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ASCOLTA! LENINGRADO..., di Sergio Ferrentino

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view post Posted on 29/11/2007, 21:50

papero

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Ascolta_parla_Leningrado


Leningrado, 1941.
Sopra il Palazzo d'Inverno, nubi rosso sangue incendiano il cielo. Per strada, sui muri lungo la Nevskij Prospekt compare la scritta "Il nemico è alle porte". La città di Pietro il Grande, di Pushkin, di Dostoevskij, la città di Lenin è sotto l'assedio nazista. Da quel cerchio d'acciaio niente e nessuno potrà più uscire, per novecento giorni. Niente tranne la voce di Radio Leningrado…
Nel dopoguerra Stalin cercò di cancellare quella voce. Due radiodrammi la fanno rivivere.

Ascolta!


...parla Leningrado


Entriamo nei meno trenta gradi dell'assedio raccontando quei 900 giorni da una posizione privilegiata: la sede del Comitato Radiofonico.
Privilegiata non perché redattori e speaker mangiassero più degli altri - i grammi di pane erano 125 anche per loro - ma perché la radio diventò fin dai primi giorni di guerra una calamita di esperienze umane e di storie.
Storie che andavano in onda e storie che era meglio passare sotto silenzio, per non scoraggiare una popolazione già allo stremo. Storie di soldati al fronte, di libri bruciati per scaldarsi, di camionisti lanciati a tutta velocità su strade di ghiaccio, di gente comune che semplicemente cercava di sopravvivere.
E poi la storia delle storie, quella di un'orchestra che quasi non esisteva più e che si mise in testa di eseguire una sinfonia, per di più monumentale, come la Settima di Shostakovich. E ci riuscì.
"Ascolta, parla Leningrado, parla la città di Lenin..." sono le parole con cui iniziavano le trasmissioni.
Inizia così anche questo radiodramma, e continua con una riunione di redazione, un appello ai musicisti, una lettera dal fronte, un diario…
E alla sera, quando a Leningrado calava il buio e si interrompevano i programmi...
dai rumorosi altoparlanti non veniva una parola
ma instancabile batteva il ritmo,
familiare, cadenzato, sempre nuovo:
non era un semplice metronomo
nelle ore d'allarme aereo,
ma il nostro inflessibile "Viviamo!".
Non dorme la città assediata.


...Leningrado suona


9 agosto 1942, Sala Grande della Filarmonica, Leningrado.
Mancano pochi minuti al concerto, e i minuti nella città assediata hanno il rumore regolare del metronomo, a volte quello lacerante delle granate. Sul palco pochi musicisti hanno già preso posto e accordano gli strumenti.
La luce trema, poi di colpo è tutto buio.
La gente in sala sembra non farci caso, in fondo è successa la stessa cosa ad aprile, quando l'orchestra ha continuato a suonare Chajkovskij anche sotto le bombe, come se quelle esplosioni fossero scritte nella partitura. Alla fine ci fu quell'applauso che sembrava di ovatta: faceva così freddo che nessuno tra il pubblico si era sognato di togliere i guanti.
Ma stasera sarà diverso, pensa il direttore d'orchestra, dopotutto siamo ad agosto, ed è in programma la Settima di Shostakovich, una sinfonia scritta apposta per la città assediata, per i suoi difensori...
Ma i musicisti saranno in grado di suonarla? Basterà loro il fiato o la forza nelle mani? A cosa pensa un violino, mentre prova ad accordare? A tenerlo in ansia è più il suo stato di forma o quello del suo strumento, bloccato per tutto l'inverno in una corazza di ghiaccio?
Ascolta! Leningrado suona è una radioazione teatrale che racconta l'ansia di quei musicisti assediati, la lotta segreta tra il senso del ritmo e quello della fame, il freddo imprigionato per sempre nelle ossa e nei muscoli, i nervi tesi per una nota che viene fuori troppo alta (o forse era il sibilo di un proiettile), il brivido di chi sta per entrare della Storia, la paura di non esserne all'altezza.
Sono pensieri che s'illuminano sul palco, voci che si accendono all'improvviso e poi sfumano, strumenti che frugano nel buio alla ricerca dell'intonazione giusta, dopo mesi di silenzio.
E intanto i minuti nella Sala Grande continuano a battere, regolari come il metronomo, o violenti come un'esplosione. Finché...
nel rimbombo della cannonata -
che come sempre echeggiava tutt'intorno -
un invisibile annunciatore
disse a Leningrado:
Ascolta!
Suona l'orchestra assediata!


evocazione in due radiodrammi, ideati e diretti da Sergio Ferrentino



https://mega.nz/folder/ApkVCADQ#KJ7K_6Mm2QCcZjxmll8zmQ

Edited by eos1948 - 21/11/2023, 08:08
 
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view post Posted on 22/7/2023, 18:06

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Cartella vuota
 
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view post Posted on 25/9/2023, 16:09
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Eh si confermo, la cartella risulta vuota.
 
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view post Posted on 21/11/2023, 08:08
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CITAZIONE (BrasaMassimo @ 25/9/2023, 16:09) 
Eh si confermo, la cartella risulta vuota.

21.11.2023 - link ripristinato
 
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view post Posted on 23/2/2024, 22:51

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grazie per tutto
 
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