Incontro con Marc Augé
Rete Due - lunedì 26 - venerdì 30 gennaio 2009
Cinque trasmissioni a cura di Antonio Ria
Con l’intervento di Franco La Cecla
Post in cordiale collaborazione con Papero62
Incontrare Marc Augé è un sogno per chi è appassionato di antropologia culturale, di etnologia.
Ascoltarlo rispondere per ore con impegno a tutte le domande, senza il minimo segno di impazienza, è una di quelle grandi soddisfazioni che il lavoro del giornalismo culturale può dare, rare volte nella vita. E, alla fine, la sorpresa di averlo anche ospite a pranzo, e continuare la conversazione. È l’esperienza vissuta da Antonio Ria, che cura i Laser di questa settimana, nell’incontrare a Parigi il grande antropologo francese presso la Maison des Sciences de l’Homme, che Augé ha diretto per molti anni: esperienza che Ria intende trasmettere agli ascoltatori attraverso la viva voce del maestro. Il colloquio si dipana lungo l’intera ricerca di Augé: dalla sua attività etnologica in Africa all’osservazione del mondo contemporaneo che l’ha portato alla formulazione dei “non-luoghi”, che gli ha dato notorietà mondiale. E poi il rapporto fra confini e frontiere, fra identità e alterità; l’analisi della dimensione simbolica e rituale del quotidiano, la memoria culturale, la dimensione politica che Augé conferisce al suo “mestiere” di antropologo, la ridefinizione di alcune categorie di uso corrente (come colonizzazione e decolonizzazione, politica, religione), ridefinizione che aiuta a vivere in modo consapevole quello che accade nel mondo d’oggi.
Marc Augé non parla di categorie astratte, ma immerge la sua riflessione nel concreto degli eventi politici che coinvolgono soprattutto l’Europa, la Francia e la stessa Svizzera. Nell’ultimo periodo della sua ricerca l’antropologo francese sta dando grande importanza all’educazione, a quella che egli chiama l’utopia dell’educazione, per giungere infine alla questione di fondo dei suoi ultimi studi, cioè dare senso alla vita: questione sempre più drammatica, soprattutto per le giovani generazioni, dopo la fine delle grandi ideologie. Insomma un viaggio all’interno della legittima aspirazione a conoscere il mondo in cui viviamo per progredire verso una nuova forma di cittadinanza planetaria, capace di assumere l’intero pianeta come “luogo d’incontro”.
Ai cinque Laser della settimana partecipa l’architetto-antropologo Franco La Cecla, che ha lavorato a Parigi con Marc Augé e che l’ha introdotto ai lettori di lingua italiana. La Cecla spiega, approfondisce, ma anche interloquisce con le posizioni di Augé, rimettendo a volte in discussione l’idee del maestro, secondo il suo stesso insegnamento: È positivo rimettersi in discussione.
(testo tratto interamente dal
sito della RTSI)
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