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IL MEZZO DEL MESSAGGIO

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view post Posted on 6/1/2008, 20:25

papero

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IL MEZZO DEL MESSAGGIO


“Il mezzo del messaggio”, una storia dei mezzi di comunicazione di massa firmata da Peppino Ortoleva con la collaborazione di Maria Teresa Di Marco. Dal lunedì al venerdì, per otto settimane, lo studioso ci racconterà la cultura di massa attraverso i mezzi che la riproducono e diffondono. Spiega Ortoleva: "Nei paesi anglosassoni la chiamano popular culture, da noi “cultura di massa”: è una realtà nella quale viviamo tutti immersi, eppure è di difficile definizione. E’ più facile dire quello che non è: non è “cultura” nel senso canonico e consacrato del termine; e neppure è folklore, tradizione secolare. E’ un insieme di generi e di mezzi, di abitudini diffuse e di personaggi, che nessuno ci ha insegnato a scuola ma che conosciamo comunque. E’ più facile farne un elenco che stabilirne i confini: è cultura di massa il cinema e la musica leggera, la televisione e lo sport, l’informazione giornalistica e il ballo moderno, la moda e il fumetto. La cultura di massa occupa il tempo libero delle società sviluppate, fornisce a tutti noi molte delle nozioni che usiamo quotidianamente per capire il mondo che ci circonda, forgia il linguaggio e le convinzioni condivise che mediano le nostre relazioni sociali. Proprio per questo è una realtà così difficile da fissare, perché è pervasiva e insieme sfuggente, è sempre nuova e sempre uguale a se stessa.”
Nelle 40 puntate, realizzate con la regia di Raffaele Palumbo e organizzate secondo un senso cronologico che parte da due secoli fa e che arriva ai nostri giorni, si parlerà di romanzi d’appendice e di grandi magazzini, di varietà e di cinema, di settimanali femminili e di calcio... puntata dopo puntata, i documenti sonori utilizzati dall’archivio ricomporranno il puzzle della nostra immagine.

Note degli Autori


Nei paesi anglosassoni la chiamano popular culture, da noi “cultura di massa”: è una realtà nella quale viviamo tutti immersi, eppure è di difficile definizione. E’ più facile dire quello che non è: non è “cultura” nel senso canonico e consacrato del termine; e neppure è folklore, tradizione secolare. E’ un insieme di generi e di mezzi, di abitudini diffuse e di personaggi, che nessuno ci ha insegnato a scuola ma che conosciamo comunque. E’ più facile farne un elenco che stabilirne i confini: è cultura di massa il cinema e la musica leggera, la televisione e lo sport, l’informazione giornalistica e il ballo moderno, la moda e il fumetto. La cultura di massa occupa il tempo libero delle società sviluppate, fornisce a tutti noi molte delle nozioni che usiamo quotidianamente per capire il mondo che ci circonda, forgia il linguaggio e le convinzioni condivise che mediano le nostre relazioni sociali. Proprio per questo è una realtà così difficile da fissare, perché è pervasiva e insieme sfuggente, è sempre nuova e sempre uguale a se stessa.
L’insieme di generi e di linguaggi di cui è composta cambia di continuo, come le stagioni e il mercato; ma resta fortemente stabile nel tempo, legata com’è a regole e convenzioni rassicuranti in quanto conosciute da tutti. La cultura di massa, infatti, non è nata ieri, anche se tendiamo in genere a vederne solo gli aspetti più vicini a noi, anche se il suo pubblico viene spesso rappresentato come privo di memoria, intento solo a soddisfare esigenze immediate di divertimento e di informazione. E’ cresciuta con i processi di industrializzazione e di urbanizzazione, ha accompagnato l’affermarsi della democrazia ma anche gli esperimenti totalitari; è da oltre due secoli un aspetto essenziale della vita degli uomini e delle donne dell’occidente moderno e si è diffusa con il tempo in tutto il pianeta.
Il primo intento del programma è proprio interrogarsi sulla storia della cultura di massa, sulla dinamica che ha portato alla sua formazione, su quanto siano in realtà antichi molti dei prodotti che consumiamo tutti i giorni, sui modi nei quali si producono i cambiamenti, di stile, di tecnica, di abitudine. Per farlo, abbiamo usato in modo sistematico una delle maggiori risorse della comunicazione radiofonica, il montaggio: in ogni puntata abbiamo intrecciato documenti prodotti in periodi differenti, passi di romanzo e di film, comunicati pubblicitari e interviste, proprio al fine di recuperare, nel raffronto, lo spessore temporale di una storia, certi che la modernità di opere prodotte decine o centinaia di anni fa colpirà l’ascoltatore come ha colpito noi, certi che l’accostamento di testi e riflessioni distanti nel tempo e nello spazio aiuterà l’ascoltatore a porsi da un punto di vista diverso da quello abituale. Ogni puntata si comporrà quindi man mano come un puzzle, e insieme come parte di un puzzle ancora più ampio, che poi è il contesto culturale in cui viviamo.
Il secondo intento del programma è appunto invitare tutti a riflettere criticamente sulla cultura di massa, che è parte così importante della nostra vita, prima di affrettarsi a giudicarla, a stabilire classificazioni al suo interno, a schierarsi con quei generi e quei nomi che abbiamo imparato ad amare, condannando a priori quelli che non sono parte delle nostre abitudini.
Ci muoveremo così dalle origini di generi e forme, il poliziesco e il giornale moderno, la rivista di moda e il circo, attraverso i cambiamenti apportati man mano dall’innovazione tecnica e dai processi di industrializzazione della musica e dello spettacolo, del libro e dello sport, per arrivare ai processi più recenti, quelli nei quali siamo ancora immersi. Lo faremo con un intreccio di documenti e di materiali a volte dimenticati a volte noti fino a perderne il senso originario, accompagnati da un commento che si sforza man mano di stabilire connessioni più che di trasmettere nozioni, di suggerire spunti di riflessione più che di trarre conclusioni. Come avevamo fatto un anno fa, con la Storia del tubo, per quell’elemento essenziale della cultura di massa che è la televisione.

Elenco delle puntate


1.Preghiere del mattino: il consumo di informazione e la nascita del giornalismo moderno
2.Romanzi a puntate, romanzi d’appendice
3.Indizi nella metropoli: nascita del poliziesco
4.Si vendono almanacchi: emergere della cultura di massa in Italia
5.Un altro mondo: Dickens, Tocqueville e l’industria americana della stampa
6.La folla e la città
7.Templi del consumo: il Cristal Palace e il Museo americano di Barnum
8.Trattato della vita elegante: la moda e la società di massa
9.Immagini a macchina: la fotografia e i nuovi usi dell’immagine
10. Per vendere: la pubblicità, i grandi magazzini, il tempo libero
11. Il futuro è già qui: la narrativa di anticipazione (Verne, Villiers, Wells) e il nuovo panorama dei media
12.Varietà, Music Hall, Vaudeville: uno spettacolo a palinsesto
13.Nascita della canzonetta: tra Londra, New York e Napoli
14.Il piacere di sfogliare: la stampa periodica e la nascita del settimanale femminile
15.Da fotografia animata a decima musa: il cinema
16.Il fumetto: un altro racconto per immagini
17.Sgranchirsi le gambe: il ballo come rito e come bisogno nelle società urbane (MANCA)
18.Folla, massa, pubblico tra divertimento e informazione
19.Estremo occidente: il West come luogo, come sogno, come genere
20.Lo sport di massa: nascita del calcio
21. Guerra totale, comunicazione totale: la grande guerra come spettacolo e come esperienza
22. Jazz band: stili musicali e teatrali del dopoguerra
23. Le avanguardie si divertono: i futuristi, i dadaisti e la scoperta dei media
24. La fabbrica dei sogni: come si viveva, e come si lavorava, a Hollywood
25. Mobilitare e intrattenere: totalitarismo e media
26. La casa e il mondo: la folla domestica
27. Dal feuilleton al tascabile: il racconto in serie
28. La strada dell’etere: la radio come nuovo modello di comunicazione
29. Le avventure di Topolino: da personaggio a logo, dalla California al pianeta
30. Anche il gioco diventa un medium: Monopoli e la nuova generazione di giochi
31. Dagli eroi della produzione agli eroi del consumo: il divismo
32. Una fotografia, mille parole: il rorocalco
33. Piovono bombe, piovono parole: i media e la seconda guerra mondiale
34. Sogni ad occhi aperti: fotoromanzi, romanzi rosa
35. Il sistema dei media e la pubblicità come fluido vitale
36. La radio che si vede: le meraviglie del tubo catodico
37. "Elvis, prima di te non c'era niente": nascita della cultura giovanile
38. Video e tabu': la liberalizzazione dell'eros
39. Il mondo a colori: dal technicolor al PAL
40. La cultura di massa, vista dalla fine?

trasmissione: Il terzo anello
titolo: Il mezzo del messaggio. Un secolo di cultura di massa
di: Peppino Ortoleva con la collaborazione di Maria Teresa Di Marco
regia: Raffaele Palumbo
redazione: Giovanni Cordoni
coordinamento: Paola Tagliolini
ciclo: 40 puntate - dal 2 febbraio al 26 marzo 2004



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Edited by eos1948 - 8/4/2019, 08:10
 
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view post Posted on 15/4/2008, 04:48

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In questo periodo mi sto ascoltando questo ciclo. Ve lo consiglio caldamente. E' interessantissimo: un'interessante analisi e percorso verso la cultura di massa. Resta una domanda: ma se è di massa è ancora CULTURA? O la Cultura per essere tale deve essere elitaria? E come interpretare la "cultura" d'oggi? Esiste nascosta nei meandri della massificazione o è diventata altro?
 
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view post Posted on 23/11/2013, 09:11

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Grazie x tutto... Ho il presentimento che questa serie valga molto...che aspetto? :)
 
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