PODCAST HALL

BIRDLAND , dal 2010 al 2023

« Older   Newer »
  Share  
sergiomac
view post Posted on 15/1/2017, 11:41 by: sergiomac

Advanced Member

Group:
Moderatore
Posts:
1,495
Location:
Orvieto ( Umbria )

Status:






Kenny Clarke& Francy Boland Big Band
Con Maurizio Franco

Il pianista e compositore belga Francy Boland e il batterista statunitense Kenny Clarke, da tempo stabilito a Parigi, diedero vita nel 1961 - grazie anche all’importante contributo del bassista Jimmy Woode - ad una grande orchestra jazz, la prima di rilievo ad essere fondata fuori dagli Stati Uniti. L’orchestra vera e propria si formò a poco a poco. Ad un sestetto iniziale diventato ben presto un ottetto si aggiunsero via via nuovi musicisti fino ad arrivare ben presto al pieno organico di Big Band.
Boland si era già distinto per le collaborazioni con Chet Baker e per gli arrangiamenti scritti per Basie e Gillespie. Kenny Clarke era la star della batteria che ricordiamo fra i protagonisti del primo bebop e, cosa forse meno nota, anche membro fondatore del Modern Jazz Quartet che abbandonò nel 1955 proprio per trasferirsi nella capitale francese.
Benché basata in Europa, dell’orchestra fecero parte anche musicisti dagli Stati Uniti, attratti dalla solida reputazione di live band che l’orchestra si era fatta, dalla qualità degli arrangiamenti di Boland e pure dalla nomea leggendaria di Kenny Clarke. Ricordiamo tra questi Art Farmer, Eddie "Lockjaw" Davis, Sahib Shihab e Johnny Griffin. Tra gli europei vi collaborarono gli inglesi Ronnie Scott, John Surman, Ron Mathewson, Tony Coe e i tedeschi Manfred Schoof e Albert Mangelsdorff; dai Balcani veniva Dusko Goykovich, dalla Scandinavia Ake Persson, dall’Olanda Ack van Rooyen. Insomma una sorta di “Internazionale del jazz” che invitò in molte occasioni ospiti di rilievo quali Stan Getz o Zoot Sims.
Attiva fino ai primi anni ’70, la Kenny Clarke-Francy Boland Orchestra pubblicò in poco più di 10 anni di vita una ventina di album, alcuni dei quali di eccelsa qualità musicale (All Smiles, Sax no end, Changes of scenes).
(Fonte Birland)

https://mega.nz/#!dkJiTDLb!ZpQEM5P...UN8508b0VEgIqMQ

======

Louis Armostrong- Cantante : (Replica)
Con Maurizio Franco

La popolarità di Louis Armstrong, oltre alla sua maestria alla tromba, è certamente pure dovuta alla tecnica vocale dello scat (che introdusse nelle sue esibizioni di strumentista e che contribuì a diffondere) e all’inconfondibile timbro di voce che lo ha sempre caratterizzato.
La “carriera” di cantante possiamo dire che corra parallela a quella di trombettista, addirittura che i maggiori successi commerciali “Satchmo” li abbia ottenuti proprio come cantante, anche sul finire di carriera. Di lui ricordiamo le collaborazioni con altri vocalist quali Bing Crosby (sin dagli anni ’30 e fino ai ’60) e soprattutto Ella Fitzgerald, che ha fruttato alcune immortali perle discografiche.
Tra i grandi hits di questo specifico repertorio citiamo senz’altro i celeberrimi When the Saints go marchin’ in e What a wonderful World, ma anche Stardust, Stompin’ at the Savoy (con Ella), Hello Dolly, Aint’ Misbehavin’ e molti altri.
(Fonte Birdland)

www.mediafire.com/file/kc6ddy669n4a...ng_cantante.zip

======

Dylan blues...E jazz
Con Riccardo Bertoncelli

L’assegnazione del premio Nobel per la letteratura 2016 a Bob Dylan ha riportato prepotentemente alla ribalta della cronaca il cantautore statunitense. Ancora in piena attività, il suo percorso musicale l’ha visto affrontare un po’ tutti i generi della moderna pop music, dal folk al country, dal rock al blues. Proprio il blues filtrato dalla sensibilità del menestrello di Duluth nelle varie epoche della sua carriera è lo spunto di queste serie di “Birdland” presentata da un grande specialista della materia come Riccardo Bertoncelli.Accanto a ciò, nelle due ultime puntate, saranno pure presi in considerazione alcuni dei brani di Dylan che, in tempi sia lontani che recenti, sono stati oggetto di riletture in ambito jazz da parte di interpreti diversi: da Nina Simone a Cassandra Wilson, da Keith Jarrett a Bill Frisell, ad altri ancora.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!hsRRTbbK!wrQWhZw...wrlEidTiP8FxNlw

======

Kid Ory(1886-1973), trombonista
Con Marcello Lorrai

Marcello Lorrai ripercorre la lunga carriera di Kid Ory, una delle grandi figure del jazz della prima ora. Nato in Louisiana nel 1886, morì nel 1973 alle Hawaii dove si era ritirato pochi anni prima. Dapprima suonatore di banjo e solo in seguito di trombone, diede uno slancio decisivo allo sviluppo del secondo grazie ad uno stile e a tecniche di emissione particolari. A New Orleans diresse fino alla fine degli anni ’10 alcune delle band più popolari dove via via sfilarono alcuni dei nomi che avrebbero pure fatto la storia del jazz: King Oliver, un giovanissimo Louis Armstrong o ancora Sidney Bechet e Johnny Dodds. Negli primi anni ’20 Ory si trasferì in California dove importò il sound della città del delta grazie alla sua Creole Orchestra, un ensemble formato con diversi suoi colleghi che lo avevano seguito ad Ovest. Tappa successiva della carriera fu Chicago dove, oltre a ritrovare Oliver e le varie band di Armstrong, lavorò con Jelly Roll Morton. Dopo un periodo di ritiro negli anni ’30 (fece l’allevatore con il fratello e poi il ferroviere) tornò sulle scene in concomitanza con il New Orleans & Dixieland Revival degli anni ’40.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!B5pSQapC!1UnFAoh...VfvMEvoXDxwn1g8

======

Herbie Hancock " Elettrico "
Con Claudio Sessa

Herbie Hancock è da considerare tra i pianisti più influenti del jazz moderno. Dopo gli esordi in ambito classico, da enfant prodige, si orienta verso la musica improvvisata e, giovanissimo, stacca un contratto con la prestigiosa Blue Note. La militanza nei gruppi di Miles Davis nei primi anni ’60 sono già una consacrazione della sua arte. Sarà anche accanto al trombettista alla fine del decennio quando inizia le prime esperienze con gli strumenti elettrici. È un punto di svolta anche della sua carriera di solita perché, di lì in poi, ai suoi progetti classicamente acustici accosterà dischi e tournée con band dal sapore via via jazz-rock e fusion, ma anche decisamente funk e pop oriented. È quest’ultimo aspetto che viene trattato in questa serie di “Birdland” grazie alla competente guida di Claudio Sessa.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!w4QFCRgD!lhQF_5g...AbsKzS3eINoz3N0

======

L'altro Monk
Con Maurizio Franco

Tra i numerosi anniversari che il jazz celebra in questo 2017 c’è anche il centenario della nascita del pianista, compositore e bandleader Theloniuos Monk, nato nel North Carolina nell’ottobre del 1917 e scomparso nel 1982.
Maurizio Franco dedicherà alcuni cicli di “Birdland” a questo musicista centrale del jazz moderno. In questa prima serie intitolata “L’altro Monk” verranno messi a fuoco gli aspetti meno noti di un percorso artistico iniziatosi negli anni ’40 durante la rivoluzione del be-bop. Saranno prese in considerazione le collaborazioni più prestigiose con alcuni dei suoi grandi colleghi, la sua presenza come accompagnatore in album non a suo nome e alcune tra le pagine poco note della sua vasta produzione.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!dtwgWaZZ!3YeYMM1...YM3TXWMVPo4GLKg

======

1917-2017 cent'anni di jazz su disco
Con Marcello Lorrai

Il 1917 è un anno epocale per la storia moderna, momento cruciale per le sorti della Grande Guerra e anno della Rivoluzione bolscevica in Russia. Gli Stati Uniti scendono in campo nel conflitto, con la dichiarazione di guerra alla Germania del mese di aprile che si concretizza nei mesi successivi con l’invio di milioni di soldati in Europa.
Partendo da questo quadro storico, Marcello Lorrai tratteggia in questo imperdibile ciclo di “Birdland”, l’importanza del 1917 anche per la cultura ed in particolare la musica americana. Muore Scott Joplin, il re del ragtime, e si apre un'altra epoca. Alcuni giovani pianisti come Eubie Blake e James P. Johnson stanno inaugurando nuovi stili ed incidono i loro primi rulli; un giovane George Gershwindi fa conoscere con un primo successo quale Rialto Ripples; W.C.Handy, considerato il padre di un blues non più solo rurale e compositore di quel St.Louis Blues che diventerà cavallo di battaglia di molti jazzisti, si trasferisce a New York; laOriginal Jass Dixieland Band, gruppo di musicisti bianchi pure sbarcato a NY da New Orleans, incide quello che è considerato il primo disco di jazz. In tale contesto vengono messi a fuoco tutti quegli stimoli, le tante sperimentazioni, quel lavorio estetico-stilistico che pervadono la musica americana dell’epoca e che si condensano in quel nuovo mood espressivo e in quella nuova musica da ballo di lì a poco chiamata jazz.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!10BQDRIJ!7WIl8yL...UaAFQu7OZQA9Mkk

======

Dizzy Gillespie a 100 anni dalla nascita
Con Claudio Sessa

https://mega.nz/#!UpYQUY4K!gk2DlAO...JsRkFerJuGLh7UA

======

Derive blues Freddie King
Con Riccardo Bertoncelli

Le “incursioni blues” che ogni tanto “Birdland” presenta vanno a scovare stavoltaFreddie King, uno dei tre “sovrani” della chitarra elettrica del blues contemporaneo, assieme a B.B. King e Albert King.
Classe 1934, scomparso nel ’76, Freddie era nato nel Texas ma cresciuto nel South Side di Chicago. Segnato dallo stile di Muddy Waters ed Elmore James, creò un suo proprio approccio alla chitarra che pare abbia fortemente influenzato alcuni fra i maggiori chitarristi rock del Sixties, Eric Clapton in primis.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!8tQkSCYY!v-GWte8...fdNbQGkiNv9R4L8

======

Dischi Storici Freddie Hubbard "Red Clay"
Con Riccardo Bertoncelli

“Red Clay” è il titolo di un album che il trombettista Freddie Hubbard diede alle stampe nel maggio del 1970. È uno dei primi dischi dell’etichetta CTI con la produzione di Creed Taylor, che contibuì a dargli quel tono decisamente soul e funk che caratterizzerà parte della produzione jazz dei primi Seventies. Con il trombettista ritroviamo nell’organico nomi di prima grandezza quali Herbie Hancock e Ron Carter (due ex Miles), Lenny White alla batteria e Joe Henderson al tenore.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!RlpVkSiR!QfGY19i...9_cPQi-gfj2WXR0

======

John Surman Quartet " Adventure Playground"
Con Riccardo Bertoncelli

Uno dei capolavori assoluti del sassofonista britannico. Dopo i lavori vicini al free dei primi anni ’70, le avventure in duo (con elettronica) con Jack DeJohette nel decennio successivo, John Surman ritrova qui un gruppo di star che lo affianca e che confeziona questo Adventure Playground (1991), una delle perle della ECM: al piano Paul Bley, al basso Gary Peacock e alla batteria Tony Oxley.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!dogyHTpD!h6hI-Y1...0uSUULyjfc22S2Q

======

Anno Jazz 1967
Con Riccardo Bertoncelli

Il 1967 è l’anno dove sboccia la nuova cultura giovanile, specialmente quella americana, che fa della non violenza – il Flower Power - una delle sue bandiere. Si manifesta specialmente nell’estate di quell’anno ricordata anche come Summer of Love.
Anche per la musica è un anno importante, prima di tutto per la scomparsa di quel John Coltrane che aveva ormai segnato i destini del jazz moderno. Riccardo Bertoncelli passa in rassegna il periodo ricordando altri aspetti che fanno di quell’anno un momento cerniera per la musica: la pubblicazione di The Sorcerer di Miles Davis, la scomparsa pure di Billy Strayhorn - per lungo tempo l’alter ego di Duke Ellington; l’uscita di altri album come ad esempio Love Cry di Ayler che riassumono stimoli e tedenze della cultura musicale del periodo; la prima edizione di un festival, quello di Montreux, che farà storia e molto altro ancora.
(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!Q4xjCBSa!rwAHBmT...KSpsR6636_3x_og

======

Vite parallele Coleman Hawkins e Ben Webster
Con Claudio Sessa

Claudio Sessa già in altre serie di “Birdland” si era avventurato in trasmissioni che tracciavano un parallelo tra la vita e l’arte di protagonisti del jazz. Stavolta tocca aColeman Hawkins e Ben Webster, due giganti del sassofono, due stilisti – così uguali, così diversi - del tenore, che in maniera originale hanno segnato un’epoca del jazz a cavallo tra la sua era “classica” e quella moderna.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!Bx5TRbbB!lSZLf9d...6ZN7G3FJU6Qild4

======

Standard Monk
Con Maurizio Franco

Si ricordano in questo 2017 i cent’anni dalla nascita di Thelonious Monk - pianista, compositore e caporchestra statunitense che ha marcato il jazz moderno sin dalla seconda metà degli anni ’40.
Maurizio Franco ha l’arduo compito di sintetizzare in alcune serie di “Birdland” l’arte di questo musicista fuori dal comune. Dopo aver già trattato in un primo ciclo gli aspetti meno noti della sua carriera, in queste trasmissioni ci si concentrerà in particolare sul Monk compositore, su alcuni di quei brani che ne tratteggiano maggiormente l’originalità e che, grazie alle innumerevoli interpretazioni di colleghi i più diversi, sono diventati veri e propri standard del repertorio jazzistico.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!s8RTwCQL!3N6sR9l...E1kNGGyI8aLaiI8

======

Nat King Cole, a cent'anni dalla nascita
Con Marcello Lorrai

Tra i tanti centenari che si ricordano quest’anno, quello di un personaggio famoso come Nat King Cole è quantomeno dubbio. La sua data di nascita infatti, a seconda delle fonti, oscilla tra il 1915 e il 1920. A noi di “Birdland” piace associarlo a suoi colleghi quali Thelonious Monk, Ella Fitzgerald, Dizzy Gillespie che abbiamo già ricordato o che ricorderemo nella nostra trasmissione.
Nat King Cole è stato una delle star assolute della musica statunitense dalla metà degli anni ’40 alla fine dei ’50. Cresciuto in una famiglia di musicisti, dalla natia Alabama si trasferì ancor giovane a Chicago dove ebbe la sua educazione musicale. Non si considerava inizialmente come cantante, preferendo di gran lunga la sua passione per il pianoforte. Ma il successo arrivò proprio con le sue canzoni sin dai primi anni ’40 quando firmò per la neonata etichetta Capitol Records di cui divenne cavallo di razza e a cui fu legato per tutta la carriera. Celebre il suo trio atipico - con pianoforte, chitarra e contrabbasso, senza batteria - che fu sviluppato da illustri colleghi quali Art Tatum e Oscar Peterson. Marcello Lorrai traccia un ritratto a tutto tondo di questa icona del jazz e del pop che ci ha lasciato numerosi immortali hit.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!E943yYwR!IIJz5S_...SbeM2zXsleC6EeM

======

Anno Jazz 1967
NB:...(Seconda parte dalla sesta alla decima puntata)
Con Riccardo Bertoncelli

Il 1967 è l’anno dove sboccia la nuova cultura giovanile, specialmente quella americana, che fa della non violenza – il Flower Power - una delle sue bandiere. Si manifesta specialmente nell’estate di quell’anno ricordata anche come Summer of Love.
Anche per la musica è un anno importante, prima di tutto per la scomparsa di quel John Coltrane che aveva ormai segnato i destini del jazz moderno. Riccardo Bertoncelli passa in rassegna il periodo ricordando altri aspetti che fanno di quell’anno un momento cerniera per la musica: la pubblicazione di The Sorcerer di Miles Davis, la scomparsa pure di Billy Strayhorn - per lungo tempo l’alter ego di Duke Ellington; l’uscita di altri album come ad esempio Love Cry di Ayler che riassumono stimoli e tedenze della cultura musicale del periodo; la prima edizione di un festival, quello di Montreux, che farà storia e molto altro ancora.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!k05xybxD!AO5nYwc...kqU11oSB3eKwY_o

======

Vite parallele Roland Kirk e Eric Dolphy
Con Claudio Sessa

Claudio Sessa già in altre serie di “Birdland” si è avventurato in trasmissioni che tracciano un parallelo tra la vita e l’arte di protagonisti del jazz. In questo ciclo vengono messe a confronto la vita e l’arte di due polistrumentisti che vennero alla ribalta nei primi anni ’60: Eric Dolphy e Roland Kirk.
Il primo era nato nel 1928 e scomparve a soli 36 anni nel 1964, sassofonista e clarinettista dal linguaggio rivoluzionario, ci ha lasciato una impressionante discografia tra il 1960 e l’anno della scomparsa.
Il secondo, di una decina d’anni più giovane (1936-1977), era stato un enfant prodige e pure lui morì ancor giovane in piena attività. Famose le sue originali tecniche di utilizzo contemporaneo di più strumenti (i sassofoni e i flauti), che suonava pure con il naso, sviluppate anche grazie all’affinamento della respirazione circolare, espediente di cui pure Dolphy era un maestro.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!xsgwiKgJ!UsAlhEW...FwP-x8Ke4vzFxSg

======

Popular Monk
Con Maurizio Franco

Si chiude con una terza e ultima serie il trittico che Maurizio Franco dedica al pianista e compositore Thelonious Monk (1917-1982), figura maggiore del jazz moderno di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.
Dopo aver rispolverato alcuni fra i momenti meno noti della carriera del musicista e aver ricordato come numerose sue composizioni sono ben presto diventate deglistandard con cui moltissimi colleghi si sono confrontati, stavolta spazieremo nell’universo più noto di Monk: piano solo, trio e quartetto erano infatti le situazioni con cui si è più spesso confrontato e con le quali ci ha lasciato le tracce più significative della sua arte.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!91IikaSB!N0juL-r...ZS0QMSbsHluksw4

======

Alle radici del Jazz , Earl Hines pianista
Con Marcello Lorrai

Earl Hines è stato uno dei più importanti pianisti jazz. Non per nulla fu soprannominato “father of the modern jazz piano”. Nato nel 1903 in Pennsylvania, morì ancora in attività nel 1983.
Inizia a suonare il piano a 9 anni, a 15 guida già una propria formazione ed entra nel giro professionistico con i Serenaders di Lois Deppe a Pittsburgh nei primi anni '20. Dopo essersi spostato a Chicago, entra in contatto con Louis Armstrong e diventa suo direttore musicale nel 1927. Inutile dire che assieme, sia con gli Hot Five che in duo, crearono alcune delle pietre miliari del jazz della prima ora. Sono anni di importante crescita per il pianista che si è già messo in luce per il suo personale uso della mano sinistra e per il procedere spesso ad ottave delle linee melodiche della destra, una tecnica da lui stesso definita “trumpet style”, un modo di suonare il piano che dà nuova vita allo strumento e che supera definitivamente icliché del ragtime.
Oltre al fervido lavoro con Armstrong, Hines registra alla fine dei '20 alcuni fondamentali brani per piano solo e dà il via alla sua big band che avrà come trampolino di lancio il famoso Grand Terrace Café. Il riconoscimento come leader e solista a livello nazionale arriva con gli anni ’30 e il successo dura fino alla fine della guerra. Nella big band, una della più importanti in circolazione e che ebbe Billy Eckstine come cantante tra il 39 e il 43, figureranno anche tre giovani che si faranno valere: Dizzy Gillespie, Charlie Parker e Sarah Vaughan. Con il declino delle big band e all’avvento dei boppers anche la carriera di Hines negli anni '50 ha un periodo di appannamento che termina a metà dei '60 quando il pianista inizia a proporsi in piccoli gruppi accanto a musicisti più giovani di lui. È qui che emerge di nuovo la sua maestria sullo strumento - per anni un po' nascosta dietro i sontuosi arrangiamenti per big band - e che l’appellativo di padre del jazz moderno si manifesta in tutta la sua pienezza.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!csRHmALA!wMhGYo2...0cfjT-07EAPKjSw

======

Lester Bowie " Brass Fantasy "
Con Riccardo Bertoncelli

Il trombettista Lester Bowie è stata una delle figure prominenti del jazz statunitense a partire dalla fine degli anni ’60. Tra i fondatori della leggendaria band degli Art Ensemble of Chicago, che diede nuovo impulso alla black musicconiugando passato e presente della tradizione afro-americana, Bowie fu anche accorto e prolifico bandleader. Tra i gruppi da lui promossi la Brass Fantasy è uno di quelli più longevi e dagli esiti artistici maggiori, un ensemble dove primeggiavano gli strumenti a fiato e dove pure evidente era il riferimento alla grande tradizione delle marchin’ band e delle brass band di New Orleans.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!AlglxQ4K!FRxU3SI...UvrV0mbjmH9HNFw

======

I Capolavori.Rahsaan Roland Kirk "Volunteered Slavery"(1969)
Con Riccardo Bertoncelli

Tra i lavori discografici di Rahsaan Roland Kirk questo Volunteered Slavery del 1969 è da annoverare tra quelli più riusciti. Figura di spicco del jazz degli anni '60, polistrumentista, compositore e bandleader, Kirk era anche un grande uomo di spettacolo: leggendarie le sue esibizioni dove riusciva ad utilizzare contemporaneamente più strumenti a fiato, dai sassofoni, ai clarinetti fino addirittura ai flauti a naso.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!whZkmRBJ!5CBuTAA...x_6prY4-BKpRT0o

======

Dizzy Gillespie a 100 anni dalla nascita
Con Claudio Sessa

NB: Seconda parte , dalla sesta puntata alla decima ; completamento
delle prime cinque puntate trasmesse in Febbraio ...

https://mega.nz/#!NpxywDrT!Agl85TI...zOWDEzjHnFtg218

======

Vita ed Arte di Ella Fitzgerald(1917-1996)
Con Marcello Lorrai

Dopo aver dedicato ad Ella Fitzgerald uno special a cent’anni esatti dal giorno della sua nascita (25 aprile 1917), Rete Due approfondisce la tematica con due serie di trasmissioni di “Birdland” a lei consacrate.
Questa prima, a cura di Marcello Lorrai, è una panoramica sulla vita e sull’arte, sulla lunga carriera di quella che in molti ritengono esser stata la più grande cantante jazz della storia.
Ella Fitzgerald ha percorso le varie epoche del jazz, dapprima - dopo aver vinto nel '34 un noto concorso vocale ad Harlem - come cantante di big band, in piena eraswing, in particolare con le orchestre di Chick Weebb e Benny Goodman. Poi dal 1942 come solista, con l’incontro fondamentale con Norman Grantz - che la introdusse nel giro di Jazz at the Philharmonics - e con la collaborazione con Dizzy Gillepsie grazie alla quale si avvicinò al nuovo verbo del be-bop e sviluppò a fondo la sua straordinaria maestria nello scat. Gli anni '50 e '60 sono segnati dalle sue imperdibili registrazioni per la Verve dedicate al grande songbook americano (Gershwin, Porter, Berlin, Ellington…) e da una popolarità ancor più accresciuta grazie alle tante tournée in giro per il mondo, spesso accompagnata dal suo trio. Gli anni '70 ed '80 la vedono infine trovare una nuova dimensione della sua vocalità, più intima e delicata, come ad esempio in diverse pubblicazioni per la Pablo con il chitarrista Joe Pass o con il pianista Oscar Peterson.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!dlRgDS4C!UCtLIHP...PP2aTDNGmg1UigM

======

Ella Fitzgerald e il Great American Songbook
Con Claudio Sessa

Dopo aver dedicato ad Ella Fitzgerald uno special a cent’anni esatti dal giorno della sua nascita (25 aprile 1917), Rete Due approfondisce la tematica con due serie di trasmissioni di “Birdland” a lei consacrate.
Ad un ciclo che Marcello Lorrai ha dedicato settimana scorsa ad una panoramica sulla vita e sull’arte della cantante, fa seguito questo secondo nel quale Claudio Sessa si china sullo specifico periodo che la jazzista ha riservato all’interpretazione del grande repertorio della canzone americana.
Ella Fitzgerald ha percorso le varie epoche del jazz, dapprima - in piena era swinge dopo aver vinto nel '34 un noto concorso vocale ad Harlem - come cantante di big band, in particolare con le orchestre di Chick Webb e Benny Goodman. Poi dal 1942 come solista, con l’incontro fondamentale con Norman Grantz - che la introdusse nel giro di Jazz at the Philharmonics - e con la collaborazione con Dizzy Gillepsie grazie alla quale si avvicinò al nuovo verbo del be-bop e sviluppò a fondo la sua straordinaria maestria nello scat.
Gli anni '50 e '60 sono segnati dalle sue imperdibili registrazioni per la Verve - di cui si parlerà in questo ciclo di trasmissioni – dedicate al grande songbook americano (Gershwin, Porter, Berlin, Ellington…), nonché da una popolarità ancor più accresciuta grazie alle tante tournée in giro per il mondo, spesso accompagnata dal suo trio. Gli anni '70 ed '80 la vedono infine trovare una nuova dimensione della sua vocalità, più intima e delicata, come ad esempio in diverse pubblicazioni per la Pablo con il chitarrista Joe Pass o con il pianista Oscar Peterson.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!98BRSRYZ!NjUpzaO...mS3bvCYHi4pKP7M

======

Barry Altschul , batterista epocale
Con Maurizio Franco

Barry Altschul, nuovayorkese doc nato nel 1943, è un batterista che ha segnato un’epoca del jazz, quella tra la fine degli anni ’60 e tutti i ’70. Nel momento in cui molte delle attenzioni dei musicisti di prima fila si concentravano sulla commistione tra jazz e rock, Altschul partecipò in primo luogo ad alcune delle esperienze più vive dell’avanguardia, pur non tralasciando l’attività anche nel mainstream. Batterista nel trio acustico di Paul Bley a metà anni ’60, fece parte del supergruppo Circle con Chick Corea, Anthony Braxton e Dave Holland. Lavorò pure in numerosi progetti con lo stesso Braxton come leader, nonché accanto a Sam Rivers. Lo ricordiamo pure come sideman di Hampton Hawes, Lee Konitz, Pepper Adams, Dave Liebman, Andrew Hill e molti altri.
Maurizio Franco ripercorre la carriera di un musicista che dopo un lungo periodo di silenzio si è ripresentato sulle scene all’inizio del nuovo millennio, dapprima con il trio FAB e in seguito con propri gruppi.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!48RnDRQa!sBrCHBs...wyMTBtptDznSU3c

======

Tony Williams , batterista ….. (Replica )
Con Marcello Lorrai

Nato a Chicago nel 1945, Tony Williams si impose come enfant prodige della batteria tra fine anni Cinquanta e inizio anni Sessanta, dapprima con Sam Rivers poi con Jackie McLean. Nel 1962, a diciassette anni, fu ingaggiato da Miles Davis ed entrò a far parte del famoso secondo Quintetto del trombettista. Con Davis restò fino al 1969, collaborando ad una dozzina di album ufficiali, da Seven Steps to Heaven fino a In a silent way. Parallelamente agli impegni con il trombettista, fu attivissimo sulla scena jazz dell’epoca lavorando ed incidendo con Herbie Hancock, Eric Dolphy, Andrew Hill, Wayne Shorter, Grachan Moncur. Il debutto come leader avvenne nel 1964 con un album intitolato Lifetime, che diventerà poco dopo (1969) anche la sigla del suo gruppo, un trio elettrico con John McLaughlin alla chitarra e Larry Young all’organo. Verso la metà del ’70, nel pieno del periodo sabbatico di Miles, si ritrovò con i vecchi amici del gruppo (Hancock, Carter, Shorter) e, con Freddie Hubbard alla tromba, diede vita al V.S.O.P. Quintet. Ricordiamo anche le collaborazioni del batterista con Jaco Pastorius e di nuovo McLaughlin nel Trio of Doom, con Wynton e Brandon Marsalis, con Chet Baker e Dexter Gordon. Ha proseguito negli anni ’80 e 90 a produrre album e ad esibirsi con proprie band, fino alla prematura scomparsa nel 1997.
Alla stregua di un Elvin Jones, dal punto di vista stilistico Tony Williams ha sviluppato concetti come la poliritmia e la variazione metrica, diventando vero caposcuola della batteria.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!JpBnyYpK!vSrOkbC...gJ8F1PuZTHLo5WE

======

Nino Rota in jazz
Con Riccardo Bertoncelli

La musica da film di Nino Rota ha spesso ispirato ed ispira tutt’ora musicisti dalle più disparate radici. Nel campo del jazz storiche sono state anni fa le rivisitazioni, tra l’ironico e il dissacratorio, curate da John Zorn.
In questa serie di “Birdland” Riccardo Bertoncelli passa in rassegna una serie di altri musicisti che si sono confrontati con le partiture cinematografiche del maestro italiano, con suoi temi noti e meno noti. Tra questi gli italiani Gianluca Petrella, Enrico Piaranunzi, Fabrizio Bosso, il grande fisarmonicista francese Richard Galliano, il gruppo Sex Mob del trombettista americano Steven Bernstein e altri ancora.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!J1xREJ4D!NnKSts1...18OB4JBljbpeyYM

======

Dischi Storici Milt Jackson & Ray Charles"Soul Brothers"(1958)
Con Riccardo Bertoncelli

L’album “Soul Brothers” segna la collaborazione ad altissimo livello di due musicisti che alla fine degli anni ’50 erano orami al top della notorietà, in ambiti diversi. Sotto contratto con Atlantic dal ’52 Charles aveva messo a segno una serie di successi singoli (“I got a Woman”, tutti), ma solo nel 1957 aveva pubblicato il suo primo album. La sua musica era ancora impregnata di jazz, tant’è che il disco “The Great Ray Charles” era un puro strumentale dove si cimentava unicamente al pianoforte. Non c’è da stupirsi dunque che l’anno successivo pubblichi insieme aMilt Jackson “Soul Brothers”, raccolta che sarà poi bissata nel ’61 da “Soul Meeting”. Il vibrafonista era certo uno dei cuori pulsanti di un gruppo, il Modern Jazz Quartet, che a suo modo stava segnando un’epoca, ma ciò non gli impediva di sviluppare parallelamente un altrettanto prestigiosa attività indipendente.
A Soul Brothers, registrato tra la fine del ’57 e l’inizio del ’58, collaborarono tra gli altri Billy Mitchell al tenore e il chitarrista Kenny Burrell, con una ritmica stellare composta da Oscar Pettiford al basso e Connie Kay alla batteria. Curioso tra l’altro ascoltare Charles in un brano anche al sax alto e Milt Jackson cimentarsi pure al pianoforte.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!skA0UD6A!0XNSEDc...gaakk_hruevXlI4

======

Jaco Pastorius(1951-1987) a 30 anni dalla scomparsa
Con Claudio Sessa

Il grande bassista elettrico Jaco Pastorius morì il 21 settembre dell’87 a seguito delle gravissime ferite riportate dieci giorni prima in una rissa fuori da un locale pubblico di Fort Lauderdale (Florida).
Grazie a dei nuovi espedienti tecnici e ad un innato senso della ricerca, Pastorius rivoluzionò la maniera di suonare lo strumento e si profilò durante la breve carriera come un vero e proprio caposcuola.
Dopo il debutto nel gruppo rock dei CC Rider, fu avvicinato nel ‘74 dal pianista Paul Bley che ne intuì l’enorme potenziale invitandolo a suonare insieme a lui, a Bruce Ditmas e ad un altro giovane di belle speranze di nome Pat Metheny. Il disco che ne uscì non ebbe gran successo ma girò tra gli addetti ai lavori e da lì in avanti le cose andarono velocissime. Jaco firma per Epic un contratto discografico e pubblica un ottimo album d’esordio, nel 1975 la consacrazione con la chiamata nei Weather Report da parte di Zawinul e Shorter. Non c’è dubbio che al leggendario sound del gruppo abbia contribuito dal quel momento in avanti anche lo straordinario basso di Pastorius.
Con la fine dell’esperienza coi WR, il musicista si concentra sui suoi progetti da leader che però mostrano bene presto, dal punto di vista artistico, una parabola discendente. Ciò va di pari passo con la sua vita privata, che imboccherà una via senza uscita fino al tragico epilogo che abbiamo ricordato.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!0oAFmLjQ!7Z7mW4g...deFcHZvmISgYp3o

======

1967-2017 Il Jazz 50 anni dopo
Con Maurizio Franco

È indubbio che il 1967 sia stata un’annata straordinaria per la musica giovanile, nel suo insieme. Nel rock e nel pop, nonché nei nuovi generi che si stavano delineando. Ma anche nel jazz e, curiosamente, proprio a 50 anni esatti dalla prima storica registrazione discografica in quest’ambito.
Maurizio Franco ritorna sull’argomento, già sviluppato in altra sede, ricordando la scomparsa nel 1967 di John Coltrane ma concentrandosi poi su alcuni musicisti che caratterizzarono con i propri album quella fortunata stagione: Albert Ayler, Miles Davis, Archie Shepp, McCoy Tyner, Ella Fitzgerald, Duke Ellington e lo stesso Coltrane.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!swA1GAaK!Ze6jx0T...DCTtyK4HlUiLX8M

======

Jazz in USSR
Con Marcello Lorrai

Variazione su un celebre titolo dei Beatles, il ciclo di “Birdland” “Jazz in the USSR” è un percorso - curato da Marcello Lorrai in occasione della settimana speciale per il centenario della Rivoluzione d’ottobre - che si dipana attraverso il complesso rapporto che la musica di matrice afro-americana ebbe con i paesi del realismo socialista, in particolare con l’Unione Sovietica.
La vicenda del jazz al di là della Cortina di Ferro è, come si può immaginare, articolata e complessa dato che tale musica, nella concezione del regime sovietico, faceva evidentemente parte del patrimonio culturale del nemico capitalista.
Ma al di là delle difficoltà, degli ostacoli e dell’ostracismo che il jazz subì soprattutto dalla fine degli anni ’30, si può delineare un percorso organico di tale musica anche in Unione Sovietica, iniziato con lo storico concerto di Sidney Bechet a Mosca nel 1927 (preceduto, a dire il vero, da tour di altri musicisti USA meno noti come come Sam Wooding) e con l’affermazione tra anni ’20 e 30 di musicisti quali Valentin Parnakh, Leonid Utesov, Alexander Tsfasman, veri e propri pionieri del genere nel loro paese.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!ApQjwCoR!kSo0z73...GJ-mHiL8ZUqx1Tg

======

Franco d'Andrea , pianista
Con Claudio Sessa

Birdland propone questa settimana un ritratto di Franco d’Andrea, figura di spicco del pianismo jazz italiano ed europeo. Nato nel 1941 a Merano, ha attraversato da protagonista le varie fasi evolutive del jazz della Penisola, con uno sguardo costantemente rivolto in avanti. Le tappe essenziali della sua carriera comprendono gli esordi in ambito mainstream con Nunzio Rotondo ad inizio anni ’60; la fondazione a fine decennio del Modern Art Trio e, a seguire, l’esperienza in ambito jazz rock/fusion con i Perigeo; il lancio nel 1978 di un quartetto - formazione che molti reputano quella a lui più congeniale – che ha avuto numerose metamorfosi di organico ma che vive tutt’oggi. Grande tecnico della tastiera, Franco D’Andrea si distingue per un linguaggio che è evoluto nel tempo, sintesi di una tradizione amata ed assimilata e dell’interesse per le esperienze più vicine alle avanguardie colte novecentesche. Presenta Claudio Sessa.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!s4IAiISI!hu4n1WL...9G-ackuXoimsKjM

======

Eddie Harris e Phineas Newborn, due dimenticati
con Maurizio Franco

A volte “Birdland”, il club serale di jazz di Rete Due, si occupa di musicisti che ebbero notevole risonanza durante la carriera ma che oggi sembrano dimenticati.
Maurizio Franco questa settimana mette in vetrina le due personalità, quasi coetanee ma piuttosto diverse dal punto di vista stilistico, di Phineas Newborn (1931-1989) e di Eddie Harris (1934-1996).
Il primo è stato un eccellente pianista, grande tecnico della tastiera. Cresciuto in una famiglia di musicisti debuttò nelle band di “Rhythm & Blues” del padre batterista, che accompagnarono B.B. King nei primi passi di carriera. Si affermò come leader nei primi anni ’50 e proseguì un’importante carriera fino a metà anni ’60. Di valore le sue registrazioni e performance in piccoli gruppi nei quali apparivano batteristi come Roy Haynes, Philly Joe Jones e Kenny Clarke, o bassisti quali Oscar Pettiford. Notevole e di grande esito poetico inoltre lo sviluppo del concetto di piano solo, raro all’epoca. Il suo pianismo affonda le radici in Art Tatum e fu influenzato pure da Bud Powell e Oscar Peterson. Alcuni critici lo ritengono oggi fra i maggiori pianisti del jazz moderno.
Il sassofonista Eddie Harris, di 3 anni più giovane di Newborn, fece i suoi debutti nella natia Chicago accanto a Gene Ammons. Fece parte della banda dell’esercito statunitense in Europa ed iniziò la carriera subito dopo, nei primi anni ’60, pubblicando il suo album d’esordio per l’etichetta Vee-Jay. “Exodus to Jazz” ebbe un successo enorme, primo disco d’oro del jazz con l’omonimo singolo nei top 100 delle classifiche pop e ai primi posti di quelle R&B. Harris sviluppò in seguito una musica che può essere considerata tra gli archetipi del jazz-rock e della fusion, con strumenti elettrici (suonava lui stesso anche il Fender Rhodes) e l’uso di uno speciale sassofono amplificato elettronicamente. È ricordato anche per aver introdotto l’utilizzo della tromba ad ancia, come quella tipica del sax. Notevolissimi i suoi album tra la metà degli anni ’60 e i primi anni ’70, tra cui lo storico “Swiss Movement”. Registrato live a Montreux nel 1969 insieme al pianista ed organista Les McCann, questo disco resta tra i più venduti in assoluto nella storia del jazz.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!0ooTSY7B!jEyvhAv...LjIT42Yt20HJNxk

======

Alexis Korner, padrino del British Blues
Con Riccardo Bertoncelli

Alexis Andrew Nicolas Koerne era il vero nome di Alexis Korner, nato nel 1928 e scomparso nel 1984, musicista centrale di quello che, tra la fine dei ’50 e per tutti i ’60, è stato il movimento del "British Blues".

Una gioventù movimentata lo porta a Londra nel 1940, dove i genitori – padre ebreo austriaco e madre greca - fuggono dalla Parigi occupata. Impara a suonare chitarra e pianoforte, e ascolta la musica che arriva dall’altra parte dell’Oceano. Lavora nell’orchestra di Chris Barber, pioniere del jazz in Gran Bretagna, dove conosce Cyril Davies, l’armonicista con il quale inizierà la carriera di solista.

Ma è con la fondazione dei “Blues Incorporated” che Korner diventa un personaggio di grande rilevanza. La sua band sarà la culla di molti musicisti britannici che si illustreranno in seguito sia in ambito blues che rock e jazz. Tra i tanti talenti emersi accanto a Korner ricordiamo ad esempio John Mayall, Graham Bond, Long John Baldry, i futuri Cream Jack Bruce e Ginger Baker, o ancora Charlie Watts e Robert Plant, poi diventati rispettivamente batterista degli “Stones” e cantante dei “Led Zeppellin”. Spesso venivano inoltre a fare visita alla band durante i concerti live personaggi del calibro di Mick Jagger, Keith Richards, Rod Stewart o Jimmy Page. E, lontano del purismo di alcuni musicisti britannici adepti unicamente del Chicago Blues, non di rado invitava esponenti dal mondo del jazz ad unirsi a lui: Mel Collins, Dick Heckstall-Smith, Lol Coxhill, John Surman e diversi altri.

Una successiva importante esperienza nella carriera di Korner fu negli anni ’70 a creazione, con il chitarrista danese Peter Thorup, della “Collective Consciuousness Society”, meglio nota come CCS. Loro tra l’altro fu una notissima versione di “Whole Lotta Love”, hit degli Zep, diventata sigla fino ai primi anni ’80 di “Top of the Pops”, amatissima trasmissione radio della BBC.

Alexis Korner è stato molto attivo, oltre che come musicista e scopritore di talenti, anche come animatore e speaker radiofonico, proprio alla BBC, dove ad esempio intervistò Jimi Hendrix durante il suo soggiorno londinese.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!h0AQ2AZA!duOa8kL...QdjMUqB3ofAk4WQ

======

Dischi storici. Jimmy Smith “Back At The Chicken Shack”
Con Riccardo Bertoncelli

Registrato nel 1960 dal mitico Rudy van Gelder e pubblicato solo qualche anno più tardi, l’album “Back at the Chicken Shack”, accreditato come da copertina all’“Incredibile Jimmy Smith” è certamente uno dei manifesti del soul jazz. Ritroviamo qui tutta la maestria dell’organista, capace di cavare le sonorità più diverse dal suo strumento, il sassofonista Stanley Turrentine al debutto, lo scafato Kenny Burrell alla chitarra - che sarà uno dei protagonisti del genere, e il batterista Donald Bailey. Uno dei tanti tasselli che fecero la fortuna della Blue Note in quel periodo

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!d8IWAIBZ!Bb6CaxK...O6bRVkBgn_ITmik

======

Lo sviluppo del piano jazz in Italia
Con Claudio Sessa

Claudio Sessa tratteggia in questa serie di “Birdland” una piccola storia del pianismo jazz italiano, da sempre un'eccellenza nella scena continentale della musica afro-americana.

Partendo da Umberto Cesari, Armando Trovajoli e Renato Sellani il percorso, soffermandosi sui vari momenti evolutivi che l’hanno contrassegnato, arriva alla contemporaneità.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!l8Z02BBQ!ZWxrhmB...xeegIdpkv5QCB3I

======

Louis Moholo,batterista.Dall'esilio alla leggenda
Con Marcello Lorrai

Nato nel 1940, il batterista sudafricano Louis Moholo è l’unico sopravvissuto del noto gruppo dei “Blue Notes” (che comprendeva Chris McGregor – il fondatore ed unico bianco - Johnny Dyani, Nikele Moyake, Mongezi Feza e Dudu Pukwana), formazione che nel 1964 scelse l’esilio in Inghilterra e che diede un contributo decisivo allo sviluppo della scena jazz britannica ed europea.
Dopo la fine dell’avventura con i “Blue Notes” nel 1969, Moholo ha fatto parte della grande orchestra Brotherhood of Breath (ancora messa insieme da McGregor) e della Dedication Orchestra. Come bandleader ha fondato l’Unrecorded Unit, l’ottetto Spirits Rejoice – con Kenny Wheeler ed Evan Parker – e per lungo tempo ha portato avanti il progetto Viva la Black. Nella lunga carriera ha intessuto un’incredibile rete di collaborazioni con musicisti inglesi, europei e americani: Elton Dean, Mike Osborne, John Surman, la nostra Irène Schweizer, Peter Brötzmann, Enrico Rava, Cecil Taylor, Archie Shepp e molti altri.
Dal sound afro-jazz dei Blue Notes, attraverso le influenze dell’hard-bop e del soul jazz, per arrivare alla new thing degli avanguardisti Moholo ne ha fatta di strada, sviluppando in particolare quel carattere melodico del suo drumming che ne è la maggiore cifra stilistica.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!xl532bhT!Kh85dYS...EasHifgNmp3GuYI

======

Fred Hersch, pianista
Con Paolo Keller

In occasione del passaggio del trio di Fred Hersch a Chiasso, ospite del ciclo di concerti “Tra jazz e nuove musiche” (giovedì 23 novembre 2017 al Cinema Teatro), Paolo Keller tratteggia in “Birdland” un profilo del grande pianista jazz americano.
Nato a Cincinnati nel 1955, studi classici dalla tenera età, Fred Hersch si diploma al Conservatorio del New England di Boston nel 1977. A New York, dove si stabilisce subito dopo, diventa velocemente uno dei pianisti più richiesti in città. All’inizio della carriera ha modo di collaborare con musicisti quali Art Farmer, Toots Thielemans, Gary Burton, Sam Jones e Charlie Haden. Quest’ultimo, insieme al batterista Joey Baron, è complice a metà degli anni ’80 del debutto del suo trio che nel corso degli anni si rinnoverà spesso e nel quale suoneranno Marc Johnson, Michael Formanek e Drew Gress tra i contrabbassisti, nonché Jeff Hirshfield, Nasheet Waits e Tom Rainey tra i batteristi. Dal 2010 questa formazione, peculiare dell’arte del pianista, comprende John Hébert al basso e Eric McPherson alla batteria.
Altra specialità del pianista è l’esibizione in solitaria, discograficamente documentata a partire dal 1993 quando esce l’eccellente live alla Maybeck Recital Hall di Boston.
Musicista di straordinario spessore e grande sensibilità, vero maestro del piano jazz contemporaneo, Hersch si afferma proprio in quegli anni ’80 nei quali, per la prima volta, si opera una riflessione e una sintesi sull’intera storia del jazz. Nel suo raffinato pianismo all’influsso di Bill Evans si unisce in maniera singolare la conoscenza di Herbie Hancock e del mondo classico. È stato descritto come “un maestro dal tocco unico” dal New York Times, come “un pianista poeta” dal New Yorker e come “uno dei pochissimi artisti eccellenti della sua generazione” da Downbeat. Ha pubblicato ad oggi una cinquantina di album come solista o come leader, alcuni dei quali hanno ricevuto la nomination al Grammy. Importante anche la sua attività di compositore in ambito contemporaneo, con lavori per pianoforte, per orchestra e per la scena (balletti) presentati in sale e centri culturali di rilevanza in tutto il mondo, nonché quella di didatta. Suoi allievi, tra i più significativi della generazione venuta alla ribalta nei primi ’90, sono stati infatti ad esempio Brad Mehldau e Ethan Iverson (dei Bad Plus).

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!54RHgbBC!AAuB4G6..._5YO7lQ0oTeN-Lk

======

Jazz nel tempo di guerra: i V-disc
Con Maurizio Franco

Per sollevare i soldati dalle fatiche fisiche e mentali della Seconda Guerra mondiale, l’esercito statunitense ideò uno speciale progetto discografico nel quale coinvolse la gran parte delle star della musica leggera e del jazz allora in attività.
I V-Disc, così chiamati dal nome dell’etichetta discografica che li pubblicava, divennero gradita fonte di svago per le truppe USA impegnate in Europa e altrove. V stava per “Victory”, i Dischi della Vittoria dunque! Dall’inizio della produzione ne furono stampati circa 1000 diversi, ciascuno con mediamente quattro brani. Tutti i generi musicali furono considerati e tra i jazzisti gran parte dei grandi nomi dell’epoca diedero il loro contributo, tra i principali Louis Armstrong, Fats Waller, Art Tatum, Duke Ellington, Count Basie, Jimmy e Tommy Dorsey, Glenn Miller, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Nat King Cole, Hoagy Carmichael, Benny Goodman, Lester Young, Benny Carter, Roy Eldridge, Dizzy Gillespie.
L’era dei V-Disc comportò, tra l’altro, l’avvento del vinile, un nuovo materiale che sostituì la gommalacca, troppo fragile per sopportare il lungo trasporto e soprattutto diventata introvabile a causa dell’invasione giapponese dell’Indocina, principale zona di produzione della preziosa resina. Curioso anche ricordare che la AFM, la Federazione americana dei musicisti, acconsentì al progetto a condizione che per nessun motivo i dischi sarebbero stati usati a fini commerciali e che, a fine conflitto, sarebbero stati interamente distrutti assieme alle matrici originali, ciò che puntualmente avvenne. La conoscenza di questo enorme patrimonio della musica americana la dobbiamo a numerosi civili e dirigenti militari illuminati, che evitarono lo scempio conservando illegalmente le copie in loro possesso. Così la Biblioteca del Congresso Americano ha potuto recuperare una serie completa di V-Disc che costituiscono un’importante testimonianza della storia della musica registrata negli USA.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!R9wERR4Y!borC0sq...rz5Wn0FJ-kUlaAw

======

John Abercombie, chitarrista(1944-2017)
Una retrospettiva , con Riccardo Bertoncelli

Nato nel 1944 nello stato di New York e cresciuto nel Connecticut, John Abercrombie è scomparso quest’estate all’età di 73 anni. Riccardo Bertoncelli gli dedica questa retrospettiva passando in rassegna le tappe essenziali di una lunga carriera iniziata professionalmente sul finire degli anni ’60.
Abercrombie è da considerare una delle figure preminenti della chitarra jazz degli ultimi cinque decenni. Appassionato di rock’n’roll ma ben presto infatuato della chitarra jazz di Tal Farlow, Barney Kessel e Jim Hall, nel suo personalissimo stile si fondono i due mondi: alle influenze del jazz di ascendenza coltraniana si abbina inizialmente la zampata à la Hendrix.
Debutta nel 1969 con i Dreams, super gruppo con i fratelli Brecker che non avrà il successo sperato ma che gli servirà da vetrina per i successivi ingaggi con Gato Barbieri, Chico Hamilton, Jeremy Steig e pure Gil Evans. Ma la collaborazione decisiva è con il batterista Jack DeJohnette nel gruppo Directions e poi, insieme anche a Dave Holland al basso, nel trio Gateway. Nel 1974 aveva già debuttato discograficamente come leader con ECM: all’etichetta tedesca sarà legato a doppio filo per tutta la carriera, con una discografia estesissima.
Abercrombie ha guidato sue proprie formazioni quali trii, quartetti e quintetti ai quali hanno collaborato musicisti come Jan Hammer, Ritchie Beirach, Marc Johnson, Peter Erskine, l’organista Dan Wall e il batterista Adam Nussbaum, il violinista Mark Feldman; negli ultimi tempi ancora il pianista Marc Copland e una ritmica con Drew Gress e Joey Baron.
Innumerevoli gli artisti che hanno chiesto i suoi servigi, tra questi Michel Petrucciani, Charles Lloyd, suoi colleghi di strumento come John Scofield o Ralph Towner (con cui firma il meraviglioso “Sargasso Sea” nel 1976), i trombettisti Enrico Rava e Kenny Wheeler.
Alla principale attività di strumentista e compositore, Abercrombie ha pure abbinato quella di didatta.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!g1o10bia!a_XvX44...uUeQAjQ3w9P5G8c

======

Glenn Miller Story
Con Marcello Lorrai

Con la misteriosa morte nel dicembre 1944, quando un piccolo monomotore dell’esercito americano che lo stava portando a Parigi scompare nella Manica, il maggiore Glenn Miller - musicista di fama e allora volontario nell’aviazione USA in Europa - entra nella leggenda.
Era nato nel 1904, aveva studiato musica sin da piccolo e si era dedicato al trombone. Dopo i debutti con i fratelli Dorsey e Ray Noble, aveva fondato un suo primo gruppo e dal 1937 la Glenn Miller Orchestra con la quale ebbe un successo immediato. Tra la fine dei ‘30 e l’inizio dei ’40 fu il più popolare musicista dello “Swing”, soppiantando Benny Goodman. Con lui ebbe inizio la tradizione dei Dischi d’Oro, quando la sua etichetta nel 1941 gli regalò una copia dorata di “Chattanooga Choo Choo”, singolo che aveva venduto in poco tempo più di un milione di copie.
Al di là dell’aspetto commerciale e dell’easy listening della sua musica, Glenn Miller introdusse dei nuovi equilibri tra le sezioni di fiati, mise in evidenza il trombone e utilizzò copiosamente l’effetto sordinato, ottenendo un sound orchestrale più vellutato che fu tra i segreti del suo successo. Oltre alle immortali “In the Mood” e “Moonlight Serenade” (da lui composta), tra i grandi hits ricordiamo “Tuxedo Junction”, “Pennsylvania 6-5000”, “Stardust”,” Street of Pearls”, “Sun Valley Jump”.

(Fonte Birdland)

https://mega.nz/#!JtJyiQaA!GKyQgE3...z4ggd7fiOuIjEsw

======

Dizzy Gillespie a 100 anni dalla nascita : ( Replica )
Con Claudio Sessa

Vero gigante del jazz moderno, Dizzy Gillespie ha segnato 30 anni e più di storia della musica afro-americana. Trombettista, compositore, direttore d’orchestra era nato nell’ottobre del 1917 nel New Jersey ed è scomparso nel 1993 a 76 anni.
A cent’anni dalla nascita "Birdland" – con la sapiente guida di Claudio Sessa - ripercorre la carriera, l’opera e la vita di questo straordinario musicista.
Promotore assieme a Parker ed altri del be-bop, negli anni di guerra, contribuì a dare una svolta epocale al linguaggio del jazz e a trasformarlo da musica da ballo in vera espressione artistica, non scevra da contenuti extramusicali. Il jazz diventò infatti da allora rivolta contro i cliché e i luoghi comuni del musicista nero, finalmente anche strumento che di lì a poco accompagnerà la lotta per i diritti civili e per la liberazione dalla segregazione razziale.
Diresse svariati gruppi con Charlie Parker, Bud Powell, Max Roach, esplorò per primo le commistioni con la musica latina e cubana in particolare, fu a capo di una proprio big band e compose alcuni hit epocali quali Salt Peanuts, A Night in Tunisia, Manteca, Groovin’ High, Con Alma e diversi altri.

(Fonte Birland)

https://mega.nz/#!UpYQUY4K!gk2DlAO...JsRkFerJuGLh7UA

======

Edited by sergiomac - 7/7/2019, 11:44
 
Web Contacts  Top
15 replies since 17/5/2010, 21:06   8715 views
  Share