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PASSIONI, anno 2° - 2011

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view post Posted on 4/9/2011, 10:05

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15) Fantastica letteratura, agosto 2011




1a) Il Fantastico Visionario - L'uomo della sabbia di E.T.A Hoffmann 13-08-2011
Letture da L’uomo della sabbia di E.T.A Hoffmann (1815)
La grande ouverture fantastica europea: dalla poesia cimiteriale al romanzo gotico.
Il Romanticismo in quanto rovescio della medaglia dell’Illuminismo.
Si preconizza l’invenzione della psicanalisi: Sigmund Freud e il saggio sul cosiddetto Unheimlich, il Perturbante

2a) Il Fantastico Sovrannaturale - La notte di Guy de Maupassant 14-08-2011
Letture da La notte di Guy de Maupassant (1887)
L’epoca aurea del fantastico come infrazione delle regole sociali prestabilite. L’irruzione dell’evento sovrannaturale in un contesto realistico, affermazione del genere come sospensione. Le teorizzazioni di Tzvetan Todorov: Meraviglioso, Fantastico, Strano.

3a) Il Fantastico Spettrale - La falena di H.G. Wells 20-08-2011
Letture da La falena di H.G. Wells (1895)
L’evoluzione degli spettri dal romanzo gotico alla ghost story. Un illustre precedente: la Casa infestata dai fantasmi e il filosofo Atenodoro di Plinio il Giovane. Mutazione del genere: il problema percettivo, la psicologia dei personaggi.

4a) Fantastico Quotidiano - Sette piani di Dino Buzzati 21-08-2011
Letture da Sette piani di Dino Buzzati (1942)
Interiorizzazione della modalità fantastica (i mostri non sono fuori ma dentro di noi). Contrapposizione tra il vecchio fantastico e la novità dell’Assurdo (La Metamorfosi di Franz Kafka). La perdita della funzione sociale del fantastico e lo svilimento del genere. Il fenomeno dei Pulp Magazine: la science fiction, il fantasy e l’horror.




ciclo di quattro puntate: agosto 2011


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16) Tunisia: verso la libertà agosto/settembre 2011




Le contraddizioni, i paradossi e i contrasti possono essere perfette chiavi sia per accedere alle porte della conoscenza della propria cultura e di quella degli altri, sia per comprendere le trasformazioni sociali. Le quattro puntate del ciclo “Tunisia: verso la libertà” utilizza questa chiave di lettura per narrare la storia della Tunisia prima, durante e dopo la rivoluzione del 14 gennaio. Prendendo spunto dagli snodi contraddittori offerti dalla storia recente di un Paese legato a stretto giro con l’Italia, l’ascoltatore farà un viaggio a zig zag tra i 23 anni vissuti dai tunisini sotto la museruola del tiranno Ben Alì e il momento della ribellione contro l’oppressione, l’assenza di futuro e il disagio economico.


1a) 27-08-2011
La prima puntata è dedicata al corpo: il corpo sfinito, martoriato e bruciato di Mohammed Bouazizi, il venditore ambulante di Sidi Bouzid che dandosi fuoco il 17 dicembre 2010 ha aperto la strada all’esplosione della rabbia di un intero Paese che, a differenza di quello che comunicava la rassicurante propaganda del regime, era costretto a vivere in condizioni di estrema miseria, precarietà e soffocamento espressivo; il corpo modificato nelle moderne cliniche di chirurgia estetica diffusissime in Tunisia; fino al corpo nascosto dal velo usato dalle donne sia per devozione, sia per proteggersi dagli sguardi invadenti degli uomini in forte aumento dopo la rivoluzione.
Gli ospiti sono il teologo Adnane Mokrani, docente di islamistica al Pisai e alla Università Gregoriana e autore del libro “Leggere il Corano a Roma”, Feten Fradi, collaboratrice del Copeam, la conferenza permanente dell’audiovisivo nel Mediterraneo, e Francesca Russo co-autrice del libro “Non ho più paura. Diario della rivoluzione tunisina”.

2a) 28-08-2011
Nella seconda puntata l’attenzione è sul fenomeno del web. L’uso dei blog e dei social network, da Facebook a Twitter, sono stati per molti tunisini la materializzazione di un’arma offerta da Dio per liberarli del rais. Il susseguirsi di eventi, infatti, ha dimostrato come questi spazi di discussione sul web non solo abbiamo avuto il potere di registrare gli accadimenti prima dei mass media tradizionali, ma li abbiano addirittura determinati. I tunisini, per sfuggire alla censura sul web imposta dal regime sono diventati esperti hacker proprio grazie alla scolarizzazione informatica voluta dall’ex presidente Ben Alì.

Ascolteremo più voci tra cui quelle del professor Adnane Mokrani e di Kais Boumaiza, teatrante e mediatore culturale presso l’Istituto culturale tunisino a Roma.

3a) 03-09-2011
La terza puntata è dedicata alla musica, dall’esplosivo fenomeno del rap e di altri generi musicali provenienti da Occidente che hanno dato voce ai bisogni dei rivoluzionari, fino al canto religioso, spina dorsale della società. In Tunisia è molto vivo il sufismo, il misticismo islamico che si traduce nell’adorazione di santi e sante attraverso processioni, riti, canti, danze e sacrifici, pratica non accettata dall’Islam più integralista. Sufismo e Islam, infatti, convivono, ma spesso con grandi conflitti. La venerazione della santa Assedyda al Manoubiyya fa emergere un altro fenomeno distintivo e paradossale: il misticismo islamico al femminile.
Gli ospiti sono Ziad Trabelsi, cantautore, suonatore di oud e voce dell’orchestra di Piazza Vittorio, il professor Adnane Mokrani e il mediatore culturale Kais Boumaiza.

4a) 04-09-2011
Nella quarta puntata si parlerà di immigrazione, di economia e delle elezioni previste per il 23 ottobre prossimo. La Tunisia è uno dei paesi più scolarizzati del mondo arabo, ma anche uno delle nazioni mediterranee con la maggiore percentuale di disoccupazione giovanile, soprattutto di diplomati, ben il 30% prima della rivoluzione, percentuale aumentata nei mesi successivi alla cacciata di Ben Alì riducendo gran parte della popolazione, circa il 24%, a vivere nella miseria o a desiderare di sfuggirla inseguendo il sogno europeo. Dopo la rivoluzione sono arrivati in Italia 23 tunisini alla ricerca di una vita migliore nonostante il loro Paese fosse stato liberato.
Ascolteremo le voci di due ragazze tunisine residenti in Italia, Leyla e Amani, incontrate alla stazione Termini dove hanno accolto e aiutato i loro connazionali trasferiti da Lampedusa a Roma ad ambientarsi e a prendere il permesso di soggiorno temporaneo concesso dall’Italia per lanciarsi nell’avventura di una nuova vita, e l’economista italiano residente a Tunisi, Emanuele Santi.



Francesca Bellino, per Radiorai3, ha curato per “Percorsi” Fiestas in Centro America (2008) e per “Tre Soldi” “Ramadan all’occidentale” (2010). È autrice, tra gli altri, della raccolta di reportage “Uno sguardo più in là” (Aram/Betmultimedia, 2010) e del “Il prefisso di Dio. Storie e labirinti di Once, Buenos Aires” (Infinito, 2008).
www.francescabellino.it/




di Francesca Bellino
ciclo di quattro puntate: agosto/settembre 2011


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17) 11 settembre: dieci anni dopo, settembre 2011




prima puntata 10-09-2011
Con Lucia Annunziata ci saranno la giornalista Maria Teresa Cometto, che dieci anni fa, come tanti newyorkesi, fu costretta a scappare da casa sua mentre crollavano le torri e Alia Malek, scrittrice araba-americana che raccontera' il decennio difficile degli arabi d'america.


seconda puntata 11-09-2011
Tra gli ospiti il Colonnello Lawrence Wilkerson, braccio destro di Colin Powell al Dipartimento di Stato e il Generale Vincenzo Camporini, gia' capo di stato maggiore della difesa, oggi consigliere militare di Franco Frattini.





ciclo di 2 puntate: 10 e 11 settembre 2011
a cura di Cettina Flaccavento


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18) Pietre di Matera, settembre 2011





prima puntata 17-09-2011
testo assente alla fonte

seconda puntata 18-09-2011
testo assente alla fonte




ciclo di 2 puntate: 17 e 18 settembre 2011
a cura di Cettina Flaccavento



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19) La città dei bambini, ottobre 2011




“La città dei bambini” è il titolo di un progetto nato agli inizi degli anni ’90 da una riflessione sulla solitudine dei bambini. Alle motivazioni fragili degli inizi se ne sono aggiunte altre molto più cogenti. Si percepiva infatti che l’occupazione del tempo libero, l’uso di internet, il problema delle famiglie, l’acquisto di giocattoli fosse un problema collettivo, di cui doveva farsi carico la città.
La cornice in cui s’iscriveva tale iniziativa faceva leva sulla frase di un bimbo di 5 anni, che diceva: “Se i grandi non ascoltano i bambini, vanno ad incontrare guai grossi”. In questa prospettiva sono state sperimentate iniziative in Italia e all’estero (Spagna, Argentina, Uruguay, Colombia e Messico) che, raccogliendo questa sfida, hanno dato risposte multiple alle richieste dei bambini.
Francesco Tonucci, ideatore del progetto, ci accompagna in quattro puntate, facendo luce sulle motivazioni psicologiche e pedagogiche che hanno animato gli esperti. Al suo contributo si aggiunge quello dei protagonisti di questa storia, da ricercare tra adulti e bambini in varie parti d’Italia, per valutare il merito di chi “ha saputo ascoltare”.


01) A scuola ci andiamo da soli 08-10-2011
Negli ultimi anni le aree pubbliche sono diventate luogo esclusivo delle macchine. Tale fenomeno ha costretto i bambini a occupare spazi chiusi sotto la vigilanza degli adulti, limitandone la mobilità. Non solo: la ridotta autonomia, la negazione dello spirito di avventura e l’impossibilità di condividere con altri la libertà di spostamento mettono in serio pericolo lo sviluppo del bambino. Questi non elabora strumenti di controllo dello spazio, degli ostacoli, delle proprie capacità e dei propri limiti. L’ossessiva protezione da parte dei genitori mira infatti a garantire la sicurezza dall’esterno, anziché promuovere il progressivo sviluppo di capacità attraverso il confronto con l’esterno. E la mancanza di autonomia nell’infanzia produce effetti disastrosi nell’adolescenza (bullismo, vandalismo, abuso di droghe, sessualità precoce, suicidio). I bambini che hanno aderito alle iniziative promosse in tutta Italia “A scuola c’andiamo da soli” hanno dimostrato quanto siano infondate le paure dei genitori: non un incidente s’è verificato negli spostamenti, inoltre sono state soddisfatte esigenze di scambio e di gioco altrimenti negate. “Ci piace, perché così possiamo parlare tra di noi” è la risposta più ricorrente. La puntata vorrebbe documentare l’esperienza decennale di gruppi di bambini tra i 6 e i 10 anni, che si organizzano per condividere il percorso da casa a scuola in totale autonomia rispetto agli adulti. Un’occasione preziosa per tessere relazioni sociali, creare un senso di appartenenza alla comunità e trasformare la città in un ambiente vivibile e sostenibile.
Interviste:
- Francesco Tonucci, pedagogista del CNR
- Federico Marolla, pediatra infantile, membro dell’Associazione Nazionale Pediatri
- Paolo Mazzoli, dirigente scolastico della scuola "Angelo Mauri"
- Antonella Prisco, ricercatrice del CNR
- Giovanna Trapani, insegnante VII Circolo Montessori
- Paola Stolfa, mobility manager del Comune di Pesaro
- Bambini della scuola "Angelo Mauri" di Roma


02) Il Consiglio dei bambini 09-10-2011
Negli anni ’70 in Francia era stato proposto un modello di educazione civica che ricostruiva in piccolo la giunta comunale. Il progetto “Il Consiglio dei bambini” - nato in Italia nel ’91 - si differenzia dal precedente, perché crea un’occasione di apprendimento dai bambini e non di insegnamento. Sono nati infatti gruppi di lavoro che affiancano il sindaco, dandogli consigli e offrendo un punto di vista di cui beneficia l’intera città. La fascia interessata comprende bambini della IV e V elementare, la cui esperienza copre un arco di due anni. Ma la vera sfida sta nel rompere gli schemi inculcati dagli adulti e aprirne altri; scavare nei bambini per scoprire le idee considerate spesso poco premianti. Il risultato è la costruzione di una politica assolutamente alternativa, concordata, in linea con le proposte degli scienziati (urbanisti, sociologi, pediatri). L’innovazione è garantita dalla maggiore libertà di cui godono i bambini; la loro diversità, unita alla nostra competenza, può contribuire a renderci migliori. La puntata chiarisce i presupposti teorici e metodologici alla base del progetto e raccoglie le testimonianze di sindaci e bambini che vi hanno aderito.
Interviste:
- Francesco Tonucci, pedagogista del CNR
- Walter Veltroni, ex-sindaco di Roma e sostenitore dell’iniziativa
- Daniela Renzi, psicoterapeuta del CNR
- Antonella Prisco, ricercatrice del CNR
- Maurizio Murino, sociologo dell'infanzia
- Luana Giobbi, rappresentante del V Municipio di Roma
- Massimiliano Smeriglio, assessore Assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione della Provincia di Roma
- Jacopo Smeriglio, ex membro del Consiglio dei bambini di Roma
- Consiglio dei bambini del V Municipio di Roma


03) Progettazione partecipata 15-10-2011
L’ascolto dei bambini ha innescato dei cambiamenti anche a livello tecnico- pratico. Su mandato del sindaco sono stati loro assegnati incarichi progettuali per opere pubbliche. Per garantirne la fattibilità, i bambini sono stati affiancati da esperti (architetti, urbanisti, designer), che hanno provveduto a concretizzarne le idee. Ne sono emerse intuizioni nuove per la progettazione di città e di case (niente condomini, né villette).
E la costruzione di mobili colorati, cortili per soste ludiche nel percorso da casa a scuola, piani regolatori inediti. Se la città deve ritrovare le proprie radici attraverso il coinvolgimento dei suoi cittadini, non può non annoverare tra questi i bambini. La puntata mira ad analizzare attraverso il racconto di esperti l’impatto che ha avuto il contatto con i più piccoli e le richieste da loro avanzate.
Ospiti:
- Francesco Tonucci, pedagogista del CNR
- Giancarlo Paba, Professore ordinario di Pianificazione territoriale dell’università di Firenze
- Anna Lisa Pecoriello, urbanista e membro del Lapei
- Francesco Langella, architetto, Assessorato Scuola Infanzia e Gioco di S. Giorgio a Cremano
- Irene Ausiello, Master in Progettazione Interattiva Sostenibile e Multimedialità
- Luca Zevi, architetto


04) Il gioco 16-10-2011
L’articolo 31 della Convenzione ONU dei diritti del fanciullo recita: “Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale e artistica.”La dimensione del gioco è strettamente legata all’autonomia e al piacere che non tollera controllo. Ma la realtà contraddice nettamente questa necessità e rivela una situazione drammatica: il bambino non gioca o non può giocare. Dispone di molti giocattoli, di adulti disposti a giocare con lui e di una miriade di corsi scambiati per occasioni di svago. Il bambino è così ridotto a proprietario/consumatore di giocattoli, ma perde il ruolo di giocatore. Gli viene sottratta l’esperienza di rischio, ostacolo, soddisfazione, frustrazione, in cui risiedono le radici di ciò che potrà costruire in seguito. Gli stessi giardinetti pubblici si basano su un’idea falsa e pessimistica delle capacità del bambino, che per crescere ha bisogno di scoprire, di mettersi alla prova. Come sostiene la psicoanalista Francoise Dolto,“il gioco è mirare a un desiderio attraverso dei rischi”. Per ripristinare questo diritto, i bambini hanno avanzato una serie di richieste, tra cui l’istituzione di un giorno dedicato interamente al gioco, la chiusura di alcune strade per giocare, il permesso accordato ai dipendenti pubblici d’avere almeno un’ora per giocare, l’abolizione di alcuni divieti negli spazi pubblici, l’occupazione di piazze, la bipartizione delle aree pubbliche destinate alle macchine e ai bambini, l’annullamento dei compiti nei week end e nelle vacanze, sostituiti da attività scelte dai bambini (“leggere gratis”ecc.). La puntata rimarca con forza l’urgenza di concedere ai bambini spazi di incontro e di gioco e aggancia il problema al loro punto di vista. Ma alla volontà di denuncia fanno eco una serie di testimonianze che dimostrano come la soddisfazione di quest’esigenza abbia permesso di liberare una notevole energia creativa.
Ospiti:
- Francesco Tonucci, pedagogista del CNR
- Maurizio Murino, coordinatore del Progetto di Tortolì
- Francesco Langella, architetto di S. Giorgio a Cremano





ciclo di 4 puntate: ottobre 2011
di Alessandra Henke
a cura di Cettina Flaccavento



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20) Apocalissi con figure, ottobre 2011




Il teatro di ricerca, il cui motore negli anni ’60 e’ stato Jerzy Grotowski, e’ al centro del racconto molto personale di Marina Fabbri - studiosa di teatro e di cinema - che ripercorre la propria iniziazione al teatro attraverso lo spettacolo “Apocalipsys cum figuris”, visto a Milano nel 1979.


01) Il teatro di Grotowski 29-10-2011
Marina Fabbri, studiosa di teatro e di cinema, ripercorre la propria iniziazione al teatro attraverso lo spettacolo “Apocalipsys cum figuris”, visto a Milano nel 1979.
Il racconto dello spettacolo si intreccia con le testimonianze di collaboratori del Teatro Laboratorio che era diventato in quei decenni meta di veri e propri pellegrinaggi in Polonia da parte di ricercatori del teatro, teatranti e giovani appassionati. Ma anche la voce dello stesso Grotowski, colta da due interviste realizzate nel ’76 da Mario Raimondo e nel ’92 da Marianne Ahrne ed entrambe prodotte dalla Rai, ci racconta della sua idea di teatro come territorio di sperimentazione di un nuovo umanesimo, che mette al centro l’ integrita’, l’ armonia con se stessi e con l’ambiente che ci circonda.


02) Il gruppo teatrale di "Gardzienice" 30-10-2011
Il racconto prosegue con l’esperienza della Polonia condotta sul campo nel fatidico 1981, nei mesi appena precedenti lo stato di Guerra, con la guida del gruppo teatrale di “Gardzienice” e del suo leader Wlodzimierz Staniewski, gruppo che l’autrice aveva incontrato due anni prima al Festival di Santarcangelo. Con questo gruppo, che riprende l’insegnamento di Grotowski e lo mette in pratica restando nel territorio dello spettacolo, mentre il maestro lo stava ormai abbandonando, l’autrice esplora la cultura polacca con I testi del grande Romanticismo e la ricostruzione del patrimonio culturale dei canti della tradizione Contadina messa in atto dal Gardzienice. Accompagna il racconto, in entrambe le puntate, la testimonianza di una protagonista italiana di quelle vicende, Carla Pollastrelli, responsabile della Fondazione Teatro di Pontedera. Apocalisse come rivelazione dunque di un mondo ricco e tragico come quello del teatro di ricerca polacco della seconda meta’ del Novecento.





ciclo di 2 puntate: ottobre 2011
di Marina Fabbri
a cura di Cettina Flaccavento



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21) Un'isola, un mare di storie, novembre 2011





01) Cuticchio e Linosa 05-11-2011


02) Sul narrare 06-11-2011
Prosegue il viaggio a bordo della Macchina dei Sogni e Mimmo Cuticchio a Linosa. Scorci sul narrare tratti delle lezioni che Mimmo Cuticchio ha tenuto durante il festival. Si narra ogni giorno raccontando della propria vita ma chi narra per professione e per passione non racconta di sé e deve affinare lo sguardo, vedere non solo la foresta nel suo complesso ma ogni singolo albero, come sono adagiate le foglie sugli alberi o sotto a seconda della stagione. Ogni dettaglio consente di muovere un passo e proseguire il viaggio nella storia cui si sta dando voce e corpo. Si narra per necessità, per una spinta che inevitabilmente si deve ascoltare. Quale necessità spinge un artista come Cuticchio a portare il suo festival qui in quest’isola? …dove il nero dei vulcani spenti bacia il blu del cielo e si lascia solleticare dal brillio del mare, quest’isola testimone oggi di tante storie che in qualche modo racconta col suo silenzio.


03) Linosa 12-11-2011
In compagnia di Mimmo Cuticchio esploriamo Linosa, con i suoi personaggi, le sue problematiche, le sue bellezze. Un primo racconto circa la realtà dell’isola fa immaginare di dover sfoderare tutto il proprio spirito di adattamento invece si approda tra bellezza e tutte le comodità essenziali. Suoni di mare, di barche, racconti sul pescare, lavoro in via di estinzione. Oggi in mare tanti delfini, dal mare immigrati che gli isolani si adoperano ad aiutare. Un tempo anche gli isolani se ne andavano a cercare lavoro all’estero, molti in Germania. Attualmente le condizioni economiche sono assai migliorate e non sono più costretti a farlo ma soffrono ancora di carenze di supporti medici ed educativi. Non c’è un medico fisso, non un pronto soccorso solo una farmacia gestita da Maria Grazia, che ci racconta del suo lavoro e dei sui amatissimi gatti. Cuticchio dice che lo spettacolo forse è effimero ma la storia no e si augura che l’aver fatto un festival sull’isola sia un precedente e un esempio di come la cultura possa essere un motore di emancipazione, una risorsa preziosa che possa portare nuovo turismo e visibilità, quindi considerazione nei confronti di quest’isola così piena di linfa vitale per trovare silenzio, per viaggiare con l’immaginazione, per fare esperienze uniche.


04) puntata del 13-11-2011
Ultima tappa a bordo della Macchina dei Sogni in compagnia di Mimmo Cuticchio. Ciò che lascia il vero sapore del viaggio sono i particolari di luoghi e le storie delle persone incontrate, il qui ed ora vissuto, dato che come dice lo stesso Cuticchio ogni luogo ha una propria drammaturgia, ogni narrazione la necessità di essere presenti a quello che accade, al luogo e al contesto in cui la voce dipinge visioni attraverso pennellate di parole nell’immaginario dei chi ascolta. L’isola diventa palcoscenico di un’esperienza artistica, infatti ”non è il teatro che fa il teatro”. A fare il teatro è chi narra, chi racconta la storia con tutta la sua necessità nel farlo e deve saper farlo in ogni luogo, comprendere il pubblico, fare tesoro del qui ed ora, della situazione contingente per far si che il luogo a disposizione invece che penalizzate venga vissuto come una ricchezza, come un’opportunità come è successo qui a linosa. I cunto sulla spiaggia, gli aneddoti dell’esperienza di Cuticchio il suo riuscire a raccontare ovunque, quei cunti che si è sentito di fare su dalla Chiesa e su Borsellino nati da circostanze contestuali particolari. Mimmo Cuticchio, un’isola, le Berte uccelli il cui canto sembra quello incantatore delle sirene di Ulisse.





ciclo di 4 puntate: novembre 2011
a cura di Cettina Flaccavento



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22) Il volo del teatro russo, novembre 2011



Il ciclo indaga sui percorsi del teatro russo del novecento, cercando di illuminare la sua storia da prospettive inattese, giocando con il tempo per mettere in dialogo fra di loro i protagonisti di stagioni diverse di un'unica grande fase del teatro in Russia. Fase rivoluzionaria, in cui la ricerca per le Nuove Forme portata avanti in teatro, spesso si intrecciava con straordinarie scoperte artistiche e tecniche, quando non con vere e proprie rivelazioni di problemi e soluzioni di più ampio respiro.
Così, mentre si seguono le tracce di Stanislvaskij e di Mejerhold, spuntano dallo sfondo altri interpreti, come zanni che entrano ed escono dalle quinte, spostano un oggetto e cambiano la messa in scena: si accavallano in questo modo Rasputin e Matisse, Blok e Vissotskij, Rachmaninov e Bulgakov e anche personaggi della mia piccola quotidianità moscovita.
In ogni puntata, il quadro generale si fa via via più preciso, il puzzle delle testimonianze si ricompone attorno ad un tema cardine, si scende nel dettaglio e lo si specifica, nello sforzo di continuare comunque a mantenere chiaro e visibile il rapporto con il senso complessivo della storia del Teatro d'Arte.





ciclo di 4 puntate: novembre 2011
di Paolo Emilio Colombo



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23) Dal teatro alla città, dicembre 2011



Nel corso della storia dell'Italia contemporanea è accaduto che i teatri, da luogo fisico dell'intrattenimento della borghesia, si siano trasformati in luoghi dove andava in scena il dibattito pubblico. Il teatro, così, diventa agorà, ovvero quello spazio pubblico nel quale la comunità cittadina si confronta, discute, talvolta assume decisioni. Dal teatro, dunque, inteso come agorà, alla città, intesa come comunità di cittadini consapevoli e partecipi della vita pubblica. Il teatro è dunque metafora della cultura espressa e vissuta dalla comunità cittadina. Non solo esibizione e intrattenimento, non solo vicende dell'arte, ma anche drammaturgia politica, nella quale l'attenzione alle vicende locali si confonde coi ritmi del mondo.
In questo ciclo, si presentano le esperienze di quattro città paradigmatiche.
Dalla storia di Reggio Emilia e del suo Teatro “comunitativo”, alla vicenda del teatro Petruzzelli di Bari (foto) nel suo rapporto con la cultura e la borghesia del capoluogo pugliese. Dalla Torino prima capitale d'Italia e protagonista delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, per finire alla Cagliari del più grande teatro italiano.
Un ciclo di quattro interviste che partono dal teatro, si dirigono verso l'agorà, verso la qualità del dibattito pubblico, e si estendono fino a considerazioni importanti sul secolo passato e sull'attualità di questo XXI secolo.


01) prima puntata 03 dicembre 2011
Il teatro Petruzzelli di Bari nel suo rapporto con la cultura e la borghesia del capoluogo pugliese, raccontata da Franco Cassano, docente presso l'Università di Bari di Sociologia della Cultura.

02) seconda puntata 04 dicembre 2011
La Torino prima capitale d'Italia e protagonista delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, narrata dalla voce di Giovanni De Luna, ordinario di Storia Contemporanea nell'Università torinese

03) terza puntata 10 dicembre 2011
La storia di Reggio Emilia e del suo Teatro “comunitativo”, raccontata dal direttore scientifico di Istoreco, lo storico Massimo Storchi, e dal direttore editoriale della casa editrice Aliberti, il dottor Alessandro Di Nuzzo

04) quarta puntata 11 dicembre 2011
La Cagliari del più grande teatro italiano, raccontata dal filosofo Remo Bodei, docente presso la UCLA di Los Angeles.




ciclo di 4 puntate: dicembre 2011
di Pino Salerno



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24) L'arte di vendere , dicembre 2011





Può decretare il successo di un’azienda. O causarne il fallimento. Può rendere popolare un prodotto mediocre. O lasciare nell’ombra uno valido. Dipende da quanto è efficace, strategico, creativo e innovativo l’uso che se ne fa.
È il difficile mondo del marketing.
Ripercorrendo la storia di importanti marchi Walter Passerini ci aiuta a svelare i meccanismi dell'arte di vendere.

01) prima puntata 17-12-2011

02) seconda puntata 18-12-2011

03) terza puntata 24-12-2011

04) quarta puntata 25-12-2011





ciclo di 4 puntate: dicembre 2011
di Gianfranco Rossi
con Walter Passerini



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25) Come un romanzo, breve storia del denaro, dicembre 2011/ gennaio 2012




Attraverso la letteratura e la cinematografia, Leonardo Martinelli si avvicina ai concetti più attuali dell'economia e della finanza: la speculazione finanziaria, la recessione, il default, il debito pubblico.
Romanzi come Bel Amì di Maupassant, la Coscienza di Zeno di Italo Svevo, Il Denaro di Zolà, o i più recenti Libertà di Jonathan Franzen e La cospirazione delle colombe di Vincenzo Latronico e ancora film come Wall Street o l’argentino Nove Regine servono ad avvicinare e a umanizzare la storia e la teoria dell'economia. E permettono di accostare mondi e fenomeni diversi come una speculazione finanziaria della Francia di fine 800 o in tempi più recenti il default dell'Argentina o il problema del debito pubblico dell'Islanda. Questo confronto costante aiuta a comprendere anche la realtà di oggi in Italia e in Europa.
Non mancano anche brevi spiegazioni per i meno versati in economia sulle parole che da qualche mese imperversano nei media: derivati, trader, subprime.

Leonardo Martinelli, caporedattore del sito "Firstonline", un nuovo giornale economico-finanziario sulla Rete. Ha lavorato a lungo per "Il Sole 24 Ore" e ha vissuto a Bruxelles, a Tokio, poi a Montevideo (da dove ha viaggiato in tutta l’America del Sud) e a Parigi. Adesso è a Roma.


01) Sesto potere, il denaro 26-12-2011
“Il denaro” di Emile Zolà e il film V potere sul tema della speculazione finanziaria: dal racconto del caso singolo fino alla metafora del film V potere (il potere della televisione) con la tesi che ormai la politica non conta più nulla e non ha nessuna relazione con i flussi di ricchezza, i quali attraverso la finanza viaggiano liberamente oltre le barriere e gli interessi degli Stati nazionali in balia di leggi proprie, come una sorta di nuova espressione della natura incontrollabile dall’uomo.


02) Giochini in Borsa 27-12-2011
Il gioco in Borsa spiegato attraverso La coscienza di Zeno e i ricordi delle reali attività di Svevo alla Borsa di Trieste: la stessa bizzosa e imprevedibile di oggi… E poi il dramma dei mutui subprime degli ultimi anni visti (anche con ironia) con gli occhi di una famiglia della media borghesia americana, in “Libertà” di Jonathan Franzen.


03) A quanto è lo spread? 28-12-2011
Bond, spread, titoli di Stato, obbligazioni: ormai sono il pane quotidiano della nostra informazione, soprattutto negli ultimi tempi. Ecco qualche spiegazione attraverso “Il falo’ delle vanità”, best-seller degli anni Ottanta, di Tom Wolfe. Per illustrare l’insider trading, invece, un salto nella Parigi di fine Ottocento di Bel Ami. E il romanzo di Maupassant. Non è cambiato molto da quei tempi…


04) Quando il default arriva davvero 29-12-2011
Il lievitare del debito pubblico e la possibilità di default sono temi di estrema attualità. Andiamo a parlarne grazie alle opere di Paesi che hanno vissuto in prima persona i due fenomeni. Da una parte l’Argentina, che ando’ in default dieci anni fa, e il film Nove regine, una commedia dai toni nostalgici. Per il debito pubblico, il ritratto di un’Islanda preda dei traders in un thriller di Steinar Bragi, non ancora tradotto in Italia.


05) Economia pianificata e capitalismo all’ennesima potenza 30-12-2011
Economia pianificata con il romanzo nordcoreano “Amici” e all’opposto lo “Short selling”, esempio estremo del sistema economico liberista con il riferimento letterario preso dal Giappone. Mishima capovolge per un attimo la prospettiva di queste puntate dove la letteratura umanizza l’economia, perché uno dei suoi protagonisti invece usa la metafora economica della quotazione in Borsa per descrivere una relazione tra uomo e donna.


06) L’impresa familiare ci salverà dalla recessione? 02-01-2012
Parlando di recessione e di depressione economica i brani tratti dal classico “Furore” di Steinbeck hanno anche forse un valore consolatorio per la forza epica che trasmettono. Si passa poi a parlare di impresa di famiglia con un film francese, la commedia “Potiche”, anche con qualche dato italiano interessante.


07) Il teleromanzo delle commodities 03-01-2012
Le commodities, il mercato delle materie prime: sempre più importante per la tenuta economica dei Paesi maturi e per il reale decollo di quelli emergenti. Gli alti e bassi di greggio, oro, soia possono avere ripercussioni dirette sul nostro benessere. Dalle miniere al petrolio il tema delle risorse a partire dal classico di Cronin “E le stelle stanno a guardare” con la chicca di qualche brano del vecchio sceneggiato TV, e un film centrato sul rapporto tra denaro e petrolio, “Il volto dei potenti”.


08) Una delocalizzazione made in Italy 04-01-2012
La delocalizzazione è l’esempio concreto della crisi economica strutturale, sul lungo periodo. Non a caso la lettura avviene grazie a due esempi italianissimi: il giovane autore Latronico che racconta una Milano contemporanea, globalizzata, nel bene e nel male (il racconto di più truffe, basate sulle piramidi finanziarie), e Riccardo Nesi con la sua esperienza diretta del tessile a Prato e dello sbarco dei cinesi.


09) Capitalismo in salsa cinese 05-01-2012
Capitalismo, liberismo e progresso economico tradotti in cinese. Prima di terminare questa breve storia del denaro, l’esempio cinese appare come un immenso laboratorio che concentra ragioni e contraddizioni: la letteratura ci permette almeno un colpo d’occhio che apre qualche riflessione e molte domande.


10) Wall Street nel suo splendore, fra assalti speculativi e derivati 06-01-2012
Infine la parabola di Wall Street, il film di Oliver Stone: una scelta scontata, forse, un esempio datato, ma che funziona sempre, giudicato dagli stessi operatori di Borsa e ancora oggi il film più realistico sul loro mondo e sulle sue sfumature. Un altro film, l’australiano, The Bank, ci porta invece a parlare dei legami fra matematica e finanza. E di quei piccoli grandi mostri che sono gli strumenti derivati.




ciclo di dieci puntate: dicembre 2011/gennaio 2012
a cura di Cettina Flaccavento
regia di Ornella Bellucci



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la prima puntata del programma "Fotoreporter" è sostituita dalla 3^ puntata di Filippo Laporta "Le ciità visibili".
Non so se si possa fare qualcosa , visto che erano caricate dal caro Papero, in ogni caso sempre grazie. <3
 
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Volevo segnalare che nel file del podcast di Antonio Galdo "Aria nuova, vita nuova" è stato duplicata la seconda puntata ed è assente la quarta.
E' comunque una bellissima trasmissione e merita di essere ascoltata.
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CITAZIONE (Fabrizio Bycio's Vanali @ 5/5/2020, 23:22) 
Volevo segnalare che nel file del podcast di Antonio Galdo "Aria nuova, vita nuova" è stato duplicata la seconda puntata ed è assente la quarta.
E' comunque una bellissima trasmissione e merita di essere ascoltata.
grazie

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CITAZIONE (Fabrizio Bycio's Vanali @ 30/12/2018, 23:43) 
la prima puntata del programma "Fotoreporter" è sostituita dalla 3^ puntata di Filippo Laporta "Le ciità visibili".
Non so se si possa fare qualcosa , visto che erano caricate dal caro Papero, in ogni caso sempre grazie. <3

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