Emanuele Severino affascina l'uditorio con una speculazione glottologica e si interroga sul significato di verità: dalla definizione greca di aletheia, all'ultimo lavoro di Ratzinger incapace, a suo dire, di cogliere il punto. Rinnega il Lontano dal concetto di verità come incontrovertibile: oggi la verità è molteplice e da ciò si deduce che ogni verità è controvertibile.
La fede, per sua natura, è la massima espressione della verità. Parla, Severino di ogni fede, da quella religiosa a quella del qui e ora che ci permette di vivere ed esistere, di essere. «La fede è l'atto che di fronte alla notte dice "tu sei giorno" la fede vuole che qualcosa diventi ciò che non è. La fede è il più grande atto di violenza immaginabile» chiarendo così l'introduzione della sua conferenza sull'alta percentuale di conflitti religiosi nel mondo.
Cita poi uno dei suoi amori letterari, Leopardi, che ribaltando Diogene Laerzio, che a sua volta cita Socrate, afferma "c'è un unico male l'episteme - ovvero la conoscenza assoluta- , c'è un unico bene l'ignoranza". Dunque la conoscenza è causa di alienazione perché vedere con ratio significa vedere il nulla e quindi diventare folli.
Un percorso intenso e tortuoso quello di Severino, certamente non riassumibile in poche righe ma che sarà molto più efficace ascoltare dalla viva voce del filosofo.
www.mediafire.com/?76djwc2z5cxs91j (la qualità dell'audio metterà a dura prova la volontà di ascoltare)
Edited by eos1948 - 13/8/2021, 16:39
