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QUESTO E ALTRO

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view post Posted on 23/1/2008, 18:58

papero

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QUESTO E ALTRO


"Questo e altro" ospita 20 protagonisti del nostro tempo: poeti, scrittori, saggisti di oggi, di diverse generazioni, racconteranno un "fatto" di cui sono stati testimoni: dal vivo o attraverso la mediazione di una riproduzione fotografica, televisiva (o, ancora, letteraria, cinematografica, artistica). Grandi avvenimenti che abitano la memoria collettiva oppure microeventi segreti, "monumenti" personali che la sensibilità d'un interprete d'eccezione possa trasformare in patrimoni condivisi. Si va dai drammatici avvenimenti dell'estate del '43 e della guerra civile (rievocata dai poeti Jolanda Insana, Giampiero Neri e Valentino Zeichen) al "mondo senza mondo" disintegrato dalla "Guace" (come la definisce Valerio Magrelli, fondendo le parole guerra e pace) di questi anni, mesi e settimane (discusso, da prospettive assai diverse, oltre che da Magrelli da Gianni Celati e Gabriele Frasca); sino al grande happening della primavera 2005, con l'agonia e le esequie di Giovanni Paolo II in mondovisione: proprio l'insieme di riproduzione "spettacolare" della storia e affannosa volontà di massa di essere "presenti" dove essa si produce - su cui riflette Franco Cordelli - è uno dei fenomeni più impressionanti del nostro tempo. E ancora, gli anni Settanta con i giudizi diametralmente opposti di Alfonso Berardinelli e Nanni Balestrini...

Andrea Zanzotto Introduzione
Nel 1979 disse Zanzotto: «Il rapporto storia-poesia [...] è un rapporto estremamente perfido: mai aspettarsi dalla poesia un discorso diretto "sulla storia". Anche quando sembra che la poesia lo pronunci, spesso pronuncia altro; e viceversa la più lontana la più "astratta" la più chiusa delle poesie può essere quella che più ci dice sulla storia e sulla realtà sociale. Magari attraverso la dinamica delle strutture formali [...] è forse l'unica storiografia "reale", l'unico evento che si autoscrive e si autoparla, un evento che finisce per identificarsi senza residui nella traccia scritta che ha lasciato [...] La poesia sembra divagare e intorbidare, ma infine dilucida quanto v'è di più aggrumato nella storia». È stata questa citazione che ha guidato nell'ideazione di Questo e altro: ed era impossibile, dunque, non affidare proprio a Zanzotto una riflessione introduttiva, registrata nell'heimat di Pieve di Solìgo.

Jolanda Insana Sicilia 1943
A partire dall'ultimo libro di versi della poetessa, La tagliola del disamore (Garzanti 2005), che mette in scena un paesaggio in rovine che si rivela essere la Sicilia bombardata e appestata nella quale si muove, bambina, nell'estate del '43 e nei durissimi inverni successivi.

Giampiero Neri 25 luglio 1943
Sulle montagne sopra l'eden di Erba giunge la notizia della destituzione di Mussolini, preludio alla guerra civile e ai suoi lutti: palinsesto dell'intera opera poetica di Giampiero Pontiggia, in arte Giampiero Neri. Da quel momento comincia per lui un "esilio in patria" (per dirla con una formula di Marco Tarchi) che dura fino a oggi.

Giulio Ferroni Cefalonia 1943
Il padre del critico e storico della letteratura fu tra i mitragliati della Divisione Acqui. Questa esperienza di resistenza nella legittimità dà un tono squisitamente personale alla futura concezione "etica" prima che civile, al principio Responsabilità che il critico cercherà sempre nel fatto estetico e, specificamente, letterario.

Valentino Zeichen Istria 1945
Il poeta profugo, il dandy baraccato, il Lord Brummel della miseria urbana scava a cuore aperto nella radice storico-biografica del suo mito; racconta per la prima volta apertis verbis la sua odissea di sradicato ed esule in patria. Ma cos'è poi, per lui, la "Patria"?

Tommaso Pincio Anni Sessanta
A partire dall'ultimo romanzo di Pincio, La ragazza che non era lei (Einaudi Stile Libero 2005), una riflessione a cuore aperto sul senso dell'eredità - per la generazione che negli anni Sessanta è nata, e che sin dalla prima infanzia non ha fatto altro che sentirne parlare - del decennio per antonomasia "favoloso". Le sue contraddizioni, la sua sconfitta, la sua utopia.

Alfonso Berardinelli Anni Settanta
Un saggista d'inconciliato polemismo - formatosi proprio in quel tempo - riflette sul Sessantotto e sull'ombra che ha proiettato, tra partecipazione e narcisismo, non solo sui "violenti" anni Settanta ma anche sugli "affluenti", superficiali e cinici anni Ottanta.

Nanni Balestrini Anni Settanta
Un'opposta immagine degli anni Settanta è quella degli 'Invisibili' di Nanni Balestrini, romanzo del 1987 (ma ripubblicato nel 2005 da DeriveApprodi) che dall'osservatorio degli sconfitti per antonomasia - gli eversori sprofondati in carcere - getta uno sguardo che sconfitto non è e, soprattutto, non è rassegnato.

Marco Belpoliti Via Caetani 1978
A partire dal celebrato saggio 'Settanta' (Einaudi 2001) nel quale il critico e scrittore racconta il periodo cruciale degli anni di piombo, ma anche dell'esplosione creativa del Settantasette. Tutto prende le mosse da una disincantata lettura delle reazioni di intellettuali e scrittori al trauma del decennio: il delitto Moro

Walter Siti Stazione di Bologna 1980
Il narratore di Un dolore normale e della 'Magnifica merce', minuzioso indagatore della mercificazione dei corpi e dell'immaginario, esordisce nel 1994 con un romanzo-monstre, 'Scuola di nudo', che fra l'altro racconta della perdita - luttuosa e insieme perversamente euforica - dell'engagement: consumatasi proprio il giorno più nero della Repubblica, quando un assatanato professore di letteratura gay vede interrotta un'acrobatica partouze dall'eco di una detonazione a poche centinaia di metri di distanza.

Silvia Ballestra Memoria '77 a Bologna, primi anni '90
Il Settantasette nella memoria "mitografica" dei fratelli maggiori, raccontato ed epicizzato alle orecchie assetate di una studentessa fuorisede proveniente dalle Marche profonde. Quella studentessa era Silvia Ballestra: che una dimensione "reduce", seppur ovviamente immaginaria, coltiva da sempre nella sua narrativa picaresca, spettinata, umanissima.

Aldo Nove Vermicino 1981
La morte come merce di consumo, la morte come spettacolo, la "diretta" televisiva come grande blob che, dallo schermo, passa a invadere la realtà - per intanto l'infelice quotidianità dei suoi addicted. Chi assisté, bambino, al dramma del bambino nel pozzo di Vermicino - come l'autore di Woobinda - da allora non è stato più lo stesso.

Tiziano Scarpa Lo sboom, fine anni Ottanta
Se gli anni Ottanta sono stati gli anni del brillìo e delle superfici, la loro fine è stata uno scrostarsi, uno sfasarsi e un andare a male che, in molti sensi, prosegue i suoi effetti sino a oggi. Uno scrittore di grande talento mimetico come Scarpa viene coinvolto in prima persona dal dramma borghese delle truffe mediatiche perpetrate a mezzo tivù: e ripercorre la memoria di quel tempo facendosene, come dice lui, testimone d'accusa.

Beppe Sebaste Cernobyl 1986
Il disastro nella centrale nucleare sovietica segna, nel 1986, non solo la fine di un Impero che nella tecnica e nell'industria pesante aveva avuto le sue insegne araldiche, ma anche la fine di una fiducia collettiva, nella scienza e nei suoi ritrovati, che da allora non s'è più ristabilita. Un narratore-filosofo di temperamento spiccatamente contemplativo viveva in quei mesi a Ginevra (altra cittadella della scienza e dell'energia atomica), riflettendo sui residui di quel doppio crollo.

Paolo Nori Russia 1991-2004
Uno straordinario talento comico e parodico interpreta a modo suo una realtà, quella del degrado sociale nella Russia degli ultimi anni, che conosce davvero di prima mano - e che costituisce lo sfondo malinconico di diversi suoi testi come il surreale (ma allora, forse, non così tanto) Pancetta (Feltrinelli 2004), ambientato sempre in Russia ma al tempo di Chlebnikov e Majakovskij, e l'ultimo Ente nazionale della cinematografia popolare (ivi 2005), che invece guarda con ironia e amarezza alla Russia di oggi.

Gabriele Frasca Desert Storm 1991
16 gennaio 1991: nel susseguirsi frenetico dei dispacci che dànno notizia dell'entrata delle truppe USA in Iraq, alla radio Gabriele Frasca fa in tempo a mandare in onda The Third Reich'n'Roll dei Residents, e a dare la data: anno 69 dell'Era Fascista. L'Asse, infatti, ha vinto la Seconda Guerra Mondiale. Se pensate il contrario siete vittime di un'illusione di massa, pianificata da tecnici dei media che fabbricano realtà rassicuranti per il pubblico. Col citare insieme il giovane Orson Welles e il Philip K. Dick degli anni Sessanta, in quel modo si faceva una riflessione sul ruolo dei media nel "fabbricare la storia" mentre questa si produce. Un quindicennio e una Guerra del Golfo dopo, infatti, siamo ancora lì.

Valerio Magrelli La Guace 1999-2005
Il nostro, s'è detto e si ripete, è un mondo che non ha più confini. Per esempio non conosce più confini tra pace e guerra. Il nostro orizzonte percettivo, sociale e politico, i nostri sogni e i nostri incubi si sono disintegrati come un terreno senza forma e senza consistenza: una palude forse definitiva che Valerio Magrelli - nel suo nuovo libro di poesia, ancora inedito - ha battezzato Guace.

Gianni Celati Mondo senza mondo. Baghdad 2003
È per puro caso che va in onda nel giorno anniversario della scoperta dell'America questa puntata che racconta, in effetti, la scoperta dell'America (o di un'America) da parte di uno scrittore e intellettuale che, pure, in America aveva già vissuto tanta parte della sua vita. In un testo scritto appositamente per la nostra trasmissione Gianni Celati, col suo sguardo per antonomasia straniero, racconta la scoperta di un mondo stregato dalla retorica patriottica: una volta acceso un televisore, quasi per caso, una mattina a Chicago nel 2003. Il mondo senza mondo che ci è stato sottratto: in un qualche tempo che non ricordiamo.

Emanuele Trevi Tsunami 2004
La natura che travolge l'universo sovraesposto del turismo di massa, e con sé tutti i sotto-mondi che lo hanno alimentato e ne sono stati vampirizzati; l'informe di una dimensione sconosciuta e totalizzante che sconvolge tutti i nostri parametri; la lettura di un libro in progress, attualmente in fase di stesura, ci consente anche di capire cos'è che dà forma alle nostre emozioni, al nostro vissuto.

Franco Cordelli Giubileo 2000 - Piazza San Pietro 2005
La grande manifestazione dei cosiddetti "papa-boys", alla presenza di Giovanni Paolo II, nella spianata di Tor Vergata. Momento di un'inopinata insorgenza spiritualistica nel mondo secolarizzato, ma anche incredibile anticipazione figurale del grande happening della primavera 2005: con l'agonia e le esequie in mondovisione di Giovanni Paolo II. Proprio l'insieme di riproduzione "spettacolare" della storia e affannosa volontà di massa di essere "presenti" dove e nel momento in cui essa si produce è uno dei fenomeni più impressionanti del nostro tempo.


trasmissione: Il Terzo Anello
titolo: Questo e quello
programma di: Andrea Cortellessa
a cura: Daniela Sbarrini
regia: Diego Marras
ciclo: 20 puntate - dal 19 settembre al 14 ottobre 2005




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Edited by eos1948 - 7/4/2019, 17:27
 
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view post Posted on 16/3/2020, 19:44

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il link contiene la duplicazione della puntata di Marco Belpoliti, per cui aprendolo ci sono 21 files e non 20.
 
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view post Posted on 10/6/2021, 15:46
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CITAZIONE (Big Andalu @ 16/3/2020, 20:44) 
il link contiene la duplicazione della puntata di Marco Belpoliti, per cui aprendolo ci sono 21 files e non 20.

10-06-2021 - Fatta modifica. Grazie
 
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