SINFONIE POETICHE
Questo titolo sta a significare l'opposto dei poemi sinfonici: di quelle composizioni musicali, cioè, per le quali diversi autori si sono ispirati a opere letterarie o pittoriche, a vicende o personaggi storici o di fantasia, a luoghi reali o fittizi. In questo caso, il rapporto sarebbe rovesciato: a partire da un pezzo musicale, uno scrittore (poeta, saggista, romanziere, eccetera) stende un testo in qualsivoglia forma e di una lunghezza oscillante tra uno e circa sette/otto minuti; un testo suggerito dalla musica il cui legame può risultare tanto dall'autore quanto dalla musica, tanto da un'evocazione quanto da un sentimento, tanto da una liaison affatto criptica e privata quanto dal momento contingente.
01)
Valerio Magrelli: duro compito quello dell'apripista, risolto crediamo egregiamente con questo lavoro minimalista stimolato dalle suggestioni della "Marcia dei pellegrini" dall'Aroldo in Italia di Héctor Berlioz.
02) Cinque libri in undici anni, dal 1986 al 1997 (anno del romanzo Il caso Courier, vincitore del Premio Campiello) e poi l'ultimo, Lezioni di stile, del 2002:
Marta Morazzoni coltiva una scrittura che ritaglia un proprio spazio di meditata elaborazione fra gli eventi mai affannosi della sua vita: insegnamento, attività sportiva, viaggi, tempo libero. Per la sua Sinfoniapoetica si è ispirata alla versione di Luciano Berio della "Ritirata di Madrid", quarto movimento del Quintetto in do maggiore di Boccherini, un pezzo all'epoca così popolare che l'autore lo trascrisse per ben quattro volte con diverse combinazioni strumentali. E questo ha stimolato la fantasia di Berio che a sua volta ha sovrapposto quelle quattro versioni e le ha trascritte per orchestra con minimi adattamenti e mettendo in rilievo, verso la fine, alcuni saporosi "conflitti" armonici.
Frutto dell'incontro tra la Morazzoni e Boccherini/Berio è questo delizioso racconto, Celestina, che ora potrete riascoltare.
03)
Francesca Sanvitale. I temi della sua narrativa convergono sempre sulla violenza dei sentimenti e la difficile inclemente storia delle relazioni umane, tuttavia è anche il contrasto tra la Storia e l'individuo uno dei suoi interessi fondamentali: sostiene che uno scrittore, e tanto più una scrittrice, deve usare tutti i mezzi tecnici a disposizione per "fare cultura", non perdendo mai di vista un rapporto diretto con la realtà, intervenendo anche nella vita civile con il proprio contributo di idee e opinioni.
L'ispirazione per questo suo componimento letterario viene dal poema sinfonico Tasso, lamento e trionfo (e più presamente dalla prima parte, il Lamento), di Franz Liszt, definito dalla scrittrice straordinario simbolo della depressione, della tragedia, dell'angoscia.
04)
Romana Petri è l'autrice della Sinfoniapoetica di ieri sera, ispirata dalla Passione secondo Matteo di Bach, una musica che, dichiara la scrittrice, l'ha accompagnata per tutta la vita, il brano che ascolta di più, che sceglierebbe se fosse costretta a privilegiarne uno solo. La Passione è la storia della morte del figlio di Cristo, il bellissimo racconto della Petri, Il figlio, è la storia della morte di un figlio, Kavez, che va in guerra, una guerra qualunque in una qualunque parte del mondo, la storia della perdita di un figlio da parte di un padre che è solo e che per non soffrire deve pensare di non essere padre e quando accetta i momenti di sofferenza, accetta anche la paternità.
05)
Dario Voltolini, scrittore torinese poliedrico, autore di romanzi e racconti, di testi per la radio e per il teatro musicale,
ha "composto" per noi la Sinfoniapoetica di questa sera e per il suo racconto, Eugenio e i mulinelli, ha scelto di ispirarsi a La Moldava dal ciclo Má Vlast di Bedrich Smetana, «....per saldare un debito nei suoi confronti, essendo in assoluto il primo poema sinfonico ascoltato e che mi aveva colpito per le visioni che riusciva a dare con questi paesaggi che si aprivano, questo fiume che andava....»"
06)
Melania G. Mazzucco, che ha esordito nel 1996 con il romanzo Il bacio della Medusa, finalista al Premio Strega e al Viareggio, a cui sono seguiti La camera di Baltus, ancora finalista allo Strega, e Lei così amata, vincitore fra gli altri del Premio Napoli e del Premio Vittorini 2000, mentre il suo ultimo romanzo Vita si è aggiudicato il Premio Strega 2003, ha scritto per noi la "Sinfoniapoetica" di ieri sera ispirandosi ad "Almerìa", tratta da Iberia di Isaac Albeniz, che ha sentito a lei affine perché, come il compositore ha lavorato sulla memoria popolare di certe canzoni che sono nell'orecchio collettivo, sulla memoria orale della musica, così lei ama lavorare sulla memoria orale della nostra storia e su quella ricamare una scrittura più colta, più moderna e quindi attaccata al nostro tempo. Ed ecco il racconto di oggi, intitolato come il brano di Albeniz, Almerìa, una storia di suggestioni, di impressioni, scritta quasi seguendo il ritmo del pianoforte, quasi a far coincidere l'accentuarsi della musica con lo spegnersi, con la crisi della storia, due scritture parallele, l'una generata dall'altra.
07) «
La camera è al secondo piano; si affaccia sul retro della chiesa. Il condominio, la curva dell'abside, il campanile, formano una piccola piazza. L'intonaco grigio della chiesa è caduto in più punti e sotto il tetto c'è un buco grande come una testa: l'ingresso al nido dei piccioni. Il nido occupa la travatura del tetto, tiene più di cento piccioni e anche le rondini, quando è stagione.... »
Così inizia Il Monco, la Sinfoniapoetica che
Luca Lissoni ha scritto per noi ispirandosi liberamente al Lied di Franz Schubert Erlkönig, sul bellissimo testo di Goethe.
Il resto potrete ascoltarlo.....
08) Narrativa, biografia, saggistica, inchiesta, storia e storia dell'arte: tutto questo, fuso in uno, si trova nelle pagine di
Filippo Tuena, un artista poliedrico, che nel corso degli anni ha focalizzato la sua energia creativa in campi disparati, dalla storia dell'arte all'antiquariato, dalla musica al collezionismo e che stasera si è cimentato nelle nostre Sinfonie poetiche, scegliendo quale fonte musicale ispiratrice la Kreisleriana di Robert Schumann.
09) La Sinfoniapoetica di ieri è stata scritta e letta, con voce calda e suadente, da
Aldo Zargani, scrittore torinese che ha debutttato con grande successo nel 1995 con "Per violino solo".
L'ammirazione per Shostakovic lo ha spinto a scrivere questo breve racconto Quattro profeti a Leningrado, con doppio omaggio e al compositore (nel caso specifico la Sinfonia n.7 detta appunto "Leningrado") e alla meravigliosa città condannata alla morte per fame dall'assedio dei nazisti durato dal 1941 al 1943.
10) Lo scrittore calabrese
Rocco Carbone si è lasciato ispirare per la sua Sinfoniapoetica da An american in Paris di George Gershwin, coinvolto da quell'atmosfera, da quell'America anni '30 che ha immaginato parigina, sulle orme di Francis Scott Fitzgerald, fantasticando su un incontro plausibile, probabile, verosimile in termini cronologici, e questo è il risultato che potete ascoltare.
11) «... Amo tutto ciò che è bello, che appare un momento e poi sparisce. La Musica dei Fuochi d'artificio è un regalo meraviglioso e inutile della vita, che si stampa nel cielo blu della notte e le sue suggestioni mi hanno ispirato questo racconto, La morte del pulcino. Circostanze della scrittura della poesia, sull'incapacità di far durare le cose, di prendersene cura e vuole essere un comico accompagnare questi Fuochi d'artificio per i reali d'Inghilterra, la musica di Händel e me stesso rotolando nella notte verso una specie di nullità ».
Così
Emanuele Trevi, autore della Sinfoniapoetica di questa puntata.
12) "... a 26 anni
Christian Raimo sembra quasi un uomo bruciato: ha fatto tutto, e, forse, male: ha lavorato alla tv e alla radio, ha scritto per il cinema e per la tv, ha fatto cabaret in giro per l'italia con un gruppo che si chiama "I cavalieri".
Per la sua Sinfonia poetica Coma morfico ha preso spunto dalla leggenda che accompagna le Variazioni Goldberg di Bach (che sarebbero nate per alleviare l'insonnia del conte von Keyserling), un mito della letteratura musicale abbinato alla mitica esecuzione di Glenn Gould
13) Lasciandosi trasportare dalle emozioni suscitate da La Valse di Maurice Ravel, ha scritto la Sinfoniapoetica di oggi
Marina Mariani che dopo gli studi liceali ha seguito per due anni i corsi universitari di Fisica e si è laureata in Filosofia molto più tardi, nel 1976, quando già da tempo era impiegata alla RAI, dove ha lavorato a lungo: ha tenuto un ufficio di corrispondenza con gli ascoltatori e ha curato programmi per Radio Tre. A partire dal 1957 ha pubblicato poesie su riviste (La Fiera Letteraria, Nuovi Argomenti, Paragone, Linea d'Ombra e altre), nell'almanacco Poesia (Guanda, 1981) e nel volume Nuovi poeti italiani (Einaudi, 1982). Nel 1990 e nel 1996 sue poesie sono state inserite in antologie scolastiche. Quanto racconta di sé, in versi, Marina Mariani? Tanto, forse tutto.
14)
Domenico Starnone, l'eclettico scrittore napoletano, passato dall'insegnamento al giornalismo, alla letteratura e, infine, alla scrittura per il cinema, ha "composto" la sinfonia poetica di questa settimana scegliendo dal vastissimo catalogo beethoveniano l'opera 91, la Wellinton Sieg oder die Schlacht bei Vittoria, incuriosito dal fatto che questa composizione è ritenuta dalla maggior parte della critica una fra le più brutte di Beethoven, ma, come lui stesso ha confessato, soprattutto perché è un pezzo sulla guerra e quindi per lui estremamente stimolante.
15)
Silvia Bre, nata a Bergamo ma da molti anni a Roma dove lavora come traduttrice di testi letterari e scientifici. Le sue poesie sono apparse fin dai primi anni ottanta su riviste come "Braci", "Prato pagano", "Nuovi argomenti" e "Poesia". Nel 1990 presso l'editore Rotundo è uscita la sua prima raccolta "I riposi". Ha pubblicato negli Oscar Mondadori una traduzione del canzoniere di Louise Labé. Grazie a "Le barricate misteriose", Einaudi, è risultata la supervincitrice del Premio Montale 2001.
Per questa "Sinfoniapoetica" ha scelto le Variazioni per orchestra op.31 di Arnold Schönberg: «.... è l'idea di variazione che mi ha attirato, di queste di Schönberg soprattutto, per la loro particolare posizione: una musica assolutamente nuova e una forma così classica. Il pensiero, la piccola riflessione poetica era sul fatto che, per esempio, in poesia il concetto di tema è quasi indicibile, è costantemente nascosto dalle variazioni che sono tutte le poesie e sotto c'è il tema che è la lingua, che è qualcosa di non afferrabile. L'unica espressione artistica che nomina la parola "tema" è la piú astratta di tutte, cioè la musica e da qui è partita l'idea, che il costante diramarsi di variazioni (questo in poesia, questo in pittura, questo in musica) si lascia sotto un grande magma inafferabile che poi produce senso, il senso dell'arte.»
16) Insegnante di lettere a Rebibbia ma soprattutto poeta e narratore,
Edoardo Albinati ha accettato il nostro invito a raccogliere uno stimolo musicale, che a sua volta risponde ad uno stimolo visivo, per regalarci un racconto, una Sinfonia poetica, appunto. Ha scelto di lavorare su Quadri di un'esposizione, di Modest Musorgskij, perchéha confessato di amare questo modo rapsodico di fare musica e soprattutto perché lo intrigava da un punto di vista cronologico, anagrafico, ripercorrere la maniera in cui era giunto ad ascoltare tale composizione: incontrata per caso, nella cover "fracassona" di Emerson, Lake & Palmer . Poi qualcuno, un giorno, un medico russo, giudicando questa versione una "schifezza", gli ha fatto conoscere quella orchestrata da Ravel per giungere infine a quella originale per pianoforte.
Ed è nato "La vecchia delle candele".
cartella con le 16 puntate, raccolte singolarmente
www.mediafire.com/?2k40g628c0cidEdited by eos1948 - 25/7/2021, 15:31
