PAGINE IN FREQUENZA
a cura di Alessandro Forlani
La politica e l'attività parlamentare in libreria. In onda ogni venerdì alle ore 07.30
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www.radio.rai.it/grparlamento/podcast/podcast.cfmBeppe Grillo: le pagine chiare e le pagine scure 05/11/2007Esce la prima biografia non autorizzata, ciòè non rivista dall'’interessato, di Beppe Grillo, il comico quasi sessantenne, che, con le sue denuncie, piu’ di ogni rivoluzionario, sta mettendo in crisi il potere costituito della politica e dell'’informazione. “Beppe Grillo” edizioni Aliberti di Giorgio Rinaldi e Paolo Crecchi racconta gli esordi di Grillo nel mondo dello spettacolo e le prime avvisaglie di impegno politico con le celebri battute su Craxi, e poi la svolta con la creazione del suo sito internet e la promozione di campagne di protesta civile. Non mancano però gli appunti per le debolezze, che Grillo cerca di nascondere: la richiesta di condono fatta dalla società che gestisce i suoi immobili e la passione per i gommoni, mezzi molto inquinanti. Nel programma anche un’inchiesta americana sul mondo della sperimentazione dei farmaci. La giornalista Sonia Shah ha scoperto che le case farmaceutiche usano i paesi poveri, per sperimentare sull'uomo nuove medicine, ma anche prodotti placebo. Il suo libro si intitola “Cacciatori di corpi” ed è pubblicato da Nuovi Mondi Media.
www.mediafire.com/?myhqit0qymv"Questo giornalista dice solo fesserie": parola di Bagarella 12/11/2007Nella settimana in cui l’Italia festeggia giustamente l'’arresto del nuovo capo di Cosa Nostra, appartenente alla famiglia dei Lo Piccolo, abbiamo incontrato Lirio Abbate, il collega dell'Ansa di Palermo, minacciato dalla mafia. Autore con Peter Gomez del libro “I complici, tutti gli uomini di Provenzano da Corleone al Parlamento”, Fazi, da maggio di quest’anno vive sotto scorta, dopo che il boss Leoluca Bagarella, sottoposto al 41bis, lo ha minacciato dall’aula di un tribunale. Abbate, a Roma per presentare il libro dedicato a Giovanni Spampinato, di cui abbiamo parlato nelle settimane scorse, spera di non dover mai lasciare la Sicilia. L'Europa e gli Stati Uniti temono lo sviluppo cinese e tentano di ostacolarlo, anche se molte imprese occidentali fanno grandi affari in Cina, grazie al basso costo della mano d’'opera locale. Il giornalista inglese Will Hutton nel suo “Il drago dai piedi d’'argilla”, esprime un'opinione controcorrente sul futuro del gigante asiatico. Intervista di Giancarlo Rossi. La sanità è il settore piu’ importante della pubblica amministrazione, perché deve tutelare la salute dei cittadini. Come si è trasformata negli ultimi 50 anni? In che modo la politica l'ha influenzata? Risponde Eolo Parodi, medico ed ex parlamentare europeo, la cui biografia, “Vita da medico”, Red Azione, è stata curata dal giornalista Giuliano Crisalli.
www.mediafire.com/?nu4h2yazuzeRoma, appartamento vendesi: bagno, angolo cottura per un totale di metri quadri 9. 23/11/2007E' la casa, come problema sociale, al centro del numero di oggi del nostro settimanale. Con l'aiuto degli ultimi libri usciti sul tema, faremo il punto sui problemi a cui va in contro chi cerca casa, tra agenzie immobiliari abusive e irregolarità edilizie da sanare. Inoltre il mondo degli affitti, tra famiglie povere, ospitate in nero in case fatiscenti, e i privilegiati, in case di lusso, per poche centinaia di euro al mese. Lo sapevate che a Roma si può vendere un appartamento di 9 metri quadri, e poi affittarlo in nero per 450 euro al mese? Lo sapevate che su 66mila persone che lavorano come agenti immobiliari, 55mila non hanno il patentino? Interviste a Luca Leone, autore per Infinito Edizioni di “Sotto il mattone”, e a Roberta Carlini, autrice con Pat Carra di “Le mani sulla casa”, EDS. Nel programma anche il ricordo dei 50 anni del romanzo "Il Dottor Zivago", uscito in anteprima mondiale in Italia proprio il 23 novembre del 1957. Ascoltiamo l’audio della voce di Giangiacomo Feltrinelli, registrata nel 1967, e quella della moglie Inge, attuale presidente della casa editrice. Per il calendario degli appuntamenti dedicati all’anniversario, si veda il sito
www.feltrinelli.it.
www.mediafire.com/?qenj42tembgBarac Obama: un sogno americano alla portata di tutti 07/12/2007E’ uscita in Italia per Nutrimenti “I sogni di mio padre”, autobiografia di Barac Obama, il senatore afroamericano dell'’Illinois, che insidia ad Hillary Clinton la nomination democratica alla Casa Bianca. Il libro, scritto nel 1995, racconta la vita di Obama, dall'’infanzia ai primi successi politici. Figlio di uno studente keniano e di una ragazza “bianca” del Kansas, Obama subisce le discriminazioni a cui tutti i neri d’America sono soggetti e, dopo molti sbandamenti, decide di impegnarsi, nelle campagne per i diritti civili. Sullo sfondo una descrizione molto particolareggiata di come si vive in America: scuola, religione, politica. Il titolo del libro si riferisce al sogno del padre di Obama, incontrato solo una volta, di vedere un giorno l’Africa, libera dalla corruzione e dal colonialismo. Nel programma l’'intervista ad Andrea Palombi, responsabile della casa editrice Nutrimenti e vari sonori tratti dai discorsi di Barac Obama. Dicembre è il mese in cui ci si avvicina al Natale. In una società come la nostra, da parecchi anni, questa festa è piu’ che altro un'occasione di riposo e soprattutto il tempo in cui si fanno e si ricevono regali. Giornali, televisioni, manifesti pubblicitari e vetrine di negozi sono zeppi di annunci pubblicitari, e quest’anno soprattutto di offerte speciali. Si tratta di una novita', perché in genere a Natale i prezzi salgono. E’ un chiaro segno della difficoltà in cui vive oggi l'economia. Agli italiani, agli occidentali in genere si chiede di consumare sempre di piu', anche se i bisogni veri sono già soddisfatti. Un economista americano da' alcuni suggerimenti alla grande industria, per mantenere il nostro livello di ricchezza, e aiutare allo stesso tempo le aree piu' povere del mondo. Si chiama Benjamin Barber e il suo libro Si intitola "Consumed", "Consumati", l'editore americano è Norton, ma presto Einaudi pubblicherà la traduzione italiana. Quando si dice che a Natale bisogna tornare bambini, siamo sicuri che non ci sia qualcuno che gioca sporco? Sentiamo l’intervista di Giancarlo Rossi.
www.mediafire.com/?tdmumawzvciQuando anche Napolitano era comunista 14/12/2007Siamo nel 1961 e la delegazione italiana del PCI è appena rientrata da Mosca, dopo aver seguito il XXII congresso del PCUS. Sono passati 5 anni dalla denuncia dei crimini di Stalin e Kruscev ha tenuto testa ai tentativi di restaurazione. Ora la Russia lancia un piano ventennale di sviluppo economico e militare, che si ripropone di battere gli Stati Uniti, entro gli anni 80. Il mondo comunista però non è piu' unito sotto le insegne di Mosca. la Cina da una parte, Cuba dall'altra e poi la Jugoslavia, l'Albania e anche Italia e Francia, chiedono autonomia, per realizzare il socialismo. Nel 61 per la prima volta gli organi dirigenti del PCI, il comitato centrale e la direzione, non trovano unanimità sulla linea da seguire. Quei verbali, finora inediti, sono argomento oggi di un libro di storia, curato da Maria Luisa Righi, il titolo è “Il PCI e lo stalinismo”, Editori Riuniti, introduzione di Renzo Martinelli. Quello che rende però unica questa pubblicazione è il cd allegato, 15 ore di audio con tutti gli interventi di quella lunga discussione del 10 e 11 novembre 61. Voci antiche, Robotti, Secchia, Togliatti, voci piu' vicine, Berlinguer, Amendola, Ingrao, Cossutta, voci di giovani oggi famosi, Occhetto e soprattutto Napolitano, allora trentaseienne. Intervista con la curatrice Maria Luisa Righi e brani dei sonori. Un atlante per spiegare dove sono concentrati nel mondo i maggiori problemi ecologici. E' la scommessa del mensile "Le Monde diplomatique", che ha appena pubblicato in Francia un testo dal titolo appunto "Atlante dell'ambiente", di cui presto uscirà l'edizione italiana a cura del "Manifesto". Giancarlo Rossi ha intervistato Dominique Vidal, curatore dell'opera. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Cosi' la prima parte del terzo articolo della Costituzione. In sostanza non ci possono essere discriminazioni e appunto “Terzo non discriminare” è il titolo di un libro, appena pubblicato da EDS. Si tratta di una raccolta di 21 racconti sul tema delle disuguaglianze, che sono usciti vincitori di un concorso letterario, bandito dalla CGIL di Padova. A capo della giuria lo scrittore Ferdinando Camon, curatrice la segretaria provinciale del sindacato Rossana Tosato, che abbiamo intervistato.
www.mediafire.com/?jj2jjmmviniGiornata della memoria 2008: italiani brava gente? 25/01/2008Il 27 gennaio si ricorda ufficialmente la shoah. Quest’anno il nostro programma riflette sull’atteggiamento tenuto dai nostri concittadini, nel periodo delle leggi razziali e della persecuzione degli ebrei. Eric Salerno, giornalista del Messaggero, racconta nel suo “Uccideteli tutti”, Il Saggiatore, la storia del campo di concentramento di Giado in Libia, dove circa 500 ebrei morirono per mano degli italiani occupanti. Nando Tagliacozzo nel suo “Dalle leggi razziali alla Shoah”, Sinnos, ha raccolto 33 documenti legati alla vita quotidiana, degli ebrei tra il 1938 e il 1945, dalle pagelle di scuola alle lettere di licenziamento. I documenti sono riprodotti in fotografia e commentati. Spicca la richiesta di identificazione che le SS consegnarono agli ebrei di Roma, prima della deportazione di massa del 16 ottobre 1943. Interviste con gli autori e segnalazioni di altre recenti pubblicazioni. Per la pagina estera, approfondiamo due temi della campagna elettorale per le presidenziali USA. Anzitutto quello dei valori religiosi, che tutti i candidati dicono di interpretare, poi quello della riforma del welfare. Intervista di Giancarlo Rossi con Susan George, autrice per Fayard (prossimamente Feltrinelli) di “La pensée enchainée”.
www.mediafire.com/?vjzdmizt3onDalla Spagna una lezione di democrazia: i giovani ricordano i morti della guerra civile 01/02/2008Lo chiamano il movimento dei nipoti. E’ la ricerca spontanea di documenti, testimonianze, tracce delle migliaia di spagnoli, uccisi durante e dopo la guerra del 36-39. Dopo che la generazione dei figli aveva voluto dimenticare e si era dedicata operosamente a trasformare la Spagna in una delle piu’ floride economie del mondo, oggi i giovani iberici si sono messi letteralmente a scavare nei cimiteri di guerra e nelle fosse comuni, di cui qualcuno ancora ricorda l’ubicazione. Il risultato è spaventoso: non solo la guerra ha fatto quasi un milione di morti, ma negli anni del franchismo 150mila persone sono state eliminate. La repressione è durata fino agli anni 60. Uno psichiatra aveva persino stabilito che i repubblicani fossero una specie umana degenerata, da cancellare fisicamente. I giornalisti di Diario Enrico De Aglio e Beppe Cremagnani tornano in edicola con una nuova edizione del loro periodico e un documentario in d v d, intitolato “L’ultima crociata”, e dedicato proprio a questa lezione civile, che ci arriva dalla Spagna. Intervista con Beppe Cremagnani Un altro dei luoghi comuni della storiografia sulla guerra civile spagnola, riguarda il ruolo della Chiesa nel franchismo. Gli studi piu’ recenti, non condizionati da ideologie, dicono che i cattolici hanno appoggiato Franco, anche con eccessi in alcuni casi deprecabili, ma solo dopo che la Repubblica aveva iniziato una vera e propria persecuzione, che causò 6mila morti. Gli indubbi privilegi di cui la Chiesa godeva, venivano identificati con la tradizione da abbattere. Spiega questo clima il libro di Alberto Rosselli “La persecuzione dei cattolici nella Spagna repubblicana, 1931-1939” Solfanelli. E’ ancora possibile una poesia civile? Gli scrittori devono affrontare direttamente i temi politici? Risponde Marco Giovenale, autore della raccolta di poesie, prose e racconti fotografici “La casa esposta”, edizioni Le Lettere. Intervista di Giancarlo Rossi.
www.mediafire.com/file/iu4artyzyuy/Pagine in frequenza_2008.02.01_Dalla Spagna una lezione di democrazia.mp3La vita avventurosa e la morte misteriosa di Einrich Schliemann 08/02/2008Al centro del programma di questa settimana c’è una storia tra il fantastico e il reale. Il 26 dicembre 1890 moriva Einrich Schliemann, padre dell’archeologia moderna. Il ricchissimo e famoso scopritore di Troia è trovato in fin di vita in una strada di Napoli. Poco prima aveva annunciato ad un amico di essere sulle tracce di una nuova e sorprendente scoperta. Tra dati storici e aggiunte di fantasia, prova a rispondere alle domande poste dalla vicenda Roberto Fagiolo, nel romanzo “Il segreto perduto di Schliemann” edizioni Nutrimenti. In Europa la forbice economica tra ricchi e poveri torna a salire. Anche gli studiosi della società tornano a parlaredel’esistenza di quelle classi sociali, che fino a pochi anni fa erano considerate come superate. Se ne occupa il saggio di Roland Pfefferkorn “Disuguaglianze e rapporti sociali” pubblicato in Francia da Dispute. Intervista di Giancarlo Rossi. La letteratura individua spesso meglio della saggistica i problemi della società. Un esempio ne è la raccolta di racconti e brani stilisticamente vari, pubblicata da Coniglio sotto il titolo “Osama per mille anni”. L’autore, Fabio Zanello, da’ voce alla crisi di valori del nostro tempo, mettendo in scena personaggi amaramente comici. Dal giovane capace di parlare solo con frasi prese da film americani, all’ex protagonista del Grande Fratello, la cui opinione è ora ascoltata con attenzione da tutti: “se prima ero uno scemo, ora sono lo scemo”.
www.mediafire.com/file/mxykijmyyi2/Paginein frequenza_2008.02.08_Einrich Schliemann.mp3L'uomo che doveva uccidere Mao 03/04/2008 E’ la Cina, con la sua storia e il suo presente, al centro oggi del nostro programma. Parleremo di un libro, appena uscito presso Excelsior 1881, una piccola casa editrice, distribuita da RCS, che racconta una piccola, ma molto significativa, storia cinese, quella di una congiura, un po' reale, un po' presunta, che avrebbe dovuto uccidere il presidente Mao a Pechino, nel 1950, in occasione del primo anniversario della proclamazione della repubblica. Tra i congiurati anche tre italiani, che per i motivi piu' vari erano rimasti in Cina. La storia, scritta con lo stile insieme di un romanzo, di un saggio e di un reportage, è spunto per un racconto approfondito e preciso della storia, della geografia, della cultura e delle tradizioni cinesi del 900. Merito ovviamente dell'autrice, Barbara Alighiero, per anni corrispondente dell'agenzia ANSA da Pechino, poi capo dell'ufficio di corrispondenza dal Medio Oriente, nonche inviato in Afganistan, Pakistan e Iraq. Il titolo del libro è “L'uomo che doveva uccidere Mao”.
www.mediafire.com/?yjydkytmkoiEmanuela Orlandi mori' il giorno stesso della scomparsa? 12/03/2009Gli italiani hanno paura. Ci si chiude in casa, aumentano le vendite di sistemi di allarme, gli allevamenti di cani hanno continue richieste di clienti, che vogliono un cane da difesa. In molte citta’ si organizzano ronde di cittadini. Addirittura la questione sicurezza è stata una delle cause scatenanti della caduta del governo Prodi. I dati delle questure però parlano di una microcriminalità in continuo calo dal dopoguerra a oggi e di un paese che in Europa ha il piu’ alto numero di agenti delle forze dell’ordine, in proporzione agli abitanti. Eppure i media incentrano i loro sommari sulla cronaca nera e anche un fatto avvenuto nella lontana Alabama, come l’omicidio plurimo di questi giorni, o in Germania, come la strage a scuola, contribuisce al clima di paura nelle nostre città. Per capire meglio questa contraddizione, che condiziona anche gli interventi di sindaci e governanti, sentiamo il parere di uno scienziato della società, il professor Giandomenico Amendola, che ha insegnato in Italia e in America sociologia urbana, ora è docente a Firenze, e che è stato consulente di vari sindaci italiani. Amendola è curatore del testo “ Città, criminalità, paure”, edito da Liguori, 60 piccoli saggi, che prendono spunto dai vocaboli della paura urbana: da abitazione a tolleranza zero. E' appena uscito presso l'editore Sossella "Tre poesie e alcune prose", un'ampia raccolta delle opere di Roberto Roversi, uno degli autori più importanti del secondo dopoguerra, che vive da anni appartato a Bologna. Giancarlo Rossi ha intervistato il curatore, il poeta Marco Giovenale, che parla anche della sua ultima opera: “Soluzione della materia” edizioni La Camera Verde. La settimana scorsa con Rita Di Giovacchino abbiamo raccontato il contesto di intrighi che ha fatto da sfondo alla scomparsa di Emanuela Orlandi e abbiamo ricordato come la testimonianza di Sabrina Minardi, excompagna di un boss della banda della Magliana, che parla di rapimento appaltato, sia al vaglio della magistratura. Oggi sentiamo l’opinione di un giornalista, che non crede alla Minardi e anzi ha raccolto nel 2003 la testimonianza di due persone, secondo cui il caso Orlandi è un bruttissimo, ma banale caso di violenza sessuale, finito in disgrazia. La ragazza è morta subito, la sera in cui è scomparsa il 22 giugno del 1983. La fonte riservata rivela anche il luogo della tragedia: una villa alla Salita Monte del Gallo, una strada tutta curve, appena fuori dalle mura Vaticane. Questa rivelazione arriva alla fine di un lungo lavoro di analisi dei fatti, che già portava il nostro ospite a concludere che non si trattasse di un sequestro, opera di terroristi o delinquenti comuni. In Vaticano qualcuno sa, ma protegge un segreto avuto forse in confessionale, e in piu’ ci sono le norme della Chiesa su come trattare con riservatezza i casi di pedofilia. L’autore è il giornalista de L’Espresso Pino Nicotri, che ha già pubblicato nel 2002 il libro “Mistero Vaticano” e che è ora in libreria con “Emanuela Orlandi, la verità”, Baldini e Castoldi Dalai.
www.mediafire.com/?atyzmi4zizy30 Giugno 2001: Tre ergastoli per Piazza Fontana 17/04/2009In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, riproponiamo in formato mp3, alcune trasmissioni speciali, andate in onda su Grparlamento negli ultimi anni, e dedicate al periodo dello stragismo. Non ci sono colpevoli per la strage di Piazza Fontana. i processi svoltisi subito dopo i fatti hanno portato prima ad alcune condanne, ma poi sempre ad assoluzioni. Nel 2000 si era aperto un nuovo processo a Milano, basato sulle ricerche del giudice Guido Salvini. Nel pomeriggio del 30 giugno del 2001, dopo 48 ore di Camera di Consiglio, nel primo grado di giudizio la Corte d'Assise di Milano condanna all'ergastolo i 3 neofascisti veneti Zorzi, Maggi e Rognoni. Il processo è durato un anno e mezzo, e le testimonianze dei pentiti Digilio e Siciliano sono state considerate credibili. I due, anche se solo Digilio ha accettato di deporre in aula, hanno detto che erano state alcune cellule di movimenti neofascisti lombardi e veneti ad organizzare e mettere in atto la strage del 12 dicembre 69. In particolare Delfo Zorzi, diventato poi cittadino giapponese, era accusato di essere l'uomo che ha portato materialmente la bomba nella Banca dell'Agricoltura. La sentenza è stata poi capovolta nel 2004 in Appello, proprio come era avvenuto per i processi precedenti. Gr Parlamento ha seguito in diretta la lettura della sentenza di primo grado, grazie alla cronaca del collega della sede RAI di Milano Carlo Casoli. Il programma, curato da Alessandro Forlani, conprende anche una ricostruzione delle fasi del processo e una serie di documenti sonori relativi alla giornata della strage. Nella seconda parte della trasmissione la sentenza viene commentata dal giornalista dell' Ansa Paolo Cucchiarelli, autore di vari libri sui misteri d'Italia e dagli avvocati e parlamentari Gaetano Pecorella e Guido Calvi. Il primo, deputato di Forza Italia, era tra i difensori di Zorzi, il secondo, senatore DS, è stato il primo difensore dell'anarchico Pietro Valpreda, coinvolto nelle prime indagini e poi assolto.
www.mediafire.com/?jy1dzm4m2ybPiazza Fontana 30 anni dopo 24/04/2009In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, riproponiamo in formato mp3, alcune trasmissioni speciali, andate in onda su Grparlamento negli ultimi anni, e dedicate al periodo dello stragismo. Il 12 dicembre del 1999 Gr Parlamento ha dedicato uno speciale al trentesimo anniversario della strage, che, con i suoi 17 morti nel centro di Milano e con i suoi retroscena mai spiegati, ha segnato l'inizio di un decennio in cui le istituzioni repubblicane sono state messe a dura prova. L'’estrema sinistra parlò subito di "strage di Stato". La bomba della Banca dell'agricoltura, doveva spaventare l'opinione pubblica. In tutti gli strati della popolazione e nelle classi dirigenti ci doveva essere una richiesta spontanea di ordine, che doveva portare alla nascita di istituzioni e leggi piu' autoritarie. Quel giorno ci furono altri attentati a Milano e a Roma, ma il piano falli': le istituzioni erano piu' solide di quanto gli attentatori avevano creduto. Questo è il quadro che magistrati, giornalisti e storici fanno di quel fatto, ma senza che la giustizia italiana abbia mai trovato alcun colpevole. Quella bomba di Piazza Fontana poi portò con se' una lunga scia di sangue. Gli attentati stragisti si susseguirono per anni e in piu', tanti giovani di estrema sinistra ed estrema destra, illusi da sogni ideologici di palingenesi, si appellarono ai morti di quella strage, per avviare un'altra serie di azioni armate e di omicidi. In questa trasmissione, curata da Alessandro Forlani, si ricostruiscono i fatti del 12 dicembre 1969 e le indagini successive. Dopo un'intervista con Luigi Passera, rappresentante dei familiari delle vittime, Ugo Paolillo, magistrato incaricato dei primi rilievi alla Banca dell'agricoltura, racconta la sua esperienza e da' conto dei primi depistaggi. Guido Salvini, autore della "Sentenza-Ordinanza", che riapri' il caso negli anni 90, spiega i rapporti tra neofascisti veneti e servizi segreti deviati. Lo storico Umberto Gentiloni fornisce il quadro internazionale in cui si inserisce la strage. La trasmissione poi ricorda i processi dedicati a Piazza Fontana, che dopo aver escluso gli anarchici, finirono per addossare la colpa su estrema destra e agenti segreti deviati, ma senza poi individuare alcun responsabile. Pino Rauti, per anni deputato del Movimento Sociale e fondatore di Ordine Nuovo, racconta l'esperienza degli anni 60. Nella seconda parte del programma si da' conto del lavoro che la Commissione parlamentare sulle Stragi, attiva tra il 1988 e il 2001, ha svolto sui fatti del 69, nel tentativo, peraltro vano, di dare un giudizio politico condiviso da tutti gli schieramenti su quel periodo. Intervengono il presidente Giovanni Pellegrino, DS, e l'onorevole Enzo Fragala', AN. In conclusione, il giornalista Paolo Cucchiarelli dell'Ansa, autore di vari testi sul periodo delle stragi, fa il punto sulle varie ipotesi relative ad autori e mandanti di Piazza Fontana. Il programma si chiude rimandando al nuovo processo che si stava per aprire a Milano, a carico di 4 neofascisti veneti, concluso nel 2004, senza aver individuato i colpevoli della strage.
www.mediafire.com/file/0qjyyd1y1jx/...0_anni_dopo.mp313 Dicembre 1969: l'Edicola di Piazza Fontana 08/05/2009In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, riproponiamo in formato mp3, alcune trasmissioni speciali, andate in onda su Grparlamento negli ultimi anni, e dedicate al periodo dello stragismo. In questo speciale, Giammario nucci, accompagnato da Valentina Montanari, legge i giornali del 13 dicembre 1969. Le cronache, le interviste, i commenti di un'Italia attonita di fronte ad una strage, rispetto alla quale non si era visto niente di simile dai tempi, della seconda guerra mondiale.
www.mediafire.com/?tizom3ddtejLa strage dai capelli bianchi 15/05/2009In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, riproponiamo in formato mp3, alcune trasmissioni speciali, andate in onda su Grparlamento negli ultimi anni, e dedicate al periodo dello stragismo. Alla fine del 2003, mentre a Milano è in corso il processo di appello su Piazza Fontana, che cancellerà gli ergastoli del primo grado, presso gli Editori Riuniti, esce il libro dei giornalisti dell'Ansa Paolo Cucchiarelli e Paolo Barbieri, “La strage dai capelli bianchi”. E' una ricostruzione del nuovo processo di primo grado contro gli attentatori di Piazza Fontana ed insieme un'analisi storica, per individuare i possibili mandanti. In questa trasmissione, curata da Alessandro Forlani, gli autori presentano latesi di un complotto interno alle istituzioni, per creare un regime autoritario, poi sfuggito di mano ai suoi stessi autori. I capelli bianchi sono la metafora della strage infinita, ma rimandano anche a quanto dicono i figli di Aldo Moro sul fatto che lo statista apparve improvvisamente invecchiato quel 12 dicembre ’69, preoccupato per se’ e per il paese. Nel programma vengono intervistati anche lo storico Francesco Biscione, il giudice Guido Salvini e il Presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino.
www.mediafire.com/?zqn5xnjzjdy1974, Brescia, la morte in Piazza 22/05/2009La città di Brescia sta rivivendo, tramite il processo in corso ai presunti mandanti della strage del 28 maggio ’74, le motivazioni, politiche e criminali, che portarono alcuni ignoti esecutori a piazzare una bomba in un cestino di rifiuti, in occasione di una manifestazione antifascista, in una mattina di pioggia. Il processo, aperto all’inizio del 2009, durerà almeno fino al 2011, visto che solo i testimoni da sentire sono quasi 2000. In questo dibattito radiofonico, curato da Alessandro Forlani e andato in onda il 28 maggio del 1999, si ricorda il venticinquesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia. 8 le vittime, anzi i caduti, come preferiscono dire i familiari, e 94 i feriti. I colpevoli non furono mai scoperti, anche se è chiaro il quadro storico in cui l'episodio si inserisce: quello ciòè della cosiddetta Strategia della Tensione. Proprio in quel 1974 in un episodio ancora poco chiaro, mori’, durante un’esercitazione sugli Appennini, un neofascista, il cui gruppo, secondo alcune fonti, aveva in programma numerosi attentati in varie città, tra cui uno ad una diga, che dovevano replicare la situazione di caos, creata nel ’69 dalla bomba di Piazza Fontana. Era il momento in cui il governo, con il Presidente Rumor e il Ministro della Difesa Andreotti, cercavano di mettere ordine nei cosiddetti “servizi deviati”. La prima parte della trasmissione è dedicata alla ricostruzione degli eventi, con alcuni testimoni diretti. Sono intervenuti Franco Castrezzati, il sindacalista della CISL, che stava tenendo il comizio al momento dello scoppio della bomba e Manlio Milani, presidente dell'associazione Caduti di Piazza della Loggia, che ha perso nella strage la moglie trentaduenne. Seguono poi le testimonianze dell’allora Sindaco di Brescia Paolo Corsini, del cronista del “Giornale di Brescia” Tonino Zana e del regista bresciano Silvano Agosti, autore di un documentario sulla strage. Il dibattito prosegue poi con il racconto del quadro storico e giudiziario relativo alla strage, con gli interventi di Guido Salvini, autore della Sentenza Ordinanza, che ha riaperto negli anni '90' le indagini su Piazza Fontana e a seguire anche su Piazza della Loggia, , e dello storico Nicola Tranfaglia. Per un giudizio politico sulla vicenda, intervengono poi i componenti la commissione Stragi del Parlamento italiano, che ha cercato invano dall'88 al 2001, di dare un giudizio condiviso sui misteri d'Italia. Parlano l’allora Presidente Giovanni Pellegrino(DS) il senatore Alessandro Pardini (DS) il senatore Alfredo Mantica (AN) e l'onorevole Enzo Fragalà(AN). L'ultima parte del programma è incentrata sull'intervento dell’allora Procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini, che commenta la proroga ottenuta allora per le nuove indagini sulla strage.
www.mediafire.com/?zjoe21ot02gPiazza Fontana: la giustizia alza bandiera bianca 29/05/2009In occasione del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, riproponiamo in formato mp3, alcune trasmissioni speciali, andate in onda su Grparlamento negli ultimi anni, e dedicate al periodo dello stragismo. Il 12 marzo del 2004, mentre tutto il mondo è sconvolto dalla strage di madrid e si interroga su chi abbia messo quelle bombe sui treni, a milano la giustizia italiana scrive la parola fine sulla bomba di Piazza Fontana. Gli imputati, che avevano avuto l'ergastolo in primo grado, sono assolti, anche se con l’articolo 530, e quindi con una sorta di “insufficienza di prove”. L'unico condannato è il pentito che li accusava, anche se le attenuanti finiscono per cancellare anche la sua pena. C'è anche una beffa nella sentenza: le spese processuali sono a carico delle parti civili, i familiari delle vittime. Il 3 maggio del 2005 la sentenza è confermata dalla Corte di Cassazione e sui 17 morti e 85 feriti cala per sempre il sipario, senza che nessun responsabile venga punito. In questa trasmissione ascoltiamo uno speciale realizzato a caldo da Cecilia Rinaldini e Giammario Nucci con le testimonianze degli avvocati della difesa e di parte civile. In conclusione Alessandro Forlani fa il punto su cosa la storia e la giustizia hanno detto sui mandanti e gli esecutori della strage.
www.mediafire.com/?yw20dmymzyzIl segreto di Piazza Fontana 05/06/2009E se le bombe fossero state due? Due bombe, in due borse a Piazza Fontana, una ad orologeria ed una a miccia, due bombe in due borse alla BNL di Roma e all’Altare della Patria. Partendo da questa ipotesi, il giornalista dell’ANSA Paolo Cucchiarelli, dopo piu’ di 10 anni di ricerche, propone una soluzione non solo al mistero della strage di Piazza Fontana, ma anche a tre episodi chiave, collegati alla strage, come la morte di Giuseppe Pinelli, quella dell’editore Giangiacomo Feltrinelli e l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi. L’inchiesta è contenuta nel libro:”Il segreto di Piazza Fontana”, edizioni Ponte Alle Grazie. In sostanza su imput di forze rimaste oscure, alcuni neofascisti si sono infiltrati nei movimenti anarchici milanesi e li hanno convinti ad attuare attentati dimostrativi a Milano e Roma, per innescare un moto rivoluzionario, che ricalcasse il “maggio” francese. C’erano anche dei manifesti già pronti con lo slogan:”Maggio ’68-Autunno ‘69”“. “La strage non si capisce, se non si considera che la bomba doveva scoppiare, quando la banca era chiusa”. Questo, secondo indiscrezioni, quanto riferito da Paolo Emilio Taviani nella parte segreta della sua audizione del 1997 alla Commissione Stragi del Parlamento. Secondo Cucchiarelli, che si limita ad assemblare ed analizzare verbali di interrogatorio, perizie e materiale di stampa, quindi tutti elementi già pubblici, alle borse esplosive piazzate dagli anarchici e munite di timer, sono state aggiunte dai neofascisti altrettante borse esplosive a miccia, che hanno causato la strage. Pinelli, che non aveva un alibi per il pomeriggio del 12 dicembre, si era proprio adoperato, per fermare gli attentati dimostrativi. La sera del 15 dicembre alla questura di Milano viene detto a Pinelli che sono state trovate altre bombe a Milano, bombe scoperte dai Vigili e fatte sparire, che erano state messe dagli anarchici. A Pinelli viene mostrata una cassetta portagioielli, simile a quelle delle bombe anarchiche e gli viene detto che Valpreda ha parlato. Segue una colluttazione e Pinelli precipita dalla finestra della Questura. Il Commissario Calabresi aveva scoperto la verità sulle doppie bombe e sul traffico di armi ed esplosivi, che alimentava i gruppi di estrema destra. Lasciato solo, secondo Cucchiarelli, fu ucciso da Lotta Continua, con il consenso di settori dello Stato. Anche l’editore Feltrinelli, che era già l’obiettivo politico delle bombe del ’69, viene fatto morire con un timer difettoso nell’attentato, che stava attuando nel ’72 a Segrate. Il libro di Cucchiarelli contiene anche alcune interviste a conferma delle ipotesi formulate. “Lei lo scriva, cosi’ la facciamo finita una volta per tutte”. Questa la risposta all’ipotesi delle due bombe di Silvano Russomanno, l’uomo dei servizi segreti italiani, che si è occupato delle indagini su Piazza Fontana. Il segreto si sarebbe protratto per tutto questo tempo, perché tutte le forze in campo, inclusi il PCI e la sinistra extraparlamentare, avevano delle verità da nascondere
www.mediafire.com/?jznwhgifnyn4 agosto 1994, muore Giovanni Spadolini: addio ad un "signore" della politica 01/07/2009Giovanni Spadolini nasce a Firenze il 21 giugno 1925, esattamente 8 giorni prima di Giorgio Napolitano, e muore a Roma il 4 agosto 1994. Docente universitario, viene chiamato a dirigere prima il Resto del Carlino e poi il Corriere della Sera. Allontanato per contrasti con l'’editore, accetta l'’offerta di Ugo Lamalfa per entrare in parlamento con il Partito Repubblicano. Fu Montanelli, che allora lavorava al Corriere, a far incontrare i due. Spadolini da giovane era simpatizzante del Partito Radicale, prima che fosse guidato da Pannella e poi si era avvicinato ai repubblicani. Del PRI Spadolini diventerà segretario, alla morte di Lamalfa, avvenuta nel ’79. Nell'’81, caduto il governo Forlani, per lo scandalo “P2”, Spadolini diventa il primo Presidente del Consiglio non democristiano della storia repubblicana. Il suo governo dura un anno e mezzo, un tempo relativamente lungo per quel periodo storico, e alle elezioni dell'’83 i repubblicani raggiungono il loro massimo storico, superando il 5 percento. Nel ’91 è nominato senatore a vita, non per motivi sociali, come avviene in genere per i politici, ma per meriti scientifici, ciòè per la sua attività di storico. Arrivato nel ’92 alle soglie del Quirinale, era lui con Scalfaro il candidato, dopo la caduta di Forlani ed Andreotti, Spadolini si ammala di tumore. Nel ’94 si propone come candidato super partes alla presidenza del Senato, ma diventa di fatto il candidato del centrosinistra. Alla fine perde per un voto. Analizziamo i vari aspetti dell’attività dello statista con alcune persone, che lo hanno conosciuto da vicino: i giornalisti Ugo Magri e Stefano Folli, suoi collaboratori al tempo della presidenza del Consiglio, lo storico del risorgimento Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini, Nuova Antologia, e la dottoressa Roberta Martinelli, curatrice nel 2004 di una mostra di cimeli napoleonici, donati da Spadolini. Bibliografia: Il papato socialista. Milano, Longanesi, 1950. L'opposizione cattolica da Porta Pia al '98. Firenze, Le Monnier, 1954. Il mondo di Giolitti. Firenze, Le Monnier, 1969. Il Tevere più largo. Milano, Longanesi, 1970. Gli uomini che fecero l'Italia. 2 voll., Milano, Longanesi, 1972 (nuova ed. TEA, 1999. L' Italia della ragione: lotta politica e cultura nel Novecento. Firenze, Le Monnier, 1978. Tradizione garibaldina e storia d'Italia. Firenze, Le Monnier, 1982. Italia di Minoranza. Firenze, Le Monnier, 1983. Cattolicesimo e Risorgimento. Firenze, Le Monnier, 1986. A tu per tu, Milano, Tea 1991 In diretta col passato, Milano, Tea 1994 Cultura e politica nel Novecento italiano. Firenze, Cassa di Risparmio di Firenze, 1994. La mia Firenze - Frammenti dell'età favolosa. Firenze, Le Monnier, 1995. Ascheri, Giacomo. Giovanni Spadolini : prima presidenza laica. Roma, Editalia, 1988. Bagnoli, Paolo (a cura di). Bibliografia degli scritti giornalistici di Giovanni Spadolini, 1948-1994. Firenze, Polistampa, 2004. Bagnoli, Paolo, a cura di. Spadolini e il Corriere della Sera, 1968 1972. Firenze, Polistampa 2009. Ceccuti, Cosimo. Giovanni Spadolini. Roma, La navicella, 1992. Ceccuti, Cosimo (a cura di). Spadolini storico e uomo delle istituzioni : bibliografia degli scritti di storia moderna e contemporanea, degli scritti e discorsi politici, 1990-1994 : con un'appendice di scritti postumi, 1995-1999. Firenze, Le Monnier, 2000. Masoni, Franco. Giovanni Spadolini : storico giornalista statista. Collezione: Quaderni europei. Bellinzona, Casagrande, 1988. Palladino, Francesco. Se il PCI va al governo : interviste con Giorgio Amendola, Giovanni Spadolini, Umberto Agnelli. Milano, Sperling & Kupfer, 1978. Valiani, Leo. Spadolini e la storia dell'Italia contemporanea : quarant'anni di insegnamento e di studi. Grassina, Bagno a Ripoli, Le Monnier, 1994.
www.mediafire.com/file/embnzoztnyn/...la_politica.mp3"The way he was": in memoria di Walter Kronkite 17/09/2009Il 17 luglio è scomparso, all’età di 92 anni, il giornalista americano Walter Kronkite. Conduttore del Tg serale della CBS dal ’62 all'81, ha descritto e commentato i principali eventi della storia e della cronaca dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri, prima come inviato di varie agenzie di stampa, poi con la televisione, infine con una rubrica su un quotidiano. Ripercorriamo la sua vita e il suo insegnamento, riascoltando i momenti piu’ significativi delle sue cronache. Nella nostra trasmissione parliamo spesso di storia, soprattutto di storia politica, specie quando si intreccia con la storia giudiziaria e con i grandi casi di politica internazionale. Si tratta di questioni centrali per la democrazia, perché si tratta di sapere se e quando la violenza, la ragion di Stato, la corruzzione abbiano condizionato la storia, ma si tratta di questioni molto difficili da dipanare, per la difficoltà di districarsi tra le fonti: testimonianze, spesso contraddittorie, e documenti d’archivio scarsi o inaccessibili. Su quanto sia difficile scrivere di grandi questioni di storia ed attualità, senza fare romanzi o propaganda, ma volendo appunto essere scientifici, si esercita Aldo Giannuli, ricercatore di Storia Contemporanea presso l'’Università degli Studi di Milano, nel suo ultimo saggio intitolato "L'abuso pubblico della storia" edizioni Guanda. L'’intervista è di Giancarlo Rossi. 2 luglio 1955, Marina di Pietrasanta, litorale di Viareggio, Renato Carosone è ospite d'onore di un locale che apre per la prima volta, si chiama “La Bussola”, un nome che resterà nella storia della musica italiana, ma anche della televisione, della società, persino purtroppo della cronaca nera. La Bussola era un padiglione affacciato sul mare della Versilia, che poteva ospitare fino a 1500 persone. Era un po’co night, un poco’ bar, un poco’ teatro e locale da ballo, qualcosa insomma di nuovo e per molto tempo unico. Dagli anni ‘50 agli anni ‘80, La Bussola rappresenta l’italia, sia per i cantanti che si esibiscono (dai classici, agli urlatori, fino alla discomusic) sia per il pubblico che li ascolta, dai ricchi veri a quelli per un giorno, provenienti dalla “Milano da bere” degli anni ’80, passando per i jeans dei contestatori del ’68. La storia della Bussola è raccontata in due libri da Marco Bernardini, giornalista di TuttoSport, nipote di Sergio Bernardini, fondatore del locale. I titoli sono: “Li abbiamo fatti cantare”, Robin e “Questa notte non si balla”, Cairo Publishing, dedicato ai fatti del 31 dicembre ‘68, l’assalto di Lotta Continua alla Bussola. Intervista con l'’autore.
www.mediafire.com/?cmmhzq2ytmdQuando la Cina dominerà il mondo 02/01/2010 Tra pochi giorni gli elettori del Cile sceglieranno il nuovo presidente, successore di Michelle Bachelet. Per la prima volta dalla fine della dittatura nell’89 potrebbe toccare ad un uomo del partito nazionalista, erede del movimento di Pinochet, il generale, che l’11 settembre del 1973 rovesciò il governo del Presidente Allende. In quei giorni lo stadio di calcio di Santiago, che aveva ospitato i mondiali del ’62, divenne un campo di concentramento. Quello stadio è ora dedicato ad una delle vittime della repressione: il cantante e poeta Victor Jara. E’ questo il tema di uno dei nostri documentari radiofonici su sport e storia. La Cina continua a crescere, e non solo sul piano della produzione di beni di largo consumo. Quest’anno è stata ad esempio innaugurata la ferrovia piu’ moderna e veloce del mondo. Alcuni esperti temono lo scoppio di una bolla immobiliare e fanno notare la forte disoccupazione, ma presto Pechino supererà Tokyo, come seconda economia del mondo. Anche i cinesi cambiano e diventano un po’ come noi: consumisti e a volte razzisti. Di questi temi si occupa il saggio:"When China rules the world" di Martin Jacques, docente alla London School of Economics, pubblicato da Allen Lane. Intervista di Giancarlo Rossi. Il Sudan, il paese piu’ esteso dell’Africa, è da anni attraversato da una guerra civile tra il nord islamico ed il sud animista e cristiano. Quest’anno si terranno le elezioni politiche e l’anno prossimo il referendum, che quasi certamente segnerà l’indipendenza del sud. Sullo sfondo dello scontro c’è il contrasto tra Cina e Stati Uniti, per il controllo delle risorse del paese. Della situazione in Sudan, parliamo con Antonella Napoli, presidente di Italians or Darfur ed autrice del libro “Volti e colori del Darfur”, edizioni Coré. Fatti come quelli del colpo di stato in Cile nel ’73 o come quelli del Darfur di oggi sono noti oppure restano ignoti, grazie o a causa del giornalismo. I media hanno un ruolo importantissimo nel sensibilizzare l’opinione pubblica e poi nel dettare le priorità di azione dei governi. Vediamo con un libro, raccolta di 6 reportages di guerra, come è cambiato in questi anni il modo di raccontare i conflitti e i crimini contro l’umanità. Il testo si intitola “La guerra ad un passo”, edizioni Bur, ed è curato e tradotto da Simone Barillari, che abbiamo intervistato.
www.mediafire.com/?etulajtymzyLe origini della guerra civile italiana 08/01/2010Il 2 aprile del 1982 il regime militare argentino, passato alla storia per aver ucciso quasi 30mila persone, accusate di essere politicamente pericolose, invade le isole che gli argentini chiamano Malvinas, un piccolo arcipelago colonia britannica e denominato Falklands. I colonnelli vogliono risollevare il morale di una nazione stanca di soffrire. In realtà la disfatta, che ne segue, sarà l'inizio della fine del regime. Quella guerra si intrecciò con la rivalità calcistica tra le due nazioni. Le piccole storie dei calciatori Ardiles e Villa e della cosiddetta "mano de Dios" di Diego Armando Maradona, ce le racconta in un documentario radiofonico Francesco Graziani.
Finita la guerra fredda e con essa il bipolarismo USA-URSS, abbiamo vissuto un ventennio di predominio occidentale, lo stesso che è in piedi dalla fine del 700. Non era cosi' prima e probabilmente non sarà cosi' nel XXI secolo. Oltre all'avanzata cinese, si profilano altri centri di potere economico e politico, come il Sud-America, che potrebbe aggregarsi intorno al Brasile, il mondo arabo e forse l'Africa. Una storia del predominio americano sul mondo dal 700 a oggi è contenuta nel saggio: "Power, profit and prestige", del sociologo americano Philip Golub, pubblicato negli Stati Uniti presso Pluto Press. Giancarlo Rossi ha intervistato l'autore.
Una lettura critica e molto documentata degli anni tra la fine della prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo è contenuta nel libro "Le origini della guerra civile", edizioni Utet, scritto dal professor Fabio Fabbri, docente di storia contemporanea all'università di Roma 3. Si tratta di un periodo molto esemplare, per capire il rapporto degli italiani con la politica.
Arno Schmidt è uno dei più importanti autori tedeschi del dopoguerra e il traduttore Domenico Pinto lo ha fatto conoscere al pubblico italiano con la pubblicazione, presso l'editore Lavieri, delle sue opere giovanili. E' stato appena pubblicato il romanzo "Specchi neri" e ne sono in preparazione altri. Giancarlo Rossi ha intervistato Domenico Pinto.
www.mediafire.com/file/wyyzatl0wma/Pagine in frequenza_2010.01.08_Le origini della guerra civile italiana.mp3Delitto Moro, parla la figlia Agnese:'il vero mistero da svelare è per che motivo tutti abbandonarono mio padre'. 15/01/2010"Il vero mistero del sequestro e dell'assassinio di mio padre, è quello che un uomo politico, che aveva scritto la Costituzione e che aveva guidato il paese nei momenti piu' difficili, possa essere stato abbandonato da tutti e lasciato morire; credo che uno studio della sua vita politica potrà farci capire meglio anche i misteri dei 55 giorni ". Lo dice Agnese Moro, una dei 4 figli dello statista, in questa intervista, con cui ritorniamo a sentire i protagonisti e i testimoni del Delitto Moro, il piu' grave episodio di violenza politica della storia repubblicana. Molti i fatti dei 55 giorni su cui Agnese Moro fa le sue puntualizzazioni. Riguardo al tema della prigione del padre, Agnese Moro ricorda l'episodio della telefonata arrivata a casa, che annunciava l'individuazione del covo e l'attuazione di un blitz, per liberare il prigioniero. "la mattina dopo, non ricordo la data precisa, ci dissero che era troppo pericoloso e che non se n'era fatto niente". "Credo, aggiunge, che comunque le forze dell'ordine avessero un'idea, forse anche precisa, di dove mio padre veniva tenuto nascosto; non è vero che non avessimo persone preparate a fronteggiare il terrorismo, tant'è che poi in pochi mesi è stato sgominato". La figlia ricorda una frase scritta dal padre in quei giorni:"non c'è niente da fare, quando non si vuole aprire la porta". "Il paese, dice Agnese Moro, ha guardato morire un innocente senza fare niente, e questo pesa sulla coscienza di tutti". La figlia dello statista assassinato, che ora porta in giro per l'Italia con l'Associazione Aldo Moro, il ricordo politico ed umano del padre, vuole soffermarsi anche sulla sua figura di giurista e di uomo delle istituzioni, che purtroppo è passata in secondo piano, a causa dei tragici eventi di cui fu vittima. "Mio padre contribui' in modo determinante alla stesura della Costituzione repubblicana". "La sua idea di democrazia era partecipativa; dire che la Repubblica è fondata sul lavoro, significava affermare che tutti quelli che finora erano stati esclusi dalla gestione della cosa pubblica, dovevano essere protagonisti e quindi anche responsabili di essa". Dal punto di vista politico, Moro, spiega la figlia Agnese, era un vero progressista: ad ogni svolta, ad ogni bivio della vita politica del paese, poteva limitarsi a ripetere come tanti le stesse scelte, ed invece ha sempre rilanciato, per sperimentare iniziative, che allargassero la democrazia. "Nel '58, quando divenne segretario della DC, cominnciò a lavorare, per portare alle responsabilità di governo i socialisti e per questo fu quasi minacciato di essere scomunicato da alcuni esponenti delle gerarchie ecclesiastiche". "Certo però non era un avventurista: il suo principale metodo politico era quello di convincere e creare consenso intorno alle scelte anche piu' nuove". Agnese Moro ricorda anche il giudizio dato dal padre nel '77 sul terrorismo brigatista. "Si tratta, scriveva Moro sul Giorno, di un movimento conservatore, che vuole affermare con la violenza un passato finito, e che impedisce l'apertura di nuovi e piu' ampi orizzonti". Secondo Agnese Moro, il risultato dell'azione delle BR fu proprio questo: far deviare la nostra democrazia verso il passato. E questo fu anche, per la figlia dello statista, il motivo per cui Moro fu cosi' solo nella sua prigionia, perché forse non solo le BR volevano impedire che si aprissero nuovi spazi di democrazia. Alla fine Agnese Moro lancia un appello a tutti quelli che sanno, perché parlino in nome della comune appartenenza all'umanità. "Non credo che siano i ricatti incrociati o le minacce, ma solo la buona volontà, l'idea di costruire un mondo migliore, a poterci davvero far voltare pagina: so che potrebbe essere vista come una posizione ingenua, ma spesso nella storia le cose piu' ingenue sono quelle che hanno avuto piu' forza".
www.mediafire.com/file/iztmmz5umbn/Pagine in frequenza_2010.01.15_Agnese Moro.mp3Delitto Moro: la versione delle BR 15/02/2010In questo approfondimento dedicato ai testimoni del delitto Moro, incontriamo una persona, che probabilmente è davvero un testimone diretto o quasi diretto del delitto, il brigatista rosso Prospero Gallinari. Classe 1951, mai pentito, Gallinari è tra i terroristi, che attuarono l’agguato di Via Fani e, secondo la versione ufficiale, rimase accanto a Moro per tutti i 55 giorni della prigionia nel covo di Via Montalcini. Gallinari si assume tutte le responsabilità delle sue azioni, ma insiste sul fatto che la storia del delitto è, dal punto di vista storico-politico, assolutamente chiara:”la responsabilità è tutta delle Brigate Rosse”. Gallinari non ha mai parlato in tribunale, ma ha affidato i suoi ricordi e le sue riflessioni ad un libro:”Un contadino nella metropoli”, Bompiani. L’intervista con Gallinari è a cura di Milvia Spadi.
www.mediafire.com/file/jd33htzmyo2/Pagine in frequenza_2010.02.15_Delitto Moro la versione delle BR.mp3Delitto Moro, tra dubbi e certezze 22/02/2010In questo speciale ospitiamo un dibattito tra due studiosi del caso Moro, sostenitori di due linee di pensiero divergenti. Da un lato Francesco Maria Biscione, ricervatore presso l’'Enciclopedia Treccani, consulente della Commissione Stragi, dall'’altra Vladimiro Satta, funzionario del Senato, per anni addetto proprio ai lavori della stessa Commissione d’'inchiesta. Se Biscione è noto per aver messo in risalto il ruolo avuto dalla criminalità organizzata nei 55 giorni del sequestro, Satta è stato il primo a parlare esplicitamente di “falsi misteri”. Ricordiamo i loro lavori: F.Biscione “Il delitto Moro”, Editori Riuniti e “Il memoriale di Aldo Moro”, Rizzoli. V.Satta, “Odissea nel delitto Moro”, Edup e “Il caso Moro e i suoi falsi misteri”, Soveria Mannelli Rubbettino.
www.mediafire.com/file/mzmzm4mzokt/Pagine in frequenza_2010.02.22_Delitto Moro dubbi e certezze.mp3Delitto Moro: la pista sovietica e le BR esoteriche 06/03/2010Questo numero del nostro settimanale di cultura è dedicato al ricordo di Enzo Fragalà, l’'avvocato palermitano, autore di tante inchieste parlamentari sui misteri d’Italia, morto il 26 febbraio 2010, dopo essere stato aggredito selvaggiamente tre giorni prima all’'uscita dal lavoro. Fragalà era stato varie volte ospite dei programmi di grparlamento ed in particolare di Pagine in frequenza. Alcune sue interviste sulle stragi di Piazza Fontana e Piazza Loggia sono disponibili sul podcast di questo sito. In questa trasmissione incontriamo il giornalista de L'’Opinione Ruggero Capone, autore del libro: ”Le BR esoteriche”, edizioni Nuove Idee. Il testo ha la prefazione di Fragalà e si basa in gran parte sul materiale d’'archivio raccolto dal deputato palermitano nel corso dei 12 anni di attività in commissione Stragi e in commissione Mitrokin. Nel corso della trasmissione abbiamo citato anche i seguenti testi:” Professione spia” di Francesco Grignetti, Marsilio, “Il mio agente Sasha” di Paolo Guzzanti, Aliberti e “I segreti di Papa Wojtyla” di Antonio Socci, Rizzoli.
www.mediafire.com/file/4jzjqdm2duy/Pagine in frequenza_2010.03.06_La pista sovietica.mp3Wanda Poltawska: "l'amico" del cuore di Giovanni Paolo II 13/03/2010Le notizie provenienti dagli Stati Uniti relative al mondo dell’informazione e dell’editoria non sono confortanti. Molti giornali chiudono, molti altri mettono a pagamento le loro pagine web. Non fanno differenza i cosiddetti editori puri e quelli che sono parte di grandi gruppi industriali. Anche in Europa il settore è in crisi e la Francia ha introdotto il sistema, impensabile in quel paese, dei sussidi pubblici. Il punto della situazione è ben sviluppato nel saggio uscito in Francia per le edizioni La Fabrique "L'argent et les mots", "Il denaro e le parole", l’autore è Andrè Schiffrin, editore statunitense di origine francese. Intervista di Giancarlo Rossi Nel 2009 l’epistolario che Karol Wojtyla e l’amica del cuore Wanda Poltawska si scambiarono per 55 anni divenne un caso, per il fatto che la Poltawska ne rese pubblica una parte in un libro, pubblicato in Polonia, e soprattutto perché non lo consegnò per intero al l’ufficio incaricato di portare avanti la causa di canonizzazione di Papa wojtyla. L’exportavoce del Papa e il suo segretario cercarono di sminuire il ruolo della Poltawska e la accusarono di voler ritardare la beatificazione di Giovanni Paolo II. Ma chi è questa quasi novantenne, che poteva accedere liberamente agli appartamenti privati del Papa polacco? Il suo ruolo di primo piano nelle vicende pastorali e politiche del pontificato di Karol Wojtyla è rivelato dal libro:”Karol e Wanda”, Sperling & Kupfer scritto dai giornalisti della Stampa Giacomo Galeazzi e Francesco Grignetti. Abbiamo sentito quest’ultimo, esperto di servizi segreti, sugli aspetti piu’ politici della vicenda. L’epistolario tra Wojtyla e la Poltawska è appena stato pubblicato anche in Italia col titolo: Diario di un'amicizia. La famiglia Poltawski e Karol Wojtyla, edizioni San Paolo. Ricordiamo anche il racconto della detenzione subita dalla Poltawska nel lager tedesco di Rawensbruch: E ho paura dei miei sogni. Quando la morte non vince, edizioni dell’Orso.
www.mediafire.com/file/j1sinqjsq54ible/Pagine in frequenza_2010.03.13_Wanda Poltawska.mp3Delitto Moro: i testimoni di Via Fani 20/03/2010Questo numero del nostro settimanale di cultura è dedicato al trentaduesimo anniversario del 16 marzo ‘78, giorno della strage di Via Fani, dell'’assassinio dei 5 uomini della scorta di Aldo Moro, rapito quel giorno dalle Brigate Rosse e poi ucciso il 9 maggio. È in libreria un testo, un po'’ racconto, un po'’ saggio, che da’ voce a tutti e 34 i testimoni, che in tribunale hanno detto quello che avevano visto quella mattina di fine inverno. Il testo, edito da Nutrimenti si intitola:”Via Fani ore 9.02” ed è stato scritto dal giornalista Romano Bianco e dal consulente marketing Manlio Castronuovo. Abbiamo sentito quest’ultimo, autore, sullo stesso tema, anche di “Vuoto a perdere”, Besa. Pino Rauti, exsegretario del MSI e di Fiamma Tricolore racconta a Grparlamento cosa vide dal balcone di casa la mattina del 16 marzo 1978. “Stavo per uscire dalla mia abitazione di Via Stresa, per recarmi alla Camera, dove il gruppo del Movimento Sociale doveva riunirsi, prima del voto di fiducia –che sarebbe stato negativo, al governo Andreotti, quando ho sentito i primi colpi e le prime raffiche di mitra”. “Ho fatto la guerra, spiega Rauti, e ho capito subito che si trattava di qualcosa di grave; mi sono affacciato alla finestra da dove si vede l’'angolo di Via Fani e ho visto una persona coi capelli bianchi e con una borsa in mano, che veniva accompagnata, senza fretta e senza particolare violenza , da due altre persone, che la fecero poi salire su un auto”. Data la distanza, Rauti non riconosce Moro e pensa che si tratti di un agguato al costruttore Caltagirone, che abitava anch’egli nella zona. “Riuscii comunque a prendere il numero di targa dell’'auto in fuga”. Nei giorni successivi Rauti riceve la visita del Colonnello Varisco, stretto collaboratore del Generale Dalla Chiesa. “Ci siamo chiesti perché i rapitori di Moro si siano avventurati su Via Stresa, che era a doppio senso di marcia e non abbiano percorso Via Fani, da cui avrebbero potuto piu’ facilmente allontanarsi dalla zona”. “L’'ipotesi che avanzammo con Varisco, era che Moro sia stato nascosto nei paraggi di Via Stresa, per essere portato via nelle ore o nei giorni successivi”. “Il quartiere era rosso; sui muri del palazzo dove abitavo apparivano di continuo scritte contro di me; le mie figlie non potevano nemmeno uscire di casa; Varisco era convinto che li’ ci fosse una base brigatista, usata per il momento piu’ importante dell’azione contro Moro, quello appunto della fuga”. Che nelle vicinanze ci fosse, se non una base, almeno un basista, trova sostegno nel ritrovamento nei giorni successivi delle 3 auto, usate dalle BR per l’'agguato e la fuga, in una strada del quartiere: Via Licinio Calvo. Anche Rauti, come molti altri testimoni dell'’agguato, ha sentito prima alcuni colpi isolati e poi delle raffiche di mitra, segno che i brigatisti, contrariamente a quanto raccontano, spararono prima con pistole e poi con armi di piu’ grosso calibro.
www.mediafire.com/file/its5ifq9yiitn17/Pagine in frequenza_2010.03.20_I testimoni di Via Fani.mp3Delitto Moro: cosa ha scritto la giustizia? 27/03/2010Questo speciale, parte della serie dedicata alle interviste ai protagonisti del “caso Moro, fa il punto sulle inchieste della magistratura sull’'uccisione dello statista DC. Il nostro ospite è il Dottor Antonio Marini, che ha rappresentato l’'accusa nei processi Moro ter, quater e quinquies. Sentiremo da lui quanto poco i brigatisti abbiano collaborato con la giustizia e quante cose ci siano ancora da scoprire sui 55 giorni del sequestro. I primi due procedimenti, Moro I e Moro bis sono stati unificati e sono andati a sentenza nell’83. 32 gli ergastoli inflitti dalla corte di assise, ridotti a 22 in appello. Il cosiddetto Moro ter, dedicato non solo al caso Moro , ma anche all’'attività brigatista nella capitale dal 77 all’82, si conclude il 12 ottobre 1988, con 153 condanne (26 ergastoli e 1.800 anni complessivi di detenzione). Le condanne sono state quasi tutte confermate nei gradi successivi di giudizio. L'1 dicembre 1994 il processo Moro quater, che si occupa di alcuni risvolti del caso non risolti dai processi precedenti, condanna all' ergastolo Alvaro Loiacono, riconosciuto come partecipante all’agguato di Via Fani. Sentenza confermata nel 96 in appello e nel 97 in Cassazione. Nel ’96 arriva anche la sentenza del Moro quinquies, con la condanna a 30 anni di Germano Maccari, riconosciuto colpevole dell’'omicidio di Aldo Moro. Il processo subirà varie revisioni e la condanna sarà abbreviata a 23 anni. Una sesta inchiesta è stata archiviata dalla procura di Roma. In questa intervista, curata da Alessandro Forlani e Milvia Spadi, Antonio Marini sottolinea la grande difficoltà in cui la giustizia è incappata, dovendo sempre sottostare alle rivelazioni e soprattutto alle non rivelazioni dei terroristi. Restano senza risposta le questioni fondamentali: l'’agguato di Via Fani e la scena dell'’omicidio, avvenuto 55 giorni dopo.
www.mediafire.com/file/jk9j7n666c6z6sy/Pagine in frequenza_2010.03.27_Delitto Moro cosa ha scritto la giustizia.mp3Delitto Moro: cosa sapeva Pecorelli? 10/04/2010In questo speciale dedicato ai retroscena del delitto Moro, parliamo del giornalista Mino Pecorelli, assassinato a roma 10 mesi dopo Aldo Moro, il 20 marzo del 79. Pecorelli era un giornalista, che si è dimostratomolto ben informato sui retroscena del sequestro e la cui morte è da studiosi, giornalisti, e anche magistrati, collegata al caso Moro, nel senso che appunto qualcuno,( anche se la giustizia non ha potuto dire chi), lo avrebbe ucciso, per impedire che rivelasse sul suo giornale: OP, di quali protezioni avessero goduto i brigatisti e che fine avevano fatto le carte autografe, mai ritrovate, scritte da Moro durante la prigionia. Sulla morte di Pecorelli non è stata fatta giustizia. ci fu una prima inchiesta, che aveva come accusati gli estremisti di destra della capitale, in particolare Valerio Fioravanti, poi prosciolto. E ce ne fu una seconda, che fece scalpore, perché mise sul banco degli imputati Giulio Andreotti, 7 volte presidente del consiglio, con mafiosi e componenti della banda della Magliana. Andreotti fu assolto in primo grado, condannato in appello, poi assolto definitivamente in cassazione. al di la dell’esito del processo, restano i tanti dati messi insieme dalla procura di Perugia, dove si sono svolti gli ultimi procedimenti. Di quello che Pecorelli sapeva del delitto Moro, parliamo con Alessandro Cannevale, magistrato della procura di Perugia. L’intervista è curata da Alessandro Forlani e Milvia Spadi. Cannevale è anche scrittore ed ha pubblicato con Einaudi i romanzi noir:”La foglia grigia” e “backstage”.
www.mediafire.com/file/2t765l6w5v14sxl/Pagine in frequenza_2010.04.10_Delitto Moro cosa sapeva Pecorelli.mp3Mossad base Italia 17/04/2010In questo numero del nostro settimanale di libri, ci occupiamo della storia del Mossad, quello che è considerato uno dei servizi segreti piu’ potenti del mondo. Vedremo soprattutto come il territorio italiano sia stato cruciale nel ‘900, per l'’azione degli agenti israeliani, il cui scopo era negli anni ’40 l'’afflusso di uomini e armi verso il neonato stato di Israele. Parleremo di alcuni fatti misteriosi, come il presunto attentato a Golda Meir nel 73 a Roma, della liberazione degli arabi sospettati dell'’azione e della conseguente caduta dell’'aereo Argo 16, servito per il trasporto in Libia dei fuggiaschi. Sentiamo Eric Salerno, corrispondente da Gerusalemme per il quotidiano Il Messaggero, ed autore per Il Saggiatore di “Mossad base Italia”. Sui rapporti tra servizi segret italiani ed israeliani interviene il professor Giuseppe Delutiis, storico consulente di procure e commissioni parlamentari, ed autore per Sperling e Kupfer dell’'edizione aggiornata del suo:”I servizi segreti italiani”. Nella seconda parte del programma si approfondiscono i temi dell'’attualità medio orientale con il professor Massimo Campanini, in libreria con” Storia del medio oriente”, Il Mulino e “I fratelli mussulmani nel mondo contemporaneo”, Utet. Sul tema segnaliamo anche: Il grande gioco. I servizi segreti in Asia centrale di Peter Hopkirk, 2010, Adelphi, Il libro che lo Stato italiano non ti farebbe mai leggere. Stragi punite e impunite all'ombra dei servizi segreti di Gianni Flamini, 2010 Newton Compton, I servizi segreti delle SS. Nascita ed evoluzione, difficoltà e successi delle organizzazioni spionistiche più temibili del mondo di Edmund Blandford, 2010, Newton Compton, Chi spiava i terroristi. KGB, STASI-BR, RAF. I documenti negli archivi dei servizi segreti dell'Europa «comunista» di Antonio Selvatici, 2009, Pendragon L'entità. La clamorosa scoperta del servizio segreto vaticano: intrighi, omicidi, complotti degli ultimi cinquecento anni, di Eric Frattini, 2009, Fazi e L'assedio della Mecca. La rivolta dimenticata, la nascita di Al Qaeda e la genesi del terrore di Yaroslav Trofimov, 2010, Newton Compton.
www.mediafire.com/file/lx9l5cbbgpuk2fc/Pagine in frequenza_2010.04.17_Mossad base Italia.mp3I cari estinti della politica italiana 30/04/2010Secondo le Nazioni Unite ed altre agenzie internazionali, circa 250 milioni di bambini e adolescenti sono costretti a lavorare. Questi dati riguardano lavori illegali, quindi non attività di stage o per cosi' dire di avviamento al lavoro. Anche nel nostro paese il fenomeno è molto diffuso, specie tra le comunità di immigrati. Sentiamo la professoressa Paula Benevene, docente di economia all'Università Lumsa di Roma ed autrice per Maggioli del testo: "Il lavoro minorile, conoscere il fenomeno". Nell'aula del tribunale dei minori di Napoli nei giorni scorsi, è stato proiettato un video, preso dalle telecamere a circuito chiuso di una banca, in cui si vede un giovane di 17 anni, che uccide una guardia giurata, per rubarle la pistola. È un omicidio a freddo, che si svolge come purtroppo accade spesso, sotto lo sguardo indifferente dei passanti. La città di Napoli specie nei quartieri piu' poveri, ci ha ormai abituato a fatti del genere. Anche ragazzi molto piu' giovani, di 9 10 anni, sono arruolati dalla Camorra e iniziano fin da piccoli la loro militanza, in quello che i napoletani chiamano "il sistema". Si tratta dell'equivalente di quello che in Africa accade quando i ragazzi sono arruolati dagli eserciti in guerra. Del fenomeno si occupa il libro "Gioventu camorrista", edizioni Newton Compton, di Giuseppe Carrisi, collega di RAI International, già autore di un reportage sui bambini soldato, uscito col titolo "Kalami va alla guerra", sempre per Newton Compton. Intervista con l'autore. Il sociologo francese Jean-Pierre Garnier, ricercatore al cnrs, ha pubblicato presso le edizioni Agone di Marsiglia una raccolta di testi sulla sociologia urbana dal titolo "Une violence éminnement contemporaine", "Una violenza decisamente contemporanea". Giancarlo Rossi lo ha intervistato. Giampaolo Pansa, uno dei piu' grandi giornalisti del nostro paese, tocca con il suoi "Cari estinti" edizioni Rizzoli le corde sia del sentimento, che della riflessione piu' profonda. I protagonisti della vita politica, dagli anni 60 a Tangentopoli, sono raccontati, nella loro realtà sia pubblica che privata, tramite gli articoli scritti da Pansa in passato e soprattutto tramite gli appunti, i cui contenuti non trovavano poi posto in pagina. Un libro insomma di retroscena della politica: dalle campagne elettorali, alle trattative per la nascita dei governi, alle coltellate tra correnti di partito, tutto fino alla fine, ciòè al crollo della prima repubblica e all'avvento di Berlusconi. Intervista con l'autore.
www.mediafire.com/file/37h9ic336igqyca/Pagine in frequenza_2010.04.30_I cari estinti della politica italiana.mp3Delitto Moro: il mistero dell'ultima notte 08/05/2010Cosa accadde davvero la notte tra l'8 e il 9 maggio 1978? Perché le BR decisero di uccidere l'ostaggio, nonostante le trattative segrete, volte a liberarlo e a dare un riconoscimento politico ai terroristi, stessero, per concludersi? A quete domande cerca di rispondere questo radiodocumentaio, che raccoglie le testimonianze dirette di chi aspettò invano quella mattina la liberazione dello statista democristiano.
www.mediafire.com/file/yw3pazx8axxxczb/Pagine in frequenza_2010.05.08_Delitto Moro il mistero dell'ultima notte.mp3Care ragazze: attente alla tirannide della bellezza 15/05/2010La bellezza e la forma fisica stanno diventando un requisito indispensabile per l'’ingresso in politica delle donne. Lo stesso non avviene in paesi a noi vicini, come la Germania. La senatrice del PD Vittoria Franco ha scritto una lettera aperta alle giovani, che vogliono entrare in politica o riuscire in una professione, per ricordare loro il valore della cultura e di una autentica uguaglianza tra uomo e donna, basata sulla condivisione delle responsabilità. Il testo, pubblicato da Donzelli, è intitolato “Care Ragazze. Vittoria Franco ci parla anche dell’'impegno del movimento femminile della sinistra, tema di: “Memoria di una che c’era, per una storia dell’UDI”, di Marisa Rodano, edizioni Il Saggiatore. Interviene nel dibattito anche Beatrice Lorenzin, deputata PDL. Una sorta di diagnosi sulla condizione sociale della donna, specie delle ragazze, cosa pensano, come immaginano il loro futuro, è contenuta nel saggio “Nude e Crudi, femminile e maschile nell’'Italia di oggi”, Donzelli, dell'’antropologa Sandra Puccini. Intervista con l'’autrice. Il partito politico piu’ in forma del momento è senza dubbio la Lega Nord. Si tratta dell’unico partito, che non ha un ufficio per le pari opportunità tra uomo e donna, che non ha questo tema nel suo statuto, eppure è un partito molto votato dalle donne, ed un partito, in cui molte donne hanno incarichi importanti, anche se sempre per cooptazione. Al fenomeno è dedicato un libro-reportage, che si intitola semplicemente “Leghiste”, edizioni Marsilio, l'’autrice è una giornalista del Foglio: Cristina Giudici. Intervista con l’'autrice.
www.mediafire.com/file/xswyckkdpa834dl/Pagine in frequenza_2010.05.15_La tirannide della bellezza.mp327 Giugno '80: battaglia franco-libica su Ustica? 21/05/2010Nel film "Il muro di gomma" di Marco Risi, 1991, si raccontano la strage di Ustica e i vani tentativi di stampa e magistratura di penetrare appunto questo muro di segreti, che respinge ogni sforzo di scoprire la verità su quello che successe il 27 giugno 1980 nei cieli sopra l'isola di Ustica, tra la Campania e la Sicilia. Un aereo passeggeri italiano, partito da Bologna e diretto a Palermo, esplode in volo; ci sono 81 morti e la giustizia, che ha inquisito i vertici dell'aeronautica militare, accusati di non collaborare con le indagini, alla fine ha dovuto dire che non si sa perché quell'aereo cadde e che nessuno ha nascosto quello che sapeva, perché appunto nessuno sapeva alcunche. Le indagini per questo che è stato il caso piu' approfondito della storia giudiziaria italiana, (2 milioni di pagine di atti), sono state svolte dal giudice Rosario Priore che ha scritto un libro in cui racconta quello che nella sua sentenza ordinanza era un'ipotesi, ciòè che l'aereo fu abbattuto in una vera e propria battaglia tra francesi e libici. Il testo, scritto con il giornalista Giovanni Fasanella è intitolato: "Intrigo internazionale" ed è edito da Chiarelettere. Di Priore, impegnato anche nelle indagini sul caso Moro e sull'attentato a Giovanni Paolo II, ricordiamo anche: "L'attentato al Papa", Kaos. Nel Programma intervengono anche i giornalisti Paolo Cucchiarelli dell'Ansa e Domenico Quirico de La Stampa.
www.mediafire.com/file/5pojbl525z6l7zv/Pagine in frequenza_2010.05.21_Battaglia franco-libica su Ustica.mp3La 'Maonomics' e l'ottimismo cinese, che non contagia l'Europa. 29/05/2010Pagine in frequenza cerca periodicamente di tenere sotto osservazione le pubblicazioni, che analizzano lo sviluppo economico e sociale cinese, per capire se davvero è a Pechino il futuro del mondo e quindi per capire anche quali contromisure Europa e Occidente debvano prendere. Non che ci dobbiamo sentire in guerra con nessuno, ma è chiaro che è in atto una competizione globale, in cui l'Europa , tra crisi finanziaria, disoccupazione e disagio giovanile, corre il rischio di soccombere e di trasformarsi in un museo. In studio, con Alessandro Forlani e il giornalista di Rainews24, esperto di Asia Marco Madinelli, l'economista Loretta Napoleoni, consulente di varie università internazionali e di testate come la CNN e in libreria per Rizzoli con "Maonomics", un saggio sui cambiamenti in corso in Cina. Secondo Loretta Napoleoni, la decadenza occidentale, rappresentata dalla recessione, dalla corruzione e dalle speculazioni finanziarie ed avente come conseguenza la depressione dilagante nei giovani, ha come contraltare lo spirito di positiva intraprendenza dei cinesi. Nel programma intervengono al telefono alcuni ospiti, che mostrano come in Cina governo e società civile stiano facendo alcuni passi avanti sul fronte dei diritti umani, della libertà di informazione, della lotta alle mafie e della tutela del lavoro. Sentiamo Paolo Rosa, docente di sociologia politica a Trento ed autore per Rubbettino de "Lo stile del drago", Renzo Cavalieri, docente di diritto cinese all'università Ca' Foscari di Venezia e curatore per Brioschi di "Germogli di società civile in Cina" e Franco Mazzei, docente di Storia del Giappone all'università Orientale di Napoli ed autore con Vittorio Volpi de "La rivincita della mano visibile. Il modello economico asiatico e l'Occidente", Egea, università Bocconi.
www.mediafire.com/file/933mx6vmzeuhbd3/Pagine in frequenza_2010.05.29_La Maonomics e l'ottimismo cinese, che non contagia l'Europa.mp3Mino Martinazzoli: strano o vero democristiano? 05/06/2010"Uno strano democristiano", edizioni Rizzoli è una lunga intervista della giornalista di Famiglia Cristiana Anna Chiara Valle a Mino Martinazzoli, per anni parlamentare, ministro e ultimo segretario della DC dal '92 al 94. I due autori del libro riflettono in questa trasmissione sui motivi del declino della DC negli anni '80 e sul senso dell'agire politico ai nostri giorni. Era inevitabile che la DC si ciogliesse? La causa fu Tangentopoli? E' vero lo stereotipo del democristiano moderato a oltranza?In studio Alessandro Forlani e l'ex direttore di Tg1 e Tg3, grande esperto di politica, Nuccio Fava. Collegati al telefono l'onorevole Guido Bodrato, per anni ministro e membro della direzione DC, e Marco Follini, senatore PD, ex segretario dei giovani DC e in libreria con "Elogio della pazienza", Mondadori. Nel suo libro, Martinazzoli scrive che l'Italia vive in un'alternanza di maggioranze politiche, che, piu' che rappresentare i cittadini, si autorappresentano. Questa situazione è il frutto sia di una involuzione della politica, dovuta anche alla corruzione di molti uomini di partito, sia di una degenerazione della società civile, come dimostra l'illegalità diffusa. La DC ha dimenticato in fretta la lezione di Aldo Moro, che proponeva un rinnovamento morale del partito ed una alternanza al governo con il Partito Comunista. Forse, secondo i partecipanti al dibattito, la crisi economica globale potrebbe spingere oggi a quella moderazione negli stili di vita, che porta con se' una maggiore riflessività nell'azione politica.
www.mediafire.com/file/1razbbrv1emjijt/Pagine in frequenza_2010.06.05_Mino Martinazzoli strano o vero democristiano.mp3Il Coniglio bianco e le minibombe atomiche. 11/06/2010Pagine in frequenza presenta in questo numero due thriller, che, con il linguaggio della fantasia, risvegliano l'attenzione dei lettori su due gravi e realissimi problemi: i rischi per la salute, derivanti dall'uso dei telefoni cellulari, e l'esistenza, non ammessa, ma nemmeno smentita da vari governi, di armi nucleari delle dimensioni di una pallottola, in grado di inquinare l'ambiente per millenni. Al primo problema è dedicato:"Il coniglio bianco", De Agostini, romanzo d'esordio di Nino Treusch, manager di una multinazionale delle telecomunicazioni. Nella finzione narrativa, un giovane dirigente di un'azienda telefonica scopre i risultati di uno studio riservato, che dimostrano come l'uso del telefonino causi il cancro. Nella trasmissione Nino Treusch si confronta con il dottor Marco Bortolotti, laureato in fisica, ed autore per Edarc di: "Campi elettromagnetici; i rischi domestici e come difendersi". I risultati degli esperimenti svolti finora sono contraddittori, perché i telefonini sono usati da troppi pochi anni, per poter realizzare studi attendibili. Spicca però negativamente, in Italia e all'estero, l'assenza di leggi, che impongano di usare con precauzione cellulari e altri elettrodomestici, che creano campi elettromagnetici. Al tema delle armi nucleari delle dimensioni di un proiettile di pistola, è dedicato il romanzo:"Il segreto delle tre pallottole", Edizioni Ambiente, scritto dal giornalista d'inchiesta Maurizio Torrealta, e dal fisico nucleare Michele Del Giudice. Torrealta ci spiega di aver scoperto che nelle guerre combattute negli ultimi venti anni sono state usate varie volte miniarmi nucleari. L'opinione pubblica non se n'è accorta, perché gli effetti apparenti non sono quelli classici delle grandi bombe atomiche. Queste armi sono state realizzate dai laboratori militari di vari paesi , grazie alla realizzazione nell'89 della cosiddetta "fusione fredda", lo scioglimento di atomi di uranio, attuato a freddo, con una comune macchina per l'elettrolisi. La fusione fredda, che potrebbe assicurare energia pulita all'umanità, è stata tenuta quasi segreta, in modo da utilizzare i suoi effetti in ambito militare.
www.mediafire.com/file/z9mbzmsreunfp89/Pagine in frequenza_2010.06.11_Il Coniglio bianco e le minibombe atomiche.mp3Yo soy El Diego e altre storie dei mondiali sudafricani 19/06/2010Sono in corso in Sudafrica i campionati mondiali di calcio, i primi a svolgersi nel continente africano, e, in questo numero di Pagine in frequenza, cercheremo di suggerire la lettura di alcuni testi, che ci aiutino a capire quale sia il significato culturale, sociale ed economico di questo evento e del fenomeno del calcio in generale. Vedremo che paese è il Sudafrica, come il calcio abbia aiutato il superamento dell'appartheid, parleremo del razzismo nel calcio, cercheremo di riflettere sul perché il gioco del pallone, attiri cosi' tanti appassionati, nonostante gli scandali, e non potremo in questo senso non parlare di Diego Armando Maradona, che torna al calcio giocato da allenatore dell'Argentina, e che ha pubblicato un'autobiografia. In studio Alessandro Forlani, con il collega di Radiouno Francesco Graziani, esperto ed appassionato di sport. In collegamento telefonico: Marco Buemi, fotoreporter, autore di: "Il Sudafrica in bianco e nero", Infinito, Mauro Valeri, psicoterapeuta e sociologo, autore di:"Che razza di tifo", Donzelli, Andrea Salerno, direttore della casa editrice Fandango, che pubblica: "Yo soy el Diego", autobiografia di Maradona, Claudia Sapegno, scrittrice per ragazzi ed autrice di: "Il romanzo di Maradona", Aliberti, Adriano Angelini, poeta e giornalista, autore di: "I 101 goal, che hanno fatto la storia del calcio italiano", Newton Compton e Cosimo Argentina, docente di scuola superiore, ed autore con Fiorenzo Baini di: "Messi a 90, le partite più raccapriccianti dell'Italia ai mondiali e altre storie di ordinaria follia calcistica", Manni. Sul tema del Sudafrica e del calcio come fenomeno culturale segnaliamo anche: L'uomo che parlava agli elefanti di Lawrence Antony, Newton Compton, Lungo cammino verso la libertà, autobiografia di Nelson Mandela, Feltrinelli, La mia vita di Miriam Makeba, Goré, Bafana, Bafana, romanzo di calcio, magia e Mandela di Troys Blacklaw, Donzelli, La mappa (molto affollata) dei mondiali di Walter Fontana e Michele Tranquillini, De Agostini, Azzurro tenebra, di Giovanni Arpino, Bur, Maradona. DVD. Con libro, film di Emir Kusturica Feltrinelli, TOCCA A TE di KGEBETLI MOELE, Epoché Edizioni, I mondiali della vergogna. I campionati di Argentina '78 e la dittatura, di Pablo Llonto Edizioni Alegre
www.mediafire.com/file/gpg06bb694rsid5/Pagine in frequenza_2010.06.19_Yo soy El Diego e altre storie dei mondiali sudafricani.mp31960: Tambroni, la Piazza e il MSI. 26/06/2010Il 4 aprile 1960 il presidente del consiglio, il democristiano Fernando Tambroni chiede la fiducia alla Camera, con un discorso patriottico. Il 9 il governo supera la prova con 300 voti a favore e 293 contro. Tambroni passa con l'appoggio dei 24 deputati missini e di 4 indipendenti di destra, oltre alla sua Democrazia Cristiana. Tre dei suoi ministri però lasciano l'esecutivo, perché considerano inaccettabile che, a soli 15 anni dalla fine della dittatura fascista, il governo sia retto dal Movimento Sociale. Tambroni si dimette l'11 aprile, il capo dello Stato Gronchi cerca un altro candidato a palazzo Chigi, ma poi rinnova la fiducia a Tambroni, visto che formalmente il parlamento gli aveva detto si'. In agosto ci sono le olimpiadi di Roma e Gronchi vuole che l'italia abbia un governo stabile. La vigilia dei giochi sarà invece macchiata di sangue. La città di Genova si ribella alla celebrazione il 2 luglio del congresso nazionale del MSI. Ci sono scontri tra polizia e manifestanti. A Genova c'è solo un ferito, ma 11 manifestanti ed un agente di pubblica sicurezza rimangono uccisi negli scontri di piazza succedutisi in varie città dal 5 all'8 luglio. Tambroni si dimetterà irrevocabilmente il 9. In questa trasmissione cercheremo di parlare di quelli che sono i tre protagonisti di questo bagno di sangue: la piazza, Tambroni e il Movimento Sociale, un partito, quest'ultimo, che in quel 1960 era sospeso tra richiami al passato fascista e spinte innovative. Sentiamo Riccardo Navone, libraio genovese, esperto di storia locale ed autore per Coedit di: "30 giugno la resistenza continua, moti di piazza e repressione nei giorni del governo Tambroni", Agostino Giovagnoli, docente di storia contemporanea all'Università Cattolica di Milano, esperto di storia della DC (la sua ultima pubblicazione è: "Storia e globalizzazione", Laterza) e Giuseppe Parlato, docente di storia contemporanea alla Libera Università San Pio V, esperto di storia della destra in Italia, ed autore tra l'altro di: "Fascisti senza Mussolini, Il Mulino. Sul tema segnaliamo anche: "L'eroe del giorno" di Fabio Ciriachi, Gaffi e "Al tempo di Tambroni. Genova 1960: la Costituzione salvata dai ragazzi in maglietta a strisce" di Annibale Paloscia, Mursia
www.mediafire.com/file/gsum323p9d7artb/Paginein frequenza_2010.06.29_1960 Tambroni, la piazza e il MSI.mp3Quell'altro 30 giugno '60, che fece sognare l'Africa. 03/07/2010Il 30 giugno 1960, mentre in Italia le piazze di Genova protestavano contro il governo Tambroni, il Belgio dichiarava l'indipendenza del Congo, che occupava dalla fine dell'800. In questo numero di Pagine in frequenza, tramite musiche, sonori d'archivio ed interviste ad esperti, cercheremo di capire cosa successe in quei giorni in Africa, che parte, vedremo non piccola ebbero gli italiani, come truppe di pace e poi come soldati mercenari, nella guerra civile, che segui l'indipendenza, e come poi si è sviluppata la storia del Congo, passato tra il 97 e il 2003, attraverso due guerre spaventose, che hanno causato 5 milioni di morti. Nella prima parte del programma la storia del Congo è analizzata dal professor Stefano Bellucci , docente di Storia e politica del mondo afro-asiatico alla Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pavia, ed autore, tra gli altri, di due testi, editi da Carocci, dedicati al centrafrica: "Le guerre africane" e "Africa contemporanea: Politica, cultura, istituzioni a sud del Sahara". Segnaliamo poi due letture, che ci aiutano a capire il Congo di oggi:"Di notte si vede molto di piu'" di Patrizia Politelli, edizioni Manni (l'autrice è una docente di scuola superiore, che ha curato un progetto culturale per le donne congolesi, e Il libro è una sorta di diario: sono 100, per cosi dire cartoline, in cui si racontano persone, luoghi, abitudini, modi di dire della gente del paese africano) e "Generazione kalashnikov, un antropologo dentro la guerra in Congo", di Luca Jourdan, edizioni Laterza (l'autore lavora per l'università di Bologna ed ha svolto ricerche sul campo nel paese africano, scoprendo che le guerre degli ultimi 20 anni hanno causato nei giovani una vera e propria assuefazione alla violenza).
Nel 1960 molti italiani, militanti di estrema destra o semplici amanti della vita avventurosa, si arruolarono come mercenari, per combattere in Congo contro le fazioni considerate comuniste. Per molti la spinta venne dalla strage di aviatori italiani, perpetrata da alcuni congolesi l'11 novembre 1961. I sopravvissuti di quella guerra sono stati intervistati da Ippolito Edmondo Ferrario, scrittore e giornalista, nel libro:"Mercenari. Gli italiani in Congo 1960, edizioni Mursia. Sentiamo l'intervista con l'autore, che è anche curatore del libro:"Legionario in Algeria 1957-1962", di Sebastiano Veneziano, Mursia. L'indipendenza del Congo, preceduta e seguita a breve dall'indipendenza di quasi tutti gli stati africani, segnò la fine degli imperi coloniali europei, belga, francese, britannico e portoghese. Si può ancora parlare di imperi nella geopolitica moderna? Quali sono gli insegnamenti dello studio degli imperi del passato, per la conoscenza della politica internazionale odierna? E' il tema del saggio "Empires
in world history" di Jane Burbank e Frederick Cooper, storici della New York University, pubblicato dalla Princeton University Press. Giancarlo Rossi ha intervistato gli autori.
www.mediafire.com/file/v9464b1ekwmhh4r/Pagine in frequenza_2010.07.03_Quel 30 giugno 1960 che fece sognare l'Africa.mp3Le stragi di mafia del biennio '92-93 e i rischi corsi dalla nostra democrazia 10/07/2010Ci sono stati dei contatti tra mafia, pezzi deviati dello stato, massoneria e mondo degli affari, che hanno cercato di condizionare la vita del nostro paese in un suo passaggio cruciale, quello degli anni 1992-93, gli anni di tangentopoli, gli anni della fine di un sistema politico, quello incentrato sull'alleanza tra Democrazia Cristiana e partiti laici. Lo ha spiegato nei giorni scorsi il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia Giuseppe Pisanu. Questa alleanza tra poteri occulti è autrice delle stragi del 92, contro i giudici Falcone e Borsellino e le loro scorte e poi di quelle del 93, le bombe di Firenze, Roma e Milano, che hanno ucciso, ben 9 persone. Le stragi poi sarebbero finite perché la mafia, tramite un accordo con questi settori deviati dello Stato avrebbe trovato la maniera di portare avanti le sue attività indisturbata. Di queste manovre occulte e quindi di una trattativa tra mafia e parti delle istituzioni, si parla da parecchi anni, sia nelle aule di tribunale, che sui media. La novità è che il Parlamento, maggioranza e opposizione, per una volta insieme, ha deciso di indagare sul tema, per dare un giudizio politico, ciòè, per dire se la nostra democrazia ha corso o meno in quegli anni qualche pericolo. In questo programma sentiamo anzitutto come il presidene Pisanu ha ricostruito le vicende di quegli anni. Sentiamo poi Giuseppe Ayala, magistrato all'Aquila, e già deputato del centrosinistra e sottosegretario alla Giustizia. Ayala, autore del libro: "Chi ha paura muore ogni giorno", Mondadori, ricorda come gli attentati a Lima e Falcone influenzarono in modo determinante la crisi di governo del '92 e l'elezione del nuovo capo dello Stato. L'allora ministro della Giustizia Claudio Martelli ricorda quanto già testimoniato a Palermo, nel processo Mori-Obinu, e cioè che venne a sapere che i due ufficiali del ROS chiedevano di poter incontrare Ciancimino. L'allora ministro dell'Interno Vincenzo Scotti ricorda come avesse denunciato il serio pericolo di azioni eversive e di come il presidente Andreotti avesse commentato che si trattava invece di una "patacca". Nella seconda parte del programma i due commissari dell'Antimafia Filippo Saltamartini (PDL) e Laura Garavini (PD) spiegano cosa si aspettano nelle prossime audizioni e danno la loro discorde valutazione sui rischi corsi dal paese in quegli anni. Sull'argomento ricordiamo, oltre ai libri già recensiti in passato, due testi appena usciti:"La trattativa" di Maurizio Torrealta, Bur e"L'agenda nera della seconda Repubblica; Via D'Amelio 1992-2010. Un depistaggio di Stato" di Giuseppe Lobianco e Sandra Rizza, Chiarelettere.
www.mediafire.com/file/8q58tpxsifs847j/Pagine in frequenza_2010.07.10_Le stragi di mafia del biennio 92-93.mp3Da Livorno al Quirinale, storia dell'italiano Ciampi 17/07/2010Il presidente Carlo Azeglio Ciampi, che il 9 dicembre compirà 90 anni, è in libreria con una sorta di autobiografia ragionata. Il titolo è: "Da Livorno al Quirinale, storia di un italiano", edizioni Il Mulino. Si tratta di un dialogo alla pari, in cui si intrecciano e si scambiano domande e risposte, che Ciampi svolge con un grande giornalista, che è consigliere del Quirinale: Arrigo Levi, exdirettore della Stampa di Torino e conduttore di tanti programmi della RAI. Il testo sta suscitando molte polemiche, perché Ciampi rivela alcuni retroscena della vita politica degli anni '90, ma gli autori l'hanno concepito soprattutto come un racconto del Ciampi studente, combattente e funzionario della Banca d'Italia, un Ciampi uomo normale, che spiega come, con lo studio e il lavoro, si possa migliorare se stessi e il paese. Sentiamo l'intervista con Arrigo Levi. Di Ciampi ricordiamo anche: "Un metodo per governare", Il mulino, poi "Dall'Europa all'euro, dall'euro all'Europa", Treves, e "Dalla crisi al risanamento", Treves. Sulla vita e l'attività politica di Ciampi, segnaliamo anche: "Carlo Azeglio Ciampi. L'uomo e il presidente", di Paolo Peluffo, suo portavoce, BUR, "Dialoghi con il presidente. Allievi ed ex-allievi delle Scuole d'eccellenza pisane a colloquio con Carlo Azeglio Ciampi", Scuola Normale Superiore, "Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale", di Massimo Giannini, Einaudi, "La lezione di Ciampi" di Alberto Spampinato, Rubbettino. Di Arrigo Levi, ricordiamo anche: "Russia del '900", Corbaccio, "Dialoghi sulla fede", scritto con Vincenzo Paglia ed Andrea Riccardi, Il Mulino, e "Un paese non basta, Il Mulino. Carlo Azelio Ciampi è stato anche, con le sue interviste e i suoi discorsi, un grande divulgatore di concetti base dell'economia e della democrazia. Spiegare in termini semplici le leggi dell'economia sarebbe molto importante per chi deve barcamenarsi nella vita quotidiana, ma è molto difficile. Ci sono state in Italia iniziative editoriali, che spiegavano l'economia con i fumetti, ci sono testi scolastici, ci sono state fortunate trasmissioni televisive. Non aiuta purtroppo l'informazione mordi e fuggi, fatta spesso da radio e televisione. Viene invece dalla Francia un tentativo originale, che ricorda un po' gli apologhi classici o i romanzi pedagogici del 700. L'autore è lo studioso francese Laurent Cordonnier, docente all'università di Lille, il titolo del romanzo è: "L'économie des Toambapiks", una popolazione immaginaria. L'editore è Raisons d'agir. Giancarlo Rossi ha intervistato l'autore.
www.mediafire.com/file/87phtbn7z80mm5o/Pagine in frequenza_2010.07.17_Carlo Azeglio Ciampi.mp3L'appello di Modigliani:'Italiani! 'Non fate i furbi'. 24/07/2010Al centro della nostra trasmissione c'è oggi l'insegnamento di un grande economista, che ha amato il nostro paese, pur essendone stato scacciato da giovane. Si tratta del premio Nobel per l'economia Franco Modigliani, scomparso nel 2003, di cui esce in libreria una raccolta di interviste e saggi, tutti dedicati a come risolvere i problemi economici e di sviluppo del nostro paese. Nato a Roma nel 1918, Modigliani è stato docente di economia al famoso MIT di Boston ed ha vinto il premio Nobel nel 1985, per due importanti teorie economiche, il cosiddetto teorema Modigliani-Miller, su come si finanziano le aziende, e poi la teoria del ciclo vitale, secondo cui le persone non spendono in base ai loro redditi, ma secondo quanto sperano di guadagnare in futuro. Modigliani emigrò in America nel 1939, perché ebreo, e dunque escluso dagli studi e dal lavoro dalle leggi razziali. Autore di molte pubblicazioni scientifiche e dell'Autobiografia: "Avventure di un economista", Laterza, Modigliani è ora in libreria con "l'Italia vista dall'America, battaglie e riflessioni di un esule", una raccolta di brevi saggi e interviste, usciti su vari giornali dagli anni '60 al 2003, anno della scomparsa. Modigliani, pur apprezzando il grande spirito di intrapprendenza degli italiani, condanna la loro furbizia e il loro clientelismo, esercitato però solo in patria, perché - spiega- sui mercati globali, gli italiani riescono a competere e vincere, senza mafie e burocrazie. Il testo è curato dal professor Renato Camurri, docente di Storia Contemporanea all'Università di Verona e Visiting Scolar all'Istituto di studi europei di Harward. Sentiamo l'intervista. Modigliani è stato vittima del "fanatismo politico", ma Che significato ha il termine " fanatismo", di cui si fa spesso uso nel linguaggio della polemica politica o storiografica? E' il tema del saggio: "Fanatismo" di Alberto Toscano, docente di sociologia presso la Goldsmiths University di Londra, che esce in questi giorni in Gran Bretagna presso l'editore Verso. Giancarlo Rossi
ha intervistato l'autore.
www.mediafire.com/file/wt19mhxu4k89..._2010.07.24.mp3Un'Italia digitalmente confusa 22/01/2011Il presidente Obama ha dedicato molti dei suoi discorsi a come internet e le nuove tecnologie possono cambiare in positivo ed in negativo la vita di tutti noi. La rivista inglese Prospect ha pubblicato la classifica delle 10 persone che con il digitale stanno cambiando il mondo. Si diffondono telefonini e computer sempre piu' sofisticati. anche la televisione si connette a internet, tanto che si va, dicono gli esperti, verso un mondo a tre schermi, quello grande di una televisione modello panoramico, quello medio del computer, e quello piccolo del telefonino, ma tutti schermi connessi tra loro, per lo scambio interattivo di informazioni. Il digitale può migliorare le condizioni di lavoro, aiutare l'ambiente, diffondere la cultura e far crescere il controllo democratico da parte dei cittadini. L'Italia è purtroppo ancora molto arretrata in questi campi e l'utilizzo di internet si limita spesso all'intrattenimento. Sentiamo il dottor Paolo Magrassi, fisico di formazione, ora dirigente di ricerca e consulente di varie multinazionali, autore per Franco Angeli di Digitalmente confusi, capire la rivoluzione o subirla. Sullo stesso tema, segnaliamo: I nemici della rete, AAVV, Bur, sempre Bur di David Weinberger Elogio del disordine, di Manuel Castels La città delle reti, Marsilio e di Adrian Johnes Pirateria e proprietà intellettuale da Guttemberg a Google, Bollati e Boringhieri. Il 27 gennaio in decine di paesi del mondo si celebra la giornata della memoria dello sterminio degli ebrei da parte del nazifascismo. egnaliamo questi testi: Parole chiare, i luoghi della memoria in Italia, La Giuntina, a cura di Lia Tagliacozzo e Sira Fatucci, Hotel Baalbek di Fred Wander, Einaudi, UNA DONNA E IL RICORDO DEL LAGER' di Ondina Peteani, Mursia, e la bontà insensata, il segreto degli uomini giusti di Gabriele Nissim, Mondadori. E' stato pubblicato dall'editore Lindau con il titolo "Yiddish. Ascesa e caduta di una nazione" il saggio dello scrittore e giornalista inglese Paul Kriwaczek in cui si racconta la storia del popolo yiddish, un termine con cui si identificano quasi tutti gli ebrei dell'Europa orientale. In realtà l'yiddish è una lingua parlata dagli ebrei dell'europa del nord e dell'est. Il termine poi si è esteso ad indicare una cultura, ora diffusa soprattutto negli Stati Uniti. Giancarlo Rossi ha intervistato l'autore. La guerra israelopalestinese potrà mai avere una via d'uscita? E' il tema dell'ultimo saggio del giornalista francese Alain Gresh,intitolato "De quoi la Palestine est-elle le nom?", pubblicato in Francia dalle edizioni Les liens qui libèrent. Intervista di Giancarlo Rossi.
http://www.mediafire.com/file/ze558h3uykys..._2011.01.22.mp3Edited by Ruitor2 - 13/6/2011, 07:23