I viaggi di Jules Verne
Sembra che negli ultimi mesi a Parigi molti turisti abbiano letteralmente assalito i luoghi legati al fortunato romanzo Il codice Da Vinci: la piramide del Louvre e la meridiana che attraversa il pavimento della chiesa di Saint Sulpice. Poveri turisti "usa e getta", suggestionati dai falsi misteri di un romanzo marpione e ruffiano. Peccato, magari, se si fossero diretti verso il dedalo di stradine del Marais, tra la Rue Vieille du Temple e la Rue des Blancs Manteaux forse avrebbero potuto immergersi nella Parigi dei veri Templari, non quelli immaginari dei romanzi. E magari, facendo ancora pochi passi sarebbero entrati in un luogo affascinante e misterioso, il Conservatorio d'Arti e Mestieri, dove Eco ambienta le scene iniziali e finali de Il pendolo di Focault. Nelle navate di una chiesa sconsacrata, una chiesa con il pavimento percorso da rotaie, immerse in un'atmosfera che profuma di grasso lubrificante e olio di macchina, dormono il loro sonno eterno strani mostri di metallo: locomotive, automobili dell'inizio del secolo, macchine volanti. E in quella penombra oleosa, ti aspetti da un momento all'altro di sentir suonare l'organo del capitano Nemo.
La stazione del metro Arts et Metiers è tutta foderata di lastre di rame avvitate con dadi e bulloni, sembra l'interno del Nautilus, ma anche l'accesso alla stazione di Saint Michel, a due passi dalla Senna, è un pozzo rivestito di acciaio. Non ci sono le scale mobili ma i gradini metallici di una vertiginosa scala a chiocciola. Ci sarà di nuovo il capitano Nemo ad attenderci in fondo insieme ai suoi silenziosi marinai indiani?. Risalendo in superficie c'è la libreria Gibert dove vedi esposte le belle ristampe anastatiche dei classici di Verne, con la copertina in tela rosso bordeaux, i titoli in oro, le illustrazioni in turchese e argento. Volendo, nelle stradine dietro il Boulevard Saint Michel, i negozi di libri da collezione espongono gli originali, ma i prezzi sono da capogiro.
Quanti scorci di Parigi ci ricordano gli anni di Verne, il vero pensiero positivo (quello del positivismo, non quello di Jovanotti ...), l'ottimismo di fine secolo nel progresso della scienza. La Tour Eiffel naturalmente, ma anche il Beaubourg, con le sue prese d'aria, le enormi tubature colorate, le scale mobili a vista nei loro gusci di cristallo, sembra uscito dalla fantasia di Verne. Fantasie, sogni, utopie, progresso e mistero legati indissolubilmente ... In un delizioso romanzo di Collodi Nipote, Sussi e Biribissi, due ragazzi fiorentini, suggestionati dalla lettura di Viaggio al centro della Terra, si perdono nelle fogne di Firenze, alla ricerca del passaggio misterioso. Da adulto puoi fare tutti i viaggi che vuoi, ma i viaggi più belli rimangono quelli che fai da ragazzo, con la fantasia, dall'Australia dei Figli del Capitano Grant all'Islanda del Viaggio al centro della Terra, dal selvaggio West del Giro del mondo in ottanta giorni alle steppe di Michele Strogoff. Ecco allora due viaggi fantastici dalle opere di Jules Verne, realizzati da Radio Rai e dei quali vi proponiamo la prima puntata. Il primo è 20.000 leghe sotto i mari, un programma per i ragazzi del 1952. Forse lo riascolteranno con piacere tutti quelli che devono gran parte della loro formazione culturale alla Radio e alla Tv dei ragazzi, al Corriere dei Piccoli, ai romanzi di Verne, Salgari, Robida ... una palestra nella quale l'esercizio della fantasia ti aiutava a scoprire il mondo, la storia, la scienza, la geografia. L'altro è uno splendido "esercizio di stile" sul Giro del mondo in ottanta giorni realizzato da Paolo Poli e Ida Omboni nel 1973.
Buon viaggio
Stefano Pogelli
http://www.radio.rai.it/radioscrigno/trasm...?Q_IDSCHEDA=32020.000 leghe sotto i mari - 1a parte
20.000 leghe sotto i mari - 2a parte
Il giro del mondo in ottanta giorni
