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BACIAMO LE VOCI

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view post Posted on 7/11/2007, 00:03

papero

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BACIAMO LE VOCI


Un viaggio dentro l'anima del popolo siciliano in compagnia del motoscrittore Giovanni Vallone e dei personaggi incontrati lungo il suo eterno viaggio isolano. Una divertente e profonda chiacchierata con i siciliani e la Sicilia di una volta e di oggi. Voci che si rincorrono e raccontano l'anima di una terra ricca di colori e di vicende, a volte con protagonisti curiosi: siciliani che non hanno mai visto il mare, il cicciaro-capraru, lupi mannari, pastori in cima a pizzi, nonnine e nonnini travolgenti... Quasi un "Marco Polo di Sicilia", Giovanni Vallone si è recato con il microfono nelle piazze, nei centri sociali, in tutti quei luoghi di aggregazione dove ha potuto incontrare i suoi amati siciliani per la serie di puntate a tema: il popolo dei pastori, i "picciriddi" di Sicilia, la fuitina, la prima notte, musici e musicanti, adolescenza e maturità, aedi di Sicilia (pupari e cantastorie), l'ascesa al cratere centrale dell'Etna e uno specialissimo "Caleidoscopio siculo". Una galleria di ritratti indimenticabili, come quel pastore di Castellammare del Golfo che, alla domanda di Vallone "Lei è pastore?", mentre era circondato da centinaia di pecore ha laconicamente risposto: "Almeno?".

01) Il primo giorno del mio viaggio in Trinacria ho incontrato il Popolo dei Pastori. Esso vive soprattutto al centro dell'isola dove una volta pare ci fossero i Lotofagi, mangiatori di loto e i Lestrigoni, ferocissimi giganti. I pastori portano sempre con loro un bastone con il quale si reggono ed una borsa di capra a tracolla. Sono bruciati dal sole e pensano, pensano, pensano... Belanti filosofi di Sicilia

02) Il 16 Maggio ho visto alcuni Picciriddi (bambini) di 70 e passa anni! "Il nostro regno è la strada" mi hanno detto. Poi mi hanno spiegato alcune conte e recitato filastrocche. Ma ad un certo momento, esattamente quando il sole stava per tramontare, sono fuggiti tutti via perché dicevano che da li a breve sarebbero arrivati i lupi mannari, le femmine di notte e i demoni! Io non so dire se questo è vero perché intanto sono scappato anch'io.

03) Il 17 Maggio, sotto il sole cocente di questa terra, è stata la volta dell'esercito delle donne. Raccontavano di come i loro uomini se le prendevano in spose. Questo rito si chiama Fuitina. Erano contente e consenzienti di questa usanza. Tutte tranne una che venne presa con la violenza.

04) Il 18 Maggio mi son fatto raccontare, da uomini e donne di tutta l'isola, la Prima Notte di nozze. Si usano serenate prima della consumazione del matrimonio. Il giorno dopo, invece, c'è tutta una serie di riti particolari che coinvolgono la suocera di lei, il caffè ed il lenzuolo ! Che popolo curioso, questo siculo.

05) Adesso vi parlo di Musici e musicanti. Incontrai il suonatore di marranzano all'ombra di un gigantesco ulivo saraceno, tipico di quest'isola. Mi fece ascoltare una tarantella. Quindi ripresi il cammino affiancato da enormi filari di fichidindia. Ad un certo punto sopra un cocuzzolo di terra si ergeva una casa. Li abitava il ciaramiddaru (zampognaio): "suono per la gioia dei bambini siciliani", mi disse. Lo salutai e ripresi il viaggio. Come d'incanto incontrai il suonatore di tamburelli. Era magro magro e ad ogni colpo di tamburo vibrava pure lui. Ci salutammo calorosamente, mi inoltrai nell'entroterra e arrivai all'imbrunire a Sutera dove due fratelli, dagli occhi di fiaba, mi cantarono alcune nuvene natalizie. Erano i fratelli Mancuso.

06) I siciliani mi raccontarono come giocavano.
Quante cose buffe sentiì!
L'età della spensieratezza è proprio una magia esattamente come i tramonti di questa terra. Poi questo ospitale popolo mi spiegò il gioco della briscola e la sera, confortati da una brocca di vino, gli uomini mi raccontarono la felicità di quando compivano 18 anni: c'erano le case di tolleranza ad aspettarli!

07) Tra le case basse di Cefalù, incontrai la famiglia Cuticchio dove tutti facevano i pupari. Mi regalarono la poesia di quello spettacolo. Orlando e Rinaldo rivivevano in quel teatrino. Me ne andai sazio di gioia e camminando camminando arrivai in una piazza bianca come il calcare delle colonne doriche delle polis siceliote. Qua era una grande riunione di cantastorie che a turno narravano vicende di sangue, intrecci amorosi, duelli e storie di Sicilia. Avevano una chitarra e un cappello a terra dove gli astanti mettevano i soldi. Annotai nel taccuino questo incopntro con gli Aedi di Sicilia.

08) Il 24 Maggio feci un sogno lunghissimo. C'erano minatori, una vecchietta di 102 anni che cantava a squarciagola, uomini e donne che dicevano "il nostro mare è la bacinella"!. E poi ancora anziani vecchietti che mi narravano di sanguisughe, pelle di serpenti e urina di lucertole ! Mi svegliai di soprassalto con questo Caleidoscopio siculo nella testa.

09) Mi apprestavo al mio ultimo giorno di viaggio. Lo dedicai all'Etna e intrapresi un'ascesa al cratere centrale, un po' come Empedocle, il filosofo siciliano che decise di farla finita gettandosi nel cratere centrale. Arrivai in cima, laddove l'isola sembra un plastico. Il Mongibello, montagna due volte (mons e gebel), eruttava cenere, lapilli e fuoco. Certamente Ades stava fabbricando armi per i suoi fratelli olimpici.
Pensai: purtroppo è il mio ultimo giorno di viaggio in questo arcobaleno chiamato Sicilia. Ma fu un attimo, perché immediatamente dopo, bontà alla matruzza mia, mi ricordai di essere siciliano. In eterno viaggio, dunque...

trasmissione: Il Terzo Anello
titolo: Baciamo le voci
programma di: Giovanni Vallone
a cura: Fabiana Carobolante
regia: Daria Corrias
ciclo: nove puntate - dal 15-05-2007 al 25-05-2007



https://mega.nz/#F!lgtTlSQA!A1hkoWyTGIDUIfrrOHkRvQ

Edited by eos1948 - 7/4/2019, 21:28
 
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maurida
view post Posted on 9/6/2018, 18:16




"... come quel pastore di Castellammare del Golfo che, alla domanda di Vallone "Lei è pastore?", mentre era circondato da centinaia di pecore ha laconicamente risposto: "Almeno?" ... "


Per caso o perché sicula , attratta dal titolo, ho incrociato questo post, ne sono rimasta colpita e ho notato qualcosa di strano, come di familiare. La risposta del pastore non è tanto "almeno" ma credo sia "a menu.. " e quindi facilmente traducibile in "almeno" ma così non è perché con l'espressione "a menu.. " si intende nel nostro dialetto e in particolare nella zona del trapanese (e Castellammare lo è ) " a meno che qualcuno non affermi il contrario " !! In 2 parole è racchiuso un mondo fatto di pigrizia dialettica, di conferme emergenti dalla semplice evidenza ! Quando in tavola era pronto da mangiare e mia nonna chiamava tutti, noi chiedevamo:- ma si mangia ? mia nonna laconica rispondeva " a menu !" come per dire " vedete da soli, no ? " . Il pastore infatti era circondato da centinaia di pecore. A menu ... questo è quello che ha visto il giornalista !

Correggo ... Vallone scrittore non giornalista !
 
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1 replies since 7/11/2007, 00:03   276 views
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