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IL TEMPO E LA STORIA, da Rai Storia LINK DA SOSTITUIRE

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papero62
view post Posted on 20/6/2015, 10:20 by: papero62

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Ernesto Galli Della Loggia



(Roma 1942) Si è laureato in Scienze Politiche nel 1966. Dopo la laurea ha usufruito di numerose Borse di studio ed è stato quindi ricercatore presso la Fondazione Einaudi di Torino. Ha trascorso periodi di studio e di ricerca in Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Dopo essere stato dal 1987 professore ordinario di Storia dei partiti e dei movimenti politici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, a partire dal 2005 fino al 2009 è stato professore di storia contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è stato anche preside, e poi presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (Firenze-Napoli), di cui è attualmente professore emerito. Dal 1994 è membro dell’Associazione il Mulino, e presso l’omonima Casa editrice ha diretto la collana “L’identità italiana”. Ha diretto nel 1983-84 il mensile Pagina, nel 1994-95 Liberal, nonché l’edizione italiana di Foreign Policy. Ha collaborato a Mondoperaio, «La Stampa», «L’Espresso» e dal 1992 al «Corriere della Sera». Tra le sue principali pubblicazioni: Il mondo contemporaneo, Il Mulino, Bologna 1982; Intervista sulla destra, Laterza, Roma-Bari 1994; La morte della patria, Laterza, Roma- Bari 1996; L’identità italiana, Il Mulino, Bologna 1998 e n.ed 2010; Miti e storia dell’Italia unita, Il Mulino, Bologna 1999; Vent’anni d’impazienza, Liberal, Roma 2001; Due nazioni. Legittimazione e delegittimazione nella storia dell’Italia contemporanea, Il Mulino, Bologna 2003 (con L. Di Nucci a cura di); Tre giorni nella storia d’Italia, Il Mulino, Bologna 2010; Pensare l’Italia (con Aldo Schiavone), Einaudi, Torino 2011.


Ottomani: la fine di un impero
Parlare di Medio Oriente ha sempre voluto dire civiltà millenarie e paesaggi mozzafiato, oggi è soprattutto guerre e conflitti insanabili. Ma per molti secoli non è stato così. Durante il dominio degli ottomani gli scenari erano molto diversi. Dopo la prima guerra mondiale il grande impero ottomano si disintegra lasciando un vuoto geopolitico difficile da colmare. Nella puntata de Il Tempo e la Storia con il professore Ernesto Galli Della Loggia, il racconto della caduta di uno dei più grandi imperi che la storia abbia mai conosciuto, un impero che al suo apice si estende dalle porte di Vienna fino a Baghdad.
Un vicenda che ha date precise: il 1909, anno in cui a Istanbul il sultano Hamid II° viene deposto da un gruppo di oppositori noti col nome di giovani turchi. Il 1914, quando l'impero entra al fianco della Germania nella prima guerra mondiale. E infine il 1923, quando la capitale della nuova Turchia viene spostata da Istanbul ad Ankara per volere del nuovo leader Mustapha Kemal. Quindici anni durante i quali un mondo con radici salde in un terreno secolare viene stravolto.


L`epoca d`oro dei transatlantici
Il Rex, l'Andrea Doria, la Michelangelo, la Raffaello, nomi che evocano qualcosa di mitico, di leggendario, nomi di imbarcazioni che sono state protagoniste della navigazione italiana, tra l’Ottocento e il Novecento quando milioni di persone partono, per nave, in direzione dell’America.
Un’emigrazione massiccia che contribuisce in modo significativo allo sviluppo della marina mercantile nazionale.
Tra le date più rappresentative de “ L’epoca d’oro dei transatlantici”, il 4 settembre 1881 quando dalla fusione tra la palermitana Florio e la genovese Rubattino nasce la Navigazione Generale Italiana, compagnia armatrice che a cavallo dei due secoli darà un forte impulso ai viaggi di linea lungo la rotta transatlantica.
Il 25 giugno 1975, il giorno in cui la Michelangelo parte da New York diretta verso Genova per l'ultimo viaggio di linea di un transatlantico italiano tra le due sponde dell'oceano.


La Conferenza di Parigi
Una conferenza di pace “monca”. Perché al suo tavolo gli sconfitti non sono ammessi. Anche per questo dalla Conferenza di Pace di Parigi del 1919, a pochi mesi dalla fine del primo conflitto mondiale, esce un’Europa destinata ancora a scontrarsi al proprio interno. Quello di Parigi è un accordo difficile tra Inghilterra, Francia, Italia, Stati Uniti e Giappone: l’Italia, ad esempio, abbandona la Conferenza per la questione di Fiume. Non c’è accordo tra i partecipanti neppure sulle “riparazioni”, ...


1943-1945 L`armadio della vergogna
È stato, a lungo, un armadio “fantasma”. Le ante girate verso il muro, in un di Palazzo Cesi Gaddi, a Roma, sede della Procura Generale Militare. Viene scoperto, e aperto solo nel 1994. Il giornalista dell’Espresso, Franco Giusolisi, lo ribattezza l’“armadio della vergogna”: al suo interno ci sono centinaia di fascicoli sui crimini commessi dai nazifascisti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Molti restati impuniti. Una storia ripercorsa dal professor Ernesto Galli della Loggia.
Tutto ha inizio alla fine della guerra, con l’avvio dei primi processi per le stragi nazi-fasciste. Potrebbe diventare una sorta di Norimberga italiana. Ma – a parte le primissime condanne a personaggi come Kesselring, Kappler e molti collaborazionisti italiani - non è così. Nel 1960 il procuratore militare Enrico Santacroce dispone l’archiviazione provvisoria dei fascicoli. L’armadio della vergogna viene chiuso. Per oltre trent’anni non se ne saprà più nulla.
Un “inceppamento” della macchina della giustizia che ha le sue ragioni politiche, anche perché l’Italia ha interesse a nascondere altre atrocità: quelle commesse dal proprio esercito nei Paesi occupati.
Solo nel 1994, forse non a caso al termine della Prima Repubblica, la storia e i nomi dei carnefici delle stragi nazi-fasciste tornano alla luce. Ma non sarà, ancora una volta, una giustizia facile.


Guerra delle Falkland
Si è combattuta nel 1982 vicino al Polo sud, a migliaia di chilometri di distanza dall’Europa. Per questo motivo, pur essendo la più cruenta battaglia aereo navale combattuta dopo la Seconda guerra mondiale, è stata presto dimenticata. La guerra per il controllo delle isole Falkland-Malvine tra gran Bretagna ed Argentina, un conflitto nato in piena Guerra Fredda tra due potenze Occidentali.
Il professor Ernesto Galli della Loggia che ripercorre le tappe e spiega le ragioni di quella guerra che, per 75 giorni, ha tenuto con il fiato sospeso l’opinione pubblica mondiale.
Il conflitto inizia il 2 aprile 1982 quando le truppe argentine invadono la colonia britannica delle Falkland, rinominate Malvinas, con l’intento di ricongiungere alla madrepatria quei territori che da sempre sentono di propria appartenenza e costringono alla resa la piccola guarnigione inglese.
In 48 ore il governo guidato da Margaret Thatcher organizza una Task Force per ristabilire il dominio britannico nell’area e il 30 aprile con il blocco navale imposto dagli inglesi la guerra entra nella sua fase cruciale. Il 14 giugno 1982 si svolge la battaglia finale nell’arcipelago. L’Inghilterra annuncia che la bandiera bianca sventola a Port Stanley. Gli argentini firmano la resa.


Roma e Milano: metropoli a confronto
In cosa si distinguono Roma e Milano? E in che modo hanno rappresentato e rappresentano il paese, con le loro caratteristiche e attitudini, pregi e difetti?
A Il Tempo e la Storia, un viaggio tra le due città, in compagnia del professore Ernesto Galli Della Loggia, per capire l’importanza di Roma e Milano ed i modi originali in cui rispecchiano la nostra storia, partendo dagli anni dell’Unità che vedono Roma diventare capitale d’Italia, mentre Milano avvia il suo eccezionale decollo economico.
Il racconto parte dal proposito di Cavour su Roma espresso nel 1860 - “fare della città eterna la splendida capitale del Regno d’Italia” - un intento che si realizzerà dieci anni dopo. Poi si ripercorre la storia e i mutamenti delle due città nel corso dei successivi decenni; dal mito della Terza Roma del regime fascista, alla Milano del boom economico degli anni ’60, fino ad arrivare ai giorni nostri: modi diversi di rispecchiare il Paese, differenze e originalità che forse non si sono mai annullate.


Napoli 1973: i giorni del colera
In questsa puntata de Il Tempo e la Storia il professor Ernesto Galli Della Loggia racconta l'epidemia di colera che colpì Napoli nel 1973 all’interno del contesto delle numerose e drammatiche vicende che hanno segnato gli anni ’70.
Il 1973 in particolare è stato un anno difficile per il Paese. Finito infatti il boom economico, i temi d’attualità sono l’inflazione, il carovita, la disoccupazione e, proprio quell’anno, la crisi mondiale del petrolio e dunque l’austerity. Intanto l’Italia, terminata la stagione dei movimenti nati nel ’68, scivola verso gli “anni di piombo”: nel Marzo del 1973 le Brigate Rosse scrivono il documento dove tracciano il programma d’azione militare che intendono intraprendere.
Ma a peggiorare l’aria che si respira, nell’estate del ’73, c’è anche un’epidemia di colera che colpisce alcune città del sud, Napoli in primis.
L’emergenza inizia a Torre del Greco il 23 Agosto con i primi ricoveri.
Seguono settimane drammatiche, tra decessi, polemiche e psicosi collettive.
La pagina si chiude il 25 Ottobre, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara conclusa l’infezione di colera.


L`autostrada del Sole nell`Italia del boom
Il 4 ottobre 1964 venne inaugurata la più lunga autostrada italiana, più di 755 chilometri da Milano a Napoli.
Viaggio nel boom economico italiano, tra strade, viadotti, autogrill. In soli 8 anni, dal 1956 al 1964, l'Italia costruisce l'autostrada tra Milano e Napoli, la principale arteria di comunicazione del nostro paese. Sono gli anni del boom economico e della motorizzazione di massa: la costruzione di strade e automobili si intreccia e il paese s'incammina verso la modernità, come ci spiega il prof.Galli della Loggia. Tre le date da tenere a mente:
19 maggio 1956: posa della prima pietra, a Milano.
3 dicembre 1960: si inaugura il tratto Bologna-Firenze.
4 ottobre 1964: l'opera viene completata.


Joseph Goebbels: la voce del terzo Reich
Joseph Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich, l’uomo che ha plasmato le parole, le immagini e i suoni della Germania nazista è anche l'uomo che per un giorno è stato il successore di Adolf Hitler.
Un uomo intelligente e colto, fanatico e freddo, dotato di una capacità di seduzione così profonda da fargli dare l’appellativo di “diavolo zoppo”.
Il 29 ottobre 1897 Joseph Paul Goebbels nasce a Rheydt, una cittadina della Bassa Renania.
Il 9 novembre 1926 viene nominato da Hitler a capo del partito nazista di Berlino.
Il 1° maggio 1945 si suicida con un colpo di pistola dopo aver ucciso la moglie Magda e i suoi sei figli.
Ma qual è stato il ruolo di Goebbels nella Germania hitleriana?
Quali sono state le sue armi di propaganda e qual è il suo rapporto con gli altri gerarchi nazisti come Göring, Himmler, Hess.
Secondo il prof. Galli della Loggi, “Goebbels è l’unico tra gli adepti della cerchia di Hitler ad avere una caratura intellettuale ragguardevole”.


Winston Churchill: l`ultimo uomo dell`impero
Anticomunista convinto, strenuo difensore dell’impero britannico, nemico giurato di Hitler, oratore formidabile e persino storico riconosciuto.
Winston Churchill è stato uno dei più grandi personaggio del '900. Se ne ripercorre a storia politica e umana.
Winston Leonard Spencer Churchill nasce a Woodstock, nell’Oxfordshire il 30 novembre 1874.
Il 10 maggio 1940 viene nominato primo ministro del Regno Unito.
Il 24 gennaio 1965 si spegne a Londra. Ai suoi funerali parteciperanno migliaia di persone.
Racconta il prof. Ernesto Galli Della Loggia che "La sua ostilità verso chiunque potesse essere visto come un nemico dell’impero britannico lo portò anche a definire Gandhi uno «spregevole fachiro» mentre la sua contrarietà verso il nazionalsocialismo si manifestò fin dall’inizio.
Disse Churchill in un celebre discorso: “Se Hitler invadesse l’inferno, farei perlomeno un’allusione favorevole al diavolo alla Camera dei Comuni”.


Ceausescu: la fine di un tiranno
Ceausescu ha guidato la Romania per quasi venticinque anni; nel 1965 ha preso in mano le sorti del suo paese in una situazione di relativo benessere e crescita economica e lo ha lasciato in una condizione di estrema povertà e miseria. Anche per questo, tra le rivoluzioni che hanno abbattuto la cortina di ferro, quella romena è stata l’unica a consumarsi nel sangue.
A Il Tempo e la Storia il Professor Ernesto Galli Della Loggia ripercorre la parabola di un dittatore che più di altri ha cercato l'autonomia dalla madre Urss, ma che, paradossalmente tra tutti è stato il leader comunista più simile a Stalin, a partire dal culto della personalità.
Dal 1966 la Romania non partecipa più attivamente al patto di Varsavia, anche se ne rimane membro – dice Galli Della Loggia - e nel 1968 Ceausescu disapprova pubblicamente l'invasione della Cecoslovacchia. Lui – aggiunge lo storico - è sensibile al modello di comunismo di cinesi, vietnamiti e coreani.
Nel 1989 il sistema sovietico implode, crolla il Muro di Berlino e cadono, pacificamente, tutti i regimi socialisti dell'Est Europa tranne quello romeno. La rivoluzione, violenta e sanguinosa che portò alla caduta del regime dittatoriale si concluse con il processo ai coniugi Ceausescu e la loro condanna a morte.


Evita
All’inizio degli anni ‘40 l’Argentina è un paese dominato dalla vecchia oligarchia terriera, dove il 50% delle imprese, dei servizi e delle infrastrutture è controllato dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.
In questa situazione compare sulla scena politica Juan Domingo Peron, un ufficiale di origini modeste che ha fatto carriera militare. Nel nuovo governo, Peron occupa la carica di Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale e conosce Eva Duarte, una giovane di provincia, di origini umili e cultura limitata, arrivata a Buenos Aires in cerca di fortuna nel mondo dello spettacolo.
Tra i due è colpo di fulmine. Eva si trasferisce a vivere con Juan e da quel momento lo segue in tutte le sue vicende politiche. Un anno dopo il loro matrimonio, Peron viene eletto Presidente. Eva è al suo fianco.
Peron è il capo politico, lei è il suo ponte col popolo. Eva inaugura infatti il look che manterrà per anni, viaggia per il paese con il marito, incontra la gente e si presenta come una donna del popolo che sposa la causa del popolo.
Evita diventerà molto più che una first lady, diventerà una donna che ha appassionato un intero popolo, tanto da ispirare libri, film e musical.


Guerra sottomarina
Lo scenario della "guerra sottomarina" va dall'oceano Atlantico al Pacifico. Mentre l'arco di tempo estremamente ampio parte dal 1914 con lo scoppio della Prima guerra mondiale e la comparsa dei primi sommergibili, al 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale.
Un conflitto in cui i sottomarini, e la tecnologia per combatterli, giocheranno un ruolo fondamentale.
Secondo lo storico Ernesto Galli Della Loggia, l'impiego di queste micidiali macchine belliche, non è soltanto l'inizio di un'epopea marinara epica e tragica, ma cambia radicalmente le regole di guerra e i rapporti tra le nazioni in conflitto.
L'utilizzo dei sottomarini mette in crisi strategie di guerra secolari e trova tutti impreparati, a partire dagli inglesi. Per loro c'è anche una riserva mentale: l'Ammiraglio Wilson definisce il sottomarino subdolo, ingiusto e dannatamente non inglese.
Dopo la grande guerra i sommergibili si perfezionano ulteriormente; ancora una volta sarà la Germania di Hitler, la nazione più pronta a farne uso, allo scoppio della seconda guerra mondiale.


La guerra civile in Spagna
Una chiave di lettura per un’analisi della sinistra europea.
Un esempio paradigmatico della enorme difficoltà di stabilire la democrazia politica nell’Europa mediterranea (Spagna, Italia Grecia).
La sanguinosa campagna elettorale del ’36 e il precipizio verso la guerra civile.


Gli anni del centrismo
E’ il 1948. La Guerra fredda tra le democrazie occidentali e i paesi del blocco comunista è appena cominciata. In Italia, il 18 aprile, la Democrazia Cristiana vince le elezioni battendo il Fronte popolare, socialcomunista. Alcide De Gasperi diventa per la quinta volta Presidente del Consiglio, alla guida di un governo di coalizione insieme a liberali, repubblicani e socialdemocratici: tutti partiti di centro. È l’atto di nascita del "centrismo" a guida De Gasperi, durato fino al 1953 con la caduta del suo ottavo governo.
La novità storico-politica che caratterizza il centrismo, sostiene il professor Ernesto Galli della Loggia, è un governo guidato da un partito di ispirazione cattolica la cui azione risolleva e rimette in moto l’Italia. Saranno infatti cinque anni di importanti iniziative sul piano nazionale e internazionale; e soprattutto cinque anni di riforma per il Paese: la riforma agraria, il Piano Casa e della siderurgia, l’istituzione della Cassa del Mezzogiorno. Si tratta di passi compiuti dal Governo De Gasperi nonostante il fuoco incrociato di destra e sinistra.
Il cammino delle riforme crea anche qualche dissenso all’interno della stessa DC, che esploderà con il caso dell’alleanza con il Movimento Sociale Italiano delle elezioni amministrative di Roma del 1952. De Gasperi riuscirà a bloccare l’operazione un mese prima le elezioni, costringendo a fare un passo indietro don Luigi Sturzo, che era a capo di quel cartello elettorale fortemente sostenuto da Pio XII.
Il 25 maggio, la DC insieme ai suoi tradizionali alleati vince le elezioni e conquista il Campidoglio.


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