Ruitor2 |
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| Joseph K. viene arrestato un mattino senza avere nulla da rimproverarsi. Egli abita in una pensione dove i rappresentanti di un tribunale si sono momentaneamente stabiliti. Queste persone lo interrogano. Alle proteste di K. essi gli rispondono che se non conosce la sua colpa non può nemmeno dimostrare la sua innocenza. L'arresto è solo formale. K. vive liberamente e provvede alla sua difesa. All'inizio egli agisce con sicurezza ma spinto, anche dalla famiglia, incomincia ad interessarsi alla sua causa. Inizia a recarsi nel tribunale che ha sede nel solaio di una casa popolare. Conosce un avvocato che prende le sue difese e un pittore che sostiene di conoscere molti giudici. A poco a poco perde interesse per il suo lavoro. Mentre dovrebbe accompagnare un cliente della banca presso la quale lavora entra per caso nel duomo. Qui un predicatore lo investe con un sermone ricco di parabole enigmatiche e terrificanti. Ormai è rassegnato alla sua sorte quando due signori, ben vestiti, lo sequestrano e lo conducono in un campo di periferia dove con un coltello lo uccidono:”e gli parve che la vergogna gli dovesse sopravvivere”. K. è un uomo che in una società triste e burocratizzata invano cerca di dare un significato alla sua esistenza.
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