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BERLINO 1989-2014, LINK DA SOSTITUIRE

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view post Posted on 25/11/2014, 19:43

papero

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"Brezhnev and Honecker kiss"
di Iain Sheppard





Mario Dondero, testimone della caduta del Muro di Berlino 03-11-2014
Ha scritto Corrado Stajano che il fotografo italiano Mario Dondero ha “il dono di cogliere i piccoli momenti, di fissare l’attimo di cui non resterà traccia nel mondo”.
Questa osservazione di Stajano ben si addice alla scoperta che anni fa molti fecero visitando presso la Fabbrica di Losone una mostra di Dondero: fra le altre, vi era esposta una fotografia con la didascalia «Berlino Est dal tetto del Reichstag il giorno prima della caduta del Muro, novembre 1989». È un’immagine imponente, in cui si vede dall’alto il Muro ancora in piedi, le case della Berlino est con le finestre murate, non una figura umana, e all’orizzonte un cielo nero. Una vigilia drammatica, certo, che faceva da preludio alla gioia del giorno dopo quando finalmente il Muro cadde, meglio, venne sbriciolato pezzo a pezzo, nell’incredulità e nella gioia dei berlinesi: quelli di qua e di là del Muro.
Questo racconta Mario Dondero: con la cronaca di quei giorni, l’avventura di riuscire a salire in cima al tetto del Reichstag, bloccato da severi guardiani che, alla fine, vedendolo ricoperto solo di macchine fotografiche le diedero 5 minuti per scattare la storica immagine.
Ecco perché a 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, in una settimana di rievocazioni storiche e di analisi politiche, è preziosa la testimonianza di chi era presente a Berlino Est proprio in quei giorni. Lo scrittore Francesco Biamonti ha osservato che Dondero si è «messo in testa di avere un forte, definitivo appuntamento con l’angelo della storia» e che quindi «corre qua e là a cercarlo». Quella volta a Berlino Mario Dondero l’ha proprio incontrato l’«angelo della storia». Ma la sua testimonianza, da profondo conoscitore della Berlino di quei tempi, diventa oggi anche analisi storica e politica di quegli eventi.
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Tra paura e speranza. La Guerra fredda nella storia del Novecento 03-11-2014
Settanta anni fa la Seconda guerra mondiale si concludeva tra distruzioni e orrori infiniti. Da ogni parte si levavano voci a invocare un più stabile e pacifico ordine internazionale, che si tradusse nella creazione dell’ONU; ma nella realtà si delineò ben presto il paradosso di una guerra fredda, ovvero una guerra tra superpotenze che nessuno poteva permettersi di combattere, pena la distruzione dell’umanità. Per quasi mezzo secolo tutti i Paesi del mondo, impegnati in trasformazioni della vita sociale senza precedenti, dovettero tener conto di questa fondamentale realtà bipolare, che dalla politica estera si estendeva ai più diversi ambiti: la politica interna, la cultura, lo sport… A distanza di un quarto di secolo dalla sua improvvisa e per molti versi inattesa conclusione nel 1989, grazie anche all’apertura di sempre nuovi archivi, è possibile tentare una prima considerazione d’insieme su quell’epoca tormentata con due specialisti del tema quali Ennio Di Nolfo e Federico Romero; con una riflessione conclusiva sul disordine che la guerra fredda sembra aver lasciato in eredità al nostro tempo, che fatica a trovare un nuovo e soddisfacente assetto della vita internazionale.
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Francoforte sull’Oder. Una città in bilico tra “ostalgie” e presente 04-11-2014
Francoforte sull’Oder è una cittadina tedesca che prende il nome dal fiume che le scorre accanto e che segna il confine di stato tra Germania e Polonia, l’Oder appunto.
La località accoglie circa 58mila abitanti ed è uno dei punti più a est del Land tedesco di Brandeburgo. Dopo la Seconda Guerra mondiale la città divenne capoluogo di uno dei 15 distretti della Repubblica Democratica tedesca, affermandosi come centro militare strategico e come importante base operativa della Stasi. Come si è trasformata questa comunità dell’ex Germania dell’est 25 anni dopo la caduta della cortina di ferro? Quali ricordi sono rimasti nei cuori delle persone che vi hanno vissuto?
All’Università europea Viadrina e al Liceo Karl-Liebknecht ho incontrato i protagonisti di questo Laser, che tra memorie del passato e sfide del presente raccontano la nuova Francoforte.
https://mega.co.nz/#!GFNUQA4Z!wdoa...oBQfp55TZLddw2k


Il romanzo del muro 05-11-2014
Alcuni, come Gunther Grass e Christa Wolf, erano già affermati, quando il Muro di Berlino crollò (era basso, e di cemento così scadente che i pochi pezzi rimasti sono conservati come una reliquia: la terra di nessuno e i poliziotti armati lo rendevano invalicabile).
La Germania era di nuovo unita, e anche gli scrittori più impegnati dovettero farci i conti. Altri, come Thomas Brussig, nato nel 1964, erano giovanotti quando il Muro crollò: finalmente si poteva viaggiare, sentire la stessa musica dei coetanei occidentali, non sospettare della fidanzata che ti spiava per conto della Stasi. Altri ancora il Muro non l’hanno mai visto, solo sentito raccontare, e magari sono di origine turca. La letteratura tedesca sulla riunificazione e post-riunificazione è ricca e interessante.
Ne parliamo con la germanista Alessandra Iadicicco, traduttrice di Peter Handke e di Heidegger.
https://mega.co.nz/#!jYUkRDAT!mGOU...rL07fSQ4tw3eWPw


L’Ungheria 25 anni dopo la caduta del Muro di Berlino. L’Ungheria dal socialismo al nazionalismo 05-11-2014
Il 1989 ha segnato la fine del mondo bipolare e l’inizio di una nuova fase storica. Quest’ultima ha dato luogo a equilibri che risultano essere tuttora di difficile interpretazione. Per quattro decenni l’Ungheria è stata un paese satellite dell’Unione Sovietica e il sistema che l’ha guidata fino a 25 anni fa è caduto senza che il paese conoscesse gli eventi traumatici che hanno caratterizzato l’89 rumeno. Come negli altri paesi dell’Est europeo la svolta politica ha generato illusioni di carattere economico. La speranza che si potessero adottare stili di vita improntati a un benessere di tipo occidentale si è dovuta presto scontrare con una realtà ben diversa. Con i licenziamenti di massa e con la chiusura di fabbriche statali considerate non in linea con i nuovi criteri di politica economica. Il cambiamento di regime ha portato la democrazia partecipativa, le elezioni libere, ma non quello che molti ungheresi si aspettavano: il rapido raggiungimento del livello di vita della confinante Austria. Diversi intellettuali progressisti sostengono che il paese è privo di un’identità democratica che l’attuale governo non sembra essere particolarmente interessato a sviluppare. E a distanza di 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino si ha la sensazione che in Ungheria ci sia di nuovo voglia di un partito unico e il desiderio di affidarsi a una guida che prenda in mano i destini del paese e dei suoi abitanti, migliorando le loro condizioni di vita.
https://mega.co.nz/#!mEtxnIST!Vlpu...C06xo-0jc2yU0zY


Sogni tedeschi, incubi jugoslavi. Il 1989 di Zlatko Dizdarević 07-11-2014
Con la caduta del Muro di Berlino e la fine della divisione dell'Europa, la Jugoslavia perde la sua posizione privilegiata come Paese a meta strada tra i due blocchi, ne sovietico ne capitalista, tollerato da entrambi in quanto zona tampone e al tempo stesso cerniera fra Est e Ovest. Il Paese comincia a sgretolarsi solo pochi mesi dopo la riunificazione della Germania, mentre riemergono nei Balcani le linee segrete che dividono la regione secondo sfere di influenza che datano dalla Prima guerra mondiale.
Gli intellettuali jugoslavi, che guardano con simpatia alla riconquistata liberta dei Paesi del blocco sovietico, si trovano ben presto a fronteggiare a casa propria la più grave crisi europea dal 1945. Zlatko Dizdarević, nel 1989, e uno di loro. Attualmente uno dei più noti scrittori e giornalisti bosniaco erzegovesi, durante la guerra degli anni '90 era caporedattore di «Oslobođenje», Liberazione, il giornale che continuo ad uscire durante i 44 mesi dell'assedio di Sarajevo, e che per questo ricevette il Premio Sakharov del Parlamento Europeo per la Liberta di Pensiero. Dopo la guerra Dizdarević e stato Ambasciatore della Bosnia Erzegovina in Croazia e poi in Medio Oriente con sede ad Amman, in Giordania.
A 25 anni dalla caduta del Muro, Dizdarević riflette su quanto quegli eventi abbiano influenzato la situazione in Jugoslavia, sui sogni non realizzati del 1989 e sulle somiglianze tra la crisi europea degli anni '90 e quella attuale in Ucraina.
https://mega.co.nz/#!TZdkFboD!zoUY...MT17Xj5iE4LDnn4


25 anni senza muro 08-11-2014
A 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, la Germania festeggia il giubileo. Come arriva il paese a questo appuntamento? Chi ha costruito la Germania in questi 25 anni? La Germania è un paese nuovo come scrive la «Berliner zeitung» in questi giorni?
Il 9 novembre 1989 si dice che un popolo scriveva la storia. Quella della Germania e riflesso quella di un’intera epoca. Ma è stato davvero così? Molti interrogativi ai quali provare a rispondere per tracciare un bilancio culturale e sociale con gli ospiti di Moby Dick, in diretta da Berlino: Peter Schneider, tra i più influenti scrittori ed intellettuali tedeschi di questi anni, autore del recente Berlin now. The city after the wall; Max Welch Guerra, direttore del Dipartimento di pianificazione urbana, al Bauhaus di Weimar; Silvia Cresti, giornalista, collaboratrice della Rete Due.
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Edited by eos1948 - 5/8/2021, 08:20
 
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view post Posted on 12/8/2021, 04:38
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12.08.2021 - link da sostituire
 
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