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ASCANIO CELESTINI

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view post Posted on 9/3/2008, 18:07
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ASCANIO CELESTINI


Attore e drammaturgo, nel 1998 scrive e interpreta il suo primo spettacolo, "Cicoria. In fondo al mondo, Pasolini".
La svolta nella sua carriera arriva nel 2000 con "Radio clandestina", opera sull'eccidio delle Fosse Ardeatine da lui scritta e interpretata. Seguono: "Cecafumo" (2002), "Fabbrica" (2002), "Scemo di guerra" (2004), aggiudicatosi nel 2005 il premio UBU, e "La pecora nera" (2005).
Assegnatogli nel 2004 il Premio Gassman come miglior giovane talento, è considerato una delle figure più rappresentative del nuovo "teatro di narrazione".

Mi chiamo Ascanio Celestini,
figlio di Gaetano Celestini e Comin Piera.
Mio padre rimette a posto i mobili, mobili vecchi o antichi
è nato al Quadraro e da ragazzino l’hanno portato a lavorare sotto padrone
in bottega a San Lorenzo.
Mia madre è di Tor Pignattara, da giovane faceva la parrucchiera
da uno che aveva tagliato i capelli al re d’Italia
e a quel tempo ballava il liscio.
Quando s’è sposata con mio padre ha smesso di ballare.
Quando sono nato io ha smesso di fare la parrucchiera.
Mio nonno paterno faceva il carrettiere a Trastevere.
Con l’incidente è rimasto grande invalido del lavoro,
è andato a lavorare al cinema Iris a Porta Pia.
La mattina faceva le pulizie, pomeriggio e sera faceva la maschera,
la notte faceva il guardiano.
Sua moglie si chiamava Agnese, è nata a Bedero.
Io mi ricordo che si costruiva le scarpe coi guanti vecchi.
Mio nonno materno si chiamava Giovanni e faceva il boscaiolo con Primo Carnera.
Mia nonna materna è nata ad Anguillara Sabazia e si chiamava Marianna.
La sorella, Fenisia, levava le fatture
e lei raccontava storie di streghe.


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MILLEUNO
RACCONTI MINONTI BUFFONTI


Ciclo di 25 puntate sul racconto orale andato in onda su radio3 RAI dal 27 agosto 2001

Milleuno racconti minonti buffonti - 1 parte
www.mediafire.com/?zcw2npkuvty

Milleuno racconti minonti buffonti - 2 parte
www.mediafire.com/?fbvienegxp9

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RADIO CLANDESTINA
Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria


Lo spettacolo è stato trasmesso in diretta su Radio3 Rai il 23 marzo 2001 in occasione del 57° anniversario dell'azione partigiana di via Rasella

scritto diretto e interpretato da Ascanio Celestini
musica originale di Matteo D’Agostino
aiuto regia Debora Pietrobono
a partire dal testo di Alessandro Portelli "L’ordine è già stato eseguito"

Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto fittasi e vendesi. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde che "al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali ".
Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. "Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana". È una storia che comincia alla fine dell’Ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziali del ’38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano.
il 23 marzo 1944 i Gruppi d’Azione Patriottica attaccano una colonna tedesca di polizia in Via Rasella.
il 24 marzo per rappresaglia i nazisti uccideranno 335 persone in una cava sulla via Ardeatina.
il 25 marzo sui giornali di Roma compaiono le parole dei nazisti che annunciano tanto l’azione dei partigiani quanto l’eccidio che seguì.
Questa sembra una storia che inizia un giorno e termina due giorni dopo, che si consuma in poche ore. Ma in un libro pubblicato di recente, L’ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, questa storia di poche ore viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo: nella storia orale di Roma che diventa capitale e inizia velocemente a cambiare. "Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone" a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città.
Un mito raccontato al rovescio
L’eccidio delle Fosse Ardeatine è conosciuto da tutti, e in particolare per i romani ha segnato il momento più tragico dell’occupazione nazista. Mi è spesso capitato di parlare del progetto al quale stavo lavorando e dopo un attimo vedere la cassiera del bar o il tecnico del teatro che mi si avvicinava dicendomi "io sono il figlio del ragazzino che giocava a pallone a via Rasella il giorno dell’azione partigiana" o "io mi chiamo Carla perché mio nonno si chiamava Carlo ed è morto alle Ardeatine"… All’inizio mi sembravano casualità, ma poi riflettendoci non è difficile capire che 335 morti alle Ardeatine hanno alle spalle centinaia di famiglie, migliaia di persone. Eppure la storia di questo eccidio è conosciuta sempre al contrario. Quasi tutti sanno che i nazisti subito dopo l’attentato partigiano di via Rasella mandarono in giro per Roma centinaia di comunicati, sui manifesti, sui giornali e alla radio. Ma visto che i partigiani non si presentavano, risposero al loro silenzio uccidendo 10 italiani per ogni tedesco morto. È una storia che sanno tutti anche se è una grande menzogna e questo per ammissione degli stessi tedeschi. Nel processo del novembre ’46 al giudice che chiedeva: ma voi avreste potuto dire "se la popolazione romana non consegnerà entro un dato termine il responsabile dell’attentato io fucilerò 10 romani per ogni tedesco ucciso?"
Kesserling rispondeva: ora in tempi più tranquilli dopo tre anni passati devo dire che l’idea sarebbe stata molto buona.
- Giudice: ma non lo faceste
- Kesserling: no, non lo feci.
E poi i nazisti come avrebbero potuto cercare i responsabili della bomba in via Rasella se tra l’esplosione di quella bomba e l’eccidio delle fosse Ardeatine non passarono alcuni giorni, ma soltanto poche ore.
A Roma non esiste un’immagine chiara di ciò che fu il movimento partigiano. I partigiani ce li immaginiamo mentre camminano in montagna e cantano Bella Ciao, ma a Roma erano i tedeschi e i fascisti gli unici che avevano il permesso di muoversi in gruppo e cantare. I partigiani romani si muovevano soli o in gruppi di due e Carla Capponi (che partecipò anche all’azione di via Rasella) dirà che fu un’emozione quando sentì una persona che la chiamava per nome ad alta voce.
Il racconto della lotta partigiana e dell’occupazione nazista a Roma viene spesso raccontato in maniera confusa, ma soprattutto l’eccidio delle Ardeatine e l’azione di via Rasella che lo precedette sono ormai parte di un mito negativo, di una storia che viene raccontata al contrario. Io ho provato, partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito a dare voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata.

Radio clandestina - Memoria delle fosse Ardeatine
www.mediafire.com/?0zf1vwizlnq




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CECAFUMO


Cecafumo è uno stratagemma per fare ascoltare alcune fra le più belle fiabe della tradizione popolare. Tutte fiabe fortemente rimaneggiate, smontate, rimontate, tradotte e tradite. Ma tutte con una stessa caratteristica: hanno senso solo quando vengono dette...
Allora c’è la storia della mendicante che ripete continuamente “un pezzo di pane ... datemi un pezzo di pane... Solo un pezzo di pane che non vi costa niente a darmi un pezzo di pane... ". E c’è la storia della gallina che porta il
carbone ai fabbri per farsi affilare le falci dei falciatori e farsi dare in cambio il fieno appena falciato per la somara che gli dia il latte... O la storia del gatto minatto buffatto ...che mangia le polpette minette buffette... cucinate dalla santa minanta buffanta... per i cani minani buffani ... Scriveva Italo Calvino nell’introduzione alle Fiabe Italiane che le fiabe sono vere perché “sono il atalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna soprattutto per la parte di vita che è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, il distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano”.

Cecafumo
www.mediafire.com/?fglfztv3uen



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FABBRICA
racconto teatrale in forma di lettera


trasmesso da radio3 rai 1 maggio 2004

... Tutto comincia la sera del 16 marzo 1949, quando il protagonista fa il suo ingresso da neo assunto in fabbrica, con la mansione di scovazzino - «devo scopare il carbone nell’altoforno». Il suo capoturno è Fausto, che subito spiega: «La fabbrica c’ha un centro e quel centro è l’altoforno. E noi stiamo al centro della fabbrica». Parte da qui la lettera alla madre, attraverso cui il narratore di questo romanzo-piece dipana la storia di una fabbrica italiana. E la storia della fabbrica è innanzi tutto la storia dei suoi operai, e soprattutto di Fausto, il capoturno a cui manca una gamba e perciò «c’ha l’assunzione di ferro - che a quelli che c’hanno la disgrazia non li manda via manco Gesucristo dalla fabbrica». E prima ancora che di Fausto, è la storia del nonno di Fausto e del padre di Fausto, anche loro di nome Fausto. Lo scorrere veloce di queste tre vicende umane - che incrociano quelle di Paride Pietrasanta, il padrone, di Assunta, la tabaccaia ex operaia, bella come una Madonna, al cui impronunciabile segreto si lega la scomparsa di un nutrito gruppo di operai -, ci restituisce cinquant’anni di storia italiana. Un racconto che affabula il lettore grazie alla raffica di parole di Ascanio Celestini, «la macchina parlante», che porta in scena, e sulla pagina, uno spettacolo di storia patria in tuta blu. E in questa lettura che va giù d’un fiato tra suspence e ricordi, ritroviamo col sorriso e qualche amarezza la memoria di un passato che ci accompagna nel presente, il nostro, quello di fabbriche in dismissione, di rinnovate lotte sindacali e della ricerca di nuove identità.

Fabbrica
www.mediafire.com/?on3jdzzrzvy



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SCEMO DI GUERRA


Andato in onda il 4 giugno 2006 su Rai3

Mio padre raccontava una storia di guerra. Una storia di quando lui era ragazzino. L'ho sentita raccontare per trent'anni. È la storia del 4 giugno del 1944, il giorno della Liberazione di Roma. Per tanto tempo questa è stata per me l'unica storia concreta sulla guerra. Era concreta perché conoscevo le strade di cui parlava.
Conoscevo il cinema Iris dove aveva lavorato con mio nonno e poi era concreta perché dopo tante volte che la ascoltavo avevo incominciato a immaginarmi pure i particolari più piccoli del suo racconto. Ogni volta che raccontava faceva delle digressioni, allungava o accorciava il discorso inserendo episodi nuovi o eliminando parti che in quel momento considerava poco importanti. Così quando ho incominciato a fare ricerca ho deciso di registrarlo e provare a lavorare sulle sue storie.
Da queste storie nasce Scemo di guerra.
Nello spettacolo si ritrovano alcuni avvenimenti molto conosciuti come il bombardamento di San Lorenzo o il rastrellamento del Quadraro con più di mille persone deportate. Alcuni fatti sono veramente accaduti a lui come quando ha rischiato di farsi ammazzare mentre raccoglieva una cipolla. Alcuni sono altrettanto veri, ma li ho ascoltati da altre persone come la storia del soldato seppellito vivo all'Appio Claudio. Certe cose me le sono inventate io o le ho prese da altri racconti di altre guerre che mi è capitato di ascoltare.
Adesso credo che questa sua storia per me sia diventata il modo per mantenere un duplice legame sentimentale: quello politico con la mia città e quello umano con mio padre.

Scemo di guerra
www.mediafire.com/?4kyjzjr4iz1



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LA PECORA NERA
Elogio funebre del manicomio elettrico


trasmesso su radio3suite il 14.10.2006

uno spettacolo sull’istituzione manicomiale + interviste + presentazione del libro

Raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po’ come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com’era fatta un’isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com’era una strada verso l’Oriente o attraverso l’Africa. Dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli.
Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l’imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell’immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio.

La Pecora Nera + interviste
www.mediafire.com/?pt26w3buv36y7kb

Presentazione libro la pecora nera
www.mediafire.com/?wv9zo3lbx45



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APPUNTI PER UN FILM SULLA LOTTA DI CLASSE


Trasmesso in diretta dalla Sala A di Via Asiago in Roma il 4 marzo 2008 ore 20:30 (Radio3 - Radio3 Suite)

con Ascanio Celestini (voce e carillon)
e i musicisti Roberto Boarini (violoncello), Gianluca Casadei (fisarmonica), Matteo D'Agostino (chitarra)
suono e luci Andrea Pesce

A dicembre del 2005 incontro gli operatori di un call center dove lavorano quasi 4000 persone. Si chiama Atesia, è il più grande in Italia e uno dei maggiori in Europa. Poco più dell'1% sono assunti a tempo indeterminato, ma tutti gli altri sono precari. Almeno cinquanta tra loro si sono organizzati nel collettivo Precariatesia e si incontrano due volte a settimana in un seminterrato per studiare la legge 30, la cosiddetta riforma Biagi che in Italia ha istituito il lavoro a progetto. Alcuni fanno telefonate (out-bound), molti le ricevono (in-bound), qualcun'altro fa entrambe le cose. Quasi tutti lavorano a cottimo. Più restano al telefono, più guadagnano soldi fino a una soglia che si aggira attorno ai tre minuti oltre la quale conviene troncare la chiamata perché l'azienda smette di pagarli. Parlano al telefono a nome di operatori telefonici con clienti che si vogliono scaricare l'ultima suoneria di tendenza, rispondono per conto di aziende che imbottigliano bibite gassate o gonfiano reggiseno push-up. Sono i lavoratori squattrinati nascosti dietro ai numeri gratuiti che compaiono sui pacchi di pasta e di biscotti. Il loro guadagno è sempre meno di mille euro lordi al mese, ma spesso per non scendere sotto la metà di questo compenso medio sono costretti a fare anche tre lavori precari contemporaneamente.
Lo spettacolo nasce dal tentativo di seguire i cambiamenti del lavoro precario in Italia. E mentre gli appunti aumentano, ci allontaniamo sempre di più dal primo tema del lavoro precario per andare verso quello della lotta di classe, un conflitto inevitabile in una società fatta di Prozac e Mulini Bianchi, di divi del cinema e chilocalorie. Gli appunti aumentano e il personaggio di questa storia incomincia a leggere Marx e la Settimana Enigmistica, ha una madre che supera la depressione pulendo il bagno, un fratello che dice le parole al contrario, un gatto misterioso e apparentemente stitico [...] Tanti appunti che non vengono mai raccontati tutti insieme nella stessa replica. Appunti che cambiano e ai quali si affiancano le canzoni sul ladro che ruba nella casa di un altro ladro, sul disertore morto che non può fermarsi al semaforo rosso, sui partigiani che vanno a ritirare la pensione, sull'amore impossibile degli innamorati cardiopatici, sulla rivoluzione che inizia tra cinque minuti, sul bruco che vive nel buco ...

http://www.mediafire.com/download/skm7wyih...a_di_classe.zip




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“INTERVISTE DA FERMO”
trasmissione di Serena Dandini
PARLA CON ME
in onda su Raitre la domenica, più o meno all’una di notte



Parla con me (prima raccolta)
www.mediafire.com/?bbwmi5wymon

Parla con me (seconda raccolta)
www.mediafire.com/?hvqxh5df6d5170f





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PAROLE SANTE


due lavori che portano lo stesso titolo: "Parole Sante".
Il primo è un documentario (produzione Fandango) presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma che racconta la vicenda di un gruppo di lavoratori di call center e che parla di persone che hanno vissuto e stanno vivendo la precarietà.

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Il secondo è un disco, il primo nella sua carriera, e già vincitore del Premio Ciampi come miglior debutto discografico del 2007.

Parole sante
www.mediafire.com/?axm2fn1oajm



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CONCERTO 1° MAGGIO 2005


L’operaio senza anulare
www.mediafire.com/?xar7zw4zaxe





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CONCERTO 1° MAGGIO 2006


Monologo sulla rivoluzione
https://mega.co.nz/#!9w9mRQRI!OkNT...wF_ukPxhNcnx-A0



Edited by Elrond_55 - 10/3/2015, 15:30
 
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view post Posted on 21/4/2013, 07:11

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ho sostituito l'ultimo link difettoso ricollocando il file su MEGA

siccome prevedo che mediafire prossimamente ci sega anche i restanti file faccio che mettere anche quelli su MEGA.... dopo di che passo il link della cartella a ELROND che così, mano a mano che espirano, il primo che se ne accorge li sostituisce....
 
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john.a
view post Posted on 22/10/2013, 07:09




Grazie mille! Buona giornata
 
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view post Posted on 7/1/2023, 21:59
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Il subber più estremo del cyberspazio

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Grazie dalla profondità del mio cuore per aver resto disponibile Milleuno. Mio padre me li faceva ascoltare in radio quando avevo 7 anni. Ora che non c'è più, volevo ritrovarli ad ogni costo. Non sai il bene che mi hai fatto <3
 
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view post Posted on 12/1/2023, 13:21
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Un vero grande artista Ascanio celestini, ho ascoltato tutta la sua produzione qui messa in condivisione e ringrazio tutti per il lavoro svolto.
GRAZIE
 
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4 replies since 9/3/2008, 18:07   965 views
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