Veramente bello, in particolar modo la prima parte sospesa tra ironia e mistero. Nella seconda, secondo me, quando si cerca di dare una improbabile interpretazione razionale alla vicenda, la storia perde in tensione. La vicenda di Sara mi ha ricordato quella, in parte diversa, ma comune nella terribile conclusione di Marianne Cohn. Per chi non conoscesse questa triste vicenda riporto alcune righe dal sito:
http://www.memoriadellealpi.net/index.php/...om&cat=32&id=56.
Marianne CohnDalla fuga alla Resistenza disarmataMarianne Cohn nacque il 17 settembre 1922 a Mannheim in una famiglia di intellettuali ebrei non praticanti. Nel 1934, la famiglia
emigrò per fuggire alle persecuzioni antisemite che iniziavano nella Germania nazista. Si rifugiarono in un primo tempo in Spagna.
Nel 1936, quando iniziò la guerra civile spagnola, i genitori mandarono Marianne e sua sorella a Parigi, per poi raggiungerle due anni
più tardi. Quando scoppiò la guerra, i genitori furono internati, in quanto tedeschi, nel campo di Gurs, mentre le due sorelle, aiutate
dagli Scout ebrei - Éclaireurs israélites de France furono sistemate in una fattoria dell'Aveyron. Liberati nel maggio 1941, i genitori le
raggiunsero. Fu lì che le ragazze scoprirono l'ebraismo. Marianne Cohn iniziò allora a lavorare per salvare i bambini, nell'ambito del
Centro di documentazione di Simon Levitte e quindi del Movimento della gioventù sionista. Sistematasi a Grenoble, partecipò
innanzitutto alla organizzazione degli accompagnamenti di bambini verso la Svizzera, poi li accompagnò essa stessa.
Martirio e memoriaOgni settimana, gruppi che potevano contare anche una ventina di bambini venuti da tutta la zona libera passavano da Lione,
Annecy, poi varcavano clandestinamente il confine. Arrestata una prima volta dalle autorità francesi nel maggio 1943, Marianne Cohn
fu liberata dopo tre mesi di carcere. Il 31 maggio 1944, i tedeschi l'arrestarono mentre accompagnava un gruppo di circa trenta
bambini. Questi erano arrivati in treno da Limoges, avevano trascorso una notte a Lione e dovevano essere portati in camion vicino
alla frontiera svizzera, a Viry. Incarcerata al Pax d'Annemasse, allora trasformato in prigione, Marianne Cohn, torturata, fu
assassinata da una squadra della Gestapo venuta da Lione nella notte tra il 7 e l'8 luglio 1944 a Ville-la-Grand, con altre cinque
persone. Il sindaco di Annemasse riuscì a salvare i bambini. Il ricordo di Marianne Cohn rimane vivo: fin dal 1949 fu eretto un
monumento sul luogo del suo assassinio. Un altro fu installato più tardi al cimitero di Grenoble. Infine, è stato dato il suo nome ad una
via di Ville-la-Grand, ad una scuola materna di Annemasse e ad una scuola di Berlino.
(Jean-William Dereymez)
Edited by Ruitor2 - 26/6/2009, 09:27