e Uisp, Unione italiana sport per tutti, condividono l’idea di una corsa che attraversi i campi profughi palestinesi, fazzoletti di terra di 1 km quadrato abitati da centinaia di migliaia di persone in condizioni estremamente precarie.
Protagonisti di questa avventura chiamata Vivicittà - run for dialogue sono i più piccoli, prime vittime di una realtà distorta, 3500 bambine e bambini provenienti da 12 campi profughi hanno corso contemporaneamente per riprendersi le strade e, con queste, il proprio diritto ad esistere. Dalla linea di partenza di Vivicittà prende il via il racconto degli sfollati del campo di Nahr el-Bared, situato alle porte di Tripoli, emigrati nel vicino campo di Beddawi in seguito alla distruzione totale dell’insediamento da parte dell’esercito libanese iniziata il 20 maggio 2007. L’accoglienza, il dolore, la vita quotidiana, la mancanza di diritti, il desiderio di integrazione con il popolo libanese, le aspirazioni per il futuro e il miraggio della Palestina. “A pieni polmoni”, radio documentario prodotto da Ami, Agenzia multimediale italiana, attraverso il racconto di Sara Sartori e Valerio Perogio, ci porta all’incontro di chi, da decenni, senza tregua, rincorre la propria identità sospesa.

Voci di:
Carlo Balestri - responsabile relazioni internazionali Uisp
Filippo Fossati - presidente nazionale Uisp
Mohammud Alì Hassan - venditore di caffè di Nahr el-Bared sfollato al campo di Beddawi a Tripoli
Hanea Hazed - rifugiata del campo di Beddawi
Ines Kenasi - professoressa di scienze alla scuola Rafani di Nahr el-Bared a Tripoli
Wassim Ibrahim - professore di inglese e allenatore sportivo alla scuola Jenin di Beddawi
Ali Nasser - traumatologo al centro medico di Beddawi, sfollato dal campo di Nahe el-Bared
Abeer Orabi - professoressa di arabo alla scuola primaria femminile Al - Masar a Nahr el-Bared sfollata a Beddawi
Mauro Rozzi - presidente Uisp Reggio Emilia
Jamila Shadi - responsabile del Beit Atfal Assamoud center al campo di Shatila a Beirut
Alessandra Testoni - responsabile progetti cooperazione italiana nei campi profughi palestinesi
Massimo Tossini - responsabile coordinazione Uisp
Mohamed Zeid - coordinatore sportivo campi dell'area nord del Libano
Head Teacher della scuola Majdal al campo profughi di Beddawi
Fadi e Fausi, operatori Unrwa nel campo di Beddawi
Gli studenti dalla scuola secondaria Jenin di Beddawi
Le bambine e i bambini e gli abitanti dei campi di Shatila, Beddawi e Nahr el Bared

cinque puntate: dal 17 al 21 maggio 2010

i cinque file .mp3

link alternativo mega
https://mega.nz/folder/Yo9AVSrK#x9LddY9kdSqqLXrVmj3PPw


di Sara Sartori
A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


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view post Posted on 1/6/2010, 12:49

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14) Parole fuori dal Vulcano



Un viaggio con la canzone napoletana per la città di Napoli, le sue strade, le periferie e le marginalità sociali. Un percorso compiuto con giovani, donne, operai, con chi è costretto a inventarsi il lavoro per sopravvivere o con coloro che sono entrati nella criminalità organizzata. Ma anche con chi quotidianamente ha deciso di impegnarsi e di non accettare il ricatto della malavita proseguendo, così, l’impegno di don Peppe Diana, il sacerdote di Casal di Principe assassinato dalla camorra.
Parole fuori dal vulcano racconta il territorio attraverso la canzone napoletana da sempre considerata un’espressione artistica indispensabile per comprendere l’evoluzione di una città, una regione, un popolo del sud d’Italia e del mondo.
Cinque puntate ideate da Pietro Nardiello, Carlo Faiello, Marcello Ravveduto e Paquito Del Bosco realizzate dal Festival dell’Impegno Civile, l’unico in Italia a svolgersi nei beni confiscati alla criminalità organizzata, promosso dal Comitato don Peppe Diana e l’Associazione Libera di Caserta, con la collaborazione dell’Archivio Storico della Canzone Napoletana.
I temi delle puntate saranno: La città, i quartieri e la marginalità sociale; La malavita; Il lavoro; L'emigrazione; La città neomelodica.

i cinque file .mp3

cinque puntate: dal 24 al 28 maggio 2010

di Pietro Nardiello
A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


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view post Posted on 12/6/2010, 10:34

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15) Durante il confine



Storie di chi ha vissuto sulla frontiera; dalla Yugoslavia socialista alla Slovenia indipendente, dall’ingresso in Europa all’abolizione del confine fino a verificare cosa ne rimane oggi. Un viaggio nel vissuto individuale e collettivo di chi ancora abita il confine; un viaggio a piedi camminando sul confine, che è nel bosco, lungo il fiume, tra i filari delle viti, in città, qui e là, tra l’Italia e (oggi) la Slovenia.
Perché c’è, il confine. Ed è lì.
Come traccia nella bio-grafia di chi è di questi luoghi. Come promemoria di una misura che si ripete, nel paesaggio. Come tramite, per provare a passare da uno a l’altro. Attraverso questo specchio. Un po’ come fa Alice. Per conoscere, passo a passo. Col corpo, col respiro.
Durante il confine... Perché si, un confine dura, ha un suo tempo, una sua durata, ed è anche duro, oppone resistenza ed è resistente. Perché c’è un’ostinazione del confine, anche se all’apparenza si mostra in abbandono, arrugginito, come in decomposizione. Che a volte, invece, si è spostato solo un po’ più in là. O un po’ più in profondità. O ha solo cambiato forma.
Durante il confine.
Sulla soglia, tra continuità e cambiamento.

i cinque file .mp3

cinque puntate: dal 31 maggio al 04 giugno 2010

di Renato Rinaldi
A cura di Fabiana Carobolante
con Maria Angela Spitella
regia di Daria Corrias


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