PODCAST HALL

KAVANAH, canti della spiritualitą ebraica

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gutturnio
view post Posted on 28/12/2008, 23:27




moniovadia


Moni Ovadia e Arkč String Project
in KAVANĄH canti della spiritualitą ebraica


testo interamente tratto dal sito www.teatropuccini.it

"Kavanąh", che significa "partecipazione" al canto, raccoglie brani di differente ispirazione, partendo dagli inni sacri ebraici della sinagoga per arrivare a quelli di tradizione tzigana. Voci lontane accomunate nell'esaltazione dell'amore per il divino, linguaggi differenti che si intrecciano nella medesima partecipazione. "La Torąh racconta che l'universo č stato creato dalla parola del Santo Benedetto: "Disse luce e luce fu". Lo strumento della creazione č la voce dell'Onnipotente. La creazione č dunque un fenomeno acustico cosģ come in seguito lo sarą la rivelazione ad Abrahamo prima, a tutto il popolo ebraico poi, nel deserto del Sinai: "Avete udito una voce, solo una voce". Non c'č teofania nel monoteismo ebraico ma "teofonia". Dio si manifesta con una voce ed č la sua parola parlata che consente sia la creazione, sia la rivelazione. Che differenza c'č fra la parola scritta che custodisce il patto e la legge, e quella parlata che crea e rivela? La risposta č semplice anche se non evidente: il suono, il canto. Il canto conferisce dunque statuto generativo alla parola. I maestri della cabaląh, la mistica ebraica, osservano che la prima parola della Torah, "in principio" - bereshit in ebraico - contiene uno straordinario anagramma: taev shir, voluttą di un canto. Si puņ poeticamente affermare con i cabalisti, che il mondo č stato creato per la voluttą di un canto. I cabalisti ci segnalano anche che l'ultima parola del pentateuco, la legge biblica, israel, contiene un ulteriore potente anagramma: shir el, canto a Dio. Come una culla, il canto culla la legge. Il canto č lo strumento principe della comunicazione interiore, il canto č la prima gemmazione della nostra identitą quando appariamo alla luce uscendo dal ventre materno. Ancora non vediamo, non sentiamo, eppure gią cantiamo, urliamo il nostro hinneni, il nostro "eccomi" e, vagito dopo vagito, vocalizzo dopo vocalizzo, sillaba dopo sillaba, conquistiamo la lingua mettendoci in cammino per il canto. In seguito perderemo la grazia di quel canto interiore perché saremo imprigionati in un contesto di apprendimento burocratico e rigidamente normativo. La cantoralitą ebraica, khazanuth, una delle grandi arti della spiritualitą monoteista, ci consente di riprendere il viaggio nei territori profondi dell'animus umano dove si manifestano le pulsioni primarie a costruire senso nelle proprie emozioni e nelle strutture profonde del sentimento. Per questo lo strumento interpretativo pił importante del cantore č la kavanąh, la partecipazione, l'adesione al canto come dialogo intimo con l'urgenza del divino in presenza come in assenza".

con: Moni Ovadia e Arkč String Quartet
Moni Ovadia, voce
Carlo Cantini, violino
Valentino Corvino, violinio
Sandro di Paolo, viola
Stefano Dall'Ora, contrabbasso

Se le musiche di questo spettacolo vi intrigano vi consiglio di ascoltare/acquistare questo disco: http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=2075


LINK DEL FILE DA SCARICARE https://mega.co.nz/#!s9diUS5B!RG6w...PAD8e7Pg4F9f7b0

Edited by Bluedream - 3/4/2013, 07:23
 
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