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DIALOGHI SULL'UOMO - ANNO 2023

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view post Posted on 13/7/2023, 16:22
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26 27 28 maggio 2023

14a edizione



01) Conferenza di apertura di Carlo Petrini - Un pianeta prezioso
Negli ultimi anni abbiamo toccato con mano cosa significa la scarsità d’acqua. Abbiamo davanti agli occhi le immagini di fiumi semi-asciutti, di campagne aride, di ghiacciai che si sciolgono. Il cambiamento climatico e ambientale non è più solo oggetto di dibattito astratto: è davanti a noi, lo vediamo, ne subiamo le conseguenze. È necessario correre ai ripari e in fretta. Qualche consiglio utile ci viene dal fondatore del movimento Slow Food e Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che da anni combatte non solo per un cibo buono e che riconosce il giusto compenso a chi lo produce, ma per una riduzione degli sprechi e una agricoltura rispettosa della Terra, dove l’ambiente sia al centro, non il mercato. Un percorso tra cibo, acqua, ambiente ed economia, per comprendere meglio il nostro pianeta, perché umani e non umani ristabiliscano un’armonia necessaria, per fare la nostra parte nella battaglia per un mondo più sostenibile e generoso.

02) Marco Paolini - SANI! Teatro fra parentesi
Spettacolo di e con Marco Paolini
Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano, ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto. Il filo conduttore dello spettacolo è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate. Si parte dai temi di fondo della crisi climatica e della transizione ecologica, dal racconto sul peso del benessere (l’Artificiale) in rapporto al peso della biomassa (il Naturale). Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole. Sani è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave. Viene da Salus, riassume il senso del teatro per questo tempo, un teatro che mette insieme creando ponti. SANI! è un abbraccio, un augurio, un invito a provarci, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare. Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi. «Ma qual è il messaggio, scusi?… Sani! State sani, ci servite sani cittadini…»
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03) Caterina Soffici, Emanuele Trevi - Avanzi di canile. Letteratura, cani e altri animali
Negli animali spesso ci specchiamo alla ricerca di qualcosa che è dentro di noi e che abbiamo perso. Nei silenzi e negli occhi dei cani vediamo una parte di umanità da cui abitualmente distogliamo lo sguardo, come se gli ultimi, i dimenticati, i diseredati ci mandassero un messaggio attraverso i non umani. Il potere degli animali è proprio questo, risvegliare l’“avanzo di canile”, la parte più umile e vera che tutti abbiamo e che tendiamo a dimenticare, perché è la più legata alle nostre debolezze, sofferenze e paure profonde. Da Virginia Woolf a Jack London, da Elsa Morante a Dino Buzzati, lo scrittore Emanuele Trevi e la scrittrice e giornalista Caterina Soffici raccontano come i cani e gli altri animali ci parlano attraverso le pagine della letteratura, tra vita e immaginario. Suggestioni e spunti per riflettere su come attraverso i non umani gli umani possono mettersi all’ascolto per trovare risposte.

04) Terrence Malick - Il cammino della vita di Terrence Malick
Proiezione del film Voyage of Time
L’universo si dispiega davanti agli occhi dello spettatore in questa straordinaria esperienza per i sensi, la mente e l’anima, premiata con la Menzione speciale alla 73ª Mostra di Venezia. Con Voyage of Time, il regista Terrence Malick ci conduce all’esplorazione del passato del nostro pianeta, con innovativi effetti speciali e immagini mozzafiato. Il film ripercorre – con la voce narrante di Cate Blanchett – la storia della Terra, dalla nascita delle stelle all’esplosione di nuova vita, fino alla comparsa del genere umano. Le prime cellule, l’avvento dei pesci, delle foreste, dei dinosauri e della nostra stessa specie: tutto questo si trasforma in un inno alla natura, alla vita e all’universo. Una costruzione fatta di musica e immagini in altissima definizione, sensazionali e trionfali: la Natura nel suo svolgersi, in un’esplosione continua di materia, fuoco, acqua, luce, vita.
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05) Nicola Gardini - Diventare animale: natura e politica nelle Metamorfosi di Ovidio
Le Metamorfosi sono, oltre che una meravigliosa galleria di miti di trasformazione, un grande discorso sul rapporto tra natura e cultura, tra biologia e civiltà. Ogni forma vivente è instabile, con una continua possibilità, anzi, un continuo rischio, di mutazione, che toglie anche alla persona umana la certezza dell’identità. Mentre può sembrare – e per certi versi è vero – che umani e animali, oltre che piante e pietre, costituiscono un “unico sistema”, la trasformazione del corpo umano in “altro” ha valenze politiche non trascurabili. Alla luce di ciò la natura si rivela governata da forze non puramente spontanee. Nella sua conferenza lo scrittore e classicista Nicola Gardini racconterà i difficili equilibri che regolano la vita degli esseri umani secondo uno dei più grandi poeti dell’antichità, e il maggior critico del totalitarismo nell’età di Augusto.

06) Guido Barbujani - Umani da quando? Come e perché lo siamo diventati
Quando siamo diventati umani e cosa ci ha reso tali? Abbiamo antenati comuni con gli scimpanzé, vissuti forse sei milioni di anni fa; ma, allora, quando siamo diventati umani? Charles Darwin la considerava una domanda “poco interessante” perché dipende essenzialmente dalla nostra definizione di cosa significhi umano. Oggi però gli studi dei fossili, dei reperti archeologici e del DNA ci permettono di seguire con maggior precisione il cammino evolutivo dei nostri antenati e di individuare punti di svolta: quando ci siamo alzati su due gambe, quando abbiamo imparato a produrre attrezzi per mezzo di altri attrezzi (nessuno scimpanzé sa farlo); quando è comparso Homo sapiens; quando, nella preistoria, abbiamo cominciato a produrre arte o a produrci il cibo. Anche così, una risposta semplice e chiara (meglio non farsi illusioni) non l’abbiamo, ma tante cose stiamo cominciando a capirle meglio. Il genetista Guido Barbujani ci accompagna alla ricerca della svolta che ci ha reso umani.

07) Leonardo Caffo, Andrea Staid - Umani e non umani. Oltre la frontiera delle specie
Cosa succede se crolla la frontiera tra le diverse specie? È giunto il momento di porci domande, che mai la scienza occidentale avrebbe accettato: le piante pensano? Possiamo pensare che piante e animali provino emozioni, sentimenti o significa umanizzare il mondo dei non umani? E cosa significa post-umano? Quella che per molti versi è una catastrofe (la crisi climatica o l’accelerazione del capitalismo), è in realtà anche una possibilità di cambiamento profondo. Riconoscere le esperienze di quelle società che hanno elaborato cosmologie che non pongono l’uomo al centro, e che erroneamente consideriamo primitive, potrebbe essere una strada verso la costruzione di una nuova cittadinanza ecologica, dove la natura viene pensata come un insieme di vite e relazioni.
Leonardo Caffo, filosofo, e Andrea Staid, antropologo, dialogano sulla svolta naturalista ed ecologista del pensiero contemporaneo.

08) Matteo Maria Zuppi, Marco Aime - Il pianeta, la nostra casa comune
L’enciclica di Papa Francesco Laudato sì aveva proposto numerosi spunti di riflessione sull’ambiente e sulle innumerevoli connessioni che l’ambiente rivela con molti altri aspetti della nostra esistenza. Una proposta che, partendo da un punto di vista religioso, può essere condivisa da un pubblico ampio e variegato. Il Presidente della CEI Cardinale Matteo Zuppi, e l’antropologo Marco Aime, dialogheranno sui punti principali, che emergono dall’enciclica, in particolare su quale può essere il rapporto tra gli esseri umani e la Terra nel nostro futuro più immediato. Non a caso il sottotitolo dell’enciclica è “Sulla cura della nostra casa comune”, parole che sottolineano questi temi chiave. Il pianeta è una risorsa, che non può essere divisa sulla base degli interessi e della ricchezza, ma “condivisa”. Solo così ci sarà un domani.

09) Angela Vettese - Arte e natura. Le nuove, stupefacenti forme di un amore
Sono sempre più numerosi gli artisti che rinnovano il rapporto con la natura cercando non solo e non tanto di ritrarla, ma di usarla, sollecitarla, chiamarla in causa come parte della vitalità stessa dell’opera. Philippe Parreno ha usato una colonia di microorganismi per dettare il ritmo dello spostamento di enormi pannelli alla Tate Modern di Londra. Joan Jonas è entrata dentro l’oceano, nonostante i suoi ottant’anni, per danzare con lui e compenetrarsi in una coreografia marina come parte di un paesaggio inatteso. Pierre Huyghe ha scelto come parte del suo linguaggio e come collaboratori per costruire le sue opere cani, api, cellule: da quando, negli anni Settanta Joseph Beuys propose che l’artista dovesse porre la “Difesa della natura” come suo principale obiettivo, in concomitanza con le emergenze climatiche ed ecologiche che turbano il nostro ambiente. Sempre più artisti ci inducono a partecipare non solo dei problemi della natura stessa, ma anche della gioia e della vitalità che essa tutt’ora sa comunicare.

10) Paolo Sottocorona - “Todo cambia”. Il clima e il tempo cambiano… e noi?
Cosa e chi fa cambiare il clima? E soprattutto come lo fa cambiare? Il meteorologo Paolo Sottocorona ci spiega quanto sia importante capire cosa è il cambiamento climatico e cosa non è (ma cosa può sembrare), partendo da un’analisi delle statistiche e delle casistiche. E quando abbiamo compreso la situazione in cui viviamo, preso atto delle migrazioni climatiche che stanno avvenendo, dobbiamo ragionare sui problemi dell’adattamento “forzoso” alle nuove condizioni climatiche, perché è necessario agire ora e subito. Qualunque iniziativa non venga presa oggi porterà a ineluttabili diseguaglianze. Infatti i danni economici per eventi climatici estremi “costano” sino a dieci volte tanto i costi della prevenzione mancata. Questo dal punto di vista economico, ma quanto “vale” una vita umana? Sottocorona ci spiega cosa stiamo vivendo e cosa possiamo fare, perché la natura siamo noi, anche noi.
Con le parole della grande cantante Mercedes Sosa: «Todo cambia. Cambia el clima con los años…».

11) Irene Borgna - Indovina chi viene a cena? Il selvatico dietro e dentro casa
Per secoli gli animali selvatici in Europa hanno perso terreno a favore dei Sapiens, quando gli umani non li hanno uccisi direttamente ne hanno infatti colonizzato e trasformato gli habitat rendendo loro la vita impossibile. Mentre le città si sostituivano alle foreste mandando in frantumi il paesaggio, nelle campagne gli umani sterminavo lupi, linci, orsi, volpi, tassi, faine, aquile, falchi, gufi… considerati “nocivi” fino agli anni Settanta. Per necessità o per fame abbiamo messo nel carniere tutto ciò che si muoveva. Ma è possibile la convivenza con i selvatici dove vivono tante persone? È un dubbio solo umano: i selvatici non si formalizzano, ci sopportano, loro sono tolleranti. I selvatici incrinano la nostra onnipotenza, la presunzione di poter essere sicuri e padroni dappertutto, secondo l’antropologa Irene Borgna, l’idea di essere al di là e al di sopra del resto del mondo naturale. Conservare i grandi carnivori è nello stesso tempo una scelta politica, una fatica enorme, una lezione di umiltà e un’inestimabile opportunità.

12) Federico Faloppa, Adriano Favole - Le parole sono germogli. Un nuovo lessico dell’ambiente
«Alle origini Dio diede agli uomini un germoglio di parola. Sta a loro cercare il resto del discorso.» Queste parole di un nativo dell’Oceania mettono l’accento sul carattere creativo del linguaggio. In piena crisi climatica le parole per definire il nostro rapporto con l’ambiente ci sfuggono. Natura – ambiente – crisi climatica – antropocene – green economy: vecchi e nuovi termini si inseguono e si trasformano. Come vengono usati, da chi, per veicolare quali punti di vista? In che modo la comprensione delle questioni ambientali – e la nostra relazione con l’ambiente – è mediata dal linguaggio? E cosa succede al linguaggio quando prova ad attraversare le culture, quando ci si accorge per esempio che la parola “natura” è intraducibile in gran parte delle lingue del mondo (e persino nei dialetti dell’Italia)? Forse avremmo bisogno delle parole che altri usano per definirsi in rapporto all’ambiente. Un linguista e un antropologo dialogano attorno alla nuova prospettiva dell’ecolinguistica.

13) Marco Paolini - SANI! Teatro fra parentesi
Spettacolo di e con Marco Paolini
Sani è parola che canta, concerto, ballata popolare che in un dialogo stretto alterna storie e canzoni. Ogni storia e ogni canzone raccontano qualcosa, alcuni temi si intrecciano, ma la trama resta leggera come deve essere in un concerto. Il filo conduttore dello spettacolo è autobiografico, nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate. Si parte dai temi di fondo della crisi climatica e della transizione ecologica, dal racconto sul peso del benessere (l’Artificiale) in rapporto al peso della biomassa (il Naturale). Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole. Sani è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave. Viene da Salus, riassume il senso del teatro per questo tempo, un teatro che mette insieme creando ponti. SANI! è un abbraccio, un augurio, un invito a provarci, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare. Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi. «Ma qual è il messaggio, scusi?… Sani! State sani, ci servite sani cittadini…»
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14) Petra Magoni, Ferruccio Spinetti - Musica Nuda in concerto. Note per la Terra
La voce di Petra Magoni e il contrabbasso di Ferruccio Spinetti si incontrano in un concerto speciale per i Dialoghi, nel ventesimo anniversario del sodalizio artistico che porta il nome di “Musica Nuda”, una formazione che ha saputo spogliare la musica e riportarla alla sua struttura essenziale, di suono, voce e parola. Un nome che si è trasformato negli anni in un marchio di fabbrica, una formula particolarmente originale capace di proporre, con un gusto e una raffinatezza sorprendenti, un’alternanza di composizioni originali e cover che attinge ai generi più diversi, dal jazz al cantautorato, con incursioni nella musica sacra.
Insieme agli inediti tratti dal loro ultimo album uscito in primavera, e al singolo Guardami, scritto con Frankie hi-nrg mc, il duo porterà in scena brani di artisti internazionali e musicisti italiani – dai Beatles a David Bowie, da Fred Buscaglione a Sergio Endrigo – che hanno incantato le platee di tutto il mondo. Per il pubblico dei Dialoghi eseguiranno i loro celebri arrangiamenti, con una dedica speciale alla natura, come Guarda che luna, Blackbird, Ci vuole un fiore e una scaletta affascinante e ironica, in grado di emozionare e divertire.
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15) Amitav Ghosh, Paolo Di Paolo - Voci non umane, storie più che umane. Consegna del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia a Amitav Ghosh.
Amitav Ghosh, antropologo e scrittore di fama mondiale vince la VI edizione del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia, conferito a una figura del mondo culturale, che con il proprio pensiero e lavoro abbia testimoniato la centralità del dialogo per lo sviluppo delle relazioni umane e contribuito a migliorare il dialogo e lo scambio interculturale.
Nell'incontro con Paolo Di Paolo Ghosh propone una riflessione sul tema del cambiamento climatico partendo dalla storia esemplare dell’albero della noce moscata e dalla lunga parabola del colonialismo, considerato con la sua furia devastatrice alla base delle conseguenze irreversibili che vediamo oggi sul pianeta. Gli umani sono gli unici esseri dotati della capacità di comunicare e di dare un significato alle cose? Per molto tempo si è pensato che ciò fosse indiscutibilmente vero. Ma uno degli effetti del crescente sconvolgimento climatico del nostro mondo è l’averci resi consapevoli che il nostro corpo e la nostra mente sono inestricabilmente intrecciati con molti altri organismi, entità e forze.
"Tutto è cominciato con il colonialismo, quando iniziammo a far violenza alla Terra". Ghosh ci parla del nostro essere natura, del rapporto fra umani e non umani, alla luce della grave crisi climatica in atto in tutto il mondo: “abbiamo un’ultima possibilità, non c’è più tempo. »
Traduzione di Marina Astrologo.

16) Giorgio Vallortigara - Pensieri bestiali. Intelligenza e coscienza tra mosche, pulcini, scimmie e bambini.
Possediamo molte prove di un pensiero animale, che comprende fenomeni quali la soluzione di problemi, l’orientamento nello spazio, l’uso dei numeri. Tuttavia l’evidenza che gli animali pensino non ci dice granché sul fatto che siano coscienti. La coscienza è infatti prima di tutto esperienza: provare qualcosa, sentire qualcosa. Nella storia della vita sulla Terra quando ha fatto la sua comparsa per la prima volta l’esperienza consapevole? E per quale ragione? Attorno alla natura dell’esperienza si condensano l’interesse della scienza e della letteratura, dell’artista e del mistico. Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, ci condurrà in un viaggio sulle complessità della mente degli animali, dalle abitudini di alcuni organismi poco esotici, come le api e le mosche, inoltrandoci nei labirinti dei primi neuroni, divagando tra romanzi, poesie e formicaleoni. Non è scontato che la navigazione debba condurre a un qualche approdo.

17) Marco Aime, Marco Paolini - La manutenzione del mio mondo
«Guasto è il mondo, preda di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula e gli uomini vanno in rovina.» Così scriveva lo scrittore Oliver Goldsmith nel 1770. Due secoli e mezzo dopo ci accorgiamo che oggi più che mai il pianeta ha un gran bisogno di manutenzione. A chi spetta il compito? In un mondo in cui ci sono troppe “informazioni”, sembra che nessuno riesca più a decidere il da farsi. Un attore e regista di teatro e un antropologo dialogano a partire dai temi ambientali più discussi e attuali, per provare a riportarli nelle nostre piccole pratiche quotidiane e riflettere insieme come queste possano trasformarsi in una nuova forma di politica.

18) Ugo Morelli - Pensare l’ambiente, vivere il paesaggio
In collaborazione con Fondazione Hapax - Synapsis
Come pensiamo l’ambiente che ci circonda? Secondo quali criteri culturali lo elaboriamo fino a trasformarlo in paesaggio? Traduciamo i luoghi in paesaggi per pensarli meglio, perché sono i nostri spazi di vita ed è attraverso i paesaggi che immaginiamo e viviamo, che ci connettiamo all’ambiente in un modo o in un altro. Proprio per questo oggi è per noi salvifico e indispensabile riconoscere di “essere natura”. Il paesaggio è come la lingua madre: non possiamo non impararla, perché è grazie a questa lingua che possiamo vivere l’esperienza estetica del paesaggio.
I paesaggi della nostra vita e la loro vivibilità sono nelle nostre mani e ne siamo responsabili. Dobbiamo averne cura.

19) Francesco Ferrini - Alberi: il nostro presente, il nostro futuro
Per il nostro pianeta, minacciato dal cambiamento climatico e dall’inquinamento, gli alberi rappresentano il simbolo di una nuova crociata verde, quella che salverà la Terra ma che, prima, salverà noi stessi. La ricerca della salute globale deve diventare il nostro mantra, la ricostruzione dello stato di benessere per il pianeta, all’interno e all’esterno delle città, un qualcosa che poi verrà restituito all’umanità e a tutte le specie viventi. Abbiamo bisogno di più alberi in modo combinato, ben programmato, differente e di proteggere quelli esistenti per proteggere noi stessi. E a farlo dovrà essere la gente nuova, quella capace di ragionare e cambiare prospettive e convinzioni, di immaginare un futuro diverso e migliore per i nostri figli e i loro discendenti. Allora potrà tornare la speranza. Francesco Ferrini, docente di arboricoltura, ci spiega il legame imprescindibile fra gli esseri umani e gli alberi.

20) Emanuela Borgnino - La vita sociale delle pietre
L’antropologia, come altre discipline, si è resa conto che in molte culture gli esseri umani e le pietre “socializzano”. Non è un caso che in numerose tradizioni le pietre siano protagoniste di storie: crescendo, spostandosi, oppure, dando alla luce altre pietre. Le pietre sono centrali nelle così dette religioni rivelate, la Pietra Nera alla Mecca oppure la dichiarazione di fondazione del cristianesimo, quando Gesù rivolgendosi a Pietro (che significa roccia) disse: «Su questa pietra edificherò la mia chiesa». Dall’Europa al Sudamerica, dal Sahara alle Hawaii, l’antropologa Emanuela Borgnino ci racconta i rapporti e il dialogo tra esseri umani e pietre. Un dialogo che consente di ripensare come ci relazioniamo con la natura, comprendendo che noi modifichiamo l’ambiente, ma che l’ambiente a sua volta influenza anche l’essere umano, che si scopre in relazione con elementi della natura a volte inaspettati, come le pietre.

21) Altan, Luca Raffaelli - Un antropologo con la matita
Francesco Tullio Altan da quasi cinquant’anni scrive e disegna le avventure della Pimpa, una cagnolina a pois che ogni volta incontra personaggi di specie e culture diverse trattandole con rispetto e attenzione, come fosse un’antropologa. E sempre da cinquant’anni realizza per gli adulti vignette in cui i personaggi che lui disegna (alcuni politici, molti cittadini comuni) riescono a dire le verità che di solito non dicono, come se lui fosse uno psicologo. In quest’incontro Luca Raffaelli, cercandi di far superare la sua ben nota timidezza, dialogherà con Altan su come è nata la sua poetica, che rapporti ha avuto con i suoi genitori (e in particolare con il padre Carlo, noto antropologo) e che ruolo ha avuto l’impatto, alla fine degli anni Sessanta, con la travolgente cultura brasiliana. Un antropologo con la matita ci racconta il mondo e i suoi abitanti.

22) Elisabetta Moro - Metà umani e metà animali. Sirene e altri esseri fantastici
Perché le Sirene, i Centauri, le Arpie, i Minotauri, l’Elephant Man, l’Uomo Ragno consentono di dire l’indicibile e di rappresentare l’irrappresentabile? La loro doppia natura, che contiene due in uno – metà umani e metà animali – consente di cambiare continuamente il loro messaggio, adattandolo in ogni epoca a nuovi valori, a nuove paure, a nuove speranze. Il mito e la fiaba hanno affidato a queste figure simboliche il compito di esplorare i confini dell’identità, sempre sospesa fra singolare e plurale. Incarnazioni di quella soglia porosa e reversibile che unisce e separa le due metà dell’essere: natura e cultura, corpo e anima, ragione e sentimento.
L’antropologa Elisabetta Moro ci racconta di questi esseri sorprendenti e di come il loro valore è testimoniato dal fatto che sopravvivono al trascorrere dei secoli e riescono a galleggiare nel mare dell’immaginario globale.

23) Paolo Giordano - Noi e l’impensabile. Capire il nostro tempo
La nostra mente è abituata a considerare i cambiamenti della realtà come continui e graduali. Come reversibili. La possibilità che in passato delle specie siano scomparse dal pianeta, per esempio, venne inizialmente accettata a fatica dagli scienziati, sebbene oggi ci sembri ovvia. Le crisi degli ultimi anni ci ricordano tuttavia con insistenza che le situazioni possono precipitare da un momento all’altro, scenari nuovi e imprevisti presentarsi a noi senza che fossero minimamente contemplati. Vale anche per la natura. Il clima, la biodiversità, la nostra stessa esistenza come specie: forse esistono dei punti di rottura che non vediamo, e che non vedremo fino a quando sarà troppo tardi. E, forse, l’epoca che viviamo segna proprio la fine del nostro procedere per gradi. Anche per questo l’Apocalisse è ormai un’idea di moda. Ma la nostra psiche è davvero in grado di contemplarla? Le scienze di descriverla e la letteratura di raccontarla? Dalle esplosioni atomiche fino alle fughe moderne verso luoghi di improbabile salvezza, come la Tasmania, passando per le «primavere silenziose» e il collasso degli ecosistemi: una riflessione sulle nostre inquietudini nel tempo dell'impensabile. Chiude i Dialoghi 2023 l’intervento dello scrittore e fisico Paolo Giordano.


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