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LA STORIA IN PIAZZA - ANNO 2023

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view post Posted on 13/7/2023, 16:14
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LA_STORIA_IN_PIAZZA_2023


A Palazzo Ducale di Genova torna La Storia in Piazza, appuntamento giunto alla dodicesima edizione considerato ormai un punto cardine della cultura e della divulgazione storica a livello nazionale. Il tema scelto per il 2023 è Storia segreta: un grande storico inglese, Ronald Syme, adoperò questo termine seduttivo per indicare ciò che si cela dietro le apparenze.

Genova -Il tema del "segreto" attraversa la ricerca storica non meno che la vicenda politica ed è caratteristico di tutte le epoche, indipendentemente dal tipo di potere volta a volta dominante. Il discredito di solito riversato contro il cosiddetto complottismo (un cavallo di battaglia dei giornali) ha finito per offuscare un dato di fatto macroscopico: la ricerca delle cause profonde e quasi mai visibili degli eventi storici.

Genova -Il ciclo di incontri, a cura di Luciano Canfora con Franco Cardini e Anna Foa, prende il via giovedì 30 marzo per poi concludersi domenica 2 aprile 2023. Quattro giorni intensi di incontri, conferenze, lezioni magistrali, reading, mostre e laboratori, che affrontano il tema con diverse chiavi di lettura - storica, sociologica, culturale, artistica - e con ospiti ed esperti di assoluto rilievo.


01 - Rotte silenziose in acque turbolente: l’UDI nell’Italia tra gli anni ’70 e ’80.
con Monica Galletti, Rosangela Pesenti e Flora Cordone A cura di UDI - Unione Donne Italiane Genova

L’idea di storia come indagine delle cause profonde e quasi mai visibili degli eventi storici, così come la ripresa del tema di una “storia segreta”, perché occulta, o meglio occultata, ci ha condotto a riflettere nuovamente su un periodo della storia italiana – la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del XX secolo – che ha visto grandi polarizzazioni in campo politico, la violenza armata, la fine dell’unità sindacale, la crisi economica, la forte inflazione, l’adesione al sistema monetario europeo e una sostanziale riorganizzazione della società italiana.
I mass-media e in seguito la storiografia si sono occupati della società italiana di quegli anni soffermandosi preferibilmente sui movimenti radicali, certamente più seducenti – come i collettivi –, oppure destabilizzanti – come le bande armate – comunque più interessanti per la loro dirompenza.
Certe di poter contribuire in maniera proficua al tema della Storia in piazza di quest’anno con un contributo teso ad arricchire il sapere storico globale, vogliamo ripercorrere la storia dell’Udi nel quinquennio 1978-1982 per due ordini di motivi: il primo soddisfa una ragione di opportunità, poiché questi pochi anni costituiscono uno snodo fondamentale nella storia italiana del secondo Novecento; il secondo trova la sua ragion d’essere nell’estensione delle relazioni che le donne dell’Udi intrattenevano con le altre organizzazioni. Tra queste vi era il P.C.I, che in quegli anni contava 440.000 donne tesserate, molte delle quali erano iscritte anche all’Udi.
i tratta inoltre di una storia molto poco raccontata, anche dalle stesse protagoniste di quegli eventi.
Le donne dell’Udi portarono nell’associazione tutte le contraddizioni politiche e sociali del periodo e le istanze dei movimenti femministi, di cui alcune pure facevano parte. Nel passaggio dal X Congresso (1978) all’XI (1982), l’Udi uscì trasformata.
Fu una difficile fase di mutamento, in cui i dibattiti sulla struttura dell’associazione (organizzazione vs movimento) accompagnarono quelli sui temi su cui concentrare la propria attività futura, all’interno del binomio emancipazione/liberazione. La scelta dell’indipendenza e dell’autodeterminazione è stata una scommessa che, seppur con momenti carsici e di fragile resilienza, ha traghettato l’Udi sino al presente.
Monica Galletti introdurrà il periodo storico e le istanze del movimento delle donne.
Rosangela Pesenti, attraverso una video registrazione, contribuirà a riflettere sulle scelte di autonomia e indipendenza dell’UDI.
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02 - Catilina di Ibsen. Una drammaturgia sallustiana - Reading a cura di Margherita Rubino con Lorenzo Crovo e Dalila Toscanelli in collaborazione con la Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova
Sallustio disegnò il personaggio di Catilina a tinte forti , “torvo lo sguardo…dal volto e dall’aspetto traspariva insania”.
Un Ibsen ventenne lesse con attenzione il “De coniuratione Catilinae” e ne trasse nel 1850 il ritratto più riuscito per la sua prima opera teatrale, idealmente legata ai moti del 1848, il “Catilina”.

03 - Luciano Canfora - L'eterno congiurato, Catilina
Se ci fosse davvero congiura si può discutere. Comunque, anche nel caso della repressione anticatilinaria la storia l’hanno scritta i vincitori.
Quel che è certo è che la coalizione politico-sociale al potere, di cui Cicerone fu consapevole ed efficace strumento, fece ricorso allo stato d’assedio per vincere la battaglia elettorale e alla violazione del “diritto di appello al popolo” per liquidare fisicamente i “congiurati” senza processo.
La lotta contro Catilina, sfociata in guerra civile (gennaio 62 a.C.) fu uno dei principali antefatti dello sbocco cesaristico della morente Repubblica romana.

04 - Ferdinando Fasce - I persuasori occulti. Manipolare il discorso pubblico nell’America del Novecento
Ivy Lee, figlio di un pastore metodista, laurea a Princeton, ex giornalista, attivo nel primo trentennio del Novecento. Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, trasferitosi bambino con la famiglia dalla natia Vienna agli Stati Uniti a fine Ottocento, laurea a Cornell, ex giornalista, attivo per buona parte del Novecento (morì nel 1995 a 103 anni). John W. Hill, coetaneo di Bernays, ex giornalista, creatore dell’agenzia di comunicazione Hill & Knowlton.
Sono i tre padri fondatori della professione delle public relations (relazioni pubbliche), le attività di pubblicizzazione e promozione di imprese, enti, persone e idee. Ma sono anche gli inventori di nuovi modi di manipolare l’opinione pubblica lavorando dietro le quinte per difendere un’impresa dagli attacchi sindacali, promuovere con un “evento” il consumo di sigarette o controbattere le polemiche scatenate dalle prime rivelazioni sugli effetti del fumo sulla salute.
Le loro campagne comunicative ci riportano alle radici del discorso pubblico contemporaneo, dei modi con i quali, spesso inconsapevolmente, consumiamo immagini e idee.

05 - Marco Salotti - Le Erinni e le Eumenidi nella Berlino caduta
Nella Berlino distrutta del 1947 potevano incontrarsi le troupe cinematografiche di Roberto Rossellini e di Billy Wilder.
Per entrambi la caduta di Berlino aveva una rilevanza storica e spettacolare come la caduta di Troia, ma non ci sarebbe stato nessun Omero a raccontarla. In Germania anno zero (1948) Rossellini ci prova col registro tragico, esponendo con crudo realismo l’epos della disperazione e della fame. L’adolescente Edmund uccide il padre infermo affinché vi sia una bocca in meno da sfamare in famiglia. Si sopprime il più debole secondo la dottrina nazista. Il suo catartico salto nel vuoto, dopo un solitario vagabondare tra le rovine, è un atto sacrilego per il cinema: nei film i bambini non si suicidano mai. Solo tra le macerie spirituali della Germania del dopoguerra poteva accadere.
L’ebreo austriaco Billy Wilder, ma berlinese per formazione artistica, ci prova invece con la tragicommedia: Scandalo internazionale (1948). La nemesi si è abbattuta sul capoluogo del nazismo, e le Eumenidi si travestono con la divisa americana. Il compito è arduo, perché vincere la pace è talvolta più difficile che vincere la guerra.
La storia segreta dell’intelligence, alla ricerca di un capo della Gestapo alla Heinrich Muller, assume i toni della commedia sofisticata, eppure quando Marlene Dietrich canta Black Market, la condizione umana dei vinti emerge nella sua tragicità.
Non può esserci l’Euripide delle Troiane, forse un beffardo Bertolt Brecht.

06 - Francesca De Robertis - Ombre sulla fine di Giordano Bruno
Nel 1885 un professore parigino, Théophile Desdouits, pubblicò un volume in cui sosteneva che il rogo di Giordano Bruno fosse solo una leggenda e che il Nolano fosse stato bruciato in effigie. La tesi si fondava sulla dimostrazione della non autenticità dell’unico documento fino a quel momento conosciuto sulla morte del filosofo: una controversa lettera dell’umanista e filologo Kaspar Schoppe al giurista Rittershausen, datata 17 febbraio 1600. Sempre nella seconda metà dell’Ottocento, la discussione sulla opportunità di costruire una statua in onore di Bruno in Campo de’ Fiori si intrecciò col dibattito intorno all’orientamento ideale del Regno d’Italia: la proposta di un monumento al Nolano, avanzata dal mondo universitario, divenne ben presto occasione di scontro tra Chiesa e Stato. In questa temperie, pertanto, nacque l’esigenza di rinvenire al più presto nuovi documenti che attestassero il rogo e la veridicità delle parole di Schoppe e oggi, infatti, le fonti sulla morte di Bruno – per quanto diverse e variegate – non sono affatto esigue.

07 - Alessandro Vanoli - Un'antichità inventata. L'Islam e la tradizione mediterranea
Nell’Ottocento, i segni e le idee della nazione stavano dilagando in Europa a seguito della Rivoluzione francese giunsero anche nei territori islamici. Cominciò da lì un’invenzione e una riscrittura della storia, alla ricerca di radici classiche che potessero competere con la tradizione greca e romana dei paesi coloniali

08 - Francesco Germinario - I protocolli degli Anziani Savi di Sion
Si tratta del falso più famoso e più letto nel Novecento. Pubblicato nella Russia zarista, inizia il suo “viaggio” in Europa subito dopo il 1918. Testo base dell’antisemitismo, sostiene che è in atto la cospirazione ebraica per il dominio del mondo. Dall’economia alla politica, fino alla cultura, tutto è in mano agli ebrei, che proprio nell’epoca attuale stanno realizzando il loro piano di conquista.
Diversi modi per interpretare e soprattutto per comprendere il successo dei Protocolli:
la visione cospirazionista della storia intende dare un senso alle vicende storiche. La storia, in epoca moderna, è vissuta in maniera drammatica dagli uomini, i quali hanno difficoltà a comprendere le cause delle loro sofferenze.
Testo militante, che intende provocare l’indignazione del lettore;
in quanto teoria politica rivoluzionaria, l’antisemitismo necessita di “giustificare” le proprie posizioni dotandosi di una visione della storia;
Molti testi cospirazionisti precedenti (spesso pubblicati sotto pseudonimo): la specificità dei Protocolli è che agiscono da contenitore che tocca all’antisemita riempire (es. Polemon, antisemita francese, 1939: Hitler è strumento degli ebrei).

09 - Francesco Monticini - La caduta di Costantinopoli nel racconto delle spie. Il caso di Jacopo Tedaldi
L’assedio ottomano di Costantinopoli del 1453 si pose al centro di un complesso panorama strategico comprendente l’intero scacchiere geopolitico mediterraneo. La Cronaca di Jacopo Tedaldi permette di accedere alla ricostruzione dell’evento – e dei diversi ruoli giocati dalle varie potenze coinvolte – da un punto di vista privilegiato: quello di un testimone oculare investito di operazioni di intelligence, tanto capace di sfuggire alla cattura dei Turchi quanto di riprodurre su carta i sistemi difensivi della capitale d’Oriente. Il testo, redatto in francese e rielaborato in territorio veneziano da esponenti della fazione filo-bizantina del senato della Serenissima, avrebbe raggiunto in via riservata Avignone, sede di uno dei più potenti cardinali della Curia romana. Entro pochi anni, in Borgogna, alla corte del duca Filippo il Buono, sarebbe stato trasformato in uno strumento di propaganda finalizzato a coinvolgere l’intera Europa cristiana in un progetto di crociata contro il sultano.
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10 - Carlo Greppi - Gli ultimi della fila. Storie di partigiani tedeschi e di umili "Giusti tra le nazioni"
Perché alcune storie di vita straordinarie restano a lungo avvolte in una fitta coltre di oblio?
Talvolta è la ricerca storica ad aver bisogno di tempo per inquadrare la loro importanza, in altri casi è il complesso procedere della memoria pubblica che, soffermandosi su altro, le trascura. Esemplare è la vicenda dei partigiani tedeschi in Italia: a differenza di Rudolf Jacobs, uno dei pochi che ha goduto di una relativa notorietà fin dall’immediato dopoguerra, la maggior parte delle loro storie sono ancora da scoprire.
Al contempo le parabole umane dei “Giusti tra le nazioni” di umili origini, a differenza di celebri figure di industriali, diplomatici e in generale di salvatori con una “buona posizione”, sono rimaste a lungo in secondo piano. Come quella meravigliosa e struggente di Lorenzo Perrone, il muratore piemontese che ad Auschwitz salvò Primo Levi.
Ed è solo grazie a un lavoro corale che coinvolge la memoria delle comunità, gli archivi e le fonti disseminate ovunque che si può cercare di raccontare queste storie, e portarle alla luce.

11 - Giuseppe Sertoli - Eros e politica. Voci maschili e voci femminili nelle storie segrete inglesi di ultimo '600 e primo '700
I decenni a cavallo fra Seicento e Settecento rappresentano, in Inghilterra, un momento di grande diffusione del genere di storia segreta inaugurato da Procopio di Cesarea (VI sec.) con i suoi Anekdota.
Tradotti in inglese nel 1674, essi diventano il modello per una serie di opere che nei cinquant’anni successivi usano la rivelazione di segreti attinenti alla vita pubblica e privata di sovrani, ministri e uomini di governo come strumento di lotta politica e mobilitazione della nascente opinione pubblica. Opere di mano tanto maschile quanto femminile. Non poche storie segrete vengono infatti scritte da donne, fra le primissime attive sulla scena letteraria inglese, che sfruttano pettegolezzi e scandali sessuali dell’establishment politico e sociale per farne lo specchio della condizione femminile e produrre opere che sono fra le più coraggiose forme di quello che oggi viene chiamato modern women’s writing.

12 - Marina Montesano - Altro che Lady Oscar…Storie segrete e irraccontabili di cross
a storia di Oscar François de Jarjayes, comandante della guardia reale francese al tempo della Rivoluzione, segretamente una donna educata sin da bambina come un uomo, ha colpito l’immaginario di quanti hanno guardato, nel 1980, l’anime Lady Oscar.
La letteratura medievale rigurgita di donne vestite da uomini e che come tali si fanno passare per una serie di motivi disparati; come Marina, che entra in un monastero maschile e vive l’intera esistenza fingendosi un eunuco; come Silence, allevata dai genitori come un maschio, e incerta nella vita adulta su quale strada seguire; come Blanchardine, che nel Tristan de Nanteuil è una ragazza vestita da cavaliere che tiene nascosta la propria identità fino a una imprevedibile soluzione; oppure, passando dai romanzi alla realtà, come Giovanna d’Arco, che ai suoi abiti cavallereschi non volle rinunciare neppure dinanzi alla morte.
Qual è un fil rouge che tiene insieme queste vicende di crossdressing?

13 - Donatella Di Cesare - I Quaderni neri di Heidegger
I Quaderni neri, pubblicati a partire dal 2014, costituiscono una sorta di segreto diario filosofico del grande filosofo tedesco Martin Heidegger. Coprono un arco di tempo molto esteso che va dal 1931 al 1975. Per ora sono apparsi i primi volumi e la pubblicazione è tuttora in corso presso l’editore Klostermann.
I quaderni disegnano un paesaggio oscuro e tragico, rischiarato da profondi sguardi filosofici e potenti visioni escatologiche. Ne emerge il pensiero politico di Heidegger, la sua adesione al nazionalsocialismo, la sua visione dell’Europa, il suo antisemitismo. Si tratta di pensieri che il filosofo non intendeva rendere pubblici in quegli anni e che ha consegnato a quelle pagine.

14 - Lorenzo Tanzini - Quello che in politica non si può dire. Storia segreta della Congiura de’ Pazzi
La congiura dei Pazzi, nella Firenze della primavera 1478, è uno degli avvenimenti più noti della storia dell’Italia quattrocentesca: per il fascino della figura di Lorenzo il Magnifico e del suo sfortunato fratello Giuliano, e per la luce fosca che getta sulle pratiche politiche dell’epoca del Rinascimento.
Ma il racconto della vicenda, se ben analizzato, offre la possibilità di una prospettiva molto più vasta, per comprendere il complicato gioco tra ciò che viene comunicato in pubblico, nella girandola di messaggi diplomatici, e ciò che corre nel discorso sotterraneo: i messaggi cifrati, le rivalità nascoste, le complicate alchimie finanziarie tra gli stati.
Ciò che di segreto e nascosto la congiura può rivelarci è proprio la natura del potere, che attraverso le vicende anche tragiche di quegli anni turbolenti cambia i suoi connotati dalle tradizioni medievali verso i risvolti affascinanti – ma spesso sinistri – della nascente modernità.

15 - Barbara Frale - Ordine del Tempio. Veri e falsi segreti
Nel gennaio 1792, quando la testa mozza del re di Francia Luigi XVI cadde dalla ghigliottina, un grido si levò dalla folla presente: – Jacques de Molay, sei vendicato!- Il grido si riferiva a un’antica leggenda secondo la quale l’ultimo Gran Maestro dei Templari, condannato al rogo nel marzo 1314 dal re di Francia Filippo il Bello contro il volere del papa, avrebbe scagliato una terribile maledizione destinata a colpire il sovrano e tutti i suoi discendenti.
Priva di fondamento in molti suoi aspetti, la leggenda poggiava però su una base solidissima: l’enorme fascinazione che il mondo nutriva verso la storia dei Templari, una suggestione senza tempo che stregò l’epoca della Rivoluzione Francese per arrivare pressoché intatta fino a giorni nostri.

16 - Guido Festinese - Il Jazz, la musica segreta
Riprendendo il singolare paradosso ben messo in evidenza in un celebre racconto da Edgar Allan Poe, il miglior modo per nascondere un segreto (un oggetto, un’idea, un dato che dovrebbe essere d’immediata evidenza) è di tenerlo bene in vista.
Il Jazz, travatura fondamentale nell’insieme delle musiche afroamericane nate dal forzato clash di civiltà dello schiavismo, con decine di milioni di esseri umani forzati al tragico “midlle passage”, si presta ad essere un segreto di immediata evidenza, dal momento che ha messo in atto un colossale processo di cambiamento nella storia delle musiche e delle culture.
Per meglio dire, il jazz è non un segreto, ma una costellazione intera di segreti che solo la nostra pigrizia eurocentrica pasciuta di pregiudizio e di noncuranza continua a considerare tali.
Perché il Jazz, come molte altre musiche afroamericane (il blues, il tango, lo choro, ad esempio) ha di fatto costruito, per dirla con un grande compositore, il sistema nervoso centrale musicale del Novecento, e abita questo nuovo millennio con la stessa rilevanza profonda, pur avendo avuto bisogno di un “International Jazz Day” sotto l’egida dell’Unesco per essere riconosciuto non solo come esistente, ma come patrimonio culturale dell’umanità.
Nella caccia ai segreti del jazz viaggeremo nei molti pregiudizi e luoghi comuni che, alla fine hanno costruito la presunta “alterità” segreta del jazz.
Parleremo dunque di confinamenti di mercato (race records), riduzionismo essenzialistico (il credere che certe caratteristiche siano “intrinseche” e “naturali” per certe supposte “etnie”, invece che processi dinamici, storici e funzionali), di composizione e improvvisazione, di patina esotizzante eurocentrica sovraimposta al jazz e alle musiche afroamericane in genere, di colossali equivoci nati all’ascolto del jazz “segreto” e “sconosciuto” da parte della critica “bianca” e “europea”.
Il segreto è sotto gli occhi di tutti. O meglio, sotto gli occhi, le orecchie e la mente di tutti.

17 - Alberto De Simone - La voce delle forme. Promenade interculturale nei territori dell’arte e della filosofia, tra Oriente e Occidente
Storie di incontri, confronti, scambi e contaminazioni, celati alla memoria degli eventi e rivelati attraverso il linguaggio dei simboli e la lingua delle cose.
Storie invisibili e profonde di popoli, lingue e culture in viaggio ed in dialogo, custodite e raccontate nella metamorfosi delle forme, attraverso i secoli e nelle pieghe della “Storia”, oltre i confini dei territori e delle civiltà, dell’ortodossia e della memoria.

18 - Il mistero Walt Disney. Luci e ombre sul più celebre cartoonist di tutti i tempi con la partecipazione del critico e conduttore tv Oreste De Fornari.
A cura di Cristiano Palozzi Genova Film Festival

Serata-evento coadiuvata da racconti e immagini sul grande animatore, imprenditore, produttore cinematografico, regista e doppiatore.
Oltre a ripercorrere la storia dei suoi grandi successi, si prenderà in esame un Walt Disney meno noto al grande pubblico. Dai rapporti dialettici con il governo USA attraverso i decenni (da Roosevelt a Truman), al tour in Sudamerica all’insegna del Buon Vicinato (Saludos Amigos, I tre caballeros, José Carioca), ai cartoon di propaganda antinazista durante la Seconda guerra mondiale, agli anni di McCarthy (Disney è “testimone amichevole” davanti alla Commissione per le attività antiamericane), ai cartoni animati educativi su temi come il raffreddore e le mestruazioni…
Nel 1935 Walt Disney viene in Italia. Cosa è successo durante l’incontro con Mussolini e cosa si sono detti?
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19 - Franco Cardini - Fidel Castro e il caso Cuba
Nel 1962, come reazione alla fallita invasione della Baia dei Porci del 1961 da parte degli Stati Uniti, tramite un’operazione affidata alla CIA, Cuba chiese all’Unione Sovietica, con la quale aveva un trattato di mutua assistenza, un sostegno alla propria difesa schierando sull’isola missili con capacità anche nucleare.
Il leader sovietico Nikita Chruščёv era già preoccupato per lo schieramento statunitense dei missili con capacità nucleare Jupiter in Gran Bretagna, Italia e Turchia (cinque basi a ridosso del confine sovietico). Un fatto che chiariva la natura del confronto tra i due blocchi e anticipava con lo schieramento di armi a lunga gittata l’espansione della Nato che trent’anni dopo sarebbe stata anche territoriale
Chruščёv accettò la richiesta di Cuba e iniziò a installare missili a medio raggio sull’isola. In ottobre J.F. Kennedy decise allora il blocco navale al traffico sovietico e per un paio di giorni il mondo fu vicinissimo alla guerra nucleare.
La crisi si risolse con un accordo pubblico e uno segreto.

20 - Giuliano Volpe - John Bradford: un pioniere dell’archeologia dei paesaggi nei servizi segreti inglesi
Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943, un ufficiale dell’esercito inglese del Royal Intelligence Corps, il servizio informazioni, John Bradford fu di stanza dal 1943 al 1945 nella base militare alleata di San Severo, dov’era una sezione del Mediterranean Allied Photographic Reconaissance. Bradford ebbe modo di analizzare migliaia di fotografie aeree realizzate con finalità militari per individuare gli obiettivi da colpire e per verificare gli esiti dei bombardamenti effettuati con le fortezze volanti.
Su queste foto Bradford, da ottimo archeologo quale era, individuò anche migliaia di tracce di siti archeologici di età preistorica, romana e medievale. Fu per questo che conclusa la guerra, venne in Italia tra il 1949 e il 1950 per effettuare ricognizioni archeologiche e scavi, sotto l’egida della prestigiosa Society of Antiquaries di Londra, pubblicando opere preziose e di fatto fondando la moderna archeologia dei paesaggi.
Le vicende di Bradford, di sua moglie e di alcuni suoi allievi furono anche funestate anche da tragiche morti, misteriosi incidenti, gravi malattie, una sorta di maledizione che portò alla fine di un importante progetto di ricerche.

21 - Roberto Mancini - Indagini sui segreti del corpo. Crimini, investigatori, giudici
Nella sua istanza epistemologica più forte e basilare il pensiero occidentale ha costantemente inseguito la ricerca della trasparenza assoluta degli individui. Quando, a partire dal XVII secolo, in una società sempre più immaginata come teatro di finzioni, come perenne gioco di simulazioni e dissimulazioni dove tutto l’agire era gravato da mille cautele e da infiniti timori, nacquero ed ebbero grande fortuna le cosiddette scienze fisiognomiche; scienze indiziarie, quasi profetiche.
Esse si fondavano sulla convinzione che i corpi fossero leggibili in quanto su di essi si trovavano impressi i caratteri interiori, i vizi e le virtù nascoste di ciascuno. Con una possibilità di scendere nell’infinitesimo dettaglio delle azioni umane. Tutto questo strumentario – che ebbe le sue specializzazioni nelle chiromanzie, oniromanzie, metoscopie – non poteva non attrarre l’attenzione degli uomini di legge; esso infatti uscì ben presto dai libri dei filosofi e degli scienziati per diventare disinvolto grimaldello inquisitoriale nelle mani dei giudici.

22 - Laura Schettini - Clandestine. La tratta delle donne tra Otto e Novecento
Alcune volte attraversano i confini sotto falsa identità, in barche di fortuna o munite di biglietti di prima classe.
Altre, si spostano provviste di documenti e visti regolari. Sono ragazze vendute da padri e fratelli, mogli costrette da mariti oziosi e violenti, aspiranti attrici e cantanti con in testa una promessa di ingaggio, ma anche prostitute di mestiere in cerca di migliori occasioni.
Sono le italiane che tra Otto e Novecento attraversano le Alpi o il Mediterraneo per essere arruolate nei bordelli in colonia o in Francia, Germania, Austria. Sono anche le straniere approdate in Italia a lavorare nelle nostre tante case di tolleranza. Sono donne guardate con sospetto e apprensione, soprattutto in tempi di guerra e di contese nazionaliste, quando il corpo di una donna può diventare facilmente il simbolo di una nazione, della sua integrità, della sua reputazione o mettere in pericolo i segreti della patria.

23 - Adriano Prosperi - Gostanza e altre streghe salvate dall'Inquisizione
Gostanza non fu a sola a uscire viva dalle mani dell’inquisizione. Ce ne furono altre. Tra di loro incontriamo Caterina Volterrana, il cui caso ci permette di verificare come la struttura verticale del Sant’Uffizio operante nella realtà italiana consentisse un controllo sulla conduzione dei processi che frenava e raffreddava le pulsioni di poteri locali e di folle terrorizzate dal timore delle arti demoniache. Chiuderò con un confronto con la caccia alle streghe nella Germania del ‘600.

24 - Giorgio Ferrari - Le spie della Guerra fredda: i coniugi Rosenberg
Il 29 agosto del 1949 nell’immensa distesa di Semipalatinsk nel nordest del Kazakhstan l’Unione Sovietica sperimenta la sua prima bomba atomica, una copia perfetta di Fat Man, l’ordigno americano lanciata su Nagasaki il 9 agosto del 1945.
Da quel giorno gli Stati Uniti perdono il loro primato nucleare e insieme la propria presunzione di invulnerabilità. È uno choc che attraversa tutto il Paese, mentre il presidente Truman, il Pentagono, i servizi segreti si domandano come ciò sia potuto accadere, chi può aver trafugato e trasmesso ai russi i piani dell’arma nucleare.
Due anni dopo i presunti colpevoli sono alla sbarra davanti a un tribunale di New York. Si chiamano Julius e Ethel Rosenberg, Anatoli Yakovlev, David Greenglass, Morton Sobell. Ma è soprattutto sui primi due che l’America si dividerà, su quella coppia un po’ dozzinale di ebrei senza fortuna che sembrano aver cambiato da soli il corso della Storia. Finiranno dopo anni di processo sulla sedia elettrica. Vittime innocenti, secondo molti, spie perfette secondo l’FBI.

25 - Enrico Giannichedda - Archeologia, e scandalo, di un tesoro scomparso
Nel 1959, James Mellaart, uno fra i più importanti archeologi dell’epoca, diede notizia di tre tombe reali scavate in Turchia contenenti decine di reperti paragonabili, per importanza, ai tesori scoperti da Schliemann a Troia e alle ‘cose meravigliose’ rinvenute nelle tombe reali mesopotamiche ed egiziane. A mostrarglieli era stata una donna, bellissima e misteriosa, conosciuta in treno e scomparsa nel nulla.
Pochi anni dopo, però, si gridò allo scandalo. I reperti erano introvabili e le autorità turche accusarono Mellaart di furto impedendogli, per sempre, di scavare in Turchia. Carriera stroncata, ma compensata da un posto all’Università di Londra. Ovviamente, scandalo nello scandalo, a insegnare archeologia anatolica. Negli anni a seguire, la caccia al tesoro di Dorak ha coinvolto, oltre a poliziotti e archeologi, anche giornalisti e editori, burocrati e politici, tombaroli e trafficanti, spie e portieri d’albergo, battitori di grandi aste e conservatori di ricchissimi musei.
Secondo alcuni, “come in un libro di James Bond” anche se sono fatti veri, scandalosi e segreti.
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26 - Mario Del Pero - La CIA tra leggende e realtà
L’agenzia centrale d’intelligence degli Stati Uniti – Central Intelligence Agency (CIA) – occupa un ruolo centrale nell’immaginario della politica internazionale contemporanea. Spesso rappresentata come una lunga mano dell’imperialismo statunitense e delle ingerenze di Washington negli affari interni di altri paesi, la CIA è talora stata dipinta come un potere a sé stante: uno stato nello stato, mosso da obiettivi propri e non necessariamente convergenti con quelli del decisore politico.
Si tratta di letture non di rado stereotipate, per un’agenzia del governo federale dalla storia complessa e dal peso istituzionale mutevole e non di rado contestato. Un’agenzia, la CIA, nella quale preponderante in termini d’investimenti e importanza è stata spesso la componente analitica – fatta di studiosi incaricati di elaborare stime, fare previsioni e offrire indicazione – rispetto a quella operativa degli agenti sul campo. E che nel XXI secolo è stata progressivamente esautorata dal suo ruolo di coordinamento di tutti gli apparati d’intelligence del paese.

27 - Simona Feci - Custodire e condividere segreti. Ricette, commerci e uso di veleni tra reti femminili e reti conventuali in età moderna
Nell’Italia del Seicento circolano ricette per preparare veleni perfetti, di cui sono a conoscenza donne ed esponenti del clero regolare, protagonisti entrambi della diffusione, della realizzazione e del commercio di liquidi letali. Si tratta di alcune reti occulte – identificabili attraverso fonti giudiziarie prodotte da tribunali diversi e fonti diplomatiche –, che in parte sono autonome, in parte invece conoscono punti di tangenza.
Le ricerche permettono di misurare la dimensione di questi circuiti di saperi segreti, che si snodano dalla Sicilia alla Liguria, passando per Roma, Napoli e Bologna, e coinvolgono una pluralità di individui, appartenenti a ceti sociali diversi, nella richiesta e nel commercio di veleno, ricercato e impiegato entro le maglie ambigue dell’omertà e della consapevolezza, del bisogno e del desiderio di affermare se stessi e di dare un diverso corso alla propria esistenza.

28 - Paola Guglielmotti - Genova, un Medioevo segreto
Quali segreti può chiarire chi studi le fonti scritte genovesi dell’età medievale? Dopo una breve definizione di cosa è inconoscibile (e dei grimaldelli cui si può ricorrere), si parlerà di scrittura omissiva (l’arcivescovo Iacopo da Varagine a fine Duecento); di mancati segreti professionali, tali solo in una prospettiva contemporanea (la cantieristica e una nave sulla spiaggia di Portofino); di differenziati “segreti del chiostro” (scrutando nei monasteri cittadini di S. Andrea della Porta, S. Stefano e S. Siro); di servi in famiglia, nascosti o ostentati (con le loro provenienze e i loro destini); di riserve patrimoniali delle donne (spesso “coperte”, ma soprattutto poco studiate); e di “scritture esposte” rimosse (con occultazione del passato).

29 - Gabriella Airaldi - Il giovane Mazzini e i segni del futuro
Come e perché si diventa rivoluzionari? Perché Giuseppe Mazzini diventa fin da giovanissimo un rivoluzionario, restando per tutta la vita fedele al suo ideale repubblicano? In quali spazi cresce, quale aria respira e quali incontri fa un ragazzo che a 25 anni parte per un esilio che lo terrà lontano per sempre dal suo Paese?
Ripercorrere gli anni della sua prima giovinezza aiuterà forse a capire la sua tenace fedeltà all’idea repubblicana.

30 - Il lavoro nascosto nelle case. Cura e riproduzione dagli anni Sessanta a oggi.
A cura di Archimovi con la partecipazione di Beatrice Busi e Anna Frisone, introdotte da Paola De Ferrari

Il dialogo partirà dal volume collettaneo curato da Beatrice Busi nel quadro del progetto europeo DomEqual “Separate in casa. Lavoratrici domestiche, femministe e sindacaliste: una mancata alleanza” (Ed. Futura/Ediesse), con saggi di: Alisa Del Re, Anna Frisone, Alessandra Gissi, Vincenza Perilli, Alessandra Pescarolo, Valeria Ribeiro Corossacz, Elena Petricola, Raffaella Sarti e con la supervisione scientifica di Sabrina Marchetti.
Il lavoro domestico e di cura è stato dall’età moderna in poi considerato connaturato al femminile, dunque invisibile e nascosto, soprattutto nei suoi aspetti di sfruttamento di genere e di classe, quando non di violenza. Negli anni Settanta, anche se una componente ha affrontato il tema del salario al lavoro domestico, i movimenti femministi non sono riusciti, per vari motivi, a costruire una alleanza con le lavoratrici domestiche salariate, cosa che avrebbe potuto rafforzare la critica femminista alla divisione socio-sessuata del lavoro. Tutto ciò è cominciato a cambiare quando il lavoro domestico si è incrociato con le correnti migratorie di donne provenienti dal Sud e dall’Est del mondo occidentale, sollecitando l’interesse pubblico.
Ragionare sulle mancate alleanze del passato, le criticità e i punti di forza delle forme di organizzazione delle lavoratrici domestiche salariate, attualizzare i discorsi e le pratiche femministe sulla divisione sessuale del lavoro, può servire per affinare la critica culturale e politica alla struttura sociale di produzione e ripro
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31 - Giorgio Manzi - La frode di Piltdown e la forza paziente della scienza
Correva l’anno 1912, quando il cranio del tanto atteso “anello mancante” venne presentato alla Geological Society di Londra e prese l’altisonante nome di Eoanthropus dawsoni. Era stato rinvenuto nei sedimenti di una cava a Piltdown, nel Sussex, insieme a manufatti paleolitici e a resti di fauna preistorica. Era caratterizzato da una particolare combinazione di caratteri: una scatola cranica di aspetto pienamente umano e una faccia scimmiesca.
Alcuni accolsero con entusiasmo la notizia, altri con scetticismo, ma fu solo nel 1953 che venne definitivamente documentato che quel reperto non era altro che un insieme di ossa umane e di orangutan, raccordati ad arte da un falsario, forse proprio lo scopritore. Tuttavia, ben prima del 1953, il presunto antenato era gradualmente uscito dagli alberi genealogici dell’evoluzione umana, essendo sempre meno compatibile con le nuove scoperte che venivano da diversi siti in Europa, Asia e Africa.
Questa storia, aldilà dello scalpore che suscita, ci dice qualcosa sul metodo scientifico, che ha la “forza paziente” di sottoporre le proprie conclusioni al controllo delle procedure e alla verifica dei dati.

32 - Guido Barbujani - Una lunga storia svelata dal DNA
Oggi si sente spesso parlare di radici (di un popolo, di una comunità…), ma si tende a dimenticare che le radici servono alle piante per stare ferme, mentre il genere umano dispone di gambe e piedi, grazie ai quali si è mosso in continuazione. Degli spostamenti dei nostri antenati, prima all’interno dell’Africa e poi, da lì, su tutto il pianeta, restano tracce fossili e reperti archeologici, ma da qualche anno lo studio del DNA ci permette di ricostruire aspetti altrimenti oscuri di queste migrazioni.
Il DNA dimostra che discendiamo da un piccolo gruppo di fondatori africani; che abbiamo avuto rapporti più che amichevoli con l’uomo di Neandertal; che la grande rivoluzione neolitica durante la quale abbiamo imparato a produrre il cibo è stata accompagnata da massicci spostamenti di popolazioni dall’Anatolia all’Europa; e che a questi migranti anatolici noi europei dobbiamo non solo l’invenzione dell’agricoltura e dell’allevamento, ma anche il colore bianco della pelle.

33 - Aldo Alessandro Mola - La “Massoneria” tra storia e mito
La Massoneria si definisce Ordine iniziatico. Costituita a Londra nella forma moderna (24 giugno 1717) è diversa secondo le epoche e i Paesi. Se ne possono individuare due “famiglie”. Una fa capo alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra (sorta nel 1813), inizia solo maschi vincolati da “antichi doveri” (credenza nel Dio personale e nell’immoralità dell’anima). Un’altra fa riferimento al Grande Oriente di Francia. Inizia anche femmine e comprende “associazioni” vincoli “religiosi”.
All’interno delle Comunità massoniche esistono molteplici riti, il più famoso dei quali è lo Scozzese antico e accettato, che prevede 33 gradi. Molte Massonerie hanno avuto ruoli nella vita politica, suscitando reazioni da parte dei poteri, totalitari e/o autoritari, in aggiunta alla scomunica dei massoni comminata da papa Clemente XII nel 1738 e più volte ribadita.
Le Massonerie sono state vietate e hanno spesso operato clandestinamente aumentando sospetti sulla loro identità e sui loro scopi. È il caso dell’Italia ove le Massonerie non sono “riconosciute” anche per mancanza di una legge che tuteli il nome delle associazioni. Perciò a quelle “ufficiali” (Grande Oriente, maschile; Gran Loggia d’Italia, mista; Gran Loggia Regolare; Diritto Umano, mista) si aggiunge un numero imprecisato di uguali insegne.
Sull’immaginario pesa il cosiddetto “scandalo P2”, che ebbe motivazione politica.

34 - Fabrizio Benente - Indagine archeologica su un caso di omicidio. Morte violenta e “mala morte” nella Liguria medievale
Il caso di omicidio che è al centro di questa indagine è destinato a rimanere irrisolto, come accade nei “cold case” delle serie televisive più seguite. Tuttavia, l’archeologia e le scienze applicate hanno permesso di comporre un identikit completo dell’individuo assassinato, grazie allo studio della sepoltura che è stata rinvenuta nel corso degli scavi dell’ospitale “di passo” di San Nicolao di Pietra Colice (GE). È, quindi, possibile ricostruire parzialmente la sequenza di azioni che hanno portato al decesso e al seppellimento. Si è trattato di un omicidio cruento, perpetrato in una zona isolata ed impervia, adatta ad un agguato. Ha le caratteristiche di un delitto d’impeto, come può accadere nel caso di una vendetta, di una faida, di un omicidio passionale, o di una rapina.
Gli episodi di morte violenta e i decessi avvenuti in prossimità di “luoghi di strada” della Liguria medievale non sono rari. Guerra, brigantaggio, ma anche malattia e morte accidentale colpivano chi si trovava in viaggio lungo le aspre vie montane e in prossimità dei valichi transappenninici. L’indagine archeologica, per sua natura e per metodo, non è diversa da un’attività investigativa: parte dall’analisi del contesto, dalla lettura e dalla raccolta delle tracce/indizi e dei reperti, fa ampio utilizzo di risorse informatiche e di esami di laboratorio, elabora interpretazioni e ricostruzioni, utilizzando le doti di intuizione e deduzione del ricercatore/detective.
Trattandosi di un’investigazione basata su reperti e tracce, l’indagine archeologica si impegna nel tentativo di ricostruire un contesto originale, la sequenza temporale delle attività/azioni, operando approssimazioni ricostruttive che devono essere il più possibile oggettive e compatibili con i dati disponibili. Accade poi che, seguendo tutte le tracce e analizzando tutti i dati a disposizione, l’archeologo scopre che l’omicidio di strada su cui sta indagando non è certamente un caso isolato…

35 - Miguel Gotor e Massimo Mastrogregori - Il caso Moro
Se parliamo di “storia segreta”, il caso Moro ha tutte le carte in regola. L’operazione è preparata ed eseguita – a partire dal 16 marzo 1978 – dalle Brigate rosse, un gruppo comunista clandestino che agisce con le modalità proprie degli agenti segreti.
Lo Stato italiano reagisce mettendo in moto, tra le altre cose, i Servizi segreti, i suoi e quelli di mezzo mondo. Moro è assassinato il 9 maggio: da quel momento la storia del suo sequestro è investita da interrogativi che la sdoppiano. Da una parte ciò che è visibile: le azioni dei brigatisti e quelle degli inquirenti e della polizia. Dall’altra un vasto territorio sotterraneo contestato: la discussione sugli ideatori, i moventi, i collaboratori invisibili, gli esecutori alternativi.
Tra arresti e confessioni dei brigatisti, strani ritrovamenti di carte di Moro, indagini, processi e commissioni parlamentari, si sviluppa una grande questione nazionale ancora aperta: mediatica, politica, storiografica.

36 - Paolo Branca - La forza della profezia e la componente esoterica dell’Islam
Terza e ultima fra le religioni abramiche monoteiste e ‘rivelate’, l’Islam è centrato non su Maometto, ma sul Corano: Parola divina da lui trasmessa senza nulla aggiungere, togliere o modificare. Un ‘profeta’, dunque, differente da quelli dell’Antico Testamento che hanno personalità e stili propri che si riverberano nel loro messaggio. Eppure la venerazione per questo ‘profeta’ definitivo è assai viva fra i musulmani che cercano di assomigliargli il più possibile, attingendo alle migliaia di aneddoti su di lui raccolti nella tradizione o Sunna.
Il suo carisma e quello dei suoi discendenti, specialmente nelle varie correnti dello sciismo, è particolarmente evidenziato e sottolineato dalle numerose correnti esoteriche e mistiche di questa religione, meno monolitica e uniforme di quanto si creda. La dialettica Corano/Sunna non è nuova, ma assai poco conosciuta dai non specialisti, mentre soprattutto per le sue conseguenze giuridiche è fra le più interessanti dalle origini ai giorni nostri.

37 - Maurizio Giangiulio - I segreti affari della Pizia a Delfi
Come Eschilo diceva, la Pizia, l’“indovina che non mente”, vaticinava sotto la guida del dio Apollo. Ma la sua figura è in realtà enigmatica.
Nonostante il suo ruolo simbolico nella cultura antica, era anche rappresentata come una modesta contadina ‘illetterata’. E poi non sappiamo esattamente se fosse la Pizia a pronunciare i responsi oracolari, e in quale forma. A sollevare il velo del segreto che avvolge questi temi aiutano alcune storie in cui la Pizia appare disponibile a farsi influenzare, subornare o addirittura corrompere da re e potenti dell’età classica. Esse presuppongono un ruolo significativo della Pizia nella pratica oracolare e suggeriscono che essa potesse essere coinvolta negli arcana imperii, i segreti del potere, di Sparta e Atene. Emblematica la storia dello scontro tra gli spartani Cleomene e Demarato: una storia di re in lotta, di natali incerti se spurii o soprannaturali, di potere e pazzia, tra difesa della Grecia e fuga presso il nemico persiano.

38 - Riccardo Iacona - Il caso
Quando nel 2010 WikiLeaks rese pubblici gli «Afghan War Logs» e 400mila file riservati sulla guerra in Iraq, compilati dall’intelligence degli Stati Uniti, si aprì un incredibile squarcio di verità su due conflitti che hanno segnato la recente storia. 109mila vittime in Iraq, il 63 per cento delle quali civili, torture e uccisioni di cittadini ai posti di blocco, report su strategie e propaganda sono solo alcune delle informazioni top secret portate alla luce dal lavoro di Julian Assange, fondatore di Wikileaks. Assange è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza del Regno Unito e se verrà estradato negli USA, per la prima volta nella storia del Paese, un editore dovrà rispondere ad un’accesa di spionaggio.

39 - Giusto Traina - Le ultime ore di Giulio Cesare: quello che non vi hanno mai raccontato
Il 15 marzo del 44 a.C., il Senato doveva confermare importanti decisioni in appoggio alla campagna orientale di Cesare, che doveva iniziare tre giorni dopo. Il dittatore era inquieto, anche a causa di due episodi preoccupanti: nella notte, la moglie Calpurnia aveva sognato di vederlo morto, mentre degli indovini avevano ravvisato vari cattivi presagi che avrebbero dissuaso qualsiasi cittadino romano a uscire di casa.
Ma Cesare non era un cittadino romano qualunque. E poi Decimo Bruto, un suo lontano cugino ed ex luogotenente, lo aveva convinto a non badare a queste sciocchezze e a non rinviare la seduta: peccato che fosse uno dei congiurati che poco dopo lo finirono a pugnalate.
Questo ci raccontano le fonti antiche, ma per un episodio chiave della storia romana come l’assassinio di Cesare, che accelerò la fine della Repubblica, le versioni tramandate non bastano. Durante le ore che precedettero il cesaricidio si mossero infatti importanti personaggi dal ruolo ambiguo quanto determinante, a cominciare da Marco Antonio e Cicerone. Una vera e propria storia sotterranea che merita di essere esplorata.

40 - Alberto Mantovani - Immunità e vaccini: una storia da Tucidide a Covid-19
COVID-19 ha rappresentato per la comunità degli immunologi una sfida senza precedenti, da affrontare con la coscienza del “sapere di non sapere”.
La nostra comprensione dei meccanismi immunologici alla base della malattia è migliorata, incrociando predisposizione genetica, autoimmunità e infiammazione fuori controllo. Venti anni di ricerca fondamentale e contro i tumori sono alla base dello sviluppo di vaccini “alla velocità della luce”, secondo la definizione di Ӧzlem Türeci, una protagonista di questa impresa.
Se molto progresso è stato fatto, rimangono aperte domande di ricerca. Ancora, COVID-19 pone il problema della condivisione in quanto nella pandemia solidarietà e sicurezza costituiscono un binomio inscindibile.

41 - Paolo Chiesa - Notizie genovesi sull'America, un secolo prima di Colombo
In un’opera scritta poco prima della metà del Trecento, la Cronica universalis del frate domenicano milanese Galvano Fiamma, si menziona una misteriosa terra chiamata Marckalada, situata al di là dell’Atlantico. È la prima notizia che sia abbia sull’America nell’area mediterranea: a parlarne sono i marinai che viaggiano per i mari del nord, che ne danno un’immagine misteriosa e intrigante. L’opera è ancora inedita ed è stata individuata solo da pochi anni; il manoscritto che la riporta è inaccessibile, confinato com’è all’interno di una collezione privata.
Le prime ricerche permettono di concludere che le fonti di Galvano provengono dal porto di Genova, e da Genova egli riceve notizie su altre terre e altri eventi, come l’arrivo della prima ambasciata etiopica nell’Europa occidentale o la spedizione transoceanica dei fratelli Vivaldi. Una storia che, un secolo e mezzo prima di Colombo, assegna a Genova un ruolo centrale nello sviluppo delle conoscenze geografiche.

42 - Chiara Valerio - Storia quasi vera del primo computer e dell'Intelligenza artificiale (partendo da casa mia)
In un’opera scritta poco prima della metà del Trecento, la Cronica universalis del frate domenicano milanese Galvano Fiamma, si menziona una misteriosa terra chiamata Marckalada, situata al di là dell’Atlantico. È la prima notizia che sia abbia sull’America nell’area mediterranea: a parlarne sono i marinai che viaggiano per i mari del nord, che ne danno un’immagine misteriosa e intrigante. L’opera è ancora inedita ed è stata individuata solo da pochi anni; il manoscritto che la riporta è inaccessibile, confinato com’è all’interno di una collezione privata.
Le prime ricerche permettono di concludere che le fonti di Galvano provengono dal porto di Genova, e da Genova egli riceve notizie su altre terre e altri eventi, come l’arrivo della prima ambasciata etiopica nell’Europa occidentale o la spedizione transoceanica dei fratelli Vivaldi. Una storia che, un secolo e mezzo prima di Colombo, assegna a Genova un ruolo centrale nello sviluppo delle conoscenze geografiche.

43 - Sergio Valzania - 1949. La diplomazia segreta del caso
Nella primavera del 1949 l’esito della guerra civile cinese, iniziata nel 1927, era ormai deciso in favore dell’Esercito di Liberazione Popolare (ELP). La Repubblica Popolare Cinese sarebbe stata proclamata dal Presidente Mao Tse-Dong il 1 ottobre. Il 20 aprire di quell’anno la fregata inglese HMS Amethyst venne cannoneggiata dalle artiglierie dell’ELP mentre risaliva lo Yangtze, il Fiume Azzurro, per recarsi a Nanchino dove, in base ad accordi stipulati nel secolo precedente, la Gran Bretagna aveva il diritto di mantenere una propria nave da guerra.
La fregata fu costretta a fermarsi e rimase bloccata, nonostante fossero stati inviati in suo soccorso prima il cacciatorpediniere Consort e poi l’incrociatore London, entrambi costretti a rinunciare a raggiungere l’Amethist dopo aver subito decine di morti tra l’equipaggio. Solo dopo cento giorni l’Amethyst poté ripartire nottetempo e raggiungere la flotta inglese a Wusong dopo una navigazione di 160 miglia. Non si è mai saputo se e quali trattative diplomatiche abbiano consentito tale fuga.

44 - Dario Biocca - Le due vite di Ignazio Silone
documenti emersi in questi anni dagli archivi di polizia, insieme con alcune corrispondenze inedite, hanno evidenziato come la vicenda biografica di Silone sia stata ben diversa da quella più volte rievocata dallo stesso Silone, diventando più complessa e a tratti persino enigmatica. Silone infatti, negli anni in cui era tra i massimi dirigenti del Partito comunista, intrattenne una lunga e segreta corrispondenza con un funzionario di Polizia al quale trasmise informazioni riservate sulle attività clandestine dei suoi compagni attivi in Italia e all’estero. Per più di dieci anni Silone fu una spia, la più intelligente e la meglio informata di cui la Polizia politica fascista poté servirsi per colpire il movimento comunista. Da sempre assertore dell’indipendenza degli intellettuali dal potere economico, dai partiti e dai governi, negli anni successivi Silone agì anche da informatore dei servizi segreti americani perseguendo una incessante battaglia anticomunista
Placate le polemiche che hanno seguito la scoperta dei primi documenti di polizia e avviata dagli studiosi un’accorta rilettura dei romanzi e degli articoli autobiografici, sullo scrittore abruzzese autore di Fontamara e Uscita di sicurezza permangono ancora complessi interrogativi. Il biografo che ha rinvenuto le prime carte di archivio e dedicato dieci anni di ricerche allo studio della vita di Silone e all’analisi dei suoi scritti politici e letterari presenta alcune carte inedite e ripercorre il dibattito che ha accompagnato il “caso Silone” dividendo il pubblico tra “innocentisti” e “colpevolisti”.

45 - Andrea Purgatori - Il caso Emanuela Orlandi
La sparizione di Emanuela Orlandi, avvenuta agli inizi degli anni Ottanta e tornata recentemente di attualità, è diventata uno dei più famosi casi irrisolti della storia italiana, con implicazioni e sospetti che coinvolgono e chiamano in causa istituzioni e organizzazioni ai limiti della legalità.
La narrazione di Purgatori tenta un’interpretazione di questi enigmi e una ricostruzione delle vicende controverse e inquietanti che si intrecciano da ormai quasi quarant’anni.

46 - Tommaso Braccini - Procopio, la storia segreta
Procopio appare, per certi versi, il “dottor Jekyll e mister Hyde” della letteratura bizantina. Nelle Guerre e soprattutto negli Edifici loda, talora in maniera sperticata, l’imperatore Giustiniano. Nella Storia segreta, invece, diffama ferocemente lo stesso Giustiniano, estendendo i suoi velenosi oltraggi all’imperatrice Teodora, al generale Belisario, e alla consorte di quest’ultimo.
Questo testo misterioso venne riscoperto in Occidente agli inizi del Seicento, suscitando grande scandalo. Circolò in versione censurata, e tra i protestanti vi fu chi ipotizzò che l’apparente unicum fosse una falsificazione cattolica per denigrare un imperatore che si era imposto sul papato romano. In realtà nel medioevo greco vi sono esempi analoghi, poco noti ma significativi. Ed è piuttosto nello scontro tra gli imperatori “latini” (filocattolici) e gli oltranzisti ortodossi, negli ultimi secoli di Bisanzio, che si colloca lo snodo fondamentale che permise la sopravvivenza di questo perfido e maligno, ma irresistibile cahier de doléances.

47 - Luca Gorgolini - Il Duca di Wellington e la guerra delle spie
Nel giugno 1815 il Comandante Arthur Wellesley, duca di Wellington, si presentò a Waterloo per lo scontro decisivo con Napoleone Bonaparte con un bagaglio di esperienze davvero importante che aveva preso forma nelle innumerevoli battaglie che aveva combattuto, a partire dall’estate del 1794, nell’Europa settentrionale, in India e nella penisola iberica.
Campagne militari sensibilmente differenti nelle quali aveva sviluppato una competenza puntuale nell’esercizio del comando, nella pratica dei movimenti e degli approvvigionamenti militari.
E aveva affinato quella che agli occhi dei suoi nemici appariva come un’inesauribile versatilità strategica, alimentata da un’attenzione costante ai metodi di raccolta e di analisi delle informazioni recuperate in quella che oggi definiremmo attività di intelligence. Una guerra animata da schiere di spie e traditori, carica di insidie e incertezze, ma, in alcuni momenti, decisiva per l’esito finale di una battaglia.
INCONTRO ANNULLATO

48 - Melania G. Mazzucco - I segreti del silenzio. Vermeer e altri misteri
(…) ciò che davvero differenzia le opere di Vermeer da quelle dei suoi contemporanei – scrive Mazzucco su Robinson dell’11 febbraio 2023 – non è la pure altissima qualità tecnica, o l’uso scientifico della prospettiva (con la camera ottica), né il soggetto, né lo spazio (comuni a tanta pittura di genere). È la capacità unica di raffigurare il tempo. Lo sospende in un istante banale, rivestendolo di luce e di silenzio: lo sottrare alla contingenza, lo astrae e lo dilata fino a celebrarne il segreto e trasformarlo nell’essenza stessa della vita
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49 - Massimo Oldoni - Silvestro II, papa del Mille, scienziato e presunto mago
l 12 maggio1003 muore a 63 anni Gerberto d’Aurillac, già abate di Bobbio, arcivescovo di Reims e poi di Ravenna, eletto papa nel 999 con il nome di Silvestro II.
Dialettico, bibliofilo, matematico, astronomo, geomètra, artefice di macchine, Gerberto, inafferrabile pontefice dell’Anno Mille, è un assoluto protagonista nel Medioevo europeo e nell’evoluzione del sapere sperimentale.
Si narrava, tuttavia, che fosse diventato famoso e potente grazie ai favori del diavolo. I detrattori e gli avversari del suo ruolo pubblico hanno osteggiato in ogni modo questa coltissima personalità eterodossa espressa in un intreccio di scienza e presunta magia, di vita reale e malevole leggende. Nasce così il suo mito che va oltre la biografia del personaggio e oltre il Medioevo, in un mutevole paesaggio di episodi composti in un sorprendente e irripetuto quadro storico.

50 - Gian Arturo Ferrari dialoga con Chiara Valerio - Storia più confidenziale (perché a voce) dell'editoria italiana
Gian Arturo Ferrari attraverso l’editoria tesse la storia d’Italia.
Quella tra le due guerre e quella degli anni di piombo, quella dei magnifici anni Ottanta e la più recente, quando i protagonisti sono forse meno eroici ma più inattesi.
Con tono epico e comico, affettuoso e tagliente, con occhi distanti e nel contempo vicinissimi, Ferrari ci accompagna nelle avventure umane e culturali degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono.
Nonostante definire l’editoria sia complicato, Ferrari ci riesce molto ne e il suo romanzo Storia confidenziale dell’editoria italiana è diventato inevitabile lettura per tutti coloro che lavorano o vogliano lavorarci.
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51 - Giulia Grechi - Musei e patrimoni coloniali: pratiche di restituzione, riparazione, decolonizzazione
Le eredità materiali e culturali del colonialismo sopravvivono nei nostri spazi pubblici e privati, nelle strade con la loro odonomastica, nei monumenti, nelle architetture e nei musei, soprattutto nei musei etnografici.
La questione dei patrimoni coloniali in questi ultimissimi anni è al centro della riflessione di molti paesi europei, portata alla luce soprattutto grazie alle critiche e alle contestazioni di gruppi di attivisti, ma anche di istituzioni e comunità che chiedono indietro il patrimonio sottratto loro durante il periodo coloniale.
La questione delle restituzioni dei patrimoni coloniali, e la necessità di decolonizzare spazi, narrazioni, assetti strutturali del museo, occuperanno l’agenda di molte istituzioni negli anni a venire. In che modo possiamo rapportarci oggi a queste stratificazioni storiche e culturali, e ai conflitti che si generano intorno ad esse, tenendo conto della molteplicità di punti di vista che la nostra società diasporica e interculturale esprime?

52 - Anna Foa - Il popolo nascosto: il mito delle tribù perdute di Israele tra messianismo ebraico e apocalissi cristiana
C’è un mito che attraversa la storia ebraica a partire dal Talmud, che narra di dieci tribù perdute, nascoste per volontà divina in paesi lontani, oltre l’Eufrate, da dove torneranno soltanto a segnare l’avvento dell’era messianica.
I momenti in cui il mito ha maggior diffusione sono quelli che vanno dall’espulsione degli ebrei dalla Spagna fino all’avventura messianica di Sabbatai Tsevi (1666), che vuole appunto riunire le tribù disperse.
Nel Cinquecento, però, in un momento particolarmente significativo per l’escatologia cristiana, il mito viene fatto proprio dai cattolici in funzione conversionistica: le tribù nascoste divengono gli antenati degli indios americani, e la loro conversione il segno della fine dei tempi, dell’Apocalisse finale.
La leggenda diventa così espressione di avventi di segno opposto, nel conflitto esacerbato fra cristianesimo ed ebraismo proprio di quei secoli.

53 - Monica Galfré - Il caso Donat-Cattin. Il terrorismo in una storia di padri e di figli
Carlo Donat-Cattin è vicesegretario della Democrazia cristiana quando, nella primavera del 1980, si scopre che suo figlio Marco milita ai vertici di Prima linea, una delle principali organizzazioni terroristiche di sinistra attive negli anni di piombo.
La notizia fa da detonatore a uno dei piú gravi scandali della storia repubblicana, mentre il dolore privato della famiglia Donat-Cattin mette sotto gli occhi di tutti lo strappo senza rimedio che si è consumato nel corso degli anni Settanta.
Attraverso questa storia, che è di padri e di figli, il terrorismo appare come una delle forme che assume il conflitto generazionale, una sorta di resa dei conti che ha le sue radici nelle caratteristiche e nei limiti della modernizzazione italiana.

54 - Agostino Paravicini Bagliani - La papessa Giovanna. La costruzione di una leggenda
Da molto tempo ormai sappiamo che la Papessa Giovanna è un personaggio che appartiene alla leggenda. Ora che abbiamo a disposizione l’intera raccolta delle testimonianze letterarie che parlano di questo celeberrimo «papa donna» fino al 1500 – si tratta di ben 109 testi – possiamo tentare di capire come e perché la leggenda è nata e come si è modificata nel tempo e perché questa prima leggenda ne ha fatta nascere una seconda, secondo la quale un nuovo pontefice doveva sottomettersi alla verifica della sua mascolinità.
Le domande sono numerose: perché nei secoli medievali si parla di lei non al femminile, ma al maschile (Giovannni)? A quale periodo storico fu attribuito il suo «pontificato» e per quale motivo? Dove era nata la donna che fu eletta pontefice, a Magonza come lo si ritiene ancoroggi? Perché ne parlano come di una donna dotata di ingegno e della più alta istruzione? Come fu interpretato il suo essere donna e il fatto che di essere stata messa incinta durante il suo pontificato? Perché la storia l’ha fatta morire durante il parto e il bambino non è sopravvissuto? Quando si è imposta l’abitudine di chiamare il papa donna «Papessa Giovanna» e per quale motivo? E come la sua storia si è modificata tra la fine del Medioevo e l’epoca moderna?
Sono domande alle quali si può tentare di dare una risposta anche grazie alle numerose illustrazioni offerte dalla tradizione materiale (manoscritti, incunaboli, edizioni antiche) di queste straordinarie leggende.

55 - Gabriella Caramore - Dio: storia segreta di un nome
Quella che è stata chiamata “l’invenzione del sacro” non è da considerarsi una ingenuità di menti “primitive”.
Piuttosto, si tratta della messa in moto di un pensiero speculativo che non si accontenta di ciò che appare nella concretezza delle cose, ma indaga, scava, sogna, scopre, inventa, si interroga su ciò che sta al di fuori o al di sopra dell’umano.
Così nascono le religioni, che assumono valori e significati diversi a seconda del contesto in cui si sviluppano. Come è noto ci sono religioni senza Dio e religioni piene di dei, spiriti, avatar, santi, profeti, maestri. Il nostro problema oggi è capire come sia stato possibile, in particolare nelle religioni d’Occidente, e cioè giudaismo e cristianesimo, unificare sotto uno stesso nome, “Dio”, una congerie di significati diversi, come si può riscontrare dalla lettura del testo biblico e dalla storia delle fedi, dando però a questa parola un significato unico, immutabile, eterno.
In realtà già nella Bibbia quello di Dio è un nome segreto, che non si può pronunciare. Come è diventato da nome “comune” un nome “proprio”, come se si trattasse di una persona conoscibile, identificabile, domestica? Non è questo un travisamento profondo dell’idea di Dio?

56 - Luciano Canfora - Conclusioni



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