PODCAST HALL

BIRDLAND , dal 2010 al 2023

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sergiomac
view post Posted on 23/1/2015, 15:34 by: sergiomac

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Pharoah Sanders - Sassofonista

Con Claudio Sessa

Nato Farrell Sanders, inizia la sua carriera suonando il sax tenore inCalifornia, ad Oakland. Si trasferisce a New York nel 1961. Lì suona conSun Ra da cui riceve il nome d'arte Pharoah, in qualche caso indicato come Pharaoh, (=Faraone). Sale alla ribalta nel 1965, anno in cui entra nella band di John Coltrane, iniziando a sperimentare con quella musica che successivamente sarà conosciuta come free-jazz. Sempre nel 1965 registra con 'Trane Ascension, opera manifesto del free-jazz, oltre che Meditations. Partecipa nel 1968 all'incisione di Communications, album della JCOA: Jazz Composer's Orchestra Association di Mike Mantler e Carla Bley nel quale suona, usando le parole di John Zorn, "il più intenso e illuminante solo di sax tenore mai registrato". Ornette Coleman stesso lo "proclama" il miglior sax tenore al mondo.
Nel 1969 pubblica per la casa discografica Impulse! Records il suo album di maggior successo, Karma, che riscosse particolare gradimento di pubblico grazie alla presenza del brano The Creator Has a Master Plan, ripreso in seguito da numerosi artisti (Louis Armstrong in testa).
Pharoah Sanders è noto per il suo stile ricco di suoni violentissimi ed estremi e per l'utilizzo della tecnica "Sheets of Sound".
( Fonte Wikipedia )
www.mediafire.com/download/hw7iofpe...assofonista.zip

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Novità Discografiche:

Con Marcello Lorrai

I tre numeri di Birdland di questa settimana sono dedicati da Marcello Lorrai ad altrettante novità discografiche.
La prima è una felice ristampa da parte dell'etichetta spagnola Fresh Sound dei primi due album come leader dell'eccellente altosassofonista Ken McIntyre, usciti nel 1960 e nel 1962. Completa questo doppio CD la ripubblicazione di una assoluta rarità, l'unico disco a proprio nome della cantante Honi Gordon nota soprattutto per la sua militanza nel gruppo vocale dei Gordons e per le collaborazioni con Mingus, Dizzy Gillespie e molti altri.
Vijay Iyer è uno dei più chiacchierati pianisti dell'odierna scena jazzistica. Statunitense di origine indiana, si è definitivamente messo in luce per la sua originale musicalità negli ultimi anni, vincendo tra l'altro nel 2012 il referendum della rivista Down Beat in ben cinque categorie. Qui lo ritroviamo assieme a tre vecchie conoscenze del jazz d'avanguardia statunitense, Oliver Lake al sax, Reggie Workman al basso e Andrew Cyrille alla batteria, in un intrigante album uscito per la label elvetica Intakt. Titolo migliore per il loro incontro a due non potevano sceglierlo il pianista Kenny Barron e il bassista Dave Holland! È veramente un'arte del conversare in musica quella che ci propongono in questo loro disco per Impulse!, dove vien fuori tutta l'esperienza, la classe, la raffinatezza di due musicisti dalla carriera straordinaria.
( Fonte Birdland )
www.mediafire.com/download/10ae4g29...scografiche.zip

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Billy Strayhorn, Pianista compositore ed arrangiatore:

Con Diego Ricco

A cent’anni dalla nascita Birdland rende omaggio questa settimana al grande compositore e arrangiatore statunitense Billy Strayhorn, per lungo tempo stretto collaboratore ed “alter ego” musicale di Duke Ellington. Come quella presentata lo scorso anno proprio per Ellington, è Diego Ricco che cura questa serie “trasversale” messa a fuoco come uno dei possibili percorsi, dalle interpretazioni d’epoca alle moderne rivisitazioni, attraverso il vastissimo repertorio di Strayhorn. Lush Life, Day Dream, Take the “A” Train o ancora Lotus Blossom, Satin Doll, Chelsea Bridge sono solo alcune delle composizioni più note dell’autore che, assieme a diverse altre, daranno vita a questa serie dove pure sfileranno gli interpreti più diversi: dall’orchestra del Duca, evidentemente, a Ella Fitzgerald, dallo stesso Strayhorn a Johnny Hodges, fino a musicisti più modernisti come Phil Woods, Art Farmer, Clifford Jordan e altri ancora.
( Fonte Birdland )
www.mediafire.com/download/vwe6q7vz...y_Strayhorn.zip

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Lee Konitz Duets:

con Maurizio Franco

The Lee Konitz Duets è un album dal sassofonista americano Lee Konitz registrato il 25 settembre 1967 e pubblicato l’anno successivo dalla Milestone. Riconosciuta come una delle più brillanti sessioni di Konitz, quella che ha dato vita a questo disco raccoglie le incisioni di una serie di duetti molto diversi tra loro, in quanto a interazioni e strumenti (album con duetti non erano certo rari, all’epoca, ma uno stesso disco che raccogliesse duetti diversi tra più musicisti, venne considerata un’idea innovativa che un volta di più sottolineava l’animo sperimentale di Konitz).
In questo disco Konitz è in coppia con il trombonista MarshallBrown su una deliziosa versione di Struttin’ with Some Barbecue (resa nota da Louis Armstrong che la suonò per la prima volta nel 1927). Poi corrisponde ingegno e calore con il sassofonista Joe Henderson sullo standard You Dont KnowWhat is Love. Suona Checkerboard con il pianista Dick Katz(sua la composizione del brano). Duetta sul brano Erb con il chitarrista Jim Hall (anche lui compositore del brano in questione). Gioca sulla Tickle Toe di Lester Young con il sax tenore di Richie Kamuca e dà vita ed energia a Duplexity con il violinista Ray Nance (unica composizione originale di Konitz, questa, scritta in collaborazione proprio con Nance). Infine Konitzlascia i duetti ufficiali solo in occasione di un paio di brani,Variations on Alone Together (il brano più lungo dell’album composto da 5 variazioni basate sullo standard Alone Together scritto nel 1932 da Arthur Schwartz e Howard Dietz) e Alphanumeric, composizione del trombonista Marshall Brown e unico brano a vedere all’opera tutti i duettanti (tranneNance), con l’aggiunta di Karl Berger al vibrafono e di una sezione ritmica composta dal contrabbassista Eddie Gomez e dal batterista Elvin Jones.La musica di questi meravigliosi duetti spazia principalmente dal dixieland al bop restando sempre affascinante e di alto livello strumentale. Un’opera che restituisce il giusto valore al lavoro e al genio dietro questi duetti “inventati” da Konitz
Fonte ( demiusik wordpress )
www.mediafire.com/download/166j88c6...onitz_Duets.zip

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Clifford Brown and Voices:

Clifford Brown and Voices
con Maurizio Franco

Clifford Brown...And The Ladies Of Jazz (Washington, Vaughan, Merrill…)
Fonte (Birdland)
www.mediafire.com/download/gc9b4g9g..._and_Voices.zip

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Novità Discografiche :
Con Marcello Lorrai

02.02.15-Tete Montoliu Trio "Catalonian Rhapsody" (Venus, rist.'92)
03.02.15-Wadada Leo Smith "Red Hill" (RareNoise)
04.02.15-Andreas Scherrer Lucas Niggli "Arcanum" (Intakt)
(Fonte Birland)
www.mediafire.com/download/rg8o71iy...scografiche.zip
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I moderni arrangiatori del jazz:
Con Claudio Sessa

L’arte dell’arrangiamento nasce con lo sviluppo negli anni ’20 e ’30 di orchestre jazz che, a differenza dello stile originario di New Orleans, nel loro repertorio prevedono vere e proprie parti per scritte in alternanza a quelle improvvisate. Campioni del genere furono Paul Whiteman, Don Redman, Fletcher Henderson, per arrivare poi a Duke Ellington e Count Basie.
Questa tradizione fu tenuta viva durante l’era dello swing (Goodman, Miller, Dorsey...) e si sviluppò poi nel secondo Dopoguerra parallelamente alla nascita degli stili moderni, il be-bop e il cool jazz.
In questa serie di Birdland Claudio Sessa ci introduce al moderno concetto dell’arrangiamento jazz, considerando dapprima l’influenza e il lascito di Count Basie e passando poi in rassegna le varie tendenza e le figure più rappresentative nei vari ambiti: Harry Paich, la “variabile impazzita” Stan Kenton, Jimmy Giuffré e altri tra i californiani; la raffinatezza un po’ intellettuale di Gil Evans, George Russell, Gerry Mulligan; e ancora Charles Mingus, Oliver Nelson e Quincy Jones tra gli sperimentatori o Claud Ogerman e Nelson Riddle specializzati nella collaborazione con i cantanti.

09.02.15 Modernità di Count Basie e la "nuova" tradizione
10.02.15 I californiani: Paich, Rogers, Giuffre, Ferguson, Kenton

11.02.15 La scrittura di Strayhorn e i “sofisticati”: Mulligan, Russell, Evans

12.02.15 Influenza del soul e gli “sperimentali”: Quincy Jones, Oliver Nelson, Charles Mingus)

13.02.15 L’arrangiamento per i cantanti: Nelson Riddle, Claus Ogerman
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/h0hp4ihc...ri+del+jazz.zip
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Novità Discografiche:
Con Riccardo Bertoncelli

Stefano Bollani che in una delle sue recenti fatiche discografiche si avventura sulle pericolose vette dell’arte di Frank Zappa, dove molti in precedenza si sono infranti; il maggiore dei fratelli Marsalis, il sassofonista Branford, che si avventura in solitaria con il suo strumento sotto le volte della Grace Cathedral di San Francisco, la stessa dei leggendari Concerti Sacri di Ellington; John Zorn, che imbraccia finalmente il suo sax alto e si allea con due campioni della free music come Wadada Leo Smith e George Lewis in otto lucide e penetranti improvvisazioni. O ancora Robert Wyatt che in contemporanea con l’uscita di un libro sulla sua figura e sulla luminosa carriera ci offre un’antologia delle sue perle discografiche; e infine il sassofonista francese Louis Sclavis che nelle con le sue “melodie di seta e sale” parte idealmente sulla leggendaria via che attraversa l’Asia Centrale toccando anche nel contempo il tema scottante dell’emigrazione.
È quanto ci offre il menù di Birdland questa settimana, una selezione di recenti uscite discografiche a cura di Riccardo Bertoncelli.
16.02.15 Wadada Leo Smith, George Lewis, John Zorn “Sonic Rivers” (Tzadik)
17.02.15 Branford Marsalis “In My Solitude” (Legacy)

18.02.15 Stefano Bollani “Sheik yer Zappa” (Decca)

19.02.15 Louis Sclavis “Silk And Salt Melodies” (ECM)

20.02.15 Robert Wyatt “Different Every Time” (Domino)
Fonte ( Birdland)
www.mediafire.com/download/qq69gbc8...scografiche.zip

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Swiss Radio Days:
Incisioni storiche di Jazz della Radio Svizzera
Con Maurizio Franco

Sin dagli anni ’90 l’etichetta discografica TCB di Montreux, in collaborazione con la SRG/SSR, pubblica regolarmente registrazioni storiche di concerti jazz tenutisi in Svizzera a partire dal secondo Dopoguerra. E’ un prezioso archivio sino a poco fa conosciuto dai soli addetti ai lavori e che a poco a poco sta ora diventando di dominio pubblico.
Dopo due serie dedicate a concerti tenuti nel nostro paese da Count Basie, Gerry Mulligan, Art Blakey, Miles Davis, Stan Getz e diversi altri, Maurizio Franco ci introduce ad altre pubblicazioni, tra le più recenti, che vedono quali protagonisti il leggendario Nat King Cole e il grande batterista Max Roach, nonché alcune registrazioni che vedono importanti solisti statunitensi e svizzeri (tra questi Dexter Gordon, Clifford Jordan, Roman Schwaller, Hans Kennel, Franco Ambrosetti) accompagnati da quella che era la formazione “in residence” alla Radio di Zurigo negli anni ’70 e ’80, il Jazz Live Trio con musicisti svizzeri di grande talento ed già grande esperienza: Klaus Koenig al piano, Peter Frei al basso e Peter Schmidlin alla batteria.
Tutti gli appuntamenti:
23.02.15 Nat King Cole & the Quincy Jones Big Band – Zurigo 1960
24.02.15 Max Roach Quintet - Losanna 1960
25.02.15 Jazz Live Trio & solisti: Shaib Shihab, Art Farmer, Clifford Jordan
26.02.15 Jazz Live Trio & Dexter Gordon + Magog Trio (4./5) – Zurigo, 1972-1975
27.02.15 Jazz Live Trio & Swiss Soloists: Ambrosetti, Scherrer, Schwaller, Kennell, Grünwald, Bourquin
Fonte ( Birdland)
www.mediafire.com/download/dp6hd561..._Radio_Days.zip

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Jimmy Lunceford : Arrangiatore e direttore d'orchestra
Con Marcello Lorrai

Offuscata dalla notorietà e dal carisma di colleghi quali Duke Ellington e Count Basie, l’importanza di Jimmie Lunceford nella storia del jazz va certamente rivalutata. Nato in Missouri nel 1902, sassofonista di formazione, fondò una prima orchestra nel 1926 con gli allievi della Manassas High Scholl di Memphis dove insegnava. La sua big band fu nella seconda metà degli anni ’30 una formidabile fabbrica di swing, da molti ritenuta la migliore dell’epoca. Della figura di Lunceford, Marcello Lorrai ripercorrerà la vicenda artistica e umana. Ci ricorderà pure i maggiori solisti che lo attorniarono, così come la geniale penna di Sy Oliver – che pure era uno dei trombettisti dell’orchestra - cui dobbiamo una parte significativa degli arrangiamenti. La partenza di quest’ultimo nel 1939 segnò un primo declino dell’orchestra, così come in seguito la defezione di numerosi dei suoi migliori strumentisti. L’orchestra sopravvisse solo qualche anno dopo la morte del suo ancor giovane leader nel 1947.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/da34jmyd..._Lunceford_.zip

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Novità Discografiche
con Maurizio Franco

Renato Sellani è stata una delle maggiori figure del pianoforte jazz italiano. Glad there is you è l’ultimo disco uscito a suo nome, una raccolta di brani in piano solo pubblicata a metà ottobre 2014, due settimane prima della scomparsa. Il trio senza strumenti armonici del sassofonista statunitense Joshua Redman è una delle formazioni più eccitanti del jazz contemporaneo, soprattutto se si ha la fortuna di ascoltarla dal vivo. Ed proprio questa dimensione è documentata dal suo recente disco, con un repertorio che spazia dagli standards a sue proprie composizioni, passando per una fantastica rilettura dei Led Zeppellin! David Virelles, cubano, è attualmente il pianista più chiacchierato della scena jazz nuovayorkese. Cresciuto in una famiglia di musicisti, si è trasferito negli Stati Uniti definitivamente nel 2009 con una borsa di studio. Si è perfezionato con Steve Coleman e Henry Threadgill, collaborando poi professionalmente con Chris Potter, Tomasz Stanko, Mark Turner. Quest’ultimi gli hanno aperto le porte della ECM, per la quale pubblica il suo terzo, ambizioso album da leader: una personale rielaborazione delle melodie e dei ritmi della tradizione religiosa afro-cubana. E proprio Mark Turner, uno degli scopritori di Virelles, è uscito anche lui con una novità presso ECM. Dopo alcune collaborazioni con i musicisti dell’etichetta e alcune belle pubblicazioni con il collettivo Fly, per il sassofonista questo è il convincente debutto da solista per la label di Monaco. Sonorità che potrebbero apparentarsi a quelle di ECM, ma in realtà stavolta dovute all’italiana CAM Jazz: sono quelle del raffinato pianista finlandese Joona Toivainen, al suo secondo lavoro in trio.
Questo è quanto ci offre la carte di Birdland questa settimana, una selezione di recenti uscite discografiche a cura di Maurizio Franco.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/h5490oaw...scografiche.zip

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Jazz Composer Orchestra ieri e oggi
Con Riccardo Beroncelli

Michael Mantler, trombettista e compositore austriaco, è nato a Vienna nel 1943. Si trasferì ben presto (1962) negli Stati Uniti per completare gli studi e lì rimase, dopo essere entrato negli ambienti del jazz più avanzato. Accanto alle prestigiose collaborazioni con Cecil Taylor e i maggiori musicisti del movimento, Mantler annovera tra progetti di maggior spessore quello della Jazz Composers Orchestra: un collettivo aperto di strumentisti e compositori che potessero riunirsi in libertà, proporre la propria musica, suonarla, registrarla e eventualmente pubblicarla in maniera autonoma, senza dipendere dalle logiche delle case discografiche. Quel progetto diede ben presto pregiati frutti e oggi, dopo tanti anni, Mantler è ritornato sull’argomento aprendo gli archivi e pubblicando registrazioni fino ad oggi inedite realizzate tra il 1963 e il 1968.
(Fonte Birland)
www.mediafire.com/download/uflvtgxa...zz_Composer.zip
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I Capolavori :
Jack DeJohnette "New Directions"

con Riccardo Bertoncelli

New Directions è un album a nome del batterista Jack DeJohnette che uscì nel 1978. Venuto alla ribalta con Charles Lloyd e successivamente con Davis, DeJohnette si era associato nei suoi primi lavori da leader con musicisti quali John Abercrombie, Bennie Maupin, Dave Holland. E’ nel 1977 che fonda un nuovo quartetto cui dà il nome Directions e che comprende Eddie Gomez al basso, Lester Bowie alla tromba e ancora John Abercrombie alla chitarra.Riccardo Bertoncelli ci rammenta il primo bellissimo disco di questo supergruppo che ebbe purtroppo vita breve: l’unica altra pubblicazione è un live registrato a festival di Willisau nel 1979. De Johnette si era ormai già incamminato su altri sentieri, in particolare con la sua Special Edition che terrà banco nei primi anni ’80.

Keith Tippet Group " Dedicated to You "
con Riccardo Bertoncelli

Il pianista Keith Tippett è stato – tra anni ’60 e ’70 - uno dei portabandiera della libera improvvisazione britannica ma al tempo stesso un musicista molto richiesto in ambito rock, soprattutto da quelle band che al momento stavano dando un nuovo impulso al genere. Non a caso lo ritroviamo nei primi dischi dei King Crimson, al tempo stesso accanto a musicisti come Robert Wyatt o Elton Dean. Riccardo Bertoncelli rispolvera questo vecchio LP, Dedicated to you (but you weren’t listening), secondo lavoro a suo nome che precede una serie dischi dei quali il produttore sarà nientemeno che Robert Fripp.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/abvabbbp..._Capolavori.zip

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Marsalis Family
con Claudio Sessa

Birdland propone questa settimana la prima parte di una lunga serie di 10 puntate dedicata alla famiglia dei Marsalis, una delle più influenti del jazz contemporaneo, originaria di New Orleans. Il capostipite fu Ellis sen. (1908), potente uomo d’affari, uno dei primi coloured a far fortuna nel Sud degli Stati Uniti. Dal figlio Ellis jr. (1934), che diventerà pianista e importante didatta (suoi allievi furono tra gli altri Terence Blanchard e Harry Connick jr), nasceranno quattro figli tutti musicisti: il trombettista Wynton (1961) e il sassofonista Branford (1960) - i rampolli di maggior successo - per arrivare a Delfeayo (1965, trombonista) e a Jason (1977, batterista).
Claudio Sessa tratteggia un ritratto di ciascuno di loro, dando evidentemente maggior peso alla parte riservata al Ellis jr. e al suo secondogenito Wynton, “uno dei personaggi più influenti d’America”, come l’ha definito a suo tempo la rivista Time.
(Fonte Birdland)
Prima parte
www.mediafire.com/download/b632rasu90b09pn/Prima_Parte.zip

Seconda Parte
www.mediafire.com/download/n6i9kcctmvcefqi/Seconda_Parte.zip

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Billie Hiliday : A cent' anni dalla nascita
con Riccardo Bertoncelli

Il 7 aprile 1915 - cent’anni or sono - nasceva a Baltimora Eleanora Fagan, nota in seguito con il nome d’arte di Billie Holiday.
In una carriera durata dai primi anni ’30 fino alla scomparsa nel 1959, Billie Holiday si è affermata come una delle più grandi cantanti del jazz classico, per il timbro di voce, per l’inflessione e la capacità di giocare con il tempo, per le doti di interpretazione, per l’emozione che scaturiva dalle sue performances assolutamente unica.
Infanzia molto difficile, con genitori assenti (chi volontariamente – il padre , chi per necessità – la madre, stabilità a New York per sbarcare il lunario), la giovane Billie si avvicina al mondo dei club di Harlem, prima come ballerina e subito dopo come cantante, per abbandonare quello della prostituzione in cui era entrata giovanissima. Èil grande produttore John Hammond a notarla e a lanciarla nel mondo della musica, facendola collaborare prima con Benny Goodman, poi con il pianista Teddy Wilson. Il successo definitivo arriva quando entra in contatto con Count Basie, Artie Shaw e e Lester Young, tre musicisti di prima grandezza che contribuirono non poco a farla diventare la star che conosciamo.
Un vita segnata da droga, alcool e problemi finanziari non le hanno impedito di lasciarci alcune delle pagine più belle e significative del jazz di tutti i tempi. Le sue interpretazioni di canzoni come A fine Romance, Summertime, Pennies from Heaven, più tardi di Lover Man, You go to my Head, Strange Fruit o ancora di brani per cui scrisse il testo quali God bless the child, Don’t explain, Lady sings the Blues restano di diritto nella grande storia delle musica afroamericana.
Riccardo Bertoncelli ci propone il suo personale racconto, scandito da questa grande musica, della vicenda artistica e umana di Lady Day, il “nobile” nomignolo coniato dal grande amico Lester Young per distinguere la Holiday nel difficile mondo della musica di quegli anni.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/6469wwey...lie_Holiday.zip

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Chick Webb , batterista
Con Marcello Lorrai

William Henry Webb, detto “Chick”, nacque a Baltimora in una data incerta fra il 1902 e il 1909.
Affetto da tubercolosi, il suo fisico ne risultò molto menomato. Ciò non gli impedì di sviluppare una invidiabile tecnica percussiva che lo portò ad imporsi come uno degli stilisti fondamentali della batteria swing: suoi successori quali Gene Krupa, Jo Jones, fino a Buddy Rich e Louie Bellson, ne hanno riconosciuto la profonda influenza.
Ebbe come padrino Duke Ellington che gli offrì i primi ingaggi da professionista a metà anni ’20. Dal 1930 fu a capo di una propria big band che era sovente la vedette al Savoy Ballroom, dove si svolgevano delle vere e proprie battaglie tra orchestre piazzate su due palchi: alla fine della serata i ballerini decretavano la vittoria dell’una o dell’altra. Tra i meriti di Webb, tra gli altri, quello di aver lanciato una giovanissima Ella Fitzgerald.
A seguito dell’aggravarsi del suo stato di salute, Webb morì quando aveva superato da poco la trentina. Lo swing perse uno dei suoi padri e molti lo riconobbero: la stessa Fitzgerald per un certo contribuì a tenere viva l’orchestra prima di dedicarsi alla carriera di solista.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/f4d156qsvri5fxw/02-Chick+Webb.zip

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Clifford Brown with stringers
con Maurizio Franco

Sul modello del precedente Charlie Parker with strings registrato tra il 1949 e il 1950, il produttore discografico Bobby Shad suggerì a quel fenomenale musicista che era Clifford Brown di realizzare qualcosa di simile.
Era la fine del 1954 e Clifford Brown era ormai un talento più che affermato. Anzi, si era ormai profilato come il maggior trombettista della scena jazz del periodo. Una carriera che era iniziata poco prima, con le collaborazione con Tadd Dameron, Lionel Hampton e Art Blakey e che segnerà il punto culminante con la fondazione del celeberrimo Max Roach & Clifford Brown Quintet nel 1954. Brown si spegnerà a soli 25 anni nel giugno del 1956 a causa di un incidente stradale.
Il magnifico approccio di Brown alle ballads, il suo fraseggio ricco e ritmicamente inarrivabile, sono i caratteri che pure la moglie di Brown concordava potessero essere messi in evidenza con un progetto simile. Nel gennaio del 1955, finalmente, il trombettista è a disposizione per una seduta di registrazione con gli archi. Per gli arrangiamenti e la direzione d’orchestra viene chiamato uno che se ne intende, Neal Hefti, e finalmente la session ha luogo tra il 18 e il 20 gennaio del ’56. Il disco uscirà nel dicembre di quell’anno, in coincidenza con la nascita dell’unico figlio della coppia: a Brown restavano ormai solo sei mesi di vita.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/mx1dby2p...fford_Brown.zip

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Kip Hanrahan , l'inclassificabile
Con Marcello Lorrai

Sorta di deus ex machina di molte originali, e apparentemente impossibili, produzioni musicali da lui concepite, Kip Hanrahan - originale figura di stregone musicale, a metà strada tra il direttore d’orchestra, il produttore, il regista sonoro - è nato nel Bronx nel 1954. Lui stesso si definisce un facilitator della musica, termine intraducibile in italiano se non con un approssimativo “organizzatore musicale”.
Dal punto della formazione, oltre a quella di scultore, Hanrahan si è cimentato come percussionista, fatto tutto sommato secondario nell’ottica delle sue future concezioni estetiche.
Venuto alla ribalta nei primi anni ’80, ha prodotto album di grande impatto, preziosi lavori di studio dove si incontrano i generi e i musicisti più disparati: dal jazz d’avanguardia al rock, dalla musica latina al funky e alla musica più groovy grazie alle collaborazioni con David Murray, Sting, Robbie Ameen, Jack Bruce, Don Pullen, Milton Cardona, Paul Bley, Brandon Ross per non citarne che alcuni.
Ha tra l’altro fondato il collettivo Conjure, con il quale si è spesso esibito dal vivo, e l’etichetta discografica American Clavé con la quale ha pubblicato le proprie produzioni nonché album di artisti i più diversi quali Astor Piazzolla, Arto Lindsay, Jerry Gonzales, Silvana Deluigi, Alfredo Triff, Paul Haines e Ishmael Reed.
Marcello Lorrai ripercorre in questa serie di Birdland l’intrigante percorso artistico di un musicista assolutamente inclassificabile.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/fjz8fsdz...ip_Hanrahan.zip

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Eddie Lang , chitarrista
Con Marcello Lorrai

Marcello Lorrai è un profondo conoscitore del jazz contemporaneo ma da qualche tempo a questa parte in Birdland ci propone il racconto di pagine importanti del jazz delle origini. E’ il caso anche stavolta, con questo ritratto a tutto tondo di Eddie Lang (1902-1933).
Figlio di un liutaio italiano proveniente dal Molise ed emigrato a Filadelfia, si chiamava in realtà Salvatore Massaro ed fu uno dei primi specialisti della chitarra quando il jazz era ancora in fasce.
Eddie Lang contribuì in maniera decisiva a fare della chitarra uno strumento anche del jazz, con quel suo stile che fu da esempio per i colleghi e che aveva nella spinta ritmica che originava la principale caratteristica.
Suoi partner prediletti, in una breve ma intensissima carriera che lo vide protagonista in innumerevoli orchestre e piccoli gruppi, furono il violinista Joe Venuti e il celebre cantante ed attore Bing Crosby. Fece pure parte della grande orchestra di Paul Whiteman, tra l’altro fra i protagonisti del noto film The King of Jazz.
Tra le tantissime incisioni che ci ha lasciato ricordiamo anche quelle con il grande bluesman Lonnie Johnson, realizzate sotto lo pseudonimo di “Blind” Willie Dunn: un nome che ricalcava alla perfezione quello di altri protagonisti dell’epopea del blues.
Morì giovane e in piena salute, dopo una banale operazione alle tonsille.
A Monteroduni in provincia di Isernia – piccolo borgo di origine della famiglia Massaro – si tiene dagli anni ’90 un festival jazz a lui dedicato.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/3wh9x81aw4i90l7/05-Eddie_Lang.zip

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Jazz e Cinema
con Claudio Sessa

Si è spesso osservato che il cinema e il jazz sono state le due grandi “arti nuove” del Ventesimo secolo (alle quali si può aggiungere il fumetto). Segnate entrambe dalla civiltà metropolitana e da uno stretto rapporto con gli sviluppi della tecnologia, esse hanno molto in comune e possono essere osservate in parallelo.
In questo doppio ciclo di incontri prendiamo in considerazione alcuni aspetti di una sintonia davvero affascinante. Il jazz ha spesso costituito l’argomento centrale di molti film di rilievo, e ancora più spesso è servito come colonna sonora, spesso commissionata per l’occasione a musicisti storici, da Duke Ellington a John Lewis a John Zorn; in particolare è divenuto il sottofondo privilegiato (a volte perfino stereotipato) di un genere importante come il “film noir”. Spesso l’incontro fra registi e jazzisti importanti ha sviluppato idee nuove, si pensi al rapporto fra Louis Malle e Miles Davis per “Ascensore per il patibolo” o a quello fra John Cassavetes e Charles Mingus per “Ombre”. Molte canzoni utilizzate da jazzisti d’ogni ambito stilistico sono nate specificamente per il cinema: da standard tanto diversi quanto “Laura”, “Stella By Starlight” o “I’ll Remember April” fino ai temi dei cartoni animati di Walt Disney. Altre volte sono gli stessi jazzisti (pensiamo a figure popolari come Fats Waller o Benny Goodman) ad essere immortalati nei film dalle trame più diverse. Infine, un elemento particolarmente affascinante riguarda i molti “prestiti” che le due arti si sono scambiati, dall’uso del montaggio in musica a quello dell’improvvisazione nelle pellicole sperimentali.
Questa serie speciale di Birdland è articolata in 10 puntate e proseguirà quindi la prossima settimana.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/vg6hsvnf...4_al_8-5-15.zip
www.mediafire.com/download/rhubbddw..._dal_11_al_.zip

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Louis Amstrong cantante
Con Maurizio Franco

La popolarità di Louis Armstrong, oltre alla sua maestria alla tromba, è certamente pure dovuta alla tecnica vocale dello scat (che introdusse nelle sue esibizioni di strumentista e che contribuì a diffondere) e all’inconfondibile timbro di voce che lo ha sempre caratterizzato. La “carriera” di cantante possiamo dire che corra parallela a quella di trombettista, addirittura che i maggiori successi commerciali “Satchmo” li abbia ottenuti proprio come cantante, anche sul finire di carriera. Di lui ricordiamo le collaborazioni con altri cantanti quali Bing Crosby (sin dagli anni ’30 e fino ai ’60) e soprattutto Ella Fitzgerald, che ha fruttato alcune immortali perle discografiche. Tra i grandi hits di questo specifico repertorio citiamo senz’altro i celeberrimi When the Saints go marchin’ in e What a wonderful World, ma anche Stardust, Stompin’ at the Savoy (con Ella), Hello Dolly, Aint’ Misbehavin’ e molti altri.
(Fonte Birland)
www.mediafire.com/download/kc6ddy66...ng_cantante.zip

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Le rarità. Modern Jazz Quartet "The Comedy (1962)
Con Marcello Lorrai :

The Comedy fu pubblicato dal Modern Jazz Quartet nel 1962, con registrazioni di quello stesso anno e di due anni precedenti. È uno dei lavori dello storico quartetto di John Lewis, Milt Jackson, Percy Heat e Connie Kay più influenzato dalla musica e - più in generale - dalla cultura di matrice europea. Il riferimento alla cultura mediterranea e alla Commedia dell’Arte è evidente nei titoli della suite, con la presenza di personaggi quali Arlecchino (presente sulla copertina originale), Colombina, Pulcinella… Un album in puro stile Third Stream (il tentativo di mettere in collegamento le poetiche del jazz con quelle della musica colta occidentale) in auge all’epoca, che evidentemente fece storcere il naso ai puristi della musica afro-americana.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/ndw9vnhs...medy_(1962).zip

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I capolavori Stan Getz "Focus"(1961)
Con Marcello Lorrai

È raro che un jazzista si sia espresso sul proprio lavoro nei termini entusiastici con i quali il sassofonista Stan Getz ricordava il suo album Focus. Per certi versi pure situabile nel mare magno della corrente Third Stream (la terza corrente) il disco fu pubblicato nel 1961. Fu il frutto di una commissione dello stesso Getz a Eddie Sauter, originale figura di compositore e arrangiatore cresciuta durante l’era dello swing e delle big band (in particolare fu collaboratore di Red Norvo, Tommy Dorsey, Bennie Goodman). Il disco si configura come una serie di nuove composizioni scritte appositamente da Sauter dove il sassofono del leader improvvisa su arrangiamenti per orchestra d’archi e sezione ritmica. Uno dei migliori esperimenti del genere, ben diverso dall’approccio più tradizionale ad un simile contesto sonoro, apparentemente poco adatto al jazz, che fecero, ad esempio Charlie Parker o Clifford Brown (di cui Birdland si è occupato in recenti puntate della trasmissione).
(Fonte Birdland)
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Clark Terry : Trombettista e cantante: un ricordo
con Maurizio Franco

Clark Terry è scomparso quest’anno all’età di 95 anni, dopo una lunga lotta contro il diabete. Era nato nel dicembre del 1920 a St.Louis. Maurizio Franco traccia un ricordo di questo trombettista, compositore e cantante che ha attraversato varie epoche del jazz. Da giovane lo troviamo professionista nella sua città natale, prima di essere chiamato nella banda della Marina statunitense durante la seconda Guerra mondiale. È solo dopo la fine del conflitto che ha inizio la vera carriera del musicista che durerà più di 70 anni. Vive il finale dell’era delle big band, entrando dapprima nella grande orchestra di Charlie Barnet (dal 1947), poi suonando con Count Basie e Duke Ellington. Diventa apprezzato solista ed è fra i primi ad usare regolarmente il flicorno.
Stilisticamente è situabile come musicista di collegamento tra un Roy Eldridge, che tanto aveva influenzato il be-bop, e un Miles Davis, in particolar modo per la sua parte prettamente lirica. Notevoli sono anche le sue doti di entertainer, sia per la naturale simpatia che mostra sul palco sia per la verve di cantante che spesso abbina ai suoi spunti strumentali. Dopo aver fatto parte dell’orchestra di Quincy Jones, negli anni ’60 inizia a collaborare con Oscar Peterson e Bob Brookmeyer, nonché a proporsi con sue piccole formazioni. Diventa uno dei musicisti di punta dell’etichetta Pablo e si esibisce nei grandi festival internazionali con diverse orchestre di all-stars. Negli anni ’70 lancerà pure una propria Big Band che però avrà vita breve. Clark Terry è stato attivo fino in tarda età, spesso come ospite di lusso di moltissimi colleghi.
(Fonte Birdland)
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Novità Discografiche :

con Riccardo Bertoncelli
Riccardo Bertoncelli inizia questa settimana di Birdland dedicata alle novità discografiche con una sorpresa: un nuovo album live con registrazioni fresche dei King Crimson, storica band inglese del progressive rock-jazz, dati tempo fa per definitivamente finiti dal suo padre-padrone Robert Fripp. Due dischi ECM di recente uscita hanno alimentato l’ormai già copioso catalogo dell’etichetta di Monaco registrato e prodotto all’Auditorio RSI con la collaborazione di Rete Due. Il primo è a firma di Paolo Fresu che ha scelto come compagno di viaggio in questo duo il bandoneonista Daniele di Bonaventura, già suo collaboratore in altri occasioni. Il giovane pianista umbro Giovanni Guidi invece giunge al suo secondo disco per ECM con quello che è l’ormai consolidato trio che dirige. Fa piacere ritrovare il nome di un musicista inclassificabile come Ran Blake con una nuova produzione, Cocktails at dusk, omaggio alla non dimenticata cantante Chris Connor. Il suo originalissimo pianismo, etereo e stravagante, si abbina al sax di Ricky Ford e in alcuni brani alla voce di Laika Fatien. In un impensabile incontro chitarristico al vertice il virtuoso californiano Henry Kaiser rispolvera un redivivo Ray Russell, inglese, pioniere della chitarra noizy, protagonista del primo jazz-rock britannico ma anche produttore reputato e firmatario di innumerevoli musiche per il cinema e la TV: intrigante!
King Crimson “ Live At Orpheum Theatre” (Discipline Global Mobile)
Giovanni Guidi “This is the day” (ECM, coprod. RSI Rete Due)
Ran Blake “Cocktails At Dusk” (Impulse)
Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura “In maggiore” (ECM, copr. RSI Rete Due)
Henry Kaiser & Ray Russell “ The Celestial Squid” (Cuneiform)
(Fonte Birdland)
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Oltre il free jazz : l'AACM di Chicago

Con Marcello Lorrai

Sul finire degli anni ’60 la musica afro-americana, per convenzione chiamata jazz, entrò in un periodo di profondo cambiamento.
Da una parte le varie nuove componenti della black music, pensiamo al soul e al funky, iniziarono ad interagire strettamente con essa. Secondariamente il jazz risentì dell’impatto che avevano avuto sul pubblico giovanile il beat e il rock, generi con un potenziale di immediatezza che, nel contesto delle avanguardie sviluppatesi in seno alla musica afro-americana, rendevano tali nuove espressioni decisamente più accattivanti: non per nulla proprio in quel periodo Miles Davis iniziò a sperimentare una possibile confluenza fra jazz e rock. Il free jazz, nato all’inizio del decennio su impulso di gente come Ornette Coleman, John Coltrane, Archie Shepp, stava inoltre mostrando la corda…
E’ in questo contesto che, fra i tanti, un gruppo di musicisti di colore basati a Chicago - stanchi del modello conformista a cui era giunto il jazz dell'epoca - si riunisce sotto l’etichetta AACM (Association for the Advancement of Creative Music) con l'intento di proporre una nuova figura di jazzista, più coinvolto nell'attivismo politico e sociale e più attento nel recupero del patrimonio culturale delle proprie radici.
Nella loro musica confluiranno elementi i più disparati, molti di essi però riconducibili alla ormai lunga tradizione della black music. All’iniziatore, il pianista Muhal Richard Abrams, si uniranno via via l’Art Ensemble of Chicago, Henry Threadgill, Leroy Jenkins e il Revolutionary Ensemble, Anthony Braxton, Leo Smith, George Lewis e molti altri.
Marcello Lorrai ricorda in questa sua serie di Birdland alcune delle tappe importanti della vicenda dell’AACM e alcuni dei suoi esiti musicali più significativi.
( Fonte Birdland)
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Novità Discografiche:

con Marcello Lorrai

Jack DeJohnette, il grande batterista statunitense allievo di Davis e poi assurto a grande notorietà con Keith Jarrett, ritrova l’ambiente della sua Chicago e in particolare quello dei protagonisti del movimento dell’AACM nato sul finire degli anni ’60 (l’acronimo sta per Association for Advancement of Creative Music). Lui non ne fu direttamente partecipe, la New York musicale avendolo attratto a sé ancora giovanissimo, ma con questo disco vuol rendere omaggio a gente quali Muhal Richard Abrams, Roscoe Mitchell, Henry Thdreagill – coprotagonisti di questa registrazione. I tre sono stati tra i più attivi a Chicago nel metter in pratica quel nuovo sviluppo del jazz e della musica improvvisata che auspicavano. Made in Chicago è un disco di grande valore, anche in prospettiva storica.
Inciso live “a casa”, durante l’edizione 2013 del noto festival cittadino. Fred Hersch si riconferma pianista di grande sensibilità con questo nuovo lavoro in trio, Floating, dove accosta intriganti riletture di standards a composizione originali.
La nota etichetta tedesca Winter & Winter ho proposto di recente due dischi di valore molto diversi uno dall’altro. Il primo è del violoncellista olandese Ernst Reijseger che si presenta con un’ampia formazione composta sia da suoi abituali collaboratori che da diversi altri violoncellisti per un risultato sonoro di grande fascino. L’altro è a nome del batterista USA Jim Black che, alla testa di un trio classico classico con piano e contrabbasso, ci offre un bouquet di proprie, inconsuete composizioni. Un album con inediti completa queste scelte di Marcello Lorrai per un Birdland tutto dedicato alle novità discografiche.
Si tratta di Live in Paris che documenta, con estratti da diversi concerti tenutisi nel marzo e nell’aprile del 1960, il passaggio nella capitale francese della straordinaria Big Band di Quincy Jones nella primavera di quell’anno.
(Fonte Birdland)
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Enrico Pieranunzi

Con Claudio Sessa

Enrico Pieranunzi (Roma, 5 dicembre 1949) è un pianista, compositore, arrangiatore e jazzista italiano.
Compie studi classici di pianoforte sin da giovanissimo, diplomandosi e diventandone docente al conservatorio sin dal 1973. Si è avvicinato al jazz grazie alla passione del padre Alvaro, chitarrista jazz e appassionato di Django Reinhardt. La commistione, nella sua formazione, tra pianoforte classico e jazz, contribuisce a definirne lo stile e il linguaggio musicale, dove sono evidenti le influenze della musica di Debussy.
Pieranunzi Inizia la sua carriera jazzistica verso la metà degli anni '70. Come pianista jazz ha registrato oltre 60 CD, spaziando dal pianoforte solo a varie formazioni con pianoforte. Ha suonato e registrato con molti jazzisti di livello mondiale, tra i quali Chet Baker, Art Farmer, Irio De Paula, Lee Konitz, Marc Johnson, Joey Baron, Paul Motian, Charlie Haden, e ha partecipato ai più importanti festival italiani (Umbria Jazz, Ravenna, Milano Ciak) e internazionali (Montréal, Copenaghen, Berlino, Madrid). Nel 2004 ha compiuto una tournée in Giappone suonando con il bassista Marc Johnson e il batterista Joey Baron.
Nell'annuale referendum indetto dalla rivista "Musica Jazz" è stato votato miglior musicista italiano del 1989, mentre nel 1993 l' "Academie du jazz" francese lo ha segnalato fra i primi tre musicisti jazz europei. Come compositore jazz ha composto oltre 200 pezzi, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri standard e sono stati inclusi nella celebre raccolta "The New Real Book".
Nel Settembre 1977 è stato docente a Montecatini in uno dei primi seminari jazzistici italiani insieme al contrabbassista Bruno Tommaso e al batterista Andrea Centazzo.
(Fonte Wikipedia)
www.mediafire.com/download/749cc9c9..._Pieranunzi.zip

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Harlem's Big Three

Con Maurizio Franco

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Ai primordi del Jazz

Con

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I Love Supreme.Musica e spiritualità tra anni 60 e 70

Con Riccardo Bertoncelli

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Il Jazz nell'Europa dell'Est

Con Claudio Sessa

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Jimmie Lunceford , arrangiatore e direttore d'orchestra

con

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L'anima jazz di Tom Waits

con Riccardo Bertoncelli

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Lee Konitz Duets

con Maurizio Franco

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Randy Weston e il panafricanismo

Con Claudio Sessa

Un padre appassionato di cultura africana che gli fa abbandonare il basket per il pianoforte; una madre che lo inizia al gospel e al negro-spiritual; un’adolescenza immerso in uno stimolante contesto musicale; l’incontro con Thelonious Monk e la profonda amicizia con Duke Ellington, che considera come secondo padre. Tutta la vita di Randy Weston (1926), uno dei grandi anziani del jazz ancora in attività recentemente ospite del Festival Jazz di Chiasso 2015, è stata segnata dalla musica e dall’Africa.
Di lui ricordiamo i debutti nei primi anni ’50 con Kenny Dorham e Cecil Payne, il riconoscimento di Down Beat che nel 1955 lo nomina miglior pianista emergente, le successive collaborazioni con Booker Erwin e soprattutto con la trombonista e arrangiatrice Melba Liston, la passione per le culture africane, il lungo soggiorno in Marocco tra anni ’60 e ’70, i numerosi viaggi di studio che gli hanno permesso di approfondire le conoscenze della musica africana e di proporre - tra i primi – l’incontro fra il jazz e quelle che sono le radici più profonde dell’odierna musica afro-americana.
Oggi, più di cinquant'anni dopo, lo ritroviamo ancora ricco di vitalità creativa e ancor più ricco di un enorme bagaglio culturale fatto di esperienze, di studio, di esplorazioni musicali e geografiche. Il pianismo di Randy Weston può essere definito "monkafricano" non solo perché la lezione di uno dei suoi modelli prediletti - Monk appunto - e di Duke Ellington è evidente nel suo tocco, nel suo modo di approcciarsi allo strumento, ma anche perché più e meglio di altri ha saputo svelare l'intima essenza delle radici sonore del jazz. La sua musica incarna il più autentico humus afro-americano e continua a distillare inesauribile linfa vitale proprio da un’approfondita ricerca sugli stretti legami fra il jazz e il Continente Nero, che negli anni ha dato vita ad entusiasmanti avventure come quella con i Master Gnawa Musicians - depositari di una delle più antiche, affascinanti e misteriose tradizioni del Marocco - o quella delle varie incarnazioni dei suoi African Rhythms guidati dallo spirito mai domo di un indagatore sonoro per molti versi inimitabile.
(Fonte Birdland)
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Novità Discografiche

Con Maurizio Franco
Tra le novità discografiche dell’ultimo periodo proposteci questa settimana da Maurizio Franco spiccano le tre qui recensite riguardanti il jazz di area italiana. Innanzitutto l’album After the Rain che segna il ritorno in ambito discografico del “nostro” Franco Ambrosetti, dove il musicista luganese si esibisce di nuovo unicamente al flicorno e dove il fil rouge è rappresentato da John Coltrane, con l’imprescindibile influenza da lui esercitata sui musicisti di quella generazione a cui lo stesso Ambrosetti appartiene.
MED è l’acronimo scelto dalla pianista italiana Rita Marcotulli per siglare la sua collaborazione, nel disco pubblicato da Abeat, con due musicisti di rilievo quali il batterista USA Peter Erskine e il bassista svedese Palle Danielsson, due compagni di viaggio non nuovi per la pianista romana.
Il sassofonista Massimo Urbani, scomparso nel 1993, è stato uno dei maggiori talenti della musica jazz italiana emersi negli anni ’70. Di lui la Philology pubblica uno straordinario concerto inedito del suo quartetto inciso nel ’79, quando aveva poco più di vent’anni, che testimonia una volta ancora l’urgenza espressiva, il fuoco sacro che animava questo indimenticato musicista.
George Cables è un veterano del jazz, ancora in splendida attività. La “buona compagnia” del titolo del suo recente album è riferita sia ai due musicisti, frequentati da tempo, che qui lo spalleggiano (Essiet Essiet al basso e Victor Lewis alla batteria), sia all’amore per autori quali Ellington e Strayhorn che hanno accompagnato il pianista lungo tutto l’arco della sua lunga carriera.
Dalla morte nel 1968 a soli 45 anni erano stati pubblicate ad oggi solo due raccolte di inediti del grande chitarrista Wes Montgomery. L’etichetta Resonance amplia il catalogo con questa serie di incisioni che vanno dal suo primo periodo di attività sino a fine anni ’50.
21.09.15 Wes Montgomery In The Beginning (Resonance, 2 CD di inediti)
22.09.15 George Cables Trio In Good Company (High Note)
23.09.15 Franco Ambrosetti After The Rain (Enja)
24.09.15 Marcotulli/Erskine/Danielsson Trio MED (Abeat)
25.09.15 Massimo Urbani Quartetto con Franco D'Andrea Chieti 1979 (Philology)
(Fonte Birdland)
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Takin'Off:il primo Herbie Hancock

con Riccardo Bertoncelli

Herbie Hancock (1940) è stato al pari di Bill Evans il pianista di jazz più innovativo venuto alla ribalta tra la fine degli anni ’50 e il decennio successivo. Enfant prodige, studi di classica alle spalle, si mette in mostra dapprima accanto a Coleman Hawkins (!) e Donald Byrd.

Il suo primo disco da leader ha il titolo significativo di Takin’Off, vero e proprio decollo della carriera di un musicista che nel 1962, quando l’album viene pubblicato, ha solo 22 anni. Subito dopo viene ingaggiato da Miles Davis che sta formando il suo secondo quintetto, formazione storica che attraverserà buona parte degli anni ’60 e farà da preludio alla svolta estetica del trombettista a fine decennio.

Hancock è parte essenziale del gruppo e parallelamente sviluppa anche la propria musica testimoniata da produzioni di grande valore, da Inventions & Dimentions a Maiden Voyage, a Speak like a Child.

Gli anni ’60 si chiudono per lui con l’album Fat Albert Rotunda che prefigura, sulla scolta di quanto intrapreso da Davis, la svolta jazz rock degli anni successivi.
(Fonte Birdland)
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Omaggio agli anni 80 di Enrico Intra

con Maurizio Franco

Il pianista, compositore, arrangiatore italiano Enrico Intra (1935) ha festeggiato da poco gli 80 anni. Pure infaticabile animatore in ambito didattico e di organizzazione di eventi, Intra ha segnato il jazz italiano ed europeo sin dagli anni ’50 con il suo moderno stile pianistico e la sua originale vena di autore, passando per esperienze le più diverse, a volte antitetiche tra loro.
Maurizio Franco gli dedica questa retrospettiva con registrazioni che vanno dagli esordi ad oggi.
(Fonte Birdland)
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Novità Discografiche
di Maurizio Franco

Prima di fondare il celebre Standard Trio con Peacock e DeJohnette, Keith Jarrett tra fine anni ’60 ed inizio ’70 aveva diretto un altro trio stellare con Haden e Motian. Questa formazione aveva pubblicato i propri album per Atlantic, mai per ECM.
Il CD Hamburg 72 è un inedito che fotografa il trio poco prima che terminasse la propria attività. È un straordinario documento che testimonia, con un sound decisamente migliore dei dischi precedenti, lo stato di grazia del gruppo in questa esibizione dal vivo. Di lì a poco Jarrett avrebbe sviluppato la sua musica principalmente con i quartetti: quello “americano” con l’aggiunta al trio in oggetto del sassofonista Dewey Redman, quello “europeo” con i nordici Garbarek, Danielsson e Christensen.
(Fonte Birdland)
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Euro Jazz Orchestra , una fucina di talenti
con Maurizio Franco

A margine del concerto che l’Euroradio Jazz Orchestra 2015 terrà all’Auditorio RSI di Lugano il 16 ottobre, nell’ambito della nuova stagione Tra jazz e nuove musiche di Rete Due, Birdland presenta una selezione di musiche dagli archivi della RSI rappresentativa di quella che è stata la storia di questo evento promosso ogni anno congiuntamente dall‘UER (Unione Europea di Radiodiffusione) e da una radio ospitante.
Sin dalla metà degli anni ’60 l’Euroradio Jazz Orchestra è una straordinaria occasione di incontro offerta a giovani musicisti provenienti dai più svariati paesi designati di volta in volta dai produttori del jazz delle varie Radio nazionali. Un’orchestra “effimera”, che si riunisce per una settimana, che lavora con un direttore prescelto su musiche scritte appositamente e che si presenta in pubblico per alcuni concerti, registrati e distribuiti in seguito sul circuito Radio internazionale. Spesso coloro che vi hanno partecipato hanno prolungato le belle complicità nate durante tale esperienza e a volte tale vetrina ha messo in mostra talenti poi affermatisi sulla scena musicale internazionale.
Per il 2015 l’incarico di ospitare l’importante manifestazione è stato affidato alla Svizzera, dove l’Euroradio Jazz Orchestra torna, sotto l’egida della SRG/SSR, per la terza volta: la prima fu nel 1974 quando a dirigerla era stato chiamato un giovane George Gruntz, poi diventato icona del jazz elvetico; la seconda nel 2004 quando l’orchestra si esibì sotto la direzione di Mathias Baumann al Festival di Sciaffusa e, per la prima volta, all’Auditorio RSI. Il direttore d’orchestra e compositore invitato quest’anno è il ginevrino/brooklyniano Ohad Talmor. Altri due svizzeri faranno parte dell’orchestra: il sassofonista Tapiwa Svoswe selezionato da SRF e il contrabbassista ticinese Simon Quinn scelto dalla RSI.
Maurizio Franco ci propone un percorso attraverso brani che hanno segnato le varie edizioni dell’orchestra, dagli anni ’90 in poi. Molti i musicisti svizzeri coinvolti nel progetto, tra cui Co Streiff, Matthias Spillmann, Rafael Woll, Patrick Lehmann, Jean Lou Treboux, Wolfgang Zwiauer e il compianto batterista Fabian Kuratli per non citarne che alcuni. Diversi anche i ticinesi, tra i quali Danilo Moccia, Guido Parini, Max Pizio, Sergio Menozzi, Emanuele Di Nardo.
( Fonte Birdland)
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I grandi Festival : Monterey 1958 e 1959

Con Marcello Lorrai

Di tanto in tanto Birdland si occupa delle grandi rassegne che hanno contribuito a rendere popolare la musica afro-americana.
Accanto a quello di Newport, un altro dei grandi festival jazz statunitensi nati sul finire degli anni ’50 è certamente quello di Monterey, in California, lanciato nel settembre del 1958. Promotore ne fu il dj radiofonico di San Francisco Jimmy Lyons, che restò poi direttore artistico della rassegna fino al 1992!
Sulla base dell’eccellente documentazione sonora lasciataci, ci immergiamo con Marcello Lorrai nelle prime due strepitose edizioni del festival che presentavano un cast stellare. Da Louis Armstrong a Ornette Coleman, passando per Billie Holiday, Dizzy Gillespie, Gerry Mulligan, Count Basie, Sarah Vaughan, il Modern Jazz Quartet e molti altri, il festival offrì nell’occasione al suo pubblico molti degli artisti che avevano scritto e stavano scrivendo la storia del jazz.
(Fonte Birdland)
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In ricordo di John Taylor, pianista(1942-2025)
Con Claudio Sessa

Il pianista inglese John Taylor è scomparso improvvisamente quest’estate all’età di 73 anni.
Grande stilista dello strumento, elegante e raffinato nelle elaborazioni armoniche, si affermò definitivamente alla fine degli anni ’70 quando creò con la cantante Norma Winstone e il trombettista Kenny Wheeler il trio Azimuth, pregevole ensemble di jazz cameristico che ha lasciato numerose tracce discografiche. Aveva debuttato nel circuito del jazz inglese più avanzato con i sassofonisti Alan Skidmore e John Surman, aveva poi collaborato con Miroslav Vitous e altri esponenti dell’etichetta ECM quali Jan Garbarek, Ralph Towner e Enrico Rava. Numerose le formazioni da lui dirette con particolare predilezioni per il classico piano trio, in particolare quello attivo negli anni ’90 formato insieme a Peter Erskine e Palle Danielsson.
John Taylor è ricordato in questo ritratto a tutto tondo di Claudio Sessa.
( Fonet Birdland)
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I capolavori.Bud Powell "The Scene Changes" ( 1959 )
Con Claudio Sessa

Fu registrato nel 1958 e pubblicato l’anno successivo questo album in trio di Bud Powell, da molti considerato fra le sue migliori incisioni di studio.
The scene changes è il quinto e ultimo disco realizzato dal pianista afroamericano per Blue Note e mette in risalto in particolare anche la vena di compositore. Con lui, a completare una formazione in stato di grazia, ci sono Paul Chambers al contrabbasso e Art Taylor alla batteria.
(Fonte Birland)
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I Capolavori.Herbie Hancock-Foday Musa Suso"Village Life"(1985)
Con Claudio Sessa

Se la world music esiste questo è da ritenere un album-manifesto del genere! Poco considerato al momento della pubblicazione nel 1985, forse perché davvero non classificabile in un ambito preciso (il seppur vago concetto di world music non aveva ancora preso piede), Village Life è un disco all’insegna del vero incontro tra culture musicali. Herbie Hancock mette sul piatto il suo enorme bagaglio tecnico e segue alla perfezione gli input ritmici del musicista proveniente dalla Gambia. Quest’ultimo da parte sua non stravolge le semplici linee melodiche del suo strumento che assumono anzi nuove valenze al cospetto delle elaborate trame armoniche proposte da Hancock. Da ri-ascoltare!
(Fonte Birland)
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Tributi a 4 grandi dischi:
con Riccardo Bertoncelli

01-David Torn "Only Sky" (ECM)

02-Joe Jackson "Fast Forward" [feat. B.Frisell, R.Carter, B.Blade] (ed. Earmusic)

03-AA.VV " Nina Revisited. A tribute to Nina Simone" (Columbia)

04-Frank Zappa "Dance me this" (Zappa Records, album n.100)

(Fonte Birdland)

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Il Primo Ornette Coleman
Con Claudio Sessa

Il sassofonista, compositore e bandleader Ornette Coleman, gigante della musica di matrice afro-americana e tra i protagonisti assoluti del jazz moderno, è scomparso nel giugno 2015 all’età di 85 anni.
Nato a Fort Wort in Texas nel 1930, Coleman è passato alla storia come il teorico ma anche concreto inventore ad inizio anni ’60 del free-jazz, poi di altri sistemi armonico-melodici che hanno distinto e caratterizzato la sua musica nelle evoluzioni successive.
Birdland ha già sottolineato in passato l’importanza di questo musicista, dedicando alcune serie di trasmissioni ai suoi diversi periodi artistici. In omaggio alla sua arte, Claudio Sessa ritorna sul momento decisivo della carriera di Coleman: siamo a fine anni ’50 ed i contratti prima con la Contemporary poi con l’Atlantic gli permettono di diffondere anche tramite disco il suo credo, una musica nuova con strutture vicine al blues ma decisamente più aperta dal profilo melodico, armonico e ritmico, una sorta di super bebop che sconvolse l’establishment musicale. Nulla però al confronto del punto d’arrivo di questa fase, l’epocale Free Jazz (pubblicato nel settembre 1961) che sarà croce e delizia del pubblico e della critica: l’album forse più discusso in assoluto della storia della musica afro-americana.
(Fonte Birdland)
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Georgie Fame, il jazzista del beat
con Riccardo Bertoncelli

Georgie Fame - nome d’arte di Clive Powell, nato della zona di Manchester nel giugno del 1943 - è uno dei personaggi di punta della musica britannica d’inizio anni’60.
Stregato dal primo rock’n’roll ma con una grande passione pure per il rhythm & blues e il jazz, Fame vanta una carriera lunghissima sempre in bilico tra i generi. Fu collaboratore dei protagonisti del beat inglese e del rock’n’roll statunitense quali Eddie Cochran, Gene Vincent, Tony Sheridan, Freddie Canon, Joe Brown, Billy Fury. Con quest’ultimo guidò i Blue Flames, band che contribuì a dargli notorietà. In ambito prettamente jazzistico incise il bellissimo Sound Venture del 1966, collaborò con un debuttante John McLaughlin e fu chiamato come vocalist dell’orchestra di Count Basie nelle tournée europee. Più tardi lavorò tra gli altri anche con Annie Ross, Van Morrison, Jon Hendricks, Robben Ford, Dr. John, Phil Woods, Stanley Turrentine.
Riccardo Bertoncelli ripercorre in questa serie di Birdland i primi anni di carriera del tastierista, quelli che culminano appunto con Sound Venture inciso assieme alla Harry South Big Band.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/y8df4hy6...ta_del_beat.zip

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I Capolavori. John Surman"How Many Clouds Can You See ?" (1970)
Con Riccardo Bertoncelli

Sempre in ambito di musica britannica Riccardo Bertoncelli rispolvera questo vecchio album del 1970, il secondo a proprio nome del sassofonista inglese John Surman. Secondo molti è il vero debutto come solista del musicista, per la forza e la chiarezza d’intenti qui mostrati che per certi versi anticipano quello che saranno le linee di tendenza del jazz europeo nel decennio entrante. Per questa registrazione Surman riunì un po’ la crema della scena britannica di allora: i colleghi sassofonisti Mike Osborne, Alan Skidmore e John Warren, il bassista Barre Phillips, il batterista Tony Oxley e il pianista John Taylor in una ampia formazione che comprendeva anche tromba, trombone, basso tuba.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/ft80pz4y...%281970%29_.zip

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I Capolavori-Phil Woods(1931-2015) tappe di una carriera
Con Maurizio Franco

Phil Woods (1931-2015), scomparso alla fine dello scorso mese di settembre, è stato uno dei maggiori altosassofonisti dell’era post-Charlie Parker. Viene alla ribalta alla metà degli anni ’50, prima con Kenny Dorham, poi nelle orchestre di Dizzy Gillespie e Quincy Jones. Parallelamente avvia i suoi progetti da leader alla testa di piccole formazioni, imponendo il suo inconfondibile stile. Più tardi sarà in Europa dove fonda con George Gruntz la European Jazz Machine e dove sarà membro di The Band, la grande orchestra messa in piedi a Lugano dallo stesso Gruntz, da Flavio Ambrosetti e da Daniel Humair.
Maurizio Franco dedica a Phil Woods tre numeri di Birdland concentrandosi su alcuni momenti della sua lunga carriera. Dapprima la sua vena di compositore-arrangiatore nella suite Rites of Spring dei primi anni ’60, poi il pregnante sodalizio appunto con la European Rhythm Machine, da ultimo l’attualizzazione del linguaggio boppistico negli anni ’80 del suo quintetto assieme al trombettista Tom Harrell.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/ltadj4l6...na_carriera.zip

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I Capolavori-John Coltrane&Don Cherry"The Avant-Garde"(1966)
"Ornette Coleman on tenor" ( 1961)

Con Maurizio Franco

Sono le figure di Coltrane e Coleman, con rispettivi album-omaggio, a fare da fil rouge di queste due puntate di Birdland. Quando Ornette Coleman registra nel 1961 On Tenor , per giustificare il suo passaggio momentaneo al più diffuso dei sassofoni, dichiara che “le migliori cose che i neri americani hanno realizzato in ambito musicale per esprimere la propria anima le hanno fatte con il tenore”. E’ un non troppo celato riferimento a Coltrane, appunto, che stava dando in quegli anni un impulso decisivo alle potenzialità espressive dello strumento. Questa è anche l’ultima registrazione dello storico quartetto di Coleman, con - al posto di Charlie Haden – quel Jimmy Garrison al contrabbasso che poco dopo entrerà nel gruppo di “Trane”.
The Avant-Garde è invece il frutto della collaborazione del grande sassofonista con Don Cherry, storico trombettista di Coleman. Benché pubblicato come album ufficiale dalla Atlantic solo nel 1966, è il frutto di sessioni tenutesi negli studi della casa discografica a New York nel 1960. Qui i ruoli si invertono: è Coltrane - in compagnia dei membri del gruppo di Coleman - a tributare omaggio a quello che è considerato il padre del jazz d’avanguardia. Curiosità: Coltrane utilizza per la prima volta in assoluto il sax soprano in una registrazione di studio nel brano The Blessing.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/gu7duwyf...6Don_Cherry.zip

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I Capolavori: Ornette Coleman on tenor(1961)
Con Maurizio Franco
(Fonte Birdland)

www.mediafire.com/download/c0yq2qho...r%281961%29.zip

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Ambasciatori del Jazz
con Marcelo Lorrai

Non è un mistero che, malgrado la non celata ghettizzazione del jazz sino agli anni delle lotte per i diritti civili, l’amministrazione degli Stati Uniti abbia sfruttato la musica afroamericana – tipico frutto della cultura made in USA - e i suoi protagonisti a fini politici e di relazioni internazionali, in particolare per migliorare la propria immagine pubblica alla luce della critiche provenienti da Est, durante la Guerra Fredda, a proposito di disuguaglianza e tensioni razziali.
Il fenomeno dei "jazz ambassadors" nasce sessant'anni fa, nel 1956, con le tournée diplomatiche di Armstrong, Ellington, Gillespie, Brubeck, Goodman organizzate dal Dipartimento di Stato.
In questo ciclo di Birdland Marcello Lorrai ripercorre con dovizia di particolari quest’aspetto e la veste, politica appunto, che il jazz in parte assunse: il ruolo di Armstrong in rapporto ad Eisenhower e alla lotta negli anni Cinquanta per i diritti civili, lo stesso Armstrong accolto trionfalmente in Ghana, la polemica di quest’ultimo e di Brubeck che sfocia nell’ironico musical The Real Ambassadors, le tournée oltre la Cortina di Ferro (celebre quella di sei settimane di Bennie Goodman in URSS, nel 1962), il ruolo dei programmi di jazz di Willis Conover su Voice of America e altro ancora.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/fl36ado7...ri_del_Jazz.zip

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The Voice Frank Sinatra a cent'anni dalla nascita
con Riccardo Bertoncelli

Francis Albert Sinatra - poi conosciuto in arte semplicemente come Frank - era nato a Hoboken, New Jersey, il 12 dicembre 1915.
Per ricordare il grande cantante e crooner statunitense, a cent’anni dalla nascita, Rete Due presenta questa serie speciale di Birdland.
Grazie al consueto garbo della narrazione e alla pertinenza nelle scelte musicali, Riccardo Bertoncelli ripercorre i momenti della straordinaria carriera di un uomo-icona della società e della cultura USA: i grandi hit, le canzoni diventate grazie a lui veri e propri standards, le curiosità, le contraddizioni e le pagine in chiaroscuro di un percorso artistico terminato nel dicembre del 1994 con l’annuncio ufficiale del ritiro dai palcoscenici.
( Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/rjneo340mvn9n83/01-The_Voice.zip

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Louis Sclavis, un europeo del Jazz
Con Claudio Sessa

Al centro dell’attenzione in questa serie di Birdland è il clarinettista (soprattutto quello basso), sassofonista e compositore francese Louis Sclavis. Nato a Lione nel 1953, si è profilato giovanissimo sulla scena jazz dapprima francese e poi europea nei primi anni ’70 con il suo ensemble Workshop de Lyon. Ha in seguito lavorato con i vari Unit di Michel Portal, in associazione con il pianista sudafricano emigrato in Francia Chris McGregor, con la Compagnie del percussionista Bernard Lubat e il gruppo del contrabbassista Henri Texier. Parallelamente sviluppa i proprio progetti da leader che lo porteranno al vertice del jazz europeo grazie anche alla stretta collaborazione, sin dai primi anni ’90, con l’etichetta ECM. Dallo stile libertario e informale degli esordi, Sclavis si è progressivamente diretto verso forme musicali più strutturate dove grande valore ha assunto di nuovo la melodia. Spesso si è parlato della sua ricerca in termini di folklore immaginario, il tentativo di rielaborare con sensibilità contemporanea elementi di derivazione popolaresca.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/9m3omxt4...eo_del_Jazz.zip

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I capolavori Sam Rivers "Contours" (1965)
Con Claudio Sessa
La figura del sassofonista, flautista e compositore Sam Rivers (1923-2011) venne alla ribalta sul finire degli anni ’50 e nei primi ’60 quando iniziò a lavorare con Quincy Jones e Tadd Dameron, per poi unirsi ad un giovanissimo Tony Williams, astro nascente della batteria jazz. In quel periodo fece pure parte del gruppo di Miles Davis e si profilò al contempo come bandleader firmando per la Blue Note.
Claudio Sessa presenta in questo puntata di Birdland il suo secondo album personale, Contours (1965), un gioiellino che ben inquadra le tendenze del jazz progressive del periodo e mette in risalto il valore del Sam Rivers strumentista e compositore. Accanto al leader ci sono dei fedeli davisiani quali Herbie Hancock, Ron Carte e Freddie Hubbard nonché il batterista Joe Chambers.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/axunuy94..._%281965%29.zip

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The Chicagoans:il jazz nella Windy City degli anni 20
Con Marcello Lorrai

Se New Orleans è la culla del jazz della prima ora, Chicago è fra le prime grandi città dove questa musica si espande e prende piede, la prima tra l’altro dove si diffonde il nuovo termine jazz per definirla. Al flusso migratorio di lavoratori neri verso il Nord industrioso non sfuggono i musicisti che a New Orleans e nel Sud stanno sperimentando il nuovo e che vedono in una città come Chicago la possibilità di sbarcare più agevolmente il lunario. Tra le industrie che si stanno sviluppando nelle metropoli del Nord degli Stati Uniti c’è infatti anche quella della criminalità, che ha nella musica proposta nei tanti locali da essa gestiti uno dei suoi corollari.
Marcello Lorrai ci introduce in questa metropoli che negli anni’20 adotta il jazz e contribuisce non poco alla sua definitiva affermazione, grazie a gruppi come i New Orleans Rhythm Kings o i Louisiana Kings (nei nomi è evidente il sentore dell’esodo…), nonché musicisti lì stabilitisi quali King Oliver, Paul Mares, George Brunies, Leon Roppolo, Elmer Schoebel, Eddie Condon e gli ”indigeni” Benny Goodman e Bud Freeman.
(Fonte Birdland)
www.mediafire.com/download/kdl7xzgw..._Chicagoans.zip

Edited by sergiomac - 11/3/2018, 10:43
 
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