papero62 |
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| Premetto che sono in difficoltà, perché inizi con una affermazione che viene negata dal discorso che segue.
L'imperialismo, o meglio detto: l'imperialcapitalismo non può applicarsi alla Storia ché questa è la narrazione dei fatti ed avvenimenti (che saranno storici) e non gli stessi fatti ed avvenimenti in quanto tali. Essere avanguardia, nel proprio tempo (nell'accezione di Karl Kraus), comporta comunque la difesa del retroterra culturale di appartenenza ed il nostro, in quanto italiani, non è quello anglosassone. Se è definibile come atteggiamento fascista la difesa della cultura d'appartenenza, come si deve definire l'atteggiamento di chi svende la propria lingua ad un'altra cultura che gli è, e gli rimane, sconosciuta? Per ogni popolo la lingua è il carattere distintivo, è la possibilità di trasformazione, accrescimento della propria cultura; trasformazione che include la relazione con altre culture. L'appiattimento originato dall'imperio della lingua, dell'economia, della conseguente pseudocultura equivale all'annichilimento del carattere distintivo, è la negazione della comunicazione, è l'affossamento delle diversità che costituiscono l'unicum o il genere Homo, ovvero è anti evolutivo.
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