A proposito di archiviazione archivi vi invito ad andare a leggere l'articolo su COMPUTER IDEA che tratta molto bene dei nuovi supporti BLUE RAY che è molto probabile andranno a soppiantare gli odierni DVD come supporto di archiviazione
http://www.computer-idea.it/index.php?opti...d=257&Itemid=51SCRIVERE IN BLUC’è voluta un’aspra guerra di formati per incoronare il successore del DVD. Il mercato ha scelto Blu-ray: ecco come masterizzare i nuovi dischi ad alta capacità.
di Ernesto Sagramoso
Si è iniziato a parlare di Blu-ray nel lontano 2002, ma solo in questi ultimi mesi sta comparendo sugli scaffali dei negozi specializzati e delle catene della grande distribuzione un discreto numero di masterizzatori e lettori compatibili con questo standard. Le ragioni di tale ritardo sono molteplici, e la principale è stata forse la guerra con il rivale HDDVD terminata solo recentemente con la sconfitta di quest’ultimo. Prima di acquistare un dispositivo Blu-ray o HD-DVD (incompatibili tra loro) gli utenti hanno infatti preferito attendere che uno dei due si affermasse, per non rischiare di entrare in possesso di un apparecchio a rischio di obsolescenza immediata. In più, solo recentemente si stanno diffondendo i televisori e le videocamere in alta definizione (Full HD), gli unici apparecchi in grado di sfruttare appieno le potenzialità offerte dal nuovo sistema.
Un po’ di storiaLo standard Blu-ray (spesso abbreviato in BD, da Bluray Disc) è stato definito dalla Blu-ray Association, associazione creata dalle più importanti aziende del settore tra cui Apple, LG, Panasonic, Philips, Pioneer, Samsung, Sharp e Sony. Come si può facilmente dedurre dal nome, questo formato utilizza un laser blu/violetto che emette un fascio luminoso con una lunghezza d’onda molto contenuta (405 nanometri contro i 650 del raggio rosso dei DVD) in grado di gestire con precisione i minuscoli solchi incisi sul disco. Grazie a questa miniaturizzazione è stato possibile aumentare la capienza dei supporti ottici, passando dai 4,7 Gbyte per strato (layer) dei DVD ai 25 Gbyte dei BD. In più lo standard prevede dischi dotati di più strati, che possono aumentare notevolmente lo spazio di memorizzazione (Sony e Hitachi stanno lavorando su componenti a 4/8 strati da 100/200 Gbyte). Come già accennato, fino a pochi mesi fa erano due gli standard in lizza per memorizzare video ad alta definizione: HD-DVD e Blu-ray. La storia insegna che tra due sistemi non sempre vince il migliore, ma quello appoggiato dalle aziende più importanti (vedi VHS e Betamax). Nel caso del Blu-ray invece è successo, poiché esso risulta tecnicamente superiore all’HD-DVD, non solo per la capacità di memorizzazione (25 Gbyte per strato contro 15), ma anche per la maggiore velocità di trasferimento dati durante la riproduzione dei filmati. Questo parametro, che influenza la qualità delle immagini, passa infatti dai 36,5 Mbps dell’HD-DVD ai 54 Mbps del BD.
A cosa serve il Blu-rayA differenza del Compact Disc, nato per impieghi audio e solo in seguito utilizzato in ambito informatico, il Bluray è stato studiato fin dall’inizio per entrambi i settori. Da un lato infatti la continua crescita delle dimensioni dei file richiede supporti di memorizzazione sempre più capienti e dall’altro i film in alta definizione necessitano di molti più Gbyte di quelli offerti dai DVD anche a doppio strato. Con i 25 o i 50 Gbyte messi a disposizione dai dischi BD è infatti possibile mettere al sicuro i dati più importanti o la raccolta di immagini senza dover creare svariati dischi, operazione che spesso scoraggia gli utenti che si accingono a eseguire un backup. Apriamo una piccola parentesi per ricordare quanto sia importante avere una copia di riserva delle proprie fotografie digitali poiché, a differenza di quanto succedeva con la fotografia chimica, in caso di guasto del sistema le foto sono perdute - non c’è una pellicola da cui eseguire una nuova stampa.
Per quanto riguarda il video, fermo restando che le case cinematografiche stanno proponendo un numero sempre maggiore di film (anche di catalogo) in Blu-ray, il successo delle videocamere HD dovrebbe favorire questo standard. Che senso avrebbe effettuare le riprese in alta risoluzione per riversarle poi su DVD con una qualità inferiore?
Il computer multimedialeCon la diffusione dei monitor in formato 16:9 è diventato facile trasformare il proprio elaboratore in un sistema audio/video ad alta definizione. Basta infatti un PC delle ultime generazioni dotato di microprocessore a più core (come l’Intel Core 2 Duo/Quad o l’AMD Athlon X2/Phenom), un lettore/masterizzatore Blu-ray, un sistema di diffusori a 5.1 o 7.1 canali e un programma compatibile con gli attuali formati video come WinDVD 9 Plus Bluray. Questo applicativo è in grado di gestire tutte le risoluzioni a partire da quella dei tradizionali DVD (720x576) per arrivare ai 1.920x1.080 punti dei sistemi ad alta definizione. Per quanto riguarda gli standard di compressione, supporta l’MPEG-2, il VC-1 (sviluppato da Microsoft per Windows Media Player 9) e l’H.264 (conosciuto anche come MPEG-4 AVC). Parlando dell’audio, oltre ai classici flussi PCM Stereo, Dolby Digital e DTS, è in grado di sfruttare quelli PCM in formato a 7.1 canali e quelli Dolby Digital Plus, DTS- High Resolution, Dolby True-HD e DTS-HD Master Audio.
I supportiI supporti Blu-ray sono disponibili a singolo e a doppio strato (con capacità rispettivamente 25 e 50 Gbyte) in tre differenti tipi: BD-R, BD-RE e BD-ROM. Il BD-R corrisponde al DVD-R ed è registrabile una volta sola, il BDRE è riscrivibile mentre il BD-ROM può essere solo letto (viene cioè fornito preinciso - è il tipo utilizzato per distribuire i film commerciali). Ma quanti minuti di video in alta risoluzione può contenere un disco BD? Dipende dalla qualità del filmato, ma di norma si parla, per un disco da 50 Gbyte di un massimo di 9 ore in alta risoluzione e 23 in quella standard. Sono inoltre reperibili supporti da 8 cm con una capacità di 7,5 Gbyte, utilizzati dalle videocamere HD come l’Hitachi DZ-BD70A, che riescono a registrare ben 60 minuti di video HD in formato 1080p e 120 minuti in 1080i. Attualmente il vero punto dolente dei BD è l’elevato prezzo dei supporti vergini (anche nei negozi on-line); è anche difficile procurarsi i dischi da 50 Gbyte. Sfogliando, per esempio, il listino Verbatim si nota che il BD-R 25 Gbyte 2X costa 8.90 euro e 9.90 euro quello 4X stampabile. Il BD-R da 50 Gbyte ha un prezzo di 19.90 euro.
Fortunatamente, così come è accaduto per i DVD, queste cifre sono destinate a scendere (si è già passati dai 15 ai 9 euro per i BD-R) una volta che aumenterà la richiesta e le nuove fabbriche andranno a regime. Ricordiamo infatti che il costo di produzione di un BD è simile a quello di un DVD. Fortunatamente, la tassa SIAE destinata alle case discografiche/cinematografiche come rimborso per le copie illegali di album musicali e film che grava sui supporti per la memorizzazione di contenuti audio/video, finora non deve essere applicata ai BD.
Una finitura professionaleGià da diversi anni esistono stampanti in grado di gestire anche i dischi “Printable”, supporti ricoperti da uno strato di cellulosa bianca. Tra queste periferiche si trovano anche modelli economici, come la Canon Pixma iP 4500 e la Epson Stylus Photo R285 che hanno un costo di circa 100 euro. Poiché esistono anche i BD Printable, è possibile utilizzarli per creare dischi con una finitura estetica simile a quella dei dischi commerciali (anche l’occhio vuole la sua parte...). Sconsigliamo invece le etichette autoadesive per due semplici ragioni: dopo qualche mese tendono a staccarsi e possono sbilanciare il supporto, specialmente ad alte velocità di rotazione. Ricordiamo inoltre che, quando la temperatura all’interno del lettore/masterizzatore sale sensibilmente, il disco e l’etichetta si dilatano in modo differente creando delle piccole ondulazioni.
La durataUna delle domande ricorrenti quando si parla di archiviazione dati su supporto ottico è quella sulla durata dei dischi. Infatti, quando si archiviano 50 Gbyte di informazioni importanti sarebbe veramente una sgradita sorpresa se, dopo qualche anno, i dati fossero illeggibili. Tutte le aziende più importanti fanno dei test per valutare il degrado nel tempo dei propri supporti. Verbatim, per esempio, in laboratorio ha riscontrato una durata dei propri dischi superiore ai 100 anni, anche se per un uso normale parla solo di una decina d’anni. Dopo questo periodo è consigliabile verificare la qualità dei dati e, se necessario, masterizzarli nuovamente. Esistono inoltre dei supporti studiati appositamente per l'archiviazione a lungo termine dei file importanti che garantiscono una maggiore durata. Ricordiamo che per allungare la vita dei dischi ottici basta seguire alcune semplici regole. In primo luogo non toccare mai la superficie del disco; inoltre, i contenuti vanno scritti sul lato della copertina con gli appositi pennarelli a base di acqua. Conservarli inoltre in un ambiente secco e buio, posti in verticale nell’apposita custodia. Bisogna assolutamente evitare di tenerli in luoghi esposti ai raggi del sole o ad alte temperature (in auto, per esempio). I vantaggi offerti dal Blu-ray sono evidenti. Per chi è già pronto a saltare il fosso, proponiamo in queste pagine due passo a passo che spiegano come riversare i dati più importanti o le proprie creazioni multimediali su questi supporti.