PODCAST HALL

BIRDLAND , dal 2010 al 2023

« Older   Newer »
  Share  
sergiomac
view post Posted on 4/1/2020, 10:16 by: sergiomac

Advanced Member

Group:
Moderatore
Posts:
1,495
Location:
Orvieto ( Umbria )

Status:


i1183145_jimhallData




ECM-Story-50 anni
Le scelte del cuore di Claudio Sessa

In occasione dei 50 anni di ECM (1969-2019), abbiamo chiesto ai collaboratori di "Birdland" di scegliere i cinque album dell’etichetta che più hanno amato e di dedicare ad ognuno di essi una trasmissione.Claudio Sessa parte da un pianista per arrivare…ad un altro pianista. Fra le sue scelte il rivelatore Facing You di Keith Jarrett, il musicista statunitense che sebbene già noto soprattutto per le sue collaborazioni con Charles Lloyd e per un proprio trio comprendente Paul Motian e Charlie Haden, proprio con quell’album del 1972 svela un’arte del “piano solo” del tutto personale che resterà format di riferimento nel prosieguo della sua carriera.L’album cronologicamente più recente è Rosslyn (2003), squisito lavoro in trio di John Taylor registrato con Marc Johnson e Joey Baron che resterà – accanto alle innumerevoli collaborazioni - l’unico vero album da leader per ECM del compianto pianista inglese.Tra le altre scelte di Claudio Sessa il complesso e articolato Nine to get ready (1999), capolavoro della piena maturità di Roscoe Mitchell, anima dell’Art Ensemble of Chicago e personaggio di riferimento dell’etichetta di Monaco; quell’ Angel Song firmato nel 1997 da Kenny Wheeler e con la presenza straordinaria del veterano Lee Konitz al sax alto, di Bill Frisell alla chitarra e di Dave Holland al contrabbasso, splendido esempio dell’intuito del produttore Manfred Eicher di accostare, anche per una sola volta, musicisti che mai si fossero incontrati in precedenza; o l’ancor oggi freschissimo Music for two basses, registrazione degli albori dell’etichetta (1971) nella quale troviamo riuniti in un raro, magico momento di intima comunicazione musicale lo stesso Dave Holland e Barre Phillips, i due storici contrabbassisti dell’avanguardia jazz inglese.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!ZxBQTKZA!AFnORec...xCdTCFnpSSx4bSY

======

L'altro Ginger Baker
Con Riccardo Bertoncelli

I batteristi jazz swingano, quelli di rock non lo sanno fare. E non è importante quanti colpi dai sui tamburi ma come li dai. È importante quello che suoni ma anche quello che non suoni. La musica ha bisogno di spazi".Ginger Baker dixit. Curioso da un batterista che ha legato il proprio nome soprattutto alla militanza nel supergruppo di rock blues dei Cream che spopolò a fine anni ’60.Nato a Londra nel 1939 come Peter Edward Baker e scomparso nell’ottobre del 2019, divenne per tutti «Ginger» per via della capigliatura rossa e pure per il caratterino che era tutto un programma. Proverbiali le aspre discussioni con i giornalisti, con i produttori e con i suoi colleghi musicisti, soprattutto le furibonde liti con gli "altri" Cream, con Jack Bruce in primis (anche per questo, malgrado il vasto successo, il gruppo ebbe vita breve). Tra i commenti alla notizia del suo decesso anche questo: "… se esiste un paradiso del rock, alla notizia della morte di Baker, probabilmente Bruce avrà chiesto asilo politico all’inferno".Ma Riccardo Bertoncelli sfiorerà soltanto questi aspetti della personalità di Baker per proporci invece un tragitto completo nella carriera, anche quella "collaterale", non troppo nota ai più, del batterista che considerava l’avventura di grande successo con i Cream solo un episodio nel suo percorso artistico.Importanti gli studi che si ispirarono a grandi colleghi del jazz quali Elvin Jones, Art Blakey, Tony Williams, e gli esordi nella Londra del British Blues accanto ad Alexis Korner e Graham Bond. Parteciperà ai Blind Faith di Steve Winwood e fonderà i suoi Air Force, per infatuarsi in seguito della musica africana e collaborare con un Fela Kuti ancora da tutto scoprire. Negli anni ’80 lavora con Bill Laswell e Peter Brötzmann (!) nei No Material, esplorando territori sonori ancora vergini. Nei ’90 ed oltre le migliori tracce lasciate portano di nuovo al suo primo amore, il jazz: si associa a due giganti come Bill Frisell e Charlie Haden, ma anche alla tromba di Ron Miles e ai sax James Carter. Le sue ultime registrazioni lo vedono accanto Pee Wee Ellis, altro collega dal glorioso passato.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!FsBG0KpR!NQOZHep...ZrPZ5UgnDa8c3yk

======

Keith Jarret La produzione Americana
Con maurizio Franco

Accanto all’estesissimo catalogo pubblicato da ECM, Keith Jarrett, tra fine anni '60 e fino alla metà dei '70, tenne viva una produzione con etichette statunitensi quali Atlantic, Impulse! e solo in un’occasione Columbia. In particolare i suoi primi dischi in trio, subito successivi alla fuoriuscita dal gruppo di Charles Lloyd, e poi la quasi integralità delle pubblicazioni del cosiddetto "quartetto americano", insieme a Dewey Redman ai sax, Charlie Haden al basso e Paul Motian alla batteria. È a questa parte della discografia del pianista statunitense – iniziata nel ‘67 con l’album in trio "Life between the exit signs" e chiusa nel ’76 con Bop-Be in quartetto, che fa rifermento la presente serie di “Birdland” curata da Maurizio Franco.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!18AiQajS!tvePogS...YwOg3DuAwgk7gC8

======

I Capolavori , Joe Lovano Quartes- Live at Village Vanguard (1995)
Con Claudio Sessa

ra le produzioni di maggior rilievo del sassofonista Joe Lovano, un musicista tra i più influenti degli ultimi 20 anni del jazz internazionale, Claudio Sessa ha scelto il doppio album Quartets, registrato live al Blue Note di New York in due diverse occasioni tra il 1994 e l’anno successivo.Del cast fanno parte Tom Harrell alla tromba, Mulgrew Miller al piano, i bassisti Anthony Cox e Christian McBride, i batteristi Billy Hart e Lewis Nash."Quartets" vinse il premio di miglior disco dell’anno della rivista Downbeat.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!s8YWgIDb!ctw3MiR...WGfnpoxsRN_7YIc

======

I capolavori. Gil Evans"Out of the Cool" ... (Replica)
Con Riccardo Bertoncelli

"Out of the cool" è un prezioso album del 1961 dell’orchestra di Gil Evans, uno dei primi ad uscire per un’etichetta, la Impulse!, diventata poi centrale nello sviluppo del jazz moderno.È da molti ritenuto uno dei migliori dischi in assoluto del pianista, compositore ed arrangiatore canadese, uno dei pochi che riuscì a tenere viva la grande tradizione delle grandi orchestre jazz in un epoca di rinnovamento della musica afro-americana.Fu registrato da Rudy van Gelder subito dopo una residence dell’orchestra al "Jazz Gallery Club", durata un mese e mezzo. Fra i musicisti coinvolti citiamo Johnny Coles alla tromba, Budd Johnson al sax, Jimmy Knepper al trombone, Ron Carter al basso, Elvin Jones alla batteria.

(Fonte Birdiland)

https://mega.nz/#!1sQEnIIA!hPvu8p1...t6dbbxI064h6qhk

======

I Capolavori.Billie Holidy "Lady in Satin" (1958) ..(Replica)
Con Maurizio Franco

"Lady in Satin" è l’ultimo album pubblicato in vita da Billie Holiday. Edito nel 1958 da Columbia, è un disco riccamente prodotto, con uso di ampia orchestra comprendente pure gli archi.Particolarità dell’album di un’artista, sì segnata dalla vita, ma ancora con un grande desiderio di esprimersi, è la presenza di brani da lei mai registrati in precedenza tra cui celebri standard quali "It’s easy to remember", "You’ve changed", "You don’t know what love is", "For all we know" e altri ancora. Bille Holiday, con una voce ormai affaticata ma comunque straordinariamente espressiva, propone in maniera evidente quel cantato-parlato che è una delle principali cifre stilistiche del suo ultimo periodo.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!QsQEQQjD!1HJGOZQ...un9Mb8E4q5GYOXs

======

I Capolavori.Art Ensemble of Chicago, "Full Force" ... (Replica)
Con Riccardo Bertoncelli

Dopo lo straordinario florilegio discografico dei primi anni di attività (1969-1972), quando il gruppo si costituisce ufficialmente a Parigi, l’Art Ensemble of Chicago rallenta le sue pubblicazioni ma nel 1978 entra nell’orbita della ECM di Manfred Eicher. È l’inizio di una nuova fase in tal senso, grazie alla cura con cui d’ora in avanti i loro album saranno prodotti."Full Force" è il secondo, straordinario, album pubblicato per l’etichetta di Monaco. Titolo più che azzeccato per la dirompente l’energia musicale che scaturisce dai rilli, ma anche per le inaudite sonorità risultanti dalle cangianti combinazioni dei tanti strumenti utilizzati. Il lavoro è la perfetta sintesi della linea musicale scelta da un gruppo che è ormai centrale sulla scena della musica improvvisata dell’epoca: utilizzo di un linguaggio che fa tesoro di elementi del free jazz, della new thing e della musica colta contemporanea ma anche attento recupero del patrimonio culturale della black music.Nello strumentario utilizzato da Bowie, Jarman, Mitchell, Favors e Moye i tanti sassofoni, la tromba, il contrabbasso e la batteria ma poi anche flauti, clarinetti, le voci, la melodica, la celesta e un incredibile armamentario di percussioni, spesso costruite in proprio."Full Force" fu registrato nei Columbia Studios di New York nel gennaio 1980 e pubblicato il 1. Aprile di quello stesso anno.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!wtoBXISD!6PIsbeP...TgMDgETqsGXfGBI

======

The jazz Age.Sguardi sulla prima era del jazz
Con Marcello Lorrai

Per Jazz Age si intende quel periodo compreso tra la seconda metà degli anni ’10 e la crisi del ’29, quando il jazz, come musica, parola, fenomeno sociale, emerge con prepotenza sulla scena culturale statunitense. Questa nuova musica, chiamata inizialmente in varie maniere: jas, jass o già anche jazz, diventa moda già prima che essa prenda per davvero forma e si annuncia sin da subito come nuovo eccitante ballo. Ne è un esempio il brano (e il suo titolo) That Jazz Dance Everybody is Crazy 'Bout che l’orchestra di W.C. Handy pubblica nel 1917, un pezzo che in realtà è ancora definibile come ragtime. Marcello Lorrai si è spesso occupato in "Birdland" delle figure di primo piano di tale straordinario momento storico che coincise con lo sbocciare di questa nuova musica. In questa serie passa invece in rassegna i maggiori snodi, l’emergere di solisti e gruppi, incisioni discografiche di rilievo, particolarità delle specifiche scene cittadine, ecc. che hanno segnato i primi anni del jazz.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!RlBlmYZT!U80dGAz...6598oCgDH2hO-wI

======

Dexter Gordon , sassofonista
Con Claudio Sessa

Tra le grandi voci del sax tenore venute alla ribalta nel Dopoguerra, Dexter Gordon è, per il suo suono potente e caloroso, uno dei jazzisti inconfondibili della storia del jazz moderno. Nato nel 1923 a Los Angeles e scomparso nel 1990, aveva iniziato la carriera con Lionel Hampton, per poi lavorare tra il 44 e il 45 nelle grandi formazioni di Louis Armstrong e Billy Eckstine. Si avvicina al nuovo jazz quando è ingaggiato da Parker e Davis, e inizia a proporsi come leader del proprio quartetto. Le sue formazioni variano spesso e diventa imprescindibile in particolare quella con il suo collega di strumento Wardell Gray, con cui ingaggia delle infuocate chases a due tenori. Con gli anni ’50 la sua fama è ormai consolidata nel novero dei grandi soliti del nuovo jazz. Privilegia le esibizioni live piuttosto che l’attività discografica. Importante nella sua carriera il lungo periodo trascorso in Europa, in Danimarca specialmente, a partire dal 1962, interrotto solo da sporadici ritorni a New York. Richiestissimo in tutte le maggiori rassegne e nei principali club mondiali, gli ultimi anni sono segnati dalla partecipazione come attore protagonista al film di Tavernier Round Midnight (1987) e da una ultima trionfale tournée l’anno successivo. Maestro delle ballad, specialista pure delle improvvisazioni “in crescendo”, Dexter Gordon era un animale da palcoscenico. È stato uno dei primi grandi sax tenori del be-bop e ha segnato con il suo strumento anche l’epoca successiva, esercitando la sua influenza su gente come Coltrane e Sonny Rollins.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!UpRWyIZC!NLH5NO6...FD_N4hryz-NQpys

======

Dirty Dozen Brass Band
Con Riccardo Bertoncelli

Riccardo Bertoncelli dedica questo ciclo di "Birdland" alla Dirty Dozen Brass Band. È un ensemble nato sul finire degli anni ’70 che incarna perfettamente il rinnovamento della musica di New Orleans in atto in quegli anni. Dopo un lungo periodo durante il quale il gruppo si fece le ossa suonando un po’ dappertutto e nelle situazioni più diverse nell’aera del Delta, la Dirty Dozen Brass Band pubblica un primo disco nel 1994. È il trampolino per un successo inatteso. Con un sound che si richiama alle radici della musica della città (e a quello delle marchin’ band in particolare), al quale però si mescolano anche il funk e incandescenti ritmi di danza, il gruppo, anche grazie all’interessamento di un certo George Wein, il noto produttore – non fatica ad affermarsi in tutto il paese e pure in Europa. Sbarcata al Festival di Montreux nel 1986, l’orchestra della “Sporca Dozzina”(il nome è tratto dall’omonimo famoso film di guerra di fine anni ’60) pubblica di lì a poco quella registrazione con il titolo Mardi Gras in Montreux. Diventata ormai molto popolare, sarà una major come la Columbia Records a produrre i suoi dischi fino a metà degli anni ’90. Ancora attiva oggi, la band ha nel suo curriculum una quindicina di album e una serie di collaborazioni prestigiose con, tra gli altri, David Bowie, Elvis Costello, Norah Jones, Dizzy Gillespie, Branford Marsalis e le leggende di New Orleans Dr. John e Danny Barker.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!Vw4DCL4Y!i-wRlM2...f376Dv0KqPhPQSY

======

Famiglie del jazz. I fratelli Heath , Jimmy , Percy e Albert
Con Maurizio Franco

Sono diverse le famiglie di musicisti che hanno fatto la storia del jazz. Una di queste è quella degli Heath, con i tre fratelli Percy, Albert e Jimmy originari di Filadelfia. Percy, il più anziano (1923-2005), era contrabbassista e lo ricordiamo soprattutto per la militanza nel leggendario Modern Jazz Quartet. Jimmy Heath, sassofonista, compositore, arrangiatore recentemente scomparso (1926-2020), è ricordato dapprima per le sue grandi formazioni di fine anni ’40 dove militarono tra gli altri Coltrane, Benny Golson, Ray Bryant. Fu legato a Miles Davis, Gil Evans, Chet Baker e formò in seguito suoi eccellenti piccoli gruppi. Il più giovane dei tre, il batterista Albert Heath (1935), iniziò la sua attività nei secondi anni ’50 ed è considerato uno dei grani batteristi dell’hard-bop. Lavorò con Sonny Rollins, Dexter Gordon, Benny Golson, Johnny Griffin, Herbie Hancock e molti altri. Solo nel 1975 i tre fratelli decisero di formare una band tutti insieme, gli Heath Brothers appunto, attiva fino a pochi anni or sono. Maurizio Franco passa in rassegna in questa serie di “Birdland” sia le singole carriere dei tre che le vicende della band “famigliare”, un quartetto che venne regolarmente completato dal pianista Stanley Cowell.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!9wxzWJIB!q5EBCZX...juPNulgdwMiClR8

======

I nipotini dimenticati di Jimmy Smith
Con Riccardo Bertoncelli

Jimmy Smith è stato uno dei grandi specialisti dell’organo Hammond nel jazz a partire dalla seconda metà degli anni ’50, contribuendo in maniera decisiva a lanciare lo strumento nell’ambito della musica afroamericana. Sono molti i suoi discepoli, i suoi emuli che a partire già dagli anni ’60 ne hanno ripreso il discorso e tentato di emularne il successo. In questo ciclo di “Birdland” di Riccardo Bertoncelli sfileranno musicisti quali Big John Patton, Jack McDuff, una meteora quale Baby Face Willette e poi due organiste, Shirley e Rhoda Scott.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!Up5l3Z6K!11IA_zX...IcMPY3iRJZKNqZM

======

L'avventura del be-bop ... ( Prima parte )
Con Claudio Sessa

In concomitanza con l’anniversario di Charlie Parker (1920-1955), a cui sarà dedicato un doppio ciclo di trasmissioni, “Birdland” propone, con la sapiente guida di Claudio Sessa, anche una riflessione sul fenomeno del be-bop, rivoluzionario movimento nato nei primi anni ’40 di cui Parker fu protagonista insieme a colleghi quali Dizzy Gillespie, Bud Powell, Max Roach, Thelonious Monk, per non citare che i più noti. In reazione a quello che era all’epoca il dominio delle grandi orchestre swing, Parker e Co. iniziarono a pensare ad una musica liberata da certe strutture formali, dalle troppo sfruttate formule armoniche, dai canonici accompagnamenti ritmici, un jazz che si contrapponesse a quella che era considerata ormai una musica troppo commerciale. Il be-bop sarà così il primo tipo di jazz a nascere ai margini e contro lo show-business. A partire dai primi anni ’40, in coincidenza con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, un drappello di giovani musicisti, finito il lavoro ordinario in big band, si ritrovava tardi la notte in alcuni oscuri locali di Harlem quali il Minton’s Playhouse o il Monroe’s Uptown House, per sperimentare nuovi tipi di brani caratterizzati da grande virtuosismo e serrata competizione fra i solisti, uso degli strumenti al limite delle loro possibilità, tempi spesso vertiginosi, un utilizzo quasi sistematico del “levare” e delle accentuazioni dei tempi deboli. Anche il recording ban, il boicotto indetto dal forte sindacato dei musicisti dall’agosto del ’42 al novembre del ‘44 delle sale di registrazione - per ottenere dalle case discografiche migliori condizioni di pagamento delle royalties, contribuì in parte allo sviluppo sotterraneo del nuovo genere, che si manifestò in tutta la sua evidenza nel 1945 quando in poco tempo il mercato discografico fu stravolto dalle prime registrazioni ufficiali di Gillespie, Parker e gli altri. Il be-bop iniziò a diffondersi su una più larga scala e si “ufficializzò” con l’apertura degli storici locali a Manhattan, sulla 52.a strada, nella zona di Broadway: il Bop City, il Birdland, il Royal Roost.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!c9RiXaAS!uhQ9ZNI...gL8dcSzv4zY5o_o

======

Incursioni blues , Howlin'Wolf
Con Riccardo Bertoncelli

Ogni tanto Riccardo Bertoncelli dedica i suoi programmi di “Birdland” al blues e ai suoi maggiori esponenti. Stavolta è il turno di Howlin’ Wolf, da molti considerato uno dei più importanti rappresentanti del moderno blues urbano. Era nato come Chester Arthur Burnett nel 1910 nel Mississippi e sin da giovane era entrato in contatto con la musica americana delle radici. Aveva imparato a suonare la chitarra e poi anche l’armonica a bocca grazie a Sonny Boy Williamson. Ma la vera carriera di musicista, dopo essere stato per lungo tempo agricoltore e aver poi servito nell’esercito statunitense durante la Seconda Guerra mondiale, la inizierà solo con la fine degli anni ’40. Uomo dalla taglia imponente, che gli valse altri nomignoli quali Big Foot o Bull cow, Howlin’ Wolf pare abbia preso il suo nome d’arte in riferimento alle storie, spesso con i lupi quali protagonisti, che era solito raccontargli il nonno. Prime sue band alla fine degli anni ’40, un apprendistato importante come ospite fisso in una radio locale dell’Arkansas e poi il contratto con la Chess che gli avrebbe garantito la celebrità e anche la sicurezza economica a partire dalla metà degli anni ‘50. Tra i suoi pezzi più famosi ricordiamo Spoonful, Moanin’ at midnight, Little Red Rooster. Howlin’ Wolf è stato riconosciuto quale personalità tra le più influenti per lo sviluppo del rock da artisti come Eric Clapton, Steve Winwood, i Rolling Stones che pure collaborarono con lui per lo storico disco London Sessions del 1971. Ad alcuni aspetti della vita di questo grande bluesman è dedicato in parte il film Cadillac Records del 2009 che ripercorre la storia della celebre etichetta Chess che lo rese famoso. Prima emissione dal 14 al 16 gennnaio 2014

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!05IC3a4J!tDHRZjc...YCvHVmTK_GuPRls

======

Steve Lacy, sassofonista, compositore, performer
Con Marcello Lorrai

Nel jazz moderno quella di Steve Lacy è una figura di riferimento per il rilievo che ha dato, nelle proprie incisioni ed esibizioni dal vivo, alla musica di Thelonious Monk, una dedizione che ha aperto la via al riconoscimento del pianista fra le personalità più influenti della musica afroamericana del Dopoguerra. Secondo aspetto rilevante del musicista statunitense è stato quello di essersi dedicato alla pratica esclusiva del sax soprano, il cui suono e le cui possibilità tecniche Lacy ha esplorato a tutto campo, dalle esibizioni in solitaria (di cui fu pioniere) a quelle in ampi ensembles. Nato Steven Lanckitz a New York nel 1934, si era distinto dapprima in formazioni di jazz tradizionale, per poi essere catapultato nel jazz d’avanguardia grazie a Cecil Taylor nella seconda metà degli anni ’50. Un ambito che Lacy non abbandonerà più, soprattutto quando si stabilirà in Europa dal 1965 (e fino a due anni prima della scomparsa). Fu dapprima a Copenhagen, poi a Roma, dove suonò con Enrico Rava, Gato Barbieri e con Musica Elettronica Viva di Frederic Rzewski, finalmente dal 1970 a Parigi. Punto di riferimento della sua attività europea fu il sestetto cui diede vita, una formazione che si poteva ampliare o ridurre a seconda delle occasioni ma il cui nucleo rimase praticamente invariato nel corso degli anni. Musicista tra i più amati e popolari della scena avanguardista, Lacy vanta una discografia sterminata e una serie di collaborazioni altrettanto impressionante: con Gil Evans, Miles Davis, Max Roach, con Carla Bley e la Jazz Composers Orchestra, con la Globe Unit, la Company di Derek Bailey, con i liberi improvvisatori tedeschi e olandesi, Giorgio Gaslini e gli Area di Demetrio Stratos. È scomparso a New York nel 2004.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!Q9xBmAjb!k2BM3SX...tL9-t8UN9WWeWKw

======


Charlie Parker Story, a cent'anni dalla nascita .... (Prima parte)
Con Maurizio Franco

Charlie Parker (1920-1955), che avrebbe compiuto cent’anni il prossimo mese di agosto, è stato uno dei protagonisti del rivoluzionario movimento del be-bop, nato nei primi anni ’40 grazie alla spinta anche di colleghi quali Dizzy Gillespie, Bud Powell, Max Roach, Thelonious Monk, per non citare che i più noti.Originario di una delle mecche statunitensi del jazz, Kansas City, Parker si fece le ossa con locali traveling bands, in particolare con quella di Jay McShann che suonava in uno stile tradizionale. Fu a New York, dove si era trasferito sul finire degli anni ’30, che sul suo sax alto sviluppò quel linguaggio che sarebbe diventato fondamentale per l’evoluzione verso una moderna concezione del jazz e della musica afroamericana.Decisiva fu la presenza di Parker per circa un anno nella band del pianista Earl Hines, dove incontrò il trombettista Dizzy Gillespie, proprio durante il noto sciopero dei musicisti legati al potente sindacato statunitense di categoria indetto come protesta contro le misere royalties che ricevevano per le registrazioni discografiche.Il resto è storia nota, con le leggendarie session notturne nei locali di Harlem e le prime registrazioni della nuova, sconvolgente musica che furono pubblicate a partire dal 1945. Una storia che ci racconterà Maurizio Franco in questa prima serie di trasmissioni dedicata al grande altosassofonista statunitense, scomparso nel 1955 a soli 35 anni.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!c55FSAKb!6oLvP9f...UFwBe0DioiLtdhQ

======

L'avventura del be-bop .... (Prima parte)
Con Claudio Sessa

n concomitanza con l’anniversario di Charlie Parker (1920-1955), a cui sarà dedicato un doppio ciclo di trasmissioni, “Birdland” propone, con la sapiente guida di Claudio Sessa, anche una riflessione sul fenomeno del be-bop, rivoluzionario movimento nato nei primi anni ’40 di cui Parker fu protagonista insieme a colleghi quali Dizzy Gillespie, Bud Powell, Max Roach, Thelonious Monk, per non citare che i più noti.

In reazione a quello che era all’epoca il dominio delle grandi orchestre swing, Parker e Co. iniziarono a pensare ad una musica liberata da certe strutture formali, dalle troppo sfruttate formule armoniche, dai canonici accompagnamenti ritmici, un jazz che si contrapponesse a quella che era considerata ormai una musica troppo commerciale. Il be-bop sarà così il primo tipo di jazz a nascere ai margini e contro lo show-business.

A partire dai primi anni ’40, in coincidenza con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, un drappello di giovani musicisti, finito il lavoro ordinario in big band, si ritrovava tardi la notte in alcuni oscuri locali di Harlem quali il Minton’s Playhouse o il Monroe’s Uptown House, per sperimentare nuovi tipi di brani caratterizzati da grande virtuosismo e serrata competizione fra i solisti, uso degli strumenti al limite delle loro possibilità, tempi spesso vertiginosi, un utilizzo quasi sistematico del “levare” e delle accentuazioni dei tempi deboli.

Anche il recording ban, il boicotto indetto dal forte sindacato dei musicisti dall’agosto del ’42 al novembre del ‘44 delle sale di registrazione - per ottenere dalle case discografiche migliori condizioni di pagamento delle royalties, contribuì in parte allo sviluppo sotterraneo del nuovo genere, che si manifestò in tutta la sua evidenza nel 1945 quando in poco tempo il mercato discografico fu stravolto dalle prime registrazioni ufficiali di Gillespie, Parker e gli altri. Il be-bop iniziò a diffondersi su una più larga scala e si “ufficializzò” con l’apertura degli storici locali a Manhattan, sulla 52.a strada, nella zona di Broadway: il Bop City, il Birdland, il Royal Roost.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/c4pgFKTZ#mWAOP51MyO1O...i1qz_gIc2sUmTZk

======

Lo swing della West Cost ; Shelly Manne , batterista
Con Riccardo Bertoncelli

Shelly Manne è stata un’importante figura di batterista del jazz moderno, ma non solo. Era nato a New York nel 1920, ma la sua carriera di musicista è legata a doppio filo con la il jazz della West Coast. Fondamentali nella sua formazione furono le collaborazioni con Stan Kenton e con Woody Herman. Fu anche prolifico bandleader, arrangiatore e compositore, nonché apprezzato musicista di studio per registrazioni di musica commerciale e di colonne sonore. Dal punto di vista stilistico fu certamente influenzato da Jo Jones, poi dai batteristi del bop quali Roach e Clarke, infine pure dal robusto drumming di Elvin Jones. Lo ricordiamo, oltre che a capo di innumerevoli proprie formazioni, anche al fianco di colossi come Bill Evans, Sonny Rollins, Art Pepper, Jimmy Giuffré e molti altri.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/Zl4jUAqK#HSVfYJ7nkTVO...Glpb2gpr0xqHTR0

======

Herbie Nichols , a cent'anni dalla nascita
Con Marcello Lorrai

Da lunedì 20 a venerdì 24 maggio 2019 Herbie Nichols, l’incompreso. Caso dei più evidenti nella storia del jazz di potenzialità artistica non pienamente espressa, la vicenda del pianista, nato nel 1919 a New York, si svolge tra una modernità stilistica sullo strumento e nella vena compositiva - che lo pone tra Thelonious Monk e il primo Cecil Taylor - coniugata, anche in ragione della necessità di sbarcare il lunario, con una personale rilettura della tradizione del dixieland, dello swing, delle musiche caraibiche. La morte prematura, sopraggiunta nel 1963, l’aveva definitivamente relegato per lungo tempo nell’oblio, insieme ai suoi soli tre album completi pubblicati in vita.In questa serie di “Birdland” Marcello Lorrai ripercorre la carriera di un musicista la cui arte è stata poi doverosamente rivalutata a partite dagli anni '80 da musicisti illuminati quali Roswell Rudd e Steve Lacy, e da quelli del jazz d’avanguardia olandese come Misha Mengelberg, Michael Moore, Han Bennink.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!E4B0DYyQ!8_wMfY1...REi0DIhAc_hbFbU

======

Art Blakey , out of the Messengers
Con Maurizio Franco

Art Blakey (1919-1990) è stato uno dei batteristi e bandleader più importanti della storia del jazz a partire dalla metà degli anni ’40.Dopo primi ingaggi con Fletcher Henderson e Mary Lou Williams, entra nel giro del nascente be-bop. Grazie al Billy Ekstine conosce Miles Davis, Dizzy Gillespie, Charlie Parker con i quali inizia a collaborare assiduamente. Sarà anche particolarmente vicino a Thelonious Monk: è con lui che il pianista registrerà la sua prima session da leader per Blue Note nel 1947 e anche l’ultima in assoluto nei primi anni ’70.Dalla fine dei ’40 gira con un gruppo chiamato Messengers, condotto assieme al pianista Horace Silver negli anni successivi. La band diventerà, con la guida del solo batterista, una delle formazioni di punta del jazz del decennio e dei successivi con l’appellativo Art Blakey’s Jazz Messengers. Vera fucina di talenti, per i quali Blakey aveva un innato fiuto, i Messengers saranno la palestra per giovani rampanti quali Jackie McLean, Lee Morgan, Wayne Shorter, Freddie Hubbard, su su fino a Bobby Watson, Wynton Marsalis, Wallace Rooney.In questo ciclo della trasmissione, Maurizio Franco si occuperà della corposa attività del batterista parallela a quella dei Messengers: con i già citati boppers, ma anche con Dexter Gordon, Jimmy Smith, Buddy de Franco e molti altri.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!5hQDxKgb!d9SRZT3...j79TrzJz5x1RBYI

======

1955-1965 la maturità di Dizzy Gillespie
Con Claudio Sessa

Claudio Sessa mette a fuoco in questa serie di trasmissioni quello che possiamo considerare il decennio della piena maturità di uno dei grandi protagonisti del jazz moderno, il trombettista Dizzy Gillespie.Superati i furori del periodo del be bop - quando insieme a Parker, Roach, Powell e diversi altri diede fuoco alle polveri e contribuì a cambiare per sempre il corso della storia del jazz – Gillespie entra in una nuova fase creativa con la metà degli anni ’50.Nel 1956 è incaricato dal Dipartimento di stato americano di far conoscere il jazz in Medio Oriente, in Sudamerica e in alcuni paesi al di là della cortina di ferro. Inutile dire che tale attività lo trasforma in uno dei musicisti afro-americani più popolari in assoluto. Lavora con Quincy Jones, rimette in piedi una grande formazione ed entrano nel suo giro musicisti come Phil Woods, Ernie Wilkins e Benny Golson.Del 1957 è un suo concerto trionfale al Festival di Newport, mentre del 1965 è una storica esibizione a Monterey nell’orchestra di Gil Fuller.In questo periodo lavora pure con suoi piccoli gruppi e collabora con colleghi di primissimo piano quali Rollins, Ellington, Basie, Getz, Peterson.Ha inoltre la possibilità di sviluppare l’altro filone per il quale è entrato di diritto nella storia, la musica afro-cubano e latina: lavora con specialisti del genere quali Lalo Schifrin, Mongo Santamaria, Ray Barretto, Paulinho da Costa e molti altri.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!AhZWAYQA!16iLUfK...AKXRHKaex1xvb7o

======

Jazz&Rock-Rock&Jazz
Con Riccardo Bertoncelli

A cinquant’anni da "Bitches Brew" di Miles DavisNel 1969 Miles Davis registra un disco che è ancor oggi considerato l’archetipo di quello che sarà definito jazz-rock e più avanti fusion. "Bitches Brew", doppio album per Columbia, è lo sviluppo (e diretta conseguenza) di quanto solo accennato nel precedente "In a silent way": ritmiche binarie e fortemente groovy, dilatazione dei brani basati su brevi, semplici incisi tematici e su armonie modali, ampio spazio affidato ai solisti, strumentazione decisamente elettrica.Se i jazzisti coinvolti in "Bitches Brew" saranno decisivi nella crescita della fusion (Shorter e Zawinul daranno vita ai Weather Report, Corea ai Return to Forever, McLaughlin alla Mahavishnu Orchestra), soprattutto sul lato inglese numerosi gruppi del rock saranno influenzati dagli stilemi del jazz: i primissimi Pink Floyd con le loro performance improvvisate, i Colosseum, i Nucleus di Ian Carr, i Soft Machine e tutta quella galassia di band legate al giro di Canterbury, tra questi Henry Cow e Slapp Happy. Questo grande fermento contribuirà in seguito all’avvento dei gruppi del cosiddetto progressive.A 50 anni dalla pubblicazione di "Bitches Brew", Riccardo Bertoncelli indaga in questa serie di “Birdland” le dinamiche che permisero l’avvicinamento del jazz al rock e anche l’inverso.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!hsJBDQ6D!Nn7UmJZ...RWhvbtMJ_7mm6-Q

======

Jazz Rock-Rock jazz....(Seconda parte)
Con Riccardo Bertoncelli

A cinquant’anni da "Bitches Brew" di Miles Davis Nel 1969 Miles Davis registra un disco che è ancor oggi considerato l’archetipo di quello che sarà definito jazz-rock e più avanti fusion. "Bitches Brew", doppio album per Columbia, è lo sviluppo (e diretta conseguenza) di quanto solo accennato nel precedente “In a silent way”: ritmiche binarie e fortemente groovy, dilatazione dei brani basati su brevi, semplici incisi tematici e su armonie modali, ampio spazio affidato ai solisti, strumentazione decisamente elettrica.Se i jazzisti coinvolti in "Bitches Brew" saranno decisivi nella crescita della fusion (Shorter e Zawinul daranno vita ai Weather Report, Corea ai Return to Forever, McLaughlin alla Mahavishnu Orchestra), soprattutto sul lato inglese numerosi gruppi del rock saranno influenzati dagli stilemi del jazz: i primissimi Pink Floyd con le loro performance improvvisate, i Colosseum, i Nucleus di Ian Carr, i Soft Machine e tutta quella galassia di band legate al giro di Canterbury, tra questi Henry Cow e Slapp Happy. Questo grande fermento contribuirà in seguito all’avvento dei gruppi del cosiddetto progressive.A 50 anni dalla pubblicazione di "Bitches Brew", Riccardo Bertoncelli indaga anche in questa secondo ciclo di "Birdland" le dinamiche che permisero l’avvicinamento del jazz al rock e anche l’inverso.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!cowD0AzS!YSSNGSY...4GfLqLGOZktCyek

======

Di padre in figlio Dewey e Joshua Redman, sassofonisti
Con Claudio Sessa

Dewey Redman, nato nel 1931 e scomparso nel 2006, con il suo suono ruvido e al tempo stesso lirico, è stato uno dei maggiori sassofonisti dell’era del post-free. Lo ricordiamo nei gruppi di Ornette Coleman tra fine ’60 ed inizio ’70, nel quartetto “americano” di Keith Jarrett con Paul Motian e Charllie Haden, nel quartetto Old and New Dreams, con Don Cherry, Ed Blackwell ed ancora Haden.Joshua Redman (nato nel 1969), uno dei suoi due figli, è pure lui sassofonista, una delle figure di maggior rilievo, assieme a Brad Mehldau, Chris Potter, Craig Taborn, James Carter, della nuova generazione statunitense venuta alla ribalta con gli anni ’90.Claudio Sessa, nel ricordare i momenti salienti delle loro proprie carriere, sottolineerà pure affinità e differenze nel loro personale approccio stilistico e tecnico al sassofono, più in generale nelle loro rispettive concezioni del jazz.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!Y1RDVSgb!slWE6KY...S0MwtrxiGEU-Id8

======

Jelly Rolì Morton
Con Marcello Lorrai

Figura centrale nello sviluppo del jazz alle sue origini, Jelly Roll Morton è un musicista controverso: alcuni ne hanno spesso sottolineato l’altezzosità e la megalomania (si proclamò senza mezzi termini l’inventore del jazz), smentiti da altri che hanno asserito quasi il contrario. Sta di fatto che il pianista e compositore, nato a New Orleans nel 1884, è stato fra coloro che meglio hanno sintetizzato tutti quegli elementi e quegli stimoli musicali peculiari dei primi decenni del secolo in America. Dalle prime gig nel quartiere di Storyville, alle lunghe tournée che tenne in seguito su tutto il territorio degli States, dalle moltissime composizioni alle registrazioni con i vari gruppi che mise in piedi, fino al grande successo a partire dal 1923 a Chicago - dove di lì a poco avrebbe fondato il suo gruppo storico, i Red Hot Peppers - la sua fu una vita travagliata sempre in bilico tra grande arte e misera condizione umana. Marcello Lorrai traccia in Birdland il percorso di un artista che poco tempo il successo, con la Grande Depressione fu velocemente dimenticato. Anche grazie alle interviste che il musicologo Alan Lomax gli fece per la Library of Congress a fine anni ’30 la memoria del suo ruolo nella storia del jazz fu salvaguardata. Trascritti e pubblicati tali documenti – al di là della storia del musicista, pure uno straordinario spaccato della storia dell’America dei primi anni del Novecento - sono stati da poco editi anche in italiano e fanno da tela di fondo di queste trasmissioni.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!JoYznSbT!2G81ypt...J9StmHFOvNS_tA0

======

McCoy Tyner , pianista
Con Claudio Sessa

McCoy Tyner, nato a Filadelfia nel 1938, è uno dei grandi musicisti jazz , scomparso da poco
( Marzo 2020 ).
Rappresenta l’anima nera di un pianismo jazz che partendo da Art Tatum e Duke Ellington, si è sviluppato successivamente con Thelonious Monk, Bud Powell e Ahmad Jamal.Nel suo stile, alternativo a quello di Bill Evans o di Herbie Hancock, spicca il potente uso della mano sinistra, l’utilizzo di scale modali e di accordi per quarte, un’energia sonora spinta spesso al parossismo.In questo ciclo di trasmissioni, Claudio Sessa ricorda una carriera iniziata, quand’era giovanissimo, accanto a Benny Golson e Art Farmer. Entrato nel 1960, a soli 22 anni, nel quartetto di John Coltrane contribuisce con il suo stile innovativo alla musica di un gruppo fondamentale nello sviluppo del jazz moderno.Lasciato Coltrane nel 1965, dà inizio ad una carriera da solista che lo vedrà leader soprattutto alla testa di propri trii e quartetti. Occasionalmente collaborerà con colleghi quali Sonny Rollins, Jackie McLean, Steve Grossman, Bobby Hutcherson.La sua discografia immensa comprende album per Impulse! Blue Note, Milestone.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!FoQ1XY5Z!VVA-rOK...GK3uQMy3-XMGIoA

======

Il Jazz a Cuba dopo la rivoluzione
Con Marcello Lorrai

È indubbio che la rivoluzione a Cuba segnò uno spartiacque nello sviluppo e nell'organizzazione di molti settori della società dell’isola caraibica, ivi compresa la musica.Se il jazz americano era entrato con decisione a far parte di un contesto musicale già di per sé ricchissimo, con l’avvento delle grandi formazioni di Perez Prado, Armando Romeu Gonzalez e Benny Moré che strizzavano l’occhio a Duke Ellington o Stan Kenton, dall'altra molti musicisti cubani avevano cercato fortuna a New York o vi erano stati addirittura chiamati, contribuendo da par loro alla nascita del cosiddetto latin jazz: il trombettista e poi direttore d’orchestra Mario Bauza (con Chick Webb, Ella Fitzgerald, Cab Calloway), i percussionisti Chano Pozo e Machito che lavorarono con i boppers.Con la presa di potere di Fidel Castro, questo interscambio diretto cessò. Molti musicisti scelsero la via dell’esilio ma quelli che restarono, benché inquadrati in un’organizzazione statale dell’attività musicale, diedero un nuovo impulso allo sviluppo di un originale jazz cubano, anche grazie al movimento della Nueva Trova iniziato nei primi anni ’70.Marcello Lorrai ci conduce in questo ciclo di “Birdland” sulla base di documenti noti e di altri direttamente raccolti sul posto.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!pgJTWIIJ!bDI8e2n...RIhUCTKIAa0A9DY

======

Il piano Jazz in Europa
Con Claudio Sessa

Sviluppatosi parallelamente è in parte indipendentemente da quello americano, un moderno pianismo jazz di stampo europeo si è imposto a partire dalla fine degli anni ’60 grazie diventando il fulcro di una concezione prettamente continentale, eurocentrica diremmo, della musica improvvisata. Claudio Sessa in questo ciclo di “Birdland” passa in rassegna tutta una serie di pianisti che hanno contributo, in maniera diversa, a tale evoluzione. Tra questi Alex von Schlippenbach, Martial Solal, Misha Mengelberg, Joachim Kühn, John Taylor, Bobo Stenson, ma anche gli svizzeri George Gruntz e Irène Schweizer, nonché gli italiani Giorgio Gaslini e Antonello Salis.
(Fonte Birdlan)

https://mega.nz/#!BxYSXAQC!SlRXBRh...imyCi9nt1oPSZWs

======

Mahavishnu Orchestra
Con Riccardo Bertoncelli

Una serie di trasmissioni di “Birdland” per ripercorrere la storia dell’influenteMahavishnu Orchestra, gruppo fondato dal chitarrista britannico “Mahavishnu” John McLaughlin.
L’interesse del musicista per la cultura e la filosofia indiana (entrò in contatto con il guru Shri Chimnoy che lo convinse ad assumere il nome di “Grande Vishnu”) lo avevano portato all’idea di una band che mescolasse i diversi elementi delle musiche che lo avevano influenzato: il jazz, il rock, la musica classica occidentale ma anche quella indiana.
McLaughlin aveva lavorato con Miles Davis, con Miroslav Vitous, con John Surman e altri musicisti inglesi di primo piano e ad un certo punto decise di avere una propria band. La Mahavishnu Orchestra nasce nel 1971 con il batterista Billy Cobham (conosciuto da Miles Davis), il violinista Billy Goodman (al fianco di McLaughlin in precedenti album), il tastierista cecoslovacco Jan Hammer (suggerito da Vitous) e il bassista irlandese Rich Laird. Il gruppo ebbe un successo immediato, con una musica decisamente non convenzionale e di grande impatto sonoro. La Mahavishnu Orchestra sarà attiva fino al 1976, con una seconda edizione dal 1974 dove fu presente il violinista francese Jean-Luc Ponty. Dopo un lungo silenzio, McLaughlin rilanciò il marchio a metà anni ’80, assieme al tastierista Mitch Forman, il sassofonista Bill Evans, il bassista svedese Jonas Hellborg e Danny Gottlieb alla batteria.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!otQVCKha!7FtvjaD...NS6ziKISHH9-J90

======

Wes Montgomery , chitarrista
Con Maurizio Franco

Quella di Wes Montgomery (1923-1968) è certamente la figura di riferimento quando si parla di chitarra jazz moderna. Un musicista che ha scritto pagine importanti della storia della musica afro-americana benché la sua sia stata una carriera relativamente breve, stroncata da un infarto a soli 45 anni.

Malgrado un importante ingaggio con Lionel Hampton tra il 1948 e il 1950, Wes non viene alla ribalta che alla fine del decennio. Era nel frattempo tornato ad Indianapolis, un lavoro di routine durante il giorno e di notte la musica, nei club della città: il 440 o la Missile Room, dove aveva potuto sviluppare la sua perizia di strumentista, in trio con i bravi fratelli Buddy e Monk. L’anno della consacrazione però è il 1959, dopo che ha già pubblicato un paio di album che non sfondano: Cannonball Adderley, in concerto ad Indianapolis, passa dal club dove Wes è di casa. Rimane folgorato dalla sua bravura e il giorno dopo lo raccomanda al produttore della Riverside. Da quel momento le cose vanno molto in fretta. Alla fine dell’anno esce un suo primo album per l’etichetta californiana seguito ad inizio 1960 da quel The Incredible Guitar of Wes Montgomery che molti reputano ancor oggi come uno dei più bei dischi di chitarra della storia del jazz. I riconoscimenti si moltiplicano, le riviste specializzate lo premiano e il successo si conferma negli anni successivi, quando si impone come “il chitarrista” jazz degli anni ’60.

Partendo dal modello di Charlie Christian, suo idolo negli anni di formazione, Montgomery ha sviluppato una tecnica e uno stile inconfondibili: fraseggio acrobatico e virtuoso ma anche molto lirico, soprattutto nelle ballads; un melodismo di assoluto equilibrio, una formidabile precisione ritmica, una tecnica del solo ad ottave o ad accordi dove non ha rivali. Grazie all’uso del pollice e non più del plettro, il suo è un sound unico, al crocevia tra lo strumento acustico e quello elettrico.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/05pxyA7L#aOJKjeq0JpHX...6tC_buShqBtmtUU

======

Hank Jones, pianista(1918-2010) .. ( Replica)
Con Claudio Sessa

Hank Jones, scomparso nel 2010 all’età di 92 anni, è stato un pianista che ha attraversato le epoche del jazz. Era nato nel Mississippi, primo di tre fratelli – Thad ed Elvin, oltre a lui - che pure diventeranno celebri nel mondo del jazz, e si era trasferito con la famiglia nel Michigan quand’era ancora piccolo.
Debutta nei club di Detroit e dei Grandi Laghi nei primi anni ’30 e si fa notare poi a New York accanto a Hot Lips Page nel 1944. Il suo stile, fino ad allora influenzato da Earl Hines e Art Tatum, si trasforma entrando in contatto con gli stilemi del be-bop ma non perderà mai quell’eleganza, quell’eloquenza, quella leggerezza di tocco che sono la sua maggiore cifra stilistica. Lavora con le big band di Andy Kirk e Billy Eckstine ed entra in seguito nel giro di Jazz at the Philharmonic (JATP), ciò che gli consente di suonare tra gli altri con Gillespie, Parker e Roach.
Da ricordare anche la sua lunga collaborazione con pianista di Ella Fitzgerald, le tournée in Europa con Coleman Hawkins e il lavoro continuativo, dalla fine degli anni ’50 fino al 1974, con CBS Jazz Orchestra, nonché i duetti pianistici (fino ad allora rari) con colleghi quali John Lewis e Tommy Flanagan.
Sono centinaia le registrazioni che ci ha lasciato sia come leader che come sideman di musicisti, oltre quelli citati qui sopra, quali Miles Davis, Cannonball Adderley, Lester Young, Milt Jackson.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!144h0bRa!0pAQlNJ...aX2zxfyGvdLGgkU

======

Jaki Byard, pianista
Con Maurizio Franco

Originario del Massachusetts, Jaki Byard (1922-1999) è stata una figura di riferimento del pianismo jazz degli anni ’60. Cresciuto in una famiglia di musicisti (i genitori, alcuni zii e la nonna, che musicava i film muti dal vivo al pianoforte), oltre al piano aveva imparato a suonare da autodidatta anche i sassofoni, il trombone, la batteria e il vibrafono. Importante fu il suo sodalizio a fine anni ‘40 con il sassofonista rhythm & blues Earl Bostic, conosciuto durante il servizio militare, poi nel decennio successivo quelli con Charlie Mariano e le orchestre di Herb Pomeroy e Maynard Ferguson. Da Boston si trasferisce alla soglia dei 40 anni a New York dove entra in contatto finalmente con alcuni dei musicisti che stanno facendo la storia del jazz moderno, Charles Mingus e Eric Dolphy in primis. Con questi registra diversi dischi che faranno epoca. Ingaggiato dalla Prestige, forma con Richard Davis (basso) e Alan Dawson (batteria) una delle sezioni ritmiche trainanti dei primi anni ’60 al pari di quella di Miles Dvais (Hancock-Carter-Williams). Con lui collaborano tra gli altri Roland Kirk, Phil Woods, Don Ellis e Booker Ervin. Importante nella carriera di Byard è stata anche l’attività didattica: alcuni pianisti della nuova generazione come Jason Moran e D.D. Jackson sono stati suoi allievi.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!wtQhAKSQ!G2MlO_i...9thxwPBdgowbgGo

======

In ricordo di Cecil Taylor(1929-2018) pianista
Con Marcello Lorrai

Scomparso ad inizio aprile di quest’anno all’età di 89 anni, Cecil Taylor ha rivoluzionato la maniera di suonare il pianoforte, e non solo nel jazz. Tra gli architetti del jazz d’avanguardia e del free, Taylor resta noto per le sue monumentali improvvisazioni in solitaria, con le quali ha segnato la musica afro-americana dagli anni ’60 in avanti. Una tecnica sopraffina, una sensibilità straordinaria nel trarre tutti i timbri possibili dallo strumento, un’idea di costruzione dell’improvvisazione che rendeva unica la sua musica.
Marcello Lorrai ripercorre le tappe della carriera di un musicista che ha contribuito a cambiare per sempre il corso del jazz e della black music.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!8kQ0mALT!RRnhZXX...i0bL1imxbdahKvc

======

Scott LoFaro, contrabbassista
Con Riccardo Bertoncelli

Scott LaFaro è stato uno dei contrabbassisti più influenti del jazz moderno, malgrado la breve carriera e stroncata a soli 25 anni da un incidente d’auto. Nato in una famiglia con padre violinista, Scott fu enfant prodige suonando dapprima il pianoforte, poi il clarinetto e il sax tenore. Predisposizione naturale all’arte dei suoni e perfetto orecchio musicale, fu solo a 18 anni che mise per la prima volta le mani su un contrabbasso e velocemente, da studioso e perfezionista quale era, ne divenne un virtuoso. Dopo un anno nella big band di Buddy Morrow si istallò in California, suonò nei gruppi di Chet Baker, Victor Feldman, Stan Getz e fece parte dell’organico che incise lo storico “Free Jazz” di Ornette Coleman. Ma è il sodalizio, iniziato a New York, con il pianista Bill Evans e il batterista Paul Motian che l’ha trasformato in un’icona della storia del jazz. Era il tipo di musicista che Evans cercava da tempo, qualcuno che fosse capace intendere il contrabbasso come strumento interlocutore alla pari di pianoforte e batteria. Il trio divenne il prototipo di una nuova maniera di concepire il jazz, sulla base del cosiddetto “interplay”: l’idea che non dovevano più esserci gerarchie e funzioni prestabilite all’interno di uncombo, che tutti gli strumentisti avessero pari importanza nella creazione musicale. In tal senso LaFaro è stato un caposcuola, un modello al quale i suoi colleghi e le generazioni successive di contrabbassisti si sono ispirati.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!8kBlQAgI!VARPgvo...399zYqxG2fvf6_k

======

The jazz Age.Sguardi sulla prima era del jazz
Con Marcello Lorrai

Per Jazz Age si intende quel periodo compreso tra la seconda metà degli anni ’10 e la crisi del ’29, quando il jazz, come musica, parola, fenomeno sociale, emerge con prepotenza sulla scena culturale statunitense. Questa nuova musica, chiamata inizialmente in varie maniere: jas, jass o già anche jazz, diventa moda già prima che essa prenda per davvero forma e si annuncia sin da subito come nuovo eccitante ballo. Ne è un esempio il brano (e il suo titolo) That Jazz Dance Everybody is Crazy 'Bout che l’orchestra di W.C. Handy pubblica nel 1917, un pezzo che in realtà è ancora definibile come ragtime. Marcello Lorrai si è spesso occupato in "Birdland" delle figure di primo piano di tale straordinario momento storico che coincise con lo sbocciare di questa nuova musica. In questa serie passa invece in rassegna i maggiori snodi, l’emergere di solisti e gruppi, incisioni discografiche di rilievo, particolarità delle specifiche scene cittadine, ecc. che hanno segnato i primi anni del jazz.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!RlBlmYZT!U80dGAz...a6598oCgDH2hO-w

======

Dexter Gordon , sassofonista
Con Claudio Sessa

Tra le grandi voci del sax tenore venute alla ribalta nel Dopoguerra, Dexter Gordon è, per il suo suono potente e caloroso, uno dei jazzisti inconfondibili della storia del jazz moderno. Nato nel 1923 a Los Angeles e scomparso nel 1990, aveva iniziato la carriera con Lionel Hampton, per poi lavorare tra il 44 e il 45 nelle grandi formazioni di Louis Armstrong e Billy Eckstine. Si avvicina al nuovo jazz quando è ingaggiato da Parker e Davis, e inizia a proporsi come leader del proprio quartetto. Le sue formazioni variano spesso e diventa imprescindibile in particolare quella con il suo collega di strumento Wardell Gray, con cui ingaggia delle infuocate chases a due tenori. Con gli anni ’50 la sua fama è ormai consolidata nel novero dei grandi soliti del nuovo jazz. Privilegia le esibizioni live piuttosto che l’attività discografica. Importante nella sua carriera il lungo periodo trascorso in Europa, in Danimarca specialmente, a partire dal 1962, interrotto solo da sporadici ritorni a New York. Richiestissimo in tutte le maggiori rassegne e nei principali club mondiali, gli ultimi anni sono segnati dalla partecipazione come attore protagonista al film di Tavernier Round Midnight (1987) e da una ultima trionfale tournée l’anno successivo. Maestro delle ballad, specialista pure delle improvvisazioni “in crescendo”, Dexter Gordon era un animale da palcoscenico. È stato uno dei primi grandi sax tenori del be-bop e ha segnato con il suo strumento anche l’epoca successiva, esercitando la sua influenza su gente come Coltrane e Sonny Rollins.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!UpRWyIZC!NLH5NO6...FD_N4hryz-NQpys

======

Dirty Dozen Brass Band
Con Riccardo Bertoncelli

Riccardo Bertoncelli dedica questo ciclo di "Birdland" alla Dirty Dozen Brass Band. È un ensemble nato sul finire degli anni ’70 che incarna perfettamente il rinnovamento della musica di New Orleans in atto in quegli anni. Dopo un lungo periodo durante il quale il gruppo si fece le ossa suonando un po’ dappertutto e nelle situazioni più diverse nell’aera del Delta, la Dirty Dozen Brass Band pubblica un primo disco nel 1994. È il trampolino per un successo inatteso. Con un sound che si richiama alle radici della musica della città (e a quello delle marchin’ band in particolare), al quale però si mescolano anche il funk e incandescenti ritmi di danza, il gruppo, anche grazie all’interessamento di un certo George Wein, il noto produttore – non fatica ad affermarsi in tutto il paese e pure in Europa. Sbarcata al Festival di Montreux nel 1986, l’orchestra della “Sporca Dozzina”(il nome è tratto dall’omonimo famoso film di guerra di fine anni ’60) pubblica di lì a poco quella registrazione con il titolo Mardi Gras in Montreux. Diventata ormai molto popolare, sarà una major come la Columbia Records a produrre i suoi dischi fino a metà degli anni ’90. Ancora attiva oggi, la band ha nel suo curriculum una quindicina di album e una serie di collaborazioni prestigiose con, tra gli altri, David Bowie, Elvis Costello, Norah Jones, Dizzy Gillespie, Branford Marsalis e le leggende di New Orleans Dr. John e Danny Barker.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/#!Vw4DCL4Y!i-wRlM2...f376Dv0KqPhPQSY

======

I capolavori.Bill Frisell , "Before we were born"
Con Riccardo Bertoncelli

Dopo i tre dischi d'esordio nei primi anni '80 per ECM, con "Before we were born" Bill Frisell, una delle maggiori personalità della chitarra tout-court venute alla ribalta in quegli anni, inizia nel 1989 una lunga collaborazione con l’etichetta Nonesuch che durerà vent’anni.

Il gruppo di base di questa eccellente prova discografica è l’allora quartetto stabile del chitarrista, con Kermit Driscoll al basso, Hank Roberts al cello e Joey Baron alla batteria. Un colore aggiuntivo ad una musica già originale e frizzante è dato dagli ospiti presenti: Arto Lindsay, con la voce e la sua chitarra, Julius Hemphill al sax alto, Peter Scherer con tastiere e altri strumenti elettronici.

( Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/R54DjYZa#IqmM5NbOlBbB...B5LGmuN9p_MJJsU

======

Charlie Parker Story, a cent'anni dalla nascita .... (Prima parte) Replica
Con Maurizio Franco

Charlie Parker (1920-1955), che avrebbe compiuto cent’anni il prossimo mese di agosto, è stato uno dei protagonisti del rivoluzionario movimento del be-bop, nato nei primi anni ’40 grazie alla spinta anche di colleghi quali Dizzy Gillespie, Bud Powell, Max Roach, Thelonious Monk, per non citare che i più noti.Originario di una delle mecche statunitensi del jazz, Kansas City, Parker si fece le ossa con locali traveling bands, in particolare con quella di Jay McShann che suonava in uno stile tradizionale. Fu a New York, dove si era trasferito sul finire degli anni ’30, che sul suo sax alto sviluppò quel linguaggio che sarebbe diventato fondamentale per l’evoluzione verso una moderna concezione del jazz e della musica afroamericana.Decisiva fu la presenza di Parker per circa un anno nella band del pianista Earl Hines, dove incontrò il trombettista Dizzy Gillespie, proprio durante il noto sciopero dei musicisti legati al potente sindacato statunitense di categoria indetto come protesta contro le misere royalties che ricevevano per le registrazioni discografiche.Il resto è storia nota, con le leggendarie session notturne nei locali di Harlem e le prime registrazioni della nuova, sconvolgente musica che furono pubblicate a partire dal 1945. Una storia che ci racconterà Maurizio Franco in questa prima serie di trasmissioni dedicata al grande altosassofonista statunitense, scomparso nel 1955 a soli 35 anni.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!c55FSAKb!6oLvP9f...UFwBe0DioiLtdhQ

======

Hal Willner , le riletture
Con Marcello Lorrai

Hal Willner, nato nel 1956 e scomparso nell’aprile 2020 a causa del Covid-19, è stato un produttore statunitense attivo nell’ambito dell’industria discografica, nel campo del cinema e della TV, nonché come promotore di concerti ed eventi dal vivo.

Fra gli album da lui diretti e firmati spiccano soprattutto i cinque che pubblicò tra i primi anni ’80 e l’inizio del decennio successivo, dedicati a riletture di autori i più diversi. Dietro questi progetti, concepiti con dei cast che raggruppavano musicisti di varia estrazione, c’era l’intuizione del produttore di unire mondi che fino ad allora erano restati separati.

Marcello Lorrai ci presenterà una selezioni da questi dischi che Willner dedicò, nell’ordine, a Nino Rota e alle musiche per Fellini, a Thelonious Monk, a Kurt Weill, alle musiche dei film di Walt Disney e infine a Charles Mingus.

Furono invitati ed accostati uno all’altro musicisti i più diversi: Donald Fagen degli Steely Dan e il pianista d’avanguardia Muhal Richard Abrams, Carla Bley e Peter Frampton, Ringo Starr e Sun Ra, Sting e John Zorn o ancora Keith Richards, Diamanda Galas, Elvis Costello, Yma Sumac, Wynton Marsalis e molti altri.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/xsgCDQbZ#fdjOJQcMld3x...Tun8uEc7sSim4lY

======

5 fotografie del jazz svizzero
Con Maurizio Franzo

In relazione ai premi svizzeri di musica, che verranno consegnati il 17 settembre, e alla successiva Giornata della musica Svizzera cui parteciperanno il giorno dopo tutte le reti radio della SSR/SRG, "Birdland" offre su Rete Due une serie speciale dedicata ad alcuni protagonisti dell'attuale scena jazz del nostro paese.

In particolare, ci si soffermerà su cinque figure di musicisti che negli ultimi decenni hanno contribuito a dar lustro alla musica d'improvvisazione elvetica, segnalandosi sulla ribalta europea ed internazionale.

Una delle trasmissioni sarà doverosamente dedicata a Erika Stucky, vincitrice del Gran premio svizzero di musica 2020. La cantante, strumentista e straordinaria performer vallesana si è imposta sin dagli anni '90 per una vena musicale con forti legami con la tradizione e al tempo stesso del tutto eccentrica e libertaria.

Le altre puntate vedranno in primo piano il cantante, vocalist e beatboxer Andreas Schaerer, messosi in evidenza una decina abbondante di anni or sono con il suo gruppo-feticcio Hildegard lernt fliegen; il percussionista Lucas Niggli, allievo e in parte continuatore del grande Pierre Favre; il raffinato pianista romando Colin Vallon con la sua line-up d'elezione, il trio piano-basso-batteria declinato in una moderna ed innovativa accezione; il giurassiano Samuel Blaser, virtuoso del trombone e musicista dalla spiccata progettualità in contesti europei ed internazionali.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/okonjAiC#COJjWz8e40mH...evUk47o0lVl3ji4

======

L'avventura del be-bop
Con Claudio Sessa

In concomitanza con l’anniversario di Charlie Parker (1920-1955), a cui sarà dedicato un doppio ciclo di trasmissioni, “Birdland” propone, con la sapiente guida di Claudio Sessa, anche una riflessione sul fenomeno del be-bop, rivoluzionario movimento nato nei primi anni ’40 di cui Parker fu protagonista insieme a colleghi quali Dizzy Gillespie, Bud Powell, Max Roach, Thelonious Monk, per non citare che i più noti.

In reazione a quello che era all’epoca il dominio delle grandi orchestre swing, Parker e Co. iniziarono a pensare ad una musica liberata da certe strutture formali, dalle troppo sfruttate formule armoniche, dai canonici accompagnamenti ritmici, un jazz che si contrapponesse a quella che era considerata ormai una musica troppo commerciale. Il be-bop sarà così il primo tipo di jazz a nascere ai margini e contro lo show-business.

A partire dai primi anni ’40, in coincidenza con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, un drappello di giovani musicisti, finito il lavoro ordinario in big band, si ritrovava tardi la notte in alcuni oscuri locali di Harlem quali il Minton’s Playhouse o il Monroe’s Uptown House, per sperimentare nuovi tipi di brani caratterizzati da grande virtuosismo e serrata competizione fra i solisti, uso degli strumenti al limite delle loro possibilità, tempi spesso vertiginosi, un utilizzo quasi sistematico del “levare” e delle accentuazioni dei tempi deboli.

Anche il recording ban, il boicotto indetto dal forte sindacato dei musicisti dall’agosto del ’42 al novembre del ‘44 delle sale di registrazione - per ottenere dalle case discografiche migliori condizioni di pagamento delle royalties - contribuì in parte allo sviluppo sotterraneo del nuovo genere, che si manifestò in tutta la sua evidenza nel 1945 quando in poco tempo il mercato discografico fu stravolto dalle prime registrazioni ufficiali di Gillespie, Parker e gli altri. Il be-bop iniziò a diffondersi su una più larga scala e si “ufficializzò” con l’apertura degli storici locali a Manhattan, sulla 52.a strada, nella zona di Broadway: il Bop City, il Birdland, il Royal Roost.

( Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/YtRVFCRD#WjTrs_q02PNJ...F6cVKx--Ht0NEWc

======

Divagazioni blues , Jimmy Reed
Con Riccardo Bertoncelli

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/40RHBYoC#ayPikZAxQXx_...UQs6g_32hOBIs88

======

Riletture e trasfigurazioni "Las Vegas Tango"(Gil Evans)
Con Riccardo Bertoncelli

In questa puntata singola di “Birdland” Riccardo Bertoncelli prende in considerazione il tema Las Vegas Tango, scritto da Gil Evans e presente nel leggendario album “The Individualism of G.E.” del 1964.

È un brano visionario, costruito su una semplicissima sequenza armonica che spesso si carica di forti dissonanze. Propone dei colori ovattati che solo di tanto in tanto si schiariscono, e delle ricercate tensioni interne che vengono ben messe in evidenza dalla magistrale orchestrazione.

L’incedere ipnotico del pezzo, il suo sound sensuale sono ben messi in evidenza nella lettura del 1969 del vibrafonista Gary Burton, nel pieno del suo periodo elettrico, e ancor di più da quella allucinata, stravolta di Robert Wyatt compresa nel suo primo disco da solista del 1970.

( Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/50YkkJYK#ae8ceF5KdJ7V...mfJ1uGBDlHsrsWw


======

Herbie Mann , flautista
Con Marcello Lorrai

Nel jazz il flauto, anche forse per le caratteristiche del suo particolare suono, per timbro e ampiezza dinamica, ha ricoperto e ricopre un ruolo secondario. Al di là di ciò, alcuni musicisti si sono profilati come veri e propri specialisti dello strumento, soprattutto a partire dagli anni Sessanta.

Fra questi Herbie Mann, forse il primo a concentrarsi esclusivamente sul flauto. Nuovayorkese doc, nato nel 1930 e scomparso nel 2003, Mann ha contribuito a dare un nuovo ruolo al suo strumento profilandosi pure come pioniere della world music. Sperimentò infatti, sin dai suoi esordi come leader, commistioni tra il jazz e le musiche africane (emblematico il suo primo album, "African Suite” del 1959), quelle mediorientali e brasiliane, collaborando fra l’altro con Joao Gilberto e A.C. Jobim.

Marcello Lorrai in questa serie di “Birdland” narra l’originale vicenda artistica di un musicista spesso criticato dai puristi del jazz.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/gpwEjKQa#6zFJXxs42DVf...tkzyQZxpUG88MVw

======

In ricordo di Jon Christensen, batterista
Con Maurizio Franco

Jon Christensen ha segnato con il suo drumming un’epoca del jazz scandinavo. Venuto alla ribalta nella seconda metà degli anni ’60, come molti suoi colleghi del Nord quale accompagnatore degli americani di passaggio, si mise poi in evidenza in vari gruppi di quelli che sarebbero diventati i più influenti jazzisti norvegesi: Jan Garbarek, Terje Rypdal, Arild Andersen. Lo ricordiamo più tardi, nel pieno degli anni ’70, nel quartetto europeo di Keith Jarrett e poi accompagnatore scelto, sia dal vivo che sui tanti dischi ECM, da illustri colleghi quali Bobo Stenson, John Abercrombie, Charles Lloyd, Dino Saluzzi, Ralph Towner per non citarne che alcuni.
Una carriera esemplare la sua, che verrà ripercorsa da Maurizio Franco.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/14AgxJCa#vYvT9fjPLGgT...5zVu61O0FP7eCs0

======

Attila Zoller , chitarrista
Con Maurizio Franco

Chitarrista ungherese nato nel 1927 e scomparso nel 1998, Attila Zoller fuggì dal suo paese alla fine degli anni ’40 quando l’Unione Sovietica iniziava ad esercitare in maniera autoritaria la propria influenza.

Europeo di nascita, certo, ma statunitense d’adozione visto che, dopo aver soggiornato in Austria e Germania, si trasferì definitivamente negli States nel 1959 e lì sviluppò la propria carriera di apprezzato jazzista. Da giovane aveva suonato il violino, alcuni strumenti a fiato, il contrabbasso, ma sarà la chitarra il suo strumento d’elezione che continuerà a studiare anche dopo l’arrivo in America con illustri maestri come Jim Hall.

Tra le sue collaborazioni importanti ricordiamo quelle con il flautista Herbie Mann, con Lee Konitz (che lo aveva incoraggiato a partire), con Stan Getz o ancora Ron Carter e il pianista Don Friedman.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/t4xEABSQ#-5ko2HtApW8v...i5NG2omyuOPXWJs

======

John Lewis, pianista e compositore.A cent'anni dalla nascita
Con Claudio Sessa

Tra i centenari celebrati in questo sfortunato 2020 anche quello di John Lewis (1920-2001), pianista, compositore e protagonista del jazz sin dagli anni ’50.

Figura centrale del jazz moderno, Lewis lo ricordiamo innanzitutto come fondatore nel 1952 del Modern Jazz Quartet, gruppo che aveva le sue radici già come band “satellite” dell’orchestra di Dizzy Gillespie, che fu attivo fino agli anni ’90 e che propose sin dagli esordi una concezione del jazz unica, spesso lontana dai canoni estetici di moda.

Claudio Sessa lo ricorderà anche per l’importanza che ebbe nello sviluppo della Third Stream, movimento che mirava a sintetizzare il jazz con la musica colta di matrice europea, e per gli innumerevoli progetti come solista.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/AhJHXaDC#0MtlVjUEZDyA...Kv6ydCE7sJhF-D4

======

The " Montreal Tapes "
Con Riccardo Bertoncelli

The Montreal Tapes è una raccolta di registrazioni a nome di Charlie Haden realizzate durante l’edizione del 1989 del Festival Jazz di Montreal.

Riccardo Bertoncelli ci guida per mano in questo che è uno straordinario spaccato della carriera del contrabbassista statunitense, qui abbinato a musicisti che in varie epoche sono stati fondamentali nella sua carriera. Don Cherry e Ed Blackwell, stretti collaboratori pure loro di Ornette Coleman nei ’60 e 70; Paul Motian, il batterista cui fu legato a doppio filo in varie situazioni musicali; il brasiliano Egberto Gismonti, di cui si ricordano le meravigliose registrazioni ECM; la Liberation Music Orchestra, il grande ensemble con forti connotazioni politiche e sociali cui diede vita nei primi anni ’70; il pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, che Haden contribuì a far conoscere nei secondi anni ’80.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/Nt5h0QID#LpEDSN0Q15Vf...S6B-sjOpkqSffOo

======

Mary Lou Williams, pianista e compositrice
Con Marcello Lorrai

Mary Lou Williams è una delle prime donne importanti del jazz, non cantanti.

Pianista, arrangiatrice, compositrice, fu attiva giovanissima sin dagli anni ’30 a Kansas City, poi sotto la guida di Art Blakey nel decennio successivo, fino a flirtare in seguito con le avanguardie: free jazz e new thing. Ricordiamo le collaborazioni importanti con Bennie Goodman (1937), con Duke Ellington (Trumpet No End, 1946), con il Dizzy Gillespie della Zodiac Suite (1957).

Marcello Lorrai rievoca la lunga carriera di una figura leggendaria della musica afro-americana.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/pg5zXKqL#O_JqNYTqa8Oe...pNaS3a1ux5cIpBk

======

Wayne Shorter , dagli anni 90 in poi
Con Claudio Sessa

Uno dei grandi vecchi del jazz moderno, nato nel 1933, Wayne Shorter venne alla ribalta con i Jazz Messengers, fu consacrato nel quintetto di Miles Davis negli anni ’60 e celebrato pure nel periodo di militanza nei Weather Report nei due decenni successivi.

Claudio Sessa si concentra stavolta però sulla corposa ed interessantissima produzione del sassofonista e compositore dopo la chiusura dell’esperienza dei Weather Report, a partire dai dischi di fine anni ’80, ancora sulla linea elettrica del gruppo che guidava con Zawinul. E del ritorno successivo ad una concezione di nuovo acustica della sua musica, e più decisamente basata in senso jazzistico su una profonda idea dell’interplay e su una sorta di intesa telepatica con i musicisti dei suoi gruppi.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/IspmhaKb#A6ERIux5h-SE...4ac_LNWJiehaD6k


======

Jan Johansson , un ritratto
Con Maurizio Franco

In queste tre puntate di Birdland, Maurizio Franco ci aiuta a riscoprire la figura del pianista, compositore, arrangiatore svedese Jan Johansson, uno dei musicisti più in vista del jazz scandinavo nei pirmi anni ’60, prima del fiorire della successiva generazione comprendente i vari Garbarek, Stenson, Rypdal…

Nato nel 1931, morì in giovane età nel 1968 per un incidente d’auto.

Il suo nome è legato tra l’altro ad una serie di album nei quali propose riarrangiamenti di canzoni popolari (svedesi, russe, ungheresi). Il primo di questi - Jazz på svenska - dedicato al folklore del suo paese Natale, è ancor oggi il bestseller dei dischi jazz in Svezia.

Jan Johansson è anche ricordato come il compositore del tema principale e delle musiche di contorno della fortunata serie televisiva Pippi Calzelunghe

( Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/45hQRDrC#7UypRxqZcg44..._ysdE9FxG7-DJoQ

======


Americani in Europa Ben Webster"Live at Jazzhus Montmartre 1965"
Con Maurizio Franco

Un album spettacolare quello che Maurizio Franco ricorda oggi, una serie di registrazioni dal vivo che un già ultracinquantenne Ben Webster realizzò dal vivo a Copenaghen a metà anni ’60.

Il tenorsassofonista era accompagnato nell’occasione da una ritmica locale comprendente due campioni come Niels-Henning Oersted Pedersen (non ancora ventenne) al contrabbasso e Alex Riel alla batteria, nonché da Kenny Drew sen. Al piano, musicista con passati accanto altri grandi tenoristi come Young, Hawkins, Rolllins, Coltrane, che si era stabilito dall’anno precedente in Danimarca.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/1ggXECqa#xLskCSchcztF...pIQMxS6UFTN1ZOY

======

Americani in Europa Dexter Gordon " Oun Man in Paris "
Con Maurizio Franco

Pubblicato da Blue Note nel 1963, Our Man in Paris è il primo album di Dexter Gordon registrato durante il suo autoesilio nel Vecchio Continente, che durerà fino al 1976. All’apice della sua maturità stilistica, è considerato da molti come uno dei suoi lavori più riusciti. Accanto a lui due altri connazionali espatriati come Bud Powell al piano (pure lui al meglio della sua arte) e Kenny Clarke alla batteria, con in più l’eccellente Pierre Michelot al contrabbasso

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/tsR1AC6I#B_nA7IADb5Vq...6K8cVnW94QxXJpI

======

Albert Ayler, un ricordo. A 50 anni dalla morte
Con Riccardo Bertoncelli

Albert Ayler fu ritrovato morto nell’East River a New York il 25 novembre del 1970. Non aveva più dato notizie di sé da 20 giorni, le circostanze della morte non furono mai del tutto chiarite.In poco più di una decina d’anni di carriera, il sassofonista nativo dell’Ohio, che aveva iniziato a suonare rhythm’n’blues, si impose come una delle figure più anticonvenzionali del free jazz e della new thing.Nella sua estetica, tra le più radicali dell’epoca, accanto a quella di Cecil Taylor, convivevano musiche di strada, marce militari, motivetti semplici e canticchiabili, tutto quel tessuto di influenze che si incanalarono a poco a poco nella grande corrente del jazz, accanto alle furiose esplosioni sonore che diventarono un vero e proprio marchio di fabbrica. Semplicità/complessità: la musica di Ayler si è sempre mossa tra questi due opposti. Molti hanno reso omaggio alla sua influenza, da Ornette Coleman a Eric Dolphy, a John Coltrane, sia per le idee proposte che per una perizia strumentale che contribuì ad estendere i limiti del suo strumento, il sax tenore. Molti i musicisti che lavorarono con lui: Gary Peacock, Henry Grimes, Sunny Murray, Don Cherry, Ruswell Rudd, John Tchicai, Alan Silva.Riccardo Bertoncelli, collezionista dei dischi di Ayler, ci guida nella riscoperta della sua vicenda artistica.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/J0hwHaqB#OTx7QNzMCIVs...Ynl2KfuA8vf0IDg

======

Vite parallele: Clark Terry e Paul Gonsalves 100 !
Con Claudio Sessa

In questa serie di "Birdland" Claudio Sessa ci offre un parallelismo tra le carriere di due grandi specialisti di strumenti differenti: il trombettista e flicornista Clark Terry e il sassofonista Paul Gonsalves. Solisti affermati ma anche musicisti richiestissimi in orchestra. Il primo con Count Basie, Duke Ellington e Quincy Jones; il secondo fisso pure con Basie, poi nell’orchestra di Gillespie, in seguito leggio fisso nella sezione delle ance dell’orchestra di Ellington dal 1950 alla scomparsa nel 1974.Occasione pure di ricordarli nel centenario della nascita, essendo entrambi classe 1920.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/1pgwEKRR#zVZ_29GsEgXm...4s8oGopJQqhi5PU

======

Fela Anikulapo Kuti (1038-1997), artista africano
Con Marcello Lorrai

Incursione nella musica africana con la serie di Birdland di questa settimana.E non con un musicista da poco: Fela Kuti è stato probabilmente il più importante artista africano tra anni 70 e 80, musicista la cui arte ha travalicato i confini del Continente per imporsi – per la prima volta – a livello mondiale.Sassofonista, cantante, compositore, attivista politico, Fela Kuti ha saputo creare un sound che era un crogiolo di elementi da musiche le più diverse: la tradizione della sua Nigeria e dell’Africa centrale, i ritmi del rock e del funk, l’improvvisazione e i suoni del jazz.Marcello Lorrai ripercorre la storia di un musicista che è stato fra i grandi pionieri della world music.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/As4ETALD#fv1B98F0cFEy...T0x6CP1U83ewj0w

======

Keith Jarret piano solo , gli anni Duemila
Con Claudio Sessa

Proprio in concomitanza con la pubblicazione di Budapest Concert nell’ottobre scorso, aveva fatto scalpore la notizia che Keith Jarrett non sarebbe più tornato sui palcoscenici. La notizia era nell’aria ma non ancora ufficiale. È diventata tale dopo un’intervista apparsa sul New York Times, nella quale il grande pianista statunitense confessava che a causa di due ictus ravvicinati l’uso della mano sinistra era ormai compromesso e ciò non gli permetteva più di suonare.Claudio Sessa ripercorre in questa serie di “Birdland” l’ultima fase creativa del pianista per quanto attiene ai suoi recital in solo, in particolare gli album pubblicati dall’inizio del nuovo secolo ad oggi, da “Radiance” (2002) alla registrazione live a Budapest (del 2016). Una serie di lavori dove emerge una concezione radicalmente diversa da quella del periodo 1970-90: allora lunghe suites ininterrotte dove le idee musicali si fondevano una nell’altra, più di recente l’idea di brani brevi, spesso con strutture “chiuse”.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/ks5w2LCI#wXIPclFjNJzu...qxdcH5jY9SysgQM

======

Hal Willner , le riletture
Con Marcello Lorrai

Hal Willner, nato nel 1956 e scomparso nell’aprile 2020 a causa del Covid-19, è stato un produttore statunitense attivo nell’ambito dell’industria discografica, nel campo del cinema e della TV, nonché come promotore di concerti ed eventi dal vivo.

Fra gli album da lui diretti e firmati spiccano soprattutto i cinque che pubblicò tra i primi anni ’80 e l’inizio del decennio successivo, dedicati a riletture di autori i più diversi. Dietro questi progetti, concepiti con dei cast che raggruppavano musicisti di varia estrazione, c’era l’intuizione del produttore di unire mondi che fino ad allora erano restati separati.

Marcello Lorrai ci presenterà una selezioni da questi dischi che Willner dedicò, nell’ordine, a Nino Rota e alle musiche per Fellini, a Thelonious Monk, a Kurt Weill, alle musiche dei film di Walt Disney e infine a Charles Mingus.

Furono invitati ed accostati uno all’altro musicisti i più diversi: Donald Fagen degli Steely Dan e il pianista d’avanguardia Muhal Richard Abrams, Carla Bley e Peter Frampton, Ringo Starr e Sun Ra, Sting e John Zorn o ancora Keith Richards, Diamanda Galas, Elvis Costello, Yma Sumac, Wynton Marsalis e molti altri.

( Fonte Birdland )

https://mega.nz/file/xsgCDQbZ#fdjOJQcMld3x...Tun8uEc7sSim4lY

======

5 fotografie del jazz svizzero
Con Maurizio Franzo

In relazione ai premi svizzeri di musica, che verranno consegnati il 17 settembre, e alla successiva Giornata della musica Svizzera cui parteciperanno il giorno dopo tutte le reti radio della SSR/SRG, "Birdland" offre su Rete Due une serie speciale dedicata ad alcuni protagonisti dell'attuale scena jazz del nostro paese.

In particolare, ci si soffermerà su cinque figure di musicisti che negli ultimi decenni hanno contribuito a dar lustro alla musica d'improvvisazione elvetica, segnalandosi sulla ribalta europea ed internazionale.

Una delle trasmissioni sarà doverosamente dedicata a Erika Stucky, vincitrice del Gran premio svizzero di musica 2020. La cantante, strumentista e straordinaria performer vallesana si è imposta sin dagli anni '90 per una vena musicale con forti legami con la tradizione e al tempo stesso del tutto eccentrica e libertaria.

Le altre puntate vedranno in primo piano il cantante, vocalist e beatboxer Andreas Schaerer, messosi in evidenza una decina abbondante di anni or sono con il suo gruppo-feticcio Hildegard lernt fliegen; il percussionista Lucas Niggli, allievo e in parte continuatore del grande Pierre Favre; il raffinato pianista romando Colin Vallon con la sua line-up d'elezione, il trio piano-basso-batteria declinato in una moderna ed innovativa accezione; il giurassiano Samuel Blaser, virtuoso del trombone e musicista dalla spiccata progettualità in contesti europei ed internazionali.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/file/okonjAiC#COJjWz8e40mH...evUk47o0lVl3ji4

======

Edited by sergiomac - 2/1/2021, 10:46
 
Web Contacts  Top
15 replies since 17/5/2010, 21:06   8715 views
  Share